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Paolo Carbonatto
Il cervello
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TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Le informazioni presenti in questa monograa hanno rilevante utilit informativa, divulgativa e
culturale ma non possono in alcun modo sostituire la visita medica o il consulto con il Farmaci-
sta che devono essere sempre consultati per qualsiasi problema di salute o condizione clinica.
Il cervello questo sconosciuto
2013 CLUSTER s.r.l.
ISBN 978-88-97836-20-9
info@clustersrl.it
www.clustersrl.it
Torino via G. Guarini, 4
Tel. 011.51.66.401
Fax 011.51.66.402
Progetto graco ed editing: Simona Campanelli
Redazione scientica: Nicoletta Pasqui
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Il cervello
questo sconosciuto
Paolo Carbonatto
Responsabile Nazionale Area Psichiatrica SIMG
Indice
Introduzione .....................................................................4
Come funziona il sistema nervoso .................................5
Come organizzato il sistema nervoso .........................7
Le malattie del sistema nervoso .....................................8
I disturbi dansia ........................................................... 10
La depressione .............................................................. 13
Il disturbo bipolare ....................................................... 15
La schizofrenia .............................................................. 17
La malattia di Alzheimer .............................................. 18
La malattia di Parkinson .............................................. 20
Come proteggere il cervello ......................................... 22
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Il cervello il principale organo del sistema nervoso. Nel corso dellevoluzione
ha notevolmente aumentato la sua dimensione no a raggiungere la massima
complessit nellessere umano.
Questo processo evolutivo ancora visibile nei tre strati che compongono il nostro
cervello:
n Il primo strato (detto rettile) corrisponde al cervello primitivo, comparso oltre
300 milioni di anni fa. Regola le attivit legate allistinto di conservazione come
latteggiamento di sda per il controllo del territorio e lautoaffermazione di s,
ecc.
n Il secondo strato (detto mammifero), comparso circa 100 milioni di anni fa,
rappresenta il passaggio dalla vita solitaria dei rettili a quella di comunit dei
mammiferi. Contiene il centro delle emozioni e regola lalimentazione, latteggia-
mento di attacco e di fuga.
n Inne, il terzo strato (detto
neo-mammifero) corrisponde
alla corteccia cerebrale che
si aggiunta circa 20 milioni
di anni fa. Ma con lhomo
sapiens, circa 30.000 anni fa,
che la corteccia raggiunge la
massima complessit. Consen-
te alluomo di avere coscienza
di s e comunicare con i suoi
simili grazie al linguaggio.
Nella corteccia si potenzia una
ttissima rete di cellule nervo-
se, dette neuroni, che mettono
in connessione ogni parte del
corpo e regolano le funzioni
mentali superiori.
Introduzione
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Come funziona il sistema nervoso
Il nostro modo di essere ed interagire con lambiente esterno, i pensieri, le emo-
zioni, le paure ed i sogni sono espressioni di attivit regolate dal sistema nervoso.
uno strumento complesso che analizza gli stimoli che provengono da diversi luo-
ghi esterni o interni al nostro organismo, li elabora e distribuisce informazioni in
ogni parte del nostro corpo, grazie a circuiti incredibilmente complessi che nem-
meno il computer pi sosticato possiede. composto da due diverse popolazioni
cellulari: le cellule nervose o neuroni e le cellule gliali che creano una guaina di
isolamento e forniscono una rete di sostegno ai neuroni.
Il tipico neurone costituito da un corpo cellulare e da numerosi prolungamenti
che lo fanno assomigliare ad un albero con molti rami ed un fusto ben radicato.
Da ogni ramo nascono rami pi piccoli e poi ramoscelli, no ai delicati lamenti.
Questi prolungamenti brevi, detti dendriti si ramicano per formare lalbero den-
dritico, utile a stabilire contatti e ricevere messaggi anche molto sosticati. Ad
esempio i dendriti dei neuroni presenti negli organi di senso sono specializzati
per rispondere a stimoli come gli odori, i sapori, la luce o il calore.
Un prolungamento pi lungo, detto assone, trasporta le informazioni raccolte dai
dendriti da una zona allaltra del nostro organismo, rendendo il neurone la cellula
pi lunga del corpo umano. Esistono assoni che connettono il midollo vertebrale
alle dita dei piedi, coprendo una distanza superiore ad un metro.
Le informazioni che il sistema nervoso gesti-
sce nellorganismo viaggiano lungo i neu-
roni come segnali elettrici. Questi tuttavia
non sono in grado di diffondere da un
neurone allaltro poich non esiste una
continuit sica fra le diverse cellule ner-
vose. I neuroni quindi, al termine dellas-
sone, sviluppano strutture specializzate,
dette sinapsi, che appaiono come delle
gemme, nelle quali il segnale elettrico si
trasforma in un segnale chimico: il neu-
rotrasmettitore.
Quando arriva il segnale elettrico, la si-
napsi rilascia un neurotrasmettitore che
va a legarsi rapidamente al suo recettore
presente su un altro neurone, come avviene
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ad una chiave che entra nella
propria serratura. Questo
legame innesca un nuovo
impulso elettrico, pronto
a continuare il suo viaggio
lungo il neurone stimolato.
Ogni neurone pu ricevere
segnali da migliaia di sinapsi e
ne forma, a sua volta, un numero varia-
bile per entrare in contatto con tante altre cellule.
Il cervello adulto contiene circa 100 miliardi di
neuroni, con prolungamenti che si connettono in ol-
tre 100 trilioni di punti per formare una tta rete detta
foresta neuronale. Con le sinapsi il cervello crea percorsi
allinterno della foresta neuronale attraverso i quali in grado di regolare tutte le
funzioni del nostro organismo, volontarie e involontarie.
N.B. Per meglio comprendere il ruolo fondamentale della connessione sinaptica e
dei neurotrasmettitori nella regolazione di tutte le funzioni del nostro organismo
utile ricordare che il nostro sistema nervoso produce neurotrasmettitori antian-
sia, antidolore, antidepressione ecc. I farmaci utilizzati per questi problemi, nella
maggior parte di casi imitano il neurotrasmettitore naturale. anche capitato che
prima si scoprisse un farmaco e successivamente si individuasse il corrispondente
neurotrasmettitore. anche noto che alcuni farmaci, droghe o altre sostanze pos-
sono interferire con il funzionamento dei neurotrasmettitori.
Dopo la nascita i neuroni non possono pi aumentare il loro numero anzi, durante
la vita, sono destinati a ridursi. Tuttavia i dendriti e gli assoni di ciascun neuro-
ne si modicano costantemente. Lalbero dendritico cresce e crea continuamente
nuovi percorsi nella foresta neuronale, sotto il controllo
di alcuni fattori di crescita, in risposta alle espe-
rienze della vita, al processo di apprendimento,
alle malattie, alluso di farmaci, ecc. Ma per gli
stessi motivi pu anche rimuovere, alterare o di-
struggere le connessioni, con un meccanismo
costante di potatura.
Questo meccanismo di rimodellamento viene de-
nito plasticit neuronale.
Le malattie intervengono quando i sentieri sono di-
strutti e la foresta sfoltita diventa impercorribile: in
essa il pensiero e la memoria si perdono.
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Come organizzato il sistema nervoso
Il sistema nervoso pu essere diviso in due parti: il sistema nervoso centrale
(SNC) e il sistema nervoso periferico (SNP). Il sistema nervoso centrale costituito
dallencefalo, racchiuso nel cranio, e dal midollo spinale, che si trova allinterno
delle vertebre della spina dorsale.
Lencefalo un organo fondamentale, il pi potente del
nostro corpo, pesa circa 1,5 chilogrammi e, a ripo-
so, in grado di consumare un quarto dellenergia
disponibile.
Poich si nutre solo di zucchero (glucosio) che non
riesce ad immagazzinare, deve essere costantemen-
te alimentato da una rete ttissima di vasi sanguigni
che portano sangue ricco di ossigeno e glucosio.
Per unattivit intellettiva intensa il cervello pu consu-
mare no al 50% dellossigeno disponibile.
Per questo motivo le cellule cerebrali sono estremamente
sensibili alla mancanza di ossigeno che in pochi minuti pu
causarne la morte, con danni cerebrali anche gravi.
Lencefalo costituito da tre zone:
n Il tronco cerebrale che la parte pi antica del sistema nervoso centrale, col-
lega il cervello al midollo spinale e controlla le funzioni vitali quali il battito
cardiaco, il respiro, la pressione del sangue, la digestione, ecc.
n Il cervelletto, appoggiato al tronco, con il quale collabora strettamente per
controllare il movimento e lequilibrio.
n Il cervello, che negli esseri umani la struttura predominante e occupa quasi
completamente la scatola cranica. Nella sua parte superciale prende il nome
di corteccia, percorsa da profondi solchi e suddivisa in quattro zone, dette
lobi, con funzioni altamente specializzate.
Attualmente sono disponibili metodi dindagine come la tomograa a emissione
di positroni (PET) e la risonanza magnetica nucleare (RMN), con le quali possibi-
le individuare quando, dove e come si attiva una certa area cerebrale in risposta
a particolari stimoli provenienti dagli organi di senso ma anche da ricordi ed
emozioni.
Tra le molte attivit svolte dalle zone corticali del cervello, al lobo parietale arriva-
no i segnali provenienti dal mondo esterno attraverso milioni di strutture presenti
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Le malattie del sistema nervoso centrale sono dovute ad un alterato funzionamento
dei neuroni o della mielina che sostiene e isola le cellule nervose.
In base alla funzione che i neuroni colpiti svolgono ed alla loro collocazione
nellencefalo, possibile distinguere due grandi aree:
n Malattie che implicano disturbi della capacit di muoversi o della sensibilit,
di pertinenza della Neurologia. Solo per citare le pi importanti troviamo le
Le malattie del sistema nervoso
sulla pelle e sensibili ad esempio al dolore
o alla temperatura. Al lobo occipitale
arrivano gli stimoli visivi, al lobo tem-
porale quelli uditivi. Il lobo frontale
coordina i movimenti, anche quelli
legati al linguaggio. La corteccia
anche la sede delle funzioni cere-
brali superiori quali il pensiero e la
coscienza.
Il cervello ulteriormente suddiviso in
due parti dette emisferi che, pur col-
laborando tra loro, sono ulteriormente
specializzati in alcune funzioni. Ad esempio
lemisfero destro controlla i movimenti della parte sinistra del corpo e viceversa.
Il midollo spinale, un cilindro di tessuto nervoso contenuto allinterno della co-
lonna vertebrale, che come il cranio per il cervello, offre unottima protezione dai
danni meccanici.
Si estende dalla base del cranio alle vertebre lombari e rappresenta la principale
via di comunicazione fra il cervello ed il resto del corpo.
Raccoglie gli stimoli della periferia e li porta allencefalo. Possono essere stimoli
provenienti dalla pelle o dalle mucose di naso e bocca che trasmettono sensazioni
di tatto, pressione, temperatura e dolore, oppure stimoli provenienti dagli organi
interni (cuore, stomaco, intestino, ecc.), della muscolatura, delle articolazioni, ecc.
Altrettanto efcacemente trasporta gli stimoli dallencefalo agli organi interni o ai
muscoli coinvolti nei movimenti.
Per fare ci stabilisce connessioni (sinapsi) con il sistema nervoso periferico che
innerva ogni parte del nostro corpo.
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epilessie, gli ictus, le cefalee, le distroe muscolari, il morbo di Parkinson, le
malattie demielinizzanti (sclerosi multipla e sclerosi laterale amiotroca).
n Malattie che implicano disturbi del comportamento, di pertinenza della Psi-
chiatria. Le principali sono la schizofrenia, i disturbi dellumore, i disturbi dan-
sia, i disturbi dellalimentazione, i disturbi di personalit.
In Italia no agli anni 70 non esistevano le due discipline separate di Neurologia
e Psichiatria, ma ununica specialit in Clinica delle Malattie Nervose e Mentali.
Questo contribuisce ancora oggi a creare confusione sui limiti e sui compiti delle
due materie. Capita ancora che ci si rivolga al Neurologo per disturbi che sono
in realt di competenza psichiatrica, ci accade per diverse ragioni:
n Il termine psichiatra considerato ancora oggi una brutta parola che evoca
lidea di medico dei matti. invece necessario che i pazienti capiscano che
andare dallo psichiatra signica affrontare e curare una malattia che ha una
base biologica, un quadro clinico, terapie mirate ed efcaci ed un suo specia-
lista dedicato.
n I servizi psichiatrici territoriali hanno spesso carenza di personale, quindi nella
maggior parte dei casi riescono a occuparsi solo dei casi pi gravi (sostanzial-
mente gli schizofrenici).
n I servizi psichiatrici territoriali non si possono occupare
(per regolamento) di minorenni (che devono rivolgersi
ai servizi di Neuropsichiatria Infantile), di tossicodi-
pendenti (che devono rivolgersi ai Ser.T) e dei dementi
(il cui specialista di riferimento il Geriatra).
Il primo ltro del paziente deve comunque essere il proprio
medico di medicina generale. Egli pu vantare spesso la
conoscenza decennale del paziente e di tutta la famiglia.
Ha una discreta esperienza di problemi psichiatrici,
rappresentano circa il 30% degli accessi in ambulato-
rio, spesso molto attento agli aspetti relazionali ed
nella posizione pi adatta per guidare il paziente in
un percorso diagnostico-terapeutico corretto.
Questo opuscolo approfondir le principali patologie
del comportamento e quindi psichiatriche. Inoltre, sa-
ranno trattate due malattie in forte aumento: la malattia
di Alzheimer e la malattia di Parkinson.
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Parlare di stress e ansia equivale a considerare due facce della stessa medaglia.
Il termine stress, utilizzato per riassumere una condizione di stimolo proveniente
dallambiente, ha assunto nel tempo una connotazione negativa. In realt esiste
uno stress positivo, indispensabile per la vita, fatto di stimoli utili ad apprendere
nuovi comportamenti e costruire schemi mentali che ci aiutano a vivere.
Analogamente lansia unemozione naturale ed universale che pone il soggetto
in allerta ed aumenta la sua percezione di un eventuale pericolo.
Quando per lansia diventa timore, paura, preoccupazione per stimoli soprava-
lutati o addirittura non reali, assume una connotazione negativa, no a diventare
un vero disturbo psichico.
Normalmente nella vita, quando un soggetto sottoposto ad uno stress, cio ad
un possibile pericolo, istintivamente si pone in uno stato di allerta, pronto allattac-
co o alla fuga, e lorganismo reagisce con lansia.
I muscoli si tendono e richiamano molto sangue, mentre il viso diventa pallido.
Il cuore accelera i battiti e aumenta la pressione sanguigna. Aumenta il ritmo
del respiro per portare pi ossigeno. Aumenta anche il glucosio nel sangue che
rappresenta la fonte di energia pi rapida per i muscoli. Pu anche aumentare la
sensibilit verso lesterno, ad esempio pu dilatarsi la pupilla.
Tutto ci siologico ed indispensabile per affrontare situazioni di emergenza o
sviluppare capacit di adattamento.
Nel corso della vita gli stress sici si afancano agli stress di tipo psicologico.
La risposta a questi stress molto soggettiva e si basa sulle caratteristiche della
personalit, sulle esperienze precedenti, sugli schemi mentali
acquisiti, tanto che ad uno stesso evento stressante ognuno
risponde con livelli di ansia molto diversi. In questa varia-
bilit gioca un ruolo importante il grado di ducia in s
e la percezione delle proprie capacit di affrontare le
situazioni della vita.
Nella concezione positiva di stress ed ansia, lo stimo-
lo che riceviamo non vissuto sempre come un peri-
colo ma pu rappresentare una spinta a sviluppare le
nostre capacit di adattamento.
Nella concezione negativa di stress ed ansia il sogget-
to attiva un meccanismo di risposta ad un pericolo che
non esiste o che esagerato.
I disturbi dansia
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Vive lunghi periodi in uno stato di profondo disagio e cerca di tenere sotto con-
trollo le proprie angosce, evitando il contatto con la fonte dellansia. Questo com-
portamento spesso non aiuta perch alimenta ancora di pi la paura e riduce la
ducia in s. Nei casi pi gravi la persona perde la consapevolezza della fonte
della propria ansia, la rimuove a livello inconscio, senza riuscire a controllare
comunque lo stato di agitazione e preoccupazione.
Quando si instaura una condizione di
ansia patologica, lorganismo perde la
capacit di adattarsi agli stimoli ambien-
tali e inizia a manifestare un gran numero
di disturbi sici.
Tra i pi frequenti si osserva una sensazione di
stanchezza generale, dolori muscolari, accele-
razione del battito cardiaco, tremori, sudore
freddo, difcolt di concentrazione, mal di
testa, disturbi del sonno, crisi di pianto.
Possono associarsi anche alcuni disturbi
gastrointestinali come nausea, crampi
allo stomaco, diarrea, no alla comparsa
di ulcere (lesioni della parete dello stoma-
co e dellintestino). ormai noto che uno stato di ansia patologica pu condurre
anche ad altre patologie importanti quali il diabete, lipertensione, la cardiopatia.
I disturbi dansia sono piuttosto frequenti e colpiscono pi le donne degli uomini.
In base a come lansia si manifesta sono stati individuati alcuni disturbi principali.
n Nel disturbo post-traumatico da stress la crisi dansia si scatena dopo un
evento che il soggetto ha vissuto come traumatico e che tende a rivivere con-
tinuamente con ricordi, immagini, sogni. Generalmente il disturbo dura alcuni
mesi e poi tende ad esaurirsi.
n Quando invece lo stato di eccessiva tensione si prolunga per
lungo tempo, oltre i 6 mesi, ma non c stato nessun evento
stressante, si parla di ansia generalizzata. Il soggetto non
riesce mai a rilassarsi, non riposa bene, irascibile,
sempre stanco e ha difcolt a concentrarsi.
n Quando la crisi dansia si manifesta in forma
improvvisa e molto intensa si pu trattare di un
attacco di panico. In pochi minuti il soggetto avver-
te la violenta comparsa di una serie di disturbi sia
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sici che mentali. Il cuore si mette a battere allimpazzata e la testa a girare, il
paziente inizia a tremare, a sudare, ha la sensazione di soffocare e pu senti-
re un forte dolore al petto. I disturbi possono essere cos intensi che il paziente
ha paura di morire o di diventare pazzo. Uno degli stimoli maggiormente
associati agli attacchi di panico lagorafobia, cio la paura di trovarsi in
luoghi dai quali non facile allontanarsi o dove difcile essere soccorsi in
caso di attacco di panico (luogo affollato, mezzi pubblici, ecc.).
n Esistono anche altri stimoli (oggetti o situazioni) in grado di scatenare una
paura eccessiva e unimmediata reazione ansiosa; in tali casi si parla di fobie.
Il soggetto riconosce che la paura esagerata ed irrazionale ma non riesce
a controllare la sua reazione ansiosa, che spesso tanto pi
intensa quanto pi vicino lo stimolo e quanto pi difcile
allontanarsene. Le fobie pi comuni coinvolgono gli ani-
mali (i ragni ed altri insetti, cani, gatti, topi, uccelli, ecc.);
gli ambienti naturali (altezze, acqua, temporali, ecc.); il
sangue (le ferite, gli aghi per il prelievo o per le iniezio-
ni, ecc.) e situazioni di vita quotidiana (guidare, andare in
ascensore, entrare nei tunnel, volare, ecc.).
n Esiste inne una fobia particolare detta fobia sociale per la
quale il soggetto teme di esporsi al giudizio di persone non
familiari. Lesempio pi classico la paura parlare in pubbli-
co, ma pu comprendere anche mangiare con altri o parlare
ad uno sconosciuto.
n Quando lo stato di ansia si associa ad ossessioni (pensie-
ri angoscianti e impulsi che si presentano con insistenza e
senza un motivo) e a comportamenti compulsivi ( azioni
ripetute continuamente) si parla di disturbo ossessivo
compulsivo. Un esempio comune il soggetto che teme
in modo eccessivo di essere contagiato e si lava con-
tinuamente le mani, oppure teme di aver lasciato aperta la porta e controlla
continuamente di averla chiusa, o ancora compie il gesto di allineare di con-
tinuo gli oggetti. Lo scopo di questi comportamenti alleviare lansia. Alcune
ossessioni sono molto comuni e si possono considerare comportamenti normali
se non sono associati allangoscia e alla sofferenza che provano i soggetti con
disturbo ossessivo compulsivo, e se non si ripercuotono negativamente sulla
vita della persona.
La cura dei pazienti con disturbi dansia complessa.
Uno dei neurotrasmettitori maggiormente coinvolti nella regolazione dellansia sia
positiva che negativa, il GABA (acido gamma-ammino-butirrico).
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In corrispondenza del recettore per questo neu-
rotrasmettitore sono stati individuati i recettori
per le benzodiazepine, farmaci ansiolitici
molto utilizzati poich sono in grado di
potenziare leffetto del GABA e di ridurre il
livello di ansia. Aiutano i muscoli a rilassarsi
e a controllare altri disturbi tipici del soggetto
ansioso, quali linsonnia.
Attenzione: le benzodiazepine sono farmaci che possono dare assuefazione quin-
di vanno utilizzati solo sotto il controllo del proprio medico curante.
Poich per i disturbi dansia nascono spesso da conitti psicologici, eventi trau-
matici o condizioni di prolungato stress, si sviluppata negli anni la psicotera-
pia che (nel caso delle psicoterapie a indirizzo psicodinamico) indaga i conitti
inconsci che i soggetti hanno rimosso per cercare di rimetterli
sotto il controllo della coscienza. Le psicoterapie pi diffuse
sono per quelle comportamentali, che si pongono lobiettivo
di aiutare il paziente a non evitare la situazione considerata
fonte di ansia, ma ad imparare a fronteggiarla.
Per controllare lansia, sempre utile seguire alcune semplici
regole legate al corretto stile di vita quali:
n Seguire una dieta appropriata, riducendo la quantit di
caffeina (contenuta nel caff ma anche nel t ed in altre
bevande comuni).
n Praticare un moderato esercizio sico.
n Praticare tecniche di rilassamento come lo yoga e la
meditazione.
La depressione
Pu capitare un periodo della vita nel quale si pi tristi del solito, lambiente
esterno appare ostile e grigio e prevale la stanchezza e lo scoraggiamento.
Se questo stato danimo si prolunga nel tempo o talmente grave da inuenzare
negativamente la vita quotidiana, pu diventare una vera e propria malattia: la
depressione.
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Il paziente depresso si sente ansioso, rallentato nei movimenti e nelle idee, perde
interesse per ci che lo circonda, smette di mangiare regolarmente e perde peso o
mangia in modo eccessivo e disordinato, non riesce a dor-
mire o tende a dormire continuamente, non si lava e non
ha cura di s, ha difcolt a concentrarsi e pu avere
ripetuti pensieri di morte.
La depressione si riscontra principalmente nei soggetti
giovani e pi nelle donne che ne-
gli uomini (rapporto 2 a 1).
Nel corso della vita, pu arriva-
re a colpire quasi un uomo su
tre e una donna su due.
Le cause della depressione non
sono ancora completamente
chiare.
Alcuni depressi hanno avuto
altri depressi in famiglia tan-
to da ipotizzare una possibile
componente ereditaria.
Studiando il funzionamento
del Sistema Nervoso, sono
stati individuati alcuni neurotra-
smettitori (serotonina, noradrenalina, do-
pamina) che si riducono a livello delle sinapsi, men-
tre immagini della corteccia cerebrale indicano un
coinvolgimento dei lobi frontali e temporali del cervello.
Inne i fattori legati allambiente esterno possono giocare un ruolo importante.
noto infatti che la depressione pu seguire la comparsa di una malattia seria, la
separazione dal coniuge, la perdita del lavoro o comunque un grande dispiacere.
Anche traumi subiti durante linfanzia, come la perdita di un genitore, possono
predisporre il soggetto a sviluppare disturbi dellumore. Inne nota la depres-
sione dellanziano che non riesce ad adattarsi al decadimento sico e mentale.
La terapia si basa sulluso di farmaci antidepressivi che agiscono in modi diversi sui
neurotrasmettitori coinvolti, aumentando la loro quantit nelle sinapsi dei neuroni.
Deve essere impostata e seguita dal medico curante che dovr individuare, tra
i molti antidepressivi disponibili, quello pi adatto al singolo paziente. In parti-
colare, la decisione dipende dal tipo di depressione, dalle caratteristiche della
persona e dal prolo degli effetti indesiderati del farmaco.
In generale i farmaci sviluppati a partire dagli anni 50, no ai pi recenti antide-
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pressivi di nuova generazione, hanno dimostrato di essere efcaci ed hanno pro-
gressivamente ridotto gli effetti indesiderati. Ci possibile grazie ad unazione
sempre pi selettiva dei farmaci per le aree del sistema nervoso centrale colpite
dalla malattia.
I farmaci servono a ridurre i sintomi psichici e sici della malattia, agendo sia sul
tono dellumore che sul malessere generale. Questo effetto si ottiene in qualche
settimana, ma poi necessario continuare il trattamento per alcuni mesi per con-
solidare leffetto curativo e prevenire le possibili ricadute.
molto importante seguire alcune regole per i corretto uso dei farmaci antide-
pressivi:
n Utilizzare sempre il farmaco nel modo e per il tempo indicato dal medico cu-
rante.
n La terapia non deve essere interrotta o modicata senza una precisa indicazio-
ne del medico curante.
n necessario segnalare luso concomitante di altri farmaci che possono modi-
care leffetto degli antidepressivi.
n Preferire unalimentazione equilibrata a base di frutta, verdura e pesce.
n Fare un uso moderato di caff, t e bevande che contengono caffeina.
La depressione pu essere curata anche con la psicoterapia, con la quale il pa-
ziente viene aiutato a modicare alcuni comportamenti e pensieri considerati sba-
gliati, a migliorare la vita di relazione e ad aumentare la considerazione e la
stima di s. Spesso associata alla somministrazione dei farmaci e pu aiutare
ad uscire dal tunnel della depressione successiva a un trauma come un lutto, uno
stress prolungato, la perdita del lavoro, la separazione, il parto, e a ridurre le
ricadute. Anche in questo caso indispensabile seguire le indicazioni dello spe-
cialista psichiatra.
Il disturbo bipolare
Quando un paziente tende ad alternare fasi depressive a fasi maniacali soffre di
un disturbo bipolare.
La fase depressiva ha le caratteristiche gi descritte precedentemente. Lumore
particolarmente basso, compare intensa tristezza e nulla sembra interessare o
dare piacere.
Al contrario nella fase maniacale il paziente manifesta atteggiamenti e comporta-
menti opposti. Lumore particolarmente euforico. Il paziente non sente il bisogno
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di mangiare e di dormire. I pensieri, le parole e le idee sono accelerati, si accaval-
lano, e il comportamento tende a diventare disorganizzato e inconcludente. Lotti-
mismo eccessivo fa apparire tutto possibile tanto che il paziente pu commettere
azioni impulsive e dannose, come spese folli, guidare in modo pericoloso, ecc.
In alcuni pazienti bipolari pu essere presente disforia, caratterizzata da irritabili-
t e da scarsa tolleranza a qualsiasi tipo di contrariet o di tentativo di ostacolare
le loro intenzioni; la disforia pu portare a sviluppare una forte aggressivit e a
non valutare bene le conseguenze delle proprie azioni.
Generalmente le fasi depressive durano di pi (qualche mese) di quelle maniacali
(qualche settimana) e possono alternarsi a fasi di apparente normalit.
Il disturbo bipolare non sempre grave. Loscillazione dellumore pu essere una
caratteristica della personalit e non sempre una malattia. Dipende dal grado di
disagio che crea nel soggetto e dallimpatto che ha sulla capacit di mantenere
una corretta vita di relazione.
facilmente comprensibile come il disturbo bipolare grave sia in grado di interfe-
rire pesantemente con la vita sia affettiva che lavorativa. In particolare, i legami
familiari sono messi a dura prova per lo scatenarsi di tensioni e conitti.
Per vivere a anco di un malato bipolare indispensa-
bile conoscere la malattia, comprendere i comporta-
menti tipici delle diverse fasi e porre particolare atten-
zione ai pensieri di morte della fase depressiva come
al riuto di farsi aiutare della fase maniacale.
I pazienti con disturbi bipolari devono essere seguiti dal-
lo specialista psichiatra.
La terapia si basa su farmaci detti stabilizzatori del
tono dellumore e sugli antipsicotici, (vedi anche il
capitolo La schizofrenia), utilizzati per controlla-
re le alterazioni del comportamento, sia nella
fase maniacale che nella fase di mantenimento.
Possono essere utili anche farmaci ansiolitici,
come le benzodiapine (vedi anche il capitolo
I disturbi dansia) e i farmaci antidepressivi
(vedi anche il capitolo La depressione) quan-
do si presenta la fase depressiva.
Alcune informazioni possono essere utili per
comprendere e gestire meglio la malattia:
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n Lalcool e le droghe non possono, in nessun caso, giovare alla depressione o
alla mania, anzi hanno leffetto esattamente opposto di aumentare linstabilit
dellumore, portare confusione mentale e disinibire il paziente, spingendolo
verso comportamenti pericolosi.
n Poich la perdita del sonno pu scatenare atteggiamenti maniacali, utile che
il paziente vada a letto sempre alla stessa ora, cercando di rilassarsi nelle ore
precedenti, ed evitando attivit faticose o stressanti.
La schizofrenia
La schizofrenia un disturbo mentale grave. Si manifesta generalmente nellado-
lescenza e nei primi anni dellet adulta e colpisce circa l1% della popolazione,
indifferentemente uomini e donne.
La schizofrenia caratterizzata da sintomi positivi
(comportamenti in pi rispetto ad un soggetto nor-
male) come le allucinazioni (sentire cose che non
esistono come le voci minacciose che parlano
al paziente e gli ordinano di compiere
azioni) e i deliri (idee e giudizi sbagliati
che non si lasciano correggere in nes-
sun modo e che possono avere conte-
nuti diversi: persecuzione, malattie im-
maginarie, gelosia, grandezza, ecc.). Il
discorso si disorganizza (il malato parla
molto ma perde costantemente il lo,
divaga e usa parole sbagliate), il com-
portamento alterato (si trascura, ride
e piange senza motivo).
Nella schizofrenia sono presenti anche sintomi
negativi (in meno rispetto al comportamento normale) come
mancanza di emozioni e di affettivit, scarsa concentrazione e motivazione, no
allapatia e al mutismo.
A causa di questi sintomi, i malati hanno serie difcolt ad interagire con gli altri e
tendono ad essere isolati anche se, al contrario di quanto si crede, generalmente
non sono pericolosi.
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Con il trascorrere della vita, le esperienze quotidiane creano contatti e percorsi
allinterno del cervello che portano allelaborazione dei pensieri, alla formazione
dei ricordi, alla percezione del tempo e dello spazio.
Questi schemi mentali cambiano continuamente quando viviamo nuove esperien-
ze ed acquisiamo nuove capacit.
Gli schemi cambiano anche quando la malattia di Alzheimer colpisce il sistema
nervoso centrale, distruggendo le cellule nervose e le loro connessioni.
La malattia di Alzheimer una delle forme di demenza pi comuni nellanziano.
causata dalla distruzione progressiva del tessuto cerebrale che rende negli anni
il paziente incapace di una vita normale, no a causarne la morte. Generalmente
si manifesta oltre i 65 anni e in Italia colpisce circa 800.000 persone, prevalente-
mente donne perch in media vivono di pi degli uomini.
Non si conosce ancora con chiarezza la causa della morte massiccia dei neuroni.
Sembrerebbe legata alla presenza di una proteina (beta-amiloide) che si deposita
come una colla tra i neuroni, ne altera la funzione e innesca meccanismi inam-
La malattia di Alzheimer
difcile curare la schizofrenia perch in questo disturbo psichico giocano un
ruolo molti fattori diversi.
Esiste un rischio ereditario legato alla presenza di altri malati in famiglia. Ulteriori
condizioni di rischio sono i traumi (lesioni) cerebrali che si vericano alla nascita
o subito dopo, lambiente dove il paziente vive, prolungate situazioni di stress,
ecc. stata evidenziata anche lalterazione di un neurotrasmettitore, la dopami-
na, in particolare nellarea prefrontale della corteccia cerebrale.
La terapia della schizofrenia su basa sullutilizzo dei farmaci antipsicotici che
agiscono soprattutto sui deliri e sulle allucinazioni.
Ai farmaci si pu associare anche la psicoterapia sia per i pazienti che per i fami-
liari, con lobiettivo di rendere pi facile la vita di relazione e ridurre il progressivo
isolamento al quale il malato schizofrenico sembra destinato. utile sottolineare
che i farmaci e gli altri tipi di trattamento, se impiegati regolarmente, come in-
dicato dallo psichiatra, possono ridurre o controllare i sintomi pi angoscianti
della malattia. Generalmente i pazienti vengono presi in carico e seguiti in modo
continuativo dai Servizi Psichiatrici Territoriali.
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matori che causano danni irreversibili. Tra le cellule nervose si formano placche
con frammenti di proteine, ma anche allinterno delle cellule morte, o che stanno
morendo, si possono trovare grovigli di lamenti proteici.
La malattia di Alzheimer colpisce anche il modo in cui limpulso elettrico si sposta
tra le cellule e lattivit dei neurotrasmettitori. Uno in particolare, lacetilcolina,
fondamentale per la comunicazione tra neuroni, si riduce drammaticamente, com-
promettendo la memoria e ogni altra facolt
intellettiva.
In queste condizioni il neurone non
riesce a trasmettere i segnali ner-
vosi e muore, determinando una
riduzione progressiva del volume
del cervello. Si riduce fortemente
il volume della corteccia cerebrale
e di una particolare area sottocor-
ticale, denita ippocampo, fonda-
mentale nella formazione di nuovi
ricordi.
Questo spiega perch nelle prime
fasi della malattia il sintomo pi
comune lincapacit di ricorda-
re ci che accaduto recentemen-
te, mentre rimangono vivi i ricordi
legati al passato. Con il progre-
dire della malattia i problemi di
memoria si aggravano, tanto da
interferire con la vita professiona-
le e sociale dei pazienti.
a questo punto della malattia che spesso i pazienti ricevono la diagnosi di
Alzheimer, basata sulla valutazione del loro comportamento e su test diagnostici
come la risonanza magnetica nucleare (RMN).
Oltre alla memoria compaiono problemi di linguaggio e di percezione del pro-
prio corpo rispetto allambiente circostante.
I pazienti possono cambiare profondamente la personalit ed avere problemi ad
interagire con amici e familiari. Quando lAlzheimer raggiunge lo stadio avanza-
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La malattia di Parkinson causata da una lenta e progressiva alterazione e morte
del tessuto nervoso di aree profonde del cervello.
La prima area colpita serve a regolare il movimento e lequilibrio, tanto che il di-
sturbo tipico iniziale il tremore delle mani al quale, progressivamente, si associa
la rigidit dei movimenti, il camminare a piccoli passi strisciati e a testa bassa, e
le frequenti cadute. Altri disturbi tipici sono la difcolt a deglutire e leccessiva
quantit di saliva in bocca.
La malattia di Parkinson
to, la maggior parte della corteccia gravemente danneggiata e i pazienti per-
dono labilit di comunicare, di riconoscere i propri cari e di prendersi cura di s.
La velocit con la quale tutto ci accade varia notevolmente. Le persone affette
da Alzheimer vivono in media otto anni, ma alcuni pazienti possono sopravvivere
no a 20 anni.
Ad oggi non esistono cure che possano agire sulle cause della malattia, anche se
esistono farmaci che possono migliorare alcuni sintomi e rallentare parzialmente
la sua progressione.
La cura di questi pazienti comunque un compito difcile ed oneroso, spesso
afdato ai parenti stretti.
Anche le misure di prevenzione di questa grave malattia non sono certe.
La dieta mediterranea, che comprende frutta e verdura, cereali, olio doliva, pe-
sce e vino rosso, sembra ridurre il rischio e ritardare il decorso della malattia di
Alzheimer.
Analogamente le persone che si impegnano in attivit intellettuali, come leggere,
fare i cruciverba, avere una vita sociale e svolgere attivit sica, sembrano mostra-
re una riduzione del rischio di sviluppo della malattia di Alzheimer.
Per concludere utile una precisazione. Spesso si utilizza malattia di Alzheimer
come sinonimo di demenza. Ci non corretto ma ci aiuta quotidianamente ad
evitare la brutta parola demenza. In realt esistono vari tipi di demenze che
possono colpire lanziano. La pi comune e quella vascolare, dovuta a problemi
circolatori. Se i neuroni della corteccia cerebrale non ricevono una giusta quantit
di sangue, ossigeno e glucosio smettono di funzionare bene e possono morire, de-
terminando la riduzione della massa cerebrale e gli stessi disturbi dellAlzheimer.
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Con la lenta progressione della malattia, il danno neuronale
si estende ad altre zone del cervello. Compaiono alterazio-
ni della parola e della scrittura, ansia e depressione, e,
nelle fasi nali, un paziente su tre va incontro a demenza.
La malattia di Parkinson colpisce l1-2% della popolazione
oltre i 60 anni e in Italia sono presenti circa 170.000 malati.
La malattia dovuta alla degenerazione di una partico-
lare popolazione di neuroni che utilizza il
neurotrasmettitore dopamina. La causa di
questo processo degenerativo non chiara.
Si ipotizzano cause legate allereditariet e
quindi alla famiglia, ma anche ambienta-
li, come la presenza di sostanze tossiche.
Anche i traumi cerebrali sono stati chiamati
in causa. noto il caso del grande pugile
Cassius Clay ammalato di Parkinson.
La diagnosi si basa sui disturbi che il paziente lamenta, anche se recentemen-
te sono disponibili indagini strumentali, come la risonanza magnetica nucleare
(RMN), che possono confermare tale diagnosi.
La terapia si basa sulla necessit di ristabilire un giusto livello del neurotrasmettito-
re dopamina nel cervello. Per fare ci si somministra al paziente il suo precursore,
la levodopa, che nellorganismo diventa dopamina.
Con il progredire della malattia, pu essere necessario aggiungere altri farmaci
che agiscono mimando leffetto della dopamina.
Nelle fasi molto avanzate della malattia, non controllate dai farmaci, possibile
ricorrere a tecniche molto avanzate e disponibili solo in centri specializzati di
chirurgia, con le quale vengono impiantati alla base del cranio piccoli elettrodi
che vanno a stimolare i neuroni cerebrali.
Alcuni accorgimenti possono essere utili nella vita quotidiana dei pazienti:
n Per alzarsi dal letto: mettersi sul anco vicini al bordo del letto, far cadere le
gambe gi dal letto e contemporaneamente spingere con le mani sul letto per
alzarsi.
n Per lavarsi: mettere un tappetino ruvido nella doccia o nella vasca e utilizzare
un sedile. Utilizzare la maniglie ssate al muro nel bagno.
n Per vestirsi: usare abiti comodi ed evitare bottoni e stringhe.
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Le continue scoperte prodotte dalla ricerca ci possono far
sperare in un futuro nel quale ci saranno armi sempre
pi efcienti per curare le malattie neurologiche e
psichiatriche.
per importante essere consapevoli che le malattie,
prima che curarle, bisognerebbe prevenirle; e la preven-
zione consiste soprattutto nelladottare un giusto stile di
vita, e questo dipende da ciascuno di noi.
sempre valido quello che gi si diceva 2.000 anni fa:
mens sana in corpore sano.
Quindi fondamentale cercare di:
n avere una alimentazione equilibrata e mangia-
re molta frutta e molta verdura
n non fumare
n assumere alcolici in quantit moderata,
n svolgere regolarmente dellattivit sica
n fare comunque in modo di non essere n so-
vrappeso n sottopeso
Inoltre, non dobbiamo mai dimenticarci che il no-
stro cervello ha bisogno, come i muscoli, di essere
tenuto in allenamento. quindi fondamentale per
tutti (ciascuno seguendo le proprie inclinazioni e
preferenze) continuare a svolgere, a qualunque et, attivit che tengano accesa
la mente: leggere, studiare, vedere un bel lm, ascoltare della buona musica.
Come proteggere il cervello
n Per camminare: correggete la posizione del corpo il pi possibile; concentrasi
per fare passi lunghi e sollevare bene i piedi da terra come per marciare. Il
bastone non sempre utile; infatti alcuni pazienti si trovano impacciati non
riuscendo ad utilizzarlo correttamente. Inoltre il bastone pu favorire una posi-
zione scorretta.
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Ed altrettanto importante cercare di mantenere le relazioni
sociali che gi esistono e di coltivarne di nuove.
A qualunque et importante continuare a fare dei progetti
e trovare il coraggio di dedicarsi a qualche attivit che
rappresenti una novit.
Quando per si manifesta una malattia, bisogna
essere anche consapevoli che talora lobiettivo non
pu essere la guarigione. Spesso alcune malattie
neurologiche e psichiatriche tendono a croniciz-
zare. Di fronte alla cronicit bisogna capire che
limportante riuscire a mantenere una
accettabile qualit di vita; e per otte-
nere questo non bastano le terapie
vere e proprie, ma fonda-
mentale tutto ci che pu
andare sotto il nome di
assistenza.
Vorrei concludere con una
riessione dedicata a quelle
persone (e non sono poche)
che dicono: Ho paura di
diventare matto oppure Ho
paura di indementirmi.
Posso rassicurarli che nessuno di quelli che davvero
diventano matti o si indementiscono manifesta queste
paure.
Il fatto stesso di manifestare queste paure in fondo segno
di normalit. Qualche piccolo decit di memoria (ad esempio) non deve assolu-
tamente spaventare perch normale che con il passare degli anni si verichi. Le
persone che purtroppo hanno davvero gravi decit di memoria, invece, per solito
non se ne rendono nemmeno conto e non se ne preoccupano minimamente; in
questi casi sono le persone che vivono con loro che capiscono inevitabilmente la
gravit della situazione e devono preoccuparsi.
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