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incontriamoci

In queste settimane, iniziano gli incontri di catechesi per i ragazzi -


adolescenti, per i giovani e per gli adulti: un impegno che la nostra
comunit parrocchiale vuole vivere con generosit e con seriet. Lo scopo
quello di conoscere sempre meglio il mistero di Dio, la redenzione
operata da Ges, la nostra appartenenza alla Chiesa, il nostro ruolo di
cristiani in un mondo continuamente in evoluzione.
Ma perch tutto questo? Non sono gi cristiano?
Non ho forse gi fatto la cresima? Non mando i miei figli in; chiesa? Non
faccio gi del bene? Non vado forse a messa la domenica? Che necessit
c di andare ancora a catechismo, fare un lavoro di riscoperta e di
conversione? E poi, non ho tempo da perdere.
Ho tante altre cose pi importanti da fare.
Questi e altri pensieri verranno in mente a tanti cristiani anche di Ronago,
mentre leggono questo invito ad essere presenti agli incontri che stiamo
organizzando presso il centro parrocchiale.
Ma perch parlare soprattutto continuamente, in questo Anno Santo, di
conversione, di riconciliazione, di rinnovamento e riscoperta?
A volte viene quasi la voglia di essere " grandi peccatori " per poter poi
sperimentare un. momento forte di incontro con Dio e per poter poi dire
che nella nostra vita cambiato qualcosa, perch, se osserviamo
attentamente, la nostra fedelt a Dio una fedelt mai pienamente
vissuta, ma nemmeno veramente tradita... Se non sentiamo la bellezza e
la gioia dellincontro con. Dio, molto dipende dal fatto che continuiamo a
vivere una certa vita cristiana sorretti da una fede che talvolta sembra
essere solo un bisogno di fede o perch siamo confortati da buone
abitudini, da un ambiente ancora cristianizzato.
Come pure, se ci troviamo nella condizione di "non riuscire a fare peccati
o quasi", lo perch non sappiamo pi che cosa sia peccato o non
peccato e adagio adagio ci siamo allontanati dal senso del Dio di amore e
di misericordia, dalla sua Parola.
Proprio per questo mi sembra necessario per tutti, bambini, ragazzi,
giovani, adulti pi o meno avanti negli anni, un cammino di riscoperta e di
conversione; un cammino segnato da piccoli passi, alla nostra portata, ma
sempre un cammino e un cammino nella gioia crescente. Diceva Papa
Paolo VI: "II Signore vuol farci soprattutto comprendere che la conversione
richiesta un mettersi sulla strada giusta, progredire nella vera libert e
nella gioia. risposta ad un invito che proviene da Lui, pieno di amore,
rispettoso e pressante nello stesso tempo."
II significato essenziale del nostro trovarci insieme per questi incontri sta
proprio qui, in un rapporto nuovo, rinnovato con Dio, un sentirci a casa con
lEmanuele, il Dio con noi.
2
personaggi di Ronago
Padre
Ercole Fontana
Il 6 novembre ricorreva lanniversario della
morte di un uomo che, certamente molti a
Ronago non hanno dimenticato: Padre Ercole
Fontana.
Siamo andati a Casanova a far visita alla
sorella, perch vogliamo sapere qualcosa di
pi della sua data di morte, perch anche
quelli che non l'hanno conosciuto possano
avere unimmagine di colui che -stato il
primo missionario di Ronago.
La signora Tina appare alquanto indaffarata e
ci viene incontro asciugandosi le mani
grondanti di acqua nel grembiulone. Abbiamo
paura di non aver scelto il momento pi
adatto, ma notiamo invece che ben contenta
di abbandonare la sua occupazione per sedersi
con noi a parlare del fratello.
Padre Ercole nacque il 7 ottobre dellanno
1900. Di carattere allegro e vivace, aveva
manifestato fin da bambino il desiderio di
diventare un "uomo di Dio" e, non ancora
diciottenne, vorrebbe lasciare la sua casa per
seguire questo richiamo. Ma sono gli anni
della prima guerra mondiale
,
altri suoi fratelli
sono al fronte, per cui la madre gli nega il
permesso: per il momento il suo ruolo deve
essere quello di sostenere la famiglia.
Ubbidiente, continua il suo lavoro girando di
casa in casa con il cesto, vendendo i prodotti
della sua terra. A questo punto la sorella
sorride, ricordando un certo episodio. Una
sera, al ritorno dai campi, con la sorella di
poco pi di sei anni seduta nel gerlo, aveva
incontrato Don Carlo Verga, l'allora Parroco
di Ronago. Il fervore con cui discuteva con ii
sacerdote gli aveva fatto dimenticare
completamente il tempo che passava e la
sorellina in spalla, e si era accorto di lei solo
quando a. casa aveva deposto il gerlo,
trovandola addormentata sul fondo.
Sul tavolo comparsa una foto che. ritrae un
avvenente giovanotto in divisa. Spalanchiamo
gli occhi, increduli
,
difficile collegare la foto
con limmagine seguente che ritrae un
barbuto missionario dallaria. cos mite.
Eppure proprio lui, ai tempi in cui faceva
parte della Guardia di Finanza. Non vi rimane
molto, per, perch una volta raggiunta la.
maggiore et, con un certo rammarico da.
parte della madre, decide che non pu pi
aspettare e parte per Torino.
Dopo tre anni di studi, un breve ritorno a
casa; il tempo di salutare la famiglia e quindi
la partenza per l'India, dove il 6 novembre.
del 1938 celebra la sua prima messa a
Shillong. Per pi di vent'anni le uniche notizie
del padre salesiano giungono per lettera
A quel tempo non vi erano altre missioni nella
zona, i mezzi di trasporto erano praticamente
inesistenti, e Padre Ercole specializzato in
erboristeria, curava malati con infusi di erbe:
chilometri e chilometri in bicicletta dove era
possibile, o addirittura caricandosela sulle
spalle dove il percorso era impraticabile.
Nei suoi due unici viaggi di ritorno a. casa,
era ripartito stracarico di offerte che
tramutava in merce utile alla "sua gente".
L'ultimo rientro fu attorno a maggio del 1964.
Ripartito verso la fine di ottobre, mor in
confessionale nella sua missione, il 6
novembre del 1964, esattamente 26 anni dalla
celebrazione della prima messa.
L'immagine dolce di Padre Ercole rimarr nel
cuore di tutti coloro che lhanno conosciuto.
Nei pressi di Shillong, nel villaggio dove a
lungo aveva prestato la sua opera, sorge una
cappella in suo nome. Un ricordo di chi per
tanti anni aveva amato cos da vicino.
3
GAM
notizie di Suor
Amelia
Kaceliba, 2-10-83
Carissimi Gamiti e Comparrocchiani tutti,
come state? Come va la vita a
Ronago?
Sapete quanto vi penso e. quanto vi seguo!
S
,
sia per riconoscenza, sia perch vi voglio
bene. In questi giorni poi, vi sento molto
presenti e vicini e sapete perch? Perch il
mese Missionario e Mariano, ma anche
perch venti anni fa e precisamente il 3
ottobre 1963 lasciavo la mia casa, il mio
paese, voi tutti per seguire. Colui che mi
chiamava ad essere. missionaria in prima
linea. Potete immaginare la mia gioia di
questanno e di questi giorni nel rivedere e
ripensare a questi venti anni e agli anni
precedenti! In poche parole sento di dire che
sono molto, molto riconoscente al Signore
per questa chiamata, ma altrettanta
riconoscenza lho per voi tutti, Chiesa di
Ronago, Chiesa Missionaria gi da molti
anni, Chiesa che stata la fonte di questa
mia vocazione, Chiesa nella quale sono nata
e cresciuta con voi, ho avuto tutti gli aiuti
necessari per non resistere a Colui che mi
chiamava e mandava lontano da voi ma: con
VOI, si, con VOI e vi confesso con tanta
gratitudine che questa nostra unione
presente e viva lho sempre sentita ed
sempre stata per me una grande forza:
GRAZIE!
E ringraziamo insieme il Signore per questa
nostra Missionariet! E ringraziamolo anche
per quelle volte che, pieni di tanti impregni e
preoccupazioni, non riusciamo a capirne
profondamente il valore,,,, quando un po
dura..., quando ci sono in noi delle paure...,
quando ci siamo lasciati un po andare..., eh
s, perch questi momenti possono diventare
delle grandi tappe per vivere sempre, meglio
il nostro Cristianesimo, la nostra
missionariet e raggiungere. la Santit. E
sapete come fare? Vi dico la mia piccola
esperienza. Basta che mi fermi dei piccoli
momenti, durante i quali, cerco di ascoltare
lAmelia amata e scelta da Ges per essere
luce, conforto, amore fra e per tanta gente.
Che riprese! S, perch la nostra chiamata
cristiana e missionaria non consiste che in
questo! E allora? Auguroni! Col proposito di
fermarci ancora di tanto in tanto e ascoltare
LUI che ci ha scelto e noi che abbiamo
risposto a questa scelta.
Senzaltro avete meditato la Liturgia di oggi,
che forza!
Dio infatti non ci ha dato uno spirito di
timidezza, ma di forza, di amore, di
saggezza..."
Predichiamolo dunque con le mille iniziative
che Lui ci ispira..., preghiera, buon esempio,
sacrificio, proclamazione della Parola,
impegni vari, dono, ecc. ecc. Ci che conta
che diventiamo sempre pi Cristiani,
Missionari.
Le notizie di Kacheliba, ho pensato di
mandarvele tramite il ciclostilato di P.
Antonio che la realt di ci che stiamo
vivendo. E poi, siccome lo manda a tutti i
benefattori della nostra Missione, pi che
giusto che anche voi la riceviate. Cos, con P.
Antonio e con i Pokot vi ringrazio moltissimo
per i vostri vari impegni a favore delle
Missioni.
Ho saputo da D. Antonio che state
organizzando un mese Missionario favoloso,
so che pregate tanto pure per me in questo
tempo e perci gradite ancora una volta il
mio grosso, grosso e sentito GRAZIE!
Cercher di ricambiare... Grazie anche per il
1.500.000.- ricevuto qualche mese fa che,
insieme labbiamo destinato per avere un
locale dove io possa insegnare alle donne e
alle ragazze anche le poche volte che piove
e te tante volte che il sole batte.
Ed ora
,
nella certezza che pure voi, ognuno
in particolare, mi sentiate tanto vicina come
io sento voi, vi assicuro il mio ricordo
quotidiano, vi auguro tutto il BENE che
desiderate e vi saluto tantissimo.
4
Raccolgo il coraggio a due e glielo
dico: s, io ho abortito. Io che mi
credevo furba ed esperta (e perfino
competente!) sui problemi legati alla
sessualit, io brava ragazza di buona
e stimata famiglia, impiegata e senza
problemi, dieci giorni fa sono entrata
in ospedale per una I.V.G., come si
dice in reparto ostetricia, ovvero
interruzione volontaria di gravidanza
(per non dire la tremenda parola
aborto). Ma una I.V.G. la stessa,
tremenda cosa: un aborto procurato.
Ho passato momenti incredibili di
tormento fisico ed ora, purtroppo, sto
scontando quello morale. Lei
obietter: "Ma lo hai fatto
volontariamente ed allora che cerchi,
che vuoi?". Non lo so nemmeno io d
preciso, mi creda. So soltanto che
prima, da ragazza moderna ed
emancipata come credevo di essere,
predicavo amore ed. aborto liberi e
quando poi capitato a me per un
assurdo sbaglio (dovuto ad un
viaggio di circa 500 km con
conseguente ed improvviso
cambiamento di clima e quindi il
delicato orologio che regola
l'ovulazione ed il ciclo mestruale ha
avuto un ritardo ed successo cos il
pasticcio), poi, le dicevo, sono stata
presa dal panico. E l'argomento del
nostri discorsi (miei e del mio
ragazzo) era soltanto "Lo teniamo o
no?" Ma il nostro egoismo ha
prevalso. Nulla, oltre ai soliti comuni
problemi di comprare mobili e
corredi, ci impediva .di tenere questo
figlio e sposarci. Mia madre ne
sarebbe stata persino felice,
A gran parte delle mie amiche
successo ed ormai molto diffuso
concepire i figli prima del
matrimonio (o della convivenza) e
nessuno ha pi assurdi atteggiamenti
in queste circostanze.
Ma mio figlio, che sarebbe
stato il benvenuto in questa
famiglia di adulti, forse per non
sacrificare la mia carriera di
lavoro, per non rinunciare alla
nostra libert, per un bisogno di
essere coerente con le idee che ho
sempre predicato e mai condiviso
pianamente, non ha potuto
nascere.
Ho voluto sapere tutto prima
dellintervento, ogni modalit e
poi con qualche bugia (alla
mamma per non rientrare a
pranzo, in ditta per un giorno di
permesso per esami clinici) ho
affrontato il mio aborto con
coraggio e indifferenza. Ma ora
sto cedendo. Sogno neonati in
continuazione, mi incanto davanti
alle vetrine dei baby negozi e
piango di continuo il figlio che ho
ucciso. Sto tanto male,
dimagrisco a vista docchio e mia
madre non si d pace: che avr,
sar esaurimento? E non
immagina minimamente quello
che ho fatto.
Per me non chiedo nulla,
mio figlio ormai non c' pi, ce
ne sar forse un altro, ma quello
che ho visto quella mattina sul
monitor dellecografia non lo
avr pi, non vivr mai nemmeno
se io mi dispero tutta la vita, ma
lei, dalle pagine dal suo mensile
cos diffuso, la prego faccia
qualcosa per questa piaga che
purtroppo ho sperimentato sulla
mia pelle
.
Succede ormai troppo spesso di
leggere lettere come quella che
riportiamo, pubblicata sul numero
di settembre del mensile del
Movimento per la Vita, ma questa,
in particolare, mi ha costretto a
delle maggiori riflessioni,
Al di l della sofferenza di questa
donna, sofferenza e rimorso che
non credo potranno umanamente
mai essere placati, mi ha colpito
la leggerezza, la "fatalit" con cui
arrivata a una simile decisione.
Come possibile che la
cosiddetta libert di cui godono
oggi i giovani, che la mentalit di
massa che li porta ad assumere
idee ed atteggiamenti "moderni"
arrivi ad influire cos
profondamente sulle loro vite?
"Lho fatto con un bisogno di
essere coerente con le idee che
ho sempre predicato e mai
condiviso pienamente".
questo il punto.
Perch allora questa ipocrisia?
Perch allora questo aborto? Per
non venire giudicata dalla
compagnia? Per continuare ad
essere accettata? E a che
prezzo?
Viene da domandarsi: quanti
giovani allora credono veramente
in quello che affermano? Sono
vere e personali le loro scelte o
non sono altro che il frutto di idee
altrui, della propaganda, della
moda o di come la vogliamo
chiamare?
5
La lettera di questa ragazza lascia
intravedere qualche spiraglio,
qualche piccola breccia nel muro
della ribellione, -della contestazione
e dellanticonformismo.
difficile oggi essere giovani. Si dice
sempre che i giovani bisogna capirli,
ma. abbiamo veramente cercato di
"vedere" le pressioni le tentazioni, i
compromessi a cui loro oggi devono
far fronte?
"Vuoi essere accettato?" allora devi
pensarla cos
"Vuoi divertirti?" allora lascia a casa
gli scrupoli.
Non intendo con questo
generalizzare, perch so che ci sono
tantissimi giovani che vivono e
difendono ideali e situazioni di
amore, generosit e sacrificio - ma
sconvolgente pensare a quante
decisioni di morte (aborto e droga)
devono affrontare con coraggio e
indifferenza solo in nome di unidea
non condivisa.
Non ci si deve stancare di lanciarli e
di sostenerli questi appelli, anche a
costo di essere tacciati per quelli che
fanno sempre la "morale".
Purtroppo non s tratta di favole, e
quindi meglio che in certi-casi la
"morale" venga prima della storia.
Questa ragazza, nel momento stesso
in cui ha bisogno di tanto aiuto, ha
saputo dare aiuto, trasformando la
propria disperazione in un appello.
sono catechista
Gioved 13 ottobre... Il piazzale della
chiesa gremito di ragazzi che giocano, si
rincorrono, mentre attendono Don Antonio
che arriva con i bambini dei Mulini.
Alle 15, puntuali, entrano in chiesa per
lapertura del nuovo anno Catechistico.
Don Antonio li richiama con la preghiera,
alla presenza di Dio e sottolinea limpegno
di una presenza attiva alle lezioni, quindi
ogni gruppo si reca nellaula assegnatagli
per iniziare il cammino di fede con la
propria Catechista.
Mi ritrovo, cos, con un gruppo di vispi
ragazzini che mi scrutano incuriositi:
guardo i loro occhi che sembrano
interrogarmi e mi prende un po di timore...
So che si aspettano molto da me, con loro
dovr fare un cammino di fede che li
prepari al primo incontra con Ges
Eucaristia.
Certo, se penso alle mie capacit mi
scoraggio, perch ho senzaltro intrapreso
un grosso impegno, ma poi ricordo che
Ges, in quel momento presente in
mezzo a quei ragazzi e che sapr aprire la
loro mente alla luce della fede, a suscitare
nel loro cuore lamore alla verit, alla
conoscenza sempre pi approfondita di
Lui che la Via, la Verit, la Vita... Cos,
con tanta fiducia, inizio la lezione e subito
si stabilisce fra noi un rapporto immediato,
gioioso e sereno.
Parlo di Dio, nostro Padre che ci ama,
sempre con noi , non ci lascia mai soli. E
passiamo in rassegna i doni gratuiti che ci
ha fatto: la vita, i genitori, i compagni, la
natura che ci circonda...
Ma c un dono pi grande di tutti che Dio
ci ha fatto: un dono tutto da scoprire:
Ges. Sar Lui sempre al centro del
nostro cammino che oggi abbiamo iniziato.
6
"bravi !"
Un caloroso applauso ai nostri
giovani che domenica 30 ottobre ci
hanno dato modo d riflettere sulla
figura e la vita di P. Carlo De
Foucauld,
La scenografia, le musiche, il gioco
di luci e le diapositive, hanno
favorito un clima di silenzio e di
raccoglimento e ci hanno predisposto
ad accogliere il messaggio di vita di
questo grande personaggio.
Ha colpito la perfetta sintonie e
lunit delle varie scene, provate e
riprovate fino a raggiungere la
fusione
perfetta di luci, musiche, diapositive.
Un grosso grazie al regista, ideatore
e
promotore del recital e uno
particolarissimo
a tutti i giovani, con la speranza di
poterli riapplaudire presto.
giornata
missionaria
mondiale
Durante il mese di ottobre, mese
missionario, abbiamo avuto diverse
occasioni per fermarci a riflettere sul
nostro essere missionari, sulla
vocazione missionaria, grazie ad una
serie di incontri che si sono tenuti la
domenica sera.
La presenza di Padre Roberto
superiore dei comboniani di Rebbio - al
primo di questi incontri, stata
unoccasione per riflettere sul cristiano
nella propria comunit.
stata poi la volta di Don Renzo, gi
missionario in Argentina, oggi parroco di
Caversaccio.
In maniera a noi un poco insolita, ci ha
ricordato limportanza della preghiera
dellaffidarci a Dio e del riconoscere la
presenza di un suo progetto di vita sopra
ciascuno di noi, progetto a cui dobbiamo
essere fedeli.
La terza domenica stata dedicala ad
una veglia missionaria, durante la quale,
oltre a riflessioni e preghiere per tutto il
mondo missionario, stata letta la
lettera di Suor Amelia, testimonianza
viva di una scelta che si rinnova ogni
giorno nella fiducia totale in Dio.
A conclusione di questo mese e di questi
incontri, grazie a un gruppo di nostri
giovani, stato presentato un recital,
tutto incentrato sulla figura di un grande
uomo che rinunciando a ricchezze e agi,
ha dedicato la sua vita alle popolazioni
dei tuareg nel deserto: Padre Carlo De
Foucauld.
Il messaggio di pace e di amore
disinteressato che emerso da questo
recital; le profonde riflessioni dei
precedenti incontri sono stati per tutti un
dono grande, un richiamo a vincere per
gli altri ogni giorno, nel proprio ambiente,
fiduciosi nella presenza e nellamore di
Dio, proprio come i missionari.
7
riflessioni
Passano le stagioni, i mesi, i giorni, viene Natale,
carnevale
,
Pasqua
,
le feste tradizionali e viene
novembre...
Novembre un mese triste, un mese di ricordi, di
passato
,
di dolore, il mese dei morti. Ma
veramente cos triste? Certo il pensare a chi non
c pi porta tristezza. A volte per, penso: se noi
ci guardiamo dentro o guardiamo attorno a noi,
non vediamo oltre al dolore
,
alla tristezza, tante
bugie, tante false cortesie
,
tanti falsi sorrisi o
ancora peggio... gesti di maleducazione? Questo
non novembre? Ma un novembre di persone
viventi; e non forse pi triste?
Noi vediamo la guerra che sta uccidendo
centinaia di persone innocenti, i rapimenti che ci
lasciano sconcertati e delusi, il sapere ohe ci
sono persone senza scrupoli anche verso piccoli
bimbi innocenti; e non dolore vedere giovani
morire o rovinarsi per la. droga? Non tristezza
vedere ragazzi ohe con atti di vandalismo
sporcano i piazzali e i portoni delle chiese?
Tutto questo non un novembre che ci
trasciniamo per tutto lanno se non per tutta la
vita?
Molte volte si vorrebbe fare, qualcosa per loro,
ma come?
Noi piangiamo in questi giorni i nostri morti ma
essi sono nella pace e nella gloria del Signore.
Certo il ricordarli e non vederli pi in mezzo a noi
ci fa male, ma il Signore ci ha dato la fede e con
la fede, la rassegnazione al dolore. Sappiano che
Lui esiste, che ci ama e non possiamo che dirgli
grazie e chiederGli che. tutta lumanit sia
migliore per il bene dei nostri figli, della comunit
senza distinzione, perch nessuno si senta
abbandonato.
in cucina
Con larrivo dellinverno bello stare
vicino al fuoco, si parla, si discute, a
volte si mangia un cotechino o delle
braciole fatti al momento, sulla brace.
Questo mi ha dato lo spunto di suggerirvi
due ricettine svelte svelte ma leggere e
di sapore gradevole che non fanno male
a nessuno, nemmeno a chi delicato di
stomaco e ha superato gli ANTA, anzi.....
Prendete del pane, tagliatelo a fette alte
due cm., abbrustolitelo bene vicino alla.
brace finch diventato di un bel colore
scuro; fatto questo, appoggiate il pane
su di un piatto, versate sopra un filo di
buon olio di oliva, un poco di origano e, a
chi piace, anche delle fettine di
formaggio. Mangiatelo magari
accompagnato con un paio di olive e un
buon bicchiere di vino e... tanta allegria.
Altra ricettina sempre con il pane
abbrustolito la seguente:
Mettete il pane nel piatto, cospargete
bene di formaggio di grana oppure di
gruviera tagliato a fettine sottili. Nel
frattempo preparate del brodo, che dovr
essere bollente, rompeteci un uovo e
spegnete, il gas lasciando riposare
luovo e il brodo per qualche minuto
,
poi
versate il tutto sulle fette di pane. A
piacere si pu aggiungere anche un
poco di pepe nero macinato. Sono certa
che vi piacer.
8
oratorio
Tutta la comunit parrocchiale deve sentirsi
responsabile delleducazione dei ragazzi
attraverso forme organizzate. Una di queste
lOratorio.
Ma cos lOratorio?
lazione pedagogica pastorale del . la
parrocchia" (Paolo VI). Proviamo ad
analizzare tale definizione:
II soggetto educante tutta la parrocchia
adulta; il termine delleducazione sono i
ragazzi della parrocchia; i mezzi sono
linsieme delle attivit che permettono la
maturazione del ragazzo nella fede,
Loratorio quindi la visibilizzazione della
preoccupazione educativa della parrocchia
che vuole educare i ragazzi.
LOratorio esplica la sua funzione educativa
quando realizza queste condizioni
essenziali:
1) una comunit di educatori entusiasti
2) una catechesi precisa e aggiornata
3) momenti di preghiera programmati,
soprattutto la S. Messa domenicale
preparata ed intensamente vissuta,
1 - Una comunit di educatori entusiasti
formata da persone che hanno fatto una
scelta educativa ben precisa, mettendosi a
disposizione della comunit parrocchiale.
Nel rapporto educativo necessario che
leducatore riveli la preoccupazione di essere
pi utile al ragazzo che soddisfatto di s; che
non abbia la pretesa di realizzare tutto e
subito, ma sia cosciente dei tempi e dei limiti
dei ragazzi.
2 - Una catechesi precisa e aggiornata che
ha come scopo la formazione integrale
delluomo per una piena realizzazione di se
stesso. In particolare per noi, la catechesi
deve consistere nel far crescere la vita di
fede nei ragazzi attraverso:
la conoscenza della parola di Dio per
incontrare Ges Cristo
la coscienza dellappartenenza ecclesiale
lattenzione allaltro
lattualizzazione nellesperienza quotidiana
del messaggio cristiano.
3 ~ LEucaristia il punto di arrivo e di
partenza per il cristiano ed il centro della
propria esperienza quotidiana. necessaria
di conseguenza una seria formazione
catechistica sullEucaristia per poterla
trasmettere ai ragazzi.
Al di l di tutte queste osservazioni
pensiamo che lOratorio ha bisogno di
essere impostato in modo attivo per far s
che i ragazzi si educhino gradualmente
attraverso attivit proporzionate alla
formazione della propria personalit.
In questa prospettiva rientrano anche le
attivit ricreative - culturali -espressive -
manuali sportive, che sono e devono
essere allinterno dellOratorio una
componente essenziale, perch sono il
mezzo privilegiato per la scoperta degli altri
e del mondo. Pertanto ogni educatore, non
deve limitarsi a proporre dei giochi, ma deve
giocare con i ragazzi.
SullOratorio si potrebbero dire tante altre
cose, ma per ora ci fermiamo qui, convinti
che le "altre cose" le potremo scrivere
insieme.
9
giovani 83
Una volta i giovani vivevano di miti: cera
quello della musica rock e dei Beatles o
quello della protesta contro gli americani in
Vietnam. Era ieri e sembra che in pochi anni
tutto sia cambiato, che dei miti rimanga solo
il ricordo dolce e un po sbiadito, come quelle
cartoline ingiallite che si trovano per caso nei
cassetti delle nonne; e i miti rimangono solo
argomento di indagini sociologiche.
Mi torna alla mente unormai datata canzone
di Guccini ("La canzone delle osterie di fuori
porta") in cui si narra di avventori di quella
osteria che si disperdono ormai privi di
giovanili entusiasmi e trascurano di andarci,
chi perch vecchio, chi perch diventa pi
serio, chi perch ha lasciato prevalere la
dimensione del privato e non gli va pi di
discutere. Il privato, il pericoloso riflusso! Lo
sente avanzare chi, disilluso da troppe
sconfitte nella costruzione di un mondo
migliore, sente venir meno la sua tensione
morale.
Quando ti accorgi che per te oltre al tempo
delle mele finito anche quello delle utopie,
nasce la tentazione di chiudersi, di isolarsi.
Eppure i grandi momenti di incontro come il
meeting organizzato dal Movimento
Popolare e le numerose manifestazioni per
la pace sono la testimonianza che il bisogno
di avere dei punti di riferimento, ancora
forte.
Certo non ci sono grandi figure che possono
affascinare un giovane doggi; allora
avevano Giovanni XXIII, Kennedy, M.L. King,
mentre noi oggi abbiamo s Giovanni Paolo II
e Madre Teresa di Calcutta, ma abbiamo
anche chi pensa che il detto latino "Si vis
pacem para bellum" ("Se vuoi la pace
prepara la guerra") debba essere attuato a
tutti i costi e dobbiamo fare i conti con la
mafia d tutti i tipi, i soprusi, le angherie, la
disonest dilagante, la violenza pi brutale.
E i personaggi? Banchieri che vengono
uccisi sotto i ponti e i capi d logge segrete
che fuggono dopo aver tramato contro la
convivenza civile.
Si pu cos comprendere come
limbarbarimento quotidiano dei costumi
possa allontanare anche i giovani pi
entusiasti dallimpegno sociale. Si fatica a
trovare stimoli per limpegno perch si
smarrito il senso dei valori.
C da chiedersi se non ha forse una parte di
colpa chi ha creduto che il progresso
tecnologico andasse di pari passo con quello
umano, o chi sottoposto a troppo oscuri
compromessi. E le vittime sono soprattutto i
giovani che, delusi, si rifugiano nella droga e
nel terrorismo: due modi diversi per fuggire
la realt che ti sta di fronte.
Non sono forse molto poveri dentro quei
giovani che si dimostrano estranei gli uni agli
altri e che creano anacronistiche barriere
dincomprensione? Diventano sempre pi
rari i momenti nei quali i giovani si trovano e
si aggregano intorno ad interessi comuni a
parlare di cose "pure".
Forse che sia diventata questa lutopia degli
anni 80?
10
campagna abbonamenti 1984
Eccoci come ogni anno a riproporre
la Campagna Abbonamenti per lanno 1984.
Perch, molti si chiederanno, continuano
annualmente a riproporci tutta una
sfilza di testate?
Perch alcuni si sobbarcano la fatica di
girare porta-porta, di entrare nelle case
e chiedere: Vi interessa qualche abbonamento?
Per alcuni sar solo una comodit, levitare
di spedire tanti vaglia postali, perch durante
lanno continui ad arrivare il tal giornale.
Per chi la prepara invece il voler riproporre
una voce diversa, che crede profondamente
valida, una voce che aiuti a capire, a leggere
i fatti della storia, quella storia in cui tutti siamo
inseriti, e che spesso ci raggiungono filtrati dalla
voce di mille campane, con un suono spesso a
nota unica, a secondo del campanile su
sui sono piazzate.
Ci sembra importantissimo quindi che tra i
bombardamenti delle mille e mille voci dei
sapienti di questo mondo, entrino nelle
nostre case di cristiani, le voci di chi
cristiani come noi, vuol proporci una lettura
critica, ma fondata su quella fede che
vita, di ci che ci circonda.
Spesso questi giornali possono diventare utile
strumento a sostegno delleducazione dei
figli o per sostenere una discussione tra
colleghi...
Certo non possono sostituire la fede personale,
ma anche la pi bella casa ha bisogno di
essere sostenuta o con una ripulita o con
una riverniciata...
Non sia quindi, la campagna abbonamenti, solo
il mezzo che ci eviti seccature: sta soprattutto
a noi farne strumento utile per la vita.
11
la castagnata
Domenica 23 ottobre, in mezzo a tanti
bambini, ragazzi e genitori, abbiamo
fatto una grande castagnata. Ci siamo
divertiti un mondo favoriti anche da una
giornata quasi primaverile che ci ha
permesso di correre, saltare, darci la
caccia, allaria aperta. C stato anche il
tentativo di una gara con i cerchi delle
biciclette, ma ormai i nostri ragazzi non
sono pi abituati a questi giochi di una
volta perch hanno altre cose con cui
divertirsi e pensano di divertirsi.
Abbiamo per notato che con un po di
allenamento riuscirebbero a fare grandi
corse, ma dopo un iniziale entusiasmo
hanno rimesso via i loro cerchi e chiss
se li tireranno fuori ancora prima della
prossima gara? Noi ci auguriamo di s,
soprattutto perch la corsa con i cerchi
un bel gioco, che diverte e mette in
mostra tutta labilit dei concorrenti.
Comunque ci sono state castagne per
tutti, anche perch nelle settimane
precedenti un gruppo di ragazzi, aveva
fatto una spedizione al Serafino e nel
bosco del Signor Broggi portando a casa
una quantit enorme di castagne. Si
sono poi aggiunte anche castagne d
oltre confine e di qualche pap che
hanno dato limpressione di una vera
sagra delle castagne.
Un grazie poi agli amici dei Foec e Fiam
che hanno pensato a far cuocere tutto
quel ben di Dio e a organizzare la
distribuzione.
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opinioni a confronto
Tante volte ho sollecitato lintervento e la
presenza su "RONAG0 83" di pi voci,
perch mi sembra giusto essere attenti a
persone, problemi, a situazioni in mezzo alle
quali viviamo ogni giorno.
A volte per ci si trova davanti ad articoli di
cui non si condivide limpostazione e che
faccio fatica a capire.
Cestinarli o metterli da parte potrebbe
essere la soluzione pi facile e anche pi
comoda, ma rimarrebbe sempre un dubbio, il
dubbio di chi non ascoltato tutte le voci o di
chi non ha dato voce a chi non ha voce o
crede di non avere voce.
OPINIONI A CONFRONTO vuole essere
una rubrica aperta a .tutte le voci che
sentono di dire qualcosa di buono e di bello
per la crescita della nostra comunit,
seguendo una particolare impostazione o
partendo da un determinato punto di vista.
Le accogliamo e le pubblichiamo con la
speranza che possano servire a un dialogo
sereno e fraterno.
come pu morire una parola di vita
Agosto,
Sul marciapiede del laboratorio di una
camiceria, a Chiasso, avevo modo di
osservare, ogni giorno lavorativo, la
presenza inspiegabile di alcuni bambini,
senza adulti.
Giocavano, rincorrendosi tra le auto
parcheggiate, arrampicandosi su per una
pianta poco distante o facendo nascondino.
A volte si sedevano sul muretto vicino,
silenziosi, assonnati, annoiati, pensosi,
assenti... Li osservavo con sempre maggiore
tristezza...
Un giorno, pi incuriosito che mai, mi
avvicino ad essi e:" Ciao, bei bimbi! Che fate
di bello qui, tutti i giorni?... Perch non
andate allasilo o a casa vostra?" Silenzio!..
Si guardano sorpresi e mi sbirciano diffidenti.
Forse mai nessun adulto aveva loro rivolto
una parola n una domanda. Forse mai
nessun passante si era accorto di essi, forse
mai nessuno li avr guardati ne gli occhi....
Comunque ecco che il bimbo pi piccolo
rompe linatteso imbarazzo e dice: "Noi... noi
siano qui perch a casa non possiamo
stare... perch i nostri genitori lavorano tutto
il giorno... siamo qui con la nostra mamma!"
"Come? Con la mamma? E...dov questa
mamma?"
Risponde un altro: "La mamma l dentro a
fare le camicie!" Ho un attimo dincertezza,
poi riprendo:"E voi. State qui fuori, con
questo caldo tutto il giorno, soli?... Nuova
perplessit. Insisto: "Perch non andate
allasilo?" "Perch lasilo chiuso per ferie!"
Ribatto: "in luglio era aperto: ci andavate?"
Replica: "S, si! Ci andavamo , per alle tre
ci mettevano fuori..."
Tutti conosciamo le parole di Ges:
"Chiunque accoglie uno di questi piccoli
accoglie Me. ...Qualunque cosa farete ad
uno di questi bimbi lavrete fatto a Me ecc.
ecc. Ges non poneva limiti di tempo...
Da sempre ci raccontano, con una non tanto
simulata ma interessata mistificazione, che il
"religioso" o la "religiosa
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(prete, suora, frate
ecc.) e sono il simbolo, lemblema,
limmagine della perfetta ed ideale vita
cristiana: e sono il dono pi grande che
una comunit possa "meritare". Preghiere,
messe, comunioni, meditazioni, penitenze...
sono infatti cibo spirituale quotidiano.
Eppure... Eppure, nonostante tale stata
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ideale labbondanza di nutrimento,
laltissima spiritualit e la votata disponibilit
a donare la propria vita a Dio per il prossimo,
in tanti Asili lamare per un intero giorno
quanto c di pi puro, di pi bello in questo
sudicio mondo ha un limite addirittura
dorario umano e di tempo, inspiegabili.
Le fatidiche ore 15, lora dellestremo
Sacrificio e della morte di Ges, in tanti asili
segna la morte quotidiana di una "parola di
vita", di quella pubblicata sul no. 8 di
"Ronago 83", ossia "Quando avrete fatto
tutto quello che vi stato ordinato, dite:
siano servi inutili. Abbiamo fatto quanto
dovevamo fare. ".
Circondare daffetto un bimbo, dopo le ore
15 o le ore 16 o le ore 17 o le ore 18, non
Vangelo, non eroico n somma dedizione a
Dio, Amare un bimbo dopo le ore 15 non
necessita nemmeno di "voti religiosi", cos
come non giustifica proprio lappellativo di
"reverenda madre".
Lamare un bimbo, cos, semplicemente
umano, naturale, inevitabile atto damore.
Ma anche quando si sia amato un bimbo in
none di Ges, resta pi che mai intatta,
valida ed appropriata la Parola di Ges: "
Non avete fatto altro che quanto dovevate
fare, e quanto vi stato comandato".
Chi ha amato, chi stato tanto impegnato
anche dopo le ore 15, cinque giorni alla
settimana, non pu che rispondere a Ges:
"Abbiamo fatto quanto dovevano fare. Siamo
servi inutili."
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incontri di catechesi
adulti ogni venerd alle ore 14.45
o alle ore 20,30
18 NOVEMBRE
L'ANNUNCIO DI GES: UNA NOTIZIA 'DI OGGI
25 NOVEMBRE
UN ANNUNCIO ANCHE PER NOI
2 DICEMBRE
LE CARATTERISTICHE DI QUESTO ANNUNCIO
9 DICEMBRE
AL CENTRO DELL?ANNUNCIO: DIO PADRE
16 DICEMBRE
UN CAMMINO CHE SIAMO INVITATI A FARE:
CREDERE AL VANGELO
giovani ogni luned ore 20,45
ogni mercoled ore 20
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domenica 27 novembre
un invito a tutti quelli che..
Carissimi,
non si sa mai come chiamarVi, se anziani, se persone della terza et, se ...
perch magari qualcuno sta inventando un nuovo nome. Comunque per tutti
noi siete papa, mamme, zii, amici che abbiamo conosciuto fin da quando
eravamo bambini e che avete da sempre e anche ora la nostra ammirazione
e il nostro affetto per tutto quello che avete fatto e che vogliamo insieme
ringraziare facendo un po' di festa insieme a voi.
Ci troveremo DOMENICA 27 novembre presso il centro parrocchiale: alle
ore 10.30 sar celebrata la s. messa per voi, poi ci porteremo nel salone del
centro parrocchiale per un simpatico pranzo offerto dal gruppo ronaghese
dei FOEC E PIAMM, con la collaborazione dell'amministrazione comunale.
Avremo cosi il modo di passare un momento in compagnia, ricordando tante
cose insieme, incontrando amici, ascoltando un po' di musica e canzoni.
Per ragioni organizzative, preghiamo tutti coloro che desiderano essere
presenti al pranzo ( e ci auguriamo che siano tanti) di avvisare presso la
casa parrocchiale o presso la macelleria Livio oppure presso i vari incaricati
in modo che ci si possa organizzare.
Un grazie grande per la vostra amicizia a per la vostra presenza.
Vi auguriamo buona continuazione e Vi salutiamo cordialmente.
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