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Salvami Regina

Numero 31
Giugno 2006
Spedizione in abbonamento Postale/Comma 20/C art.2 legge 662/96 Filiale Padova
Periodico dellAssociazione Madonna di Fatima - Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione
I
Comunicatevi tutti i giorni!
secolari hanno maggiore necessit di
comunicarsi rispetto a coloro che vi-
vono in ritiro, perch, essendo con-
tinuamente nel campo di battaglia, hanno
bisogno di fortificarsi e di munirsi di buone
armi al fine di non soccombere.
Cos, agli uomini daffari, ai magistra-
ti, ai giovani, tanto esposti al turbinio del
mondo, io dir: Comunicatevi tutti i gior-
ni e, se poteste, dieci volte al giorno!
Avete molto lavoro da fare! Alimenta-
tevi a sufficienza. Considerate la Comu-
nione un mezzo per sostentarvi, per forti-
ficarvi e non un atto di virt elevata e dif-
ficile.
Visto poi che la Santa Comunione non
vi proposta per ricompensare virt, do-
vete comunicarvi perch siete deboli e vi
sentite sovraccaricati dal lavoro della vi-
ta cristiana. Comunicatevi, pertanto, non
perch siete santi, ma per diventarlo.
Ges Cristo vinvita alla Comunione
dicendo: Venite a Me, voi tutti, che sie-
te affaticati e oppressi, e Io vi ristorer!
(Mt 11, 28).
(San Pietro Giuliano Eymard)
San Carlo Borromeo
amministra la Prima
Comunione a San Luigi
Gonzaga (Chiesa dei
Padri Gesuiti, Parigi)
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Numero 31 Giugno 2006
Spedizione in abbonamento Postale/Comma 20/C art.2 legge 662/96 Filiale Padova
Periodico dellAssociazione Madonna di Fatima - Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione
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O
Anno VIII, numero 31, giugno 2006
Direttore responsabile:
Zuccato Alberto
Redazione e Amministrazione:
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30034 Mira (VE)
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Sped. In Abb. Postale Comma 20/C
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de Oliveira
In Italia:
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a Mira (VE): 041 560 08 91
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Gli articoli di questa rivista potranno essere
riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii
copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli
firmati di responsabilit dei rispettivi autori.
Salvami
Regina
Periodico dellAssociazione
Madonna di Fatima - Maria, Stella
della Nuova Evangelizzazione
Scrivono i lettori ............................................................................................................ 4
Il Cuore di Cristo e quello di sua Madre (Editoriale) ................................................ 5
La voce del Papa ............................................................................................................. 6
Commento al Vangelo La burrasca: un castigo o una grazia? .......................... 10
Sacro Cuore di Ges Fonte di ogni consolazione ................................................... 17
Il cuore il simbolo dellamore .................................................................................. 21
Santa Margherita Maria Alacoque La messaggera del Sacro Cuore di Ges .... 22
La Madonna del Divino Amore La Salvatrice di Roma ....................................... 24
Araldi nel mondo ......................................................................................................... 26
Beato Eustachio van Lieshout SSCC Un taumaturgo del XX secolo .................. 31
La Madonna del Perpetuo Soccorso Misericordia senza limiti ........................... 36
La Parola dei Pastori ................................................................................................... 40
accaduto nella Chiesa e nel mondo ......................................................................... 41
5 centenario della Guardia Svizzera Acriter et Fideliter .................................. 44
Storia per bambini... Annina e le farfalle ............................................................... 46
I santi di ogni giorno ................................................................................................... 48
C tempo per tutto ...................................................................................................... 50
Laiuto allinfanzia abbandonata una preoccupazione costante
degli Araldi del Vangelo (pag. 26-27)
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Statua della
Chiesa del Sacro
Cuore di Ges,
Gijn, Spagna

(Foto: Timothy Ring)
SCRIVONO I LETTORI
4 Salvami Regina Giugno 2006
PAROLA VIVA CHE ARRIVA
DRITTA AL CUORE
Preziosi strumenti di Dio Padre,
non trovo le parole adatte per co-
municarvi la gioia che riempie il mio
cuore ogni qualvolta ricevo la vostra
Rivista.
un dono, una testimonian-
za dellamore che la Madonna ha per
noi. In queste pagine trovo la Parola
viva che arriva dritta al cuore e semi-
na il forte desiderio di essere figlia.
Ho conosciuto la vostra Associa-
zione tramite larrivo della Meda-
glietta Miracolosa che da pi di 3
anni porto senza mai separarmene.
Piano piano la mia vita si sta tra-
sformando: scopro che soffrire insie-
me a Ges dolce e lesempio di Ma-
ria insegna ad accettare con gioia la
volont di Dio. Cresce cos la consape-
volezza di avere un Padre che mi ama
senza limiti ed una Madre che con te-
nerezza mi conduce per mano. La Ma-
donna non mi lascia mai sola. Dovrei
scrivere chiss quante pagine per rac-
contare di questo immenso amore che
mi accompagna sempre, che provvede
a me e mi colma di grazie!
Alessandra De C.
Rende (CS)
UN RAGGIO DI SOLE
Non ci stanchiamo di pregare e
quando riceviamo il vostro giornale
Salvami Regina Araldi del Vange-
lo a casa nostra, entra un raggio di
sole e ci avvicinamo sempre pi a Ge-
s e Maria.
Giuseppe C.
La Spezia (SP)
BELLA EDIZIONE, ARTICOLI SCELTI BENE
Desidero ringraziarvi per la Rivi-
sta Araldi del Vangelo, che mi arri-
va sempre con puntualit. una rivi-
sta stampata molto bene, con artico-
li accuratamente scelti, e con interes-
santi informazioni sulle diverse attivi-
t realizzate.
Vi do la mia benedizione, come
servitore di Cristo Nostro Signore e
della Santissima Vergine.
Mons. Emilio Carlos Berlie Blauzarn,
Arcivescovo di Yucatn (Messico)
SENTO LA MADONNA MOLTO VICINO
Vi scrivo per ringraziarvi di tutto
quello che mi enviate. Ogni volta che
arriva un libreccino, una medaglietta,
un calendario e tante altre cose anco-
ra, il mio cuore esulta di gioia, provo
una grande emozione. Sento la Ma-
donna molto vicino, so che Lei veglia
su di me.
Daniela G.
Calatafimi (TP)
RIVISTA CHE TANTA SERENIT
D AL MIO ANIMO
Sono una signorina giovane di no-
vantanni, giovane nellanimo, e de-
siderosa sempre di imparare, di ap-
prendere, di formarmi per colmare
le mie lacune in campo religioso per
essere degna, quando il Signore chia-
mera a s, di comparirgli innanzi.
Proprio per questo motivo, visto
che vivo da sola, anche se ho una mi-
riade di nipotini, non faccio altro du-
rante la mia giornata, dopo aver sbri-
gato le mie faccende domestiche, che
leggere la vostra rivista che tanta se-
renit d al mio animo, recitare le
preghiere e andare piano, aiutata dal
mio fedele bastone, a Messa.
Da parecchio volevo scrivervi una
lettera per ringraziarvi per la compa-
gnia che mi arrecate col vostro scrit-
to e per le belle parole che me dite
quando mi ringraziate per le offerte
che di tanto in tanto vi invio.
Vorrei dirvi tante cose, ma non
so proprio da dove cominciare, inol-
tre non vorrei togliervi del tempo
prezioso. Mi basta dirvi solo grazie
per la serenit che mi offrite dalle pa-
gine della vostra rivista e formula-
re gli auguri che con il vostro opera-
to possiate contribuire a formare un
mondo migliore, visto che quelo in
cui viviamo, affeto da un male che
solo il Signore con la sua bont e mi-
sericordia, potr salvare.
Giuseppina C.
Palo del Colle (BA)
SAREI GRATA SE VEDESSI LA RIVISTA
IN TUTTE LE CHIESE DEL MONDO
Ha da tanto temp che partecipo
attivamente allApostolato della Ma-
donna di Fatima. Come partecipante
sarei grata se vedessi un giorno in tut-
te le chiese del mondo la rivista Aral-
di del Vangelo. Ho notato che dopo
aver letto le vostre riviste, molte per-
sone hanno cambiato idea riguardio
le loro opinioni. Mi piaci molto leg-
gerla. Mi fa piacere quando ricevo le
vostre riviste e scopro qualcosa che
non so.
Angela P.
Girifalco - CZ
COME SEI BELLA MADONNA
Ogni volta che contemplo limma-
gine della Madonna, una grande for-
za di andare avanti prende spazio
dentro di me
E dico: faccio poco per Te e Tuo
Figlio, non sono degna neanche di
guardarVi ,aiutami, aiutami soprat-
tutto perch ai miei figli, ai miei bam-
bini del catechismo, possa portare il
Vostro nome, con orgoglio e degna
della missione che mi aveTe affidato.
Aiutami affinch i miei studi teologi-
ci, possano essere completati con di-
gnit e orgoglio, e affinch la mia se-
te di Dio non possa mai essere esau-
ritaCome sei bella Madonna la Tua
luce lamore che si riverbera per
noi, ne vorrei possedere un po.
Paola V.
Borgo Hermada (LT)
E
ditoriale
IL CUORE
DI CRISTO
E QUELLO
DI SUA
MADRE!
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Giugno 2006 Salvami Regina 5
ferzata da onde agitate, sotto i tuoni e i lampi della spaventosa
tempesta, la piccola barca quasi sul punto di naufragare e di ab-
bandonare la lotta. Fino a che, come in altri tempi, gli Apostoli nel
Mare di Galilea, lesausto marinaio nel suo intimo si ricorda che la
salvezza proprio l, vicino a lui...
Non sono cos anche le burrasche che a volte dobbiamo affrontare? La so-
luzione intanto... sempre molto vicina a noi. Dopo la sua Ascensione al Cie-
lo, Ges non ci abbandona al nostro destino. Rimane in attesa che ricorriamo
a Lui, pronto a far cessare qualsiasi tempesta.
Cos arriviamo al nocciolo della devozione al Sacro Cuore di Ges, la cui
festa ha luogo in questo mese di giugno. Il messaggio che Egli venuto a tra-
smetterci, nelle rivelazioni a Santa Margherita Maria Alacoque, esprime il
suo ardente amore per noi e parla del conseguente desiderio di venire in no-
stro aiuto.
Se sapessimo quanto onnipotente questa devozione! Se molti cristia-
ni labbracciassero, non solo risolverebbero i loro problemi personali, ma aiu-
terebbero a debellare la grave crisi mondiale. quello che dicono i Papi de-
gli ultimi 150 anni.
* * *
Nel corso dellultimo secolo, abbiamo assistito alla perdita dei punti di rife-
rimento, dei pi sacri valori, delle stesse basi della civilt, fino ad arrivare alla
tragica situazione doggi. Perch?
Risponde Leone XIII: Quando ci si sbarazza della religione, fatalmente suc-
cede che crollano le fondamenta pi solide del bene pubblico. Per far provare ai
suoi nemici il castigo da loro provocato, Dio li lascia alla merc delle loro cattive
inclinazioni, in modo tale che, abbandonandosi alle loro passioni, si abbandoni-
no ad uneccessiva sregolatezza. Da qui deriva questabbondanza di mali che in-
combono sul mondo da tempo.
Leone XIII ha scritto queste parole nellEnciclica Annum Sacrum, prepa-
rando la cerimonia di consacrazione dellumanit al Sacro Cuore di Ges, che
stata realizzata nel giugno del 1899. Egli la concludeva con questa procla-
mazione:
Quando la Chiesa, ancora vicina alle sue origini, era oppressa sotto il giogo
dei Cesari, un giovane imperatore ha visto nel cielo una croce che annunciava e
preparava una vittoria prossima e magnifica. Oggi abbiamo un altro labaro bene-
detto e divino che si offre ai nostri occhi: il Santissimo Cuore di Ges, sul quale
si alza la croce che brilla con un magnifico splendore, fra le fiamme dellamore.
In Lui dobbiamo riporre tutte le nostre speranze, Lui che dobbiamo supplicare
e da Lui dobbiamo attendere la nostra salvezza.
Cos, quando la nostra piccola barca incontra le peggiori burrasche, innal-
ziamo gli nostri occhi verso questo stendardo, garanzia di salvezza, il Sacro
Cuore di Ges.
Per giungere pi rapidamente e direttamente a Lui, chiediamo aiuto a Co-
lei che Sua e nostra Madre. Infine, trattandosi del cuore, il cuore che pi
dogni altro rassomiglia a quello di Cristo senza dubbio il cuore di Maria, sua
Madre Immacolata, e proprio per questo la liturgia li addita insieme alla nostra
venerazione. - dice Benedetto XVI- (Angelus, 5/6/2005)
La voce del Papa
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Molti bambini
crescono in una
societ immemore
di Dio e della
dignit innata della
persona umana
6 Salvami Regina Giugno 2006
I Giovani risentono della
mancanza di orintamento morale
Nel suo messaggio, il Papa Benedetto XVI ha richiamato lattenzione sul
fatto che bambini e giovani stanno soffrendo le conseguenze dellattuale
eclisse del vero amore e della speranza.
siderarsi morali e spirituali: esse so-
no legate a uninquietante mancan-
za di fede, di speranza e, soprattutto,
damore. Mettere al mondo bambi-
ni richiede che leros concentrato su
di s trovi compimento in una agape
Bambini e giovani hanno
bisogno di amore
Sono spesso i bambini e i giovani i
primi a sperimentare le conseguenze
delleclissi dellamore e della speran-
za. Spesso, invece di sentirsi amati e
curati, sembrano semplicemente tol-
lerati. In una epoca di turbolenza,
i giovani frequentemente mancano
di unadeguata guida morale da par-
te degli adulti, con serio danno al lo-
ro sviluppo intellettuale e spirituale.
Molti bambini crescono oggi in una
societ che dimentica di Dio e del-
la dignit innata della persona uma-
na creata a immagine di Dio. In un
mondo plasmato dai processi sempre
pi accelerati della globalizzazione,
spesso essi sono esposti esclusiva-
mente a visioni materialistiche del-
luniverso, della vita e della realizza-
zione umana.
Tuttavia, i bambini e i giovani so-
no per loro natura ricettivi, genero-
si, idealisti e aperti alla trascendenza.
Essi, prima di ogni altra cosa, han-
no bisogno di essere esposti allamo-
re e di crescere in una sana ecologia
umana, nella quale possano arriva-
re a comprendere che non sono stati
a vostra attuale Sessione
dedicata a un tema attuale:
Giovent che scompare? So-
lidariet con i bambini e i ragazzi in
unepoca turbolenta.
Alcuni indicatori demografici evi-
denziano con chiarezza lurgente ne-
cessit di una riflessione critica in tale
ambito. Se le statistiche sulla crescita
della popolazione sono oggetto di di-
verse interpretazioni, c un generale
consenso sul fatto che siamo di fron-
te, a livello mondiale e nei Paesi svi-
luppati in particolare, a due tendenze
rilevanti e interconnesse: da una par-
te, un incremento dellaspettativa di
vita; dallaltra, una diminuzione dei
tassi di natalit. Allinvecchiare delle
societ, molte nazioni o gruppi di na-
zioni sono privi di un sufficiente nu-
mero di giovani per rinnovare le pro-
prie popolazioni.
Le radici della situazione
sono morali e spirituali
La situazione il risultato di cause
molteplici e complesse - spesso di ca-
rattere economico, sociale e cultura-
le - che vi siete riproposti di studiare.
Ma le sue radici ultime possono con-
MESSAGGIO AI PARTECIPANTI ALLA
XII SESSIONE PLENARIA DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE SOCIALI
creativa, alimentata dalla generosit
e caratterizzata dalla fiducia e dalla
speranza nel futuro. Per sua natura,
lamore guarda alleterno (cfr. Deus
caritas est, 6). Forse lassenza di tale
amore creativo e rivolto allavvenire
il motivo per cui molto coppie oggi
scelgono di non sposarsi, per cui co-
s tanti matrimoni falliscono e per cui
i tassi di natalit sono sensibilmente
diminuiti.
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gettati per caso nel mondo, ma come
dono che parte del progetto damo-
re di Dio. Genitori, educatori e re-
sponsabili delle comunit, se voglio-
no essere fedeli alla propria vocazio-
ne, non possono mai abdicare al do-
vere di porre davanti ai bambini e ai
giovani il compito di scegliere un pro-
getto di vita diretto verso lautentica
felicit, un progetto capace di distin-
guere tra la verit e la menzogna, il
bene e il male, la giustizia e liniquit,
il mondo reale e il mondo della real-
t virtuale. (...)
Sulla base della fede, costruire
un futuro migliore
I cristiani, i quali credono che il
Vangelo getti luce su ogni aspetto
della vita sociale e individuale, non
mancheranno di vedere le dimensio-
ni filosofiche e teologiche di tali te-
matiche e la necessit di considera-
re lopposizione fondamentale tra il
peccato e la grazia, che ricomprende
tutti gli altri conflitti che angustiano
il cuore umano: il conflitto tra ler-
rore e la verit, tra il vizio e la virt,
tra la ribellione e la cooperazione,
tra la guerra e la pace. N possono
che avere la certezza che la fede, vis-
suta in pienezza di carit e trasmes-
sa alle nuove generazioni, un ele-
mento essenziale nella costruzione
di un futuro migliore e nella salva-
guardia della solidariet intergene-
razionale, in quanto essa fonda ogni
sforzo umano per costruire una civil-
t dellamore basata sulla rivelazio-
ne di Dio creatore, la creazione de-
gli uomini e delle donne a sua imma-
gine e la vittoria di Cristo sul male e
sulla morte.
Nel Giorno Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, il Papa ha
ordinato 15 sacerdoti nella Basilica di San Pietro
Sacerdozio e vocazione alla santit
La Parola e i Sacramenti, realt sante affidate al ministero dei
vescovi, presbiteri e diaconi, sono lalimento della Chiesa, ha
affermato il Santo Padre allora del Regina Coeli del 7 maggio.
n questa quarta Domenica di
Pasqua, domenica del Buon
Pastore, nella quale si celebra
la Giornata Mondiale di Preghiera
per le Vocazioni, ho avuto la gioia di
ordinare, nella Basilica di San Pietro,
15 nuovi sacerdoti per la Diocesi di
Roma. Insieme a loro penso a quanti
in ogni parte del mondo in questo pe-
riodo ricevono lordinazione presbite-
rale.
Mentre ringraziamo il Signore per
il dono di questi nuovi presbiteri al
servizio della Chiesa, vogliamo affi-
darli tutti a Maria, invocando al tem-
po stesso la sua intercessione perch
si accresca il numero di coloro che
accolgono linvito di Cristo a seguir-
lo nella via del sacerdozio e della vi-
ta consacrata.
REGINA CLI, 7 MAGGIO 2006
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Dio continua a
chiamare giovani,
adolescenti e
adulti a predicare
il Vangelo
8 Salvami Regina Giugno 2006
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PAROLE ALLA FINE DELLUDIENZA DEL 17 MAGGIO 2006
Vi invito a valorizzare
il Rosario
i rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, esor-
tando tutti ad intensificare la pia pratica del santo Rosario,
specialmente in questo mese di maggio dedicato alla Madre
di Dio.
Invito voi, cari giovani, a valorizzare questa tradizionale preghiera
mariana, che aiuta a meglio comprendere i momenti centrali della sal-
vezza operata da Cristo.
Esorto voi, cari malati, a rivolgervi con fiducia alla Madonna me-
diante questo pio esercizio, affidando a Lei tutte le vostre necessit.
Auguro a voi, cari sposi novelli, di fare della recita del Rosario in fa-
miglia un momento di crescita spirituale sotto lo sguardo della Vergi-
ne Maria
Amicizia personale
con Ges Cristo
Questanno la Giornata Mondiale
di Preghiera per le Vocazioni ha per
tema: La vocazione nel mistero del-
la Chiesa. Nel Messaggio che ho in-
dirizzato allintera Comunit eccle-
siale per questa ricorrenza, ho ricor-
dato lesperienza dei primi discepoli
di Ges, che, dopo averlo conosciuto
lungo il lago e nei villaggi della Gali-
lea, furono conquistati dal suo fasci-
no e dal suo amore. La vocazione cri-
stiana sempre il rinnovarsi di que-
stamicizia personale con Ges Cri-
sto, che dona senso pieno alla pro-
pria esistenza e la rende disponibile
per il Regno di Dio. La Chiesa vive di
tale amicizia, alimentata dalla Paro-
la e dai Sacramenti, realt sante affi-
date in modo particolare al ministero
dei Vescovi, dei Presbiteri e dei Dia-
coni, consacrati dal sacramento del-
lOrdine.
ed anche se in alcune regioni si re-
gistra scarsit di clero, non si deve
dubitare che Dio continui a chiama-
re ragazzi, giovani e adulti a lascia-
re tutto per dedicarsi alla predica-
zione del Vangelo e al ministero pa-
storale.
Unaltra speciale forma di sequela
di Cristo la vocazione alla vita con-
sacrata, che si esprime in unesisten-
za povera, casta e obbediente tutta
dedicata a Dio, nella contemplazione
e nella preghiera e posta al servizio
dei fratelli, specialmente dei piccoli e
dei poveri.
Non dimentichiamo, poi, che an-
che il matrimonio cristiano a pie-
no titolo vocazione alla santit e che
lesempio di santi genitori la prima
condizione favorevole al fiorire delle
vocazioni sacerdotali e religiose.
Tre vocazioni alla santit
Ecco perch - come ho ribadi-
to nello stesso Messaggio - la mis-
sione del sacerdote insostituibile
Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana. La versione integrale di
questi documenti pu essere trovata in www.salvamiregina.it/lavocedelpapa
Giugno 2006 Salvami Regina 9
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Il mio Cuore Immacolato trionfer
Rivolgendosi alle migliaia di pellegrini presenti in piazza San Pietro
per lorazione del Regina Coeli, il 14 maggio, Benedetto XVI ha
ricordato la promessa carica di speranza della Madonna di Fatima.
n questa quinta Domenica di
Pasqua, la liturgia ci presenta
la pagina del Vangelo di Gio-
vanni in cui Ges, parlando ai discepoli
nellUltima Cena, li esorta a rimanere
uniti a Lui come i tralci alla vite. Si trat-
ta di una parabola davvero significati-
va, perch esprime con grande effica-
cia che la vita cristiana mistero di co-
munione con Ges: Chi rimane in me
e io in lui, dice il Signore, fa molto frutto,
perch senza di me non potete far nulla
(Gv 15, 5).(...)
Chiamato alla preghiera
e alla conversione
Una via sicura per mantenersi uniti
a Cristo, come tralci alla vite, ricor-
rere allintercessione di Maria, che ie-
ri, 13 maggio, abbiamo particolarmen-
te venerato ricordando le apparizio-
ni di Fatima, dove nel 1917 si manife-
st pi volte a tre bambini, i pastorel-
li Francesco, Giacinta e Lucia. Il mes-
saggio che affid loro, in continuit
con quello di Lourdes, era un forte ri-
chiamo alla preghiera e alla conversio-
ne; messaggio davvero profetico con-
siderando il secolo XX funestato da
inaudite distruzioni, causate da guerre
e da regimi totalitari, nonch da este-
se persecuzioni contro la Chiesa.
Mano materna
Inoltre, il 13 maggio 1981 25 an-
ni or sono il Servo di Dio Giovan-
ni Paolo II sent di essere stato mira-
colosamente salvato dalla morte gra-
zie allintervento di una mano ma-
terna, come egli stesso ebbe a di-
re e lintero suo pontificato stato
segnato da ci che la Vergine aveva
preannunciato a Fatima. Se non so-
no mancate preoccupazioni e soffe-
renze, se ancora permangono motivi
di apprensione per il futuro delluma-
nit, di conforto quanto la Bianca
Signora promise ai pastorelli: Alla
fine il mio Cuore Immacolato trion-
fer.
Con questa consapevolezza ci ri-
volgiamo ora con fiducia a Maria
Santissima, ringraziandola per la sua
costante intercessione e pregandola
di continuare a vegliare sul cammi-
no della Chiesa e
dellumanit, spe-
cialmente sulle
famiglie, le mam-
me e i bambini.
REGINA CLI, 14 MAGGIO 2006
Il Santo Padre
saluta e benedice
dalla finestra
dellappartamento
papale i fedeli
convenuti in
piazza San Pietro
per la recita del
Regina Coeli
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Don Joo Scognamiglio Cl Dias
Presidente Generale
10 Salvami Regina Giugno 2006
COMMENTO AL VANGELO 12 DOMENICA DEL
TEMPO ORDINARIO
La burrasca:
un castigo o una grazia?
proprio paradigmatica non solo per ogni
anima, ma anche per la Chiesa questa
tempesta per la quale sono passati gli Apostoli:
dopo ogni burrasca, la Chiesa si erge sempre
pi forte, pi giovane e con la sua bellezza
incomparabilmente accresciuta.
I UN PO DI STORIA
Il viaggio narrato nel Vangelo di
oggi, che ha come punto di parten-
za la famosa citt di Capernaum, al-
la quale Ges e i suoi discepoli avreb-
bero fatto ancora ritorno, si svolse tra
i due grandi discorsi relativi al Regno
(quello della Montagna e quello del-
le Parabole).
Sempre attorniato da molta gente,
Egli riusciva ad essere pi facilmen-
te visto e udito da tutti quando uti-
lizzava la naturale inclinazione della
spiaggia e i momenti di bonaccia del-
le acque, predicando dallinterno di
una barca sul lago di Tiberiade. Que-
sto mare di Genezar, o di Galilea,
come abitualmente chiamato e che
si localizza a nordest della Palestina,
col tempo divenne la frontiera orien-
tale della Galilea. Esso ha una di-
mensione considerevole, soprattutto
in rapporto alle ridotte concentrazio-
ni di popolazione di quei tempi, poi-
ch misura 12 chilometri di larghez-
za, 21 di lunghezza, con una super-
ficie di 170 Kmq e 12 - 18 metri di
profondit in certi punti.
presso i margini di questo lago
che si trova la famosa citt di Magda-
la, nella quale Maria, sorella di Laz-
zaro, era decaduta moralmente. L
visse per anni, in un castello sulla ri-
va delle acque, antica propriet del-
la sua famiglia. Citt, a quei tempi,
di grande circolazione di mercanzie,
di raffinato lusso e, di conseguenza,
di costumi corrotti. nelle prossimi-
t di questo lago che, oltre a Caper-
naum, troviamo le altre due citt che
pi di tutte beneficiarono dei miraco-
li del Signore, senza per convertirsi:
Corazin e Betsaida.
In queste regioni Ges oper inin-
terrottamente, facendo portentosi
miracoli come la moltiplicazione dei
pani e dei pesci, intraprendendo uno
dei suoi pi famosi viaggi.
Cristo nella tempesta nel Mare di
Galilea (di Rembrandt van Rijn)
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Giugno 2006 Salvami Regina 11
Secondo lo storico Flavio Giusep-
pe, in questepoca il lago era scenario
di unintensa attivit. Vi erano 230
imbarcazioni solo a Magdala, segno
della grande produttivit dellindu-
stria ittica in tutto il circondario.
II LAVVENIMENTO
La moltitudine si accalcava in con-
tinuazione per meglio seguire le me-
raviglie che uscivano dalle labbra del
Salvatore. Infatti, Egli aveva det-
to: Sta scritto: Non di solo pane vi-
vr luomo, ma di ogni parola che esce
dalla bocca di Dio (Mt 4, 4). Tutti
erano presi da quelladorabile voce.
Volevano approfittare delle ultime
luci del giorno per cibarsi di quegli
alimenti eterni. Daltra parte, in pre-
da alla stanchezza per quella giornata
senza riposo, Ges progettava di rag-
giungere uno dei suoi rifugi, cos clas-
sificati da San Remigio: Si legge che
il Signore ebbe tre rifugi, e cio: la bar-
ca, il monte e il deserto. Sempre quan-
do la moltitudine Lo assediava, si rifu-
giava in uno di questi(
1
).
Il Signore, prima dellimbruni-
re, comunic agli Apostoli il deside-
rio di raggiungere laltra riva del ma-
re, ossia, la citt di Gerasa. Era giun-
to il momento delle ultime richieste
e degli innumerevoli commiati fina-
li, con quellagitazione cos tipica del
temperamento orientale. Non dove-
vano mancare coloro che, non preoc-
cupandosi se si bagnavano i vestiti,
si approssimavano allimbarcazione
per beneficiare delle ultime grazie di
quella convivenza benedetta.
Per meglio esercitare la fiducia
nella Divina Provvidenza, alzate le
ancore, fecero partire le barche senza
alcuna provvista. Commenta Andrs
Fernandez Truyols SJ:
Il mare era in bonaccia; la barca
scivolava, soave ed agile, sul liscio cri-
stallo delle acque.
Gli Apostoli conversavano tranquil-
lamente e facevano i loro calcoli: di l
a due ore, prima del calar della not-
te, sarebbero arrivati alla sponda op-
posta, distante soltanto una dozzina di
chilometri. Erano lontani dal pensare
che poco dopo unimprovvisa tempesta
avrebbe messo la loro fede e fiducia a
dura prova, offrendo al divino Maestro
loccasione di dare una splendida di-
mostrazione del suo sovrano potere.
Questo ristretto mare della Gali-
lea, che abitualmente si presenta con
unamena tranquillit delle sue acque,
serba sempre latente la minaccia di
una qualche furiosa tempesta.
Situato a pi di duecento metri sot-
to il livello del Mediterraneo e stret-
to da quasi tutti i lati da una catena
di monti, riceve sulla sua liscia super-
ficie i venti che si precipitano dallalto
del monte Hermon. Sotto questo sfer-
35
In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro:
Passiamo allaltra riva.
36
E lasciata la folla, lo
presero con s, cos comera, nella barca. Cera-
no anche altre barche con lui.
37
Nel frattempo
si sollev una gran tempesta di vento e gettava
le onde nella barca, tanto che ormai era piena.
38
Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dor-
miva. Allora lo svegliarono e gli dissero: Mae-
stro, non timporta che moriamo?.
39
Destatosi,
sgrid il vento e disse al mare: Taci, calmati!. Il
vento cess e vi fu grande bonaccia.
40
Poi disse
loro: Perch siete cos paurosi? Non avete an-
cora fede?.
41
E furono presi da grande timore e
si dicevano lun laltro: Chi dunque costui, al
quale anche il vento e il mare obbediscono? (Mc
4, 35-41)
a VANGELO: GES CALMA UNA TEMPESTA A
per la vostra
correzione che voi
soffrite! Dio vi tratta
come figli; e qual
il figlio che non
corretto dal padre?
12 Salvami Regina Giugno 2006
zare di venti, le sue acque si rivoltano e
saltano come un focoso destriero sfer-
zato dalla frusta. Fu quello che succes-
se quel giorno in cui gli Apostoli, nel la-
sciare la piccola insenatura, videro le
acque molto tranquille, senza notare
il minimo indizio di un approssimarsi
della tormenta.
Ges approfitt di questa tranquil-
lit per riposarsi dalle fatiche di quel
giorno. Si distese a poppa, appoggiando
la testa sul cuscino, come nota Marco
(4, 38) probabilmente un piccolo sacco
di cuoio pieno di lana, semplice e rusti-
co, che, per comodit degli stessi mari-
nai, o forse di qualche viaggiatore di-
stinto, sicuramente le barche erano so-
lite avere, visto che lEvangelista parla
di questo come di qualche cosa di ben
determinato e conosciuto, aggiungen-
do larticolo determinativo il (
). Chiss con quale amo-
re gli angeli del Cielo contemplavano il
loro Re e Signore sdraiato sul duro le-
gno, mentre riprendeva le forze con il
sonno, Lui, vigilante fin dalleternit,
vinto dalla fatica, Lui, che con il suo
dito muove luniverso intero!
Allimprovviso, si disegn sul volto
degli Apostoli un moto di inquietudine;
si interruppe la conversazione, si fissa-
rono gli sguardi verso lorizzonte: la lo-
ro lunga esperienza faceva loro presen-
tire la tormenta. E questa non si fece
attendere, precipitandosi fin da subito
con un impeto indicibile.
Mentre la tempesta fremeva, Ges
continuava a dormire.
Allinizio, gli Apostoli rispettarono
il sonno del Maestro. Ammainarono
le vele, presero i remi, misero in prati-
Non cera forse in quel momento an-
che Ges con loro? Non era l presen-
te colui che disse: Sono stato io che
ho posto la sabbia per confine al ma-
re, (...) Le sue onde si agitano ma non
prevalgono, rumoreggiano ma non lol-
trepassano (Gr 5, 22)(
2
).
III IL VANGELO
35
In quel medesimo giorno, verso
sera, disse loro: Passiamo allaltra
riva.
Anche San Luca ci riferisce que-
sto fatto (8, 22-25), mentre San Mat-
teo tace su ci. Sebbene nessuno dei
due Evangelisti dichiari le ragioni che
portarono il Signore a prendere que-
sta decisione, esse sono facilmente de-
ducibili. Come abbiamo in preceden-
za affermato, si possono sintetizzare
nella stanchezza fisica dopo una gior-
nata laboriosa. Non dimentichiamo-
ci della natura umana di Ges, nono-
stante questa fosse unita a quella divi-
na. Anche San Giovanni menziona la
stanchezza del Salvatore in quelloc-
casione in cui Lui, stando seduto vici-
no al pozzo, vide comparire la Samari-
tana, e le manifest di aver sete (
3
).
Nel presente episodio, la plausibili-
t di questipotesi diventa chiara per il
profondo sonno nel quale cadde Ge-
s, subito dopo essere salito in barca.
36
E lasciata la folla, lo presero
con s, cos comera, nella barca.
Cerano anche altre barche con lui.
Maldonado interpreta il fatto che
gli Apostoli avessero preso tutti la
stessa imbarcazione di Ges come un
qualcosa di provvidenziale, perch co-
s, quando Egli li avesse ripresi per la
mancanza di fede, avrebbe potuto far-
lo con tutta libert. Ci sembra, tuttavia,
pi probabile che le circostanze cos lo
imponessero, visto che la barca appar-
teneva a loro. A parte questo, era or-
mai divenuta una tradizione il fatto
che essi restassero insieme al Maestro.
Tradizionale era pure la mancan-
za di preparativi per il viaggio. Quan-
ti pani e pesci possedevano essi in oc-
ca tutti i mezzi suggeriti dalla loro pe-
rizia nellarte di navigare per affronta-
re le minacce del pericolo. Ma il ma-
re si infuriava sempre di pi, e limbar-
cazione correva il rischio di essere tra-
volta dalle onde. Allora, come estre-
mo rimedio, si avvicinarono al Mae-
stro: Signore, salvaci, poich morire-
mo! O, secondo lespressione pi viva
di San Marco: Maestro, non ti impor-
ta se moriamo?
Tali parole rivelano bene a quale
punto di turbamento erano gli Aposto-
li e come era diminuita la loro fiducia.
Tutti noi passiamo per
tormente interiori, alle volte,
violente. Esse avvengono
per cause esteriori, ma con
frequenza anche per ragioni
interiori
Se colpiti da una
stessa calamit,
i peccatori
abominano Dio e
bestemmiano contro
di Lui mentre i giusti
Lo glorificano
casione dei due miracoli della loro
moltiplicazione? Non prendete nulla
per il viaggio, n bastone, n bisaccia,
n pane, n denaro, n due tuniche per
ciascuno (Lc 9,3) aveva detto a lo-
ro. Per questo lo condussero alla bar-
ca cos come stavano. Daltro canto,
pondera San Giovanni Crisostomo,
Ges volle averli come testimoni dei
suoi miracoli, ma desiderava evitare
agli altri lo scandalo di vedere che es-
si avevano una fede cos limitata.
Si sollev una grande tempesta
37
Nel frattempo si sollev una
gran tempesta di vento e gettava le
onde nella barca, tanto che ormai
era piena.
Questa tempesta non si sollev per
caso. Non poche volte, tutti presi da
una preoccupazione naturalista, vo-
gliono attribuire agli elementi stes-
si della natura la causa, la forza e la
gloria dei miracoli. Questa tendenza
semplicistica richiama lattenzione di
alcuni autori di fama, come, per esem-
pio, Fillion: In ognuna delle categorie
dei miracoli evangelici troviamo gi in-
dicate le obiezioni pi comuni e pi re-
centi del razionalismo, e i principi che
aiutano a rifiutarle. Non dunque ne-
cessario che ci occupiamo delle elucu-
brazioni della critica liberale riguardo ai
miracoli del Salvatore, considerati iso-
latamente.(
4
) Subito di seguito, lillu-
stre autore espone il pensiero di diver-
si razionalisti contemporanei.
Purtroppo, i limiti di questo arti-
colo non permettono di discorrere
su questo recalcitrante razionalismo,
un male molto pi diffuso di quel che
sembra. Contro il suo dogmatismo,
ricordiamoci che Dalla parola del Si-
gnore furono fatti i cieli, dal soffio del-
la sua bocca ogni loro schiera. Come
in un otre raccoglie le acque del mare,
chiude in riserve gli abissi (Sl 33, 6-
7). Questo il potere di Dio, infinita-
mente superiore a quello della ragio-
ne umana, anchessa da Lui creata.
Si sollev una grande tempesta.
Alcuni autori sono del parere che essa
sia stata ordinata dallo stesso Signore
e fu grande perch grande fosse anche il
prodigio. Oltretutto, quanto maggiore
fosse stata la paura dei suoi discepoli,
altrettanto grande sarebbe stato il sol-
lievo di essere stati, da Lui, salvati.
Le tormente interiori
Nel corso degli ultimi due millenni,
con frequenza i commentatori fanno
un accostamento tra questo paradig-
Sia come sia, tutti noi passiamo
per tormente interiori, alle volte, an-
che violente. Esse capitano per cau-
se esteriori, ma con frequenza anche
per ragioni interiori. Su queste si mol-
tiplicano le considerazioni di questi o
di quegli autori, come, per esempio,
del Beato Giovanni dAvila:
Ci sono coloro che hanno perso
questa gioia della castit per castigo
di Dio che, come dice San Paolo, con
giusto giudizio li ha abbandonati ai
desideri disonesti dei loro cuori (Rm 1,
24), come in mano di crudeli carnefi-
ci (...) E sebbene questo sia in genera-
le con tutti i peccati, lo specialmente
con quello della superbia. Dio solito
castigare la segreta superbia con la lus-
suria manifesta.
Nabucodonosor, per castigo del-
la sua superbia, fu abbassato al livello
delle bestie (Dn 4, 20-31), e in esso ri-
mase finch non riconobbe e confess
che leccellenza del regno di Dio.
C chi ha la superbia della castit,
credendo quasi che essa sia dovuta alle
sue forze.Costui Dio lo espelle dalla sua
cerchia, e una volta fuori dalla compa-
gnia degli angeli, cade tra le bestie.
Altri sono superbi e disprezzano il
loro prossimo per il fatto di vederlo ca-
rente di virt, specialmente della ca-
stit. Assomigliano al fariseo quando
prega: Non sono cattivo come gli al-
tri uomini, n adultero (Lc 18, 11).
Quante persone ho gi visto essere ca-
matico episodio e la Chiesa o lanima
nella sua vita spirituale. Quando par-
lano della Chiesa, si riferiscono pi
alle persecuzioni da lei sofferte, cos
come alle divisioni ed eresie sorte al
suo interno. Nellapplicare lepisodio
allanima, concentrano la loro atten-
zione sui giusti piuttosto che sui pec-
catori, poich questultimi, anche se
possono essere considerati come una
barca, in questa non incontreranno
Cristo, neppure dormiente.
Era altamente formativo
per i discepoli sentire la
propria contingenza ed
essere, cos, stimolati a
ricorrere a Ges
Proprio come la
tempesta, il sonno
di Ges in quel
momento era
altamente formativo
per i suoi discepoli
14 Salvami Regina Giugno 2006
stigate con la caduta, per aver com-
messo questo peccato! Non condanna-
te e non sarete condannati (Lc 6, 37).
Con la stessa misura con la quale mi-
surate sarete misurati (Mt 7,2). Guai
a te che disprezzi, perch sarai disprez-
zato! (cfr. Is 33, 1).
Siamo, tutti noi uomini, della stessa
pasta, e tutti possiamo cadere nei peccati
in cui caduto il nostro prossimo. Traia-
mo dunque il bene dal male altrui, con-
siderando come salutare avvertimento
per noi la caduta del nostro prossimo.
Non dimentichiamoci di Davide, il
quale, secondo quanto dice San Ba-
silio (cfr. Hom. In Ps. 38: PG 30, 87)
cadde perch, messo di fronte allab-
bondanza delle grazie, si creduto si-
curo. Nella mia prosperit ho detto:
Nulla mi far vacillare!(Sl 30, 7). Si
dimenticato della sentenza del Qoe-
let: Nei giorni dei beni che abbiamo,
ricordiamoci dei mali in cui possiamo
cadere (cfr.11,25).
Simile a questa superbia la vana
fiducia di chi cerca la castit appog-
giandosi soltanto alle sue proprie for-
ze. Costui pu ripetere quello che fu
detto dagli apostoli: Abbiamo fatica-
to la notte intera invano (Lc 5,5), o
dal Qoelet: Quanto pi io la cercavo,
tanto pi lontano fuggiva da me (7, 23-
24). Il che significa eccesso di fiducia
in se stesso e mancanza di preghiera al
Signore e a Maria.
Quando fu il tempo in cui i re (cfr.
2Sm 11, 1-4) uscivano a battagliare,
Davide invi i suoi generali, per lui,
osserva il libro santo, rimase a casa sua
e, passeggiando, cadde nella tentazione
e nel peccato delladulterio. Chi fugge
dalle fatiche e dal compimento dei suoi
doveri, subito sar tentato.
Per finire, la ribellione della carne,
di cui soffre lumanit, ha inizio dalla
disobbedienza di Adamo. Chi disobbe-
disce a Dio e ai suoi rappresentanti i
superiori, subito suole essere castigato
con la rivolta delle sue potenze inferiori
alla ragione(
5
).
Chi che Dio castiga? Per quan-
to incredibile possa apparire, Egli per-
mette che la tempesta scoppi sulle ani-
me amate da Lui. lo stesso Dio che
dichiara di seguire questo procedimen-
to: Figlio mio, non disprezzare listru-
zione del Signore e non aver a noia la sua
esortazione, perch il Signore corregge
chi ama, come un padre il figlio predilet-
to (Pr 3, 11-12). Io tutti quelli che amo
li rimprovero e li castigo. Mostrati dun-
que zelante e ravvediti (Ap 3, 19).
Dio ci corregge attraverso
le tribolazioni
SantAgostino anchegli catego-
rico a questo proposito, poich assi-
cura che non appartiene alla catego-
ria dei figli chi non passa per le tri-
bolazioni. Troviamo in San Paolo la
perfetta spiegazione: per la vostra
correzione che voi soffrite! Dio vi trat-
ta come figli; e qual il figlio che non
corretto dal padre? Se siete senza cor-
cuor suo: Non sar mai scosso,vivr
sempre senza sventure (Sl 9, 25-27).
Cos, possiamo dire di Dio che, es-
sendo Padre di ogni consolazione,
anche il Padre della tribolazione. Tra-
mite questa, Egli ci corregge. Ci ca-
stiga al fine di emendarci, poich mai
vuole la morte del peccatore, ma che
si converta e viva(
6
).
In sintesi, buoni e cattivi passano
per burrasche, il problema nella di-
sposizione interiore degli uni e de-
gli altri durante queste, come spiega
SantAgostino:
Nonostante i giusti e i cattivi soffra-
no lo stesso tormento, virt e vizio non
sono la stessa cosa. Perch, cos come
con uno stesso fuoco loro risplende,
scoprendo i suoi carati, e la paglia fu-
ma, e con la stessa trebbiatrice si rompe
larista della spiga del frumento e si pu-
lisce il grano, cos pure una stessa avver-
sit prova, purifica e perfeziona i buoni,
mentre disapprova, distrugge e annien-
ta i cattivi. Di conseguenza, se attinti da
una stessa calamit, i peccatori abomi-
nano Dio e bestemmiano contro di Lui,
e i giusti Lo glorificano e chiedono mi-
sericordia. La differenza tra tanto sva-
riati sentimenti consiste, non nella qua-
lit del male che si soffre, ma nelle per-
sone che lo soffrono; perch, rivoltati
nello stesso modo, il fango esala un fe-
tore insopportabile, e il profumo prezio-
so, una fragranza soavissima(
7
)
Il sonno di Ges
nella nostra anima
38
Egli se ne stava a poppa, sul cus-
cino, e dormiva
Proprio come la tempesta, il sonno
di Ges in quel momento sembrava
essere stato predisposto secondo una
finalit che Egli aveva in vista. Era al-
tamente formativo per i suoi disce-
poli sentire la propria contingenza e,
cos, essere stimolati a ricorrere a Lui
in ultima istanza. In questo modo sa-
rebbero state create le condizioni per
la manifestazione del suo potere di-
vino. A questo riguardo ci dice San
Giovanni Crisostomo: Se Egli fos-
se stato sveglio, o essi non avessero
rezione, mentre tutti ne hanno avuto la
loro parte, siete bastardi, non figli! Del
resto, noi abbiamo avuto come corret-
tori i nostri padri secondo la carne e li
abbiamo rispettati; non ci sottomette-
remo perci molto di pi al Padre degli
spiriti, per avere la vita? Costoro infatti
ci correggevano per pochi giorni, come
sembrava loro; Dio invece lo fa per il
nostro bene, allo scopo di renderci par-
tecipi della sua santit (Eb 12, 7-10).
Questi brani delle Scritture ci fan-
no meglio comprendere quanto lap-
parente successo dei cattivi, le loro
delizie e prosperit molte volte pos-
sono significare uno dei peggiori ca-
stighi. Davide ci insegna come lem-
pio dice nella sua arroganza: Non c
castigo! Dio non esiste! (...) Dice in
Ci sono circostanze
dolorose nella
nostra vita
spirituale, nelle
quali Ges
sembrer dormire
Giugno 2006 Salvami Regina 15
do conto che le minime azioni di Ge-
s contengono lezioni di alta saggez-
za per noi, il sonno di Ges nella bar-
ca ci mostra quanto dobbiamo santi-
ficare il nostro riposo. In fin dei con-
ti, il sonno occupa una considerevo-
le parte della nostra esistenza su que-
sta terra e, in un certo senso, imma-
gine della morte. Se desideriamo che
la nostra morte sia buona e santa, sa-
r indispensabile che lo sia anche la
sua prefigurazione. fondamentale
che ci addormentiamo sotto la bene-
dizione del Sacro Cuore di Ges e di
Maria Santissima: Proteggici anche
mentre dormiamo! (...) il nostro corpo
riposi in pace! (
11
). Per questo, nien-
te di meglio che evitare atteggiamen-
ti e modi di essere penetrati dallo spi-
rito della mollezza, come la mancan-
za di pudore o la sensualit.
Nellora della tempesta, risveglia
la tua fede e verr la bonaccia
38
Allora lo svegliarono e gli dis-
sero: Maestro, non timporta che
moriamo?
proprio paradigmatica per noi
questa tempesta per la quale passa-
rono gli Apostoli. Per quanti perico-
li passiamo anche noi, durante la no-
stra vita? Se essi sono evitabili, non
dobbiamo affrontarli, se ad essi ci
esporremo, se li cercheremo e li ame-
remo, certo che moriremo. La fu-
ga, in questi casi, accompagnata dalla
preghiera, il miglior rimedio.
Quando tuttavia, senza colpa da
parte nostra, ci rendiamo conto di esse-
avuto paura o non lo avessero prega-
to che li salvasse quando la tempesta
si sollev, non avrebbero pensato che
potesse fare un tale miracolo(
8
).
Molto puntualmente gli autori met-
tono in relazione questo fatto capitato
agli Apostoli e il mistero del sonno
di Ges, che alle volte si ripete duran-
te la tempesta per la quale passano le
nostre anime. Questo sonno di Ge-
s potr essere reale o apparente.
Quando noi ci allontaniamo
da Ges: sonno reale
Se, per disgrazia, abbracciamo il
peccato mortale, ci allontaniamo da
Ges. Questo il pi terribile dei
sonni, poich siamo noi che Lo ob-
blighiamo a prendere le distanze da
noi, a parte il fatto che perdiamo la
grazia santificante. Subito dopo si
solleva la tempesta delle nostre cat-
tive inclinazioni e passioni disordina-
te, la quale sommerge il nostro senso
morale. Se, in questa situazione, do-
vessimo essere sorpresi dalla morte,
Dio dormirebbe per quanto riguar-
da noi il sonno eterno della nostra
terribile condanna allinferno. Non
ci sarebbe pi, in questo caso, alcuna
possibilit di svegliarLo.
Per il progresso delle nostre
anime: sonno apparente
Ci sono circostanze dolorose nel-
la nostra vita spirituale, nelle qua-
li Ges sembra dormire, causando-
ci la sensazione di essere abbando-
nati. Questa unottima opportunit
per combattere la nostra presunzione
e comprendere che senza di Lui non
possiamo fare nulla(
9
). Il timore di
Dio non solo il principio della Sa-
pienza, ma anche un eccellente mez-
zo di santificazione(
10
). Privati per un
periodo delle delizie delle sue conso-
lazioni, pi facilmente ci purifichia-
mo dai disordini dei nostri affetti.
Anche il nostro sonno
deve essere santificato
Daltra parte, conformemente a
quanto afferma SantAgostino, tenen-
G
u
s
t
a
v
o

K
r
a
l
j
A causa dellunione delle due
nature divina ed umana nella
Seconda Persona della Santissima
Trinit, luomo ha ricevuto nel
tempo lonnipotenza che il Figlio
di Dio ha avuto ab aeterno
(Cristo a Piedi, Sud Italia, sec.XI,
Metropolitan Museum of Art,
New York)
Dominando o no la
tempesta, anche in
mezzo ai pi terribili
pericoli, la barca
della Chiesa non
andr mai a fondo
16 Salvami Regina Giugno 2006
re coinvolti in un qualche pericolo, se-
guiamo il consiglio di SantAgostino:
Cristiano! Nella tua imbarcazione
dorme Cristo; svegliaLo, e Lui minacce-
r la tempesta e sar ristabilita la calma. I
discepoli, sul punto di naufragare e il Cri-
sto addormentato, rappresentano i cristia-
ni in pericolo di soccombere perch la lo-
ro fede dorme. Gi sai quello che ha det-
to San Paolo: Che Cristo abiti per la fede
nei vostri cuori (Ef 3, 17). Secondo la pre-
senza della sua bellezza e divinit, Cristo
sta sempre con il Padre. Secondo la sua
presenza corporale, vive ora nel Cielo se-
duto alla destra dellOnnipotente. Secon-
do la presenza della fede, sta dentro di noi.
Pertanto, se ti vedi in pericolo, sar perch
Cristo dorme, cio, sar perch non vinci
le concupiscenze che si alzano come bufe-
re del cattivo consiglio, sar perch la tua
fede addormentata. In che cosa consi-
ste questo sonno della fede? Nel fatto che
ti dimentichi di lei. Ed in che cosa consiste
svegliare Cristo? Nel risvegliare la tua fede,
nel ricordare quello in cui hai creduto. Ri-
corda, pertanto la tua fede, sveglia Cristo,
e la tua stessa fede dominer le onde che ti
turbano e i venti che ti consigliano il male.
E verr allora la bonaccia, perch anche
se i perversi consigli non dovessero placar-
si, non scuoteranno pi limbarcazione,
non incresperanno le onde n potranno
affondare la barca in cui navighi(
12
).
Non lo hanno visto se
non come uomo
39
Destatosi, sgrid il vento e dis-
se al mare: Taci, calmati!. Il ven-
to cess e vi fu grande bonaccia.
40
Poi disse loro: Perch siete cos
paurosi? Non avete ancora fede?.
41
E furono presi da grande timo-
re e si dicevano lun laltro: Chi
dunque costui, al quale anche il
vento e il mare obbediscono?
Commenta Fra Manuel de Tuya
OP: Sebbene gli Apostoli avessero gi
presenziato ad alcuni miracoli di Cri-
sto, non si ricordarono del suo potere di
fronte ad uno spettacolo tanto imponen-
te. Ma il suo dominio rispetto alle forze
cosmiche scatenate produce in loro una
cos forte ammirazione che si chiedono
chi sia costui che ha simili poteri(
13
).
In seguito allunione delle due na-
ture divina e umana nella Seconda
Persona della Santissima Trinit, luo-
mo ha ricevuto nel tempo lonnipotenza
che il Figlio di Dio ha ricevuto ab aeter-
no dice San Tommaso dAquino (
14
).
Lanima di Nostro Signore ha ricevu-
to il potere divino di fare miracoli con
una tale sovrabbondanza che per Sua
trasmissione che i Santi operano an-
chessi cos, come vediamo in Matteo
(10, 1) (
15
). Per questa ragione ha ma-
nifestato tutto il suo potere, incluso
quello sulle creature irrazionali, come
la sua esistenza. Si tratt di persecuzio-
ni ora dichiarate e cruente, ora silen-
ziose e ipocrite. Odi mortali e ingrati-
tudini storiche segnarono il corso delle
eresie e degli scismi. Tuttavia, la Chie-
sa non ha mai dubitato di Colui che ve-
glia per il suo immortale destino. An-
che quando sembra dormire, Egli fa
echeggiare nellintimo dei fedeli la sua
infallibile promessa: Ecce ego vobiscum
sum omnibus diebus, usque ad consum-
mationem saeculi Ecco, io sono con
voi tutti i giorni, fino alla fine del mon-
do (Mt 28, 20). La Chiesa ha appreso
dagli Apostoli ad invocarLo e, sia che
domini la tempesta o no, la sua barca,
anche in mezzo ai pi terribili perico-
li, non andr mai a fondo. Anzi, essa ri-
sorge sempre pi forte, pi giovane e
con una bellezza invariabilmente accre-
sciuta. Ad ogni minaccia, la sua gloria si
eleva, perch la sua fede incrollabile.
Che grande benedizione e che in-
commensurabile grazia per noi, esse-
re figli della Chiesa!
1
) Apud San Tommaso dAquino, Cate-
na Aurea.
2
) Vita di Ges Cristo, BAC, Madrid,
1954, pagg. 316-318.
3
) Cfr. Gv 4, 6-7)
4
) Vita di Ges Cristo, Ed. Voluntad,
1926, tomo III, pag. 564.
5
) Obras espirituales del Padre Maes-
tro Beato Juan de vila, Apostola-
do de la Prensa, Madrid, 1951, pa-
gg. 49-50.
6
) Cfr. Ez 33, 11.
7
) La citt di Dio, Libro I, cap. 8.
8
) Hom. In Matt, 28, apud San Tomma-
so dAquino, Catena Aurea.
9
) Cfr. Gv 15, 5.
10
) Cfr. Fl 2, 12.
11
) Ufficio divino - Complete
12
) Serm. 361. PL 39, 1602.
13
) Biblia comentada, BAC, Madrid,
1964, vol.II, pag. 565.
14
) Summa Teologica, III q.13 a.1 ad 1.
15
) Cfr. Idem, III q. 13 a.2 ad 3.
16
) Cfr Mt 27, 51-52 e Summa Teologi-
ca, III q. 44 a4 ad. 3.
17
) Apud Catena Aurea.
i venti, il mare, la tempesta, o, durante
la sua Passione, sui vari elementi come
quando il velo del Tempio si strappa-
to, i sepolcri si sono aperti, la terra ha
tremato e le rocce si sono aperte (
16
).
Riguardo a questo passaggio, com-
menta Teofilo: Se avessero avuto fe-
de, essi avrebbero creduto che, anche
dormendo, [Ges] poteva assicura-
re la loro incolumit (...). Calmando,
dunque, il mare con un ordine e non
con una verga come Mos (Es 14), n
con la preghiera come Eliseo nel Gior-
dano (2 Sm 2), n con larca come
Giosu (Gs 3) -, i discepoli riconobbe-
ro che Lui veramente Dio. Ma, men-
tre dormiva, non Lo videro se non co-
me uomo(
17
).
Le burrasche sopra la Chiesa
Nel corso di due millenni, la Chie-
sa ha visto abbattersi sopra di Lei ogni
specie di tempeste, che minacciavano
Carlo Werner Benjumea
O
Giugno 2006 Salvami Regina 17
SACRO CUORE DI GES
Fonte di ogni
consolazione
La Litania del Sacro Cuore di Ges ci svela loceano
del suo amore per noi, enfatizzando il suo desiderio di
ascoltarci, perdonare e confortare.
gni sera, nelle case degli
Araldi del Vangelo, con-
clusa la cena comunita-
ria, si canta la litania del
Sacro Cuore di Ges. La
melodia gregoriana, affabile e sublime,
esalta il significato profondo di ogni in-
vocazione di questeccelsa orazione.
Veniamo posti davanti ad un vera pro-
fusione di meraviglie e lodi che riem-
piono le nostre anime di tenerezza e
adorazione per il nostro Redentore.
Il mese di giugno, dedicato a que-
sto divino Cuore, un tempo propi-
zio per commentare e ammirare la
bellezza di alcune delle giaculatorie
con cui Egli onorato nella sua li-
tania.
Per questo, niente di meglio che
ornare le nostre riflessioni con alcu-
ni brani del messaggio trasmesso da
Ges a Santa Margherita Maria Ala-
coque, religiosa del monastero del-
la Visitazione di Paray-le-Monial
(Francia), nella seconda met del se-
colo XVII.
Ecco il Cuore che tanto
ha amato gli uomini
In una delle sue apparizioni a San-
ta Margherita Maria, Nostro Signore
si mostrava prorompente di luce e con
unespressione piena di bont e mise-
ricordia. Indicando il suo stesso Cuo-
re, Egli le ha trasmesso affettuosa-
mente questa lamentela: Ecco il Cuo-
re che tanto ha amato gli uomini, che
nulla ha risparmiato fino ad esaurirSi e
consumarSi per testimoniare loro il suo
amore, e che, in cambio, dalla maggior
parte riceve soltanto ingratitudine.
Come dovrebbe lasciarci costerna-
ti questa rivelazione!
vero che Egli ci ama oltremisu-
ra e che impossibile per ognuno di
noi, semplici creature, ricambiarLo
con uguale intensit. Ma intanto, la
questione sapere se noi Lo amiamo
tanto quanto ci permette la nostra ca-
pacit di amare. Certamente, se noi
ci consegnassimo interamente al suo
amore, aiutati dalla sua grazia, il no-
stro cuore palpiterebbe allunisono
con quello di Lui, noi cintenerirem-
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18 Salvami Regina Giugno 2006
ignore, abbi piet di
noi.
Ges Cristo, abbi
piet di noi.
R/. Signore, Abbi Piet di
noi.
Ges Cristo, ascoltaci.
R/. Ges Cristo, rispondici.
Dio, Padre nostro Celeste,
abbi piet di noi.
Dio Figlio, Redentore del
mondo,
Dio, Spirito Santo,
Santissima Trinit, Tre
Persone, tuttavia Un Solo
Dio,
Cuore di Ges, Figlio del
Padre Eterno,
Cuore di Ges, formato
dallo Spirito Santo
nel seno della Vergine
Madre,
Cuore di Ges, unito
sostanzialmente al Verbo
di Dio,
Cuore di Ges, dalla maest
infinita,
Cuore di Ges, tempio santo di
Dio,
Cuore di Ges, tabernacolo
dellAltissimo,
Cuore di Ges, casa di Dio e porta
del Cielo,
Cuore di Ges, fornace ardente di
carit
Cuore di Ges, ricettacolo di
giustizia e amore,
Cuore di Ges, abisso di tutte le
virt,
Cuore di Ges, degnissimo di ogni
lode,
Cuore di Ges, Re e centro di tutti
i cuori
Cuore di Ges, nel quale stanno
tutti i tesori della saggezza e
della scienza,
Cuore di Ges, nel quale abita
tutta la pienezza della divinit,
Cuore di Ges, nel quale il Padre
pone la sua compiacenza,
Cuore di Ges, della cui pienezza
noi tutti partecipiamo,
Cuore di Ges, desiderio dei colli
eterni,
Cuore di Ges, paziente e
misericordioso,
Cuore di Ges, ricco per tutti
coloro che Ti invocano,
Cuore di Ges, fonte di vita e
santit,
Cuore di Ges, propiziazione per i
nostri peccati,
Cuore di Ges, saturo di obbrobri,
Cuore di Ges, afflitto a
causa dei nostri crimini,
Cuore di Ges, fatto
obbediente fino alla morte,
Cuore di Ges, attraversato
dalla lancia,
Cuore di Ges, fonte di ogni
consolazione,
Cuore di Ges, nostra vita e
risurrezione,
Cuore di Ges, nostra pace
e riconciliazione,
Cuore di Ges,vittima dei
peccatori,
Cuore di Ges, salvezza di
chi nutre speranza in Te,
Cuore di Ges, speranza di
chi muore in Te,
Cuore di Ges, delizia di
tutti i santi,
Agnello di Dio, che togli i
peccati del mondo,
R/. Perdonaci, Signore.
Agnello di Dio, che togli i
peccati del mondo,
R/.Ascoltaci, Signore.
Agnello di Dio, che togli i pecca-
ti del mondo,
R/. Abbi piet di noi.
V/. Ges, mansueto e umile di
Cuore,
R/. Rendi il nostro cuore simile al
Tuo.
Preghiamo. Dio onnipotente ed
eterno, guarda al Cuore di tuo Fi-
glio dilettissimo e alle lodi e soddi-
sfazioni che Egli, in nome dei pec-
catori, Ti tributa; e a coloro che im-
plorano la Tua misericordia conce-
di benigno il perdono, in nome del
Tuo stesso Figlio Ges Cristo, che
con Te vive e regna per tutti i secoli
dei secoli. Amen.
Litania al Sacro Cuore di Ges
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Giugno 2006 Salvami Regina 19
mo con Lui, sentiremmo come Lui e
perch no? soffriremmo per Lui.
Questo deve essere lanelito del-
lanima cattolica.
Facciamo dunque, della lettura di
queste parole qualcosa in pi che un
semplice esercizio intellettuale. Tra-
sformiamola in un atto damore.
Cuore di Ges, fornace
ardente di Carit
Questa bellissima giaculatoria
non si accontenta di paragonare que-
stamore tanto intenso con una for-
nace, ma pone laccento sul fatto che
una fornace ardente. Splendida im-
magine della sua divina passione, non
solo per lumanit nel suo insieme,
ma anche per tutti i suoi figli e figlie,
individualmente considerati.
Cos racconta Santa Margherita
Maria di come le fu rivelato questo
amore: Una volta, in cui il Santo Sa-
cramento era esposto, Ges si presen-
t a me, sfolgorante di gloria con le sue
cinque piaghe, scintillanti come cin-
que soli. Da questa sacra umanit usci-
vano ovunque fiamme, ma soprattut-
to dal suo adorabile petto, che pareva
una fornace e apertasi la fornace, mi
veniva svelato il suo amoroso e amabile
Cuore, che era la sorgente viva di quelle
fiamme. Fu allora che mi rivel le me-
raviglie inesplicabili del suo puro amo-
re e fino a quale eccesso aveva spinto il
suo amore per gli uomini, dai quali ri-
ceveva solo ingratitudine e indifferenza
questo, Egli disse a Santa Mar-
gherita, ci che mi ferisce pi di tutto
quanto ho sofferto durante la mia Pas-
sione, al punto che, se mi contraccam-
biassero con un po damore, stimerei
poco quanto ho fatto per loro e vorrei,
se fosse possibile, fare ancora di pi.
Invece, non hanno che freddezza e ri-
getto per tutte le mie premure che mi-
rano a far loro del bene. Ma, almeno
tu, dammi il piacere di supplire alle lo-
ro ingratitudini nella misura in cui ne
sei in grado.
Voglia il Cielo che questappello
di Ges trovi uneccellente accoglien-
za, non solo nellanimo delle persone
specialmente devote al Sacro Cuore,
ma anche in quello di tutti i cattoli-
ci, risvegliando in ognuno il desiderio
di offrire al nostro amorevole Reden-
tore una degna riparazione per tanta
indifferenza. Che ognuno, sullesem-
pio di Simone Cireneo, Lo aiuti a ca-
ricare la croce delle dimenticanze e
delle ingratitudini. Sar questa la mi-
glior maniera di combattere lindif-
ferenza che, alle volte, rende lento il
nostro progresso spirituale o, peggio
ancora, ci paralizza in uno stato di
torpore e di fastidio in relazione al-
le cose di Dio.
Per avanzare in questo lumino-
so cammino, possiamo contare su un
aiuto sicuro e preziosissimo: la devo-
zione allImmacolato Cuore di Maria,
nel quale Ges incomparabilmente
pi amato che in qualsiasi altra crea-
tura, umana o angelica. Fu volon-
t di Dio che, nellopera di redenzione
umana, la Santissima Vergine Maria ri-
manesse inseparabilmente unita a Ge-
s Cristo- scriveva il Papa Pio XII.
Per questo conviene che ogni cristia-
no, dopo aver prestato al Sacro Cuo-
re il debito culto, renda anche allama-
tissimo Cuore di sua Madre celestiale i
corrispondenti ossequi di piet, di amo-
re, di ringraziamento e di riparazione
(Enciclica Haurietis Aquas, n. 74)
Aiutati dalla potente mediazione
di questa tenera Madre, penetrere-
mo con maggiore facilit nel mistero
del divino Amore, che Ella ha portato
nel suo purissimo seno, ha alimenta-
to e contemplato da vicino con vam-
pate di adorazione e trasporto.
Fu per volont di Dio che, nellopera della Redenzione umana, la
Santissima Vergine Maria rimase inseparabilmente unita a Cristo
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20 Salvami Regina Giugno 2006
Cuore di Ges, paziente
e misericordioso
Questo titolo ci fa venire in men-
te unesclamazione di Santa Marghe-
rita Maria: Questo divino cuore tut-
to dolcezza, umilt e pazienza.
Paziente (Dal latino, patiens,
colui che soffre) un epiteto molto
adeguato al Cuore misericordioso di
Ges, disposto a tutte le sofferenze
per la nostra salvezza. Contempliamo
qui un Cuore il cui affetto si misura
con la sua disposizione a soffrire.
Non sembra esagerato affermare
che il valore di un uomo, o di una don-
na, proporzionale alla sua capacit
di superare, con coraggio e rassegna-
zione, gli insuccessi e le difficolt che
la Provvidenza permette nel suo cam-
mino specialmente quando si vede
bersaglio da incomprensioni da parte
delle persone che gli sono pi vicine.
Abbiamo, allora, davanti al nostro
sguardo il Divino Maestro come mo-
dello di pazienza. Essere paziente si-
gnifica, per esempio, saper sopporta-
re i difetti del prossimo, rispondere
con amabilit alle sue manifestazioni
dirascibilit e tanti altri atti di virt
di questo tipo.
Se noi imitassimo, in questo, il no-
stro Salvatore, faremo del nostro me-
glio per meritare la sua amicizia, co-
me ha scritto Santa Margherita Ma-
ria: Dovrete mostrarvi mansueti, sop-
portando con pazienza le volgarit, le
manie, e le seccature del prossimo, sen-
za lasciarvi inquietare per le contrarie-
t che provocano. Al contrario, fate
con buona volont i servizi che potrete,
perch questo il modo per guadagna-
re lamicizia e la grazia del Sacro Cuo-
re di Ges.
Esattamente cos procede Nostro
Signore con ognuno di noi. Se noi
agiremo allo stesso modo con gli al-
tri, crescer in noi la fiducia nella sua
predisposizione a perdonarci sem-
pre, non una volta soltanto, ma tut-
te le volte che a Lui ci avvicineremo
pentiti.
S, abbiamo bisogno di convincer-
ci di questa meravigliosa verit: il Di-
vino Redentore ha sopportato i miei
peccati e a causa di questi ha soffer-
to, per la mia salvezza. Si immola-
to, versando tutto il suo Preziosissi-
mo Sangue: Devo, dunque, conside-
rare la mia cattiveria con grande con-
trizione, vero, ma allo stesso tempo
con incrollabile fiducia.
Non lasciamoci scoraggiare mai!
Cuore di Ges, propiziazione
per i nostri peccati
Questa allora la giaculatoria che
affiora sulle nostre labbra.
Propiziare (dal latino, propitiare)
rendere propizio, rendere favorevole
per mezzo di un sacrificio, offrire un
sacrificio espiatorio. Questo quello
che ha fatto Ges, offrendoSi al Pa-
dre come espiazione per i nostri pec-
cati (1Gv 2,2). LApostolo dellamo-
re poi si impegna a rilevare: In questo
si manifestato lamore di Dio per noi:
Dio ha mandato il suo unigenito Figlio
nel mondo, perch noi avessimo la vita
per lui (...), come vittima di espiazione
per i nostri peccati (1Gv 4, 9-10).
Il nostro Papa Benedetto XVI si
riferisce anchegli in modo ardente
al sacrificio del Salvatore: Nella sua
morte in croce si compie quel volgersi
di Dio contro se stesso nel quale Egli
si dona per rialzare luomo e salvarlo
amore, questo, nella sua forma pi
radicale(Deus Caritas est, n.12).
Gi morto in propiziazione per i
nostri peccati, Ges ha voluto dar-
ci una dimostrazione dellestremo li-
mite a cui arrivato il suo amore per
noi: dal suo Divino Cuore brutalmen-
te trapassato dalla lancia del soldato,
sgorgarono le ultime gocce di sangue,
mescolate ad acqua.
Da qui possiamo valutare quanto
sia censurabile la nostra indifferenza
in relazione a Lui, soprattutto la no-
stra mancanza di fiducia!
Cuore di Ges, sorgente
di ogni consolazione
Tale donazione generosa al pun-
to da darSi a Se stesso, riempie le no-
stre anime di gioia. Come non speri-
mentare una grandissima consolazio-
ne nel vederci oggetto di tanto gene-
roso amore?
In verit, la parola consolazione
racchiude due significati: da un lato,
significa rafforzamento, nuovo vigo-
re, nuovo ardore, dallaltro, una sen-
sazione di gioia, di soavit, di unzio-
ne del Divino Spirito Santo.
In entrambi i sensi, il Sacro Cuore
di Ges sorgente di ogni consolazio-
ne, poich riempie di giubilo e soddi-
sfazione spirituale coloro che si apro-
no alla sua infinita bont. Ma Egli
anche la nostra forza. Cos, quando ci
sentiamo deboli o stanchi, quando ci
manca il coraggio per praticare qual-
cuna delle virt che il dovere di cat-
tolici ci impone, ci ricorderemo: non
siamo soli, Ges sta al nostro fian-
co! In Lui incontreremo le forze ne-
cessarie per amare Dio e il prossimo,
adempiendo fedelmente i divini pre-
cetti della sua Legge.
Soprattutto in queste ore, abbia-
mo bisogno di gettarci tra le braccia
del Divino Maestro... Ah! Se sapessi-
mo come Egli anela ad aiutarci! Ec-
co come Egli rivela a Santa Marghe-
rita Maria questa sua predisposizio-
ne: Il mio divino Cuore tanto arden-
te damore verso gli uomini, e in par-
ticolare verso di te, che, non potendo
contenere in s le fiamme della sua ar-
dente carit, ha bisogno di versarle per
mezzo tuo, e manifestarsi a loro per ar-
ricchirli con i preziosi doni che ti mo-
stro, i quali contengono le grazie santi-
ficanti e salutari necessarie per allonta-
narli dallabisso della perdizione.
* * *
Caro lettore, speriamo che questa
breve meditazione sia servita a farla
sentire pi vicino al Cuore di Ges e
pi fiducioso nella sua infinita bon-
t. Inoltre che le sia di qualche uti-
lit quando avr la grazia di avvici-
narsi allaltare per ricevere il divino
Alimento. Si ricordi, allora, che rice-
viamo nellanima, realmente presen-
te, questo Cuore nel quale adoriamo
tutte le perfezioni espresse con tanta
bellezza nella sua litania.
C
nel cuore che
lanima fa sentire
in maniera pi
profonda linfluenza
della sua santit
Giugno 2006 Salvami Regina 21
Il cuore il
simbolo dellamore
Il Cuore di Ges, considerato nel suo
significato proprio e naturale, il simbolo
sensibile di questa devozione il cui
aspetto spirituale lamore immenso del
Verbo incarnato.
onsiderata nella sua essen-
za, la devozione al Sacro
Cuore di Ges tanto an-
tica quanto il Cristianesi-
mo. Considerata nella sua
forma attuale, essa risale alla fine del
secolo XVII.
Quale la sua finalit? Amare ed
onorare il Cuore di Ges Cristo, ar-
dente di amore per gli uomini e ol-
traggiato dalle loro ingratitudini e of-
frirGli riparazione per le ingiurie che
Egli riceve specialmente nel Santissi-
mo Sacramento.
Si tratta di una devozione straor-
dinariamente feconda in frutti di sal-
vezza e destinata, come diceva il Pa-
pa San Pio X, a rigenerare il mondo.
Un duplice aspetto
In tutte le devozioni o feste relati-
ve allumanit Santissima di Ges, c
sempre un duplice aspetto: uno sen-
sibile e secondario, che d il suo no-
me alla devozione o commemorazio-
ne e laltro spirituale e principale.
Per esempio, gli aspetti della festa
della Santa Croce sono due, stretta-
mente uniti: uno sensibile, la stessa
Croce e laltro spirituale, Ges croci-
fisso, che opera attraverso la Croce, il
mistero della Redenzione. Il motivo
spirituale comunica alla Croce la sua
dignit e la rende degna, per lunione
di Ges con essa, di questa singola-
re venerazione che tutta la Chiesa le
presta con tanta solennit.
Lo stesso succede con la devozio-
ne al Sacro Cuore.
Laspetto sensibile, secondario,
il Cuore di Ges, considerato nel
delle affezioni dellanima, con cui
collabora attivamente e da cui rice-
ve impressioni molto vive. Esso la
sede, lorgano principale degli affet-
ti sensibili. Presso tutti i popoli esso
considerato il simbolo dellamo-
re, il pi tenero pegno che qualcuno
possa dare di unintima e vera affe-
zione. in lui che lanima, diffusa in
tutto il corpo, fa la sua dimora privi-
legiata. nel cuore che essa fa sen-
tire in un modo pi profondo lin-
fluenza della sua santit. in esso
che lo Spirito Santo abita pi parti-
colarmente e in maniera pi sensibi-
le. Il cuore anche visto dalla Chie-
sa come la pi preziosa reliquia dei
suoi santi.
Quando applico queste verit al
Cuore di Ges, come Lui mi sembra
degno del nostro culto e del nostro
omaggio!
La devozione al Cuore di Ges ,
dunque, del tutto legittima e davve-
ro eccellente se la considero nel suo
aspetto sensibile e secondario.
Pi ancora quando la esamino nel
suo aspetto spirituale e principale:
lamore infinito di Ges verso gli uo-
mini.
(Brani tratti da
LAmi du clerg, giugno 1880)
suo significato proprio e naturale, il
suo Cuore di carne simile al nostro.
da qui che la devozione prende il
suo nome. Quanto allaspetto spiri-
tuale e principale, lamore immen-
so del quale il Sacro Cuore il sim-
bolo e lorgano.
Presso tutti i popoli, il cuore
simbolo dellamore
Il cuore fisico, materiale, parte-
cipa ampiamente dei sentimenti e
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Laura de Melo Aquino
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22 Salvami Regina Giugno 2006
SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE
La messaggera
del Sacro Cuore di
Ges
Il messaggio di cui fu latrice
mostrerebbe allumanit, in un modo
mai prima immaginato, linsondabile
intensit dellamore che Egli ha
verso ognuno di noi.
uando Margherita ave-
va soltanto quattro anni
di et, cominci a sen-
tirsi indotta a dire diver-
se volte: O mio Dio, io
Vi consacro la mia purezza e Vi faccio
voto di castit perpetua. Qualcosa di
sorprendente in una bambina di quel-
let, che neppure sapeva cosa signi-
ficasse come avrebbe confidato pi
tardi nelle sue memorie.
Era questo linizio straordinario
della storia di questanima, nella qua-
le la grazia divina agiva, preparando-
la ad appartenere solamente a Ges.
Cos, lei avrebbe potuto compiere in
modo eccellente una cruciale missio-
ne a beneficio dellumanit: essere la
messaggera del Sacro Cuore.
Lotta tra la vocazione e
lattrazione alla vita comune
Margherita nacque il 22 luglio del
1647 in Borgogna, Francia. Suo pa-
dre era giudice e notaio reale, ma era
uomo di poche sostanze.
Quando aveva otto anni di et, fu
sorpresa dal decesso di suo padre e la
famiglia dovette inviarla a scuola dal-
le clarisse di Charolles. L, una stra-
na infermit la ridusse a un tale sta-
to di debilitazione che, dopo un cer-
to periodo, sua madre la fece tornare
nuovamente a casa. Trascorsi quat-
tro anni senza poter camminare, di-
r lei pi tardi. Vedendo linefficacia
delle medicine, si rivolse alla Vergine
delle Vergini e le fece il voto di en-
trare nella vita religiosa, se fosse gua-
rita. Fu ascoltata con rapidit, tanto
che si ristabil allistante.
Nel frattempo, quando Margherita
comp 17 anni, sua madre e i suoi fra-
telli decisero che lei si doveva sposare.
Lasciandosi condurre dallamore filia-
le, la giovane a poco a poco cominci
a prender parte ai divertimenti della
sua et guardandosi bene comunque
dalloffendere Dio e ad accarezzare
lidea di contrarre il matrimonio, vi-
sto che aveva gi vari pretendenti. Nel
suo intimo allora cominci una lunga
e intensa battaglia: da un lato, lattra-
zione verso la vita comune le suggeri-
va che era persino un dovere di amore
filiale costituire una famiglia, poich
cos avrebbe potuto proteggere me-
glio sua madre inferma. Dallaltro, la
voce della grazia le ricordava il voto di
castit perfetta che aveva fatto fin dal-
la sua infanzia, come pure la promessa
di farsi sposa di Cristo. Non importa,
tu eri troppo piccola per capire quel-
lo che dicevi, pertanto queste promes-
se non avevano valore; tu adesso sei li-
bera! era la risposta che le veniva su-
bito in mente.
Questo crudele conflitto dellani-
ma dur per alcuni anni. Ma, aiutata
in modo considerevole da Nostro Si-
gnore, la vocazione religiosa fin per
averla vinta: nel 1671 lei entr come
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Giugno 2006 Salvami Regina 23
postulante nel Monastero della Visi-
tazione, di Paray-le-Monial.
Santa o visionaria?
Fin dallinfanzia, Margherita era
stata beneficiata da esperienze misti-
che. Le pi importanti, tuttavia, era-
no avvenute nel convento, sin dal 27
dicembre del 1673, quando cominci
a ricevere una serie di rivelazioni del
Sacro Cuore di Ges, che le dava lin-
combenza di essere lincaricata di di-
vulgare questa devozione.
Le tre superiore che, ogni sei an-
ni, assunsero successivamente lauto-
rit nel convento di Paray-le-Monial
si convinsero della santit di Marghe-
rita e dellautenticit delle rivelazio-
ni che riceveva. Pur tuttavia, ella sof-
fr unaspra opposizione allinterno
della comunit, che la trattava come
uneccentrica visionaria. Il principa-
le appoggio le fu dato da San Clau-
dio de la Colombire, giovane sacer-
dote gesuita che fu per qualche tem-
po confessore delle suore e testimo-
ni sul fatto che le visioni della San-
ta erano reali.
San Claudio fu inviato in Inghilter-
ra, come confessore della duchessa di
York sposa del futuro re Giacomo II
-, e l predic per la prima volta la de-
vozione al Sacro Cuore di Ges, otte-
nendo varie conversioni tra le dame
della nobilt. Nel frattempo, fu per-
seguitato in virt di un complotto an-
ticattolico e trascorse un certo perio-
do di tempo in prigione. Di ritorno in
Francia, con la salute compromessa,
Le dodici
promesse
Nelle rivelazioni a Santa
Margherita Maria, Ges fece
dodici promesse a beneficio dei
devoti del suo Sacro Cuore:
1- Dar loro tutte le grazie
necessarie al loro stato.
2- Porter soccorso alle fa-
miglie che si trovano in difficol-
t e metter la pace nelle fami-
glie divise.
3- Li consoler nelle loro af-
flizioni.
4- Sar il loro sicuro rifugio
in vita e specialmente in punto
di morte.
5- Sparger abbondanti be-
nedizioni sopra tutte le loro
opere.
6- I peccatori troveranno nel
mio Cuore la fonte e loceano
della Misericordia.
7- Le anime tiepide sinfer-
voreranno.
8- Le anime fervorose giun-
geranno in breve a grande per-
fezione.
9- Benedir i luoghi dove
limmagine del mio Sacro Cuo-
re sar esposta ed onorata.
10- A tutti coloro che lavore-
ranno per la salvezza delle ani-
me far il dono di commuovere
i cuori pi induriti.
11- Il nome di coloro che
propagheranno la devozione
al mio Sacro Cuore sar scrit-
to nel mio Cuore e non ne verr
mai cancellato.
12- A tutti coloro che si co-
municheranno il Primo Venerd
del mese per nove mesi conse-
cutivi, conceder la grazia della
penitenza finale e della salvezza
eterna. Il mio Cuore sar il loro
asilo sicuro in quellora estrema.
poche volte pot incontrarsi con San-
ta Margherita prima di morire da l a
poco. La sua dipartita da questo mon-
do, tuttavia, non fece desistere la reli-
giosa. Con la sua perseveranza, doci-
lit, spirito dobbedienza e carit, fin
per vincere ogni opposizione e riusc a
compiere la sua missione, comincian-
do con lintrodurre nel 1686 allinizio
per un circolo ristretto del suo stesso
convento la festa del Sacro Cuore di
Ges. Questa si diffuse con rapidit in
altri monasteri della Visitazione e vali-
c i confini della congregazione.
Dopo unesistenza incessante-
mente consumata nellamore al Sa-
cro Cuore di Ges, Santa Margheri-
ta Maria Alacoque mor il 17 ottobre
del 1690, a 43 anni di et. stata ca-
nonizzata da Benedetto XV nel 1920.
Il suo corpo riposa sotto laltare del-
la cappella del convento dove visse e
i pellegrini che vanno l a pregare ot-
tengono considerevoli grazie.
In alto: Basilica
di Paray-le-
Monial; a lato:
Resti mortali di
Santa Margherita
Maria, esposti
alla venerazione
dei fedeli nella
Cappella delle
Apparizioni
Jos Francisco Hernndez
D
24 Salvami Regina Giugno 2006
LA MADONNA DEL DIVINO AMORE
La Salvatrice di Roma
Bombardamenti aerei, potenti cariche di
esplosivo nei ponti sul fiume Tevere, duemila
carri armati pronti allassalto, limminenza di
combattimenti devastanti per le strade, tutto
presagiva la totale distruzione della
Citt dei Martiri e dei Santi...
etentrice di una favo-
losa storia che abbrac-
cia quasi tre millenni,
Roma ha gi conosciu-
to tutto quanto una citt
potrebbe presenziare. Da piccolo villa-
ggio ai margini del Tevere ad imponen-
te capitale di un vastissimo impero, ha
vissuto sia giorni di fasto e potere indi-
cibili sia periodi di triste decadenza a
cui ha fatto poi seguito un radioso ri-
nascimento. Con sdegno, essa ha so-
fferto assedi, incendi, invasioni, conta-
gio di peste ed altre malattie ai quali
sempre sopravvissuta, ricevendo a buo-
na ragione il titolo di Citt Eterna.
Malgrado ci, giunto lanno 1944,
per molti la sua millenaria storia sem-
brava inesorabilmente essere giunta
al termine.
Sotto il dominio nazista
Dal settembre 1943, con labbando-
no forzato del governo Badoglio, lin-
solente truppa di Hitler era padrona
assoluta della citt. A quanto dice un
famoso scrittore dellepoca, i suoi abi-
tanti vivevano col piede straniero so-
pra il cuore. Nuvole nere e minaccio-
se continuavano ad incombere sulla
citt. Il suolo romano aveva gi speri-
mentato il tremendo impatto dei bom-
bardamenti aerei, come quello che ra-
se al suolo il quartiere San Lorenzo il
19 luglio del 1943, uccidendo centinaia
di persone indifese. Sul finire di gen-
naio 1944, sbarcarono ad Anzio le For-
ze Alleate, suscitando la speranza che
in pochi giorni Roma sarebbe stata li-
berata. Ma, al contrario, esse avanza-
vano con enorme lentezza.
Qualsiasi atto di resisten-
za contro lindesiderato eserci-
to invasore era brutalmente re-
presso. Il 23 marzo, 33 soldati
tedeschi morirono in un atten-
tato, colpiti da una bomba, in
una strada centrale della citt.
Come rappresaglia, il Feldma-
resciallo Kesserling, comandan-
te delle forze naziste in Italia,
fece fucilare dieci italiani per
ogni militare tedesco morto.
Prospettive di unimminente
distruzione
In maggio, in previsione di fu-
ture operazioni militari di gran-
de portata in Europa, la conqui-
sta di Roma divenne un obietti-
vo di massima importanza per gli
Alleati. Nella notte tra l11 e il
12, cominci la grande battaglia.
A 120 chilometri dalla citt, nella
regione di Montecassino, 650 canno-
ni del XIII Corpo dellEsercito Inglese
iniziarono un bombardamento contro
un importante contingente tedesco l
acquartierato, in conseguenza del qua-
le la multisecolare Abbazia fu ridotta
ad un cumulo di macerie. Subito dopo
cominci a muoversi la V Armata del-
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Giugno 2006 Salvami Regina 25
lesercito nordamericano. La notizia di
questa prima mossa provoc nuovo e
accresciuto timore a Roma: era forse
questo un preludio di quello che sareb-
be accaduto alla Citt Eterna?
Il corso degli avvenimenti sembrava
indicare di s. Il 4 giugno, tutto faceva
presagire linizio di un duro combatti-
mento. Disposti ad una forte resisten-
za, i tedeschi avevano installato poten-
ti cariche di esplosivo in tutti i ponti
sul fiume Tevere, per distruggerli nel
caso avessero dovuto battere in ritira-
ta. Dallaltra parte, il generale britan-
nico Harold George Alexander decise
di lanciare i suoi duemila carri da com-
battimento allassalto della citt.
Tutto faceva presagire una lotta por-
ta a porta, palmo a palmo, altamen-
te devastante, come era accaduto gi
in altre citt europee. Questa terribile
prospettiva angosciava tutti i romani.
Il voto della citt di Roma
In circostanze come questa, gli uo-
mini si ricordano pi facilmente di ri-
correre allaiuto divino. Fu in questo
tragico contesto che Papa Pio XII invi-
t la popolazione a fare un voto, chie-
dendo che la citt fosse risparmiata
dalla distruzione.
Si trovava allora in pellegrinaggio
per varie chiese di Roma la miracolosa
immagine della Madonna del Divino
Amore, molto venerata dai romani
fin dal secolo XII. In questo minac-
cioso 4 giugno, nella Chiesa di San-
tIgnazio, fu fatto solennemente un
voto per il quale il popolo di Roma
Le prometteva: di correggere e mi-
gliorare la propria condotta morale,
per rendere la propria vita pi consona
a quella di Nostro Signor Ges Cristo,
costruire un nuovo santuario e inizia-
re unopera di carit in suo onore.
Quasi contemporaneamente,
un misterioso messaggio di Hitler
cancellava lordine di resistere, co-
s lesercito tedesco si ritir dal-
la citt, ed in essa entrarono poco
dopo le Forze Alleate, acclamate
da una moltitudine esultante per
lincontenibile gioia.
Questepilogo fu talmente sorpren-
dente che lo stesso Primo Ministro Bri-
tannico, Winston Churchill, afferm:
La conquista di Roma avvenuta in un
modo completamente imprevisto.
Dallalto del Cielo, la sollecita Ma-
dre di Dio aveva esaudito le preghie-
re dei suoi figli afflitti e la citt fu li-
berata senza spargimento di neppure
una goccia di sangue!
Salvatrice di Roma
Una settimana dopo, il Papa Pio XII
si riun con i fedeli per una preghiera di
ringraziamento ed in questoccasione
attribu alla Madonna del Divino Amo-
re il titolo di Salvatrice di Roma.
Noi guardiamo a Te, Madre del Di-
vino Amore, attendiamo da Te, per tua
materna intercessione, la nostra salvez-
za (...) Custodisci la tua Roma!
Decenni pi tardi, il 1 maggio
1979, il Papa Giovanni Paolo II visi-
t il santuario della Madonna del Di-
vino Amore e lo defin il Santuario
Mariano di Roma.
Oggi, famoso il pellegrinaggio not-
turno a piedi, che attira al Santuario
devoti da tutte le parti del mondo. Tutti
i sabati, da Pasqua alla fine di ottobre, i
fedeli partono da piazza di Porta Cape-
na a mezzanotte, passano per punti sto-
rici come la Via Appia Antica, la Chie-
Benedetto XVI prega davanti
allimmagine della Madre del Divino
Amore, il 1 maggio
A sinistra, la Chiesa Kaiser-Wihelm-
Gedchtnis, a Berlino,fortemente
danneggiata durante la II Guerra
Mondiale; in alto, lAbbazia di
Montecassino, ricostruita
setta del Quo Vadis, le Catacombe di
San Callisto e il Mausoleo delle Fosse
Ardeatine e giungono al Santuario la
mattina della domenica. Qui, salutati
dai primi raggi del sole che nasce, i pel-
legrini presentano alla Vergine le loro
pi intime suppliche e chiedono, natu-
ralmente, che la protezione divina con-
tinui a coprire la Citt Eterna.
Anche oggi necessaria
la conversione a Dio
Benedetto XVI ha voluto, come i
suoi predecessori, venerare questa tanto
sollecita e benevola Madre. In visita al
suo Santuario il 1 maggio, ha recitato il
Rosario con i fedeli ivi presenti, ai qua-
li ha rivolto incoraggianti parole. Da
qui, da questo Santuario del Divino Amo-
re ha detto attendiamo un forte aiuto
e sostegno spirituale per la Diocesi di Ro-
ma (...) attendiamo specialmente lener-
gia interiore per adempiere il voto fatto dai
romani il 4 giugno 1944. Ha aggiunto
che anche oggi necessaria la conversio-
ne a Dio, perch il mondo si veda libe-
ro dalle guerre e dal terrorismo. Ha co-
s concluso: Cari fratelli e sorelle, in que-
sto Santuario rinnovo linvito che ho fatto
nellenciclica Deus caritas est: Viviamo
lamore e in questo modo facciamo entra-
re la luce di Dio nel mondo.
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26 Salvami Regina Giugno 2006
Aiutando linfanzia abbandonata
olte primizie, in natura, esercitano unattra-
zione tutta speciale. Se unalba splendente o
uno sbocciare colorato di un fiore cincanta,
che cosa dire di un bambino che d i suoi primi passi nella vi-
ta? Cos da sempre linfanzia attorniata da premura e affet-
to senza uguali.
Incapace di provvedere alla sua sussistenza, il bambino
sente questa carenza e vive alla ricerca di persone in cui
poter appoggiarsi. Da qui deriva la sua tendenza ad ave-
re fiducia negli altri senza restrizioni, con tutta innocenza,
immaginando un mondo ideale, esente da cattiveria.
Per questo, particolarmente doloroso verificare si-
tuazioni di grande abbandono nelle quali si trovano in-
numerevoli bambini al giorno doggi. Recentemente,
un devoto sacerdote che opera nel terzo mondo, ci ha
raccontato, commosso, il caso di una bambina di 8 anni
che era venuta per la lezione di catechismo del pomerig-
Barreiro (Portogallo)
Maputo (Mozambico)
Citt del Guatemala
(Guatemala)
Citt del Messico (Messico)
Giugno 2006 Salvami Regina 27
Aiutando linfanzia abbandonata
gio, senza aver ricevuto quel giorno cibo alcuno. Viveva
con la nonna, la quale non aveva fatto nulla per darle da
mangiare. Sua madre laveva abbandonata per dedicarsi
ad attivit che il decoro impedisce di riferire. Di suo pa-
dre, mai aveva sentito parlare. E, per finire, le era stato
diagnosticato un cancro al braccio! Difficile immaginare
una situazione pi drammatica!
E quanti, quanti bambini si trovano in condizioni ana-
loghe?
Con lintento di diminuire la sofferenza di questin-
fanzia abbandonata, regolarmente gli Araldi visitano or-
fanatrofi, asili e ospedali che ospitano figli di famiglie bi-
sognose. Distribuendo alimenti, giochi, oggetti religiosi
e, soprattutto, portando il calore dellaffetto, rispondo-
no per quanto possono alle aspettative di quella costel-
lazione di occhietti brillanti che accolgono tutti con un
sorriso angelico e pieno di speranza.
Belm (Brasile)
Vitria (Brasile)
Po (Brasile)
Salvador (Brasile)
Montes Claros (Brasile)
28 Salvami Regina Giugno 2006
Biblos, a nord di Beirut, intorno al 3000 a.C. era gi
un attivo centro commerciale dove gli egizi comprava-
no cedro per le loro navi e rame proveniente dal Cau-
caso...Oggi, in questa storica citt vanno in pellegri-
naggio pi di 200 icone!
Liniziativa di Don Wasim Abi Frem, responsabi-
le di cinque parrocchie nella citt. Grande devoto di
Maria, il popolo libanese ha partecipato allApostolato
dellIcona (leggere pag 35) con molto fervore.
Molte grazie sono state ottenute. La pi impressio-
nante ha riguardato la tipografia che aveva stampato
alcune migliaia di manifesti della Madonna di Fatima,
ordinati dal coordinatore dellApostolato dellOrato-
rio, Sig. Edward Awad. In conseguenza di un grande
incendio, ledificio in cui si trovava la tipografia crol-
lato, distruggendo completamente varie imprese in es-
so installate. Lunica parte rimasta intatta stata pro-
prio quella della tipografia che non ha subito alcun
danno, in modo del tutto inesplicabile. Il proprietario,
come ringraziamento, ha stampato 200mila manifesti
della Madonna che sono attualmente in corso di distri-
buzione in tutto il Libano.
IN LIBANO, FIORISCE LAPOSTOLATO DELLORATORIO
Colombia: Una giornata con Maria Nella casa
delle Suore Vicentine a Bogot, 80 Cooperatori degli
Araldi hanno avuto un giorno speciale di formazione
con conferenze di Mons. Daniel Caro Borda,
Vescovo di Soacha, e di Mons. Abraham Maecha,
sulla devozione mariana e lEucaristia.
Guatemala: Formazione della giovent Giovani
Araldi dellAmerica Centrale si sono riuniti in
Guatemala per alcune proficue giornate di studio e
ricreazione durante la settimana Santa.
Giugno 2006 Salvami Regina 29
Brasile, Vitria: Madonna Aparecida Promossa
da Don Edemar Edringer, nella Parrocchia del Buon
Pastore, la processione con la statua pellegrina della
Madonna Aparecida, appena giunta in citt, ha visto la
partecipazione di molti fedeli.
Brasile, Rio de Janeiro Su invito del Sig. Berthaldo
Soares, coordinatore della Serata con Maria, gli Araldi
sono andati allAereoporto Tom Jobim a ricevere la statua
della Madonna di Fatima proveniente dal Portogallo. La
Serata con Maria la maggior processione urbana del
mondo con la statua pellegrina della Vergine di Fatima. Era
presente il Prefetto Municipale, Csar Maia.
Per: 13 ma-
ggio Migliaia
di persone han-
no partecipato al-
lomaggio alla Ma-
donna di Fatima nel-
la Palestra del Colle-
gio SantAgostino, a Li-
ma. Ha presieduto lEucari-
stia il Cardinale Juan Luis Cipriani
e ha concelebrato il Nunzio Apostolico, Mons.
Rno Passigato, il quale ha trasmesso agli Aral-
di le felicitazioni del Papa Benedetto XVI per la
diffusione della devozione alla Madre di Dio.
Argentina: Primo Sabato La Chiesa del Corpus
Domini, del Convento delle Carmelitane Scalze
di Buenos Aires, si riempita di fedeli nei Primi
Sabati. Nella foto, il sacerdote Araldo Fernando
Gioia mentre presiede la celebrazione, durante la
quale nuovi Oratori sono stati benedetti.
Nicaragua: 13 maggio Una moltitudine di fedeli si riunita
nella Cattedrale di Managua per rendere omaggio alla Vergine
di Fatima. Dopo lEucaristia, presieduta da Mons. Miguel Mn-
tica, stata realizzata una processione nelle strade vicine.
30 Salvami Regina Giugno 2006
Brasile, San Paolo: Confe-
renza di Mons. Odilo Pedro
Scherer Il Segretario Gene-
rale della Conferenza Episco-
pale, in unaffollata conferenza
allAuditorio della Luce, degli
Araldi, ha presentato i progetti
della Chiesa per levangelizza-
zione della giovent.
Mons. Benedetto Beni dos Santos, Ve-
scovo ausiliare di San Paolo, ha visitato il
Collegio Tabor degli Araldi del Vangelo,
nella Serra da Cantareira, zona nord di
San Paolo, dove ha celebrato Messa per
tutto il corpo docente e alunni (foto a la-
to).
In seguito,in qualit di Supervisore
Generale del Corso Teologico degli Aral-
di del Vangelo, ha tenuto una conferenza
ai seminaristi e professori, nella Casa San
Placido, degli Araldi, situata nel Giardino
San Benedetto (foto in basso). Ha potu-
to cos apprezzare il grande profitto degli
alunni e la seriet e profondit con cui le
lezioni sono svolte.
MONS. BENI VISITA IL COLLEGIO
TABOR E IL CORSO TEOLOGICO

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Giugno 2006 Salvami Regina 31
BEATO EUSTACHIO VAN LIESHOUT SSCC
Un taumaturgo del secolo XX
Dotato dei carismi del consiglio e della cura,
padre dei poveri, infermiere dei malati,
pastore di anime e modello di parroco, Don
Eustachio ha sopportato con umilt e forza le
molte incomprensioni che ha sofferto.
dito ci, Ges part di l
su una barca e si ritir in
disparte in un luogo de-
serto. Ma la folla, sapu-
tolo, lo segu a piedi dal-
le citt. Egli, sceso dalla barca, vide una
grande folla e sent compassione per loro
e guar i loro malati. (Mt 14, 13-14).
Gli ultimi anni della vita del Bea-
to Eustachio van Lieshout somiglia-
vano molto a queste scene descritte
nel Vangelo:moltitudini che accorre-
vano a chiedergli aiuto spirituale o la
guarigione da qualche infermit, trat-
tate tutte da lui con affetto paterno.
Quando le autorit ecclesiastiche o i
suoi superiori, timorosi per le riper-
cussioni di quel movimento, lo man-
davano in altre localit, subito il po-
polo lo scopriva e accorreva per se-
guire il suo santo.
Nato in Olanda il 3 novembre 1890
e ordinato sacerdote nel 1919, il Bea-
to Eustachio sbarc a Rio de Janei-
ro, Brasile, il 1 maggio 1925. La sua
destinazione era il villaggio di Agua
Suja, nel Triangolo Minerario.
Situato ai margini del Fiume Baga-
gem, quel luogo soffriva dei mali tipi-
ci delle regioni minerarie molto lonta-
ne ed era segnato da enormi carenze
di ordine spirituale e materiale. Il fa-
ro che illuminava la dura vita dei mi-
natori era lantico santuario dellAb-
bazia, proprio dove prese dimora il
sacerdote proveniente dallEuropa.
Nei suoi dieci anni di soggiorno
ad Agua Suja il cui nome fu muta-
to per Romaria egli inizi la costru-
zione del Santuario della Madonna
dellAbbazia, che divenne un grande
centro di pellegrinaggio.
Padre dei poveri e degli infermi
A Romaria, come pure nelle cit-
t in cui oper pi tardi, si dedic
con estrema sollecitudine ai poveri e
agli infermi. Durante le visite alle ca-
se dei suoi parrocchiani, si improvvi-
sava addirittura medico e infermiere
dei malati.
Un giorno,in una capanna di Ro-
maria, incontr un bambino il cui cor-
po era coperto di piaghe. Neppure la
mamma del bambino aveva il coraggio
di prendersi cura del poveretto. Don
Eustachio assunse personalmente que-
stincombenza: gli faceva il bagno tutti i
giorni, lavava i suoi vestiti, toglieva con
una pinza i vermi che gli corrodevano
la carne, dalla quale esalava un fetore
insopportabile e applicava le pomate
che egli stesso preparava. In poco pi
di un mese, il bambino era gi guarito.
In unaltra occasione, mentre il
parroco stava pranzando in compa-
gnia dei suoi aiutanti nel modesto
refettorio della casa parrocchiale, il
campanello squill ed uno di loro an-
d a vedere chi fosse. Torn poco do-
po e si sedette senza dire una parola.
- Cosera? chiede il Beato Eusta-
chio.
- Niente... niente di urgente. C
qualcuno che chiede di parlare con
lei... e io gli ho detto di aspettare nel-
la sala delle visite.
- No! Mai far aspettare, mai! Il
parroco lo schiavo dei suoi parroc-
chiani.
Dicendo questo, and ad accoglie-
re il visitatore, lasciando sul tavolo il
suo piatto con il cibo ancora da finire.
Cos si comport don Eustachio
nei suoi 24 anni di sacerdozio. Con
un particolare: egli era lo schiavo di
tutti i bisognosi, non soltanto dei suoi
parrocchiani.
Il carisma della guarigione
A Romaria, Don Eustachio aveva
gi effettuato alcune guarigioni con-
siderate miracolose. Ma stato a Po
(San Paolo - Brasile) , dove era stato
trasferito come parroco nel febbraio
del 1935, che questo dono ha comin-
ciato a brillare con maggiore intensi-
t e la sua fama di santit cominci a
diffondersi irreristibilmente per tut-
to il Brasile.
Uno dei maggiori benefici che
Don Eustachio fecce alla popolazio-
Don Pedro Paulo de Figueiredo
Consigliero Generale
32 Salvami Regina Giugno 2006
ne di quella regione fu quello di vin-
cere lindifferenza religiosa e riscat-
tare numerose anime che si stavano
ingarbugliando nei fili delle sette sa-
taniche.
Moltitudini sempre pi numero-
se cercavano assiduamente luomo
di Dio per chiedere sollievo dalle lo-
ro sofferenze spirituali e fisiche. Laf-
fluenza di popolo era talmente gran-
de, che giunsero a passare per Po
circa diecimila persone al giorno.
Lautorit civile e quella religiosa
si preoccuparono per questo fenome-
no. Cos, su intervento dellarcivesco-
vo di San Paolo arcidiocesi alla qua-
le apparteneva allora Po i superio-
ri di Don Eustachio si videro obbliga-
ti a trasferirlo.
Il nostro beato rimase scioccato da
questa notizia. Non riusciva a capire
perch gli potesse essere impedito di
esercitare un carisma che chiaramen-
te Dio gli aveva concesso per il bene
del popolo. Comunque, da persona
virtuosa qual era, obbed senza bat-
ter ciglio.
Si sentiva un indesiderato
Con laria molto abbattuta, lasci
la sua cara Po il 13 maggio 1941 sen-
za neppure salutare le persone che gli
erano pi vicine.
Dovette vivere per qualche tempo
nascosto nella citt di San Paolo, in una
situazione umiliante, sotto la vigilanza
dei suoi superiori, essendogli proibito
di fare visita persino ai suoi amici.
Dalla partenza da Po, la vita del
Beato Eustachio fu come quella di
un emigrante. Ovunque egli si trovas-
se, vi erano persone che lo cercava-
no per chiedergli aiuto, consolazio-
ne e guarigione. Subito le moltitudini
gli si mettevano alle calcagna e que-
sto gli provocava dispiaceri e incom-
prensioni. Quasi invariabilmente, po-
co dopo era invitato ad andarsene dal
luogo. vero che ricevette anche di-
mostrazioni daffetto, come da par-
te dellarcivescovo di Campinas. Ma
a parte questo, si verificarono episodi
incredibili, come quando fu obbliga-
to a ritirarsi immediatamente da Rio
de Janeiro, non essendogli concesso
neppure il tempo di pregare prima il
breviario.
Di ritorno a Minas Gerais
Chiamato dal giovane superiore
della comunit della Congregazione
a Patrocinio, Don Eustachio pot fi-
nalmente trovare tranquillit. Giunto
in citt nellottobre del 1941, si sen-
t di fatto alleviato, poich i suoi com-
pagni dabito, oltre a non frapporgli
ostacoli, lo aiutarono anche nelle sue
opere di apostolato. L egli ricevette
la comunicazione che larcivescovo
di Belo Horizonte desiderava la sua
presenza nellarcidiocesi.
Nella capitale di Minas Gerais,
dove arriv il 3 aprile 1942, Don Eu-
stachio assunse la parrocchia dei Sa-
cri Cuori, dove sarebbe rimasto fino
al 30 agosto 1943, giorno della sua
morte. Dopo un inizio caratterizza-
to da alcune restrizioni, che avevano
fatto temere il ritorno delle sanzio-
ni gi applicate altrove, il Beato po-
t esercitare in tutta libert i carismi
della guarigione e del consiglio, de-
dicandosi alla vocazione alla quale il
Signore lo aveva destinato.
Innanzitutto, pastore di anime
A parte le molte guarigioni ope-
rate grazie alla sua intermediazione,
Don Eustachio non si dimentic mai
che la sua principale missione era di
salvare anime. In questo apostolato
giunse a risultati che fanno ricordare i
tempi della Chiesa primitiva, scrive il
suo biografo, Don Venanzio SSCC.
Ebbero forti ripercussioni sulla
stampa i miracoli attribuiti a Don Eu-
stachio e ci sono documenti su varie
guarigioni per le quali la scienza non
riesce a dare spiegazione. Ma egli ope-
r miracoli ben pi importanti, tan-
to che effettivamente fanno ricordare
i tempi della Chiesa primitiva: la con-
versione di migliaia di peccatori.
Trascorreva sei ore al giorno ad
ascoltare confessioni. Non aveva doti
oratorie, ma possedeva in sommo gra-
do il dono della parola ardente, capace
di indurre al pentimento e al cambia-
mento di vita. Nella parrocchia di Po,
molte volte tre collaboratori erano in-
sufficienti ad accogliere i penitenti che
facevano la fila davanti ai confessiona-
li dopo che aver udito una raccoman-
dazione di questuomo di Dio.
In occasione di un triduo di predi-
cazioni nella maggiore chiesa di Be-
lo Horizonte, si verific un fatto ine-
dito: terminato il sermone, centinaia
di uomini di ogni classe sociale e di
tutte le et accorsero al confessiona-
le, disputandosi il privilegio di esse-
re i primi a riconciliarsi con Dio. Un
movimento ancora maggiore avven-
ne nella festa dei funzionari pubblici:
pi di cinquemila persone obbligaro-
no dodici sacerdoti a coadiuvare don
Eustachio al confessionale.
Da dove gli veniva questo potere
di trascinare i peccatori alla conver-
A Belo Horizonte si conservano diversi oggetti
appartenenti a Don Eustachio, come la veste
talare ed il porta-ostie usato nelle visite ai malati.
Giugno 2006 Salvami Regina 33
sione? Dallo splendore della sua san-
tit...
Vita interiore esemplare
Il Beato Eustachio sapeva che
lanima di ogni apostolato la vita
interiore. Per questo, anche quando
passava la notte insonne, si alzava al-
le cinque del mattino per non rinun-
ciare allora della meditazione quo-
tidiana. Recitava il Rosario. Trascor-
reva ore in adorazione davanti a Ge-
s Eucaristico. Non si dispensava mai
dal fare il suo esame di coscienza n
dal recitare le orazioni del breviario.
In unoccasione, era notte fonda,
dopo una giornata sfibrante e lui do-
veva partire immediatamente per un
viaggio. Vedendo la sua enorme stan-
chezza, un vescovo gli disse Don
Eustachio, io la dispenso dal pregare
il breviario per oggi.
- Non posso, Eccellenza. Ho lavo-
rato tutto il giorno per gli altri, ora ho
bisogno di pensare un po a me stes-
so.
Per questo religioso esemplare, la
preghiera non era un obbligo mole-
sto, quanto piuttosto lalimento che
restaurava le sue energie. Rafforzato
dallorazione, egli poteva realizzare
lavvincente motto della sua Congre-
gazione dei Sacri Cuori: Per me il la-
voro, per il prossimo lutilit, per i Sacri
Cuori lonore e la gloria.
Morte serena tra lancinanti dolori
Il 20 agosto 1942, prendendosi
cura di un malato che soffriva di ti-
fo esantematico, Don Eustachio con-
trasse questa grave malattia, a quel
tempo incurabile.
Di l a dieci giorni sarebbe parti-
to per leternit. Prostrato nel letto
dospedale, in cammino verso la mor-
te che del resto egli stesso aveva
profetizzato rimase sempre sereno
tra sofferenze atroci, al punto che i
suoi ultimi giorni furono tra i pi edi-
ficanti della sua vita.
Varie volte fu visto recitare la pre-
ghiera che lui stesso amava insegna-
re agli altri:
O mio Ges, io ti amo. Io ti amo
per la tua croce, per la tua sofferenza,
per il tuo amore immenso. O Ges, per
il sangue che hai versato e per le lacri-
me di tua Madre Santissima, rendi la
vista ai ciechi, fa camminare i paraliti-
ci, d salute agli infermi e la pace a tut-
ti quelli che soffrono e patiscono. Mio
Ges, voglio seguire i tuoi passi, dire le
tue parole, avere i tuoi stessi pensieri,
portare la tua croce, mangiare del tuo
Corpo, bere del tuo Sangue, detestare il
peccato e raggiungere il Cielo.
Nei suoi ultimi momenti di vita,
rinnov i suoi voti religiosi ed esal il
suo ultimo respiro soltanto dopo aver
visto entrare nella sua stanza, in la-
crime ed esausto per un lungo e fati-
coso viaggio, il suo superiore provin-
ciale, con cui voleva a qualsiasi costo
stare prima di morire. Era il 30 ago-
sto 1942.
Dio lo ha glorificato
Le sue esequie furono una cele-
brazione mai vista prima nella capita-
le mineraria. Tutti i giornali e le emit-
tenti radio gli dedicarono grande spa-
zio, elogiando le sue virt e narrando
la sua biografia. Si pu dire che qua-
si la totalit della popolazione si pre-
sent per rendergli lultimo omaggio.
La sua tomba divenne fin dal primo
momento luogo di pellegrinaggio.
Nel 1949, i suoi resti mortali furono
traslati allinterno della bella chiesa
che egli aveva cominciato a costruire.
Infinitamente pi importante, co-
munque, la gloria con cui fu ricevu-
to in Cielo, alla quale la Santa Chie-
sa aggiunge la glorificazione degli al-
tari, con la beatificazione il giorno 15
di questo mese. In questo modo lo
presenta come modello per i fedeli
del mondo intero, specialmente per i
parroci e i religiosi.
La cerimonia di beatificazione sa-
r presieduta dal Cardinale Jos Sa-
raiva Martins, Presidente della Con-
gregazione per le Cause dei Santi,
concelebrata da Mons. Walmor Oli-
veira de Azevedo, Arcivescovo di Be-
lo Horizonte (Brasile), Mons. Luiz
Mancilha Vilela, Arcivescovo di Vi-
tria (Brasile) e numerosi altri ve-
scovi e sacerdoti, inoltre molte mi-
gliaia di fedeli.
Chi interessato a conoscere pi
dettagliatamente la biografia del Bea-
to Eustachio, trover in Internet, al-
lindirizzo www.padreeustaquio.com/
historia.asp, il testo in lingua porto-
ghese del libro scritto da Jos Vicen-
te Andrade.
Le esequie di Don Eustachio furono unapoteosi mai
vista prima a Belo Horizonte (Brasile)
Auro Mizuka
34 Salvami Regina Giugno 2006
INTERVISTA CON LARCIVESCOVO DI VITORIA (BRASILE)
Per parlare con autorevolezza,
il missionario deve essere santo
Della stessa Congregazione di Don Eustachio, Mons. Luiz Mancilha
Vilela SSCC, Vescovo di Vittoria, d la sua preziosa testimonianza sul
nuovo Beato e sullenciclica Deus caritas est.
AV: Conosciuto come un
evangelizzatore focoso, un vero
battagliero, Don Eustachio
come agirebbe se oggi fosse, ad
esempio, parroco a Vittoria?
Don Eustachio se fosse, qui a Vi-
toria, sarebbe quello stesso uomo di
Dio, molto semplice, uomo di fede,
caritatevole e pieno di attenzioni ver-
so i poveri e gli afflitti, li benedireb-
be e trasmetterebbe loro fiducia nel-
lamore di Dio. Condurrebbe una vi-
ta di riparazione e di adorazione, pro-
fondamente obbediente allarcivesco-
vo e ai suoi superiori della Congrega-
zione. Sono convinto che la sua sem-
plicit e obbedienza lo porterebbero
anche oggi, ad avere lo stesso senso
della Chiesa, amando il vescovo e il
Papa. Assumerebbe in silenzio ogni
tipo di offese e continuerebbe a da-
re la sua vita per la Chiesa. Il suo de-
siderio sarebbe quello di annunciare
e testimoniare lAmore, cercando di
essere quanto pi possibile simile al
Cuore di Ges unito al Cuore Imma-
colato della Vergine Maria.
AV: Lannuncio e la testimonianza
dellAmore, oggi, comportano la
necessit di affrontare molte sfide.
Quali sono le principali difficolt
di un missionario nel 2006?
Una grande sfida quella della
mancanza di cultura. Non facile per
il missionario lasciarsi impregnare
dei valori dei destinatari del suo apo-
stolato. Unaltra sfida camminare a
fianco del destinatario del suo apo-
stolato rispettando i tempi necessari
affinch egli possa accogliere piena-
mente, facendolo proprio, il messag-
gio. Il Brasile ha un popolo meravi-
glioso, che per ha bisogno di vivere
con pi profondit la fede, di accre-
scere la propria formazione dottrina-
ria e spirituale. Non basta annunciare
il Vangelo. Bisogna aiutare i fratelli a
realizzare il vero incontro con Ges
Cristo vivo e risorto. Il missionario ha
bisogno, prima di tutto, di essere san-
to per parlare con autorevolezza.
AV: Don Eustachio ebbe il dolore
di sentirsi incompreso persino
da parte di alcuni dai quali si
sarebbe aspettato invece appoggio.
Questo deve aver influenzato il
suo apostolato e la sua vita.
Don Eustachio visse intensamen-
te una frase profetica del Fondato-
re della nostra Congregazione: I fi-
gli dei Sacri Cuori saranno sempre i
figli della Croce. Incomprensioni,
stanchezza, critiche, ordini severi dei
suoi superiori, sentimento di abban-
dono, angoscia dovuta al desiderio di
continuare a servire i poveri e gli op-
pressi essendogli proibito perfino di
benedire gli afflitti e i sofferenti: tut-
to questo fu vissuto da lui nel silenzio
della preghiera, in unione col Cro-
cifisso il cui Cuore era stato trafit-
to dalla lancia del soldato, fortificato
dalla Vergine Immacolata il cui Cuo-
re fu trapassato dalla spada di dolo-
re. I Sacri Cuori di Ges e Maria gli
erano da conforto, forza e gioia spiri-
tuale, perch Dio lo voleva vicino alla
Croce redentrice, a riparare i peccati
di tanta gente ingrata e insensibile al
sangue del Giusto versato sulla Cro-
ce. Nella contemplazione della Cro-
ce, egli visse il suo calvario, scopr in
profondit il mistero dellobbedienza
della Vittima, essendo con Lui vitti-
ma damore.
AV: Vostra Eccellenza ha citato
il fondatore della Congregazione
I figli dei Sacri Cuori saranno
sempre i figli della Croce
Giugno 2006 Salvami Regina 35
dei Sacri Cuori, don Pierre
Coudrin. interessante ricordare
che egli esercit il suo ministero,
come sacerdote fuori legge,
durante il periodo pi pericoloso
della Rivoluzione Francese,
riuscendo a sfuggire alla
prigione e alla ghigliottina...
Pierre Coudrin fu un sacerdo-
te straordinario per fede, coraggio e
grande amore allEucaristia. Fin dal-
la sua prima Messa, a Poitiers, egli
sub le pressioni delle autorit del
governo rivoluzionario della Francia
perch facesse un giuramento che lo
avrebbe separato totalmente dal Pa-
pa. Egli diceva senza timore che lui
e la sua famiglia non avrebbero mai
fatto nulla di ci. A causa di questat-
teggiamento coraggioso di fedelt e
amore alla Chiesa, egli si dovette na-
scondere per non essere fatto prigio-
niero. Rimase sei mesi nascosto in un
pollaio!... pregando e studiando la
storia della Chiesa. Leggendo la vi-
ta di San Caprasio, si vergogn del-
la sua situazione e usc dal nascon-
diglio, disposto, se fosse stato neces-
sario, a morire in difesa della sua fe-
de. Faceva visita ai malati, celebrava
per il popolo fedele in orari meno pe-
ricolosi. Si travestiva da fruttivendo-
lo, da carrettiere giunse addirittu-
ra ad assumere il nome di un defun-
to quando la polizia lo cercava in un
ospedale: non avendo modo di fuggi-
re, si sdrai su un letto, mise il nome
di un corriere e rimase immobile, co-
me morto. I poliziotti passarono e lui
non fu notato. Continu cos, a ma-
scherarsi come poteva e rimanen-
do in Francia, si prese cura dei fede-
li nelle prigioni e nelle case. Non fu
catturato n ghigliottinato, sebbene
avesse accompagnato molti condan-
nati fino allultimo momento.
AV: In unautentica opera di
evangelizzazione, basilare il
distacco da se stessi unito ad
un ardente amore verso Dio
e il prossimo. Questo ci porta
allenciclica Deus charitas
est. Quali le prospettive che
essa apre alla Chiesa?
Con questa Enciclica, il Santo Pa-
dre comincia col chiamare luomo e la
donna del nostro tempo ad una scel-
ta essenziale nella nostra vita: Dio! Il
papa ci parla in primo luogo di Dio!
Per molta gente Dio un proble-
ma. Dunque, egli affronta il proble-
ma e lo annuncia come Amore! Vuole
una predicazione pi attuale e seria di
questa per il nostro tempo? Quando
Dio smetter di essere un problema,
ma diventer soluzione e via per la
realizzazione umana, il nostro mondo
sar differente. Spero che molta gen-
te rifletta su questa prospettiva aper-
ta dal Santo Padre: Dio amore. Una
volta sperimentato come amore, la
nostra Chiesa sar pi autentica e il
nostro Brasile pi giusto. Lesperien-
za di Dio-amore ci lancia in una espe-
rienza profonda di libert, di carit
e gioia. Sono convinto che la Nuova
Evangelizzazione avr, nellapprofon-
dimento della Deus charitas est, una
feconda via da seguire.
Don Eustachio sarebbe oggi quello stesso uomo di Dio,
pieno di attenzioni verso i poveri e gli afflitti, profondamente
obbediente allarcivescovo e ai suoi superiori
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APOSTOLATO MARIA REGINA DEL TERZO MILLENNIO
Lopera consiste nel portare di casa in
casa unicona con limmagine del Cuore
Immacolato di Maria, cos come apparve
a Fatima, che sar accolta, ogni mese in un
giorno stabilito da ciascuna famiglia parte-
cipante. Per loccasione si legger un bra-
no del Vangelo, seguito da alcuni minuti
di riflessione. Si reciter il santo Rosario
e finalmente si rinnover la consacrazione
della famiglia a Ges per mezzo di Maria.
Circostanza propizia per invitare parenti,
amici e vicini.
Ogni gruppo di 30 famiglie che desidera-
no ospitare licona una volta al mese, richie-
de lesistenza di un Coordinatore(trice),
che riceve dal parroco un mandato in que-
sto senso durante la cerimonia di conse-
gna ufficiale dellicona in chiesa. Chiun-
que pu essere Coordinatore(trice), me-
glio una coppia di coniugi.
Felipe Ramos
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36 Salvami Regina Giugno 2006
LA MADONNA DEL PERPETUO SOCCORSO
Misericordia illimitata
Degli innumerevoli titoli dati alla Madre di Dio, pochi
sono cos espressivi come quello del Perpetuo Soccorso.
La miracolosa immagine venerata sotto questa
invocazione ricca di simbolismo.
qualcuno che non si sia
mai sentito afflitto nei mo-
menti di difficolt o nella
prospettiva di una qualche
tragedia? Oppure che non
abbia mai avuto la necessit di un aiu-
to, spirituale o psicologico, affettivo o
materiale?
Senza alcun dubbio no, perch
lessere umano, lungi dallessere au-
tosufficiente, accidentale per na-
tura: non ha le condizioni per vivere
senza lappoggio dei suoi simili, mol-
to meno senza il continuo sostegno di
Dio, Creatore delluniverso.
Una carenza inevitabile,
una soluzione infallibile
Per questa situazione di carenza
inevitabile, Dio ci offre una soluzione
infallibile: il ricorso alla sua e nostra
Madre. Ci sembra, pertanto, molto
appropriato il titolo di Madonna del
Perpetuo Soccorso, col quale si indi-
ca la certezza dellaiuto che Ella ci d
quando a Lei ricorriamo.
Perpetuo Soccorso indica una
fonte di misericordia che mai si esau-
risce, mai si interrompe. Mai signi-
fica in nessun tempo, in nessun luo-
go, in nessuna circostanza. Per quan-
to brutta sia la situazione, per quanto
gravi e numerosi siano i nostri pecca-
ti, la Vergine Maria vuole mantenerci
continuamente sotto la sua insonda-
bile protezione e celestiale difesa.
Non c da stupirsi, dunque, se la
devozione alla Madonna del Perpe-
tuo Soccorso si sia diffusa in tutti i
paesi del mondo.
Com sorta?
Furto sacrilego, incredibile
recalcitranza
Intorno al 1496, si venerava in una
chiesa dellisola di Creta un miraco-
loso quadro della Vergine Maria. Se-
condo unantica tradizione, era stato
dipinto alla fine del secolo XIII da un
artista sconosciuto, che si era ispirato
ad una pittura attribuita a San Luca.
Per noi, la storia del venerabile qua-
dro comincia quellanno, con un crimi-
ne gravissimo: nella speranza di ven-
derlo ad un buon prezzo, un mercan-
te lo rub prendendo la via del mare
e nascondendolo tra le sue mercanzie.
Lanno seguente, giunto a Roma, subito
si ammal gravemente e fu accolto co-
me ospite in casa di un amico, anchegli
mercante. Nellimminenza della morte,
gli raccont del vergognoso furto e gli
chiese di portare il quadro in una chie-
sa ove potesse ricevere un culto ade-
guato. Lamico romano gli promise che
avrebbe fatto come lui voleva.
Di l a poco, il mercante mor.
Lamico si stava preparando a com-
piere quanto promesso, quando sua
moglie lo persuase a trattenere in
casa il quadro. Gli apparve allora la
Vergine Maria che gli disse di portar-
lo in una chiesa. Egli non obbed. La
Madre di Dio torn altre due volte e
lo minacci di morte se avesse conti-
nuato a disobbedire. Sua moglie pe-
r si oppose di nuovo ed egli si rive-
l pi sottomesso a lei che alla Regi-
na degli Angeli. In una quarta appa-
rizione, la Vergine gli comunic:
- Ti ho avvisato, ti ho minacciato,
non hai voluto obbedire. Adesso usci-
rai tu da questa casa, poi uscir Io al-
la ricerca di un luogo pi onorevole.
Subito dopo lapparizione, infatti,
usc per primo il recalcitrante uomo,
dentro la bara, verso la sepoltura. La
Santissima Vergine apparve allora a
sua figlia di sei anni dicendole:
- Avverti tua madre e tuo zio che
Santa Maria del Perpetuo Soccorso
vuole che la togliate da questa casa,
se non volete morire tutti sul colpo.
La vedova prese sul serio lavviso,
perch aveva avuto una visione ugua-
le a quella della bambina. Una sua vi-
cina, tuttavia, la convinse a continua-
re a tenersi il quadro a casa sua. Que-
staultima fu colpita subito dopo da
una terribile infermit, per subito si
pent della sua cattiva azione, ricorse
alla misericordia della Madonna e fu
guarita dopo aver toccato il miracolo-
so quadro. La Santissima Vergine ap-
parve ancora una volta alla bambina
e le comunic che il quadro doveva
essere portato alla chiesa di San Mat-
teo, situato nella via Merulana, tra le
Giugno 2006 Salvami Regina 37
basiliche di Santa Maria Maggiore e
San Giovanni in Laterano.
Una delle chiese pi
visitate di Roma
La vedova, la figlia e la vicina si af-
frettarono a comunicare questi prodi-
giosi fatti ai Padri Agostiniani, incari-
cati della suddetta chiesa. In un bat-
tibaleno, la notizia si sparse per tut-
ta la citt. Cos, nel momento in cui
si doveva trasportare l il quadro, il
27 marzo 1499, si form una grandio-
sa processione seguita da innumere-
voli membri del clero e una moltitu-
dine di fedeli.
Per tre secoli limmagine sacra fu
venerata nella Chiesa di San Matteo.
L accorrevano da ogni dove i fede-
li in un numero cos grande che, in
poco tempo, essa divenne una delle
chiese pi visitate di Roma, per la fa-
ma dei miracoli operati per interces-
sione della Vergine del Perpetuo Soc-
corso.
Abbandonata in una cappella,
dimenticata quasi da tutti
Nuove difficolt, tuttavia, si frap-
ponevano tra la Madre di Misericor-
dia e i suoi figli. Nel 1798 le truppe di
Napoleone Bonaparte invasero Ro-
ma, esiliarono il Papa Pio VI e, col
pretesto di fortificare le difese del-
la citt, distrussero 30 chiese, tra cui
quella di San Matteo. In questocca-
sione si persero innumerevoli reliquie
e un gran numero di immagini sacre.
Nonostante ci, il miracoloso quadro
fu salvato allultimo minuto da un sa-
cerdote che lo port nella Chiesa di
SantEusebio e poi nella cappella pri-
vata degli agostiniani nel convento di
Santa Maria in Posterula.
Nel turbinio degli avvenimenti po-
litici e delle guerre che segnarono i
primi decenni del sec.XIX, si spen-
se quasi completamente il ricordo
dellineffabile bont con cui la Ma-
dre del Perpetuo Soccorso accoglie-
va tutti quanti a lei ricorrevano. Co-
s, la sua immagine sacra fin relega-
ta per pi di mezzo secolo in una cap-
pella secondaria di Roma, dimentica-
ta quasi da tutti, senza nessun atto di
devozione speciale, senza ornamen-
to alcuno eneppure un lume che indi-
casse la sua augusta presenza.
Fate in modo che Ella sia
conosciuta nel mondo intero
Dimenticata quasi da tutti... non
per da Frate Agostino Orsetti, che
era stato frate nella Chiesa di San
Matteo. Nel suo cuore non era dimi-
nuito il fervore, nella sua mente non
si era spento il ricordo degli innume-
revoli miracoli ottenuti per interces-
sione di questa incomparabile Ma-
dre di tutti i bisognosi. Verso il 1850,
ormai in et avanzata e quasi cieco,
fece amicizia con un giovane chieri-
chetto di nome Michele Marchi, che
frequentava la cappella di Santa Ma-
ria in Posterula. Molti anni dopo,
quando era ormai sacerdote reden-
torista, lantico chierichetto raccon-
t che quel buon frate era solito fa-
re riferimento alla triste situazione in
cui versava la tanto amata immagi-
ne. Non dimenticarti, figlio mio, che
limmagine della Madonna del Per-
petuo Soccorso nella nostra cap-
pella. Era molto miracolosa. Non di-
menticartene, hai capito?
Frate Agostino mor nel 1853, sen-
za aver realizzato il suo desiderio che
la Vergine del Perpetuo Soccorso fos-
se di nuovo esposta alla venerazio-
ne pubblica. In apparenza, sembra-
va fossero stati infruttuosi gli sforzi e
le fiduciose orazioni di questo zelan-
te agostiniano.
Solo in apparenza per, perch il
giovane chierichetto, pi tardi Don
Michele Marchi CSSR, non se ne di-
mentic!
Alla met del secolo XIX, la Con-
gregazione dei Padri Redentoristi fu
invitata dal Beato Pio IX a stabili-
re a Roma la loro Casa Generalizia.
Per questo fine, e senza avere cono-
scenza dei fatti sopra riferiti, acqui-
starono un terreno in Via Merulana
La miracolosa icona della
Madonna del Perpetuo
Soccorso venerata
nella Casa Generalizia
dei Padri Redentoristi,
per decisione del Beato
Pio IX, nello stesso luogo
ove prima si trovava la
Chiesa di San Matteo
(A sinistra, dettaglio della
facciata principale)
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38 Salvami Regina Giugno 2006
... proprio nel luogo dove era esisti-
ta la Chiesa di San Matteo. Come si
vedr, chi, per voce del Papa, attira-
va alla Citt Eterna questa Congre-
gazione era la stessa Madre del Per-
petuo Soccorso.
L i Padri Redentoristi costruirono
un convento e la Chiesa di SantAl-
fonso. Uno di loro, studiando il setto-
re della citt nel quale si erano stabi-
liti, non tard a scoprire che la Chie-
sa di SantAlfonso era stata costruita
esattamente nel luogo dove esisteva
in altri tempi la Chiesa di San Mat-
teo, nella quale era stata venerata per
secoli la miracolosa pittura della Ma-
donna del Perpetuo Soccorso. Co-
s rifer ai suoi fratelli dabito questa
scoperta di buon auspicio. Tra i sa-
cerdoti che lo ascoltavano si trovava
Don Michele Marchi. Costui allora, a
sua volta, narr tutto quanto gli ave-
va detto a proposito dellimmagine il
vecchio frate agostiniano del conven-
to di Santa Maria in Posterula.
Qui si vede bene la mano della
Vergine Santissima guidare gli avve-
nimenti. Lei ha ispirato nei cuori di
quei suoi figli missionari lardente
desiderio di esporre nuovamente al-
la venerazione pubblica il miracoloso
quadro. Questi sollecitarono il Supe-
riore Generale della Congregazione,
Don Nicola Mauron, a fare diretta-
mente al Papa una richiesta con que-
stobiettivo. Ricevuto in udienza da
Pio IX, il Superiore Generale gli nar-
r la storia del quadro e gli presen-
t la sollecitazione affinch lo stes-
so fosse affidato in custodia della sua
Congregazione, in modo da tornare
a ricevere gli onori e le suppliche dei
fedeli nello stesso luogo scelto dalla
Madonna nel 1499.
Il Papa ascolt tutto con attenzio-
ne e scrisse di proprio pugno questo
biglietto, con data 11 dicembre 1865:
Il Cardinale Prefetto della Propa-
ganda chiamer il Superiore della co-
munit di Santa Maria in Posterula
e gli dir che Nostro desiderio che
limmagine della Santissima Vergine,
alla quale si riferisce questa petizio-
ne, sia nuovamente collocata tra [le
basiliche] di San Giovanni [in Late-
rano] e Santa Maria Maggiore; i Re-
dentoristi la sostituiranno con un al-
tro quadro adeguato.
In seguito il Santo Padre dette ai
Redentoristi, nella persona del loro
Superiore Generale, la missione di
diffondere la devozione alla Madon-
na del Perpetuo Soccorso: Fate in
modo che lei sia conosciuta nel mon-
do intero!
O Maria, termina quello
che hai cominciato!
I Padri Agostiniani dando il lo-
ro assenso con rispetto filiale al de-
siderio del Sommo Pontefice, conse-
gnarono il miracoloso quadro ai suoi
nuovi custodi. Con una solenne pro-
cessione, circa 20mila fedeli lo con-
dussero per le vie ornate di fiori fino
alla Chiesa di SantAlfonso.
La Madre del Perpetuo Soccor-
so manifest il suo compiacimento in
quello stesso giorno, operando alcuni
miracoli. Cara Madre, guarisci mio
figlio o portalo in Cielo! implor
dalla finestra della sua casa una ma-
dre angustiata, sollevando tra le brac-
cia il suo figlioletto moribondo men-
tre passava il quadro. Immediata-
mente il bambino guar.
Poco oltre, unaltra madre chiese
che fosse guarita sua figlia colpita da
una paralisi totale. Immediatamente
la bambina recuper forza alle gam-
be, per, soltanto quanto bastava per
camminare. Madre e figlia andaro-
no il giorno successivo nella Chiesa di
SantAlfonso e supplicarono: O Ma-
ria, termina quello che hai comincia-
to! La bambina usc di l completa-
mente ristabilita.
Inizi cos una nuova fase nella lu-
minosa storia della miracolosa pittura
della Vergine Santissima. Ancor og-
gi essa accoglie maternamente i suoi
figli e figlie nel Santuario della Ma-
donna del Perpetuo Soccorso. Grazie
allo zelo dei Padri Redentoristi, mi-
gliaia di altre chiese sono state erette
in Suo onore ovunque nel mondo.
L
Giugno 2006 Salvami Regina 39
Un quadro altamente
ricco di simboli
a miracolosa icona del-
la Madonna del Perpetuo
Soccorso misura 53 per
41,5 centimetri. una pittura in stile
bizantino, eseguita su legno dal fon-
do dorato, colore molto utilizzato
dagli artisti nellantico Impero Ro-
mano quando si trattava di ritrarre
grandi personalit. Loro, in questo
caso, un simbolo espressivo della
gloria della Regina dei Cieli.
Pi che un semplice ritratto di
Maria, la pittura riproduce una
scena.
La Vergine Madre tiene stret-
to con premura, affetto e adora-
zione il Bambino-Dio. Il suo sguar-
do, tuttavia, non rivolto verso di
Lui, ma verso di noi, suoi figli adot-
tivi. Ges invece non guarda n
sua Madre n noi, ma sembra voler
raggiungere col suo sguardo divino
i due angeli che tengono stretti gli
strumenti della Passione: alla sini-
stra, San Michele, che indossa un
mantello verde, con la lancia e la
spugna di fiele, alla destra, San Ga-
briele, col manto lill, mentre sor-
regge la croce e i chiodi che hanno
perforato piedi e mani del Reden-
tore.
Particolare altamente espressi-
vo il sandalo che pende dal pie-
de destro di Ges Bambino, trat-
tenuto da un filo e che quasi ca-
de. Esso il simbolo della situa-
zione dellanima in stato di pecca-
to mortale: questa unita a Ges
da un filo, la devozione alla Ma-
donna.
Sotto il manto azzurro, Maria
veste una tunica rossa. Nei primor-
di del Cristianesimo, le vergini si
distinguevano per il colore azzur-
ro, simbolo della purezza e le ma-
dri per il colore rosso, segno della
carit. Questa combinazione cro-
matica definisce, dunque, in modo
eccellente la Madonna, Vergine e
Madre. Si nota anche il colore ver-
de nella fodera del suo manto. Ora,
la composizione di questi tre colori
era di uso esclusivo della regalit.
Cos, la dignit regale della Regina
degli Angeli e dei Santi ben rap-
presentata nei suoi abiti.
Molto in alto nel quadro, a me-
t in ogni lato, sono scritte in lette-
re greche, le iniziali dellespressio-
ne Madre di Dio; a lato della testa
del Bambino Ges, le iniziali di Ge-
s Cristo, sopra langelo di sinistra,
Arcangelo Michele, e sopra lange-
lo di destra, Arcangelo Gabriele.
Pi che un semplice ritratto di Maria, la miracolosa
icona della Madonna del Perpetuo Soccorso riproduce
una scena ricca di particolari e significati
LA PAROLA DEI PASTORI
IL
FONDAMENTO
TEOLOGICO
DELLA
PASTORALE
DELLA BELLEZZA
In quanto an-
nuncio e dono dellamore che supera
ogni conoscenza, il Vangelo offerta di
bellezza: Ges Cristo non solo la veri-
t e il bene, Egli la bellezza che salva.
Bello conoscerlo; bello amarlo; bel-
lo per noi - secondo le parole di Pie-
tro - stare sul monte con Lui (cfr. Mt
17,4). In questo senso, la via della bel-
lezza si offre come pastoralmente fe-
conda per avvicinare gli uomini al Dio
di Ges Cristo e sostenere limpegno
della Chiesa al servizio della verit (...)
Se la testimonianza via preziosa
per lannuncio del Vangelo, essa in-
separabile dallo sfolgorio della bellezza
negli atti del discepolo interiormente
trasfigurato dallo Spirito di Cristo: do-
ve la carit si irradia, l saffaccia la bel-
lezza che salva, l resa lode al Padre
celeste, l cresce lunit dei discepoli
dellAmato, uniti a Lui come discepoli
del Suo amore crocifisso e risorto.
Questa bellezza risplende allora
in modo particolare nella comunio-
ne della Chiesa, l dove essa vissu-
ta nellaccoglienza reciproca e nel ri-
spetto della diversit di doni e mini-
steri voluta dal Signore: la bellez-
za armonica dellordine, della con-
vergenza pacificante delle parti nel
tutto, delle diversit in comunione
(;) ed la bellezza irradiante della
carit, il dono che evoca e ripresen-
ta lamore del bel Pastore per ciascu-
no di noi. Questa figura della bellez-
za si affaccia in modo speciale nella
liturgia della Chiesa, ripresentazione
della carit del Bel Pastore nel cuo-
re della comunione ecclesiale, culmi-
ne e fonte della vita e della missione
del popolo di Dio nella storia. Lordi-
ne e la disciplina liturgica, in questa
luce, appaiono nel loro vero significa-
to di custodia della bellezza, al servi-
zio di una fedele ed irradiante attua-
lizzazione dellamore del Salvatore.
(Brani dal Discorso allAssemblea
Generale del Pontificio Consiglio per
la Cultura. Testo integrale in www.
webdiocesi.chiesacattolica.it).
Bruno Forte
Arcivescovo di Chieti-Vasto
GUARDATEVI DAI FALSI PROFETI
I mezzi di co-
municazione so-
ciale si sono occu-
pati in questi gior-
ni di un antico te-
sto manoscritto in
lingua copta, tro-
vato in Svizzera
nel 1983, che corrisponderebbe ad un
supposto Vangelo di Giuda. Con
lobiettivo di chiarire dubbi e rispon-
dere a molti interrogativi, si rende
opportuno dare alcuni orientamenti.
E nota da sempre lesistenza di
vangeli apocrifi ossia, non ispirati, in
quanto non contengono la verit intor-
no alla Rivelazione di Dio ed al suo de-
siderio di salvezza per lumanit e da
sempre essi sono stati rigettati dallin-
sieme della comunit cristiana, per il
fatto che sono incompatibili con la fede.
La Chiesa non ha mai nascosto o nega-
to lesistenza di tali documenti. (...)
Alcuni di questi vangeli apocrifi
appartengono a sette gnostiche, co-
me quella dei cainiti, il cui principa-
le obiettivo era riabilitare figure del-
lAntico e del Nuovo Testamento che
erano cadute nella malvagit, come
Caino (che uccise suo fratello Abe-
le) e Giuda (che trad Ges). Gli gno-
stici affermavano che si ottiene la sal-
vezza per mezzo della conoscenza di
Dio, non per opera dellamore e della
misericordia di Dio, il quale ha invia-
to al mondo suo Figlio Ges.
La principale differenza tra gli gno-
stici e i cristiani nella loro concezione
riguardo lorigine del male nel mondo.
Noi, cristiani, crediamo in un Dio buo-
no che ha creato un mondo buono. Gli
gnostici credono in un Dio che ha crea-
to il male e ha creato il mondo in ma-
niera disordinata. Noi, cristiani, credia-
mo che il male nasca a partire dal cat-
tivo esercizio della libert con la quale
Dio ci ha creato, perch Dio sempre ri-
spetta la nostra libert. Gli gnostici af-
fermano che Dio vuole il male nel mon-
do e questo spiega lazione degli uomi-
ni malvagi, come Caino o Giuda. (...)
Qual lunica fonte sicura per co-
noscere lopera, le azioni e linsegna-
mento di Ges? Soltanto i Vangeli so-
no considerati opere ispirate da Dio e
si riconosce loro unautorit speciale.
Ci riferiamo ai testi di Marco, Mat-
teo, Luca e Giovanni. (...)
molto significativo e perfino emo-
zionante vedere che la Persona di Ge-
s, Redentore e Salvatore dellumani-
t, motivo di un profondo fascino, an-
che per coloro che in Lui non credono,
Lo rifiutano o vogliono togliere presti-
gio alla sua figura e al suo messaggio.
Ges non lascia nessuno indifferen-
te. Per noi, che abbiamo il dono della
fede, lUnico Salvatore della Storia.
Che cosa dobbiamo fare, noi, discepo-
li di Cristo? Rinnovare la nostra fede
ed il nostro amore a Ges, Redentore
dellumanit. Approfondire il fonda-
mento storico della nostra fede cristia-
na, per non lasciarci sorprendere da
falsificatori di ogni tipo, come avverte
la Sacra Scrittura: Guardatevi dai fal-
si profeti (Mt 7, 15).
(Testo integrale in spagnolo: www.
iglesia.cl)
Alejandro Goic Karmelic
Vescovo di Rancgua,
Presidente della CEC (Cile)
Giugno 2006 Salvami Regina 41
Cardinale Arinze: Essi devono
rispettare la nostra religione,
devono rispettare il nostro
fondatore, Ges Cristo
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Preparazione del 4 Convegno
Ecclesiale Nazionale: Verona
dal 16 al 20 ottobre 2006
La Conferenza Episcopale Italia-
na, in occasione del 4 Convegno Ec-
clesiale nazionale che si celebrer a
Verona nei giorni 16-20 ottobre 2006,
ha commissionato, in collaborazione
con la Fondazione Arena di Verona,
un oratorio sacro intitolato Resur-
rexi. Liniziativa si collega a una tradi-
zione che nel passato ha visto istitu-
zioni ecclesiastiche e singole persone
in ruolo molto attivo nella commit-
tenza in tutti campi dellarte, partico-
larmente nel campo musicale.
Sono stati presentati , nel conte-
sto della 56 Assemblea Generale del-
la CEI, in conferenza stampa dal Card.
Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di
Milano e Presidente del Comitato pre-
paratorio del 4 Convegno Ecclesia-
le Nazionale il programma, i relatori,
lelenco dei testimoni del 900 e i da-
ti dellimportante evento ecclesiale sul
tema Testimoni di Ges Risorto, spe-
ranza del mondo. E stato presentato
linno del Convegno pubblicato dalle
Edizioni Carrara di Bergamo disponi-
bile in tutte le librerie cattoliche.
Il Cardinale Arinze suggerisce
azioni legali contro il
Codice da Vinci
I cristiani non possono rimanere
con le braccia incrociate e dire: Bisogna
che perdoniamo e dimentichiamo. Ci
sono delle situazioni in cui bisogna fare
qualcosa di pratico. Non tocca a me di-
re a tutti i cristiani quello che devono fa-
re, ma esistono mezzi legali per garanti-
re che alcuni rispettino i diritti degli al-
tri. Questo uno dei diritti umani fonda-
mentali: essi devono rispettarci, rispetta-
re la nostra religione e devono rispettare
il nostro fondatore che Ges Cristo.
Cos si pronunciato il Cardina-
le Francis Arinze, prefetto della Con-
gregazione per il Culto Divino, in un
documentario di 25 minuti intitolato
Il Codice da Vinci: La frode perfet-
ta, preparato dallagenzia televisiva
internazionale Rome Reports.
Coloro che bestemmiano con totale
impunit stanno esplorando la disposi-
zione cristiana a perdonare e amare co-
loro che li insultano. Ci sono altre reli-
gioni le quali, se il loro fondatore viene
insultato, non rimangono fermi soltanto
alle parole, ha detto il Cardinale.
Il film pi noioso dellanno
Questo stato il giudizio dato al
film Il Codice da Vinci dal criti-
co cinematografico del canale BBC
One, nel programma trasmesso il 20
maggio. Secondo lui, che ha anche
letto il libro e lo ha considerato una
spazzatura, il pubblico ne guadagne-
rebbe molto di pi andando ad assi-
stere ad unaltra produzione anches-
sa presentata il mese scorso al festi-
val di Cannes, Once in a lifetime
(Una volta nella vita), che mette
a fuoco lo sviluppo del football ne-
gli Stati Uniti dopo lingresso di Pel
nella squadra del New York Cosmos.
In tutto il mondo, i critici di cine-
ma hanno espresso il loro disappun-
to riguardo Il Codice da Vinci. Kirk
Honeycutt, dellHollywood Reporter,
considera la performance degli attori
artificiale e senza gusto. Christopher
Tookey, del Daily Mail, dice che lat-
tore Tom Hanks si mostra annoia-
to, opaco e incoerente. Riassumen-
do lopinione generalizzata della cri-
tica, Peter Bradshaw, del The Guar-
dian, constata: La maggioranza delle
persone che sono andate a Cannes sono
rimaste completamente deluse nellassi-
stere a questo film di suspense che, per
un tempo orribilmente lungo, non riesce
a provocare suspense in nessuno.
Codice da Vinci: Sony
calpesta il suo stesso codice
di comportamento
LUfficio di Informazione dellOpus
Dei, a Roma, ha diffuso un comunicato
che mette in risalto la contraddizione
nella quale caduta la multinazionale
Sony nel lanciare un film offensivo nei
confronti dei Cristiani. Nel paragrafo
1.3 del Codice di Condotta del Gruppo
Sony si afferma: Riconoscendo come
una condotta sociale e professionalmen-
te accettabile in una regione possa essere
vista in modo diverso in altre, il persona-
le della Sony deve essere attentamente ri-
spettoso verso le differenze culturali o re-
gionali nel compimento dei propri dove-
ri. Il paragrafo 2.4 spiega le norme di
comportamento che tutti i membri del-
limpresa devono osservare: Nessuno
pu esprimere insulti razziali o religiosi,
n scherzi, n altri commenti o compor-
tamenti che possano creare un ambien-
te di lavoro ostile. Quanto alla pubbli-
cit (paragrafo 3.4), la Sony simpegna
a non fare una pubblicit falsa, che di-
sorienti o calunni gli altri. I dirigenti
della Sony hanno manifestato pi vol-
te questimpegno etico. In una recente
pubblicazione dellimpresa, un alto di-
42 Salvami Regina Giugno 2006
rigente afferma che letica e lintegri-
t devono far parte del DNA dellim-
presa. Questa ed altre dichiarazioni so-
no state smentite dalla mancanza di ri-
spetto che il film dimostra verso centi-
naia di milioni di cristiani conclude il
comunicato dellOpus Dei.
I Tedeschi stanno tornando
a valorizzare la religione
e la buona educazione
Essere ben educato, avere buone
maniere, essere moderato e corret-
to, sono aspetti importanti per i tede-
schi. Questi valori, anticamente con-
siderati secondari, hanno bisogno di
essere appresi in casa, secondo lopi-
nione della maggior parte dei genito-
ri tedeschi. Questo quello che evi-
denzia il risultato di uninchiesta rea-
lizzata su 2.065 persone dallIstituto
Allensbach, su iniziativa del Ministe-
ro Tedesco della Famiglia.
Buona educazione e buon com-
portamento appaiono in cima al-
la lista come il valore pi importan-
te per l89% dei genitori fino a 44 an-
ni. 15 anni or sono, solamente il 68%
dei genitori intervistati condivideva-
no questa stessa opinione.
Lapertura verso la religione e
questioni di fede considerata un
importante obiettivo di formazione
per il 39% degli intervistati. Genito-
ri di figli piccoli, in particolare le ma-
dri, ritengono la formazione religiosa
importante.
Il Ministro della Famiglia, Ursula
von der Leyen, sottolinea: I bambini
devono essere educati allinterno del-
la religione.Cos come insegniamo
ai nostri figli la lingua materna, dob-
biamo insegnare loro la religione. La
ministra chiede che i genitori preghino
coi loro figli. Secondo lei, questi ritua-
li sono un aiuto nella vita quotidiana e
aiutano a costruire unidentit forte.
In un mondo sempre pi insicuro
e difficile da controllare, due cose che
possono essere influenzate personal-
mente sembrano rivestire una specia-
le importanza: la famiglia e la religio-
ne. Von der Leyen vede anche una
connessione tra la religiosit e la de-
cisione di avere figli: La fede cristia-
na rende pi facile concepire lidea di
avere un figlio. (Deutsche Welle)
Alla BBC, unaltra serie
sulla vita religiosa
Dopo la distruzione dellImpero
Romano per opera degli invasori ger-
manici, fu attorno ai monasteri che la
vita civilizzata rinacque a poco a poco.
In questa nostra epoca di relativismo e
di demolizione dei punti di riferimen-
to, non ci sar un numero crescente di
anime alla deriva, nuovamente alla ri-
cerca di queste ancore di salvezza?
Due anni fa, il canale britannico
BBC-2 ha trasmesso la miniserie The
Monastery (Il Monastero), che mo-
strava un gruppo di uomini comuni,
laici, la maggior parte dei quali non-
cattolici, che partecipava alla vita dei
monaci benedettini per 40 giorni.
stato un successo enorme. Mi-
gliaia di persone hanno scritto a mo-
nasteri e conventi, interessati a co-
noscere meglio la vita e la fede cat-
tolica. Parrocchie e collegi cattolici
di tutto il Regno Unito hanno appro-
fittato delloccasione per una grande
attivit di evangelizzazione.
Ora la BBC annuncia la prossima
trasmissione di unaltra miniserie del
genere, filmata questa volta nel con-
vento delle monache clarisse di Arun-
del, nel West Sussex. Col titolo di The
Convent, mostra un gruppo di donne
laiche che condivide la vita quotidia-
na delle figlie di San Francesco dAssi-
si per 40 giorni un mondo dedito alla
preghiera, alla contemplazione e alla
pratica dellumilt, senza la preoccu-
pazione dei beni materiali n gli scom-
pigli della vita moderna. Le ospiti cer-
cano di scoprire un significato pi pro-
fondo della vita, al di l del vuoto dei
piaceri, ricchezze e vanaglorie che il
peccato ed il mondo offrono.
Il 91,6 per cento degli
alunni si avvale dellIrc
Sono stati resi noti dal Servizio na-
zionale per lInsegnamento della reli-
gione cattolica della CEI i dati relati-
vi a quanti si avvalgono dellinsegna-
mento della religione cattolica in Ita-
lia elabroati in collaborazione con
lOsservatorio socio-religioso del Tri-
veneto. DallAnnuario 2006 relativo
allanno scolastico 2005/2006 emer-
ge che il numero degli avvalentesi del-
lanno in corso rimane alto e corri-
sponde al 91,6 per cento degli alunni
della scuola statale con un calo mol-
to contenuto (0,2%) rispetto allanno
passato. Viene confermata oltretutto
una tendenza emersa negli ultimi tre
anni, unautentica novit sulla quale
riflettere si legge nel rapporto -: la
flessione non riguarda tanto la Scuola
secondaria di secondo grado quanto la
scuola dellinfanzia. Tra le principali
cause di questo fenomeno, una do-
vuta alla presenza di molti figli di im-
migrati che si inseriscono in un nume-
ro via via sempre crescente nella Scuo-
la italiana e, secondo lo studio, ben ol-
tre la met di loro sceglie comunque
di avvalersi dellIrc. Lannuario arti-
colato in quattro parti (nazionale, cir-
coscrizioni Nord, Centro e Sud, per
regioni pastorali, per ciascuna dioce-
si), che permettono di delineare per
lanno scolastico 2005/2006 la situa-
zione dellIrc. Lindagine stata effet-
tuata su 189 diocesi delle 227 presen-
ti in Italia, corrispondenti a una per-
centuale di adesioni dell83 per cento.
Il numero degli studenti presi in con-
siderazione di 6.250.861 unit, delle
poco pi di 7.660.000 complessive, con
una copertura scolastica delle scuo-
le statali italiane pari all81,5 per cen-
to del totale. In abbinamento allAn-
nuario 2006, questanno assieme ai
dati stata pubblicata in tutte le libre-
rie (Ed. La Scuola) la Guida alla lettu-
ra degli Obiettivi specifici di apprendi-
mento del primo ciclo scolastico. Una
guida molto attesa dagli insegnanti di
religione perch un valido strumen-
to per garantire un Irc corrispondente
sia al patto concordatario sancito dal-
le relative intese che alle prospettive
pedagogico-didattiche indicate dalla
riforma scolastica in atto. (CEI)
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Giugno 2006 Salvami Regina 43
PELLEGRINAGGIO INTERNAZIONALE AL SANTUARIO DI FATIMA
La castit libera
lamore dallegoismo
l giorno 13 maggio, 250mila pellegrini si sono assie-
pati nel Recinto di Preghiera del Santuario di Fati-
ma per partecipare alle cerimonie del Pellegrinag-
gio Internazionale 2006, presieduta dal Cardinale
Stanislaw Dziwisz, antico segretario personale del Papa Gio-
vanni Paolo II. Molti altri pellegrini hanno dovuto seguire le
celebrazioni dallesterno, perch il Recinto si rivelato trop-
po piccolo per accogliere la moltitudine dei fedeli.
Il tema dellincontro stato il 6 Comandamento della
Legge di Dio: Custodire la Castit, il quale si articola-
to in un sottotema: Non sapete che il vostro corpo tempio
dello Spirito Santo? (1Cor 6,19).
Il primo atto ufficiale del Pellegrinaggio stato il sa-
luto del Cardinale Dziwisz a tutti i pellegrini riuniti nel-
la Cappella delle Apparizioni. La sera, dopo la recita del
Rosario, ha avuto luogo la grandiosa processione delle
candele, seguita dalla solenne Messa allaltare del Recin-
to di Preghiera.
stato distribuito ai sacerdoti che collaborano nelle
Eucaristie, veglie e rosari del Santuario, un documento
rievocante i testi di riflessione sul tema Custodire la Ca-
stit. Si evidenziano lEnciclica Deus caritas est, di Bene-
detto XVI e il documento Sessualit umana: verit e si-
gnificato, del Consiglio Pontificio per la Famiglia.
In questultimo sottolineato che la castit lener-
gia spirituale che libera lamore dallegoismo e dallaggres-
sivit.
Cerimonia ricorda lattentato
a Giovanni Paolo II
el 25 anniversario del-
lattentato subito da
Giovanni Paolo II in
Piazza San Pietro, sta-
ta portata a Roma la statua pellegri-
na della Madonna di Fatima. Circa
20mila fedeli, capeggiati dal Cardina-
le Ivan Dias, Arcivescovo di Bombay,
hanno accolto a Castel SantAngelo la
venerabile statua e portandola in pro-
cessione, hanno attraversato Via del-
la Conciliazione, fino alla Basilica di
San Pietro. Qui il Cardinale Camillo
Ruini, Vicario del Papa per la Diocesi
di Roma, ha celebrato una Messa du-
rante la quale ha letto il messaggio in-
viato da Benedetto XVI: 25 anni fa,
proprio in Piazza San Pietro, il servo di
Dio Giovanni Paolo II fu ferito grave-
mente; una lapide in marmo bianco,
posta nel luogo esatto dellattentato, ri-
corder dora in poi il drammatico fat-
to. Il Papa ha rilevato anche che lini-
ziativa di celebrare questo 25 anni-
versario dimostra quanto sia sentita
la presenza di Maria e quanto vivo sia
il ricordo dellamato Giovanni Paolo II
nella Chiesa.
La statua della Madonna di Fati-
ma continuer il suo pellegrinaggio,
visitando diverse diocesi italiane fino
al 31 luglio.
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Vittorio Ugo Toniolo
da Roma
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5 CENTENARIO DELLA GUARDIA SVIZZERA
Acriter et fideliter
Questespressione latina dallalta sonorit,
che significa con coraggio e fedelt,
uno dei titoli pi belli che i Papi hanno
dedicato alla Guardia
Svizzera Pontificia.
el lontano 22 gen-
naio 1506 giunse-
ro a Roma le prime
150 guardie, prove-
nienti da Bellinzo-
na, in Svizzera. Esse attraversarono la
Porta del Popolo e si diressero in Piaz-
za San Pietro, dove Giulio II le bene-
disse. Questentrata solenne nella Citt
Eterna ha costituito la fondazione uf-
ficiale della Cohors Helvetica, ossia, la
Guardia Svizzera.
Lungo la Via Francigena
Allinterno del ciclo di celebrazio-
ni nel suo 5 centenario, stata or-
ganizzata dai veterani del Corpo una
Marcia Commemorativa, che ha
percorso per quasi 30 giorni i 720 Km
che separano il Castello di Bellinzo-
na dalla Citt Eterna .
Il percorso corrispondeva ad un
tratto dellantica Via Francigena, liti-
nerario usato in altri tempi dai pel-
legrini che andavano dalla Francia a
Roma. In ogni citt Milano, Lucca,
Siena, Acquapendente gli Svizzeri
sono stati salutati dalla popolazione e
lo stendardo della Guardia ha ricevu-
to onori civili.
Il 4 marzo, la Marcia ha incrocia-
to la Porta del Popolo, a Roma, come
cinque secoli fa e si diretta in Piaz-
za San Pietro, dove stata salutata dal
Papa Benedetto XVI, esattamente co-
me aveva fatto Giulio II, nel 1506.
Giovani motivati dallamore
a Cristo e alla Chiesa
Durante questi cinque secoli la
Cohors Helvetica ha accompagnato
la Santa Sede in tutti gli avvenimenti
storici, nella gloria e nel dolore, nella
pace e nellesilio.
La prima prova di eroismo e fe-
delt al Papa avvenne subito dopo la
sua fondazione, durante il famigera-
to sacco di Roma perpetrato dai Lan-
zichenecchi di Carlo V. In quel tragi-
co 6 maggio 1527 morirono 147 guar-
die, dando tempo al Papa Clemente
La Guardia Svizzera Pontificia in formazione durante la cerimonia
Questanno, il giuramento delle nuove
reclute avvenuto in Piazza San Pietro
VII di rifugiarsi a Castel SantAnge-
lo con i 42 svizzeri sopravvissuti. A ri-
cordo di questa gloriosa data, le nuo-
ve guardie fanno il Solenne Giura-
mento di fedelt il 6 maggio di ogni
anno. una delle pi belle cerimonie
che hanno luogo nella Citt Eterna.
Questanno, il suo palco stata
per la prima volta la Piazza San Pie-
tro, alla presenza di alte autorit re-
ligiose, civili e militari, come anche
plotoni in uniforme di gala che rap-
presentavano le forze armate di di-
versi paesi, producendo un quadro di
una grandezza indimenticabile.
Nellomelia della solenne Messa
del giorno 6, il Santo Padre ha affer-
mato: Tra le molteplici espressioni del-
la presenza dei laici nella Chiesa catto-
lica, vi anche quella del tutto singo-
lare delle Guardie Svizzera Pontificie,
giovani che, motivati dallamore per
Cristo e la Chiesa, si pongono al servi-
zio del Successore di Pietro. (...)Per tut-
ti, essere Guardie Svizzere significa ade-
rire senza riserve a Cristo e alla Chiesa,
pronti per questo a dare la vita.
Acriter et fideliter
La Guardia Svizzera leserci-
to pi antico del mondo. Alcune vol-
te essa fu sciolta per un breve perio-
do, durante le prigionie e gli esili dei
Papi, per essere subito integralmente
ricostituita. Battaglie gloriose con-
tarono sulla sua presenza, come
quella di Lepanto, nella quale la
Cohors Helvetica ha partecipato
per ordine di San Pio V, conqui-
stando due bandiere nemiche. Me-
ritano dunque veramente le Guar-
die queste parole che ha loro diretto
il Papa Benedetto XVI: Facendomi
idealmente interprete dei Pontefici che
nel corso dei secoli il vostro Corpo ha
fedelmente servito, esprimo il meritato
e sentito ringraziamento, mentre, guar-
dando al futuro, vi invito ad andare
avanti acriter et fideliter, con coraggio
e fedelt. La Vergine Maria e i vostri
Patroni san Martino, san Sebastiano e
san Nicola di Fle vi aiutino a svolgere
il vostro quotidiano lavoro con genero-
sa dedizione, sempre animati da spirito
di fede e damore per la Chiesa.
Benedetto XVI ha distribuito
la Comunione alle Guardie
durante la Messa
Sfilata dei veterani
in Via della Conciliazione
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Daniela Ayau Valladares
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Annina e le farfalle
46 Salvami Regina Giugno 2006
STORIA PER BAMBINIO PER ADULTI PIENI DI FEDE?
Il giardino della casa di Annina era il teatro delle
riflessioni solitarie della bambina ed anche delle sue
piccole scoperte. L suo fratello le insegn che i
bruchi si trasformano in farfalle.
genitori della piccola An-
nina la consideravano una
bambina felice, anche se lei
non sempre era daccordo
con questopinione.
Suo padre e sua madre le voleva-
no molto bene ma a causa del loro
lavoro, li vedeva soltanto la sera. A
scuola le insegnanti erano molto esi-
genti. Suo fratello maggiore era sta-
to un buon compagno di giochi, ma
da quando era diventato un giovinet-
to, si interessava poco a lei.
Infine cera sua nonna. Lei s che le
dedicava molta attenzione, era molto
affettuosa, rispondeva con calma a tut-
te le sue domande, sapeva fare i dol-
ci e, cosa pi bella di tutte, raccontava
storie! Belle storie di castelli favolosi,
principesse, santi e miracoli. Ma pur-
troppo abitava lontano e solo di tanto
in tanto faceva visita a casa di Annina.
La nonna le parlava molto anche
di Dio. Insegn allinnocente bambi-
na a pregare e la introdusse in inte-
ressanti argomenti religiosi. Un pun-
to, tuttavia, lasciava Annina piuttosto
perplessa: se Dio pu tutto ed tanto
buono, perch non risolve i problemi
di tutto il mondo?
Per esempio cos lei ragionava
Egli potrebbe rendere tutto pi facile
nella mia vita: potrebbe far restare i
miei genitori pi tempo a casa, dimi-
nuire i compiti di scuola, indurre mio
fratello a farmi pi compagnia, op-
pure far venire mia nonna pi spes-
so a trovarmi... Ma sembra che Lui
non voglia fare niente di tutto ci.
Non capisco! Lo chieder alla nonna
quando verr.
* * *
Annina pensava a queste cose
mentre passeggiava da sola nel giar-
dino di casa, dove cerano molti fiori,
alcuni arbusti ed alberi. Questo era il
teatro delle riflessioni solitarie della
bambina ed anche delle sue piccole
scoperte. L si incant scoprendo un
nido di uccellini e fu punta da unape
per la prima volta. L suo fratello le
insegn che i bruchi si trasformano
in farfalle. Inizialmente, lei non vole-
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Giugno 2006 Salvami Regina 47
va crederci, ma lui mise uno di que-
sti striscianti insetti dentro un vaset-
to di vetro col tappo forato. I due fra-
telli ebbero modo di verificare, pieni
di meraviglia, questo piccolo miraco-
lo della natura, il giorno in cui trova-
rono dentro il vaso una bella farfal-
la dalle ali gialle, vicino alla crisalide
aperta e vuota.
La bambina allora cominci a pro-
vare un gusto particolare nellosser-
vare le farfalle, affascinata dalla mi-
steriosa trasformazione dei ripu-
gnanti bruchi in delicati gioielli vo-
lanti. Scrollava gli arbusti fino a tro-
vare le crisalidi e le andava a vedere
tutti i giorni, desiderosa di assistere
all uscita di ogni farfalla. Ma non
riusciva mai ad arrivare al momento
giusto.
Un giorno ebbe la gradevole sor-
presa di scoprire un bozzolo attacca-
to ad un ramoscello dei fiori di una
fioriera, proprio sotto la sua finestra.
Che bello! Proprio qui! Questa io
posso seguirla da vicino tutti i giorni,
senza uscire dalla camera! Durante
lattesa, si alzava tutte le mattine un
po prima, solo per seguire lo svilup-
po della sua futura farfalla. Venuto
il tempo della metamorfosi, in unas-
solata domenica mattina, il picco-
lo insetto ruppe il bozzolo e comin-
ci a dimenarsi per uscire dallinvolu-
cro. Tutto questo sotto lo sguardo at-
tento di Annina, la quale non perde-
va il minimo dettaglio del grande av-
venimento.
Finalmente ne vedr una uscire
dal bozzolo!
Lanimaletto, per, si sforzava, si
sforzava e a fatica guadagnava po-
chi millimetri nella dura impresa di
abbandonare il suo bozzolo. In cer-
ti momenti si fermava, esausto e poi
riprendeva la sua impresa. Non ce
la far ad uscire! Che cosa sta succe-
dendo? si chiedeva Annina.
Allimprovviso, linsetto si ferm
come sconfitto e lafflitta bambina,
pensando che lui sarebbe morto, de-
cise alla fine di intervenire. Prese una
forbicina e, con la massima attenzio-
ne, tagli delicatamen-
te la crisalide, tanto da
permettere allinsetto di
poter infine uscire senza
problemi.
Il sole si stava alzan-
do lentamente ed Anni-
na ansiosa aspettava che le
ali della farfalla, ancora pie-
gate e sgualcite, si spiegasse-
ro e si estendessero. Ma que-
sto non si verific. Dopo che fu tra-
scorso un bel po di tempo, lei dovet-
te scendere di corsa per fare la co-
lazione, poi torn lieta in camera e
verific, con delusione, che la sua
farfalla si era solamente spostata
da un romoscello allaltro e le sue ali
continuavano ad apparire tristemen-
te raccolte...
Poco dopo, arriv suo fratello e lei
raccont quanto era accaduto.
Ah, allora tu non lo sai? dunque
proprio questo sforzo fatto dallinset-
to per uscire dal bozzolo che spinge il
suo sangue verso le ali, obbligandole
ad esterndersi. Allinizio, le ali sono
ancora bagnate e malleabili, ma do-
po che si sono seccate diventano rigi-
de; poich la tua farfalla non ha fatto
questo sforzo, le sue ali non sono cre-
sciute e adesso che sono ormai sec-
che...
Vuoi dire che non voler mai?
interruppe la bambina, con timore.
No, non voler mai.
Annina scoppi a piangere mentre
il fratello usciva dalla camera scuo-
tendo il capo e borbottando: cose
da bambine piccole!... In effetti, il
povero insetto si trascin per alcuni
giorni allinterno della fioriera e poi
scomparve. Se sia caduto nel giardi-
no o se sia stato sorpreso da un uccel-
lino, lei non lo seppe mai.
* * *
Alcuni giorni pi tardi, la nonna
venne a far loro visita. Annina le rac-
cont la triste storia della farfalla, co-
me pure i suoi dubbi riguardo la bon-
t di Dio che potrebbe facilemte ri-
solvere i problemi di tutto il mondo
ma sembra non voglia farlo.
Suvvia, figlia mia disse la buona
signora abbracciandola guarda co-
me una storia spiega laltra! Tu chie-
di il motivo per il quale Dio alle vol-
te sembra non voler aiutare le per-
sone... Ora, Lui fa cos al fine di per-
mettere che esse soffrano un poco, si
sforzino e preghino per costringere
le loro ali a crescere, proprio come
succede alle farfalle. Chi rifugge sem-
pre dalle sofferenze e non fa nessuno
sforzo per vincere le difficolt, rima-
ne come una farfalla senza ali, stri-
scia per il resto della sua vita.
- Ah! Adesso capisco...
E Dio, nella sua sapienza, ha per-
messo che questo povero animaletto
rimanesse senza volare, per dare a te
una grande lezione, S, a te, Annina,
che Lui ama pi di tutte le farfalle del
mondo! Cos, quando tu dovrai af-
frontare difficolt e sofferenze, a ca-
sa o a scuola, ti ricorderai della far-
falla. Dio vuole che passiamo per tut-
to ci in modo da avere poi ali grandi
e belle, con le quali possiamo volare
per tutto il resto della nostra vita.
proprio cos! Dio sa quello che
fa. Non reclamer pi niente dalla vi-
ta concluse la bambina, mostran-
do di aver capito bene le sagge paro-
le della nonna.
Non piangere pi per la tua farfal-
la. In Paradiso, Ges ne ha altre mol-
to pi belle da mostrarti. Chi sa mai
che tu non la possa ritrovare l!
Annina, finalmente consolata,
guard verso il giardino e, nella sua
innocenza, sussurr: Ciao farfallina.
Ci vedremo in Paradiso!
SantAntonio da Padova
(Cattedrale di Narbona, Francia)
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1. San Giustino, martire. Memoria
obbligatoria.
SantAnnibale Maria di Francia,
sacerdote (+1927). Ha fondato la
Congregazione dei Rogazionisti del
Cuore di Ges e quella delle Figlie
del Divino Zelo, per pregare Dio di
dare alla Chiesa sacerdoti santi e per
occuparsi degli orfani.
2. Santi Marcellino e Pietro, mar-
tiri.
Beati Sadoc, sacerdote e compa-
gni, martiri (+1250). Religiosi dome-
nicani uccisi dai tartari, in Polonia,
mentre cantavano la Salve Regina.
3. Santi Carlo Lwanga e dodici
compagni, martiri patroni dellAfri-
ca. Memoria obbligatoria.
Santa Clotilde, regina (+545).
Conquist alla fede il suo sposo Clo-
doveo, re dei Franchi e dopo la mor-
te di costui visse come semplice ser-
va di Dio.
4. Domenica di Pentecoste.
Beati Antonio Zawistowski, sacer-
dote e Stanislao Starowieysky, mar-
tiri (+1942). Morti nel campo di con-
centramento di Dachau, dopo aver
sofferto atroci tormenti a causa del-
la loro fede in Cristo.
5. San Bonifacio, vescovo e marti-
re. Memoria obbligatoria.
SantEobano, vescovo, SantAda-
laro e nove compagni, martiri (754).
Hanno ottenuto la palma del mar-
tirio insieme a San Bonifacio, nella
Frisia, attuale Olanda.
6. San Norberto, fondatore dei
Premonstratensi.
San Marcellino Champagnat, sa-
cerdote (+1840). Religioso della So-
ciet di Maria, fond in Francia lIsti-
tuto dei Fratelli Maristi, per listru-
zione dei bambini.
7. SantAntonio Maria Gianel-
li, vescovo (+1846). Fondatore della
Congregazione delle Figlie di Maria
Santissima dellOrto. Si dedic a soc-
correre gli indigenti e a promuovere
la santificazione del clero.
8. Beato Giacomo Berthieu, pre-
sbitero e martire (+1896). Missiona-
rio gesuita martirizzato in Madaga-
scar (Africa).
9. SantEfrem, diacono e dottore
della Chiesa. Memoria facoltativa (In
Brasile, si celebra il giorno 8).
Beato Giuseppe de Anchieta, sa-
cerdote. Memoria obbligatoria, in
Brasile.
Beata Anna Maria Taigi (+1837).
Madre di famiglia esemplare, ha sop-
portato con pazienza il cattivo carat-
tere del marito e si presa cura in
modo efficacissimo delleducazione
cristiana dei figli.
10. Beato Edoardo Poppe, sacer-
dote (+1924). Ancor giovane, si
consacrato alla Santissima Vergi-
ne come schiavo. Ordinato sacerdo-
te nel 1916, stato ardente aposto-
lo dellEucaristia e della Madonna.
morto a 34 anni.
11. Solennit della Santissima Tri-
nit.
San Barnaba Apostolo.
Beato Ignazio Maloyan, vescovo e
martire (+1915). Eletto vescovo del-
lEparchia armeno-cattolica di Ma-
drin (Turchia), propag le devozio-
ni al Santissimo Sacramento, al Sa-
cro Cuore di Ges, alla Madonna e
al Santo Rosario. Martirizzato da sol-
dati turchi nel 1915.
12. San Leone III, papa (+816).
Ha incoronato Carlo Magno come
Imperatore del Sacro Romano Im-
pero dOccidente. Ha condannato
leresia adozionista, secondo la qua-
le Ges era soltanto figlio adottivo
di Dio.
13. SantAntonio da Padova, sa-
cerdote e dottore della Chiesa. Me-
moria obbligatoria.
Beato Gerardo, monaco (+1138).
Fratello e discepolo di San Bernardo,
possedeva una fine capacit di discer-
nimento riguardo alle questioni spiri-
tuali.
14. SantEliseo, discepolo di Elia.
Fu profeta in Israele al tempo del re
Ioram fino al periodo di Ioas. An-
nunci a tutti gli uomini la salvezza
futura.
15. Solennit del Corpus Domini.
Santa Germana Cousin, vergi-
ne (+1601). Piccola pastorella di Pi-
brac (Francia). Inferma fin da bam-
bina, fu abbandonata da sua madre
e maltrattata dal padre, ma soppor-
t tutto con grande pazienza e con
fede ardente. Assisteva alla Mes-
sa tutti i giorni, recitava il Rosario
e praticava la carit con gli altri pa-
storelli. Mor pietosamente in una
stalla, a 22 anni. Poco dopo la sua
morte, si verificarono innumerevo-
Clodoveo incolpa Santa Clotilde per
la morte del figlio (Chiesa abbaziale
di Saint Ouen, Rouen, Francia)
li miracoli attribuiti alla sua inter-
cessione.
16. Beato Tommaso Reding,
martire (+1537). Monaco della
Certosa di Londra, durante il re-
gno di Enrico VIII. A causa del-
la sua ferma volont di difende-
re lunit della Chiesa, fu inca-
tenato in una prigione immonda
dove mor di stenti e malattia.
17. Beato Pietro Gambacorta
(+1435). Di nobile famiglia, a
ventanni labbandon per dedi-
carsi al Signore. Fond a Vene-
zia lOrdine degli Eremiti di San
Girolamo, i cui primi religiosi
furono ladri da lui convertiti.
18. XI Domenica del Tempo Ordi-
nario.
San Gregorio Barbarigo, vesco-
vo (+1697). Vescovo di Padova, fon-
d vari seminari e numerose scuole
per linsegnamento del catechismo a
bambini ed adulti.
19. San Romualdo, abate.
Santa Giuliana Falconieri, vergi-
ne (+ circa nel 1341). Di nobile fa-
miglia, abbandon i beni della terra
e fond a Firenze lOrdine delle Ser-
ve di Maria, dedite ad una vita di pre-
ghiera, contemplazione dei Dolori di
Maria, in un regime di aspre peniten-
ze.
20. Beata Margherita Ebner, ver-
gine (+1351). Religiosa del mona-
stero domenicano di Medingen (Ba-
viera), condusse una vita di raccogli-
mento e di preghiera, sopport mol-
te afflizioni e lasci opere scritte sulle
sue esperienze mistiche.
21. San Luigi Gonzaga, religioso.
Memoria obbligatoria.
San Raimondo, vescovo (+1126).
Nato in Francia, fu canonico regola-
re della cattedrale di Toulouse (Fran-
cia), poi Vescovo di Barbastro e di
Roda (Spagna).
22. San Paolino di Nola, vescovo,
San Giovanni Fisher vescovo e mar-
tire, e San Tommaso More, martire.
Memorie facoltative.
Beato Innocenzo V, papa (+1276).
Religioso dellOrdine Domenicano,
insegn teologia a Parigi, fu nomina-
to vescovo di Lione contro la sua vo-
lont. Eletto alla Cattedra di Pietro,
resse la Santa Chiesa per poco tem-
po, pi con lesempio che con le pa-
role.
23. Solennit del Sacro Cuore di
Ges.
San Giuseppe Cafasso, sacerdo-
te (+1860). Nella citt di Torino, si
dedicato ad incrementare la devozio-
ne e la scienza dei futuri sacerdoti e
a riconciliare con Dio i carcerati e i
condannati a morte.
24. Nativit di San Giovanni Bat-
tista. Solennit.
Cuore Immacolato della Vergine
Maria.
San Gunardo, vescovo e marti-
re (+843). Vescovo di Nantes (Fran-
cia), ucciso insieme a molti fedeli da-
gli invasori germanici mentre cele-
brava nella cattedrale una Messa
solenne.
25. XII Domenica del Tempo
Ordinario.
Beata Maria Lhuillier, vergi-
ne e martire (+1794). Religiosa
delle Suore Ospitalari della Mi-
sericordia, decapitata a Naval
(Francia) durante la Rivoluzio-
ne Francese.
26. Beato Andrea Iscak, sa-
cerdote e martire (+1941). As-
sassinato dai nemici della fede
cristiana a Sykhiv (Ucraina).
27. Madonna del Perpetuo
Soccorso.
San Cirillo di Alessandria, vesco-
vo e dottore della Chiesa. Memoria
facoltativa.
Beata Margherita Bays, vergine
(+1879). Umile sarta, si dedic alla
preghiera e alle opere di bene per il
prossimo.
28. SantIreneo, vescovo e martire.
Memoria obbligatoria.
SantArgemiro, martire (+856).
Monaco a Cordova (Spagna), tortu-
rato e ucciso sotto il regno di Mao-
metto II, per essersi rifiutato di abiu-
rare la fede cristiana.
29. Solennit dei SS. Pietro e Pao-
lo Apostoli.
SantEmma di Gurk (+ circa nel
1045). Sposata ad un potente e ric-
co conte della Carinzia, oggi Austria,
utilizz il suo grande patrimonio per
soccorrere i poveri e fondare vari mo-
nasteri benedettini.
30. Santi Protomartiri della Chie-
sa di Roma. Memoria facoltativa.
San Ladislao, re dUngheria
(+1095). Ristabil le leggi cristiane
promulgate da Santo Stefano e ri-
form i costumi, dando egli stesso
lesempio di una vita virtuosa.
Carlos Toniolo
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50 Salvami Regina Giugno 2006
C tempo
per tutto
Se ricordassimo con maggior
frequenza che Dio signore delle
nostre vite e che tutto dispone
per la nostra salvezza eterna,
sicuramente cinquieteremmo di
meno di fronte alle piccole
e grandi difficolt.
on molto tempo fa,
ho avuto occasione
di visitare un picco-
lo villaggio di pesca-
tori, in una regione
parecchio lontana rispetto al centro ur-
bano. Io, abituato fin da bambino alle ri-
sorse e alle facilitazioni che la grande cit-
t offre, sono rimasto colpito dalla note-
vole differenza tra lo stile di vita del cit-
tadino e quello di un abitante del villag-
gio. E pi ancora, tra i due tipi umani.
Le case, ben allineate sopra al-
cune rocce in prossimit della costa,
erano graziose e accoglienti, sebbene
lontane dallostentare ricchezza. Al-
lesterno, solide reti da pesca appese,
alcune con rammendi, altre coperte
da una specie di melma verde.
Camminando per le vie strette e im-
peccabilmente pulite, ho incrociato
gruppi di ragazzi allegri e spensierati,
uomini che camminavano senza fretta
e, di tanto in tanto, una donna tutta ve-
stita di nero, il cui lutto rigoroso era un
segnale del destino di tanti uomini che
hanno lardire di affrontare il mare...
Ho visto soltanto barche medie e
piccole; alcune giacevano sulla sab-
bia, altre dondolavano sullacqua.
Lungo la spiaggia, gruppi di pescatori
sintrattenevano in una conversazio-
ne apparentemente senza scopo, al-
cuni seduti su rozzi sedili, altri su pie-
tre o anche per terra. Non ho visto al-
cun indizio di preparativi per la pesca
per il mattino seguente, ma ugual-
mente ho chiesto ad un vecchio del
villaggio che mi serviva da cicerone:
A che ora usciranno in mare a
pescare domani?
Oh, no... Domani impossibile...
Vede quelle piccole nuvole che si ac-
cumulano l allorizzonte e sente que-
sto venticello che soffia da sud? Questa
notte scoppier una tempesta e per tut-
ta la giornata di domani il mare rimar-
r in burrasca. Lei comprende...siamo
pescatori e viviamo in balia del ma-
re. Se Dio ci conceder tempo buono,
usciremo. Se, invece, Egli far venire il
brutto tempo, ci siederemo ad aspetta-
re. Non c da preoccuparsi, molto me-
no da irritarsi... c tempo per tutto.
Il vecchio pescatore diceva questo
ostentando molta tranquillit e intan-
to socchiudeva gli occhi per meglio os-
servare quelle nuvole da lui indicate.
Il tono della sua voce trasmetteva una
serenit grande quanto il numero di
anni che gli pesavano sulle spalle.
Poco dopo, altri pescatori si sono
aggiunti alla conversazione, conten-
ti di poter raccontare le loro esperien-
ze ad un visitatore proveniente dalla
grande citt. Per alcune ore mi hanno
narrato storie di giorni festosi di pesca
abbondante, come anche di altri tri-
sti di penuria e avvenimenti tragici in
cui, pieni di dolore ma impotenti, ve-
devano un compagno sparire per sem-
pre fra le onde delloceano impietoso.
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Giugno 2006 Salvami Regina 51
Mi ha causato viva impressione
la naturalezza con cui questi uomi-
ni, bruciati dal sale e dal sole, affron-
tavano questoscillazione tra la gioia
e il dolore, tra labbondanza e la ca-
restia. Sul finire della sera, prosegu
il mio cammino. Salendo sulla colli-
na, sono passato vicino ad unenorme
croce, l eretta in memoria di quelli
che il mare aveva trascinato via. Da
lontano, nuvole nere si approssima-
vano, confermando la previsione del
vecchio ed esperto marinaio.
* * *
Mentre camminavo per la stra-
da, meditavo su quanto avevo visto e
udito. Ero meravigliato nel constata-
re come quella gente paesana segui-
va, nella sua vita di incertezze e sof-
ferenze, lesempio di rassegnazione
dato dal Divino Maestro: Non si fac-
cia come voglio Io, ma come vuoi Tu!
(Mt 26, 39).
La conformit con la volont di
Dio non sempre una virt facile da
praticare. Se noi ci ricordassimo con
frequenza che Dio signore delle no-
stre vite e che, nella sua sapienza, tut-
to dispone per la nostra salvezza eter-
na, certamente cinquieteremmo di
meno di fronte alle piccole e grandi
difficolt con le quali abbiamo a che
fare. Seguendo lesempio dei pesca-
tori, sapremmo aspettare il passag-
gio delle tempeste e, contenti, lan-
ceremmo di nuovo le reti non appe-
na uscito nuovamente il sole.
chiaro che la virt della rasse-
gnazione non significa lasciarsi cade-
re in un immobilismo fatalista, mol-
to meno sprofondare in un egoismo
che aspetta inerte i doni cadere dal-
le nuvole. Si tratta di avere la saggez-
za di lanciarsi con ardore nelle lotte
della vita, sapendo che, in questa val-
le di lacrime, i rovesci sono permes-
si da Dio e le sofferenze non costitui-
scono una sorpresa.
La Sacra Scrittura ci offre molti
insegnamenti a questo riguardo, ma
pochi passaggi, a mio modo di vede-
re, illustrano cos bene questo spiri-
to di serenit e di sottomissione ai di-
segni divini come il terzo capitolo del
Qolet, nel quale il Saggio cinsegna:
Per ogni cosa c il suo momento,
il suo tempo per ogni faccenda sotto il
cielo. C un tempo per nascere e un
tempo per morire, un tempo per pian-
tare e un tempo per sradicare le pian-
te. Un tempo per uccidere e un tempo
per guarire, un tempo per demolire e
un tempo per costruire. Un tempo per
piangere e un tempo per ridere, un tem-
po per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo
per raccoglierli, un tempo per abbrac-
ciare e un tempo per astenersi dagli ab-
bracci. Un tempo per cercare e un tem-
po per perdere, un tempo per serbare e
un tempo per buttar via. Un tempo per
stracciare e un tempo per cucire, un
tempo per tacere e un tempo per par-
lare. Un tempo per amare e un tempo
per odiare, un tempo per la guerra e un
tempo per la pace (Qo 3, 1-8).
A quanto pare, i duri marinai del
piccolo villaggio non conoscono que-
ste sagge considerazioni, niente li
identifica come uomini molto versati
nelle Scritture...Tuttavia, nella sempli-
cit delle loro vite di sinceri cristiani
seguono lesempio a noi dato dal Sal-
vatore: Sono disceso dal cielo non per
fare la mia volont, ma la volont di co-
lui che mi ha mandato (Gv 6, 38).
Invece di vivere come tante perso-
ne del giorno doggi piene di ango-
sce per la mancanza di fiducia nellin-
finita bont del Creatore quei riso-
luti pescatori affrontano le inevitabili
difficolt della vita, ma sanno aspet-
tare la bonaccia inviata da Dio, men-
tre con voce calma e misurata ripeto-
no: C tempo per tutto...
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Statua pellegrina
del Cuore
Immacolato di
Maria, appartenente
agli Araldi del
Vangelo.
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e non sono mancate
preoccupazioni e
sofferenze, se ancora
permangono motivi
di apprensione per il
futuro dellumanit,
di conforto quanto la
Bianca Signora promise
ai pastorelli: Alla fine il
mio Cuore Immacolato
trionfer.

(Benedetto XVI, Regina Coeli
del 14 maggio 2006)

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