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6/8/2014 Annibale Carracci - Wikipedia

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Annibale Carracci, Autoritratto, 1580 -
1590, gi Varsavia (ubicazione attuale
ignota)
Annibale Carracci, Crocifissione,
1583, Bologna, Chiesa di Santa Maria
della Carit
Annibale Carracci
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Annibale Carracci (Bologna, 3 novembre 1560 Roma, 15 luglio 1609) stato un pittore italiano.
[L]ignorante Vasari [n]on saccorge che gl[a]ntichi buoni maestri [h]anno cavate le cose [l]oro dal vivo, et vuol
[p]i tosto che sia buono [r]itrar dalle seconde [c]he son lantiche, che [d]a le prime e princi[p]alissime che sono le
vive, le quali si debbono [s]empre immitare. [M]a costui non intese [q]uestarte
[1]
.
(Annibale Carracci)
In antitesi con gli esiti ormai sterili del tardomanierismo, si propose il recupero della grande tradizione della pittura italiana del primo
Cinquecento, riuscendo in unoriginale sintesi delle molteplici scuole del nostro rinascimento maturo: Raffaello, Michelangelo,
Parmigianino, Correggio, Tiziano e il Veronese sono tutti autori che ebbero notevole influsso sullopera del Carracci. La riproposizione e,
al tempo stesso la modernizzazione, di questa grande tradizione, unitamente al ritorno dellimitazione del vero, sono i fondamenti della sua
arte. Con Caravaggio, pose le basi per la nascita della pittura barocca italiana, di cui fu uno dei padri nobili
[2]
.
Di fondamentale importanza nello sviluppo della sua carriera furono i rapporti con il cugino Ludovico e il fratello Agostino entrambi
dotatissimi pittori con i quali, agli esordi, tenne bottega comune e con cui collabor, a pi riprese, anche in seguito.
Indice
1 Biografia
1.1 Gli esordi bolognesi
1.2 Il sodalizio con Ludovico e Agostino e l'Accademia degli Incamminati
1.3 Laffermazione di Annibale in Emilia
1.4 Annibale a Roma
1.5 La decorazione di Palazzo Farnese
1.6 Altre opere per i Farnese
1.7 Altre committenze romane
1.8 I paesaggi
1.9 La ritrattistica
1.10 Le incisioni
1.11 I disegni
1.12 Le caricature
1.13 La malattia e la morte di Annibale
2 Gli allievi
3 La fortuna critica
4 Opere
4.1 Attribuzioni incerte
5 Note
6 Fonti
7 Bibliografia essenziale
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni
Biografia
Gli esordi bolognesi
Nulla noto circa la formazione iniziale di Annibale Carracci, anche se, in alternativa alla diffusa opinione che lo vuole allievo di suo
cugino Ludovico, possibile che essa sia avvenuta al di fuori della cerchia familiare
[3]
. Infatti, lavvio della collaborazione con Ludovico
(e Agostino), risale allinizio degli anni Ottanta del Cinquecento, quando Annibale, quindi, gi pi che ventenne ed ottiene (nel 1583)
una rilevante commissione pubblica, improbabile per un quasi esordiente. Appare allora ipotizzabile che - prima di metter su bottega con
il cugino e il fratello - il pi giovane dei Carracci possa aver compiuto il suo primo apprendistato presso altri maestri
[4]
, ma questa ipotesi,
ad oggi, non comprovata da alcun documento.
Altra ipotesi avanzata sugli anni iniziali di Annibale che egli, gi nei primissimi anni Ottanta del XVI secolo, possa aver compiuto dei
viaggi di studio in altre citt italiane ed in particolare a Venezia
[5]
. Ma, se documentalmente provata la permanenza di Annibale a
Venezia allo scadere degli anni Ottanta del Cinquecento, le prove di un soggiorno in laguna antecedente alle sue opere di esordio, sono
del tutto assenti. Ci per non esclude che egli vi si possa essere effettivamente recato, poich echi della pittura di Tiziano e di Veronese
sembrano percepibili gi in alcune delle sue prime opere
[5][6]
.
La prima opera certa di Annibale Carracci una pala d'altare raffigurante la Crocifissione dipinta per la chiesa bolognese di San Niccol
(attualmente nella chiesa di Santa Maria della Carit), e risale, per lappunto, al 1583. Probabilmente non la sua prima opera in
assoluto
[7]
e fu oggetto di vivaci critiche da parte dellambiente artistico bolognese soprattutto per la composizione nel suo insieme,
ritenuta squilibrata: infatti, i santi Bernardino, Francesco e Petronio dominano la tela in termini spaziali e relegano i dolenti in secondo
piano, contravvenendo cos ad un canone iconografico consolidato. L'evangelista Giovanni in particolare - all'estremit destra del dipinto
- sembra doversi sporgere per rendersi visibile. Anche la stesura del colore e il realismo con cui Annibale ha raffigurato il Cristo furono
oggetto di giudizi negativi
[8]
.
La storiografia moderna
[9]
, invece, osserva in questa prima opera pubblica di Annibale, la tendenza antimanierista del giovane pittore e un primo tentativo di ritorno al vero
(elementi, questi, particolarmente visibili nella figura del Cristo, di prefette proporzioni anatomiche
[10]
). Sembrano cogliersi, in questa opera d'esordio, anche rimandi alla pittura
veneta di qualche decennio prima.
A questa prima attivit di Annibale risalgono alcuni dipinti di genere
[11]
, come la Grande macelleria, oggi nella Christ Church Picture Gallery. La tematica non , di per s, una
novit: opere di soggetto analogo sono infatti presenti sia in dipinti di scuola fiamminga (come, ad esempio, in quelli di Joachim Beuckelaer), sia in dipinti di scuola italiana, come in
quelli di Bartolomeo Passerotti (bolognese come Annibale).
La novit della Grande macelleria di Annibale risiede, invece, nella sobria raffigurazione del lavoro di una bottega. Contrariamente a quanto avveniva in molte opere fiamminghe e
italiane pi o meno coeve e di soggetto analogo, Annibale non ha dipinto i personaggi con fattezze grottesche e in pose triviali, egli ha preferito raffigurare la dignit dei lavoratori di
questa macelleria, mostrando tra l'altro un particolare interesse per il dato naturale
[7]
.
Cont rollo di aut orit VIAF: 12405951 (ht t p://viaf.org/viaf/12405951) LCCN: n/80/43473 (ht t p://id.loc.gov/aut horit ies/names/n/80/43473) SBN: IT\ICCU\CFIV\026223 (ht t p://id.sbn.it /af/IT\ICCU\CFIV\026223)
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Annibale Carracci, Grande Macelleria,
1585 ca., Oxford, Christ Church
Picture Gallery
Scuola Bolognese, Annibale, Agostino
e Ludovico Carracci, XVII secolo,
collezione privata
Annibale Carracci, Battesimo di
Cristo, 1585, Bologna, Chiesa di San
Gregorio
Annibale Carracci, Allegoria della
Verit e del Tempo, 1585 ca., Royal
Collection, Hampton Court
questa macelleria, mostrando tra l'altro un particolare interesse per il dato naturale
[7]
.
A questo periodo
[12]
, forse appartiene anche un altro dipinto di genere: il celebre Mangiafagioli (Roma, Palazzo Colonna) che, forse,
raffigura Zanni, nota maschera della Commedia dell'arte
[13]
.
Il sodalizio con Ludovico e Agostino e l'Accademia degli Incamminati
Lesordio di Annibale Carracci sulla scena artistica strettamente connesso all'attivit del
fratello Agostino e del cugino Ludovico. Insieme, nei primi anni Ottanta del Cinquecento, i tre
cugini diedero vita ad una scuola chiamata dapprima Accademia dei Desiderosi e
successivamente Accademia degli Incamminati
[14]
.
L"accademia" dei tre giovani cugini, allora ancora agli inizi delle rispettive carriere, non va
paragonata alle accademie ufficiali, come ad esempio la celebre Accademia del Disegno a
Firenze. Si trattava piuttosto di una scuola/bottega privata, verosimilmente guidata da Ludovico, il pi anziano dei Carracci, dove
diversamente da quanto avveniva nelle vere e proprie accademie, allora legate ai canoni pittorici tardomanieristi
[15]
si promuoveva
l'imitazione della realt e gli allievi erano incoraggiati ad osservare e studiare le opere dei grandi del Rinascimento in modo nuovo, senza la
ripetizione di formule di maniera ormai prive di potenzialit creative.
LAccademia degli Incamminati fu peraltro una rilevantissima fucina di talenti: alcuni dei migliori pittori italiani del primo Seicento
vantarono un apprendistato presso i cugini Carracci.
La carriera di Annibale Carracci fu significativamente legata al rapporto con il fratello e il cugino. Infatti, oltre alla produzione artistica personale, Annibale collabor, a pi riprese,
con i parenti in opere collettive. La prima di queste, nel 1584, la decorazione ad affresco di Palazzo Fava, a Bologna. Secondo quanto riferito dalle fonti - e in particolare da
Carlo Cesare Malvasia nel suo libro Felsina Pittrice - questa committenza sarebbe stata affidata ai tre Carracci grazie all'intermediazione del padre di Annibale e Agostino, che
era uomo di fiducia di Filippo Fava, il proprietario della dimora.
A Palazzo Fava, i cugini Carracci decorarono tre ambienti raffigurando le Storie di Giove ed Europa, le Storie di Giasone e Medea e le Storie di Enea.
Nonostante gli sforzi degli studiosi, ad oggi pressoch impossibile distinguere con certezza le mani dei tre in questo ciclo pittorico. L'attribuzione certa di ogni scena alla mano di
Annibale, o Agostino o Ludovico tuttora oggetto di studio e di dibattito critico
[16]
.
Laffermazione di Annibale in Emilia
Gli anni Ottanta del Cinquecento sono, per Annibale, anche anni di viaggio e saranno soprattutto due i soggiorni che ne segneranno i
futuri sviluppi artistici. Parma, dove il Carracci perfeziona la sua conoscenza della pittura del Correggio (e dove eseguir delle opere
[17]
)
e Venezia, dove il giovane pittore resta ammirato dai capolavori dei grandi maestri veneziani del secolo che sta per chiudersi
[18]
.
Correggio e il Veronese saranno, negli anni emiliani, i maggiori punti di riferimento per Annibale Carracci
[3]
.
Lo si avverte gi nel Battesimo di Cristo, del 1585, realizzato per la chiesa di San Gregorio a Bologna, nel quale, per la grazia delle
figure, si inizia ad avvertire linfluenza dellAllegri, mentre il forte colorismo dell'opera, e alcuni aspetti compositivi, rimandano al
Veronese
[11]
.
Evidente omaggio al Correggio - ed in particolare al Compianto Del Bono - la Deposizione con la Vergine e santi
[19]
, realizzata da
Annibale nel 1585 per la chiesa dei Cappuccini di Parma (ed ora nella Galleria nazionale della stessa citt).
Negli stessi anni Annibale d prova di s anche in commissioni diverse da quelle ecclesiastiche,
come dimostra unopera bellissima, raffigurante lAllegoria della Verit e del Tempo
[20]
(1585 ca.). Nel dipinto, il Tempo tira fuori da un pozzo la figura alata della Verit che si
guarda in uno specchio e calpesta lInganno. Ai lati della composizione due figure, identificate
nellAbbondanza, a sinistra con una cornucopia e un caduceo e, a destra, nel Buon
Evento, sottolineano lesito felice, propiziato dal Tempo, della lotta tra Verit ed Inganno.
Stilisticamente, lopera, specie nelle figure centrali, si rif ancora una volta al Correggio, ma,
nella composizione, percepibile il richiamo al capolavoro di Tiziano Amor sacro e Amor
profano, in particolare per la corrispondenza della vera da pozzo del dipinto di Annibale con il
sarcofago istoriato di bassorilievi e riadattato a fontana che compare nel quadro di Tiziano
[21]
.
Poco dopo, il Carracci ottiene importanti incarichi anche a Reggio Emilia, dove esegue, nel 1587, per la confraternita di San Rocco, una
grande pala raffigurante lAssunzione della Vergine
[22]
. Opera dove, nuovamente allinflusso di Correggio si aggiunge lomaggio al
Veronese.
Il contatto con Reggio Emilia, dove Annibale realizzer pi opere, di capitale importanza per gli sviluppi futuri della sua vicenda artistica. a Reggio, infatti, che Annibale entra in
rapporti con Gabriele Bombasi, uomo legato alla corte di Ranuccio I Farnese, duca di Parma, del quale era stato precettore. Si crea probabilmente cos il legame con i Farnese che
determiner, di l a non molti anni dopo, la chiamata di Annibale a Roma
[23]
.
Tra il 1589 e il 1592, Annibale torna a lavoro con il fratello e il cugino per gli affreschi di Palazzo Magnani, a Bologna, ove i tre realizzano un fregio con le Storie della fondazione
di Roma. Come nel precedente di Palazzo Fava, lopera presenta, nei vari riquadri in cui si articola, una sostanziale unit stilistica e di conseguenza, anche in questo caso,
lattribuzione delle varie scene alluno o allaltro dei Carracci non oggetto di visioni condivise.
Nel 1593 il pittore realizza una pala d'altare raffigurante la Madonna col Bambino, san Giovannino e i santi Giovanni e Caterina d'Alessandria
[24]
(nota anche come Pala di
San Giorgio, dal nome della chiesa bolognese cui era originariamente destinata), dipinto in cui parte della critica ha visto un contributo pi o meno ampio (a seconda delle diverse
posizioni) dell'allievo Lucio Massari, ma che da ultimo stato decisamente riattribuito alla piena autografia di Annibale
[25][26]
.
Dello stesso anno la Resurrezione di Cristo, opera di definitivo approdo alla maturit
[27]
che si segnala anche per la maestria con la quale raffigurato il gruppo dei soldati
romani a guardia del sepolcro, in parte dormienti in parte stupefatti dallevento, nel dipingere i quali Annibale d un notevole saggio di abilit compositiva e di padronanza degli
scorci
[28]
.
Verosimilmente tra il 1593 e 1594 si colloca una nuova impresa con Ludovico e Agostino: la decorazione, ancora a Bologna, di Palazzo Sampieri. Questa volta per, a differenza
che nei casi precedenti, il lavoro dei tre Carracci non collettivo. Gli ambienti da decorare sono infatti tre e il committente dispone che ognuno dei cugini affreschi di sua mano il
singolo ambiente che gli affidato
[29]
, dipingendo, in particolare, una scena sul soffitto di ogni stanza ed una sulla fuga del camino.
La commissione, oltre alla decorazione parietale, comprende la realizzazione di tre gradi tele ed anche in questo caso ognuno dei Carracci deve realizzarne singolarmente una
da utilizzare come sovrapporta, in ciascuna delle stanze oggetto della campagna decorativa.
Proprio nel sovrapporta, Annibale realizza un'opera mirabile quale la Samaritana al pozzo (oggi nella Pinacoteca di Brera) che un evidente, ulteriore, tributo al genio del
Veronese.
Quanto agli affreschi, complessivamente dedicati alle storie di Ercole, sono di mano di Annibale la scena di Ercole guidato dalla Virt (soffitto) e quella dove Ercole punisce
Caco (sul camino)
[30]
.
Opera di chiusura del periodo emiliano, capolavoro di questa fase dellattivit di Annibale
Carracci, lElemosina di san Rocco
[31][32]
.
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Romolo e Remo nutriti dalla lupa,
1589-1592, Affreschi di Palazzo
Magnani, Bologna
Annibale Carracci, Samaritana al
pozzo, 1593-1594 ca., Pinacoteca di
Brera, Milano
Annibale Carracci, Elemosina di san
Rocco, 1595, Gemldegalerie Alte
Meister, Dresda
Annibale Carracci, Cristo e la
Cananea, 1594-1595, Palazzo
comunale, Parma
Annibale Carracci, Ercole al Bivio,
1596 circa Museo di Capodimonte,
Napoli
Annibale Carracci, Trionfo di Bacco e
Arianna, 1597-1601, Palazzo Farnese,
Roma
Carracci, lElemosina di san Rocco
[31][32]
.
Il dipinto, completato da Annibale nel 1595 (bench commissionato molto tempo prima), fu
realizzato di nuovo per la confraternita di San Rocco di Reggio Emilia (oggi custodito presso
la Gemldegalerie Alte Meister di Dresda). il dipinto (affreschi a parte) pi grande del pittore
(misura, infatti, 331 cm x 477 cm) e nella monumentale composizione una turba di umanit
bisognosa e derelitta si approssima al santo che si spoglia di tutti i suoi averi
[33]
.
Secondo Denis Mahon lElemosina di san Rocco un testo di capitale importanza per la
nascente pittura barocca: the first great multifigured composition of the baroque la
definisce lo storico inglese.
L'opera, inoltre, dovette colpire profondamente i pittori dellepoca come testimonia lalto
numero di incisioni che da questo quadro sono state tratte
[31]
.
Annibale a Roma
Gli affreschi monumentali di Bologna e le altre opere emiliane diedero grande notoriet ad Annibale, tanto che il cardinale Odoardo
Farnese, forse dietro consiglio del letterato reggiano Gabriele Bombasi che da anni conosceva bene il pittore, lo incaric, con suo fratello
Agostino, di decorare il piano nobile di Palazzo Farnese, a Roma.
A Roma, Annibale ebbe un primo breve soggiorno nel 1594, forse per perfezionare gli accordi con il cardinal Farnese e farsi un'idea del
luogo in cui avrebbe dovuto operare. Secondo alcune fonti, gi in questa occasione egli esegu un dipinto per il suo nuovo mecenate: si
tratta del Cristo e la Cananea che venne collocato nella cappella privata di Palazzo Farnese (ora si trova a Parma) e che costituirebbe,
quindi, la sua prima opera romana in assoluto, nonch la prima delle tante realizzate negli anni seguenti per il cardinal Odoardo
[34]
.
Dopo questo primo contatto con Roma, Annibale fece ritorno in Emilia per concludere le incombenze rimaste in sospeso e (insieme al
fratello) si trasfer stabilmente a Roma tra la fine del 1595 e l'inizio del 1596.
La sua fama in citt cominci a diffondersi grazie ad una commissione del Bombasi (affidatagli durante la prima campagna decorativa di
Palazzo Farnese), riguardante la Santa Margherita realizzata per la cappella acquistata dal letterato reggiano nella chiesa di Santa
Caterina dei Funari (dove tuttora si trova). Si tratta della prima opera pubblica romana di Annibale Carracci e, secondo Bellori, il dipinto
riscosse anche lammirazione di Caravaggio che, dopo essersi fermato lungamente a riguardarlo, si risolse, e disse: mi rallegro che
al mio tempo veggo pure un pittore
[35]
.
La decorazione di Palazzo Farnese
Il programma originario per la decorazione del palazzo dei Farnese, come ci informa una lettera del cardinale Odoardo a suo fratello
Ranuccio, duca di Parma, avrebbe dovuto riguardare la celebrazione del valore militare di Alessandro Farnese, padre di entrambi e
valente condottiero, copertosi di gloria nelle Fiandre alla guida delle armate imperiali. Programma, quindi, in linea di continuit con la
celebrazione dei fasti della casata, avviata dal Salviati e completata da Taddeo Zuccari nel sesto decennio del XVI secolo
[36]
. Per ragioni
non note questo progetto venne abbandonato e la campagna decorativa del palazzo ebbe avvio, verosimilmente alla fine del 1595 o
allinizio dellanno successivo, partendo - secondo la prospettazione pi comune, ma non unanimemente condivisa - dal camerino, in cui
Annibale ed Agostino raffigurarono, ad affresco, le storie di Ercole.
Mirabile, nel camerino, come gi rilev il Baglione, la decorazione monocroma a finto stucco
[37]
che richiama il capolavoro di
Correggio della Camera di san Paolo, a Parma, di cui i fratelli Carracci invertirono le proporzioni: mentre a Parma la parte policroma
dellaffresco dellAllegri a inglobare i monocromi, nel camerino di Odoardo Farnese avviene il contrario
[38][39]
.
Oltre alla decorazione ad affresco, ancora per il camerino del cardinale Farnese, Annibale realizz una grande tela raffigurante Ercole al
bivio
[40]
, incastonata nel soffitto dellambiente, dove la figura delleroe rimanda alla celebre statua dellErcole Farnese
[41]
, allora ancora
a palazzo (il dipinto venne poi rimosso dalla sua collocazione originaria e si trova oggi nel Museo di Capodimonte a Napoli).
Nello stesso Palazzo Farnese, Annibale, ancora coadiuvato da Agostino e probabilmente con lintervento di alcuni aiuti, pose poi mano alla decorazione della Galleria. Il tema di
questo celeberrimo ciclo di affreschi - culminante nella scena raffigurante il Trionfo di Bacco e Arianna al centro del soffitto - Gli Amori degli Dei e secondo una seguita ipotesi
esso venne realizzato per celebrare le nozze tra il duca di Parma Ranuccio Farnese, fratello del cardinale Odoardo, e Margherita Aldobrandini, nipote di Clemente VIII
[42]
.
La fonte iconografica utilizzata , almeno in parte, da rintracciarsi nelle Metamorfosi di Ovidio
[43]
, ma il compiuto significato allegorico del ciclo non ancora del tutto svelato se
non per la generale celebrazione della forza dellamore che tutto condiziona (lamor vincit omnia virgiliano), compreso il destino degli dei
[44][45]
.
La decorazione della Galleria quanto mai ricca e si compendia in un articolato dialogo tra pittura, scultura ed architettura, in un complesso gioco di rimandi tra illusione e realt: le
immaginarie sculture dipinte dai Carracci erano infatti in rapporto con alcune delle celebri statue antiche della collezione Farnese
[46]
, allora nella Galleria ed oggi non pi in loco
[42]
.
Telamoni, ignudi e finti bronzi della decorazione pittorica sono citazioni della michelangiolesca
volta sistina. Ed anche la scelta di ambientare le scene mitologiche in quadri riportati cio
creando lillusione che la scene dipinte siano state stese su una tela poi applicata al muro, e non
direttamente affrescate sulla parete, come in realt guarda ancora alla volta di Michelangelo
che us lo stesso accorgimento per le Storie della Genesi della stessa volta
[42]
.
Ulteriori riferimenti seguiti da Annibale nellimpresa della Galleria farnesiana sono costituiti dagli
affreschi di Raffaello (e della sua quipe) della Loggia di Psiche, realizzati per la villa sul
Tevere di Agostino Chigi
[47]
, e dalle tele di Tiziano dedicate al dio Bacco
[48]
, dipinte dal
maestro di Pieve di Cadore per i camerini estensi ferraresi. Le tele tizianesche, infatti, furono
parte del ricco bottino che il cardinale Pietro Aldobrandini (conosciuto dal Carracci) port con
s a Roma da Ferrara, allorch la citt, nel 1598, pass dal dominio estense a quello pontificio.
Della campagna per la volta della Galleria di Palazzo Farnese, conclusasi orientativamente nel
1601
[49]
, ci restano anche moltissimi disegni e schizzi preparatori di mano di Annibale (di cui
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Annibale Carracci, Giove e Giunone,
1597-1601, Palazzo Farnese, Roma
Annibale Carracci, Piet, 1598-1603,
Museo di Capodimonte, Napoli
Annibale Carracci, Cristo in Gloria
con santi ed Odoardo Farnese come
donatore, 1597, Galleria Palatina,
Firenze
Annibale Carracci, Assunzione della
Vergine,1600-1601, Basilica di Santa
Maria del Popolo, Roma
Annibale Carracci, Paesaggio con la fuga in Egitto,
1602-1604, Galleria Doria Pamphilj, Roma
1601
[49]
, ci restano anche moltissimi disegni e schizzi preparatori di mano di Annibale (di cui
parte cospicua si trova al Louvre).
Gli affreschi farnesiani - vertice assoluto della vicenda artistica di Annibale Carracci - ispireranno successivamente altri grandi artisti, quali
Lanfranco, Pietro da Cortona, e successivamente Andrea Pozzo e Giovan Battista Gaulli, autori tutti di spettacolari volte affrescate - in
chiese e palazzi - che sono tra le pi mirabili produzioni della pittura barocca.
Altre opere per i Farnese
Come attesta una lettera di un allievo di Annibale
[50]
, il suo rapporto con i Farnese non si limit alla sola decorazione del palazzo, ma fu
assai simile a quello di un pittore di corte. Annibale, infatti, stipendiato dal cardinale Farnese (pare in modo assai modesto, come si
desume dalla stessa lettera) si occupava di tutte le esigenze figurative della casata, realizzando quadri, progettando apparati effimeri per
le feste, finanche disegnando le suppellettili usate a palazzo.
Significativa a questo riguardo la realizzazione da parte di Annibale dei disegni
[51]
per una coppa d'argento che riscosse notevole
ammirazione, ovvero la stesura da parte sua dei disegni utilizzati per la tessitura di paramenti sacri per conto del cardinale Odoardo
[52]
.
Tra le opere pittoriche realizzate per i Farnese nell'ambito di questo rapporto, particolare
menzione deve essere fatta di una splendida Piet
[53]
, collocabile in un periodo che oscilla tra il
1598 e 1603. Lopera unanimemente considerata uno dei capolavori maggiori del Carracci e
venne verosimilmente eseguita per un cappella privata dei Farnese, forse nello stesso palazzo
romano, forse per una delle diverse dimore periferiche della casata (ora la tela nel Museo di
Capodimonte).
In questo magistrale dipinto Annibale fonde leredit correggesca, richiamando nuovamente il
Compianto Del Bono, con un vigore dei corpi e un nitore di disegno prettamente romani.
Evidente, inoltre, lomaggio alla Piet vaticana di Michelangelo, di cui Annibale riprende la composizione piramidale del gruppo e la
posa della Vergine
[54]
.
Oltre a soddisfare le esigenze celebrative di Odorado, con la decorazione del palazzo, e quelle devozionali, con le opere di carattere
religioso, Annibale attese ad esaudirne anche i desideri figurativi pi strettamente privati. il caso della sensualissima Venere dormiente
con amorini, ora al Museo Cond di Chantilly, opera elogiatissima da Giovanni Battista Agucchi, prelato e amatore darte bolognese al
servizio di Pietro Aldobrandini, e della tela con Rinaldo e Armida (ora a Capodimonte), rimarchevole anche in quanto una delle pi
precoci rappresentazioni pittoriche tratte dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso.
Annibale, infine, dovette prestare il suo pennello anche alle ambizioni politiche pi alte del cardinal Farnese. Nel Cristo in gloria con
santi ed Odoardo Farnese
[55]
(Galleria Palatina), santEdoardo, patrono e primo re d'Inghilterra, presenta il Farnese al Redentore.
Secondo uninterpretazione della composizione, essa alluderebbe al desiderio di Odoardo Farnese di ottenere (forte della sua
discendenza, per parte materna, dai Lancaster) linvestitura a re d'Inghilterra
[56]
. Ambizione frustrata da Clemente VIII che si limit a
conferirgli solo l'evanescente titolo di protettore di quel regno
[57]
.
Altre committenze romane
Il rapporto con i Farnese non fu per esclusivo, come dimostra l'allogazione ad Annibale, contemporaneamente alla decorazione della Galleria Farnese o subito dopo la sua
conclusione, della pala daltare della cappella funeraria di Tiberio Cerasi, cardinale e tesoriere della Camera apostolica, sita nella basilica di Santa Maria del Popolo
[58]
.
La pala raffigura lAssunzione della Vergine e presenta affinit sia con la celeberrima tela di Tiziano, di identico tema, della basilica veneziana dei Frari
[59]
sia con la non meno
celebre Trasigurazione di Raffaello.
Questa tavola
[60]
del Carracci famosa anche perch dialoga con gli ancor pi noti laterali di Caravaggio, siti nella stessa cappella, raffiguranti la Crocifissione di san Pietro e la
Conversione di san Paolo.
Altro importante rapporto di committenza romano, diverso dai Farnese, fu quello con gli Aldobrandini, per i quali Annibale dipinse diverse opere come una Incoronazione della
Vergine
[61]
(1600 ca.), ora Metropolitan Museum of Art, di New York - dipinto che nella composizione su due livelli e nella disposizione semicircolare della schiera angelica cita
la raffaellesca Disputa del Sacramento - e il Domine, quo vadis?
[62]
(1601), ora alla National Gallery di Londra.
Tavola, quest'ultima, che per il forte aggetto prospettico della figura di Cristo (nella posa del braccio destro, nella croce scorciata in profondit, nellincedere del passo) - che
occupa scultoreamente lo spazio pittorico -, probabilmente frutto di una riflessione del Carracci sulle tele di Caravaggio della Cappella Cerasi, nelle quali il Merisi eccelse anche
nella resa tridimensionale degli episodi raffigurati
[63]
. Il dipinto suscit lentusiasmo del committente Pietro Aldobrandini che compens riccamente il pittore.
Sempre per gli Aldobrandini, si impegn a decorarne la cappella privata di palazzo (opera poi completata dagli allievi).
Ulteriore rilevante commissione romana, non proveniente dai Farnese, lallogazione della decorazione ad affresco della cappella
Herrera, presso la chiesa (oggi non pi esistente) di San Giacomo degli Spagnoli. Impresa che in verit, pi che da Annibale, fu portata a
compimento dagli allievi, col particolare contributo di Francesco Albani
[64]
. Forse, almeno in parte del Carracci, invece, la pala d'altare
fatta per cappella Herrera, raffigurante San Diego di Alcal presenta il figlio di Juan de Herrera a Ges (1606 circa).
I paesaggi
Gi il Bellori, nelle sue Vite (1672), considerava che Annibale Carracci nel
raffigurare i paesaggi ha superato ognaltro eccettuando Tiziano. Nelle sue
prime prove da paesaggista ad esempio nelle scene di caccia e di pesca oggi
al Louvre Annibale si rifece a precedenti veneti, ma a Roma elabor un nuovo
tipo di paesaggio, definito come paesaggio classico o moderno, che superava
le precedenti coniugazioni di queste genere, nordiche ed italiane
[65]
.
Linnovazione di Annibale sta nel raggiungimento di un equilibrio tra la natura e
luomo che la abita e la trasforma evitando al tempo stesso che gli elementi
paesistici si limitino a fare da mero sfondo a soggetti di altro genere
[65]
.
Infatti, a lui, come riconosce la storiografia quasi unanime (gi a partire dal
Burckhardt nel suo Il Cicerone - 1853/54), dovuta una nuova concezione
della pittura di paesaggio che la sottrae dal novero dei generi minori.
Il capolavoro di Annibale in questo genere il Paesaggio con la fuga in Egitto
[66]
, tela databile tra il 1602 e il 1604, realizzata per la
cappella di Palazzo Aldobrandini. In questa ideale finestra aperta sull'Agro romano inondato da una luce autunnale, lepisodio sacro quasi scompare nellamplissimo paesaggio che
lo avvolge e vi piena armonia tra l'elemento naturale e quello architettonico che si fondono in un tutto.
Debitori di Annibale saranno i maggiori paesaggisti del Seicento quali il Domenichino, Nicolas Poussin e Claude Lorrain, pittori che portarono questo genere ad uno dei livelli pi
alti che esso abbia mai raggiunto
[5]
.
6/8/2014 Annibale Carracci - Wikipedia
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Annibale Carracci, Ritratto di vecchio,
1590-92, Dulwich Picture Gallery,
Londra
Annibale Carracci, Piet di Caprarola,
acquaforte, bulino e puntasecca, 1597,
National Gallery of Art, Washington
Annibale Carracci, Testa di donna,
gessetto nero su carta, Orlans, Muse
des Beaux-Arts
alti che esso abbia mai raggiunto
[5]
.
La ritrattistica
Parte significativa dellattivit ritrattistica di Annibale Carracci costituita da autoritratti dello stesso artista. Annibale, infatti, fu tra i pittori
che maggiormente si autoritrasse, quasi consentendoci di assistere allevoluzione della sua vita, non solo per laspetto strettamente
fisionomico, ma anche per i mutamenti emotivi che negli autoritratti delle diversi fasi della sua esistenza si colgono. E in questo anticip
Rembrandt, che anchegli ci ha lasciato innumerevoli autoritratti
[67]
.
I ritratti veri e propri di Annibale sono caratterizzati il pi delle volte da un tono informale. Sono quasi assenti nel catalogo dellartista
ritratti ufficiali di alti prelati, condottieri, aristocratici (che tanta parte sono della ritrattistica rinascimentale prima e barocca poi), ma al
contrario, nella maggior parte dei casi, i soggetti effigiati sono persone comuni, giovani e vecchi, cui, spesso, impossibile dare un
nome
[68]
.
Lattivit ritrattistica di Annibale strettamente associata alla sua continua ricerca del vero: lintento dellartista fu quello di restituire la
reale fisionomia della persona effigiata, senza alcun abbellimento o enfatizzazione del ruolo sociale di questa. Ne prova anche la tecnica
di molti dei suoi ritratti: spesso si tratta di disegni (di un grado di finitezza tale da lasciar presumere che non si tratti solo di preparativi) o
di olii su carta, supporto che facilita una pi fluida riproduzione dellessenza fisionomica della persona ritratta
[68]
.
A questo aspetto si collega anche unaltra caratteristica della ritrattistica di Annibale, costituita dal fatto che alcune delle sue prove in
questo genere sembrano molto vicine a degli studi di espressione
[69]
. Tra queste, particolarmente suggestivi sono due ritratti di donne
cieche (dei primi anni Novanta del Cinquecento), verosimilmente dipinti per una pia istituzione bolognese, dedita allassistenza dei non
vedenti, fondata dal cardinale Gabriele Paleotti. Si tratta di due rilevanti esempi dellapproccio naturalistico al ritratto di Annibale
Carracci
[70][71]
.
Tra le ultime probabili acquisizioni al catalogo ritrattistico di Annibale, si segnala un ritratto di Giovanni Battista Agucchi (York Art
Gallery), prelato e amatore darte bolognese nonch uno dei pi vivaci intelletti del suo tempo. Per il dipinto, a lungo ritenuto del Domenichino, stata autorevolmente proposta,
ricevendo considerevoli consensi, lautografia di Annibale, sia per ragioni stilistiche, sia cronologiche
[72]
. Il ritratto di Monsignor Agucchi spicca nella produzione ritrattistica di
Annibale non solo per qualit esecutiva, ma anche perch l'unico, allo stato attuale delle conoscenze, collocabile con certezza nel periodo romano del pittore.
Le incisioni
Per approfondire, vedi Incisioni di Annibale Carracci.
Annibale Carracci eccelse anche come incisore, attivit che esercit, sia pure con delle interruzioni, sostanzialmente lungo tutto larco
della sua vicenda artistica
[73]
, in questo forse spinto anche dallesempio del fratello Agostino, valente e prolifico incisore a sua volta.
In questo campo predilesse, anche se non in via esclusiva, una tecnica mista ad acquaforte e bulino. Le sue stampe si segnalano, oltre che
per bellezza, anche perch Annibale fu tra i pochi, al suo tempo, a produrre quasi esclusivamente incisioni originali, cio basate su
composizioni create ad hoc, mentre la prevalente attivit incisoria contemporanea era, al contrario, di gran lunga dedicata ad una pratica
di traduzione, cio a produrre incisioni tratte da preesistenti dipinti
[74]
, per lo pi celebri
[75]
.
Tra le incisioni pi belle e apprezzate del Carracci, forse quella pi nota, si segnala la Piet di Caprarola (1597)
[76]
, cos definita perch
il nome del borgo della Tuscia compare (a partire dal secondo stadio) a fianco alla firma di Annibale e dove potrebbe essere stata
eseguita durante un probabile soggiorno presso la celebre dimora estiva dei Farnese. L'incisione esemplificativa sia delle riflessioni di
Annibale sul tema della Piet sia dell'influenza che lo stile di Correggio continu ad avere sulla sua produzione di quegli anni.
Secondo alcuni autori
[77]
, alcune delle creazioni grafiche di Annibale Carracci avrebbero influenzato anche Rembrandt che fu, tra laltro,
uno dei massimi incisori del Seicento. Influenza che si coglie, in particolare, nella Sacra Famiglia
[78]
del Van Rijn (1632), ispirata, secondo questa prospettazione, dallincisione
con la Sacra Famiglia e san Giovannino
[79]
, realizzata da Annibale nel 1590, altro suo celebrato capolavoro in ambito grafico. Nella composizione, probabilmente a sua volta
derivata dalla Madonna del sacco di Andrea del Sarto, Annibale cala nellepisodio sacro anche un momento di tenera umanit.
Proprio all'arte incisoria, il Carracci dedic alcune delle poche opere certamente collocabili durante il periodo della sua infermit (dal 1605 in poi). Tra queste si annovera la
Madonna della scodella
[80]
(del 1606) che, per lampio numero di copie note e per la circostanza che il Sassoferrato, ancora a distanza di decenni dalla realizzazione
dell'incisione, la riprodusse in un dipinto (http://www.bbc.co.uk/arts/yourpaintings/paintings/virgin-and-child-with-saint-elisabeth-and-child-baptist-85966) (Glasgow Museums),
dovette riscuotere notevole apprezzamento.
I disegni
Il pi giovane dei Carracci pratic il disegno sia come esercizio, disegnando dal vero o copiando opere antiche, sia come mezzo di studio
e preparazione di dipinti o incisioni molteplici, ad esempio, sono i disegni preparatori della Galleria Farnese , ma anche come opera
finita in s. A questo ultimo proposito si segnalano in particolare diversi ritratti ed alcuni paesaggi.
Tra i disegni tratti dall'antico, particolare menzione meritano la raffigurazione di un satiro, derivata dalla statua di Pan e Dafni (o Olimpo)
di propriet dei Farnese
[81]
, e la bellissima riproduzione della testa della statua di Niobe
[82]
, facente parte del gruppo dei Niobidi, un
tempo a Villa Medici, sul Pincio, e ora agli Uffizi. Questultima levidente modello seguito da Guido Reni per il volto della madre in fuga
(sulla destra del dipinto) nella sua Strage degli innocenti.
Impresa disegnativa di Annibale particolarmente conosciuta quella delle Arti di Bologna realizzata a Roma nelle pause dei lavori per
Palazzo Farnese per la quale Annibale cre una serie di disegni dedicati a descrivere il lavoro per strada degli artigiani e dei venditori
ambulanti della sua citt natale
[83]
.
Lopera ci nota quasi per intero tramite le incisioni che ne trasse lincisore parigino Simon Guillain
[84]
(1618 - 1658), edite in volume
nel 1646
[85]
. Nella serie, a una forte espressivit delle figure dei diversi mestieri, si associano accenti caricaturali e satirici. Grande fu il
successo delle Arti, come dimostra il numero di edizioni succedutesi nel tempo.
La grande versatilit di Annibale nel disegno dimostrata anche dalla molteplicit di tecniche utilizzate. Matita, penna, carboncino,
gessetto, sanguigna, lumeggiature in biacca, acquerellatura sono tutte tecniche di disegno da lui padroneggiate.
Lapprezzamento dei disegni di Annibale fu costante presso collezionisti ed intenditori. Anche nei periodi in cui la fortuna critica del
Carracci, tra Settecento ed Ottocento, scem grandemente, i suoi disegni fecero eccezione e continuarono a riscuotere generale
ammirazione
[86]
.
Le caricature
Ad Annibale (ed Agostino) attribuita linvenzione della caricatura in senso moderno, cio lideazione di ritrattini carichi (cos li definisce il Malvasia) in cui le caratteristiche
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Annibale Carracci, Cristo Deriso, 1596
ca., Pinacoteca nazionale di Bologna
Annibale Carracci e bottega, Nativit
della Vergine, 1605 ca., Parigi, Museo
del Louvre
Affreschi della Cappella Herrara,
1605-1606, MNAC, Barcellona. Si
tratta di una delle ultime commissioni
ricevute da Annibale Carracci.
All'esecuzione provvidero, su progetto
di Annibale, pressoch esclusivamente
gli allievi.
Ad Annibale (ed Agostino) attribuita linvenzione della caricatura in senso moderno, cio lideazione di ritrattini carichi (cos li definisce il Malvasia) in cui le caratteristiche
fisionomiche di un individuo, e in special modo i suoi difetti, sono esasperati (per l'appunto caricati) sino ad ottenere un effetto ridicolo
[87]
.
Probabilmente questa invenzione parte dalla ricerca fisionomica, cui Annibale in particolare si dedic soprattutto agli inizi della sua attivit, in cui venne inserito lelemento burlesco e
comico
[87]
.
Tra le testimonianze pi celebri dellattivit di Annibale in questo genere vi un foglio di caricature (talvolta attribuito ad Agostino Carracci), datato introno al 1595 (British
Museum), in cui compaiono i volti di uomini e donne dalle fattezze deformate e grottesche. Nel prelato nellangolo inferiore destro del foglio del British si ipotizza possa individuarsi
una caricatura di Giovanni Battista Agucchi
[88]
.
La malattia e la morte di Annibale
Come risulta da varie fonti, Annibale Carracci cadde, a partire dal 1605, in uno stato di profonda prostrazione che Giulio Mancini
descriver come estrema malinconia accompagnata da una fatuit di mente e di memoria che non parlava n si ricordava.
Stato mentale che in termini moderni ha fatto pensare ad una grave sindrome depressiva
[89]
.
Le fonti sono discordi sulle cause di questo malessere: secondo alcuni autori la depressione di Annibale sarebbe stata causata
dallirriconoscenza di Odoardo Farnese per il suo lavoro
[90]
, altri alludono a non meglio specificati disordini amorosi
[89]
. Locuzione
questultima che, unitamente alla descrizione dei sintomi, ha indotto alcuni storici a prendere in considerazione la possibilit che Annibale
possa aver contratto la sifilide
[91]
.
Quali che fossero le ragioni della melanconia di Annibale, questo stato patologico influ sulla
sua ultima produzione che si fece pi rara e, in alcuni casi disomogenea, per il frequente ricorso
ad aiuti, anche se, pi complessivamente, lesatta cronologia delle ultime opere del Carracci
ancora oggetto di molti dubbi ed incertezze
[89]
.
Significativa testimonianza della sostanziale improduttivit di Annibale determinata dal deterioramento della sua salute si rinviene in uno
scambio epistolare del 1605 tra Odoardo Farnese e il duca di Modena Cesare d'Este. Questi infatti era in attesa di ricevere una tela del
Carracci con la Nativit della Vergine (ora al Louvre) e si era quindi rivolto al Farnese affinch sollecitasse il pittore. La riposta del
cardinale fu che quando Annibale Carracci sia rihavuto da una infirmit mortale che ha havuto li giorni passati, et che lo tiene
tuttavia interdetto dalla pittura, Vostra Altezza rester servita
[92]
. Cos non avvenne, dal momento che la Nativit era ancora
incompiuta al momento della morte di Annibale (e fu in seguito portata a termine dalla bottega).
La profonda afflizione degli ultimi anni lo accompagn sino alla morte, pare senza remissioni significative. Annibale Carracci si spense il
15 luglio 1609, dopo aver compiuto un viaggio a Napoli le cui ragioni sono ancora misteriose.
La data e le circostanze della morte di Annibale sono state tramandate da una lettera del suo grande sostenitore Giovanni Battista
Agucchi, ove, tra laltro, il prelato porta un estremo omaggio al maestro bolognese considerando che: Io non so qual sia l'opinione
degli uomini di coteste parti, ma per confessione dei primi pittori di Roma egli era il primo che vivesse al mondo nella sua arte;
e quantunque da cinque anni di qua non abbia potuto lavorare quasi niente, nondimeno riteneva il suo solito giudizio e
conoscimento
[93]
.
Il giorno del funerale, sul catafalco funebre fu appoggiato il Cristo deriso del maestro, realizzato per i Farnese nel 1596 circa (ora nella
Pinacoteca di Bologna). Fu sepolto, come da sua volont, nel Pantheon, a fianco alla tomba di Raffaello.
Sul luogo della sepoltura ancora possibile leggere liscrizione fatta apporre nel 1674 da Carlo Maratta che commemora legual valore
di Annibale e di Raffaello, di cui in quel tempo si era convinti, ma la loro diversa fortuna.
D.O.M./ HANNIBAL CARACCIUS BONONIENSIS/ HIC EST/ RAPHAELI SANCTIO URBINATI/ UT ARTE, INGENIO, FAMA SIC TUMULO PROXIMUS/
PAR UTRIQUE FUNUS ET GLORIA/ DISPAR FORTUNA/ AEQUAM VIRTUTI RAPHAEL TULIT/ HANNIBAL INIQUAM / DECESSIT DIE XV JVLII AN.
MDCIX AET. XXXXIX/ CAROLUS MARATTUS SUMMI PICTORIS/ NOMEN ET STUDIA COLENS P. AN. MDCLXXIV/ ARTE MEA VIVIT NATURA, ET
VIVIT IN ARTE/ MENS DECUS ET NOMEN, COETERA MORTIS ERANT
Sempre per iniziativa del Maratta sulla tomba venne collocato anche un busto marmoreo di Annibale, eseguito dallo scultore Paolo Naldini, in seguito rimosso.
Gli allievi
Furono allievi e collaboratori di Annibale Carracci (ma anche di suo fratello e di suo cugino) pittori che si riveleranno tra i migliori artisti
del XVII secolo. Pressoch tutti di area bolognese ed emiliana, ma lungamente attivi a Roma che riempirono di capolavori, come
Annibale eccelsero nell'arte dell'affresco
[94]
, fondamentale medium della pittura italiana gi nel medioevo e nel Rinascimento, che grazie a
loro venne traghettata anche nell'epoca barocca, posto che gli altri grandi iniziatori di questo nuovo stile, come Caravaggio
[95]
e Rubens,
non si dedicarono mai a questa tecnica.
I nomi pi noti di questa scuola sono: Guido Reni, Sisto Badalocchio, Giovanni Lanfranco, Francesco Albani e il Domenichino.
Ad eccezione del Reni, che frequent laccademia carraccesca a Bologna per poi avviare una brillante carriera autonoma, gli altri
seguirono Annibale anche a Roma (che raggiunsero nei primi del Seicento) e fino alla morte del maestro fecero stabilmente parte della
sua bottega. Negli ultimi anni della sua vita Annibale, ormai malato e poco attivo, si avvarr molto del loro notevole talento.
Fu in questa fucina che ebbero incubazione sia gli esiti pi alti del classicismo seicentesco (raggiunti dal Reni e dal Domenichino) sia le pi
immaginifiche invenzioni propriamente barocche (sviluppate dal Lanfranco).
Collaboratori meno dotati di questi maestri ma a lungo vicini ad Annibale furono Lucio Massari e Innocenzo Tacconi.
Degno di menzione tra i collaboratori minori del Carracci appare anche Antonio Maria Panico (anchegli bolognese). Bench si tratti di
un pittore oggi poco noto, le fonti su Annibale (Bellori e Malvasia) gli dedicano un certo spazio. Interessanti sono soprattutto le
annotazioni di Bellori che attestano lintervento di Annibale in unopera del Panico (La Messa di Paolo III, nella chiesa del Salvatore a Farnese) o la possibilit che alcuni dipinti
ritenuti opera dellallievo, siano in realt del maestro
[96]
. Tra queste si segnala in particolare una grande Crocifissione con san Francesco e santAntonio da Padova (National
Gallery of Ireland)
[97]
.
Anche il figlio di Agostino, Antonio Carracci, dopo la morte del padre (1602) entr nella bottega romana dello zio Annibale. Data la sua presumibile giovanissima et allavvio di
questa esperienza (ma in verit la sua data di nascita incerta) probabile che egli, nella bottega dello zio, abbia avuto un ruolo marginale.
La fortuna critica
La fortuna critica di Annibale Carracci fu ampia presso i suoi contemporanei, a partire dal giudizio di Giovanni Pietro Bellori che, nella
sua prolusione allAccademia di San Luca, raccolta nello scritto L'idea del pittore, dello scultore, e dell'architetto
[98]
(1664), indic
in Annibale il miglior interprete dellideale di bellezza che compito degli artisti perseguire. Bellezza che, nella visione del Bellori (che
rimanda a concetti molto pi risalenti e mostra un debito nei confronti delle teorie di Giovanni Battista Agucchi), deve s partire dalla
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Giovan Pietro Bellori ritratto con le sue
Vite (Carlo Maratta, 1672 ca.). La sua
visione dellopera di Annibale Carracci
ha influenzato profondamente il
successivo giudizio critico sul pittore
bolognese.
Annibale Carracci o Domenichino?,
Susanna e i Vecchioni, 1600-1605,
Roma, Galleria Doria Pamphilj
rimanda a concetti molto pi risalenti e mostra un debito nei confronti delle teorie di Giovanni Battista Agucchi), deve s partire dalla
natura, ma deve elevarsi ad essa, non potendo lartista, secondo questa impostazione, limitarsi alla sola riproduzione del reale quale esso
appare agli occhi
[99]
.
Per il Bellori, per lappunto, lopera del pi giovane dei Carracci, ed in particolare la sua produzione romana, lesempio da seguire per
raggiungere questo obiettivo.
Elevato, cos, a campione del bello ideale, il Carracci divenne il Nuovo Raffaello, cio lacme della pittura del suo tempo. Di pari
passo, la sua opera - e in particolare gli affreschi della Galleria Farnese
[100]
- assurse a testo imprescindibile nella formazione del gusto
pittorico barocco
[99]
.
Questo giudizio entr in profonda crisi alla fine del Settecento e quasi per tutto lOttocento. In questo torno di tempo, Annibale Carracci
divenne il caposcuola di quello che fu definito, a partire dal Winckelmann, eclettismo, concetto che assumer sempre pi valenza
negativa. In sostanza, questo punto di vista degrad lopera del Carracci alla sola fusione di stili diversi, negandogli vera capacit
creativa
[99]
.
Nel Novecento si assiste ad un lento e parziale recupero del valore di Annibale Carracci. Apr questa rivalutazione Hans Tietze, storico
di formazione viennese, che nel 1906 dedic un saggio
[101]
alla decorazione della Galleria Farnese, interrompendo cos un lunghissimo
silenzio critico sullopera del maestro bolognese. Tappa ancor pi significativa fu la pubblicazione da parte di Denis Mahon dei suoi
Studies in Seicento Art and Theory (1947)
[99]
.
Se questi studi ebbero il merito di riaccendere lattenzione sullarte del Carracci (ormai quasi dimenticata), essi, tuttavia, ne fornirono una visione in una certa misura deformante.
Infatti, ponendosi in linea di continuit con lantica visione belloriana, questo primo processo di rivalutazione individu nell'Annibale Carracci "romano" il capofila della corrente
classicista della pittura barocca italiana, antitetica alla corrente verista, il cui fondatore Caravaggio. In tal modo, per, si obliterava la forte tensione al vivo da cui, a Bologna,
anche Annibale era partito e che egli persegu con decisione, specie negli anni antecedenti al suo trasferimento a Roma
[99]
.
Si cre, cos, una visione dicotomica della parabola artistica di Annibale Carracci, che scisse in termini piuttosto netti il periodo romano e classicista, contrassegnato
dall'assimilazione di Michelangelo, di Raffaello e dellantico, dagli anni bolognesi tanto influenzati dalla pittura padana e veneziana e animati da una forte tensione verista che
vennero sostanzialmente minimizzati come esperienze giovanili, superate, poi, dall'artista una volta giunto a Roma
[99]
.
La mostra sui Carracci, tenutasi a Bologna nel 1956 presso il palazzo dell'Archiginnasio, favor un primo recupero critico anche dellattivit pre-romana di Annibale, ma rimase
fermo il topos storiografico che vedeva nella sua vicenda creativa una drastica soluzione di continuit da verista lombardo a classicista raffaellesco conseguente al suo
approdo sulle sponde del Tevere
[99]
. Anche la fondamentale monografia di Donald Posner (1971), bench testo per molti versi ancora imprescindibile per lo studio di Annibale
Carracci, avall (e consolid) questa concezione
[102]
.
Solo in tempi relativamente vicini, anche riprendendo un'intuizione di Roberto Longhi formulata gi nel 1934
[103]
, si andata delineando una valutazione critica pi matura
dellopera del pi giovane dei Carracci. Giudizio che coglie la sua grandezza nellaver Annibale saputo inventare uno stile propriamente italiano, armonizzando le tante strade
indicate dalle scuole locali che lo hanno preceduto e riuscendo, al tempo stesso, ad evitare che questo programma artistico si risolvesse in una sterile riproposizione del
passato
[104]
. Anzi, aprendo le porte ad una nuova era della storia dell'arte: il barocco.
In questa chiave, bench il lungo, definitivo, soggiorno a Roma ne abbia naturalmente influenzato ed arricchito lo stile, minor credito ha l'idea di una drastica cesura tra Bologna e
Roma, anche perch, come gli studi pi recenti stanno acquisendo, il trasferimento nella citt dei papi non signific affatto labbandono, da parte di Annibale, dei suoi modelli
settentrionali, n, almeno in parte, della sua ricerca realista.
In questa stessa chiave, anche il luogo comune di un Annibale Carracci in tutto antitetico allaltro gigante della pittura italiana del primo Seicento, Michelangelo Merisi, inizia ad
essere oggetto di rivisitazione critica, cogliendosi tra i due maestri pur tra le evidenti e profonde differenze di stili, di interessi artistici e di traiettorie umane e creative anche punti
di contatto e reciproche influenze, percepibli soprattutto durante l'iniziale soggiorno romano di entrambi che fu quasi contemporaneo
[105]
. Anni durante i quali, a Roma, opere come
gli affreschi della Galleria Farnese o il Ciclo di san Matteo della Cappella Contarelli segneranno per i secoli a venire la pittura d'Italia e d'Europa.
Opere
Per approfondire, vedi Opere di Annibale Carracci.
Il catalogo delle opere di Annibale Carracci fu modernamente sistematizzato essenzialmente da Donlad Posner nel suo fondamentale studio Annibale Carracci: A Study in the
reform of Italian Painting around 1590 (Londra, 1971).
La fonte di gran lunga prevalente seguita dal Posner a tal fine sono state le Vite del Bellori. Il progredire degli studi, tuttavia, sta dimostrando che altre fonti, sinora, forse,
sottovalutate (tra le quali in particolare la Felsina Pittrice del Malvasia, ma anche molti inventari secenteschi) hanno consentito di rintracciare quadri di Annibale mai menzionati dal
biografo romano. Il catalogo delle opere di Annibale Carracci, quindi, verosimilmente non pu dirsi ancora definitivo, non potendosi affatto escludere, con il miglioramento dello
sfruttamento di fonti sinora sottoutilizzate, possibili nuove aggiunte
[106]
.
Attribuzioni incerte
A causa della lunga collaborazione con il cugino e con il fratello e del frequente ricorso al contributo degli allievi, specie nei suoi ultimi anni
romani, vi sono alcune opere la cui attribuzione ad Annibale divide la critica.
In particolare, di alcuni dipinti si discute se si tratti delloriginale di Annibale ovvero della copia di un allievo, mentre in altri casi, riguardo
ad opere di datazione presumibilmente anteriore al trasferimento a Roma, la disputa concerne la spettanza al pi giovane dei Carracci
ovvero a suo cugino Ludovico.
Tra i primi si pu menzionare la Susanna e i Vecchioni della Galleria Doria Pamphilj, prevalentemente ritenuta una copia del
Domenichino, ma da alcuni studiosi attribuita senza dubbio ad Annibale, o una Adorazione dei Pastori (National Gallery of Scotland),
egualmente incerta tra lautografia di Annibale o la copia dello Zampieri
[107]
.
Al secondo gruppo appartiene innanzitutto la notevole Flagellazione di Cristo
[108]
del Muse de la Chartreuse di Douai che alcuni
studiosi hanno ritenuto opera di Annibale Carracci, ma per la quale ora prevale lidea della paternit del pi anziano cugino
[109]
, oppure
la Flora della Galleria Estense, parimenti disputata tra Annibale e Ludovico, facente parte della serie di ovali con figure mitologiche realizzata dai Carracci, nei primi anni Novanta
del Cinquecento, per il Palazzo dei Diamanti a Ferrara.
Alcuni problemi attributivi non dissimili, infine, si registrano anche tra Annibale ed Agostino. Un esempio in questo senso rappresentato da un dipinto raffigurante Diana e
Atteone (attualmente a Bruxelles), la cui attribuzione alluno o allaltro dei fratelli oggetto di visioni discordi
[110]
.
Note
1. ^ Si tratta di una delle postille di Annibale Carracci vergate a margine di una copia delle Vite del Vasari, in possesso dello stesso pittore (ora nella Biblioteca comunale di Bologna).
Lannotazione commenta un passo vasariano, relativo al Giambellino e ai coevi pittori veneziani, in cui lo storico aretino considera un limite della pittura veneziana del tempo la pratica
di ritrarre dal vivo, dovuta allassenza, a Venezia, di opere antiche da utilizzare come modello e canone. Considerazione che suscita la ripulsa di Annibale, viceversa convinto fautore
della necessit, per un pittore, di immitare il vivo. Le postille sono una fonte di grandissimo interesse storico perch consentono, pur nella loro sinteticit, di entrare in diretto contatto
con gli ideali di Annibale Carracci in materia di pittura. Anche da questa fonte emerge con chiarezza la polemica antimanierista di Annibale e spesso i suoi commenti alle affermazioni
del Vasari, come nel passo citato, sono impietosi. Sulle postille si veda: Mario Fanti, Le postille carraccesche alle 'Vite' del Vasari: il testo originale, in Il Carrobbio, 1979, V, pp.
6/8/2014 Annibale Carracci - Wikipedia
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del Vasari, come nel passo citato, sono impietosi. Sulle postille si veda: Mario Fanti, Le postille carraccesche alle 'Vite' del Vasari: il testo originale, in Il Carrobbio, 1979, V, pp.
148-164.
2. ^ Montanari, 2012, op. cit., pp. 37-47
3. ^
a

b
Strinati, 2001, op. cit., p. 12.
4. ^ Donald Posner, tra i maggiori studiosi del Carracci, ipotizza, sulla base dellanalisi stilistica delle opere giovanili di Annibale, che egli possa aver svolto un breve allievato, sul finire
degli anni Settanta del Cinquecento, presso la bottega di Bartolomeo Passarotti.
5. ^
a

b

c
Donald Posner, Annibale Carracci (http://www.treccani.it/enciclopedia/annibale-carracci_(Dizionario-Biografico)/_(Dizionario_Biografico)/) in Dizionario Biografico degli
Italiani, vol. 20, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1977. URL consultato il 21 dicembre 2013.
6. ^ Aurorale venetismo che altri autori spiegano diversamente. Non possibile escludere, infatti, che l'esordiente Annibale possa aver visto opere veneziane nei suoi dintorni, mentre negli
stessi anni suo fratello Agostino ha gi consuetudine con Venezia e potrebbe avergli riferito notizie sulla pittura veneziana o fornitogli incisioni, da lui stesso tratte da opere di maestri
veneziani.
7. ^
a

b
Daniele Benati, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, p. 90.
8. ^ Le critiche al dipinto di Annibale mosse dai pittori bolognesi contemporanei sono riferire da Giulio Cesare Malvasia nella sua Felsina pittrice, del 1678.
9. ^ Sulla Crocifissione di Santa Maria della Carit, Daniele Benati, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, p. 136.
10. ^ Marinella Pigozzi, Arte e scienza a Bologna da papa Gregorio XIII a papa Clemente VIII (1572-1605). I Carracci. Dal confronto con la natura all'ideale classico, in Rappresentare
il corpo. Arte e Anatomia da Leonardo all'Illuminismo, Bononia University Press, Bologna, 2004, pp. 136-137.
11. ^
a

b
Strinati, 2001, op. cit., p. 13.
12. ^ Di questopera, tuttavia, manca ogni elemento che ne consenta una datazione anche solo di massima e alcuni storici in particolare Silvia Ginzburg ipotizzano che lopera possa
appartenere ad una fase pi matura di Annibale Carracci.
13. ^ Silvia Ginzburg Carignani, Annibale Carracci a Roma, Roma, 2000, p. 26.
14. ^ Sull'Accademia degli Incamminati, Daniele Benati, Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, p. 126.
15. ^ Per questi aspetti dellaccademismo cinquecentesco si veda Rudolf e Margot Wittkower, Nati sotto Saturno. La figura dell'artista dall'antichit alla Rivoluzione francese, Torino,
Einaudi, 2005, pp. 250-275.
16. ^ Sugli affreschi di Palazzo Fava, Anna Stanzani, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, p. 431.
17. ^ Stando alle fonti (tra le altre Bellori e Malvasia) in quegli anni, a Parma, Annibale ottenne anche lincarico (secondo alcune versioni insieme a suo fratello Agostino) di riprodurre su
tela gli affreschi dellabside dellabbazia di San Giovanni Evangelista, dipinti dal Correggio nei primi anni Venti del Cinquecento. Di questi affreschi, infatti, era stata decisa la distruzione
per ampliare il coro della chiesa, come in effetti avvenne nel 1587. A Parma (Vergine Incoronata e Cristo nell'atto di incoronare), a Capodimonte (figure di santi) e nella National
Gallery londinese (gruppi di teste) vi sono vari dipinti derivanti dai distrutti affreschi dellAllegri, ma la critica non concorde sul fatto che si tratti delle copie carraccesche di cui
testimoniano le fonti (cfr. Silvia Ginzburg Carignani, 2000, pp. 92-93).
18. ^ Una lettera di Agostino Carracci, in laguna gi da qualche tempo, ci informa che il fratello Annibale, a Venezia, vedute le immense macchine di tanti valentuomoni rimasto attonito
e stordito []. Di Paolo [Veronese] poi confessa essere il primo del mondo [] perch pi animoso e pi inventore. La lettera non ha data certa ed collocata tra il 1583 e il
1587.
19. ^ Scheda del dipinto sul sito della Galleria nazionale di Parma (http://www.parmabeniartistici.beniculturali.it/galleria-nazionale-di-parma/galleria/deposizione-con-la-vergine-e-i-santi/35)
20. ^ Scheda del dipinto sul sito delle Royal Collection (http://www.royalcollection.org.uk/eGallery/object.asp?object=404770&row=0&detail=about)
21. ^ SullAllegoria di Hampton Court, Daniele Benati, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, p. 164.
22. ^ Scheda del dipinto sul sito della Gemldegalerie Alte Meister di Dresda (http://skd-online-collection.skd.museum/de/contents/showSearch?id=242847)
23. ^ Alessandro Brogi, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, p. 234.
24. ^ Scheda del dipinto sul sito della Pinacoteca nazionale di Bologna (http://www.pinacotecabologna.beniculturali.it/collezione/percorsi/percorsoEsp_A.php?IDSala=23&IDOpera=59#)
25. ^ Alessandro Brogi, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, pp. 260-261.
26. ^ Particolare degno di menzione a proposito della Pala di San Giorgio che essa una delle poche opere bolognesi ad essere oggetto di una decisa lode da parte del Bellori. Lo storico,
infatti, fu sempre piuttosto parco di elogi nei confronti dellattivit emiliana del Carracci, reputando che il genio di Annibale abbia trovato pieno compimento solo dopo il suo
trasferimento a Roma.
27. ^ Strinati, 2001, op. cit., p. 26.
28. ^ Alessandro Brogi, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, p. 233.
29. ^ Eugenio Riccomini, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, p. 45.
30. ^ Anna Satanzani, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, p. 442.
31. ^
a

b
Ulrich Pfisterer, L' Elemosina di san Rocco di Annibale Carracci e l'innovazione della historia cristiana, in Hochmann, Michel (Hrsg.): Programme et invention dans l'art de la
Renaissance, Roma 2008, pp. 247-269.
32. ^ Scheda del dipinto sul sito della Gemldegalerie Alte Meister di Dresda (http://skd-online-collection.skd.museum/de/contents/showSearch?id=242859)
33. ^ Strinati, 2001, op. cit., p. 29.
34. ^ Silvia Ginzburg Carignani, Annibale Carracci a Roma, Roma, 2000, p. 44.
35. ^ Giovanni Pietro Bellori, Le vite de' pittori, scultori et architetti moderni, Roma: Mascardi, 1672, p. 32.
36. ^ Strinati, 2001, op. cit., p. 35.
37. ^ Cos, nelle sue Vite, il Baglione descrive questa decorazione: vi sono alcuni scompartimenti da lui [Annibale] finti di stucco, che sono tanto belli che paiono rilievi.
38. ^ Silvia Ginzburg Carignani, Annibale Carracci a Roma, Roma, 2000, p. 93.
39. ^ Scheda e galleria fotografica del Camerino di Odoardo Farnese sul Sito dellAmbasciata di Francia in Italia (che ha sede in Palazzo Farnese) (http://www.ambafrance-
it.org/Camerino-d-Ercole)
40. ^ Scheda del dipinto sul sito del Museo di Capodimonte di Napoli (http://www.polomusealenapoli.beniculturali.it/museo_cp/cp_scheda.asp?ID=34)
41. ^ Strinati, 2001, op. cit., p. 32..
42. ^
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b

c
Montanari, 2012, op. cit., p. 19
43. ^ Silvia Ginzburg, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, p. 452.
44. ^ Per unipotesi interpretativa pi approfondita del significato allegorico del ciclo si veda Silvia Ginzburg in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007,
Milano, 2006, pp. 451-457. Per la studiosa gli affreschi della Galleria raffigurano lantagonismo tra lamore spirituale e lamore sensuale a loro volta rispettivamente simboleggiati dalla
Venere celeste lArianna del corteo bacchico al centro del soffitto e la Venere terrena, da individuarsi nella figura femminile sdraiata, in basso a destra, nello stesso quadro riportato.
45. ^ Scheda e galleria fotografica della Galleria Farnese sul Sito dellAmbasciata di Francia in Italia (che ha sede in Palazzo Farnese) (http://www.ambafrance-it.org/Galleria-dei-Carracci)
46. ^ Citazione delle antiche sculture farnesiane che si coglie anche in alcune scene narrative. Ad esempio, il riquadro con Diana e Pan in rapporto con il gruppo scultoreo di Pan e
Dafni (ora allArcheologico di Napoli). Anche nel camerino, del resto, ricorre questo tipo di citazione: oltre al gi evidenziato rimando allErcole Farnese della tela dellErcole al Bivio,
la scena con Ercole che porta il Globo collegabile al celebre Atlante Farnese (anchesso oggi nel museo di Napoli).
47. ^ Giulio Carlo Argan, Storia dell'arte italiana, Firenze, 1979, Vol. II, p. 146.
48. ^ Silvia Ginzburg Carignani, Annibale Carracci a Roma, Roma, 2000, p. 83.
49. ^ Non tutti gli autori concordano con questa data e vi chi la anticipa al 1600, ritenendo quest'ultima datazione pi coerente con quella ufficiale che compare sulla stessa volta e con la
sua dedicazione alle nozze tra Ranuccio e Margherita, celebrate il 7 maggio 1600. La restante decorazione dellambiente e in particolare quella delle pareti pi tarda, collocandosi,
orientativamente, tra il 1602 e il 1606, ed dovuta prevalentemente alla bottega di Annibale, con un ruolo significativo del Domenichino.
50. ^ Si tratta di Giovanni Paolo Bonconti, discepolo di Annibale oggi quasi dimenticato; la lettera dellagosto 1599.
51. ^ Scheda del disegno sul sito del Metropolitan Museum of Art di New York (http://www.metmuseum.org/Collections/search-the-collections/338417)
52. ^ Di mano di Annibale anche la decorazione di alcuni strumenti musicali probabilmente dei clavicembali appartenuti a Fulvio Orsini, raffinato umanista al servizio dei Farnese.
Quel che resta di questi strumenti - tre pannelli in legno con scene mitologiche e bucoliche - si trova alla National Gallery di Londra (Cfr. Patrizia Cavazzini, Il Palazzo e la famiglia
Lancellotti nel primo Seicento, in Collezione di antichit di Palazzo Lancellotti ai Coronari, Roma 2008, p. 28).
53. ^ Scheda del dipinto sul sito del Museo di Capodimonte di Napoli (http://www.polomusealenapoli.beniculturali.it/museo_cp/cp_scheda.asp?ID=35)
54. ^ Sulla Piet di Capodimonte, Carel van Tuyll, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, p. 376.
55. ^ Scheda del dipinto sul sito del Polo Museale Fiorentino (http://www.polomuseale.firenze.it/invpalatina/scheda.asp?position=1&ninv=220#)
56. ^ Strinati, 2001, op. cit., p. 43.
57. ^ Roberto Zapperi, Odorado Farnese (http://www.treccani.it/enciclopedia/odoardo-farnese_(Dizionario-Biografico)/_(Dizionario_Biografico)/) in Dizionario Biografico degli Italiani,
vol. 45, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1995. URL consultato il 20 maggio 2014.
58. ^ Sull'opera, Silvia Ginzburg, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, p. 380.
59. ^ Montanari, 2012, op. cit., p. 34
60. ^ La scelta della tavola, supporto ormai poco usato al tempo, su cui il dipinto fu realizzato, in luogo della tela, fu espressamente imposta dalla committenza. Anche Caravaggio,
uniformandosi a questa indicazione, esegu le prime versioni della Crocifissione di Pietro e della Conversione di Saulo su tavola. Per motivi non noti questi due dipinti vennero sostituti
dagli attuali che sono invece sulla pi consueta tela.
61. ^ Scheda del dipinto sul sito Metropolitan Museum of Art di New York (http://www.metmuseum.org/Collections/search-the-collections/435853)
62. ^ Scheda del dipinto sul sito della National Gallery di Londra (http://www.nationalgallery.org.uk/paintings/annibale-carracci-christ-appearing-to-saint-peter-on-the-appian-way)
63. ^ Silvia Ginzburg Carignani, Annibale Carracci a Roma, Roma, 2000, pp. 111-115.
64. ^ Strinati, 2001, op. cit., p. 46.
65. ^
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b
Rudolf Wittkower, Arte e architettura in Italia. 1600-1750, Torino, 2005, p. 53 e p. 426.
66. ^ Flavio Caroli, Il volto e l'anima della natura, Milano, 2009, pp. 44-47.
67. ^ Daniele Benati, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, pp. 70-85.
6/8/2014 Annibale Carracci - Wikipedia
http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Annibale_Carracci&printable=yes 9/10
Fonti
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Giovanni Battista Agucchi, Trattato della pittura, 1646.
Francesco Scannelli, Il microcosmo della pittura, 1657.
Giovanni Pietro Bellori, Vite de' pittori, scultori e architetti moderni, 1672.
Luigi Pellegrini Scaramuccia, Le finezze de' pennelli italiani, 1674.
Carlo Cesare Malvasia, Felsina Pittrice, 1678.
Bibliografia essenziale
Tomaso Montanari, Il Barocco, Einaudi, Torino, 2012, ISBN 9788806203412.
Silvia Ginzburg, La Galleria Farnese, Electa Mondadori, Milano, 2008.
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Henry Keazor, Il vero modo. Die Malereireform der Carracci (http://www.amazon.de/Il-vero-modo-Henry-Keazor/dp/3786125619), Gebrueder Mann Verlag, 2007.
Erwin Panofsky, Idea. Contributo alla storia dell'estetica, Bollati Boringhieri, Torino, 2006.
Daniele Benati e Eugenio Riccomini (a cura di), Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Testi di: Daniele Benati, Alessandro Brogi,
Andrea Emiliani, Silvia Ginzburg, Eugenio Riccomini, Anna Stanzani, Claudio Strinati, Carel van Tuyll van Serooskerken, Mondadori Electa, Milano, 2006.
Caudio Strinati, Annibale Carracci, Giunti, Firenze, 2001, ISBN 88-09-02051-0.
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Roberto Zapperi, Annibale Carracci, Einaudi, Torino, 1988.
Giuliano Briganti, Andr Chastel, Roberto Zapperi (a cura di), Gli amori degli dei: nuove indagini sulla Galleria Farnese, Edizioni dell'Elefante, Roma, 1987.
Charles Dempsey, Annibale Carrache au Palais Farnse, Ecole francaise de Rome, Roma, 1981.
Gianfranco Malafarina, L'opera completa di Annibale Carracci, con prefazione di Patrick J. Cooney, Rizzoli Editore, Milano, 1976.
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Donald Posner, Annibale Carracci: A Study in the reform of Italian Painting around 1590, Phaidon Press, Londra, 1971.
67. ^ Daniele Benati, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, pp. 70-85.
68. ^
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b
Alessandro Brogi, in Annibale Carracci, Catalogo della mostra Bologna e Roma 2006-2007, Milano, 2006, p. 220.
69. ^ Molte sono le teste di carattere dipinte o disegnate da Annibale. Flavio Caroli, in La storia dell'arte raccontata da Flavio Caroli (Milano, 2011), pp. 19-20, mette questattivit del
Carracci (e quella di caricaturista) in linea di continuit con gli studi di fisiognomica di Leonardo da Vinci.
70. ^ Ritratto di donna cieca rivolta verso sinistra; Scheda del dipinto sul sito del Sistema museale del Comune di Bologna (http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/1627)
71. ^ Ritratto di donna cieca rivolta verso destra; Scheda del dipinto sul sito del Sistema museale del Comune di Bologna. (http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/1628)
72. ^ Silvia Ginzburg, The Portrait of Agucchi at York Reconsidered, in The Burlington Magazine, Vol. 136, N. 1090, 1994, pp. 4-14.
73. ^ Sull'attivit incisoria di Annibale Carracci, Maurizio Calvesi e Vittorio Casale, Le incisioni dei Carracci, Roma, 1965.
74. ^ Solo agli esordi della sua carriera, nei primissimi anni Ottanta, registrata unattivit di traduzione anche da parte di Annibale che in quegli anni ha trasposto in incisione una pala
daltare realizzata a Bologna da Lorenzo Sabbatini e Denijs Calvaert.
75. ^ un buon esempio di questa pratica proprio lattivit incisoria di Agostino Carracci che ha tradotto in stampe numerosi capolavori di Tiziano, del Veronese e del Tintoretto.
76. ^ Strinati, 2001, op. cit., p. 31.
77. ^ Ludwig Mnz, Rembrandt's Etchings, Londra, 1952, Vol. I, p. 40.
78. ^ Scheda dellincisione sul sito del British Museum di Londra (http://www.britishmuseum.org/research/collection_online/collection_object_details/collection_image_gallery.aspx?
assetId=22147&objectId=683803&partId=1)
79. ^ Scheda dellincisione sul sito del Sistema museale del Comune di Bologna (http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/237)
80. ^ Scheda dellincisione sul sito del Sistema museale del Comune di Bologna (http://collezioni.genusbononiae.it/products/dettaglio/158)
81. ^ Scheda del disegno sul sito della National Gallery di Londra (http://www.nga.gov/exhibitions/car_50.shtm)
82. ^ Scheda del disegno sul sito della Royal Collection Trust del Windsor Castle (http://www.royalcollection.org.uk/collection/902028/rcin-902028)
83. ^ Daniele Benati, Annibale Carracci e il vero, Milano, 2007, pp. 22-23.
84. ^ Scheda di una delle incisioni di Guillain (il Padellaro) dai disegni di Annibale Carracci per Le Arti di Bologna sul sito del British Museum di Londra
(http://www.britishmuseum.org/research/collection_online/collection_object_details.aspx?objectId=1551522&partId=1&searchText=arti+di+bologna&people=129967&page=1)
85. ^ Le Arti di Bologna furono pubblicate a cura di Giovanni Antonio Massani (utilizzando lo pseudonimo Giovanni Atanasio Mosini) con il titolo di Diverse Figure al numero di ottanta,
Disegnate di penna Nell'hore di ricreatione da Annibale Carracci intagliate in rame, e cavate dagli Originali da Simone Guilino Parigino, dedicate a tutti i Virtuosi et Intendenti
della Professione della Pittura, e del Disegno (in Roma, nella stamperia di Ludovico Grignani, 1646).
86. ^ Silvia Ginzburg Carignani, Annibale Carracci a Roma, Roma, 2000, p. 20.
87. ^
a

b
Attilio Brilli, Dalla satira alla caricatura, Bari, 1985, pp. 209-211.
88. ^ Scheda del disegno sul sito del British Museum di Londra (http://www.britishmuseum.org/research/collection_online/collection_object_details.aspx?
objectId=714717&partId=1&searchText=annibale+carracci+sheet&page=1)
89. ^
a

b

c
Sulla patologia di Annibale Carracci si veda Rudolf e Margot Wittkower, op. cit., p. 128.
90. ^ In particolare, il compenso che Odoardo diede ad Annibale per gli affreschi della Galleria fu incredibilmente esiguo, pari a soli 500 scudi. Basti pensare che Pietro Aldobrandini, per il
solo Domine, quo vadis?, pag ben 200 scudi con laggiunta del dono di una medaglia.
91. ^ Clovis Whitfield, 2012.
92. ^ Maria Cristina Terzaghi, Caravaggio, Annibale Carracci, Guido Reni tra le ricevute del banco Herrera & Costa, Roma, 2007, p. 229
93. ^ Questa lettera dellAgucchi ci nota in quanto riportata dal Malvasia nella Felsina Pittrice.
94. ^ Rudolf Wittkower, Arte e architettura in Italia. 1600-1750, Torino, 2005, pp. 62-64.
95. ^ Il Merisi in effetti esegu una pittura murale presso il Casino Ludovisi, ma non si tratta di un affresco, bens di un olio su muro.
96. ^ Il Posner, tuttavia, pur ammettendo che il Panico possa aver goduto dei consigli di Annibale Carracci per la realizzazione di queste opere, esclude che vi sia stato un diretto intervento
del maestro; cfr. Donald Posner, Antonio Maria Panico and Annibale Carracci, in The Art Bulletin, LII, 1970, pp.181-183.
97. ^ Scheda del dipinto sul sito della Fondazione Federico Zeri (http://fe.fondazionezeri.unibo.it/catalogo/scheda.jsp?
decorator=layout&apply=true&tipo_scheda=OA&id=58950&titolo=National+Gallery+of+Ireland+%2c+Annibale+Carracci.+Christ+on+the+Cross+with+Saint+Anthony+%26amp%3b+Saint+Francis)
98. ^ Utilizzato poi come prologo delle sue fortunatissime Vite del 1672.
99. ^
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f

g
Silvia Ginzburg Carignani, Annibale Carracci a Roma, Roma, 2000, pp. 3-33.
100. ^ Episodio eloquente della fortuna, non solo italiana, degli affreschi farnesiani nel corso del Seicento, il progetto, caldeggiato dal Nicolas Poussin e Charles Le Brun, di fare una
riproduzione integrale della Galleria Farnese nel Palazzo delle Tuileries a Parigi, progetto avviato ma non portato a termine (Cfr. Evelina Borea, Annibale Carracci e i suoi incisori,
Roma, 1986, p. 526).
101. ^ Hans Tietze, Annibale Carraccis Galerie im Palazzo Farnese und seine rmische Werkstatte, in Jahrbuch der Kunsthistorischen Sammlungen, XXVI (1906-1907), pp. 49-182.
102. ^ Secondo Posner gli ultimi influssi padani, e correggeschi in particolare, si coglierebbero solo nelle opere eseguite nei primissimi tempi del soggiorno romano e segnatamente nel
camerino Farnese. Cfr. Donald Posner, Annibale Carracci: A Study in the reform of Italian Painting around 1590, Londra, 1971, pp. 83-87.
103. ^ Roberto Longhi, Momenti della pittura bolognese, in L'Archiginnasio, XXX, 1934.
104. ^ Montanari, 2012, op. cit., pp. 39-40
105. ^ Silvia Ginzburg Carignani, Annibale Carracci a Roma, Roma, 2000, pp. 94-117.
106. ^ Sulla questione, Carel van Tuyll van Serooskerken, Note su alcuni quadri carracceschi provenienti dalla collezione Farnese, in Les Carraches et les dcors profanes. Actes du
colloque de Rome (2-4 octobre 1986), Roma, 1988, pp. 39-63.
107. ^ Unimmagine del dipinto (https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:17th-
century_paintings_of_adoration_by_the_shepherds#mediaviewer/File:Domenichino_%28Domenico_Zampieri%29%2C_The_Adoration_of_the_Shepherds%2C_c._1607-
10%2C_Oil_on_canvas%2C_143_x_115cm%2C_National_Gallery_of_Scotland.jpg)
108. ^ Scheda del dipinto sul sito dellassociazione dei curatori darte dei musei del Nord-Passo di Calais
(http://collection.musenor.com/application/moteur_recherche/consultationOeuvre.aspx?idOeuvre=377190)
109. ^ Per le diverse posizioni critiche sulla spettanza della Flagellazione di Douai a Ludovico o Annibale cfr. A. Emiliani (a cura di), Ludovico Carracci, Bologna, 1993, pp. 15-16.
110. ^ Scheda del dipinto sul sito dei Muses royaux des Beaux-Arts de Belgique (http://www.fine-arts-museum.be/fr/la-collection/annibale-carracci-attribue-a-diane-au-bain-surprise-par-
acteon?artist=carracci-annibale-1)
6/8/2014 Annibale Carracci - Wikipedia
http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Annibale_Carracci&printable=yes 10/10
Donald Posner, Annibale Carracci: A Study in the reform of Italian Painting around 1590, Phaidon Press, Londra, 1971.
John Rupert Martin, The Farnese Gallery, Princeton University Press, Princeton, 1965.
Rudolf Wittkower, Art and Architecture in Italy, 1600-1750, Penguin Books, Harmondsworth, 1958.
Denis Mahon (a cura di), Mostra dei Carracci, 1 settembre-25 novembre 1956, Bologna. Palazzo dell'Archiginnasio; Catalogo critico dei disegni, Edizioni Alfa,
Bologna, 1956.
Gian Carlo Cavalli (a cura di), Mostra dei Carracci, 1 settembre-25 novembre 1956, Bologna. Palazzo dell'Archiginnasio; Catalogo critico delle opere, Edizioni
Alfa, Bologna, 1956.
Rudolf Wittkower, The drawings of the Carracci in the collection of Her Majesty the Queen at Windsor Castle, Phaidon Press, Londra, 1952.
Denis Mahon, Studies in Seicento Art and Theory, The Warburg Institute University of London, Londra, 1947.
Voci correlate
Carracci
Accademia degli Incamminati
Agostino Carracci
Ludovico Carracci
Gabriele Bombasi
Giovanni Battista Agucchi
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Voce in Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani.it, 1977 (http://www.treccani.it/enciclopedia/annibale-carracci_(Dizionario-Biografico)/)
ECA - Catalogo on-line del patrimonio artistico degli Estensi sparso per i musei del mondo (http://eca.provincia.fe.it/)
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