Progetto FSE 2007/2008 (Asse IV, ob. spec. H) Attivazione di un sistema
organico e strutturato di azioni destinate alla formazione dei formatori.
Definizione dinamica dei profili professionali del personale insegnante, nei diversi ruoli esercitati, e del personale dirigente del sistema scolastico e formativo del Trentino
(documento di lavoro interno estratto relativo al personale insegnante)
febbraio 2011
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Presentazione del disegno generale
La professione di insegnante diventata sempre pi impegnativa ed esigente. Agli insegnanti in ambito internazionale vengono richieste competenze elevate, devono essere padroni della disciplina, devono possedere una serie di attitudini e devono farsi carico di una molteplicit di compiti. Inoltre le scuole sono degli ambienti di apprendimento in continuo cambiamento ed agli insegnanti vengono assegnate responsabilit sempre maggiori, siano esse sviluppate allinterno della classe con gli studenti piuttosto che con la comunit professionale e, in termini pi generali, con le famiglie e la comunit sociale allargata. La stessa autonomia scolastica ha richiesto allorganizzazione scuola di assumersi nuove funzioni professionali di promozione, coordinamento, gestione, valutazione, rendicontazione, ampliando cos ulteriormente i compiti dei docenti. Eppure pur dentro queste nuove dimensioni di complessit la formazione iniziale alla professione, la formazione in servizio e lo stesso sviluppo di carriera risultano a tuttoggi deficitarii ed in difficolt nel corrispondere alle nuove esigenze professionali. In ambito internazionale si riconosce alla formazione in servizio un ruolo strategico per promuovere sia la qualificazione professionale sia la differenziazione dei ruoli. Infatti ampiamente riconosciuto che la formazione iniziale degli insegnati non pu fornire tutte le conoscenze e competenze necessarie per lo sviluppo professionale continuo e progressivo. Questo significa che la formazione degli insegnanti deve essere vista come un processo che occupa e qualifica lintera carriera professionale di ogni insegnante e non come una realt supplementare accessoria. Perci la formazione in servizio: - deve essere mirata allo sviluppo di un profilo professionale atteso; - deve essere curata e certificata nella sua qualit; - deve comprendere percorsi di lunga durata e non solo sporadici ed occasionali; - deve essere documentata e valutata. Solo a queste condizioni si pu costruire un sistema in cui la formazione continua diventi un sistema di qualificazione professionale certificato con possibilit anche di differenziazione di carriera. Il cuore pulsante che d vita ed anima tale impianto la libera intraprendenza allo sviluppo ed al miglioramento professionale dei docenti dentro un sistema di regole ed incentivi. 3
Infatti, oggi nelle politiche scolastiche abbiamo un orientamento generale che tende ad identificare ed a chiudere in standard la figura del buon insegnante, questo approccio consiste nellelaborare dei profili, dei repertori e delle competenze professionali attese, in alcuni casi valutate e certificate. chiaro che un tale tentativo, portato alleccesso, rischia di ridurre in semplificazioni teoretiche la complessit dellazione quotidiana di ogni insegnante. Infatti le competenze specifiche dellinsegnamento non sono elementi statici, ma evolvono nel corso dei differenti stadi della carriera, nei diversi ordini di scuola, nei diversi contesti e fanno parte di un processo continuo. Ma allo stesso modo gli insegnanti non possono essere bloccati sullo stesso piano in modo statico, in quanto la loro professionalit si evolve in relazione a molteplici aspetti e non tutti identificabili e definibili. Basterebbe pensare, a dimostrazione di ci, alle diverse motivazioni professionali o attitudini personali. Proprio per questo, ovvero per non sclerotizzare in dimensioni asfittiche la definizione delle competenze professionali ed allo stesso tempo per non alienare le giuste ambizioni di sviluppo professionale delle persone, opportuno avere dei quadri di riferimento che permettano equit e correttezza nei possibili percorsi di formazione per la qualificazione e la differenziazione professionale.
A garanzia del disegno sta la Provincia Automa di Trento (PAT) con gli opportuni accordi e le necessarie contrattazioni per la costruzione, il riconoscimento e la valorizzazione del sistema.
Nella realt della Provincia Automa di Trento, i punti di riferimento fondamentali ad oggi presenti per implementare il sistema sono:
- il Centro di Rovereto per la formazione continua dei docenti che pu garantire azioni mirate di formazione riconosciute e certificate dalla Provincia, oltre ad azioni di accreditamento della formazione;
- LIPRASE che pu mettere a disposizione una serie di dispositivi che vanno dai profili di competenze, agli strumenti di documentazione, valutazione e certificazione della formazione;
- Le Scuole autonome che possono promuovere e favorire i percorsi di formazione per la qualificazione ed allo stesso tempo possono riconoscere i percorsi e valorizzare le competenze acquisite dai docenti.
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La proposta operativa consiste nel collegare in modo strategico 3 dimensioni per la qualificazione e lo sviluppo professionale dei docenti e dei dirigenti:
- le iniziative di formazione del Centro di formazione continua di Rovereto con il Profilo professionale atteso;
- le iniziative di formazione del Centro e le iniziative di formazione liberamente scelte con laccredito della formazione allinterno di un portfolio che prefigura il percorso di formazione atteso e determini pesi diversi in relazione alla qualificazione delle iniziative di formazione;
- il percorso personale di formazione (con i diversi pesi e crediti) con la qualificazione professionale, la differenziazione di ruoli ed il riconoscimento in premi e carriera.
Il documento a seguito intende sviluppare in modo organico ed argomentato questi punti sia attraverso ricerche e documentazioni in ambito internazionale, europeo e nazionale sia attraverso esemplificazioni di progetti pilota in sviluppo nella PAT ed in linea con il disegno per ora tratteggiato.
La logica seguita nello sviluppo del lavoro Per affrontare in modo mirato e non generico il complesso tema della definizione dei profili professionali degli insegnanti ed al fine di indirizzare lo studio in modo significativo per la Provincia Autonoma del Trentino si deciso di affrontare la questione attraverso due snodi:
PRIMO SNODO: Quali sono oggi le dimensioni cardine del profilo professionale del docente su cui si concorda in ambito nazionale ed internazionale?
SECONDO SNODO: Quali nuove competenze per i docenti? Come formarle qualificarle e riconoscerle? 1
1 Per i docenti vi sono altre dimensioni professionali che oggi sono chiamati a svolgere oltre alla dimensione centrale dellinsegnamento? Quali sono queste dimensioni professionali? Quali sono i profili per queste dimensioni professionali? Come individuare fra i docenti questi profili? Come formali, documentarli, certificarli, valutarli e riconoscerli?
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Si deciso di utilizzare il termine snodo in quanto in esso si concentreranno una serie di passaggi delicati che ad oggi non trovano possibilit di soluzione, proprio come lo snodo in cui si concentrano inevitabilmente strade che necessitano di essere regolate per non ingorgarsi senza possibilit di soluzione. Inoltre lo snodo avr sempre una comune modalit di scorrimento del discorso definita da tre passaggi:
1. uno sguardo europeo ed internazionale 2. la situazione italiana 3. il profilo professionale
Infine, a seguito delle considerazioni e delle evidenze ritrovate attraverso i due snodi si deciso di individuare delle proposte di sviluppo con delle:
- piste di lavoro possibili.
In sintesi, negli snodi si svilupperanno delle considerazioni ad oggi accreditate in ambito europeo ed internazionale che a seguito troveranno coniugazioni in proposte possibili per la Provincia Autonoma di Trento. 6
INDICE PARTE PRIMA: I DOCENTI PRIMO SNODO 1. UNO SGUARDO EUROPEO E INTERNAZIONALE...........................................................8 1.1 Uno sviluppo professionale continuo e progressivo......................................................8 1.2 Principi condivisi .....................................................................................................9 1.3 Modelli, quadri di riferimento e profili avvalorati in ambito internazionale........................10 1.3.1 Il modello INTASC ............................................................................................10 1.3.1 Il modello di Perrenoud......................................................................................12 1.3.2 Un quadro di riferimento generale per linsegnamento............................................15 1.3.2 Il profilo in Francia.............................................................................................20 1.3.3 Il profilo in Svizzera ...........................................................................................23 1.3.3 Il profilo in Quebec.............................................................................................30 1.4 Evidenze ...............................................................................................................35 2 LA SITUAZIONE IN ITALIA.......................................................................................37 2.1 Il profilo docente nel regolamento dellautonomia .....................................................37 2.2 Il profilo del docente nel contratto in Italia................................................................38 2.3 Il profilo del docente nel contratto In Trentino ..........................................................39 2.4 Un profilo professionale per accumulo ....................................................................40 2.5 Una proposta (nuova!?) ..........................................................................................42 2.6 Il profilo del docente in aula....................................................................................44 2.7 Altre dimensioni professionali .................................................................................48 2.7.1 Breve excursus storico ........................................................................................48 2.7.2 Le figure di sistema ............................................................................................50 2.7.3 Le funzioni obiettivo e strumentali .......................................................................57 2.8 Evidenze ...............................................................................................................60 7
SECONDO SNODO 3 NUOVE SFIDE ............................................................................................................62 4 UNO SGUARDO EUROPEO E INTERNAZIONALE .....................................................63 4.1 Nuovi compiti degli insegnanti e ampliamento delle funzioni .....................................63 4.2 Gli incentivi a livello europeo e internazionale..........................................................65 5 LA SITUAZIONE IN ITALIA.......................................................................................67 5.1 Analisi dei riconoscimenti economici .......................................................................68 5.2 Le precedenti esperienze in Italia .............................................................................69 5.3 I modelli base per lo sviluppo di sistemi di incentivi ..................................................69 6 NUOVE COMPETENZE PROFESSIONALI ..................................................................71 6.1 Formazione ...........................................................................................................72 6.2 Riflessione e ricerca ...............................................................................................73 6.3 Le prospettive........................................................................................................73 6.4 Alcuni spunti interni alla ricerca ..............................................................................75 6.4.1 Alcuni dispositivi ...............................................................................................76 6.4.2 Teacher portfolio................................................................................................76 6.4.3 Ambiente on line ................................................................................................77 6.4.4 Le scritture ........................................................................................................77 7 EVIDENZE..................................................................................................................78
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IL PRIMO SNODO
Quali sono oggi le dimensioni cardine del profilo professionale del docente su cui si concorda in ambito nazionale ed internazionale?
1. UNO SGUARDO EUROPEO E INTERNAZIONALE
Nel 2004, nell'ambito della relazione congiunta sui progressi compiuti per il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona 2 nei settori dell'istruzione e della formazione, il Consiglio e la Commissione hanno chiesto la definizione di principi comuni europei per quanto riguarda le competenze e le qualifiche necessarie per gli insegnanti e per i formatori. Nel novembre 2006 il Consiglio ha dichiarato che la motivazione, le conoscenze e le competenze degli insegnanti sono fattori chiave per raggiungere risultati di apprendimento di alta qualit e che gli sforzi del corpo insegnante dovrebbero essere sostenuti dal continuo sviluppo professionale. Inoltre alcune ricerche dimostrano una stretta e sicura correlazione fra la qualit professionale degli insegnanti e i risultati degli alunni (la sue conseguenze superano di gran lunga quelle dell'organizzazione scolastica, della direzione o della situazione finanziaria) 3 . Pertanto il miglioramento della qualit degli insegnanti uno dei principali obiettivi dei sistemi d'istruzione europei.
1.1 Uno sviluppo professionale continuo e progressivo I mutamenti verificatisi a livello dell'istruzione e nell'ambito della societ comportano per gli insegnanti la necessit di rispondere a nuove esigenze. Ad esempio, oltre all'insegnamento di base, gli insegnanti sono sempre pi chiamati ad aiutare i giovani a raggiungere l'autonomia nell'apprendimento grazie all'acquisizione di nuove competenze, piuttosto che memorizzando informazioni; agli insegnanti si chiede di adottare impostazioni dell'apprendimento pi collaborative e costruttive, svolgendo un ruolo di coadiutori e di responsabili della gestione della
classe, piuttosto che di formatori ex-cattedra. Questi nuovi ruoli richiedono una formazione specifica in tutta una serie di tecniche e modalit didattiche. Peraltro al giorno d'oggi le classi sono composte da studenti provenienti da contesti culturali e sociali diversi con diversi livelli di potenzialit ed intenzionalit. Gli insegnanti sono tenuti a sfruttare le opportunit offerte dalle nuove tecnologie e a rispondere alle richieste di apprendimento dei singoli, senza dimenticare che possono anche essere chiamati a assumere nuovi compiti a seguito della maggiore autonomia scolastica. Questi mutamenti comportano la necessit per gli insegnanti non solo di acquisire nuove conoscenze e competenze, ma anche di svilupparle in maniera costante. Per attrezzare il corpo dei docenti delle capacit e delle competenze necessarie per questi nuovi ruoli occorre disporre sia di una formazione iniziale di elevata qualit, che di un processo continuo di perfezionamento personale che permetta agli insegnanti di essere continuamente in formazione e dotati delle competenze necessarie in una societ basata sulla conoscenza. Come nel caso di qualsiasi altra professione moderna, gli insegnanti hanno anche la responsabilit di ampliare i confini delle loro conoscenze professionali attraverso una cultura della riflessione, attraverso attivit di ricerca e un impegno sistematico per lo sviluppo professionale continuo e progressivo in tutto l'arco della carriera.
1.2 Principi condivisi Le sfide che i docenti devono affrontare sono, per lo pi, condivise in tutta l'Unione europea. La prospettiva di insieme della professione di docente in Europa si articola secondo le seguenti caratteristiche 4 :
si tratta di una professione per la quale occorrono qualifiche specifiche (Ogni insegnante deve possedere una conoscenza approfondita della sua materia, una buona formazione pedagogica, le qualifiche e le competenze necessarie per orientare e sostenere i discenti, nonch la capacit di comprendere le dimensioni sociali e culturali dell'istruzione)
4 Bruxelles, 3.8.2007 COM(2007): Comunicazione della commissione al Parlamento europeo ed al consiglio Migliorare la qualit della formazione degli insegnanti SEC(2007) 931; SEC(2007)933; pag. 12. 10
si tratta di una professione che comporta un apprendimento lungo tutto l'arco della vita (Gli insegnanti stessi riconoscono l'importanza dell'acquisizione di nuove conoscenze e devono essere in grado di innovare e utilizzare efficacemente le informazioni acquisite)
si tratta di una professione interna ad una comunit professionale ed ad una comunit sociale (Determinante per un docente la capacit di instaurare relazioni dotate di senso a partire dalle classi, alla comunit professionale, alle famiglie e pi in generale alla comunit sociale).
1.3 Modelli, quadri di riferimento e profili avvalorati in ambito internazionale
La complessit della professione insegnante, cos come che si andata delineando negli ultimi decenni sulla spinta delle richieste e dei profondi mutamenti sociali, necessita di una ridefinizione del profilo professionale, che tenga conto della necessit di adattarsi continuamente alla variet delle situazioni che via via si presentano, di ascrivere la professione in una continua relazione fra ci che avviene non solo allinterno ma anche allesterno dellaula, di uno spostamento da una visione individualista ad una pi collettiva della professione. Vengono qui di seguito riportati alcuni fra i principali modelli internazionali di competenze degli insegnanti ritenuti rilevanti in termini di capacit interpretativa delle trasformazioni reali della pratica professionale. 1.2.1 Il modello INTASC LINTASC, Interstate New Teacher Assessment and Support Consortium, (Consorzio interstatale per la valutazione e il supporto dei nuovi insegnanti), creato nel 1987 basa il proprio lavoro su una premessa fondamentale: un insegnante efficace deve essere in grado di integrare le conoscenze dei contenuti con i punti di forza e le specifiche esigenze degli studenti per assicurare che tutti apprendano ad alti livelli. Il modello,elaborato nel 1992 in risposta alle nuove visioni dellinsegnamento, ha individuato 10 competenze che possono rappresentare la professionalit docente e ha stabilito anche alcuni indicatori. (Si riportano le definizioni e si rimanda al sito per una descrizione pi approfondita). Competenza disciplinare 1. Conoscenza dei concetti fondamentali della disciplina (nuclei fondanti) 11
2. Conoscenza dei metodi di ricerca della disciplina 3. Strutturazione della progettazione secondo la significativit dei nuclei 4. fondanti 5. Conoscenza dello sviluppo dellapprendimento
Conoscenza delle teorie relative allo sviluppo dellapprendimento 1. Conoscenza delle teorie relative allo sviluppo sociale ed emotivo degli alunni 2. Implementazione delle teorie nella didattica
Competenza nel favorire la personalizzazione 1. Predisposizione di ambienti di apprendimento che favoriscono la personalizzazione
Competenza nella progettazione didattica 1. Consapevolezza della rete che determina la progettazione: lo studente, i risultati attesi (per la classe, la scuola), la comunit (classe, scuola, territorio), la metodologia
Conoscenza di molte strategie per favorire lapprendimento 1. Conoscenza di diverse strategie didattiche e del loro potenziale formativo per la costruzione di competenze nella risoluzione di situazioni problematiche e il pensiero critico
Competenza nella conduzione della classe 1. Ascolto del gruppo classe 2. Progettazione e realizzazione di situazioni favorevoli allo sviluppo 3. sociale 4. Progettazione e realizzazione di situazioni che favoriscano lautomotivazione e limpegno
Competenza nella valutazione autentica dello studente 1. Conoscenza e uso di tecniche di valutazione quantitative e qualitative per il miglioramento
Competenza comunicativa 1. Uso consapevole di diversi linguaggi e del loro valore formativo 2. Predisposizione di situazioni comunicative che favoriscano la ricerca e la negoziazione in classe
Competenza riflessiva 1. Riflessivit in itinere del proprio agire didattico 2. Riflessivit sul proprio percorso per il miglioramento professionale
Competenza collaborativa 1. Collaborazione con i colleghi, con le famiglie, con le figure interne alla scuola e con gli enti del territorio 12
Questo primo lavoro di riferimento ha il grande vantaggio di aver individuato degli orientamenti e delle mete di fronte ad un elenco indistinto. Ma di fatto il lavoro dellINTASC non individua pesi o misure, e nemmeno standard di riferimento per definire quando abbiamo un buon insegnante. In sostanza le definizioni non precisano il livello e la qualit al quale devono essere conseguiti. Per individuare dei livelli sarebbe necessario trasformare gli indicatori in rubriche o in una scala qualitativa che indichi come essi siano auspicabili.
1.1.1 Il modello di Perrenoud Un altro modello fortemente accreditato e diffuso quello del sociologo e pedagogista di Ginevra Perrenoud 5 . Nel 2002, Perrenoud ha proposto un modello che seleziona dieci domini di competenze, con le relative sub competenze. Il modello non ha origine da una riflessione puramente astratta, ma nasce dalla collaborazione e dal dialogo con dirigenti e insegnanti. 6
1. Organizzare e animare le situazioni di apprendimento a. Conoscere la disciplina ed individuare i contenuti da insegnare, tradurli in obiettivi di apprendimento b. Lavorare partendo dalle conoscenze degli studenti c. Costruire e pianificare dei dispositivi e delle sequenze didattiche d. Coinvolgere gli allievi nelle attivit di ricerca, nei progetti di conoscenza
2. Gestire la progressione dellapprendimento a. Progettare e gestire delle situazioni problema adeguate ai livelli e alle possibilit degli studenti b. Acquisire una visione longitudinale degli obiettivi dellinsegnamento primario c. Stabilire delle linee coerenti fra le teorie e le attivit di apprendimento d. Osservare e valutare gli studenti nelle situazioni di apprendimento, secondo un approccio formativo
5 Perrenoud P. Dix nouvelles comptences pour enseigner 2002
6 Cfr. Vitteritti, Le competenze degli insegnanti e la pratica professionale: modelli e metodologie di ricerca. 13
e. Stabilire dei bilanci periodici di competenza e prendere delle decisioni per il miglioramento
3. Progettar e far evolvere serie di attivit per la differenziazione a. Gestire leterogeneit in seno al gruppo classe b. Praticare un sostegno per gli allievi in difficolt c. Sviluppare la cooperazione fra gli studenti e certe forme semplici di mutuo insegnamento d. Allargare la gestione della classe in spazi pi vasti.
4. Coinvolgere gli studenti nel loro apprendimento e nel loro lavoro a. Suscitare il desiderio di apprendere, esplicitare il rapporto con la conoscenza, il senso del lavoro scolastico e sviluppare la capacit di autovalutarsi nello studente b. Istituire e far funzionare un consiglio degli studenti (consiglio di classe o della scuola) e negoziare con gli studenti diversi tipi di regole e di contratti c. Offrire delle attivit di formazione opzionali a scelta d. Favorire la definizione di un progetto personale dellallievo
5. Lavorare in gruppo a. elaborare un progetto di gruppo, delle rappresentazioni comuni b. animare un gruppo di lavoro, condurre delle riunioni c. formare e rinnovare lquipe pedagogica d. confrontare e analizzare insieme delle situazioni complesse, delle pratiche e dei problemi professionali e. gestire le crisi o i conflitti fra le persone
6. Partecipare alla gestione della scuola a. elaborare , negoziare un progetto di istituto b. gestire le risorse della scuola c. coordinare, animare una scuola con tutti i partner (parascolastici, di quartiere, associazioni di genitori, insegnamenti di lingua e cultura dorigine) d. organizzare e far evolvere, allinterno della scuola, la partecipazione degli studenti 14
7. Informare coinvolger e i genitori a. animare le riunioni dinformazione e di dibattito b. condurre dei colloqui c. coinvolgere i genitori nella valorizzazione e costruzione dei saperi
8. Servirsi delle nuove tecnologie a. utilizzare delle logiche di edizione dei documenti b. esplorare le potenzialit didattiche di logiche in relazione con degli obiettivi del dominio di insegnamento c. comunicare a distanza con la telematica d. utilizzare gli strumenti multimediali nel suo insegnamento
9. Affrontare i doveri e i problemi etici della professione a. prevenire la violenza a scuola e nella citt b. lottare contro i pregiudizi e le discriminazioni sessuali, etnici e sociali c. partecipare alla costruzione di regole di vita comune definendo la disciplina a scuola, le punizioni, lapprezzamento dei comportamenti d. analizzare la redazione pedagogica, lautorit, la comunicazione in classe e. sviluppare il senso di responsabilit, la solidariet, il sentimento di giustizi
10. Curare la propria formazione continua a. saper esplicitare le proprie pratiche b. stabilire il proprio bilancio di competenze e il proprio programma personale sulla formazione continua c. negoziare un progetto di formazione comune con i colleghi (quipe, scuole, rete di scuole) d. coinvolgersi nei compiti (nella scala di un ordine di insegnamento o di un DIP) e. aderire e partecipare alla formazione dei colleghi
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1.1.2 Un quadro di riferimento generale per linsegnamento 7
Il concetto di un quadro di riferimento per lattivit professionale deriva da una tradizione lunga e di assoluto rispetto. Allorigine vi lassunto che linsegnamento non solo unarte, ma anche una scienza: infatti possibile dimostrare che certe pratiche sono pi efficaci di altre. Luso di quadri di riferimento, sia per definire e descrivere un rendimento esemplare da parte degli alunni o per definire e descrivere leccellenza nellinsegnamento, ha prodotto effetti collaterali di ampia portata. Da tempo stato riconosciuto che larticolazione di standard chiari per lapprendimento, illustrati da esempi di lavori eseguiti dagli alunni, migliora la qualit di quei lavori e la consapevolezza degli obiettivi da parte degli alunni. Lo stesso fenomeno si verifica con un quadro di riferimento per linsegnamento.Un quadro di riferimento per linsegnamento offre una struttura per poter valutare lattivit di un insegnante e promuovere iL miglioramento.
La ricercatrice Charlotte Danielson 8 sul finire degli anni Novanta ha elaborato un quadro di riferimento, Il Framework for Teaching, successivamente adattato da Toch e Rothman ed integrato dallautrice nel 2007. 9
Il quadro di riferimento individua quegli aspetti della responsabilit dellinsegnante che attraverso studi empirici e ricerca teorica si sono dimostrati in grado di promuovere lapprendimento degli alunni. Pur non costituendo lunico quadro di riferimento possibile,vi il tentativo di definire ci che linsegnante deve sapere e saper fare nellesercizio della propria professione. La complessa attivit dellinsegnamento divisa in 22 componenti, a loro volta raggruppate nei quattro ambiti della responsabilit dellinsegnante:
- Pianificazione e preparazione (Ambito 1) - Lambiente classe (Ambito2) - Linsegnamento (Ambito 3) - Le responsabilit professionali (Ambito 4)
7 I Quaderni di Eurydice n. 21. Standard professionali per linseganmento. Inghilterra e Stati Uniti dAmerica
8 C. Danielson (1996). Enhancing professional practice: A framework for teaching.
9 Danielson, C. (2007), Enhancing Professional Practice: A Framework for Teaching, 2nd Ed., Association for Supervision and Curriculum Development, Alexandria. Toch, T., Rothman, R. (2008), Rush to Judgment: Teacher Evaluation in Public Education. Education Sector, Washington DC. 16
Ogni componente individua un aspetto distinto di un dato ambito; da due a cinque elementi descrivono la caratteristica specifica di una componente. Inoltre per ciascuna componente il framework individua tre livelli progressivi di performance (rubrics), utili sia in funzione di attivit di valutazione diagnostica, sia come strumento a supporto di processi di riqualificazione o di rafforzamento della pratica. Dal momento che linsegnamento una pratica complessa, utile avere una mappa del territorio strutturata intorno a una visione comune dellinsegnamento. Considerando il dispositivo in termini complessivi, una prima osservazione da formulare riguarda il fatto che il framework presenta un carattere generalista e per tale ragione si presta ad un utilizzo rivolto ad insegnanti del sistema scolastico di ogni ordine e grado, a prescindere dallordinamento e dallarea disciplinare. In secondo luogo va sottolineato che non si tratta di una checklist con cui poter analizzare il comportamento dei docenti, quanto piuttosto di una descrizione delle attivit centrali correlate alla pratica di insegnamento, formulata in termini di competenze e di risultati attesi. Pertanto risulta utile non solo a chi svolge attivamente la professione, ma anche alla comunit, poich trasmette il messaggio che gli insegnanti, come altri professionisti, si attengono agli standard pi elevati
LE COMPONENTI DELLA PRATICA PROFESSIONALE
AMBITO 1: PIANIFICAZIONE E PREPARAZIONE Componente 1a: Dimostrare di conoscere i contenuti e la pedagogia Conoscenza dei contenuti Conoscenza delle relazioni propedeutiche Conoscenza della pedagogia collegata al contenuto Componente 1b: Dimostrare di conoscere gli alunni Conoscenza delle caratteristiche del gruppo di et Conoscenza dei diversi approcci degli alunni allapprendimento Conoscenza delle abilit e delle conoscenze degli alunni Conoscenza degli interessi e del bagaglio culturale degli alunni Componente 1c: Scegliere gli obiettivi didattici Valore Chiarezza 17
Adattabilit ai diversi alunni Equilibrio Componente 1d: Dimostrare di conoscere le risorse Risorse per linsegnamento Risorse per gli alunni Componente 1e: Progettare unistruzione coerente Attivit di apprendimento Materiale e risorse didattici Gruppi didattici Struttura della lezione e dellunit Componente 1f: Valutare lapprendimento degli alunni Conformit con gli obiettivi didattici Criteri e standard Uso nella pianificazione AMBITO 2: LAMBIENTE CLASSE Componente 2a: Creare un clima di rispetto e dialogo Interazione tra insegnante e alunni Interazione tra alunni Componente 2b: Creare la cultura dellapprendimento Importanza del contenuto Orgoglio degli alunni per il lavoro svolto Aspettative relative allapprendimento e ai risultati Componente 2c: Gestire le procedure di classe Gestione dei gruppi didattici Gestione dei passaggi nella lezione Gestione di materiali e risorse Svolgimento di compiti non didattici Supervisione dei volontari e del personale ausiliario Componente 2d: Gestire il comportamento degli alunni Regole Monitorare il comportamento degli alunni Reagire alla cattiva condotta degli alunni 18
Componente 2e: Organizzare lo spazio fisico Sicurezza e disposizione del mobilio Accessibilit allapprendimento e uso delle risorse fisiche AMBITO 3: LINSEGNAMENTO Componente 3a: Comunicare con chiarezza e precisione Indicazioni e procedimenti Lingua orale e scritta Componente 3b: Utilizzare tecniche di interrogazione e di discussione Qualit delle domande Tecniche di discussione Partecipazione degli alunni Componente 3c: Impegnare gli alunni nellapprendimento Rappresentazione dei contenuti Attivit e compiti Raggruppamento degli alunni Materiali e risorse didattici Struttura e ritmo Componente 3d: Fornire un feedback agli alunni Qualit: accurata, concreta, costruttiva e specifica Tempestivit Componente 3e: Dimostrare flessibilit e prontezza Adattamento della lezione Risposta agli alunni Perseveranza AMBITO 4: LE RESPONSABILIT PROFESSIONALI Componente 4a: Riflettere sullinsegnamento Accuratezza Uso nellinsegnamento futuro Componente 4b: Tenere registri accurati Completamento dei compiti da parte degli alunni Progresso degli alunni nellapprendimento 19
Registri di attivit non didattiche Componente 4c: Comunicare con le famiglie Informazioni sul programma didattico Informazioni sui singoli alunni Coinvolgimento delle famiglie nel programma didattico Componente 4d: Collaborare con la scuola e con il distretto Rapporti con i colleghi Contributo personale alla scuola Partecipazione a progetti scolastici e distrettuali Componente 4e: Crescere e maturare professionalmente Accrescere la conoscenza dei contenuti e le competenze pedagogiche Contributo personale alla professione Componente 4f: Dimostrare professionalit Contributo personale agli alunni Assistenza Capacit di prendere decisioni
Dimensioni trasversali comuni Alcune dimensioni riemergono in tutte le fasi dellinsegnamento, dalla pianificazione e dalla preparazione fino alla valutazione e alla riflessione. Danielson (1996) 10 ne ha individuate sei, che potremmo dire appartengono alla sfera personale pi che professionale e che comunque bisogna poter continuamente rinnovare ed alimentare: 1. lequit (Un impegno alleccellenza non completo se non si accompagna a quello verso lequit. Un impegno di questo genere prevede innanzitutto che vengano date pari opportunit nellincoraggiamento a realizzarsi pienamente nello studio). 2. la sensibilit culturale (Gli insegnanti sensibili alla cultura dei loro alunni sono particolarmente a conoscere gli alunni il loro background. Questi insegnanti fanno in modo di essere informati sulle tradizioni culturali, le pratiche religiose e i modelli di interazione che potrebbero disturbare la partecipazione dellalunno alla vita di classe).
10 C. Danielson (1996). Enhancing professional practice: A framework for teaching.
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3. le aspettative (I professionisti realizzati credono che tutti gli alunni siano capaci di standard di apprendimento di livello estremamente alto e strutturano il loro insegnamento di conseguenza. Sono anche consapevoli di come funzionino certi meccanismi: quando gli insegnanti credono che degli alunni siano particolarmente capaci o particolarmente lenti nellapprendimento, queste aspettative tendono a diventare delle profezie che si avverano da sole). 4. ladeguatezza dello sviluppo (Il modo in cui in cui gli alunni si applicano al contenuto dovuto in parte al livello del loro sviluppo intellettuale. Nonostante le molte differenze individuali degli alunni, gli insegnanti possono ispirarsi a dei modelli di sviluppo. Questi modelli sono importanti soprattutto in alcune aree disciplinari, come nelle scienze e nella matematica ad ogni livello, o nella letteratura e nelle scienze sociali) 5. lattenzione agli alunni con bisogni speciali (Essere consapevoli dellimportanza delladeguatezza dello sviluppo pu condurre a sviluppare una sensibilit nei confronti degli alunni con bisogni speciali. Alcune di queste sono di natura intellettuale, altre fisiche o emotive. Al giorno doggi sempre pi frequente linserimento di alunni disabili nelle classi regolari, perci a tutti gli insegnanti viene richiesta almeno una conoscenza di base dei bisogni speciali). 6. luso appropriato della tecnologia (Dobbiamo ricordarci che i mezzi tecnologici sono ci che sono, ovvero nientaltro che mezzi. Non dovrebbero mai essere considerati fini a se stessi e non se ne dovrebbe abusare. Se per esempio gli alunni imparano a far di conto usando esclusivamente una calcolatrice, potrebbero non sapere come risolvere il problema senza utilizzarla).
1.2.2 Il profilo in Francia Nel maggio del 2010 il Ministero dellIstruzione Superiore e della Ricerca ha introdotto nellordinamento francese un complesso di 10 competenze professionali, che sostituiscono i precedenti cahier des charges, articolati in un insieme di conoscenze, di capacit attuative e di attitudini professionali.
1. Agire in modo etico e responsabile 21
Riguarda gli aspetti legati alla coscienza professionale ed ai principi deontologici che devono guidare lazione dellinsegnante, che in quanto dipendente pubblico contribuisce alla formazione sociale e civile degli allievi.
2. Padroneggiare la lingua francese per insegnare e comunicare Nelluso della lingua francese, sia scritta che orale, linsegnante deve risultare esemplare, indipendentemente dalla disciplina insegnata, prestando attenzione alla qualit della lingua utilizzata dagli studenti.
3. Padroneggiare le discipline e avere una buona cultura generale Una buona padronanza delle conoscenze insegnate la condizione necessaria per linsegnamento. In tal senso linsegnante possiede una conoscenza approfondita ed ampia della sua o delle sue discipline e una solida preparazione sulle tematiche incluse nei programmi. Conosce sia le componenti dello zoccolo comune di conoscenze e competenze, sia i rispettivi obiettivi annuali di attuazione, nonch i livelli e le modalit di valutazione. Linsegnante aiuta gli allievi ad acquisire le competenze richieste, vigilando sulla coerenza del proprio progetto con quanto proposto dagli altri insegnamenti. Al tempo stesso possiede una solida cultura generale che gli consente di contribuire a sviluppare una comune cultura degli allievi, sostenuta anche dalla pratica di almeno una lingua straniera.
4. Concepire e mettere in opera il proprio insegnamento Linsegnante un esperto nellinsegnamento della propria disciplina, ossia in grado di assicurare, sulla durata di un anno scolastico, un apprendimento effettivo dei suoi allievi nel contesto di un insegnamento collettivo. Per questo, padroneggia la didattica della sua disciplina ed in grado di implementare approcci multidisciplinari. Conosce i processi di apprendimento e gli ostacoli che gli studenti possono incontrare, cos come le soluzioni per risolverli, essendo in grado di sviluppare programmi e di ripartire lapprendimento nel corso del tempo. E inoltre in grado di tener conto di quanto stato realizzato in precedenza.
6. Prendere in considerazione la diversit degli studenti Linsegnante traduce nella pratica i valori della diversit, che si tratti di reciproco rispetto o delluguaglianza tra gli studenti. E in grado di differenziare linsegnamento in funzione delle 22
esigenze e delle capacit degli studenti in modo che ogni studente possa progredire. Tiene conto dei diversi ritmi di apprendimento in relazione ad ogni studente, compresi gli allievi con esigenze particolari.
7. Valutare gli alunni e studenti Linsegnante in grado di valutare i progressi dellapprendimento ed il livello di acquisizione delle competenze conseguito dagli studenti. Utilizza i risultati delle valutazioni per adattare il suo insegnamento ai progressi fatti registrare dagli studenti. Fa comprendere agli studenti i principi della valutazione e sviluppa le loro capacit di valutare le proprie performance. Comunica e spiega ai genitori i risultati attesi e quelli effettivamente ottenuti dagli allievi.
8. Padroneggiare le tecnologie informatiche e della comunicazione Tutti gli insegnanti sono investiti dalle problematiche riguardanti luso degli strumenti informatici e la loro integrazione nella pratica di insegnamento. Al termine della sua formazione accademica linsegnante deve avere acquisito le competenze per utilizzare e padroneggiare in forma ragionata le tecnologie dellinformazione e della comunicazione nella pratica professionale. Le conoscenze e le competenze richieste sono quelle relative alle competenze dellattestato di Informatica e Internet al livello 2 Insegnante, rilasciato nel quadro della laurea magistrale.
9. Lavorare in quipe e cooperare con i genitori e i partners Linsegnante partecipa alla vita della scuola elementare o dellistituto scolastico. Contribuisce parimenti alla vita dellistituzione scolastica al livello nel quale inserito. Lavora con le quipes educative della scuola e delle sue diverse classi, cos come con gli insegnanti della o delle sue discipline. Il Consiglio dei maestri nella scuola elementare, il Consiglio pedagogico presso i collge o le scuole superiori costituiscono strumenti privilegiati di lavoro in quipe. Linsegnante collabora inoltre con genitori e con i partner della scuola. Aiuta gli studenti a costruire il loro progetto di orientamento.
10. Formarsi ed innovare Linsegnante aggiorna le proprie conoscenze disciplinari, didattiche e pedagogiche. E in grado di fare appello a coloro che possono fornire aiuti o suggerimenti nellesercizio della sua professione. E in grado di fare unanalisi critica del proprio lavoro e di modificare, se del caso, le pratiche di insegnamento. 23
1.1.3 Il profilo in Svizzera Il Dipartimento Formazione e Apprendimento (DFA) della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI) ha definito un proprio profilo di competenze dellinsegnante del livello secondario I (scuola media) per lanno accademico 2010/2011, basato sul profilo di competenze elaborato dalle Alte Scuole Pedagogiche Romande e Ticinese nel 2007. 11
Il profilo illustra 11 macrocompetenze ritenute importanti per lesercizio della professione insegnante.
1. Agire da professionista critico e interprete di temi legati al sapere o alla cultura
Dalla definizione del ruolo centrale della scuola come luogo di formazione culturale per i giovani, discende il compito di aiutare gli allievi ad acquisire delle conoscenze che assumano un senso e di portarli nel contempo a costruire nuove relazioni significative tra s stessi e il mondo. Il ruolo dellinsegnante travalica quindi le questioni pedagogiche e didattiche legate allinsegnamento e allapprendimento dellallievo per considerare anche il fatto che, in quanto attore sociale, esso si situa al crocevia di importanti questioni che riguardano lintero sistema sociale e culturale. In questo senso linsegnante chiamato a: 1.1 Padroneggiare i fondamenti dei saperi disciplinari per realizzare apprendimenti significativi e pertinenti. 1.2 Assumere uno sguardo storico e critico sulle discipline insegnate (epistemologia). 1.3 Assumere uno sguardo critico sul proprio retroterra socio-culturale e sul proprio ruolo sociale. 1.4 Iscrivere il proprio insegnamento secondo una visione globale in modo coerente con le finalit della scuola. 1.5 Considerare la classe come luogo aperto alla cultura e al dibattito sui temi culturali.
2. Formarsi attraverso un processo individuale e collettivo di sviluppo professionale
I cambiamenti che derivano dai ritmi accelerati delle evoluzioni sociali e culturali da una parte e dallaltrettanto rapida evoluzione delle conoscenze scientifiche dallaltra richiedono notevoli capacit di rinnovamento da parte dellinsegnante che, nel corso della carriera, si trova nella
11 SUPSI (2010), Master of Arts SUPSI in Insegnamento nella scuola media. Piano di studio. Anno accademico 2010/2011, SUPSI, Locarno. 24
necessit di attualizzare le conoscenze, le pratiche, i ruoli e le responsabilit. In questo senso linsegnante inserito in un processo di formazione permanente che richiede di: 2.1 Elaborare un bilancio delle competenze professionali identificando i propri bisogni di formazione presenti o futuri ed essere in grado di rispondervi nel quadro della formazione iniziale e continua. 2.2 Analizzare le proprie rappresentazioni dellinsegnamento e il proprio funzionamento in classe facendo riferimento a quadri teorici elaborati nellambito della ricerca in educazione. 2.3 Mettere in discussione la pertinenza delle proprie scelte pedagogiche e didattiche. 2.4 Integrare gli apporti teorici e gli strumenti osservativi nella riflessione sulle proprie pratiche per adattare continuamente il proprio insegnamento e la propria azione educativa. 2.5 Adottare e integrare pratiche innovative e di ricerca per fare evolvere la propria pratica professionale. - sono in grado di utilizzare losservazione in classe, le informazioni sugli allievi e la ricerca quali risorse sia per valutare i risultati del proprio insegnamento sia per riflettere e rivedere la propria pratica.
3. Integrare etica e responsabilit nellesercizio delle proprie funzioni
La professionalit dellinsegnante richiede che, nellesercizio delle sue funzioni, esso rispetti le norme e le procedure condivise. Daltro canto lautonomia professionale rinvia alletica di responsabilit della persona. Allinterno di questi confini linsegnante chiamato a investire nella propria azione professionale prestando la dovuta attenzione a tutti gli allievi affinch, nel rispetto delle singolarit e delle potenzialit, possano progredire nel loro apprendimento e non siano in alcun modo discriminati. In questo senso linsegnante d prova della sua coscienza professionale al momento in cui si tratta di: 3.1 Identificare i valori soggiacenti alle situazioni di insegnamento/apprendimento proposte. 3.2 Identificare, analizzare e situare allinterno di correnti di pensiero i problemi della societ che si presentano nellattivit professionale. 3.3 Accordare agli allievi lattenzione e laccompagnamento necessari per progredire nellapprendimento. 3.4 Aprire il proprio insegnamento alla dimensione della cittadinanza (funzionamento, dibattiti e domande della societ) sviluppando negli allievi il senso delle responsabilit, della solidariet e della giustizia. 25
3.5 Legittimare, di fronte a una cerchia di interessati (autorit, genitori, educatori), le proprie decisioni relative allapprendimento e alleducazione degli allievi. 3.6 Rispettare le regole etiche della professione nelle relazioni e nella presa di decisioni evitando ogni forma di discriminazione e di svalorizzazione nei confronti degli allievi, delle famiglie e dei colleghi. 3.7 Riferirsi al quadro legale e deontologico dellistituzione scolastica nellesercizio della propria funzione, riconoscendo i limiti del proprio campo di azione e di intervento.
4. Progettare e animare situazioni di insegnamento/apprendimento in funzione degli allievi e del piano di studio
Insegnamento e apprendimento si pongono in una relazione particolare allinterno della classe e coinvolgono in maniera interattiva allievo e insegnante: entrambi contribuiscono, in maniera complementare, allapprendimento. Si tratta quindi, per linsegnante, di sostenere la crescita cognitiva dellallievo attraverso la progettazione e la realizzazione di situazioni di apprendimento che permettano allallievo stesso di integrare delle conoscenze, di consolidarle e di poterle utilizzare in maniera consapevole ed efficace in situazioni e in contesti differenti, in modo da giungere alla costruzione di competenze. Linsegnante, cosciente della necessit di porre lallievo e il suo apprendimento al centro dellatto di insegnamento, si attiva per: 4.1 Padroneggiare i contenuti da insegnare e tradurli in obiettivi di apprendimento, considerando le finalit, le competenze mirate e levoluzione degli apprendimenti degli allievi. 4.2 Considerare le conoscenze, le rappresentazioni, le differenze sociali, i bisogni e gli interessi degli allievi nellelaborazione e nella realizzazione delle situazioni di apprendimento/insegnamento. 4.3 Scegliere ed elaborare approcci didattici che permettano agli allievi di costruire il senso dei loro apprendimenti e di trasferire e mobilitare le competenze in contesti diversi. 4.4 Progettare e realizzare situazioni di insegnamento/apprendimento che favoriscano lo sviluppo della creativit, della cooperazione, dellautonomia, della comunicazione e del pensiero critico. 4.5 Utilizzare strumenti e strategie metacognitivi in modo da favorire lintegrazione degli apprendimenti negli allievi. 4.6 Considerare le componenti cognitive, affettive e relazionali degli apprendimenti. 26
4.7 Fondare la scelta e i contenuti delle situazioni su dati provenienti dalla ricerca in educazione.
5. Valutare levoluzione degli apprendimenti e il grado di acquisizione delle competenze degli allievi
La valutazione delle prestazioni degli allievi si inserisce nel percorso dellapprendimento assumendo un valore particolare tanto per linsegnante, dal momento che permette di ottenere un riscontro sullefficacia delle pratiche di insegnamento/apprendimento messe in atto, quanto per lallievo e il suo contesto familiare per i quali essa rappresenta la possibilit di situare gli apprendimenti. Nel processo valutativo linsegnante tiene conto delle diverse dimensioni caratterizzanti gli apprendimenti e dei diversi fattori che vi concorrono nellintento di: 5.1. Identificare i punti di forza e le difficolt degli allievi per adattare il proprio insegnamento in funzione dellevoluzione delle loro competenze. 5.2 Elaborare strumenti di valutazione (sommativa, formativa o certificativa) che permettano di misurare la progressione e lacquisizione delle conoscenze e delle competenze. 5.3 Assicurare la coerenza tra gli strumenti di valutazione, gli obiettivi stabiliti e le situazioni di apprendimento proposte. 5.4 Coinvolgere gli allievi nel processo di valutazione, promovendo la pratica dellautovalutazione. 5.5 Comunicare agli allievi e alle persone interessate i risultati attesi e le informazioni sullevoluzione degli apprendimenti in maniera chiara ed esplicita. 5.6 Collaborare con lquipe pedagogica (altri docenti, docente di sostegno, direttore, educatore, altre figure professionali coinvolte) per la determinazione del ritmo e delle tappe di apprendimento auspicate per un ciclo di formazione o una classe.
6. Pianificare, realizzare e assicurare una vita di classe che favorisca lapprendimento e la socializzazione degli allievi
Levoluzione degli apprendimenti degli allievi strettamente correlata con un clima di lavoro cooperativo e rispettoso allinterno della classe. La gestione della classe implica dunque un insieme di importanti componenti relative alla pratica di insegnamento che riguardano le attitudini e le capacit di conduzione di gruppi nel percorso di acquisizione tanto di conoscenze e competenze 27
cognitive che sociali (rispetto delle norme della vita in collettivit). Linsegnante elabora quindi dei punti di riferimento che permettono di: 6.1 Definire con gli allievi le regole di vita e curarne insieme il rispetto, alfine di creare un clima di rispetto e di cooperazione propizio agli apprendimenti cognitivi e sociali. 6.2 Educare gli allievi ad assumere comportamenti scolastici e sociali appropriati. 6.3 Utilizzare strategie adeguate per prevenire linsorgere di comportamenti inappropriati e per intervenire efficacemente qualora si manifestino. 6.4 Considerare le dimensioni cognitive, affettive e relazionali dellinsegnamento (comunicazione non verbale, empatia, seduzione, meccanismi di difesa, di protezione, di transfert). 6.5 Considerare e risolvere le crisi, i conflitti, gli imprevisti in una prospettiva costruttiva.
7. Adattare i propri interventi ai bisogni e alle caratteristiche degli allievi con difficolt di apprendimento, di adattamento o con handicap
Coerentemente con lapproccio allintegrazione adottato nel contesto cantonale, linsegnamento per allievi che presentano bisogni particolari prevede che linsegnante possieda o ricerchi informazioni particolareggiate circa le capacit e i limiti di questi allievi. La sua azione pedagogica si fonda da una parte sulla valutazione individuale delle competenze e capacit emergenti nelle diverse situazioni di apprendimento e daltra parte sullindividuazione delle caratteristiche con cui questi allievi agiscono allinterno del contesto collettivo della classe. In questo senso linsegnante tenuto a coordinare le sue attivit con gli altri operatori tenendo presente i limiti del proprio campo di intervento e adattando le modalit, i contenuti, gli strumenti e i materiali alla diversit del percorso scolastico di questi allievi in modo da: 7.1 Favorire lintegrazione pedagogica e sociale degli allievi che presentano difficolt di apprendimento, di adattamento o un handicap. 7.2 Proporre agli allievi compiti dapprendimento, sfide e ruoli atti a farli progredire facendo capo anche a diversi dispositivi di differenziazione (obiettivi, metodi, situazioni, strumenti, supporti). 7.3 Cercare le informazioni e i contatti presso gli altri operatori scolastici e sociali e le famiglie per definire i bisogni e lo sviluppo degli allievi. 7.4 Operare congiuntamente con gli operatori scolastici e sociali e le famiglie per prevenire situazioni difficili e per farvi fronte. 7.5 Fornire agli allievi lattenzione e laccompagnamento appropriati. 28
8. Utilizzare le tecnologie dellinformazione e della comunicazione per predisporre e condurre attivit di insegnamento/apprendimento, per gestire linsegnamento e lo sviluppo professionale
Il potenziale delle tecnologie dellinformazione e della comunicazione (ICT) alla base della centralit che esse assumono anche in ambito scolastico; le reti e gli strumenti informatici offrono infatti innumerevoli possibilit di reperimento di informazioni per linsegnamento e lapprendimento; la multimedialit apre nuove prospettive nellambito delle attivit didattiche e di comunicazione. Per orientarsi allinterno di questa offerta tecnologica diventa fondamentale, tanto per linsegnante quanto per gli allievi, possedere conoscenze per utilizzarle con il necessario spirito critico anche in considerazione del fatto che laccesso alle informazioni in rete e luso di strumenti e servizi ICT modifica in maniera significativa le modalit di apprendimento e di comunicazione. Di conseguenza, per unintegrazione coerente ed efficace delle ICT nella propria pratica pedagogica linsegnante agisce in funzione di: 8.1 Sviluppare uno sguardo critico circa lutilizzo di strumenti tecnologici a supporto dellinsegnamento e dellapprendimento e circa le implicazioni del loro uso per la societ. 8.2 Valutare il potenziale didattico e pedagogico delle tecnologie rispetto allo sviluppo di competenze mirate nel piano di studio. 8.3 Utilizzare in maniera consapevole le tecnologie per ricercare, trattare e comunicare informazioni. 8.4 Utilizzare le tecnologie per costruire reti di scambio e di formazione continua nel proprio contesto di insegnamento. 8.5 Aiutare gli allievi ad appropriarsi delle tecnologie, a utilizzarle per lapprendimento, a valutarne lutilizzo e a considerare criticamente i dati raccolti.
9. Cooperare alla realizzazione degli obiettivi educativi della scuola con tutte le componenti coinvolte
A seguito delle aumentate aspettative e delle nuove sfide poste alla scuola, emerge la necessit di assicurare la collaborazione tra i numerosi partner e le diverse componenti che concorrono allistruzione e alleducazione degli allievi; in questo senso risulta importante una definizione chiara dei ruoli e delle azioni di pertinenza del corpo insegnante, considerando i contribuiti delle diverse 29
componenti nellottica di unimplementazione e di un consolidamento di proficue pratiche cooperative. 9.1 Collaborare alla scelta, allelaborazione, alla realizzazione e al bilancio di progetti dellistituto scolastico. 9.2 Coordinare i propri interventi con i partner della scuola in uno spirito di concertazione e delimitando i campi di azione e di responsabilit legati alla propria funzione. 9.3 Organizzare e fare evolvere la partecipazione degli allievi alla vita della classe e dellistituto. 9.4 Favorire la partecipazione dei genitori alla vita della scuola suscitando diverse forme di incontri e di scambi.
10. Cooperare con i membri dellquipe pedagogica nella realizzazione di compiti atti a favorire lo sviluppo e la valutazione delle competenze mirate
Linsegnante esplica buona parte dei propri compiti anche allesterno della propria classe, collaborando con i membri di unquipe pedagogica nella quale inserito, insieme a colleghi o altri specialisti, e che mira a concertare e coordinare gli insegnamenti prendendo decisioni coerenti rispetto allapprendimento degli allievi. Lavorare in quipe in funzione dello sviluppo degli apprendimenti degli allievi comporta la necessit di accordarsi sulle scelte curricolari e pedagogiche da adottare, di concordare ladattamento dellinsegnamento in funzione delle caratteristiche degli allievi e di accordarsi su esigenze di valutazione comuni. Linsegnante si impegna dunque in un percorso di collaborazione che prevede di: 10.1 Collaborare, allinterno di unquipe pedagogica, alla concezione e alladattamento di situazioni dapprendimento, alla definizione degli obiettivi da raggiungere e alla loro valutazione per assicurare, nella complementariet, una coerenza dazione. 10.2 Confrontare, nellambito di unquipe pedagogica, le proprie rappresentazioni della scuola, dellinsegnamento e dellapprendimento nellintento di armonizzarle. 10.3 Favorire lelaborazione di un consenso fra i membri dellquipe pedagogica quando se ne manifesta lesigenza. 10.4 Animare un gruppo di lavoro, dirigere riunioni.
11. Comunicare in modo chiaro e appropriato nei diversi contesti legati alla professione 30
Allinterno di un contesto socio-linguistico particolare quale quello cantonale, il modello di riferimento linguistico e comunicativo fornito dallinsegnante assume una connotazione ancora pi significativa. Lattenzione verso un uso linguistico di qualit deve essere considerata come responsabilit individuale e collettiva del corpo insegnante. Nellesercizio delle sue funzioni linsegnante chiamato a interagire con diversi interlocutori (allievi, colleghi, autorit, famiglie, specialisti) e in diverse situazioni comunicative: necessario dunque che egli sappia adeguarsi linguisticamente allinterlocutore, al contesto e alle esigenze comunicative nellottica di costruire una comunicazione chiara ed efficace. Linsegnante curer dunque con particolare attenzione il suo modo di esprimersi prestando attenzione a: 11.1 Rispettare le regole della lingua italiana, sia orali che scritte, nelle diverse situazioni di comunicazione con gli allievi e con gli altri interlocutori. 11.2 Utilizzare un linguaggio orale adeguato negli interventi con gli allievi, con le famiglie e con i colleghi. 11.3 Utilizzare una pluralit di linguaggi espressivi e comunicativi nellinterazione con gli allievi. 11.4 Mettere in atto le regole della comunicazione per favorire relazioni costruttive. 11.5 Utilizzare un lessico specifico alla disciplina insegnata corretto e adeguato nelle diverse situazioni di insegnamento/apprendimento.
1.2.3 Il profilo in Quebec
Lo stato del Quebec nel 2001 ha definito 12 competenze professionali previste in uscita dalla formazione iniziale e che costituiranno un elemento di riferimento anche per lo sviluppo della pratica professionale successiva 12
Ciascuna competenza accompagnata da una descrizione generale del significato della competenza e delle sue caratteristiche ed associata ad un determinato livello di padronanza. Le caratteristiche si riferiscono alle attivit professionali implicite nellinsegnamento, piuttosto che alla conoscenza didattica e pedagogica richiesta da specifiche discipline di insegnamento.. Le caratteristiche
12 Gouvernement du Qubec. Ministre de lducation (2001), La formation lenseignement. Les orientation. Les comptences professionnelles, pp. 45-159.
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associate ad ogni competenza devono essere considerate come linee guida per la selezione di oggetti di conoscenza nella preparazione dei programmi della formazione degli insegnanti. Di seguito si fornisce lelenco completo delle competenze professionali dellinsegnante, definite dalla Direzione della formazione.
1. Agire in qualit di professionista, critico e interprete di oggetti conoscitivi e culturali, nellesercizio delle sue funzioni Componenti - Individuare i parametri di riferimento di base e gli assi di intelligibilit (concetti, postulati e metodi) dei saperi della sua disciplina per rendere possibile apprendimenti significativi e approfonditi da parte degli allievi. - Prendere una distanza critica rispetto alla disciplina insegnata. - Stabilire relazioni tra la cultura secondo quanto prescritto dal programma di formazione e quella degli allievi. - Trasformare la classe in un ambiente culturale aperto alla pluralit delle prospettive in uno spazio di vita comune. - Adottare uno sguardo critico sulle proprie origini e pratiche culturali e sul proprio ruolo sociale.
2. Comunicare in modo chiaro e corretto nella lingua di insegnamento, in forma orale e scritta, nei diversi contesti correlati alla pratica professionale.
Componenti - Utilizzare un linguaggio orale appropriato negli interventi verso studenti, genitori e colleghi. - Rispettare le regole della lingua scritta nella comunicazione verso studenti, genitori e colleghi. - Poter prendere una posizione, sostenere le proprie idee ed argomentare in modo coerente, efficace, rispettoso e costruttivo. - Comunicare idee in modo rigoroso mediante un vocabolario preciso ed una sintassi corretta. - Correggere gli errori commessi dagli studenti nelle loro comunicazioni orali e scritte. - Cercare costantemente di migliorare le forme di espressione scritta ed orale.
3. Progettare situazioni di insegnamento-apprendimento in relazione ai contenuti dellapprendimento, in funzione degli allievi e dello sviluppo delle competenze previste nel programma di formazione
Componenti - Ancorare la scelta ed i contenuti delle attivit didattiche ai risultati recenti della ricerca in materia di didattica e di pedagogia. - Selezionare ed interpretare le conoscenze disciplinari relative agli obiettivi, le competenze e gli elementi di contenuto del programma di formazione. 32
- Pianificare sequenze di insegnamento e di valutazione che tengano conto della progressione logica dei contenuti e degli apprendimenti. - Prendere in considerazione le rappresentazioni, le differenze sociali (genere, dimensione etnica, socioeconomica e culturale), i bisogni ed i campi di interesse particolari dei singoli studenti nello sviluppo di situazioni di insegnamento ed apprendimento. - Selezionare approcci didattici variati ed appropriati per lo sviluppo delle competenze previste nel programma di formazione. - Anticipare gli ostacoli allapprendimento in rapporto ai contenuti da fare apprendere. - Assicurare che le situazioni di apprendimento permettano lintegrazione delle competenze in contesti diversi.
4. Gestire le situazioni di insegnamento-apprendimento in funzione dei contenuti dellapprendimento, in rapporto alla diversit degli allievi ed allo sviluppo delle competenze previste nel programma di formazione
Componenti - Creare le condizioni affinch gli allievi si impegnino in situazioni-problema, in attivit o progetti significativi, tenendo conto delle loro caratteristiche cognitive, emotive e sociali. - Fornire agli studenti le risorse necessarie per la realizzazione delle situazioni di apprendimento proposte. - Guidare gli studenti nella selezione, interpretazione e comprensione delle informazioni disponibili da varie fonti e nella comprensione delle situazioni-problema o delle esigenze di unattivit o di un progetto. - Inquadrare lapprendimento degli studenti attraverso luso di strategie, approcci, problemi e feedback frequenti ed adeguati, al fine di promuovere lintegrazione e il trasferimento degli apprendimenti. - Abilitare gli studenti a lavorare in modo cooperativo.
5. Valutare i progressi dellapprendimento ed il grado di acquisizione delle competenze degli studenti in rapporto ai contenuti dellapprendimento
Componenti - In situazioni di apprendimento, ottenere informazioni per individuare i punti di forza e le difficolt degli studenti e per rivedere e adeguare linsegnamento in vista di promuovere il progresso degli apprendimenti. - Stabilire un quadro dei risultati dellapprendimento per poter formulare un giudizio sul grado di acquisizione delle competenze. - Sviluppare o utilizzare strumenti che consentano di valutare i progressi e lacquisizione delle competenze. - Comunicare agli studenti ed ai loro genitori, in modo chiaro ed esplicito, i risultati attesi ed i feedback per quanto riguarda la progressione degli apprendimenti e acquisizione delle competenze. - Collaborare con il personale docente nel determinare il ritmo e le fasi di progressione allinterno del ciclo formativo. 33
6. Pianificare, organizzare e supervisionare la modalit di funzionamento del gruppo classe per promuovere lapprendimento e la socializzazione degli studenti
Componenti - Definire e implementare un sistema di funzionamento efficace per le attivit abituali della classe. - Comunicare agli allievi i requisiti dei comportamenti adeguata sotto il profilo scolastico e sociale e assicurarsi che vi si conformino. - Coinvolgere gli studenti come gruppo e come individui nella definizione delle regole di funzionamento della classe. - Adottare strategie per prevenire linsorgere di comportamenti inappropriati e per intervenire efficacemente quando si verifichino. - Mantenere un clima favorevole allapprendimento.
7. Adattare gli interventi alle esigenze e alle caratteristiche degli studenti con difficolt di apprendimento, di adattamento o che presentino forme di disabilit
Componenti - Promuovere lintegrazione educativa e sociale degli studenti con difficolt di apprendimento, comportamentali o con disabilit. - Reperire le informazioni utili da persone di riferimento e dai genitori in relazione ai bisogni e al progresso degli studenti. - Fornire agli studenti compiti di apprendimento, sfide e ruoli nel gruppo classe che li facciano progredire nel loro sviluppo. - Partecipare allo sviluppo e allattuazione di un piano di intervento adeguato.
8. Integrare le tecnologie dellinformazione e della comunicazione per la preparazione e realizzazione delle attivit di insegnamento-apprendimento, di gestione dellinsegnamento e di sviluppo professionale
Componenti - Esercitare un pensiero critico in rapporto ai vantaggi ed ai limiti delle TIC per sostenere linsegnamento e lapprendimento. - Valutare il potenziale didattico dei mezzi informatici e delle reti in relazione allo sviluppo delle competenze del programma di formazione. - Comunicare con i diversi strumenti multimediali. - Utilizzare efficacemente le TIC per ricercare, interpretare e comunicare informazioni e risolvere problemi. - Utilizzare efficacemente le TIC per costruire reti di scambio e di formazione continua sul proprio campo di insegnamento e la propria pratica educativa. 34
- Aiutare gli studenti ad appropriarsi delle ICT, usarle per attivit di apprendimento, valutarne luso di tecnologie e di valutare criticamente i dati reperiti attraverso le reti.
9. Cooperare con il corpo docente della scuola, i genitori, i differenti partner sociali e gli allievi, in vista del conseguimento degli obiettivi educativi della scuola
Componenti - Collaborare con gli altri membri del corpo insegnante per limpostazione degli orientamenti, cos come dello sviluppo e dellattuazione di progetti in materia di servizi educativi nelle aree di responsabilit assegnate allistituzione scolastica. - Coinvolgere ed informare i genitori. - Coordinare le proprie attivit con i diversi partner della scuola. - Sostenere gli studenti nella loro partecipazione alle strutture di gestione della scuola o alle attivit ed ai progetti scolastici.
10. Lavorare di concerto con i membri dellquipe pedagogica alla realizzazione di attivit per lo sviluppo e la valutazione delle competenze previste nel programma di formazione, in funzione degli studenti interessati
Componenti - Riconoscere le situazioni che richiedono la collaborazione di altri membri del corpo docente in merito alla progettazione e ladeguamento di situazioni di insegnamento-apprendimento, alla valutazione degli esiti dellapprendimento e alla padronanza delle competenze di fine ciclo. - Definire ed organizzare un progetto in funzione degli obiettivi da conseguire da parte dellquipe pedagogica. - Partecipare attivamente e costantemente alle quipe pedagogiche che intervengono sui medesimi allievi. - Lavorare per costruire il consenso, quando richiesto, tra i membri dellquipe pedagogica.
11. Impegnarsi in una pratica individuale e collettiva di sviluppo professionale
Componenti - Attuare un bilancio delle competenze e porre in opera i mezzi per svilupparle, utilizzando le risorse disponibili. - Scambiare idee con i colleghi circa la pertinenza delle sue scelte educative e didattiche. - Riflettere sulla propria pratica (analisi riflessiva) e tradurre i risultati della sua riflessione in azione. - Realizzare progetti educativi per risolvere i problemi di insegnamento. - Coinvolgere i colleghi in attivit di ricerca legate alla padronanza delle competenze previste dal programma di formazione e dagli obiettivi educativi della scuola.
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12. Agire in modo etico e responsabile nellesercizio delle sue funzioni
Componenti - Identificare i valori in gioco nella sua pratica professionale. - Applicare nella sua classe un metodo di funzionamento democratico. - Fornire agli studenti unattenzione ed un accompagnamento appropriati. - Giustificare, in rapporto al pubblico interesse, le sue decisioni circa lapprendimento e leducazione degli studenti. - Rispettare gli aspetti riservati della sua professione - Evitare ogni forma di discriminazione contro gli studenti, genitori e colleghi. - Situare entro le principali correnti di pensiero i problemi morali che si verificano nella classe. - Utilizzare in modo giudizioso il quadro giuridico e regolamentare che disciplina la professione.
1.3 Evidenze
Dai profili professionali esaminati si evince che: La definizione e larticolazione delle competenze attese dai docenti fornisce un chiaro ed inequivocabile parametro di riferimento sia per attivit di formazione sia per la valutazione delazione professionale..
Le sole conoscenze disciplinari oggi non sono pi considerate sufficienti per intraprendere la carriera dellinsegnante..
Linsegnante oggi deve essere considerato un professionista dei processi di insegnamento e di apprendimento, con tutto il portato culturale, pedagogico e didattico che questa dimensione comporta.
Lattenzione alla pluralit delle situazioni che gli studenti presentano uno degli elementi della complessit della professione docente di oggi, ma nello stesso tempo uno degli elementi qualificanti.
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La personalizzazione dei processi di apprendimento fondamentale nella professionalit attuale per una effettiva promozione delleguaglianza tra gli studenti e per la realizzazione di una scuola sempre pi inclusiva.
I processi di valutazione in tutte le loro dimensioni di tipo formativo e sommativo, nelle loro declinazioni fra interno ed esterno sono uno strumento prezioso per regolare al meglio i processi di insegnamento/apprendimento e per sviluppare percorsi di miglioramento professionale.
Lazione professionale oggi richiede anche lassunzione di particolari attenzioni in merito ad aspetti di tipo educativo con valore etico, evidenziando particolari e nuovi tratti sulla responsabilit sociale della professione.
Linsegnante una professione agita allinterno di una comunit professionale e sociale pertanto vi sono dimensioni di ascolto, relazione, comunicazione che devono essere continuamente sostenute.
Nello sviluppo e nellorientamento delle nuove dimensioni professionali determinante risulta la formazione di base ed in servizio, pertanto uno dei tratti qualificanti e distintivi la professione docente la formazione continua. Pur non essendoci a livello europeo e internazionale un accordo sulle modalit, i tempi, la valutazione ed il riconoscimento della formazione in servizio, in sostanza tutti considerano la formazione come la leva per lo sviluppo professionale.
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2 LA SITUAZIONE IN ITALIA
2.1 Il profilo docente nel regolamento dellautonomia Alcuni punti di riferimento fondamentali ai quali risalire per individuare le linee di sviluppo della professionalit docente sono contenuti nel Regolamento dell'autonomia (DPR 275/99) che delinea un profilo di docente forte rispetto a quattro dimensioni: progettuale: la predisposizione del Piano dell'offerta formativa (art.3), che rappresenta l'identit culturale e progettuale di ogni scuola, prevede la partecipazione di tutte le componenti. In particolare segnaliamo il comma 2 dell'art.3: "Esso comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari, e valorizza le corrispondenti professionalit".
- autonomia didattica: l'art. 4 evidenzia le responsabilit degli insegnanti, all'interno delle istituzioni scolastiche, nell'individuare i percorsi didattici pi efficaci per il raggiungimento del successo formativo degli studenti. Flessibilit dei tempi, articolazione in gruppi, rispetto dei ritmi d'apprendimento, individualizzazione dei percorsi, realizzazione di strategie di recupero e di sostegno costituiscono un terreno privilegiato del docente e una sfida continua.
- autonomia organizzativa: l'art.5 collega l'utilizzo dei docenti alla libert progettuale delle scuole e all'obiettivo di migliorare l'offerta formativa. La realizzazione completa di queste indicazioni comporta il confronto con aspetti d'ordine contrattuale, ma rinvia comunque all'adozione di criteri nuovi nell'assegnazione del personale docente alle scuole, nell'utilizzo e nella valorizzazione delle competenze.
- autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo: l'art.6 costituisce forse l'aspetto pi innovativo, propedeutico alla definizione di un profilo di docente-ricercatore, 38
consapevole dei percorsi di ricerca-azione che attiva, che nel contesto della sua comunit professionale pratica innovazioni nel campo della metodologia disciplinare, anche in risposta alle specificit del contesto locale. La sperimentazione si configura come ricerca-azione, con una definizione collegiale e condivisa dei criteri di gestione, di verifica e di valutazione dei percorsi intrapresi.
2.2 Il profilo del docente nel contratto in Italia Altri punti di riferimento ai quali risalire per individuare le linee di sviluppo della professionalit docente sono contenuti nel CCNL 2006-2009, stipulato in via definitiva il 29 novembre 2007 e attualmente in vigore. Lart. 27 delinea il profilo professionale del docente, attraverso lindividuazione di competenze tra loro correlate ed interagenti, che si sviluppano col maturare dell'esperienza didattica, l'attivit di studio e di sistematizzazione della pratica didattica. Tali competenze sono: - disciplinari, - psicopedagogiche, - metodologico-didattiche, - organizzativo-relazionali - di ricerca, - di documentazione e valutazione Il limite di tale profilo professionale, rispetto a quelli internazionali precedentemente analizzati, che le competenze vengono semplicemente elencate senza alcun descrittore o indicatore che le precisi o le definisca; sarebbe quindi pi esatto dire che si tratta di un elenco di ambiti di competenza del profilo professionale. Nei tre ambiti del sapere disciplinare, della conoscenza dellalunno (ambito psicopedagogico) e della mediazione metodologico-didattica, si gioca la professione in aula. Tuttavia il docente, in quanto membro di una istituzione, anche inserito in unorganizzazione che lui stesso contribuisce a strutturare e a indirizzare nelle finalit educative e nelle modalit operative; risulta pertanto parte integrante della professionalit del docente anche la sua dimensione di membro di unistituzione e di organizzatore della stessa. Oltre a questa appare evidente unulteriore dimensione legata allo sviluppo professionale, che vede il docente impegnato in unattivit di ricerca continua volta al miglioramento del suo insegnamento o, come docente formatore, a quello dei colleghi. La dimensione della ricerca appare quindi un ulteriore ambito della professionalit. Inoltre opportuno notare che, rispetto ai precedenti Contratti (Art. 23 del CCNL del 26.5.1999 e Art. 25 del CCNL del 16.5.2003) il 39
nuovo Contratto ha incluso nel profilo professionale dei docenti le competenze relative alla documentazione e alla valutazione. Il Contratto, negli articoli successivi, precisa ulteriormente la dimensione professionale del docente,affermando che essa si esplica nelle attivit individuali e collegiali e nella partecipazione alle attivit di aggiornamento e formazione in servizio. Lart. 29 afferma che ..la funzione docente comprende sia adempimenti individuali sia adempimenti collegiali. Gli adempimenti individuali comprendono le attivit relative: alla preparazione delle lezioni e delle esercitazioni; alla correzione degli elaborati; ai rapporti individuali con le famiglie. Gli adempimenti collegiali comprendono invece tutte le attivit di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione, compresa la preparazione dei lavori degli organi collegiali, la partecipazione alle riunioni e lattuazione delle delibere adottate dai predetti organi. Lart.63 sottolinea limportanza dellattivit di formazione, definendola come un diritto per il personale in quanto funzionale alla piena realizzazione e allo sviluppo delle proprie professionalit.().
2.3 Il profilo del docente nel contratto In Trentino
Il Contratto della Provincia Autonoma di Trento (CCPL 13 ) definisce il profilo professionale del docente riprendendo allart.24 lart. 27 del CCNL 2005-2009. Le competenze individuate sono le stesse del Contratto Nazionale, fatta eccezione per la competenza di documentazione e valutazione, che qui omessa, si tratta quindi sempre di un elenco di ambiti di competenze, che non vengono descritti:
La novit introdotta da questo Contratto, rispetto al Contratto Nazionale, riguarda invece la formazione degli insegnanti: le ore di formazione non sono un diritto dellinsegnate, ma vengono definite come obbligatorie e quantificate in 10 ore annue. In particolare lart. 26 recita: Le attivit di potenziamento formativo comportano un impegno complessivo di 40 ore obbligatorie e sono cos prioritariamente suddivise: a) 20 ore per la realizzazione del progetto distituto, utilizzate secondo il piano annuale di attivit predisposto dal dirigente scolastico e deliberato dal collegio docenti; b) 10 ore per supplenze per assenze brevi dei docenti che saranno richieste dal dirigente scolastico mediante avviso e avuto riguardo alla presenza dei docenti nel plesso scolastico. Qualora siano programmate presenze per leventuale supplenza della prima ora di ogni giornata le stesse saranno calendarizzate; c) 10 ore per attivit di formazione e di aggiornamento su tematiche individuate dal collegio docenti per supportare e qualificare il progetto distituto 14
2.4 Un profilo professionale per accumulo
In definitiva il profilo professionale del docente diventato nel tempo un contenitore di competenze che si sono andate accumulando. Infatti negli ultimi anni non si cercato di fare pulizia individuando gli aspetti essenziali e fondativi della professione, quanto di elencare una serie di competenze allinterno di un elenco. Ad esempio, un profilo professionale dellinsegnante definito da un insieme di attitudini e competenze, accreditato e diffuso ad oggi in circolazione, questo 15 :
possedere adeguate conoscenze nell'ambito dei settori disciplinari di propria competenza, anche con riferimento agli aspetti storici ed epistemologici; ascoltare, osservare, comprendere gli allievi durante lo svolgimento delle attivit formative, assumendo consapevolmente e collegialmente i loro bisogni formativi e psicosociali al fine di
14 (art. 26 CCPL 29.11.2004 come sostituito dallart. 12 CCPL 15.10.2007 e ulteriormente modificato dallart. 5 CCPL 5.9.2008)
15 EURIBASE: Organizzazione del sistema educativo italiano 2009/2010, pag. 184. 41
promuovere la costruzione dell'identit personale, femminile e maschile, insieme all'auto- orientamento; esercitare le proprie funzioni in stretta collaborazione con i colleghi, le famiglie, le autorit scolastiche, le agenzie formative, produttive e rappresentative del territorio; inquadrare, con mentalit aperta alla critica e all'interazione culturale, le proprie competenze disciplinari nei diversi contesti educativi; continuare a sviluppare e approfondire le proprie conoscenze e le proprie competenze disciplinari nei diversi contesti educativi; rendere significative, sistematiche, complesse e motivanti le attivit didattiche attraverso una progettazione curricolare flessibile che includa decisioni rispetto a obiettivi, aree di conoscenza, metodi didattici; rendere gli allievi partecipi del dominio di conoscenza e di esperienza in cui operano, in modo adeguato alla progressione scolastica, alla specificit dei contenuti, all'interrelazione contenuti- metodi, come pure all'integrazione con altre aree formative; organizzare il tempo, lo spazio, i materiali, anche multimediali, le tecnologie didattiche per fare della scuola un ambiente per l'apprendimento di ciascuno e di tutti; gestire la comunicazione con gli allievi e l'interazione tra loro come strumenti essenziali per la costruzione di atteggiamenti, abilit esperienze, conoscenze e per l'arricchimento del piacere di esprimersi e di apprendere e della fiducia nel poter acquisire nuove conoscenze; promuovere l'innovazione nella scuola, anche in collaborazione con altre scuole e con il mondo del lavoro; verificare e valutare, anche attraverso gli strumenti docimologici pi aggiornati, le attivit di insegnamento-apprendimento e l'attivit complessiva della scuola; assumere il proprio ruolo sociale nel quadro dell'autonomia della scuola, nella consapevolezza dei doveri e dei diritti dell'insegnante e delle relative problematiche organizzative e con attenzione alla realt civile e culturale (italiana ed europea) in cui essa opera, alle necessarie aperture interetniche nonch alle specifiche problematiche dell'insegnamento ad allievi di cultura, lingua e nazionalit non italiana.
Il profilo, riportato sopra, fra i pi aggiornati in circolazione, ma in definitiva sono un elenco di competenze per accumulo progressivo che sono richieste allinsegnante. Difficilmente da elenchi di questo tipo si possono individuare delle linee di orientamento costitutive di programmi di lavoro per lo sviluppo della professionalit. 42
2.5 Una proposta (nuova!?) 16
In questo momento non possiamo fare a meno di parlare della professionalit docente senza citare la proposta di legge n. 953 (avanzata dallonorevole Aprea). Nellambito di un ragionamento molto pi ampio sulla governance delle istituzioni scolastiche, il disegno affronta il tema del reclutamento degli insegnanti e dei loro sviluppi di carriera. In merito alla carriera degli insegnanti la proposta di legge in discussione da tempo alla Commissione cultura della Camera disegna un percorso molto preciso con tre livelli professionali senza sovraordinazione gerarchica, ma distinti per complessit dei compiti.: - docente iniziale; - docente ordinario; - docente esperto. I passaggi da un livello allaltro avvengono attraverso procedure concorsuali che tengono conto anche degli esiti della valutazione a cui tutti i docenti dei primi due livelli sono regolarmente sottoposti con riferimento allefficacia dellazione didattica, allimpegno professionale nella progettazione e nellattuazione dellofferta formativa, al contributo fornito allattivit complessiva dellistituzione scolastica e ai titoli professionali acquisiti in servizio. Allinterno di ciascun livello prevista una progressione economica automatica basata sullanzianit. Bisogna ammettere che la stessa proposta di legge Napoli Santulli, nella versione del settembre 2004, allart 2 bis riporta: istituita larticolazione della professione docente nei tre distinti livelli di docente iniziale, docente ordinario, docente esperto disposta la valutazione periodica dellattivit docente per i livelli iniziale e ordinario da effettuarsi con cadenza quadriennale. In altri termini un passaggio da tempo in discussione e in definizione che differenzia la carriera degli insegnanti coniugando anzianit e merito. Aspetto che pu riservare dei limiti e dei rischi come evidenzia la Fondazione Agnelli, secondo la quale occorre evitare che la differenziazione verticale della retribuzioni degli insegnanti sia realizzata attraverso la previsione di livelli di inquadramento e salariali permanenti, per evitare il rischio che uneccessiva facilit di accesso al gradino superiore comporti un oneroso appiattimento delle carriere e dei profili retributivi verso lalto 17 . Proprio per evitare pericolose
16 Vedi : Damiano Previtali, Daniele Vidoni: La valutazione delle professionalit. In Voci della scuola VII ed. Tecnodid 2008. 17 Rapporto della Fondazione Agnelli 2009: Reclutamento degli insegnanti e differenziazione delle loro retribuzioni pag. 264 . 43
rincorse verso lalto si prevede che Il Ministro dellistruzione, delluniversit e della ricerca, con proprio decreto adottato di concerto con il Ministro delleconomia e delle finanze, determina annualmente il contingente massimo di personale docente per ciascuno dei livelli di docente ordinario e di docente esperto (art.17 comma 7).
Tuttavia le coerenze formali del possibile impianto del nuovo stato giuridico degli insegnanti non possono, ispo-facto, garantire il miglioramento della qualit dei servizi prestati. Restano infatti aperti altri aspetti fra cui il modello di valutazione sui cui fondare qualunque riconoscimento e, non da ultimo, il problema della definizione di una remunerazione dei docenti.
Ora senza rincorrere le proposte di legge e senza rinforzare alcuni passaggi convenzionali proviamo ad individuare alcune consapevolezze diffuse e significative sulla professione docente, ad oggi in campo.
Laula il centro di gravit professionale Vi oramai una consapevolezza diffusa che potremmo riassumere cos: la vera professionalit docente si realizza in aula nella cura dei processi di insegnamento/apprendimento. Troppo spesso i nuovi incarichi e le nuove funzioni legate allautonomia hanno svalorizzato la dotazione di senso della scuola che resta linsegnamento. Pertanto dobbiamo innanzitutto promuovere quei docenti che, pur consapevoli che la scuola dellautonomia li colloca anche oltre il rapporto insegnamento-apprendimento, non ritengono prioritario lesplorazione di altre strade al di l di quelle relative al miglioramento della qualit dellinsegnamento, a partire dallo sviluppo e contestualizzazione nei nuovi scenari culturali e sociali degli oggetti dellinsegnamento. Essi sono fedeli a questa mission perch, da sempre nella storia, essa costituisce lo specifico della professionalit docente intesa nella sua accezione primaria. Non questo il docente di base, in una definizione e dimensione professionale in po riduttiva, bens lapice ed il centro di gravit verso cui le migliori professionalit devono tendere. In aula si fa linsegnamento e qui nascono i risultati di apprendimento.
44
2.6 Il profilo del docente in aula 18
a. La base di riferimento professionale
Alcuni aspetti, oltre che costituire la dimensione reale della qualit dellinsegnamento, connotano profondamente linsegnante e il suo profilo ideale: - la conoscenza degli specifici settori disciplinari e del contenuto dei programmi/curricoli; - le competenze didattiche, cio la padronanza di un repertorio di strategie didattiche e la capacit di applicarle; - la propensione alla riflessione e allautocritica, intesa come carattere distintivo della professionalit dellinsegnante; - lempatia, o la capacit di identificarsi negli altri e nel riconoscimento della loro identit; - la competenza organizzativa nella gestione della didattica in classe e nei rapporti con gli allievi, le famiglie e il contesto sociale.
Sappiamo, per, che la riflessivit autonoma, oltre al rischio della sterilit e dellimproduttivit sul piano dello sviluppo, pu incrementare anche autoreferenzialit e isolamento. Quindi linsegnante che sceglie di privilegiare il rapporto professionale con gli allievi, non pu ignorare la presenza di molte altre competenze collaterali che costituiscono anchesse le condizione per arricchire il processo di insegnamento-apprendimento. Un insegnante di qualit, quindi, non pu essere tale se non c un contesto di qualit. Per contesto scolastico sintende linsieme dei diversi fattori che lo condizionano: - le scelte educative dellistituto che si ripercuotono direttamente sul ruolo e sul valore del docente; - le strategie di attuazione degli obiettivi, sia a livello di scuola, sia a livello locale, che possono costituire un supporto o un limite per il lavoro dellinsegnante; - lorganizzazione e la cultura della scuola che costituiscono fattori del successo scolastico, ma anche del grado di impegno e di fiducia di ogni docente; - i rapporti tra attivit didattica e gestione della scuola che dipendono prioritariamente dalla consapevolezza e dalla volont degli insegnanti nel voler migliorare i risultati dei processi formativi degli studenti 4 . Diventa allora importante, per potenziare il rapporto insegnamento apprendimento, curare efficacemente anche altri fattori essenziali. Alcuni rapporti di ricerca 19 hanno dimostrato che un
18
Cfr. U. Margiotta (a cura di), Linsegnante di qualit, Armando, Roma, 1999
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istituto che funziona efficacemente tende a presentare, come aspetti sensibili sul piano dellorganizzazione, alcune variabili specifiche: - focalizzazione sul curricolo; - clima positivo; - priorit per la didattica; - chiarezza degli obiettivi e delle aspettative riposte negli allievi; - regolare sistema di monitoraggio dei risultati degli allievi; - attenzione costante alla formazione in servizio; - partecipazione e collaborazione delle famiglie; - utilizzo del supporto dei responsabili locali della formazione e delle agenzie formative 5 . Quindi, sugli esiti formativi degli studenti e sulla qualit professionale del docente incidono altri fattori 6 .
b. Altri fattori di qualit professionale
Limpegno e il coinvolgimento Il buon insegnante si sente fortemente coinvolto, desidera aiutare i propri allievi, cerca costantemente metodi sempre pi efficaci soprattutto in presenza di manifeste difficolt ad apprendere. Tendenzialmente limpegno dellinsegnante va al di l dellaula scolastica, lo porta a collaborare con i colleghi, a cercare soluzioni anche fuori dalla scuola frequentando gruppi professionali e di ricerca. Non si tratta quindi di esercitare competenze in maniera autonoma in un rapporto individuale con la classe e lo studente singolo, ma di curarle ed approfondirle anche allinterno di relazioni, rapporti, reti, partecipando alla vita comunitaria. La didattica disciplinare Nella sua classe un buon insegnante conosce la sua materia e sa come insegnarla. Egli si esercita quotidianamente a costruire strumenti di vario tipo, in grado di ricorrere a repertori diversi in riferimento alla molteplicit dei problemi che incontra, conosce molte metodologie di apprendimento e sa riferirle non solo alle esigenze disciplinari, ma anche a quelle dei singoli soggetti. Laffettivit nei confronti dei ragazzi Esiste una dimensione affettiva da non sottovalutare, essa costituisce la premessa per un apprendimento proficuo. I bravi insegnanti cercano di comunicare con calore, anche se gli allievi non ricambiano. Questaspetto resta comunque un elemento di grande problematicit in quanto la non corrispondenza tra calore profuso e simpatia degli allievi pu risultare il principale fattore di frustrazione e di crisi. Il lavoro su s
19
Cfr. U. Margiotta (a cura di), Linsegnante di qualit, Armando, Roma, 1999, p. 55.
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stessi la prima condizione per superare tale problema, un lavoro basato sui principi del saper essere, benevolenza, comunicazione empatica. Il buon esempio I bravi insegnanti non si preoccupano soltanto della crescita intellettuale dellallievo, ma anche dello sviluppo del suo senso morale. Essi rispettano i ragazzi, offrono buoni modelli, si mostrano sensibili al sociale e ai grandi valori, si pongono come esempi autorevoli attraverso la coerenza tra principi e comportamenti. La gestione dei gruppi Linterazione delle personalit individuali determina limprevedibilit degli eventi. Larte di insegnare consiste, in gran parte, nel saper animare e incanalare questo flusso di interazioni. Il docente deve saper motivare, guidare la discussione, intervenire nei confronti dellallievo che disturba, aiutare a lavorare nei piccoli gruppi, favorire i rapporti interpersonali, monitorare i processi, gestire i ritmi della giornata e dellunit didattica, concertare patti formativi, custodire i tempi di lavoro, responsabilizzare gli allievi. Lintegrazione tecnologica Indipendentemente dagli aspetti vocazionali individuali, oggi il docente non pu prescindere dalla capacit duso dei computer, dalle conoscenze delle tecnologie informatiche e dallutilizzo intelligente delle risorse on line. I programmi a disposizione offrono opportunit straordinarie per valorizzare la lezione e per consolidare lapprendimento. Luso della posta elettronica consente contatti a pi livelli, il web costituisce una risorsa informativa oramai ineludibile, ci sono programmi on line sempre pi articolati e attenti alla molteplicit e diversit delle esigenze che costituiscono per i docenti lo strumento potenzialmente pi efficace. Lutilizzo dei molteplici modelli di insegnamento e apprendimento Linsegnante professionista non si accontenta di utilizzare una variet di metodi per insegnare, ha anche sviluppato una conoscenza teorica ed operativa dei diversi modelli didattici e di impostazioni pedagogiche. Ancora allo stato attuale si possono sintetizzare in alcuni filoni le scelte metodologiche: c un modello classico della lezione frontale nel quale linsegnante resta sempre il centro dellattenzione. C un modello non frontale volto a riconoscere allo studente una semiautonomia di apprendimento, il diritto di lavorare secondo il proprio ritmo, le proprie esigenze di approfondimento, di scegliere le attivit, ma naturalmente con la guida e la supervisione del docente. C una terza modalit che organizza il lavoro scolastico come vera attivit cooperativa in cui gli studenti collaborano, anche a piccoli gruppi, alla soluzione di un problema e alla realizzazione di un compito. In realt ci che oggi prevale nel nostro sistema scolastico lintegrazione delle tre modalit con sfaccettature diversamente articolate, pur conservando la didattica frontale una sorta di centralit. Ladattamento e limprovvisazione Modelli e teorie si trovano ad essere applicati in contesti in continua evoluzione. Un bravo insegnante anche in grado di improvvisare o di adattare le proposte 47
alle diverse situazioni che incontra. Ci implica non solo la predisposizione alla flessibilit, ma anche la capacit tecnica di saper sostituire al momento un compito con un altro, un comportamento con un altro, di saper aggiustare uno strumento mirandolo alla specifica situazione, di saper integrare varie forme di conoscenza. La conoscenza degli studenti Gli insegnanti considerano sempre di pi gli studenti come persone e come soggetti portatore di diritti. La diversit degli allievi per provenienza, interessi, condizioni sociali sollecitano laffinamento dei metodi di conoscenza. Le differenze individuali vanno ad incidere fortemente sulle proposte educative e sui sistemi di valutazione. Lo scambio di idee e la collaborazione con altri insegnanti Non si pu essere bravi insegnanti se non c il confronto con i colleghi. Ci sono scambi istituzionali, formali, informali, mirati a precisi obiettivi. Spesso sono scambi strutturati nei gruppi di ricerca, nei corsi di formazione, ma anche nelle iniziative formative organizzate direttamente dai docenti attraverso aggregazioni per scelte autonome. Ma sono in molti a ritenere che la fonte pi preziosa per il miglioramento della didattica sia proprio lo scambio informale sulle modalit di procedere e di affrontare i tanti problemi allinterno della classe. Resta, comunque, per tutti, come elemento di qualit, la capacit di saper comunicare e collaborare proficuamente con i colleghi. La riflessivit Il concetto di riflessivit del docente nella sua pratica educativa, da quando Donald Schn nel 1993, ha pubblicato The Reflective Practioner, unanimemente condiviso. Ma il bravo insegnante ha sempre riflettuto e non sempre e per tutti con esiti particolarmente significativi per il proprio lavoro. In realt, le teorie di Schn hanno contribuito a legittimare lidea secondo cui gli insegnanti potevano e dovevano elaborare proprie idee e convinzioni invece di adottare sempre procedure gi fatte, prese tali e quali dagli altri. Va distinto comunque il concetto di riflessivit in: durante lazione, e sullazione. La riflessione durante lazione implica la formulazione e il controllo di ipotesi nel corso dellattivit didattica; la riflessione sullazione si svolge dopo leffetto didattico e consiste nellassumere un atteggiamento di distacco per prendere in considerazione interpretazioni alternative. La prima (la "riflessione durante lazione") di fatto difficile da osservare perch si tratta di ci che gli insegnanti pensano mentre insegnano. Mentre la riflessivit sullazione stata oggetto di analisi, studi e ricerche. Il docente riflessivo, in realt, difficilmente potr produrre cultura, in termini di guadagni riproponibili, se non circondato da una rete di supporti e di collegamenti (tecnici, scientifici, di scambi e confronti). Il miglioramento della propria professionalit Oltre allimpegno in classe e nella scuola, fa parte della deontologia di ciascun insegnante la cura della propria professione che si esplica in una consapevole partecipazione a progetti di ricerca, gruppi di miglioramento, nella riflessione guidata dei diversi momenti della vita professionale. Le istituzioni devono corrispondere a tali domande, 48
predisponendo le necessarie condizioni operative. Oggi le norme contrattuali garantiscono gi modalit e condizioni per usufruire di alcuni esoneri dal servizio, di congedi ad hoc e permessi per la partecipazione alle attivit di formazione in qualit di discente, ma anche di formatore. Il miglioramento della societ nel suo complesso La responsabilit dellinsegnante consapevole del proprio ruolo va oltre lambito educativo inteso in senso tecnico per inglobare pi vasti aspetti sociali. Il docente imposta il suo intervento formativo per rendere gli studenti capaci di affrontare conflitti e problemi sociali per educare ai valori della comunit e della mondialit.
2.7 Altre dimensioni professionali
La sollecitazione verso i docenti ad assumere altre dimensioni professionali, oltre ai tipici processi insegnamento/apprendimento, nasce con lautonomia scolastica e con listituzione della dirigenza scolastica. In effetti nella scuola dellautonomia con il trasferimento delle competenze e lassunzione di nuove responsabilit nasce lesigenza di avere delle figure specializzate che in ambito aziendale avremmo definito quadri. 2.7.1 Breve excursus storico
Prima dei decreti delegati Prima dei decreti delegati le figure professionali interne alla scuola si erano mantenute sostanzialmente intorno ai docenti ed alla gestione daula, ad un preside (direttore didattico), al personale di segreteria ed ai bidelli. Si riassume nello schema sotto riportato il quadro delle figure e delle competenze della scuola tradizionale prima ancora dellavvio del processo di diversificazione dei compiti e delle responsabilit.
Figure Funzioni Docenti Responsabili sempre e solo del processo di insegnamento apprendimento (rapporto daula) Fiduciari del direttore Responsabili di plesso, cio della buona conservazione dellimmobile, delle attrezzature e dei sussidi, interfaccia tra genitori e direttore, facilitatori di piccole questioni organizzative Direttore Didattico/Preside Responsabile dellattuazione rigorosa delle regole previste a livello nazionale. Compito: organizzare, dirigere e vigilare Vicario/vice preside Responsabile della scuola in assenza del capo distituto Personale per la gestione (Applicati e bidelli) Figure con compiti esecutivi in relazione alle richieste del capo distituto 49
A partire dagli anni Settanta, la scuola incomincia ad assumere una diversa identit rispetto al sociale ed una maggiore visibilit nelle scelte formative attuate. Al capo distituto vengono progressivamente assegnate pi precise responsabilit; la qualit della scuola che dirige e limmagine sociale che ne consegue, diventano campi di esercizio delle sue nuove funzioni, oramai distanti da quelle del buon funzionario di Stato (pubblico ufficiale) garante solo della corretta applicazione di norme e principi, quindi della coerenza tra leggi emanate a livello nazionale e comportamenti amministrativi. Si intravede altres una progressiva delineazione delle competenze di docente vicario e di collaboratori, le cui specificit funzionali erano gi state istituzionalmente riconosciute nel 1974 dai Decreti Delegati.
I collaboratori e il vicario La figura dei collaboratori, in senso pi generale e non come sinonimo di fiduciari o responsabili di plesso, nasce con i decreti delegati i quali prevedevano lindicazione da parte del collegio dei docenti di alcuni insegnanti (da due a quattro, in relazione alla consistenza numerica della scuola) tra i quali poi il capo distituto avrebbe dovuto scegliere il vicario. Da questa procedura appare chiaro che tali figure rappresentavano lemanazione diretta del collegio. Per la scelta del vicario, invece, il capo distituto aveva qualche libert seppure allinterno delle scelte collegiali e quasi sempre condizionata dal numero delle preferenze riportate da ciascun insegnante. Solo successivamente il D.l.vo n. 59 del 6/3/1998 ha previsto per il Dirigente, nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative ed amministrative, la possibilit di avvalersi di docenti da lui individuati ai quali affidare compiti gestionali ed organizzativi. I compiti del vicario nella scuola elementare di fatto non era analogo a quello del vice preside della scuola media o della scuola superiore: i diversi modelli organizzativi richiedevano articolazioni differenti di mansioni e responsabilit. Naturalmente, i compiti degli insegnati non vicari, non collaboratori, non fiduciari, rimanevano prevalentemente dentro laula, responsabili, pressoch unici, del processo di insegnamento-apprendimento.
Nuove funzioni e figure Nel tempo allinsegnante, in genere, verr chiesto qualcosa di pi e di diverso rispetto alle semplici competenze daula. Si incominciano anche a definire, seppure timidamente, nuove forme di impegni professionali. I nuovi compiti assegnati aggiungono alle specificit oramai consolidate del docente, identificabili nel rapporto insegnamento-apprendimento, funzioni collaterali di supporto 50
promozione e coordinamento. Gli insegnanti, quindi, gradualmente si avviano ad assumere nuove responsabilit come quelle di: - coordinatore di commissioni di lavoro; - operatore tecnologico; - operatore psicopedagogico; - coordinatore dei servizi di biblioteca; - coordinatore della programmazione/progettazione; - figura di supporto organizzativo al capo distituto; - referente alla salute; - responsabile della biblioteca scolastica; - referente per azioni contro la dispersione scolastica. Si tratta, per alcuni, di funzioni aggiuntive allinsegnamento (per esempio, coordinatori di commissioni, referenti di progetto), per altri di modificazione vera e propria della funzione docente (per esempio, coordinatore psicopedagogico, operatore tecnologico, orientatore).
Funzioni con incarichi aggiuntivi Figure con modificazioni di professionalit Responsabili di coordinamenti Referenti Operatore tecnologico Psico-pedagogista Bibliotecario Orientatore
2.7.2 Le figure di sistema
Negli anni Ottanta, dopo un primo proliferare e messa in prova di queste nuove competenze, sembrava naturale arrivare, quasi per automatismo, a vere e proprie figure di sistema. In realt, per, le nuove funzioni non si distinsero subito e nettamente rispetto a quelle usuali: le norme, infatti, furono soltanto possibiliste e contingenti probabilmente per la mancanza di stanziamenti in bilancio sufficienti e mirati, ma anche per i tempi non ancora maturi per professionalit differenziate con relative carriere ad hoc (magari con una diversa formazione di base, specifici reclutamenti e contratti separati). Si ricorda che la figura dello psicopedagogista, nasce timidamente il 10 luglio del 1978 sulla base della circolare n. 167 con la quale veniva istituito il servizio psicopedagogico nella scuola materna e dellobbligo. Tale figura fu confermata con altre circolari negli anni immediatamente successivi e sancita con la legge n. 270 del 20 maggio 1982, che prevedeva lutilizzazione, nei limiti, dellorganico provinciale, del personale docente anche in attivit didattico-educative e psico- pedagogiche, se inserita, per, nella programmazione di ciascun circolo o scuola. Ci sta a 51
dimostrare come anche la stessa legge si sia mossa, non tanto per ratificare una necessit per la scuola che stava cambiando, quanto piuttosto per mettere alla prova, dentro il nostro sistema scolastico, il percorso verso la differenziazione delle professionalit. La dipendenza del servizio psico-pedagogico dalle possibilit organiche provinciali determinava, non solo una situazione difforme tra le diverse realt territoriali (si ricorda che non siamo ancora in fase di dibattito avanzato sullautonomia scolastica), ma anche una certa precariet del servizio istituito, dipendendo esso dalla disponibilit organica annuale.
Dal 1985 tutti i contratti accennano timidamente a qualche ipotesi di sviluppo, mai di fatto approfondita nel corso della vigenza contrattuale. Facciamo qualche esempio. - Nel CCNL 1985-1987 (DPR 209/1987) allart. 40", si dice: una successiva commissione mista definir nuovi criteri di avanzamento di carriera entro il 30/6/1988". - Nel contratto CCNL 1988-1990 (DPR 399/1988) allart. 28 si ribadisce: " una successiva contrattazione decentrata nazionale stabilir anticipazioni di carriera per merito con decorrenza 31/12/1990, attraverso modalit concorsuali". - nel CCNL 1994-1997 (4/8/1995), di nuovo allart 27 si fa ancora riferimento ad " una successiva contrattazione decentrata nazionale con il compito di stabilire anticipazioni di carriera mediante titoli di merito con decorrenza 1/01/1996". - nel CCNL 1994-1997 (4/8/1995), come stato sopra affermato, allart. 38 si rinvia ad " una successiva contrattazione decentrata nazionale il compito di stabilire figure di sistema ovvero profili di specializzazione della professione docente da definirsi entro il 30/11/1995". - nel CCNL 1998-2001 (26/5/1999), allart. 29, per potenziare lo sviluppo delle carriere si attribuisce " un trattamento economico accessorio di 6.000.000 a seguito di procedura concorsuale per merito". Sappiamo, per, che su tali procedure unampia opposizione della categoria port allabrogazione dellarticolo e, subito dopo, anche alle dimissioni dello stesso ministro dellistruzione. - Nel CCNL 2002-2005 (24/7/2003), art. 22 si prospettano ancora possibili sviluppi: " Le parti stabiliscono di costituire, entro 30 giorni dalla firma definitiva del presente CCNL, una commissione di studio tra ARAN, MIUR e OO.SS. firmatarie del presente CCNL, che, entro il 31- 12-2003 elabori le soluzioni possibili, definendone i costi tendenziali, per istituire gi nel prossimo 52
biennio contrattuale, qualora sussistano le relative risorse, meccanismi di carriera professionale per i docenti 20 .
Le prime quattro figure professionali
Ci sembra doveroso analizzare con maggiore dovizia di dettaglio che cosa sono, come sono nate e che sviluppo hanno avuto le prime figure professionali: operatore tecnologico (OT), operatore psicopedagogico (OPP), coordinatore dei servizi di orientamento scolastico (CSOS) e dei servizi di biblioteca (CSB). Tali figure nascono per merito della legge 426 del 6.10.1988 (art. 5) che le introduce nella scuola italiana Esse vengono istituzionalizzate lanno successivo con lOM n. 282 del 10 ottobre 1989.
a. Operatore tecnologico (OT) Dai documenti ufficiali si possono rilevare elementi di profilo abbastanza definiti ed individuabili in quattro famiglie di competenze: di carattere semiologico e linguistico (esperto di linguaggi multimediali e logico simbolici); a livello progettuale (coordinatore dellazione di tutte le componenti scolastiche nelle fasi di realizzazione); nel merito della programmazione didattica (individuazione di percorsi disciplinari, promozione di progetti con supporto multimediale ed informatico); relative alla capacit di socializzare esperienze multimediali ed informatiche.
Con lOM n. 238 del 2 agosto 1991 si stabiliva per laccesso alle nuove figure professionali anche una valutazione culturale e professionale per titoli. Per la capacit di realizzare un progetto, si sottolineavano le abilit ideative, tecniche e procedurali: le stesse che successivamente venivano indicate per quelle figure professionali definite, con un termine abbastanza generico, come responsabili di progetto. Si trattava, comunque, in maniera pi specifica, di saper: identificare ed esplicitare le strutture, gli obiettivi, le sequenze operative; scegliere e mettere in funzione gli strumenti opportuni; provvedere al loro controllo e regolazione; raccogliere, verificare, organizzare lentrata ed uscita delle informazioni;
20 Cfr. Cenerini A., Carriere, in Cerini G., Spinosi M. (a cura di), Voci della scuola duemilaquattro, Tecnodid, Napoli, 2003. 53
definire le istruzioni di processo per consentire ad altri di continuare, ripetere, modificare il progetto. Relativamente alle competenze di natura didattica, la circolare sottolineava alcune funzioni professionali che presupponevano sia la conoscenza approfondita delle dimensioni metodologiche ed operative della programmazione didattica nella scuola dellobbligo 21 , sia la capacit di identificare e promuovere percorsi di programmazione interdisciplinare, ma anche quella di attivare unit didattiche nei linguaggi audiovisivi e informatici. Ci naturalmente presupponeva anche la capacit di rapportarsi proficuamente con i colleghi, di promuovere ed incentivare la collaborazione. Non a caso, per la quarta famiglia di competenze (organizzative e di sviluppo della socializzazione) si chiedeva allOT di saper essere un promotore di orientamento nei confronti delluniverso dei media e dei computer. Alla luce della crescente complessit del funzionamento della scuola e della necessaria generalizzazione delluso delle tecnologie dellinformazione e della comunicazione (TIC), oggi, alla funzione di OT si sta contestualmente richiedendo ulteriori competenze oltre quelle gi definite.
b. Psicopedagogista (OPP) La professionalit dello psicopedagogista si andata delineando a partire dallesigenza di una scuola intesa non solo come luogo di alfabetizzazione, ma anche come contesto di relazioni umane, importanti nella vita dellallievo, dallinfanzia alluniversit. Non a caso le funzioni previste per lOPP si fondavano su conoscenze e competenze psicologiche, pedagogiche e relazionali essendo il suo ruolo centrato su azioni consulenziali allinterno e allesterno dellistituzione scolastica. Linsegnante OPP non poteva quindi prescindere dalla capacit di ascolto attivo, di mediazione e di empatia, dalla disponibilit a mettersi in discussione, ma anche dal possesso di strumenti di lettura, di gestione delle dinamiche interpersonali e di gruppo, sapendo anche selezionare gli elementi significativi volti a leggere ed interpretare le diverse situazioni. A differenza dello psicologo (da molti ancora richiesto come figura organica alla scuola), la figura dello psicopedagogista veniva considerata interna allistituzione: ne condivideva i problemi, faceva parte della sottile rete di rapporti e di processi di identificazione, era attenta alle diverse evoluzioni in atto dentro il contesto educativo. Ci, se per un verso, poteva costituire un valore aggiunto (facilitando la partecipazione della costruzione dei vari progetti istituzionali), per un altro poteva favorire effetti di identificazione e di
21 Si ricorda che lOT previsto solo per la scuola dellobbligo 54
proiezione rispetto alle diverse situazioni in cui egli interagiva, con il rischio di intrusivit, emotivit, ed adesione eccessiva ai problemi. In linea di massima si possono ricordare alcune attivit a carattere generale, tendenzialmente condivise in pi realt scolastiche, che hanno caratterizzato il comportamento professionale dellOPP, per esempio: per la diagnosi e il recupero delle capacit di apprendimento; per lintegrazione delle persone disabili; per la consulenza pedagogica ed educativa ai docenti; per la consulenza alle famiglie su aspetti educativi; per lorientamento (in mancanza di una figura ad hoc); per la continuit educativo-didattica della scuola dellobbligo; per la costruzione di rapporti con il territorio. Allinterno di ogni singola attivit a carattere generale, ogni scuola ha articolato un piano dettagliato di azioni mirate con lindividuazione delle funzioni specifiche e degli impegni professionali dello psicopedagogista.
c. Coordinatore dei servizi di biblioteca (CSB) Il tentativo di delineare, anche attraverso procedure di carattere normativo; la figura di coordinatore dei servizi di biblioteca va naturalmente letta in termini di rinnovata attenzione alla cultura del libro e al sostegno alla lettura in ambito scolastico. Questa figura, nata solo per le scuole superiori, ha avuto modo di concretizzarsi anche nelle scuole materne elementari e medie, non tanto per effetto di una positiva estensione della norma, ma soprattutto per impulso di progetti nazionali volti a rilanciare in maniera massiccia linteresse per la lettura. Non prevedendo, per la legge 426/1988, la possibilit di destinare insegnanti alla cura della biblioteca nella scuola dellobbligo, si ritenne di poter utilizzare altre figure di docenti provvisoriamente o permanentemente esonerati dallinsegnamento (spesso per motivi di salute). Ci sono stati anni di impegno con i Progetti Lettura, che si sono rivelati molto utili sia per concettualizzare e diffondere le caratteristiche e le funzioni di una biblioteca scolastica sia per conoscere le possibilit di apprendimento nellambiente biblioteca, sia ancora per riconsegnare al libro le sue peculiarit strumentali e funzionali come per esempio: lacquisizione di capacit personali e critiche nella selezione, nella scelta delle informazioni e delle abilit da utilizzare nella soluzione dei problemi di vita quotidiana; ma anche la costruzione personale e sociale dei saperi piuttosto che lacquisizione di repertori enciclopedici di conoscenze; 55
soprattutto la ricostruzione dellunitariet del mondo indagato pi che la conoscenza di saperi settoriali 22 . Tra i compiti specifici assegnati a tale figura possiamo ricordare, per esempio, laiuto che egli poteva apportare nellorientamento dei vari percorsi progettuali collegabili con i supporti rinvenibili nella biblioteca scolastica, nelle proposte di acquisizione di nuovi testi avendo chiaro il quadro delle dotazioni esistenti, nelle scelte dei criteri di catalogazione, nella strutturazione organizzativa degli spazi di fruizione. Per un maggiore approfondimento delle azioni funzionali del bibliotecario scolastico si pu tuttora far riferimento anche ai servizi dellex INDIRE 23 .
d. Coordinatore dei servizi di orientamento scolastico (CSOS) La quarta figura individuata nellart. 5 della legge 426/1988 quella del Coordinatore dei servizi di orientamento scolastico (CSOS) presso gli istituti di scuola secondaria superiore ivi compresi i licei artistici e gli istituti darte. Nel comma terzo dello stesso articolo si specifica che tali insegnanti conservano lo stato di docenza con il conseguente trattamento economico e giuridico. Una precisazione che frena lipotesi (allepoca neanche molto diffusa) che lo spostamento di funzioni, dallaula al fuori aula, possa rappresentare lavvio di una diversificazione di profili di carriera. Le funzioni previste per il CSOS erano tutte centrate nelle dinamiche sociali, affettive e relazionali con gli allievi. Si trattava principalmente di agevolare gli studenti ad acquisire conoscenze delle proprie attitudini ed interessi per effettuare scelte mirate, autonome, efficaci, volte alla costruzione consapevole del proprio progetto di vita, anche attraverso informazioni circa i possibili sviluppi nello studio o nei canali professionali, in relazione alle realt del mercato del lavoro e della sua prevedibile evoluzione qualitativa e quantitativa. Sulla questione dellorientamento scolastico vanno evidenziati due aspetti: il primo che vari campi del sapere (sociologia, psicologia, economia, educazione) pur modellati su schemi culturali diversi, hanno investito sullambito dellorientamento; il secondo che tale ambito ha una sua storia antica che fonda le sue origini allinizio del secolo, che si poi evoluta gradualmente nei suoi aspetti concettuali e nelle modalit di attuazione. Le funzioni di orientare i giovani nella scuola, cos come sono state delineate dalla normativa per la figura dellCSOS, erano prevalentemente quelle di guida creativa ed originale, documentante e realistica, ma soprattutto di sostegno alla persona. In altre parole orientare significava aiutare a
22 Cfr. a questo proposito il saggio di N. Maloni, La biblioteca, in D. Cristanini-M.Spinosi (a cura di), Le funzioni obiettivo. Profili, azioni e competenze, Tecnodid, 2000, Napoli. 23 Il sito www.dante.bdp.it/servizi/crems molto utile sia per una formazione a distanza del bibliotecario, sia per la possibilit che offre di conoscere le soluzioni approntate da altre scuole e gi disponibili in rete 56
prendere decisioni compatibili sia con la propria personalit sia con il contesto di riferimento, e lorientatore si configurava come una specie di coscienza critica per la costruzione del proprio progetto di vita.
Ed inoltre il tutor e il vicario 24
Il termine tutor con tutte le varie connotazioni semantiche (tutorialit, tutoraggio, tutorship) oggi particolarmente diffuso nel lessico pedagogico e incardinato nellorganizzazione scolastica. Ma luniverso in cui si colloca questo termine molto ampio e dai contorni non sempre ben tracciati: si parla di tutor scolastico, tutor aziendale, tutor universitario, web-tutor, tutor di rete, studenti tutor, tutor di classe, tutor personale, tutor di stage, tutor della formazione... una espressione, infatti, utilizzata in vari ambiti (scuole, universit, collegi, aziende, centri di formazione professionale, formazione on line) e anche se raccoglie in s funzioni molto diverse, si connota sinteticamente come figura professionale che agisce: - per facilitare le dinamiche individuali e di gruppo; - per sostenere i processi di apprendimento; - per agevolare i rapporti con i molteplici oggetti formativi e tra i diversi soggetti implicati nella relazione educativa. Sono ruoli, quindi, prevalentemente consulenziali che si pongono in relazione dinamica con altri ruoli comunque esistenti nelle scuole e nelle varie attivit formative. La scelta terminologia rinvia, perci, ad una molteplicit di azioni che, per essere efficaci, hanno bisogno di alte competenze e di accurata specializzazione professionale. Anche nei sistemi scolastici di altri paesi, seppure questa figura abbia una sua storia molto pi radicata rispetto alla nostra, comunque riscontrabile una oscillazione di significati se trattasi di un uso settoriale (recupero degli svantaggi, educazione adulti, orientamento ) o generale in cui le funzioni sono tendenzialmente assegnate a tutti gli insegnanti e costituiscono parte integrante del sistema formativo. In Italia il tutor fu introdotto in occasione della formazione dei docenti che per la prima volta si affacciavano nel mondo della scuola (CM n. 267 del 10 settembre 1991) e aveva il compito di: - aiutare i docenti in prova nelle questioni metodologiche didattiche; - facilitare il reperimento della documentazione; - assisterli nei rapporti interni ed esterni allistituzione. Egli, in altre parole, diventava colui che avrebbe dovuto interpretare le scelte collegiali e le proposte
24 I paragrafi che seguono costituiscono una rielaborazione, integrazione ed aggiornamento di due saggi della scrivente, Tutor e Funzioni tutoriali in G. Cerini, M. Spinosi Voci della scuola duemilatre (2002) e Voci della scuola duemilaquattro, (2003) Tecnodid, Napoli. 57
formative dellistituto, ma anche assumere un forte ruolo di mediazione nei confronti dei nuovi docenti, attraverso adeguati sistemi comunicativi, come pure controllare la ricaduta di tali mediazioni attraverso il sostegno nella didattica. Lincarico di vicario assicura la rappresentazione anche legale dellistituto in caso di assenza o impedimento del dirigente. Il docente cui stato conferito tale ruolo deve garantire azioni di direzione e di controllo, nei limiti della delega ricevuta, attraverso un comportamento agito in termini di integrazione e di propulsione e non in un rapporto gerarchico nei confronti dei docenti della scuola. Naturalmente, c un profilo di competenze (di processo, di conoscenze e di capacit chiave) che si sta ulteriormente definendo a partire dalle domande e dai bisogni organizzativi dellistituzione scolastica, tra cui per esempio: - conoscenze circa il quadro normativo e il contesto di riferimento (ambiente interno ed esterno); - esperienze e conoscenze approfondite sul funzionamento organizzativo complessivo dellistituto; - competenze comunicative e tecnologiche; - conoscenze metodologiche; - capacit duso di tecniche e strumenti di lavoro. Al vicario vengono inoltre richieste: autorevolezza, capacit di pianificazione e di gestione delle relazioni umane, di orientarsi allinterno della complessit, ma anche di saper cogliere gli elementi significativi del cambiamento, di individuare problemi e di ipotizzare soluzioni sensate. Il CCNL assegna al dirigente scolastico la possibilit di avvalersi (ai sensi dellart. 25 comma 5 del D.Lgs 165/2001) di due unit di personale docente, individuate dallo stesso dirigente, alle quali possono essere delegati specifici compiti organizzativi ed amministrativi. 2.7.3 Le funzioni obiettivo e strumentali 25
I cambiamenti delle politiche formative, le innovazioni continue sul piano istituzionale, le nuove domande sociali e culturali richiedono una riorganizzazione di tutto il sistema scolastico. Esso ha bisogno di una molteplicit di figure differenziate, con notevoli competenze professionale, in grado di attuare, anche, gli scopi delle riforme. Lart. 28, CCNL 26 maggio 1999 aveva coniato un nuovo termine, che proponeva una prima forma di articolazione delle professionalit e linizio di una stagione destinata, forse, ad avere particolari sviluppi: ci riferiamo alle cosiddette funzioni obiettivo, che avrebbero dovuto costituire un supporto per lo sviluppo della scuola dellautonomia.
25 Vedi: M. Spinosi, Le funzioni strumentali in Repertorio. ed Tecnodid. 58
Con lintroduzione di tale istituto contrattuale si cercava di dare una risposta ad una scuola che ogni giorno, in maniera sempre pi pressante, chiamata ad affrontare la gestione di una complessit organizzativa dovuta soprattutto ad esigenze di ampliamento e diversificazione dellofferta formativa. Levidenziazione contrattuale nei confronti di tali funzioni poteva essere letta in continuit con le soluzioni che la scuola, nellarco dellultimo ventennio, veniva via via realizzando, ma anche in discontinuit con le proposte precedenti (contratto del 1995, art. 38, c. 7 e 8) che ipotizzavano vere e proprie figure di sistema. La continuit si leggeva nello stretto rapporto tra figure effettivamente operanti nella scuola ed aree funzionali previste dallart. 28 del CCNL/99; la discontinuit era rinvenibile nella mancata risposta allesigenza, da molti considerata prioritaria, di definire nuove figure professionali autonome e senza incarichi di insegnamento. Le funzioni obiettivo, chiamate poi strumentali, da assegnare a docenti disponibili e competenti, per la realizzazione delle finalit istituzionali della scuola autonoma, possono ancora essere considerate come il primo passo verso una reale differenziazione di profili che la scuola dellautonomia richiede con sempre crescente sollecitudine. Le pi recenti scelte contrattuali, quindi, sono andate nellottica della valorizzazione del patrimonio professionale degli insegnanti, ma senza strappi, esorcizzando il rischio, da molti paventato, di una possibile separazione di carriere. Lart. 28 del contratto citato aveva individuato quattro aree di competenze, articolabili in specifiche funzioni (all. 3 al CCNL/1999) volte al raggiungimento degli obiettivi connessi con:
a. il coordinamento della didattica (gestione del Piano dellofferta formativa); b. la formazione in servizio (sostegno al lavoro dei docenti); c. il sistema di accoglienza e orientamento (interventi e i servizi per gli studenti); d. i rapporti nel territorio (attuazione di progetti formativi dintesa con Enti ed Istituzioni esterni alla scuola) per la realizzazione di un ambiente formativo pienamente integrato.
a. Nellarea della Gestione del Piano dellofferta formativa erano collocabili funzioni di coordinamento del POF, di progettazione curricolare, di valutazione delle attivit del POF, di cura dei rapporti tra la scuola e le famiglie.
b. Pi articolata si presentava, invece, la seconda area, quella del sostegno al lavoro dei docenti. Venivano, infatti, suggerite funzioni di analisi dei bisogni formativi e gestione del piano di formazione e aggiornamento; di accoglienza dei nuovi docenti; di produzione dei materiali didattici; di coordinamento dellutilizzo delle nuove tecnologie e della biblioteca; di cura della 59
documentazione educativa; di coordinamento nella scuola dellattivit di tutoraggio connessa con la formazione universitaria. Dallesperienza diffusa in questi anni abbiamo rilevato che su questa area sono state designate pi figure, considerando la diversit e la variet degli incarichi proposti.
c. Larea degli interventi e servizi per gli studenti ha avuto applicazioni diverse fortemente caratterizzate dalla tipologia e dallordine di scuola. Essa prevedeva funzioni di coordinamento delle attivit extracurricolari, di coordinamento e gestione delle attivit di continuit, di orientamento e tutoraggio, ma anche di coordinamento delle attivit di compensazione, integrazione e recupero.
d. Nelle istituzioni autonome della scuola di base (direzione didattiche e istituti comprensivi) la quarta area (attuazione di progetti formativi dintesa con Enti ed Istituzioni esterni alla scuola) ha avuto un ruolo pi marginale rispetto ad altre. Essa era mirata infatti al coordinamento dei rapporti con enti pubblici o aziende per la realizzazione di stage formativi; al coordinamento delle attivit scuola-lavoro e di stage; al coordinamento delle attivit con la formazione professionale.
Seppure con qualche cambiamento i contratti hanno inteso salvaguardare, fino ad oggi, listituto delle funzioni strumentali riconoscendo il contributo che ha avuto nel disegnare alcune soluzioni (anche se flebili) rispetto al bisogno di valorizzazione e differenziazione dei profili professionali, e mantenendo, nello stesso tempo, un saldo ancoraggio nelle funzioni pi propriamente daula. Tutti convengono, infatti, che linsegnamento-apprendimento costituisce lessenza del patrimonio professionale dei docenti e la fondamentale risorsa per la realizzazione delle finalit istituzionali della scuola. Tant che lart. 31 del contratto 2006-2009, a proposito di ricerca ed innovazione, prevede il riconoscimento del lavoro daula, fino ad ora considerato ordinaria routine e non fondamentale per il miglioramento dei livelli di apprendimento. Art. 31 Ricerca e innovazione (CCNL 29.11.2007) 1. In sede di contrattazione integrativa nazionale saranno definite modalit e criteri di utilizzazione di eventuali finanziamenti aggiuntivi destinati al sostegno della ricerca educativo-didattica e valutativa funzionali allo sviluppo dei processi dinnovazione e finalizzati alla valorizzazione del lavoro daula e al miglioramento dei livelli di apprendimento.
Le funzioni strumentali non rappresentano un percorso per nuovi profili di carriera, ma solo alcune responsabilit di tipo gestionale-organizzativo, da aggiungere all attivit daula. La retribuzione non consiste pi nel compenso fisso ma viene definita nel contratto di istituto, in base: 1. alle risorse complessive assegnate per tale scopo; 60
2. al numero delle funzioni attivate; 3. tenendo eventualmente anche conto dellimpegno richiesto per ciascuna di esse. Tale liberalizzazione implica una responsabilit pi forte da parte della scuola autonoma, la quale chiamata sia a definire lammontare dei compensi in base ai parametri suddetti, sia approfondire preventivamente il livello di impegno e di responsabilit che lespletamento delle funzioni strumentali comporta. Il percorso operativo, volto allidentificazione delle funzioni strumentali, ribadito dallart. 33 del contratto 2006-2009, che assegna il compito di identificare le funzioni strumentali al Collegio dei docenti, il quale si esprime sia sul numero e la tipologia delle funzioni da attivare sia sui criteri di attribuzione ed i nominativi dei docenti destinatari.
2.8 Evidenze
Tutti i tentativi di articolare, specializzare e differenziare il ruolo dei docenti in funzione delle sfide provenienti dallautonomia e dallambiente sociale sono, ad oggi, state continuamente rivisti e ridefiniti fino a diventare poco chiari.
Ecco le tappe: - Fine anni 80. Le nuove figure professionali dovevano supportare il lavoro dei docenti in termini di consulenza e di gestione di alcuni servizi (psicopedagogista, orientatore, documentalista bibliotecario, etc.). Legate comerano allassorbimento dei soprannumerari hanno avuto un inizio stentato e sono scomparse presto dal panorama delle scuole.
- Inizio anni 90. La proposta di istituire un corpo di insegnanti formatori, preparati e specializzati nella formazione e nella consulenza tecnica dei colleghi, ha trovato una vasta opposizione.
- 1995. Le figure di sistema inaugurate con il Contratto collettivo del 1995, non sono mai decollate.
- 1999. Le funzioni obiettivo, istituite ancora con Contratto, articolate secondo precise aree di competenza, hanno avuto vita breve.
- Nel 2002 si arrivati alla versione debole dello staff, costituito dalle attuali funzioni strumentali. 61
Queste nuove figure sono identificate (prima erano designate) dal collegio dei docenti. Per lidentificazione viene utilizzato lo scrutinio segreto.
In sintesi, dopo pochi anni dalla inaugurazione delle figure di sistema, lo staff caratterizzato da questi elementi: 1. indeterminatezza della funzione, la cui definizione dipende dalla disponibilit soggettiva del docente, dalla presenza o meno di determinate competenze; 2. temporaneit dei compiti assegnati. Lo svolgimento della funzione dura al massimo un anno scolastico, salvo nuova identificazione/designazione; 3. retribuzione contenuta, una semplice indennit (che solitamente non supera i 1.500 euro lordi annuali); 4. nessuna formazione. Il docente che si rende disponibile un docente di buona volont, se ha delle competenze solo merito del singolo; 5. elettivit. Lassemblea degli insegnanti (collegio) sovrana per qualsiasi decisione attinente ai contenuti, alle procedure, alla durata, ed anche alla scelta di queste figure. 6. esclusione del vicario. Il vicario (il vice) del dirigente nella nuova regolamentazione pattizia scompare e cede il posto a due figure di collaboratore individuate dal dirigente con funzioni unicamente organizzative a amministrative.
In sostanza le funzioni strumentali non costituiscono, al momento, una corsia privilegiata per nuovi profili di carriera, ma solo alcune responsabilit di tipo gestionale-organizzativo, che si aggiungono alle quotidiane attivit daula. Tuttavia, pur riconoscendo che linsegnamento-apprendimento costituisce lessenza del patrimonio professionale dei docenti e la fondamentale risorsa per la realizzazione delle finalit istituzionali della scuola, le nuove domande sociali e culturali chiedono che allinterno del sistema scolastico siano presenti figure differenziate, con notevoli competenze professionali. Tali figure, se non vogliono essere vanificate nella genericit, devono poter essere supportate da unadeguata formazione e devono poter utilizzare le competenze acquisite per una maggiore visibilit sociale, ma anche per una possibile progressione di carriera.
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SECONDO SNODO
Quali nuove competenze per i docenti?Come formarle qualificarle e riconoscerle?
3 NUOVE SFIDE
Negli ultimi anni maturata profondamente la consapevolezza che il nuovo sistema esige dagli insegnanti competenze professionali sempre pi qualificate e differenziate. Dal punto di vista istituzionale ci sono i nuovi scenari delle riforme (amministrative, istituzionali, costituzionali) che impongono nuove funzioni e compiti. I docenti devono rispondere in maniera flessibile ed innovativa ai cambiamenti in corso; devono intessere rapporti con i dirigenti, le famiglie, le agenzie del territorio, le comunit, sia a livello professionale, sia a livello personale. Sul versante organizzativo, essendo chiamati a prendere decisioni in situazione di incertezza, devono essere in grado di padroneggiare abilit generali per poter cogliere i cambiamenti ed agire efficacemente in situazioni sempre in movimento. Sul piano sociale, hanno il compito prioritario di filtrare i bisogni dellutenza interpretando la domanda non solo sulla base delle caratteristiche di contesto, ma soprattutto dei principi e dei criteri generali che connotano la specificit del sistema scuola; c un territorio con il quale indispensabile interagire in maniera costruttiva, utilizzando nuove regole e nuove grammatiche. A livello relazionale, ai docenti richiesta unattenzione particolare: gli studenti stimano molto i docenti attenti ai loro problemi, non solo di natura cognitiva. Linsegnante carismatico certamente colui che sa, ma anche colui che sa bene rapportarsi con gli altri. A livello culturale, i docenti sono i primi responsabili degli esiti formativi degli studenti. Tale responsabilit acquista una maggiore evidenza sociale di fronte a risultati non sempre eccellenti (es.: OCSE-PISA). Relativamente al curricolo e alla didattica, gli insegnanti devono possedere e dominare sia i saperi disciplinari sia linsieme organizzato di operazioni, strategie, tecniche finalizzate alla progettazione e alla programmazione degli interventi formativi, allattivazione dei processi di insegnamento-apprendimento. Non vanno dimenticate poi le responsabilit professionali in senso generale: lobiettivo finale dellinsegnamento quello di garantire agli studenti la qualit degli esiti formativi: studenti preparati, con competenze spendibili sul mercato (e non solo quello nazionale), ma soprattutto buoni cittadini e soggetti responsabili. 63
La professionalit dellinsegnante influenzata, dunque, da un complesso di aspetti, socio ambientali, culturali, istituzionali, ma anche da aspetti legati alla biografia personale. Con queste attenzioni 26 vanno ripensate le proposte per la costruzione delle competenze rispondenti alle attuali richieste della scuola e della societ. I profili dei docenti dovranno rapportarsi con nuove sfide e sar sempre pi necessario: - costruire i primi bilanci di competenze (recupero delle professionalit acquisite non solo mediante titoli, ma costruendo forme di visibilit delle competenze anche attraverso un apposito portfolio che raccolga e documenti le esperienze in un curricolo strutturato); - predisporre una serie di strumenti utili per la valutazione delle professionalit (sistema di certificazione e di incentivi); - ipotizzare nuovi e differenziati profili di carriera, sulla base di possibili opzioni, da definire attraverso accordi; - offrire un sistema di opportunit formative per la qualificazione professionale lungo tutta la carriera, tale da sollecitare percorsi personalizzati di formazione; - concentrare gli investimenti sulla docenza in base ad articolazioni di funzioni con il riconoscimento di un diverso impegno professionale sia rispetto al tempo di lavoro sia in relazione allarricchimento del profilo professionale con conseguenti riconoscimenti economici; - qualificare e riconoscere come prioritaria la professionalit docente nella sua dimensione fondativa delle attivit di insegnamento/apprendimento.
4 UNO SGUARDO EUROPEO E INTERNAZIONALE
4.1 Nuovi compiti degli insegnanti e ampliamento delle funzioni
Lo sviluppo dellautonomia scolastica, la ricerca di una maggiore qualit nellinsegnamento e le nuove funzioni sociali richieste alle scuole hanno apportato numerosi cambiamenti nel sistema scolastico, ampliando notevolmente le attivit degli insegnanti.
26 Cfr. in Quaderni degli annali dellistruzione, La professionalit docente in Europa, Le Monnier, Firenze, novembre, 2003.
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Ormai viene richiesto alla scuola di migliorare il rendimento scolastico degli alunni, ma anche di proporre al proprio interno delle soluzioni, in particolare per la gestione di problemi sociali pi generali. In alcuni paesi, questa tendenza percepita dagli insegnanti non solo come uno spostamento nella definizione della loro professione (soprattutto nellistruzione secondaria), ma anche come un aumento oggettivo dei compiti affidati loro. Sono pochi i paesi che hanno accompagnato i nuovi compiti sociali degli insegnanti con la creazione di nuovi posti nelle scuole. il caso della Repubblica ceca, dove dal 2000 sono stati creati dei nuovi posti di assistenti pedagogici (asistent pedagoga2004).
Gli strumenti messi a disposizione degli insegnanti per svolgere questi nuovi compiti non sono ancora adeguati. Sembra esserci uno scarto notevole tra i requisiti ufficiali, vale a dire cosa significa in realt svolgere nuovi compiti, e le risorse previste per raggiungere tali obiettivi.
Sembrerebbe quindi che, nella maggior parte dei paesi, dopo la definizione di queste nuove prerogative degli insegnanti, si ponga adesso la questione della loro attuazione e delle misure di accompagnamento necessarie per tale scopo. Questa inadeguatezza tra lestensione del campo di azione degli insegnanti, le politiche di accompagnamento, gli incentivi e i meccanismi di controllo rivela una modalit specifica di elaborazione delle politiche educative. Nella maggior parte dei paesi, queste misure sono il risultato di una molteplicit di legislazioni che si sono sovrapposte senza un quadro di insieme coerente. solo dopo avere valutato queste nuove disposizioni sul campo, di fronte alle resistenze collettive o individuali degli insegnanti, alle difficolt di reclutamento di persone competenti, che vengono elaborati dei piani globali di definizione e di rivalorizzazione dello stato e delle condizioni di lavoro.
Nonostante la molteplicit delle cause, le configurazioni istituzionali utilizzate per lampliamento delle responsabilit degli insegnanti sono piuttosto simili tra i paesi. A parte qualche eccezione, molto spesso lampliamento dei compiti degli insegnanti e le norme che definiscono gli status e le condizioni di servizio degli insegnanti vengono decisi a livello centrale nella maggior parte dei paesi europei.
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Sono pochi i paesi che, come i Paesi Bassi, il Portogallo e il Regno Unito, hanno fatto una riflessione globale sul ruolo degli insegnanti che ha portato a un rinnovamento radicale del loro status e delle loro condizioni di lavoro. Il pi delle volte, i cambiamenti attuali risultano da una serie di leggi che hanno accumulato, ognuna, nuove responsabilit senza una riflessione generale su ci che alla base della professione insegnante. Possiamo citare lesempio della Spagna che lavora dal maggio 2006 ad un rinnovamento dello status degli insegnanti dellistruzione scolastica (non universitaria) e quello della Francia che, nel 2007/2008, ha riunito una Commissione detta Pochard per riflettere sulle condizioni di servizio degli insegnanti. Anche nella Repubblica ceca un ampio progetto di ricerca, pianificato tra il 2007 e il 2011, volto a comprendere lo sviluppo della professione e si incentra sulle questioni relative alle condizioni di lavoro e allo status degli insegnanti.
Le relazioni che devono esistere tra lo status, i compiti, la remunerazione, lautonomia e laccountability sono al centro di queste riflessioni generali, che vengono fatte molto spesso nel quadro di un rinnovamento generale dello status dei dipendenti pubblici o sotto limpulso dei sindacati che vi vedono le condizioni per un chiarimento delle responsabilit degli insegnanti da mettere in relazione con i loro stipendi.
4.2 Gli incentivi a livello europeo e internazionale
A livello internazionale, gli Stati Uniti sono il paese in cui si sta sperimentando di pi in termini di modelli di incentivi. In generale, le pi recenti esperienze si stanno orientando verso lo sviluppo di sistemi di incentivi a livello di gruppo. Il dinamismo del paese in questo senso testimoniato anche da uniniziativa federale, il Teacher Incentive Fund (TIF, http://www.ed.gov/programs/teacherincentive/), attraverso cui possibile ottenere finanziamenti per sperimentazioni tese a implementare sistemi di incentivi per le performance di insegnanti e dirigenti scolastici. Caratteristica comune ai sistemi finanziati che questi utilizzano i risultati di test standardizzati degli studenti come strumento di valutazione delle performance del personale scolastico. I finanziamenti sono a disposizione delle scuole pubbliche e sinseriscono nel vasto panorama di iniziative legate alla legislazione NCLB (No Child Left Behind, http://www.ed.gov/nclb/) che, varata dallamministrazione Bush nel 2001, punta ad utilizzare la valutazione come uno strumento 66
per spronare i singoli Stati membri a migliorare le performance dei propri studenti affinch questi raggiungano il livello di Proficiency (piena competenza) nella specifica materia entro il 2014. Rispetto allapproccio normativo della legislazione No Child Left Behind, lUnione Europea che pure deve far fronte a problemi non dissimili da quelli presenti negli USA ha piuttosto seguito la via del reciproco coordinamento tra i Paesi Membri, i quali si sono impegnati a mettere in atto gli sforzi necessari per riuscire a raggiungere obiettivi condivisi 27 . Da questi obiettivi traspare lattenzione alla dimensione dello sviluppo delle conoscenze. Inoltre, in pi occasioni, la Commissione Europea ha sottolineato la stretta e sicura correlazione fra la qualit professionale degli insegnanti e i risultati degli alunni 28 e ha indicato che si possono rafforzare sia lefficienza che lequit privilegiando il miglioramento della qualit degli insegnanti. 29
Attualmente, in Europa vi sono 5 paesi che hanno implementato sistemi di incentivazione, ovvero Belgio, Danimarca, Francia, Germania e Inghilterra. In Finlandia, Olanda e Norvegia si dato spazio ai dirigenti scolastici per accordare miglioramenti salariali agli insegnanti che si mostrino particolarmente meritevoli. Tutti i modelli attualmente operativi in Europa valutano e premiano il singolo insegnante o in base alle conoscenze e competenze acquisite o in base alle proprie performance. In Belgio la valutazione ha un carattere potenzialmente sanzionatorio in quanto pu comportare il licenziamento dei docenti che non ottengono risultati soddisfacenti. In Danimarca gli incentivi corrispondono al salario accessorio che i docenti possono avere in base ai risultati. In Germania, in Francia e in Inghilterra i risultati nella valutazione sono invece legati alla possibilit di ottenere una promozione. In Inghilterra, esiste anche un articolato programma di valutazione di sistema in base a cui: - la scuola identifica e viene regolarmente monitorata in base al raggiungimento di precisi target di politica scolastica da perseguire a livello centrale e locale; - le conoscenze e competenze di tutti gli alunni vengono verificate a quattro livelli (key stage) critici che corrispondono alle et di 7, 11, 14 e 16 anni;
27 Vedi obiettivi di Lisbona 2010 e 2020. 28 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO su Migliorare la qualit della formazione degli insegnanti http://ec.europa.eu/education/policies/2010/doc/comm481_it.pdf
29 COMUNICAZIOE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO su Efficienza e equit nei sistemi europei di istruzione e formazione http://ec.europa.eu/education/policies/2010/doc/comm481_it.pdf 67
- loperato dellistituzione verificato da ispezioni condotte regolarmente ogni 4-6 anni su tutte le scuola ad opera dellOfsted. I rapporti dellOfsted (che vengono resi pubblici) vanno ad integrare i processi di autovalutazione condotta dalle singole scuole. Un buon risultato in questa valutazione fa s che la scuola possa ottenere, in aggiunta alla dotazione standard determinata in base al numero di studenti iscritti, una serie di finanziamenti extra che possono essere ripartiti anche tra i docenti.
5 LA SITUAZIONE IN ITALIA
Nel nostro paese linsegnamento non ha ancora del tutto acquisito e consolidato quelle caratteristiche fondanti che la distinguono e caratterizzano come professione. Citiamo ad esempio le difficolt che ancora sussitono rispetto a 30 : 1) il sapere specialistico, ossia un corpo di conoscenze e competenze professionali specifiche; 2) la certificazione rigorosa degli standard professionali; 3) lautonomia professionale, riferita sia allesercizio del proprio lavoro che a propri organi di autogoverno; 4) ladesione a un codice deontologico. Sono questi passaggi particolarmente complessi ma quanto mai necessari nel contesto dellautonomia.
La stessa tutela costituzionale della libert di insegnamento e del diritto allistruzione impongono la definizione legislativa di uno specifico stato giuridico per gli insegnanti, che dovrebbe trattare i seguenti aspetti: - profilo professionale; - diritti e doveri fondamentali degli insegnanti; - formazione iniziale e continua; - reclutamento; - periodo di prova; - carriera; - premi ed incentivi; - valutazione.
Lautonomia scolastica, assurta a norma costituzionale dopo la modifica delarticolo 117, rende oggi pi che mai necessaria la formalizzazione di una leadership professionale dei docenti. La
30 A Cenerini: Standard professionali. In Voci della scuola. Ed. Tecnodid 2002 68
legge n. 59/1997 aveva gi stabilito che lattribuzione della dirigenza ai capi distituto fosse contestuale allindividuazione di nuove figure professionali del personale docente. Ma mentre la dirigenza stata realizzata, la formalizzazione di una carriera docente rimasta sulla carta. Una mancata articolazione della carriera dei docenti contrasta con qualsiasi moderna organizzazione del lavoro e porta ad enfatizzare la figura del dirigente scolastico come manager solitario che concentra su di s tutte le funzioni. Le funzioni strumentali, per quanto possano apparire un primo tentativo nella direzione sopraindicata, non rappresentano ancora una risposta adeguata e i risultati di questa esperienza sono ritenuti deludenti. Come riportavamo anche le primo snodo, le funzioni strumenti non hanno permesso alcuni passaggi determinati per la qualificazione e la possibile differenzazione delle carriere. Ad esempio non abbiamo: 1. una definizione del profilo professionale; 2. una formazione specifica; 3. un riconoscimento del ruolo; 4. un riconoscimento economico evidente. Sono questi solo alcuni degli aspetti che sostanziano e qualificano, in unorganizzazione pubblica come la scuola, lo sviluppo di nuove figure professionali. A titolo esemplificativo riportiamo a seguito la difficolt, ad oggi fortemente presente ed evidente, della possibile differenziazione dei riconoscimenti economici per i docenti in Italia. Intendendo il riconoscimento economico come una fra le possibili leve per sviluppare, e nello stesso tempo per segnalare, una differenzazione di funzioni e di risultati fra i docenti.
5.1 Analisi dei riconoscimenti economici In Italia la possibile differenza fra gli insegnanti oggi stabilita dal reddito che, per contratto, dipende unicamente da: - anzianit di servizio; - situazione familiare. vero che gi a partire dal 1987 si introdotto nella scuola il fondo incentivante, ma altrettanto vero che questo salario accessorio rivolto a coloro che svolgono altre attivit oltre linsegnamento, senza nessuna evidenza di valutazione e di merito. Anzi si potrebbe facilmente obiettare che tale riconoscimento rischia di premiare chi si adopera spasmodicamente in attivit parallele allinsegnamento, oppure ha acquisito particolari titoli o particolari posizioni, facendo in realt dimenticare che la qualit vera di un insegnante sta, in 69
definitiva, nella sua attivit quotidiana in aula, silenziosa e faticosa, per favorire il successo formativo di ogni alunno. Ovviamente i due aspetti non sono contrapposti, ma la proliferazione di uno a discapito dellaltro oggi fonte di particolare disorientamento. In altri termini, da oltre ventanni il CCNL riconosce e favorisce le attivit parallele allinsegnamento, ma non mai riuscito a riconoscere ed a differenziare, su base stipendiale, la professionalit docente ed il suo valore.
5.2 Le precedenti esperienze in Italia
Tuttavia, nel passato, sono stati fatti almeno tre tentativi per introdurre un sistema di valutazione ed incentivazione degli insegnanti. In due casi si tentato di creare un programma che premiasse lacquisizione di conoscenze e competenze (concorso per il merito distinto del 1958 e concorsone del 2000), invece nel terzo caso si pensato ad un programma di incentivazione del merito individuale. Lultimo tentativo si distingue dai precedenti in quanto imbocca la via della valutazione delle performance dei singoli insegnanti. Nel mese di marzo 2003, lARAN sottopose ai sindacati la bozza di articolato che andava nella direzione di un diretto collegamento tra performance delle scuole e degli allievi e "carriera docente". La proposta fu rapidamente accantonata e lart. 22 del contratto, sottoscritto il 16 maggio 2003, si limit ad istituire una commissione mista incaricata di elaborare generiche proposte di nuovi "meccanismi di natura professionale" per i docenti entro il 31 dicembre 2003. Sebbene la proposta ARAN fosse prematura per la realt italiana, era comunque non dissimile dalle esperienze attualmente esistenti a livello internazionale ed europeo.
5.3 I modelli base per lo sviluppo di sistemi di incentivi Alcune dimensioni caratteristiche in base a cui valutare le differenze tra i vari modelli di incentivi includono: 1. se il programma si concentra sulle performance del singolo insegnante o del gruppo, 2. se lincentivo viene erogato in forma pecuniaria o meno e se esistono sanzioni per performance non soddisfacenti, 3. la durata del premio e, in particolare, se questo viene erogato una tantum, per un periodo di tempo limitato o in forma permanente, 70
4. le tipologie di premio e, in particolare, se il premio un bonus di ammontare indifferenziato, se lammontare del premio aumenta in base al risultato ottenuto, o se la valutazione delle performance permette allinsegnante di accedere ad un nuovo schema salariale, 5. cosa viene valutato e, in particolare, se la valutazione si basa su osservazioni, su un portfolio, su conoscenze e competenze acquisite o sui risultati degli studenti, 6. chi valuta linsegnante e, in particolare, se i valutatori sono il dirigente scolastico, un valutatore esterno o si tratta di una peer review, 7. laccessibilit del premio e, in particolare, se questo viene erogato potenzialmente a tutti gli insegnanti che raggiungono gli obiettivi o se esistono quote, 8. se il sistema di incentivi in aggiunta o sostitutivo dello schema salariale esistente.
Tabella 1: Caratteristiche generali dei modelli di incentivi (adattato da Harvey Beavis, 2003) Caratteristiche Programmi per premiare lacquisizione di conoscenze e competenze Programmi di incentivazione del merito individuale Programmi per premiare il merito a livello di istituzione scolastica Chi riceve la compensazione Singolo insegnante. Singolo insegnante. Le scuole, che spesso hanno la possibilit di distribuire i premi tra gli insegnanti. Accessibilit della compensazione Sono premiati tutti gli insegnanti che possono dimostrare di aver acquisito specifici livelli di conoscenze e competenze. Misto, alcuni programmi prevedono potenzialmente premi per tutti gli insegnanti, altri prevedono quote. Misto, alcuni programmi prevedono potenzialmente premi per tutti gli insegnanti, altri prevedono quote. Tipo di compensazione Generalmente di tipo monetario. Alcuni analisti segnalano anche l'importanza di premi intrinseci, come il piacere per il miglioramento dei risultati degli studenti. Tipicamente monetario. Generalmente di tipo monetario. Alcuni analisti segnalano anche l'importanza di premi intrinseci, come il piacere per il miglioramento dei risultati degli studenti. Aree oggetto di valutazione Dimostrano di possedere conoscenze e competenze che si pensa siano legate ad un miglioramento delle performance degli insegnanti. Spesso si valutano i titoli ulteriori posseduti. Una variet di aree tra cui: un portfolio dei risultati raggiunti dall'insegnante, osservazioni in classe e risultati degli studenti. Generalmente, si usano i risultati degli studenti per valutare la performance della scuola. Si usano sia modelli di Valore Aggiunto, sia i risultati in valore assoluto. Chi valuta In genere, valutatori esterni. Molteplici attori: i pari, il dirigente scolastico e valutatori esterni. In genere, valutatori esterni. 71
Durata della compensazione Tipicamente short-term, generalmente si richiede che l'insegnante dimostri periodicamente di aver mantenuto le conoscenze e competenze in oggetto. Varia, ma generalmente annuale. Solitamente un bonus annuale. Relazione con i programmi di compensazione esistenti In generale, sostituisce il salario, in toto o in parte. Generalmente, un supplemento al salario ma in alcuni casi pu sostituirlo. In genere, supplementa il salario. Livello della compensazione generalmente si tratta di premi crescenti legati alla dimostrazione di livelli crescenti di conoscenze e competenze acquisite. Misto, dipende dalla relazione che esiste con i sistemi di remunerazione vigenti. Se si utilizza il salario, c' maggiore propensione ad utilizzare un unico livello di bonus. In caso contrario si distinguono diversi livelli premiali. Generalmente si utilizzano premi uniformi.
6 NUOVE COMPETENZE PROFESSIONALI
Gli insegnanti da sempre svolgono la funzione, genericamente definita, di preparare gli alunni all'ingresso nella societ e nel mondo del lavoro, ma mai come oggi lo sviluppo delle competenze per la vita e per la professione sono in continua evoluzione. Nessuna mappa statica e predefinita delle conoscenze pu anticipare quali competenze e quali linguaggi specifici possano risultare di volta in volta pertinenti in contesti caratterizzati da cambiamenti e da discontinuit di tipo qualitativo, da eventi e processi del tutto originali e irripetibili. Si tratta invece di delineare mappe di competenze aperte alla discontinuit, alla sorpresa, allincertezza, alle sfide della scoperta. Nei nuovi scenari sociali e culturali, ogni persona dovr confrontarsi con situazioni del tutto inedite, per le quali non possono esistere risposte prevedibili ma solo competenze strategiche. In questo senso, la strategia significa apprendere in tempo reale, dagli indizi del proprio ambiente, i comportamenti pi fecondi per un particolare momento e un particolare obiettivo. Non esistono risposte migliori in assoluto, ma solo risposte buone o meno buone, a seconda dei tempi e dei luoghi. La scuola, e il sistema formativo in genere, non pu fare a meno di educare a questa arte del movimento dei modi di vedere e di affrontare il mondo. 72
In questo nuovo scenario agli insegnanti vengono richieste competenze per 31 :
identificare le esigenze specifiche di ciascun discente e rispondere a queste esigenze con un'ampia gamma di strategie didattiche;
sostenere lo sviluppo dei giovani affinch diventino discenti pienamente autonomi in tutto l'arco della loro vita;
aiutare i giovani ad acquisire competenze aperte alla vita oltre alle competenze elencate nel Quadro comune europeo di riferimento sulle competenze;
lavorare in contesti multiculturali (compresa la capacit di comprendere il valore della diversit e il rispetto per la differenza);
lavorare in stretta collaborazione con colleghi, genitori e la comunit in senso lato;
acquisire, sviluppare e utilizzare competenze imprenditive in relazioni ad incarichi e ruoli specifici.
6.1 Formazione
La formazione iniziale non pu fornire agli insegnanti le competenze e le conoscenze necessarie per l'esercizio della professione lungo tutto l'arco della vita. L'evoluzione professionale e le conoscenze degli insegnanti devono essere percepite come un apprendimento nel tempo ed essere strutturate e sostenute dal sistema in maniera adeguata. Sarebbe vantaggioso per tutti gli insegnanti:
essere incoraggiati e sostenuti nel corso di tutta la carriera al fine di ampliare e sviluppare le competenze con mezzi formali, informali e non formali e fare in modo che questo apprendimento sia riconosciuto;
avere accesso ad altre opportunit per una continua evoluzione professionale;
disporre di partenariati tra gli istituti nei quali gli insegnanti svolgono il loro lavoro, il mondo del lavoro, gli istituti d'istruzione superiore e di ricerca ed altri enti, in modo da sostenere una formazione di qualit elevata e pratiche efficaci.
31 Vedasi raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio 2006/962/CE 73
6.2 Riflessione e ricerca
Oltre alla formazione di base ed alla possibile formazione continua agli insegnanti spetta comunque il compito, come per altri professionisti, di sviluppare in modo autonomo e imprenditivo nuove conoscenze. In un contesto di apprendimento autonomo permanente, la loro evoluzione professionale comporta i seguenti compiti:
continuare a riflettere in maniera sistematica sulle loro pratiche;
intraprendere ricerche in classe;
valutare continuamente l'efficacia delle strategie d'insegnamento e modificarle conseguentemente;
valutare le proprie esigenze in materia di formazione.
In sostanza, oltre alla promozione ed al sostegno di iniziative di formazione ed aggiornamento rivolte agli insegnati lungo tutto larco della loro carriera professionale, bisognerebbe chiedersi come sviluppare buone pratiche di continua riflessione e ricerca in modo autonomo e continuo, senza che queste siano necessariamente condizionate dal sistema esterno o dalla rincorsa a riconoscimenti e premi.
6.3 Le prospettive
Per chiarire meglio i punti sui quali occorre concentrare lo sforzo di elaborazione concettuale e delle conseguenti politiche formative 32 , si riassume di seguito il quadro sul quale attualmente si sta concentrando lo sforzo dei diversi attori che, a vario titolo, sono chiamati a fornire risposte chiare ed in linea con le indicazioni dellEuropa.
Per poter affermare che linsegnante, con i suoi talenti ed il suo orientamento sta al centro del sistema di riconoscimento delle competenze, si rende necessario:
32 www.europass-italia.it 74
1. condividere un sistema di riferimento in modo tale da mettere in relazione i sistemi di Formazione, Istruzione e Lavoro;
2. convenire sul significato e sul contenuto di standard professionali e formativi, competenze, certificazione, riconoscimento;
3. definire standard professionali e di certificazione;
4. stabilire come e dove le competenze sono state apprese (percorso formativo, esperienza, lavoro);
5. chiarire il significato del riconoscimento delle competenze in relazione ai sistemi formativi/educativi e lavoro, e il differente valore duso che le competenze medesime in ciascuno dei sistemi assumono;
6. identificare i soggetti socio-istituzionali responsabili del riconoscimento e della definizione dei possibili valori di spendibilit delle competenze comunque acquisite;
7. adottare dispositivi di registrazione (portfolio) per consentire la capitalizzazione finalizzata alla spendibilit e verso i sistemi formativi/educativi (credito formativo) e verso il sistema lavoro (rispetto a inquadramenti e contesti professionali/organizzativi specifici) delle competenze riconosciute;
8. individuare un tavolo unico per le decisioni da assumere sui temi della certificazione e del riconoscimento delle competenze.
Qui si vuole evidenziare la necessit di un sistema di standard professionali condivisi e declinabili, rispetto ai quali i sistemi formativi nella loro autonomia e competenza esclusiva programmano unofferta di percorsi secondo standard formativi e con modalit di valutazione delle acquisizioni rispondente ai bisogni professionali e alla domanda di formazione. Inoltre vi la necessit di unificare e coordinare le sedi di confronto sui temi degli standard professionali, della loro certificazione e riconoscimento.
Mancano ad oggi alcuni presupposti fondamentali, come per esempio: la capacit di governare con una regia unica i temi degli standard di competenze, certificazione e riconoscimento; un chiarimento vero con le parti sociali per individuare gli standard professionali minimi nazionali e il loro raccordo con le loro declinazioni regionali sulla base di fabbisogni specifici territoriali; un confronto reale sulle modalit di descrizione delle competenze nel format condiviso, tenendo conto della particolarit delle competenze acquisite in percorsi integrati con listruzione e nel non formal learning: 75
il significato dei concetti di riconoscimento e spendibilit delle competenze certificate nei diversi sistemi; il senso e il valore da attribuire al concetto di credito; le modalit della conseguente contabilizzazione nei diversi sistemi.
6.4 Alcuni spunti interni alla ricerca 33
Nella ricerca sulla formazione degli insegnanti lattenzione si sta sempre pi indirizzando sui tratti distintivi attuali della professionalit del docente. Il cambiamento prende avvio dal contesto sociale e culturale attuale. Le emergenze relative alla scuola possono essere cos sintetizzate: la realt in cui il docente opera un sistema complesso e continuamente in evoluzione; la presenza nel contesto sociale di culture e prospettive differenti richiede un continuo confronto con i valori personali e della comunit; alla scuola si richiede di spostare lattenzione dal trasferimento delle conoscenze alla acquisizione di competenze; alla scuola si chiede di soddisfare nuovi bisogni educativi, anche se le risorse e gli spazi temporali rimangono gli stessi e a volte si riducono; il catalogo degli strumenti e metodi a disposizione dei docenti si di molto ampliato 34 .
Un elemento caratterizzante di tale profilo la competenza riflessiva che si articola in due poli: - un polo pragmatico, la riflessione: diretta alla soluzione di problematiche e alla costruzione di un sapere condiviso o condivisibile 35 ; - un polo identitario, la riflessivit: unazione significativa sul piano dello sviluppo professionale 36 . Tale competenza appare nei profili professionali realizzati da INTASC e da Perrenoud 37 . Quest'ultimo, nel suo catalogo delle competenze, la definisce come un curare la propria formazione continua che si traduce in: a. esplicitare le idee sottese alle proprie pratiche; b. riflettere in itinere sul proprio agire didattico; c. costruire il proprio bilancio di competenze; d. costruire il proprio programma personale per la formazione continua; e. negoziare il progetto di formazione con i colleghi (quipe, scuole, rete di scuole);
33 Patrizia Magnoler, Pier Giuseppe Rossi, Lorella Giannandrea: Dalla ricerca sul pensiero degli insegnanti alla costruzione di artefatti per la progettazione e la formazione in servizio..
34 Se Gagn 34 parlava di 5 tipologie di lezione, il manuale dei sui eredi 34 elenca 27 modalit tra presenziali e on line; le nuove tecnologie hanno rivoluzionato il concetto stesso di tecn 34 e propongono modelli innovativi per pensare e operare. 35 Katia Montalbetti, La pratica riflessiva come ricerca educativa dellinsegnante, Milano, Vita e Pensiero, 2005, p. 72. 36 Ibidem. 37 Perrenoud, Dieci nuove competenze per insegnare, cit. 76
f. aderire e partecipare alla formazione dei colleghi; g. riflettere sul proprio percorso per il miglioramento professionale. Pi sinteticamente lINTASC propone tra le dieci competenze del docente il saper riflettere sul proprio agire didattico, sia in itinere, sia a fine percorso, per il miglioramento professionale. La formazione del professionista richiede di superare un approccio trasmissivo per una visione in cui linsegnamento, la ricerca e la formazione, costituiscano una triade virtuosa 38 . Se queste costituiscono delle linee generali necessario costruire dei dispositivi che permettano allinsegnante di ripensare al processo che ha attuato. 6.4.1 Alcuni dispositivi I dispositivi sono sostanzialmente degli strumenti di lavoro che permettono di analizzare la propria pratica e di individuare delle prospettive di sviluppo. In questa sede ci interessa precisare che per rappresentare tali modelli il docente pu usare linguaggi e strutture differenti: un testo narrativo, una tabella, una mappa, un diagramma, un insieme di parole chiave. Lutilizzo di vari linguaggi favorisce una visualizzazione pluriprospettica degli stessi. 6.4.2 Teacher portfolio Il teacher portfolio lo spazio personale in cui il docente raccoglie materiale per supportare la progettazione e per documentare la propria professionalit 39 . Il TP permette di relazionare: - la filosofia educativa, - la pratica didattica, - gli obiettivi che il docente si pone rispetto alla propria professionalit 40 . La rilettura del proprio TP permette di: - comprendere la direzione in cui sta sviluppando l identit professionale, - analizzare la coerenza tra riferimenti e prassi, - progettare un percorso formativo 41 . La struttura contiene: - una selezione di artefatti che il docente ritiene significativi: riferimenti teorici, progettazioni e riflessioni personali, materiali realizzati dagli studenti, - una proiezione in cui il docente autovaluta il proprio livello e ipotizza il livello futuro.
38 Damiano, La nuova alleanza, cit. 39 Bianca Maria Varisco, Portfolio. Valutare gli apprendimenti e le competenze, Roma, Carocci, 2004. 40 Seldin, The teaching portfolio, cit. Helen Barrett, The REFLECT initiative. Researching Electronic Portfolios and Learner Engagement, 2005 [reperibile in Internet http://electronicportfolios.org/reflect/whitepaper.pdf ]. 41 Patrizia Magnoler, Il teacher portfolio: sperimentazioni e approfondimenti, in Progettare eLearning/eLearning design, Macerata, Eum, 2007.
77
- una rubrica delle competenze necessarie nella progettazione; per ogni competenza possono essere inseriti uno o pi documenti che esplicitano il livello di competenza raggiunta e un commento del docente per individuare i successivi step formativi 42 . 6.4.3 Ambiente on line Lambiente di apprendimento on line potenzia, attraverso la presenza di diversi tool, la connessione fra i vari materiali 43 , favorendo la rilettura di problematiche da diversi punti di vista 44 e attraverso differenti artefatti (documenti forniti dal docente, produzioni individuali, interventi in forum, testi collettivi, schemi, mappe e immagini). Permette altres, proprio in virt della molteplicit dei punti di vista, di ampliare le individuali interpretazioni e di contribuire alla visione del problema secondo prospettive diverse. 6.4.4 Le scritture Negli ambienti on line esistono diverse tipologie di scrittura e artefatti prodotti con vari linguaggi ( testuali e iconici) Le scritture sono indirizzate a guidare e raccogliere le riflessioni dei docenti e a supportare la progettazione. Infatti la scrittura strumento che implica una attivit formativa e riflessiva gi nella sua fase di produzione. Scrivere significa compiere varie azioni che obbligano a: - richiamare alla memoria una serie di eventi e di situazioni, selezionando e organizzando le informazione; - oggettivare, ovvero prendere le distanze dalla situazione in modo tale da costruire lo spazio necessario alla rappresentazione tra il s attore e il s narratore; - formalizzare, cio ricercare le parole e le costruzioni linguistiche che meglio rappresentano i significati e consentono una reale comunicazione. Inoltre la scrittura garantisce letture diacroniche che rendono conto del processo sia di progettazione sia di formazione in atto. La scrittura permette di mettersi a distanza, di costruire delle rappresentazioni, di costruire una memoria, di rileggersi, di completare, di tentare delle interpretazioni, di preparare altre osservazioni 45 . Il passaggio da un sapere pratico e teorico ad un sapere pedagogico dovrebbe permettere agli insegnanti di prendere coscienza del loro habitus 46 e di trovare nuove pratiche riflessive necessarie
42 Pier Giuseppe Rossi, Progettare e realizzare il portfolio, Roma, Carocci, 2005. 43 Pier Giuseppe Rossi, Lorella Giannandrea, Che cos le-portfolio, Roma, Carocci, 2006. 44 Ludwig Wittgenstein, Ricerche filosofiche, Torino, Einaudi, 1967. 45 Altet, Formare gli insegnanti professionisti,cit. 46 Philippe Perrenoud, Il lavoro sullhabitus nella formazione degli insegnanti in Altet, Formare gli insegnanti professionisti, cit., pp. 175-200. 78
alla costruzione di un apprendimento deliberativo in contesti non formali 47 , al fine del miglioramento della progettazione didattica.
7 EVIDENZE
Nonostante a livello internazionale si sia ormai concordi nellaffermare che gli insegnanti devono possedere competenze professionali sempre pi qualificate e differenziate, solo in alcuni paesi si giunti a un rinnovamento radicale dello status e delle condizioni del loro lavoro.
In particolare, in Italia, nonostante da anni si senta lesigenza di individuare una leadership professionale che si affianchi al dirigente nello svolgimento delle sue funzioni, lo stato giuridico degli insegnanti non ancora stato ridefinito
E quindi necessario: - ridefinire il profilo professionale generale del docente con le relative competenze; - ridefinire i profili professionali di specifiche professionalit di sistema interne alla scuola; - promuovere iniziative di formazione, strutturate e sostenute dal sistema in maniera adeguata e continua rivolte agli insegnati durante tutto larco della carriera; - adottare dispositivi di registrazione delle competenze acquisite in ambito formativo e professionale; - costruire un sistema, il pi possibile indipendente e terzo, di valutazione, riconoscimento e accreditamento delle competenze sviluppate; - consentire la spendibilit delle competenze riconosciute rispetto a inquadramenti e contesti professionali e organizzativi specifici; - sviluppare buone pratiche di continua riflessione e ricerca autonoma da parte di tutti i docenti.
47 Eraut, Development of Knowledge and a Skill at Work, cit.