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PROGETTO DI RICERCA

Aletheia , significato , parousia .
Percorsi nella manifestativit dellessere, attraverso la fenomenologia
e lermeneutica contemporanee




PRESENTAZIONE GENERALE DELLARGOMENTO

La presente ipotesi di ricerca sinserisce nel contesto teoretico-problematico riguardante la struttura
ed il senso della manifestativit dellessere ed i modi della sua fenomenalizzazione o
realizzazione effettiva . Le nozioni di aletheia , significato e parousia sono qui
richiamate in riferimento a siffatto ordine di problemi. Lintento e la metodologia adottata saranno
quelli propri di una fenomenologia ermeneutica : la ricerca, cio, non dovr esser volta tanto
allanalisi ed alla discussione evidentemente illimitata del significato (volta a volta storicamente
determinato) di ciascuno dei tre termini indicati, ma al senso della loro necessaria connessione,
comesso emerso nellorizzonte della filosofia contemporanea, e in particolare nellambito della
fenomenologia (soprattutto alla luce dei contributi delle filosofie di Martin Heidegger e Edmund
Husserl), s che il senso stesso di questa necessit sar fatto oggetto di riflessione, attraverso
lesplicita problematizzazione delle nozioni di fenomeno e verit e, conseguentemente, della
decisiva nozione di coscienza .

ormai noto che (sviluppata alla luce di un contesto teoretico-problematico non del tutto dissimile
rispetto a quello appena tracciato) la questione dellaletheia costituisce uno dei temi centrali se
non proprio il cuore pulsante della riflessione onto-fenomenologica di M. Heidegger. Nel
termine greco antico Aletheia , Heidegger vi ha ravvisato non soltanto un modo, peraltro
storicamente determinato, di esperire la verit dellessere, quanto soprattutto una determinazione
essenziale dellessere stesso in quanto verit: nella sua stessa struttura nominale, il termine a-
letheia esprime la dinamica conflittuale interna al dis-velamento dellessere il quale mostra se
stesso dissimulandosi, ma in maniera tale che in e per lapertura che esso determina mette in
salvo e custodisce lo svelato (cfr. M. HEIDEGGER, Parmenides [HGA, LIV], 8.a). Sul fondo di
questapertura, che determina la possibilit stessa dellesperire e del pensare in generale, per la
filosofia si tratta di acquisirne il senso , il quale, sebbene appaia evidente come la luce, non si
rende tuttavia immediatamente tangibile allo sguardo. Come Heidegger stesso pi volte ha
sottolineato, nella radura dellaperto ben pi naturale portare attenzione alla cosa vista che non
alla luce nella quale si danno la visione stessa e il vedere in essa. In effetti, tutte le volte che
si profila la possibilit di una corrispondenza prospettica tra la conoscenza e gli enti, ci avviene in
grazia di una preliminare svelatezza (cfr. la conferenza Vom Wesen der Wahrheit [1930], ora in
M. HEIDEGGER, Wegmarken [HGA, V]). La svelatezza definisce lorizzonte entro cui gi sempre si
muove la riflessione filosofica stessa; s che, se propriamente dischiudendo lorizzonte di visibilit
che lessere si dis-vela, per il pensiero filosofico si pone allora la necessit di interrogarsi
preliminarmente su come possa in generale rendersi accessibile la comprensione di questa
manifestativit dellessere la quale, sottraendosi ad ogni presa conoscitiva e tuttavia fondandone
la possibilit, propriamente non ist alla medesima maniera dellente ma west , ovvero
essenzialmente (cfr. M. HEIDEGGER, Vom Wesen der Wahrheit [HGA, XXXIV]). Nella prospettiva
dell apertura allessere , particolare rilievo assume il confronto di Heidegger con Platone e
soprattutto il suo tentativo di interpretazione della dottrina delle Idee (cfr. PLATONE, Repubblica,
VII), dove decisamente importante si rivela la relazione che Heidegger stabilisce tra il
maggiormente svelato [alethesteon] e il maggiormente ente [mallon on] e con ci che appare
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essenzialmente ente [ontos on] (oltre al testo heideggeriano citato in precedenza, cfr. anche il
saggio Platons Lehre von der Wahrheit, in M. HEIDEGGER, Wegmarken [HGA, IX]). Resta tuttavia
ancora da considerare se lindagine heideggeriana si sviluppi sempre secondo rigorosa coerenza.
Per un verso, infatti, lesserci presentato e discusso da Heidegger come l evento [Ereignis]
della manifestativit dellessere: sotto questo profilo, lesserci appare esigito dallessere stesso.
Per altro verso, tuttavia, nel momento in cui Heidegger si volge a considerare lesserci che,
nellallontanamento dalla soffocante invadenza e dalla cura degli enti, riesce ad acquisire la visio
ek-statica, lessere detto come creato dallesserci medesimo (lespressione dello stesso
Heidegger, cfr. M. HEIDEGGER, Beitrge zur Philosophie. Vom Ereignis [HGA, LXV]).

Lindagine su questi aspetti, che rappresentano lavvicinamento di Heidegger ai temi della prima
philosophia, coinvolge inevitabilmente ed induce a considerare nuovamente la qustio relativa al
significato . Invero, gi in Sein und Zeit (cap. III, dedicato alla Weltlichkeit der Welt) Heidegger
aveva affrontato la questione, con riferimento al rapporto fra Bedeutsamkeit e Seinsverstndnis; ma
nel contesto della Daseinsanalyse, altrettanto vero il fatto che linfinita ricchezza dei significati
schiudentesi umwillen von der Welt da Heidegger immediatamente ri(con)dotta alle sole strutture
portanti dellesistenza, s che, in questa che P. Ricur ha acutamente indicato come la voie
brve di Heidegger verso lessere, lanalisi dellinfinita rete di significati costituiti alla luce del
mondo viene ad esser sacrificata in favore della sola analitica degli esistenziali . In tal modo,
tutta una dimensione anche simbolica del significato per messa a tacere (cfr. P. RICUR, Les
conflits des interprtations). In questo senso, allora, il ritorno a Husserl (il riferimento , in
particolare, allo Husserl di Krisis) sembra assai pi che opportuno, addirittura necessario. In
alternativa alla via breve heideggeriana, infatti, in ragione della riscoperta del qualitativo e
della critica alla riduzione operata dal fisicalismo obiettivistico caratteristico delle scienze, la
fenomenologia husserliana apre la via per una rinnovata attenzione nei confronti delle necessarie
relazioni istituentesi tra gli innumerevoli significati del mondo, in quanto Lebenswelt. In particolare,
la critica alla riduzione del plenum sensibile a semplice esito di funzione tra parti, appare del pi
grande interesse (cfr. E. HUSSERL, Die Krisis der europischen Wissenschaften und die
transzendentale Phnomenologie, 9 ss.). Si pu su questo seguire Husserl e considerare se, alla
luce del trascendimento della riduzione galileiana del qualitativo a mera qualit secondaria ,
non si renda possibile il ritorno a taluni motivi caratteristici di antiche tematizzazioni relative alle
essenze. I termini essenza e eidos effettivamente compaiono in Husserl. Ma nellambito
della filosofia trascendentale essi meritano di essere rigorosamente considerati e problematizzati nel
loro contenuto, e non frettolosamente, genericamente riferiti n alluniversale in re della
tradizione aristotelica, n alluniversale ante rem della tradizione platonica.

La rivalutazione del qualitativo , suggerita da Husserl, offre nuove possibilit di confronto anche
con alcuni esiti della riflessione heideggeriana circa la storia dellessere . Nonostante le sue
riserve nei confronti del pensiero metafisico (espressione eminente della Seinsvergessenheit
costitutiva della verit ontologica), Heidegger stesso non rinunci a considerare autori che, come ad
esempio Nietzsche, fossero in grado di offrirgli unapertura di segno profetico . Si pu
ragionevolmente discutere il senso degli autori a cui egli fa riferimento in questa prospettiva; ma il
suo atteggiamento merita di essere, in ogni caso, attentamente considerato. Heidegger, infatti,
interpreta l apollineo nietzscheano, quale appare nellopera Die Geburt der Tragdie, non
soltanto come il sogno , la razionalit e la bellezza che rende sopportabile il tragico;
l apollineo , afferma Heidegger, non soltanto come la forma che arresta limpetuosa tempesta
del dionisiaco, ma anche e pi significativamente un risplendere che allude e conduce ad altro
(cfr. M. HEIDEGGER, Nietzsche [HGA, VI], vol. I, pp. 97-98). Ma a che cosa, pi precisamente? In
Nietzsche, tutto orientato allannuncio dellbermensch che elegge leterno ritorno dellidentico
perch egli e sa di essere il senso della terra , e cio il senso di tutto ci che esiste e che,
gemendo, sorge nella storia. Ma oltre Nietzsche, la quaestio dello splendore, in realt, riguarda
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piuttosto quel qualitativo meta-funzionale cui lo Husserl ha riconosciuto il primato. E allora la
domanda va riformulata in modo del tutto nuovo: possibile riconoscere nello splendore del
qualitativo un tratto di segno pindarico, il rinvio, cio, ad una solarit pi alta che manifesta
il pulchrum quale presenza del bonum radicato, alla sua volta, nel verum? Sintravede cos, in
questa prospettiva, il senso e la possibilit della parousia.

Il tema della parousia evoca, nel quadro della filosofia moderna, prima di tutto il percorso
hegeliano. Ma in Hegel lo Spirito si manifesta nello sviluppo dialettico tra porre e togliere .
NellAssoluto ogni figura viene consumata nel senso che, per essere portata a compimento,
deve anche essere negata. Heidegger, che pure ha sempre mostrato grandissima attenzione e
riguardo nei confronti di Hegel, prende le distanze rispetto al suo modo di concepire la parousia
(cfr. il saggio Hegels Begriff der Erfahrung, in M. HEIDEGGER, Holzwege [HGA, V]). Il motivo
riguarda essenzialmente il tema della differenza ontologica (cfr. il saggio Hegel und die
Griechen, ora in M. HEIDEGGER, Wegmarken [HGA, IX]). Per Heidegger, la dialettica hegeliana non
costituisce che il compimento di una storia ben pi antica, che risale a Platone e Aristotele. Ma
appunto per questo, ci che in Hegel appare ormai come irrimediabilmente occultato, in Platone non
ancora del tutto compromesso. Infatti, nonostante Heidegger veda in Platone linizio dell oblio
dellessere , egli vi riconosce tuttavia limportanza di quell epekeina tes ousias (PLATONE,
Repubblica, 509b) che ancora mostra la differenza tra il Principio-Uno e gli enti (cfr. M. HEIDEGGER,
Beitrge [HGA, LXV], 110). A partire da questo accorgimento, egli rileva il senso dello
splendore cio della parousia. Ogni cosa, nel suo plenum qualitativo appare in una pienezza di
senso che, in prospettiva profetica, sembra alludere al mysterium del senso dellessere. L idea
appare allora non come il modello perfetto di cose inevitabilmente imperfette, ma come uno
splendore che traspare a colui che sa ritrarsi dallaffanno delle cure quotidiane (cfr. M.
HEIDEGGER, Platons Lehre von der Wahrheit, cit.).

Nessun dubbio che lo splendore , cos comesso trattato nella pagina platonica, debba essere
riferita soltanto agli ontos onta . Ma di cosa si pu dire che essenzialmente ? In una risposta
che si rapporti strettamente alle dinamiche culturali, si deve dire che essenzialmente ente
l idea platonica; s che, al termine dellarco della storia metafisica, si mostra che l essere
stesso essenzialmente . Ma lessere [Seyn] nellinterpretazione di Heidegger, alla sua volta,
linsondabile Ab-grund. Ecco allora imporsi nuovamente la necessit di unulteriore ri-
tematizzazione della parousia. Essenzialmente enti sono coloro nei quali lessere traspare e si
annuncia: essi sono, non gi momenti dialetticamente consumati nella tempesta del divenire, ma i
signa dellessere e, in quanto tali, sono i singoli riconosciuti ed eletti come indeclinabili. Come
altrimenti intendere gli ontos onta se non come i volti ? Lindagine heideggeriana, cos
attenta alle pagine pascaliane e kierkegaardiane, potrebbe in tal modo essere aperta ad unulteriore
rivalutazione dei temi raccolti da alcuni recenti sviluppi della fenomenologia.

Piano delle Attivit

Il titolare dell'assegno, oltre a perseguire il progetto di ricerca, dovr partecipare a iniziative
formative mirate a consolidare e incrementare le proprie competenze nellambito della Ermeneutica
filosofica. Tali azioni saranno supervisionate e coordinate dal professore titolare della cattedra di
Filosofia teoretica. Sono inoltre previste le seguenti attivit:
partecipazione a seminari di approfondimento sulle metodologie della ricerca organizzate da
Universit italiane o straniere;
visite ad altre Universit e Istituti di ricerca (italiani e stranieri) finalizzate al confronto con
ricercatori e docenti che si occupano di tematiche affini.

Il lavoro di ricerca si intende finalizzato alla pubblicazione degli esiti della ricerca svolta.
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