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Crepuscolarismo

Il critico Giuseppe Antonio Borgese coni il termine Crepuscolarismo per indicare che quello era il
crepuscolo di una grande stagione di poesia aperta si con Foscolo, Leopardi e Manzoni protrattasi
per tutto il 1800. Il termine denot la lirica di alcuni scrittori che prima indipendentemente l'uno
dall'altro poi in un gioco di reciproci influssi elaborarono la poetica delle buone cose di pessimo
gusto, degli ambienti provinciali, scialbi, monotoni, della tetraggine delle Domeniche in piccole
citt di provincia, in servette spaurite di sperdute stanzioncine ferroviarie, tutte le cose monotone e
malinconiche del vivere quotidiano. Questa poetica portava alle estreme conseguenze, quella
limitazione del margine concesso alla poesia, gi proprio del Pascoli : incapaci di cogliere la poesia
nel mondo moderno ed industrializzato che essi negarono per primi, avvertendone l'alienazione,
incapaci di rivivere i miti eroici e civili del 1800, i Crepuscolari si rifugiavano sconfitti e feriti in un
passato immaginato poetico, in una infanzia mitizzata nostalgicamente in piccole cose riconosciute
brutte ma buone in una apatica senilit. Per certi versi i Crepuscolari ripresero alcuni motivi del
realismo minore del secondo 1800 o di certi momenti degli Scapigliati. Alla tematica delle piccole
cose nei Crepuscolari faceva riscontro la scelta di una scrittura volutamente prosastica e quotidiana,
dove i metri, il lessico, lo stile, davano l'impressione di un discorrere alla buona, diseroizzato e
dimesso. Tra i poeti che costituirono la scuola ricordiamo Sergio Corazzini, morto a 21 anni di Tisi,
Marino Moretti, Corrado Govoni e Aldo Palazzeschi, che per inizi l'esperienza Crepuscolare ma
poi scelse altre vie artistiche. Indubbiamente il poeta pi importante e significativo del movimento
Guido Gozzano.

Futurismo

Assai pi complesso e storicamente pi significativo fu il futurismo, a suo modo complementare al
Crepuscolarismo tanto che molti scrittori passarono dall'una all'altra corrente o le alternarono. Il
termine fu usato per indicare il rifiuto delle poetiche dei modi di pensiero del passato in una
proiezione rumorosa verso il futuro. Non pi il rifugiarsi nella provincia ma la celebrazione urlata
della citt, delle macchine e di tutto ci che distingueva la civilt moderna. Il movimento che si
defin in una serie assai ricca di manifesti si estese dalla letteratura alle arti figurative, alla musica,
all'urbanistica, alla politica, accogliendo artist di ogni genere. Ad esempio il pittore U. Boccioni.
Inizialmente il futurismo ebbe una impostazione anarcoide e socialisteggiante e fu animato da una
rivolta anti borghese per cui, in un primo momento, gli operai lo appoggiarono, mentre la borghesia
lo contrastava sdegnata. Ma questa carica sociale che fu essenziale nel futurismo di altri paesi (si
pensi alla Russia e a scrittori come Majakovskij) presto venne meno e il futurismo italiano si defin
sempre pi come un modo nazionalistico, espressione di quel sovversivismo.
Questo pessimismo di destra che doveva poi sfociare dopo la prima guerra mondiale nel fascismo,
infatti tanti futuristi furono fascisti. Gi il primo manifesto del futurismo di Filippo Tommaso
Marinetti (1909) affermava di voler liberare l'Italia dalla sua cancrena di professori, archeologi,
antiquari e di voler esaltare in letteratura il movimento aggressivo L'insonnia febbrile, il passo di
corsa, lo schiaffo ed il pugno, la bellezza della velocit, la guerra come sola igiene del mondo, il
militarismo : tutti miti di cui si alimentarono i fascismi e i nazionalismi.
I futuristi si pongono al polo opposto dei crepuscolari. Questi amavano le cose umili, i toni
sommessi e quelli esaltavano l'attivismo, la vita eroica, le macchine e i toni gridati.
Il futurismo mirava a negare e distruggere le tecniche espressive conosciute piuttosto che costituirne
di nuove : famose sono le cosiddette parole in libert, cio disporre i sostantivi a caso cos come
nascono nella mente del poeta o dello scrittore, usare il verbo all'infinito, abolire l'aggettivo, abolire
l'avverbio, abolire la punteggiatura, ogni sostantivo deve avere il suo doppio (cio deve essere
seguito senza congiunzione da un altro sostantivo a cui legato per analogia, per esempio : donna-
golfo, piazza-imbuto). Le immagini quindi disposte secondo un maximum di disordine.

Esempio di parole in libert, tratto da un testo di Marinetti, Zang Tung Tung del 1914. Questo
brano vuole rappresentare attraverso effetti sonori e visivi, l'assedio di Adrianopoli a cui lui
partecip. Il titolo bombardamento, comincia senza maiuscola, senza punteggiatura. Quando lui
lo leggeva in pubblico il popolo andava in delirio. Il pubblico era affascinato dalla sua foga
declamatoria ~> per ricordare il suono di un bombardamento.

Il valore storico del futurismo letterario o artistico non in ci che esso ha prodotto ma nella sua
negazione di ci che appariva ineliminabile.
Come fenomeno letterario il Futurismo positivo perch interviene per sprovincializzare la cultura
e la mentalit letteraria, avvicinando la ad una sensibilit europea. Tuttavia negativo per gli
orientamenti politici che assumer che lo avvicineranno al fascismo. Pur in apparenza diversissimi i
Crepuscolari ed i Futuristi rappresentano uno stesso momento spirituale, svolto in due maniere
diverse ~> sono due facce della stessa medaglia. Per i Crepiscolari il distacco dal passato e il
rinnovamento degli elementi formali passa attraverso la riduzione della poesia a prosa. Mentre i
futuristi mirano alla disintegrazione del discorso sintattico. I primi, i Crepuscolari, scoprono il
vuoto ideale della civilt contemporanea, simboleggiato dal grigiore della vita quotidiana, i secondi
esaltano la civilt meccanica. Per il Crepuscolarismo un movimento esclusivamente letterario, il
Futurismo invece sconfina nell'area sociale e politica. Dopo il primo manifesto futurista del 1909 se
ne ebbero almeno altri 17 : i pi noti sono quelli dei pittori futuristi, della musica futurista, della
scultura futurista. Fondatore e massimo esponente del futurismo fu Fillippo Tommaso Marinetti.

























Luigi Pirandello


La poetica di Pirandello

I temi fondamentali della poetica di Pirandello sono quattro.
1. Il contrasto fra illusione e realt ;
2. Il sentimento del contrario ~> per chiarire che cosa debba intendersi per sentimento del
contrario, Pirandello fa ricorso ad una esemplificazione, efficace nella sua semplicit quasi
banale. Il brano a cui facciamo riferimento si intitola "Una vecchia signora parata come un
pappagallo". Il comico l'avvertimento del contrario, l'umorismo il sentimento del
contrario. Il primo moto di riso, ma poi subentra la riflessione e quindi si ha il sentimento
del contrario. La stessa definizione di umorismo legata a questo contrasto continuo fra una
nostra illusione di perfezione e una volont beffarda che si divere a farci vedere il rovescio
della medaglia, cio l'altra faccia delle cose e degli uomini e la deforma in una smorfia che
non si sa se di riso o di pianto. Nell'opera umoristica la riflessione si mette sempre di
fronte al sentimento e lo analizza spassionatamente, ne scompone l'immagine e fa nascere il
sentimento del contrario. Cos ogni illusione viene distrutta dall'implacabile apparire del suo
contrario. Persino l'illusione di essere una sola persona e di conoscere la nostra anima.
3. Il sentimento della casualit ;
4. Il suo atteggiamento anti retorico.


L'umorismo

Le radici della polemica pirandelliana si possono ricondurre al fondamentale pessimismo di fronte
alla possibilit che l'uomo ha di conoscere se stesso e la realt e persino di comunicare con gli altri.
Secondo l'autore la realt flusso continuo di divenire che incessantemente si manifesta attraverso
forme sempre nuove e nuovi modi di essere. La consapevolezza da parte dell'uomo che ogni cosa
muta intorno a se e dentro di se. A differenza degli altri esseri della natura che vivono senza sentirsi
vivere. "All'uomo nascendo toccato questo triste privilegio di sentirsi vivere" (cit. Dal saggio
umorismo), perci l'uomo vuole dare consistenza alla sua realt e attribuire un valore oggettivo alla
sua conoscenza del mondo, cercando di fissare stabilmente in "forme" (che si riveleranno fittizie) il
flusso della vita. Queste forme sono i concetti, gli ideali, le finzioni, i valori, i ruoli e ogni
costruzione della mente. L'uomo con la "macchinetta infernale che la natura volle regalargli", cio
la logica, tende a fissare ci che mobile, e a dare valore assoluto a ci che relativo. In questa
visione della vita, dove la consapevolezza della imprevedibilit, casualit, relativit della vicende
umane, genera inquietudini, smaschera le illusioni, da luogo ad un sentimento di sconfitta ed
impotenza e in essa sono riflesse le ragioni storiche di una crisi profonda dell'Italia fra la fine
dell'Ottocento e inizi novecento. D'altra parte quest'ottica relativistica si inquadra in una concezione
europea e occidentale che tende a staccarsi dal dogma, dalle certezze, e anche in campo letterario
cerca nuove forme narrative come il romanzo. A questa concezione relativistica, si ispira tutta la
produzione pirandelliana, dove il frantumarsi dell'io in molteplici aspetti, la sconcertante
contraddizione tra ci che e ci che appare tra due o pi verit diventano motivo tematico
dominante. Coerentemente, con i punti fondamentali della sua poetica, Pirandello porta avanti
un'idea della narrazione e della rappresentazione drammatica condotta attraverso la sperimentazione
ininterrotta di forme diversificate, tant' che egli rimane sino alla fine uno scrittore teatrale, ma
anche di novelle e romanzi.
L'opera

L'opera narrativa di Pirandello comprende sotto il titolo complessivo di "Novelle per un anno"
quindici raccolte e i "Ventun racconti aggiunti" e sette romanzi.
Le novelle sono state oggetto di una continua rielaborazione che lavor fino agli ultimi anni della
sua vita per ordinarle in un unico corpus. I critici hanno tentato di classificarle in "siciliane" e
"borghesi" oppure in "veristiche" o "surreali" dell'ultima fase. Ma queste classificazioni non sono
esaustive, poich la novella di Pirandello sfugge alla fissit e alla compiutezza della forma unica e
come procidmento propositivo ha un procedimento umoristico: il personaggio sorpreso in una
situazione di quotidianit ed condotto in un regime di crisi casualmente da un evento qualsiasi (il
fischio di un treno, la visione improvvisa della luna, un incontro accidentale ecc.) che rompe il
meccanismo convenzionale della vita sociale o psicologica.
I romanzi: l'esclusa, il Turno (1902), il fu Mattia Pascal (1904).

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