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Esonero I.....................................................................................................................

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I. Strumenti per uno studio empirico della politica...............................................................3
Che cosa è la politica? .................................................................................................3
Tre luoghi (o raffigurazioni analitiche) della politica: la Polis, lo Stato e il sistema politico................3
La definizione di Stato in Weber (1919)..............................................................................3
Riflessioni sul concetto di legittimità (analisi della differenza tra legittimità e consenso, ovvero tra
sostegno diffuso e sostegno specifico)...............................................................................3
Tre modalità di legittimazione della forza fisica in Weber.......................................................3
lo schema input-output di Easton.....................................................................................4
Attori, modalità e finalità della politica (“chi, come, perché”).................................................4
Le tre facce della politica: politics, policy e polity................................................................4
Come cambia la politica?...............................................................................................5
II. Il processo (sociale e) politico di costruzione della democrazia.............................................5
Una definizione minima di democrazia...............................................................................5
la scatola di Dahl (1971): coordinate analitiche del modello.....................................................5
analisi di tre percorsi alternativi riferibili a casi storicamente identificati....................................5
la teoria delle quattro “soglie” di Rokkan (1970)..................................................................5
Analisi dell’effetto freezing............................................................................................5
sviluppo e consolidamento della cittadinanza di carattere sequenziale e cumulativo (Marshall, 1949). . .5
Critica del modello di Marshall........................................................................................6
Due percorsi alternativi alla costruzione del welfare state in uno schema domanda-offerta...............6
Tre modelli di intervento nella sfera della protezione sociale nella tipologia di Titmuss (1974)...........6
I tre mondi del welfare capitalistico (Esping Andersen, 1990)...................................................7
Due modelli di social policy definiti dal livello di copertura: welfare state: universalistico e
occupazionale (Ferrera, 1993).........................................................................................7
Ragioni dello sviluppo dei due modelli in diversi contesti sociali e politici.....................................7
concetto di “cultura civica”...........................................................................................9
la democrazia consociativa nella prima tipologia di Lijphart (1968, 1984).....................................9
Tre condizioni essenziali (nella elaborazione di Dahl, 1971)......................................................9
Esiste un rapporto causale tra sviluppo economico e democrazia?..............................................9
le cinque condizioni storiche individuate dalla ricerca di Barrington Moore (1966)...........................9
Riflessioni sulla lezione di Moore circa la natura del processo democratico e le condizioni più favorevoli
alla sua affermazione...................................................................................................9
differenziazione tra modello maggioritario e consensuale (Lijphart 1984-1999)..............................9
Analisi di due diversi contesti........................................................................................10
(*)Elementi per costruire una definizione normativa della democrazia.......................................10
Il concetto di responsiveness.........................................................................................10
Da una definizione normativa a una definizione realistica della democrazia. I contributi essenziali di
Schumpeter (1942).....................................................................................................11
Elementi costitutivi della definizione schumpeteriana. Analogie tra arena politica e mercato: verso una
dottrina economica della democrazia..............................................................................11
La critica schumpeteriana della definizione classica ( o “settecentesca”) di democrazia..................11
Quando non si riscontra un paradosso del voto?...................................................................11
quando un dittatore illuminato può decidere il “bene comune” assai meglio di un’autorità democratica?
(es. Concordato di Napoleone I nella Francia post-rivoluzionaria).............................................11
Riflessioni sulla natura umana nella politica (le dottrine di ispirazione illuministica e utilitarista
sopravvalutano la razionalità e l'autonomia degli individui......................................................12
confronto tra la razionalità del consumatore e quella del cittadino-elettore................................12
perché la comunicazione “manipolata” si rivela del tutto fisiologica nelle strategie comunicative della
leadership?..............................................................................................................12
Ragioni della sopravvivenza della dottrina classica...............................................................12
Vantaggi di una definizione realistica della democrazia.........................................................12
Le politiche come sottoprodotto della competizione per il potere.............................................12
Perché la democrazia resta preferibile a qualsiasi altro regime politico?.....................................12
Quattro condizioni di successo del metodo democratico (Schumpeter).......................................13
(*) Riflessioni in tema di autocontrollo democratico: si può affermare che anche nel pensiero di
Schumpeter si riaffermano valori (e precondizioni) riferibili ad una teoria normativa della democrazia?
............................................................................................................................13
Selettività della partecipazione politica. Modi e intensità della partecipazione.............................13
Chi partecipa di più alla vita politica?..............................................................................13
Due modelli a confronto: Milbrath (1965) e Pizzorno (1966)....................................................13
I movimenti collettivi: elementi costitutivi e definitori..........................................................14
Tra apatia e crisi da sovraccarico delle domande.................................................................14
Defezione, lealtà e protesta: ovvero degli effetti positivi di una intensa partecipazione..................14
Associazionismo e democrazia (da Tocqueville alle teorie del capitale sociale).............................15
La nascita della sfera pubblica.......................................................................................15
il cascade model di Deutsch (1971).................................................................................15
il modello bubble up...................................................................................................15
Esonero I

I. Strumenti per uno studio empirico della politica

Che cosa è la politica?


L’insieme di attività, svolte da uno o più soggetti individuali o collettivi, riguardanti una collettività nella
quale sia promosso il controllo della violenza e distribuiti costi e benefici, materiali e non.
Esse sono caratterizzate da comando, potere e conflitto, ma anche da partecipazione, cooperazione e
consenso.

Altre definizioni:
• Karl Marx [1848]: riflesso dei rapporti di potere della società civile [riduzione della politica
all’economia]
• Max Weber [1922]: attività per esercitare influenza sul gruppo politico che detiene il monopolio
dell’uso legittimo della forza [rischio di riduzione della politica al diritto]
• David Easton [1953]: distribuzione autoritativa di valori (di risorse scarse) nell’ambito di una
comunità
• Giovanni Sartori [1972]: sfera delle decisioni collettivizzate sovrane, coercibili e senza via di
uscita

Tre luoghi (o raffigurazioni analitiche) della politica: la Polis, lo Stato e il sistema politico
POLIS: un’arena di cittadini liberi ed eguali che si autogovernano à concezione orizzontale della politica
STATO: comunità umana che nell’ambito di un determinato territorio rivendica e con successo il
monopolio dell’uso legittimo della forza à concezione verticale
SISTEMA POLITICO:
- come costrutto analitico (Easton, 1953) à concezione diffusa
- come concreta raffigurazione dei rapporti fra le strutture dello stato, della società civile e della
società politica (Farneti, 1971)

La definizione di Stato in Weber (1919)


"lo Stato è quella comunità umana, che nei limiti di un determinato territorio -questo elemento del
territorio è caratteristico- esige per sé (con successo) il monopolio della forza fisica legittima".

Riflessioni sul concetto di legittimità (analisi della differenza tra legittimità e consenso, ovvero tra
sostegno diffuso e sostegno specifico)
Legittimità: azione riconosciuta giusta e necessaria da parte della comunità volta ad ottenete un bene
comune
Consenso: soggetti individuali o collettivi che condividono un interesse personale

Tre modalità di legittimazione della forza fisica in Weber


Il potere tradizionale
Legittimazione del riconoscimento dell’autorità sovrana, per concessione dinastica
Il potere carismatico
Legittimazione del riconoscimento delle qualità eccezionali del leader
Il potere legale – razionale
Legittimazione per mezzo di norme e regole legali
lo schema input-output di Easton.
Conversione di input in output per mezzo di una autorità riconosciuta. Quando il sistema politico e il
sistema sociale sono in equilibrio allora l’Autorità è funzionale.

domanda
blackBox
servizi sociali autorità
soluzione dei problemi collettivi
problemi economici
sistema politico()
input output

risposte alle domande


retroazione feedback
regolazione rapporti
assegnazione di beni e servizi
infrastrutture pubbliche
esercizio della giustizia
sostegno ambiente sociale

supporto
voto
interessamento alla politica
finanziare
volontariato

Attori, modalità e finalità della politica (“chi, come, perché”)


• chi
non solo i professionisti della politica (ovvero coloro che vivono per e della politica), chi occupa posizioni
di rilievo in ambito economico, sociale e culturale
• come
Un modo di operare non violento e basato sul dialogo, sul confronto di opinioni e sulla ricerca del
consenso
Un modo di operare militare e coercitivo (colpi di stato, regimi militari, guerre civili)
Contrapposizione comando vs scambio, potere vs partecipazione, affermazione di forti convinzioni vs
persuasione, affermazioni di forti identità vs costante ricerca del compromesso tra tutte le parti in gioco
• perché
Obiettivo minimo: l’ordine, la sicurezza, individuale e collettiva.
La potenza della nazione, il benessere della comunità nazionale (garantendo adeguati livelli di
integrazione sociale à costruzione del welfare state), distribuzione di costi e benefici, materiali e non

Le tre facce della politica: politics, policy e polity


politics : studio del potere (≡ capacità di influire sulle decisioni), degli attori e dei regimi politici
(“architetture” e assetti di potere consolidati)
La natura del potere
La sua distribuzione e trasmissione
Il suo esercizio e i suoi limiti

policy: i programmi di azione governativi e le politiche pubbliche


Analizzare i contenuti e mettere in luce la distribuzione dei costi e dei benefici che esse comportano
Indagare il processo di decisione
Attori coinvolti e relazione fra di essi
Processo di attuazione

polity: le istituzioni e il sistema di governo in cui si riconosce la comunità politica (ambito di vigenza della
pubblica autorità, definizione della identità e dei confini della comunità politica)
Definizione della comunità politica
Relative strutture e processi di mantenimento e cambiamento
Come cambia la politica?
Dalla democrazia liberale alla democrazia di massa (promesse mancate e processi involutivi)
Dalla fondazione del welfare state ad uno scenario di crisi e trasformazione delle politiche di sicurezza
sociale
Dallo stato nazionale alla multilevel governance (sviluppo di nuove ed efficaci istituzioni di governo ad un
livello superiore e inferiore a quello dello stato nazionale)

II. Il processo (sociale e) politico di costruzione della democrazia

Una definizione minima di democrazia


Sono democratici quei regimi che presentano
• suffragio universale maschile e femminile
• elezioni libere, ricorrenti e competitive
• più di un partito (pluralismo partitico)
• libere e alternative fonti di informazione (pluralismo dell’informazione)

la scatola di Dahl (1971): coordinate analitiche del modello


liberalizzazione e inclusivita

analisi di tre percorsi alternativi riferibili a casi storicamente identificati


egemonie chiuse (assenza di competizione, potere assoluto del cao) --- competizione/opposizione ---
oligarchie competitive (grado di competizione fra elites, rapporti faccia a faccia)

egemonie chiuse (assenza di competizione, potere assoluto del cao) --- inclusività/partecipazione ---
egemonie includenti (ampia partecipazione)

entrambi i percorsi conducono a:


poliarchie (alto grado di partecipazione e competizione)

la teoria delle quattro “soglie” di Rokkan (1970)


• La legittimazione (dell’opposizione)
• L’incorporazione (nella cittadinanza politica)
• La rappresentanza (abolizione della barriera costituita dal sistema elettorale maggioritario)
• Il potere esecutivo (responsabilità politica del governo nei confronti del parlamento)

Analisi dell’effetto freezing


In una società dove sono ancora non risolte le fratture superata la soglia di rappresentanza (maggioritario
-> proporzionale) anche le minoranze ottengono presenza politica e quindi si formano partiti che
riflettono la frattura non ancora ricomposta.

Al contrario con lo scongelamento non c’è più appartenenza ai partiti, anti-politica, populismo.

sviluppo e consolidamento della cittadinanza di carattere sequenziale e cumulativo (Marshall, 1949)


effetto cumulativo ed espansione dei diritti (importante è esercitare questi diritti)
Concetto di cittadinanza sociale:
fase cittadinanza civile
(sec. XVIII) movimento fisiocratico, illuminismo, rivoluzione francese, diritti civili

fase cittadinanza politica


(sec. XIX) diritti politici, parlamentari, partiti e sindacati

fase cittadinanza sociale


diritti sociali, salariati, soggetti marginali, rivendicazione, assistenza, istruzione, salute, sistema
educativo di stato, sistema sociale, previdenza, assicurazioni sociali (sec. XX), welfare state

Zincone: la cittadinanza è la risposta funzionale e politica ai processi di distruzione e mobilitazione


prodotti dalla rivoluzione industriale (processi di modernizzazione)

Critica del modello di Marshall


(importante è esercitare questi diritti)
presenta una sequenza evoluzionistica, il che non vale per tutti gli stati vedi la Germania di Bismark
altro limite: presenta un solo modello, l'inglese.

Due percorsi alternativi alla costruzione del welfare state in uno schema domanda-offerta

Strategie Delle elites di governo


Del mondo operaio Non intervento Intervento
I - Orientamento al mercato IV – intervento precoce dei regimi autoritari
Non intervento Sviluppo delle Società Mutuo
Soccorso (Self-help) (monarchia sociale bismarckiana: 1883-1889)
II – Rivendicazione e prima III – sviluppo del welfare state delle
Sperimentazione delle democrazie di massa: assicurazioni
Intervento Assicurazioni volontarie obbligatorie
sovvenzionate Pensioni di cittadinanza
(fine Ottocento) Servizi sociali alla persona
(inizi Novecento)

Tre modelli di intervento nella sfera della protezione sociale nella tipologia di Titmuss (1974)

RESIDUALE AZIENDALE ISTITUZIONALE-


REDISTRIBUTIVO
(limitati interventi di (su base categoriale, a (sulla base di un
sola emergenza, quando garanzia dei livelli di criterio di cittadinanza
falliscono la famiglia e il reddito già acquisiti in sociale)
mercato) ambito lavorativo)

Copertura Solo i più poveri Solo i lavoratori Tutti i cittadini

(Public Assistance (finanziamento (finanziamento per via


Model) Dalle “leggi sui mediante contribuzioni fiscale)
poveri” alla pubblica obbligatorie)
assistenza
I tre mondi del welfare capitalistico (Esping Andersen, 1990)
Demercificazione (riduzione della dipendenza dal mercato) con un allontanamento della dipendenza dal
mercato nei tre mondi.
Liberale
Conservatore/Corporativo
Socialdemocratico

Due modelli di social policy definiti dal livello di copertura: welfare state: universalistico e
occupazionale (Ferrera, 1993)
Occupazionale Universalistico

Modello di copertura (tutela differenziata per (protezione estesa all’intera


(chi è protetto?) specifiche categorie di cittadinanza)
lavoratori)
Solidarietà limitate Solidarietà estese
Regime di welfare - Pensioni differenziate su basi - Pensioni di base uguali per tutti
(come e quanto è protetto?) contributive i cittadini

- Assistenza sanitaria prestata - Servizio sanitario nazionale


mediante organismi mutualistici

Ragioni dello sviluppo dei due modelli in diversi contesti sociali e politici

ambiente economico-sociale ambiente di politica pubblica


struttura occupazionale tradizione amministrativa
struttura demografica valutazione degli esperti
interessi attuariali imitazione di modelli di successo

coalizioni di interessi più o meno omogenei() progetto istituzionale()

arena politica
polarizzazione ideologica
fratture ancora non ricomposte

schieramento politico vincente()


riforme sociali()
app univ
aec univ
eredità positiva dell'amministrazione assistenziale
omogeneità di interessi fra contadini e salariati invenzione di una assicurazione nazionale
invecchiamento della popolazione

ambiente economico ambiente di politica pubblica


sociale

aec occup app occup

eterogeneità degli interessi sociali tradizione corporativa


competizione fra salariati e ceti medi eredità delle istituzioni assistenziali confessionali

arena politica

ap univ
ap occup
cessazione dello scontro
polarizzazione ideologica
patto fiscale
conglitto competizione fra partiti
compromesso politico
contratto sociale (consenso)
riforme in senso occupazionale()
riforme in senso universalistico()
concetto di “cultura civica”
partecipazione di massa con una politica vivace
rispetto per l’autorità politica e le istituzioni

la democrazia consociativa nella prima tipologia di Lijphart (1968, 1984)

Comportamento delle elites


Cultura politica Consensuale Conflittuale
Omogenea Democrazia depoliticizzata Democrazia centripeta
(USA) (UK)
Frammentata Democrazia consociativa Democrazia centrifuga
(NL) (ITA, F)

Tre condizioni essenziali (nella elaborazione di Dahl, 1971)


pluralismo sociale, alfabetizzazione diffusa (> esposizione ai media), assenza di disuguaglianze
economiche estreme

Esiste un rapporto causale tra sviluppo economico e democrazia?


Lipset dice che c’è relazione: più una società è ricca e maggior probabilità c’è di instaurare la
democrazia.
Non è vero in assoluto. Ad esempio i paesi dell’est.

le cinque condizioni storiche individuate dalla ricerca di Barrington Moore (1966)


• Equilibrio tra monarchia e aristocrazia terriera
• Sviluppo di un’agricoltura mercantile
• Indebolimento politico dell’aristocrazia terriera
• Assenza di una coalizione aristocratico-borghese contro i contadini e il proletariato urbano
• Rottura rivoluzionaria con il passato

Riflessioni sulla lezione di Moore circa la natura del processo democratico e le condizioni più
favorevoli alla sua affermazione
La democrazia si sviluppa quando:
• si produce un equilibrio nei rapporti di forza tra le classi
• si realizza una solida unità territoriale dello stato in assenza di minacce esterne
• in assenza di forti apparati repressivi, le oligarchie competitive sviluppano orientamenti al
compromesso e all’inclusione delle classi emergenti (estensione suffragio)
• cresce la rivendicazione dei diritti da parte delle classi subalterne e tra le élites si sviluppa una
competizione per intercettare anche il consenso dei ceti popolari

differenziazione tra modello maggioritario e consensuale (Lijphart 1984-1999)


Modello consensuale Modello maggioritario
Società plurali Società relativamente omogenee

Presenza di fratture ancora non ricomposte Istituzioni legittimate

Esiste il rischio che le minoranze si sentano Ridotta distanza ideologica tra i partiti
escluse o discriminate
(esiste una base di valori condivisi che permette
(si impone un costante bilanciamento dei alla maggioranza di decidere)
poteri che favorisca la ricerca di accordi e
compromessi)

Analisi di due diversi contesti


la democrazia Westminster (è un modello maggioritario)

Dimensione dei rapporti tra esecutivo e partiti Dimensione unitaria-federale e altri aspetti

1. Governi monocolore 1. Sistema di governo centralizzato

2. Diretto controllo del governo sul 2. Monocameralismo o bicameralismo asimmetrico


parlamento

3. Sistema bipartitico 3. Costituzione non scritta e flessibile

4. Sistema elettorale maggioritario 4. Controllo di costituzionalità delle leggi affidato


al parlamento

5. Sistema di rappresentanza degli interessi di 5. Banche centrali direttamente dipendenti dal


tipo pluralistico potere esecutivo

la democrazia consensuale

Dimensione dei rapporti tra esecutivo e partiti Dimensione unitaria-federale e altri aspetti

1. Governi di coalizione tra più partiti 1. Sistema di governo decentrato a livello


regionale o federale

2. Equilibrio dei rapporti di forza tra governo e 2. Bicameralismo (ripartizione del potere
parlamento (relativa autonomia del potere legislativo tra due camere diversamente formate)
legislativo dal governo)

3. Sistema multipartitico 3. Costituzione scritta e rigida

4. Sistema elettorale proporzionale 4. Controllo di costituzionalità delle leggi affidato


ad una Corte costituzionale

5. Sistema di rappresentanza degli interessi di 5. Banche centrali costituite come Autorità


tipo neocorporativo indipendenti dal potere esecutivo

(*)Elementi per costruire una definizione normativa della democrazia.


Corrispondenza tra atti del governo e i desideri di coloro che ne sono toccati [May]
Continua capacità di risposte del governo alle preferenze dei suoi cittadini considerati politicamente
uguali [Dahl]

Il concetto di responsiveness

libera ed eguale espressione delle preferenze


di preferenze che effettivamente contino, che davvero incidano sulle decisioni del governo

Fattori determinanti della qualità democratica:


• la responsabilità del governo nei confronti dei cittadini elettori
• presenza di cittadini partecipanti e consapevoli
• l’esistenza di una possibilità di sanzione da parte dei cittadini elettori
• apparati amministrativi e giudiziari efficienti (soddisfacente rendimento dell’azione di governo)

è possibile una democrazia senza alternanza: se essa ha una larga diffusione di strutture e sedi di
partecipazione e contrattazione fra diversi interessi in modo tale da ottenere un rapporto continuo che
sono preposti alle decisioni

Da una definizione normativa a una definizione realistica della democrazia. I contributi essenziali di
Schumpeter (1942)
Il metodo democratico è un insieme di accorgimenti istituzionali per giungere a decisioni politiche, in base
al quale singoli individui ottengono il potere di decidere attraverso una competizione che ha per oggetto il
voto popolare

Elementi costitutivi della definizione schumpeteriana. Analogie tra arena politica e mercato: verso
una dottrina economica della democrazia

Ambito economico Ambito politico

imprenditori leader politici


in uno stato di concorrenza competizione
per vendere prodotti programmi (politica pubblica realizzata
ai propri clienti elettori
associazione di imprenditori Partiti
prezzo voto

La critica schumpeteriana della definizione classica ( o “settecentesca”) di democrazia


Da una volontà generale, costruita su un progetto di bene comune, a una più realistica volontà della
maggioranza? Analisi del nodo teorico-pratico del paradosso del voto sulla possibile incoerenza tra le
preferenze degli individui e le scelte (o decisioni) collettive con inevitabili ricadute negative sulla qualità
del processo democratico: à maggioranze cicliche e instabili; à deficit di consenso e irresponsabilità
dei decisori e delle istituzioni a fronte delle domande degli elettori]

“il popolo non solleva né decide nessun problema ma i problemi da cui il suo destino dipende sono
normalmente sollevati e decisi per lui”
La volontà popolare non è che un prodotto della lotta di concorrenza per il comando

Quando non si riscontra un paradosso del voto?


- problemi di natura quantitativa (es. concessione di sussidi)
- competizione su un solo asse (es. destra-sinistra)

quando un dittatore illuminato può decidere il “bene comune” assai meglio di un’autorità
democratica? (es. Concordato di Napoleone I nella Francia post-rivoluzionaria)
scelte importanti, d’ordine qualitativo, che investono l’identità dei singoli e che non possono essere
risolte unicamente attraverso l’espressione e il computo della volontà di una maggioranza
Riflessioni sulla natura umana nella politica (le dottrine di ispirazione illuministica e utilitarista
sopravvalutano la razionalità e l'autonomia degli individui
Nella psicologia delle folle ogni tentativo di ragionamento logico stimola impulsi bestiali (non logici)

confronto tra la razionalità del consumatore e quella del cittadino-elettore


razionalità del consumatore (apprendimento dall’esperienza, nell’ambito di una realtà verificabile)
cittadino-elettore (effetti della pubblicità economica e della propaganda politica (limitati riscontri sulla
base di una diretta esperienza – con l’eccezione di alcune policies; ridotto senso di realtà, minore senso di
responsabilità, assenza di preferenze)

perché la comunicazione “manipolata” si rivela del tutto fisiologica nelle strategie comunicative della
leadership?
“la psicotecnica della direzione di partito e la pubblicità di partito, gli slogans e le marce, sono elementi
non accessori ma necessari della vita politica”, dal momento che in assenza di possibili riscontri
d’esperienza, i leader devono costantemente orientare e modificare le preferenze degli individui e dei
gruppi sociali, cambiando le priorità e ridefinendo l’agenda dei problemi da affrontare in relazione alle
attese degli elettori, in una logica di massimizzazione del consenso

Ragioni della sopravvivenza della dottrina classica


a) succedaneo di una fede religiosa
b) retorica che si associa a eventi fondanti della storia di una nazione
c) modello praticabile solo in piccole comunità e in momenti eccezionali
d) fraseologia che lusinga le masse

Vantaggi di una definizione realistica della democrazia


• Consente di distinguere i regimi democratici da quelli non democratici (es. dittature benevolenti,
monarchie costituzionali)
• Focalizza il concetto essenziale di leadership
• Delimita la competizione ad una libera concorrenza per un voto libero (valorizzando una dimensione di
libertà personale, nella scelta dei governanti, quale peculiarità del metodo democratico)
• Sottolinea la funzione di creare o abbattere un governo
• Restituisce alla volontà della maggioranza il suo vero carattere di volontà della parte maggioritaria
degli elettori: enfasi sulle virtù del metodo elettorale maggioritario (vs proporzionale)

Le politiche come sottoprodotto della competizione per il potere


• “I votanti non solo non decidono nessuna questione, ma nemmeno scelgono a mente aperta la
popolazione eleggibile e i membri del parlamento”. (Cfr. conclusioni del cap. XXI)
• “Un partito non è, come vorrebbe la dottrina classica, un gruppo di uomini ansiosi di promuovere
il bene pubblico in base a principi approvati da tutti…”, ma un gruppo che agisce di concerto nella
lotta di concorrenza per il potere politico (in risposta alla incapacità della massa elettorale di
agire direttamente e di propria iniziativa)
• Pertanto la funzione sociale della democrazia è svolta solo incidentalmente, quale condizione per
la rielezione dei leader e dei partiti al governo

Perché la democrazia resta preferibile a qualsiasi altro regime politico?


Il cambiamento
L’incertezza

Le regole formalizzate non assumono a priori una decisione che può considerarsi predeterminata.
E’ empiricamente corretto sostenere che:
- il regime democratico è quello che consente la maggiore incertezza in ordine al contenuto delle
decisioni che gli organi eletti o elettoralmente responsabili possono assumere
- i confini sono fissati dal fatto che alla base di un sistema democratico vi è un accordo-
compromesso che riconosce le regole di risoluzione pacifica dei conflitti
- i confini si superano quando si cerca di assumere decisioni che contravvengono a quelle regole
oppure [Bobbio] quando si assumono decisioni che toccano interessi percepiti come vitali da attori
sociali rilevanti

Quattro condizioni di successo del metodo democratico (Schumpeter)


• Elevata qualità del materiale umano (capacità intellettuali e morali, esercitate nell’ambito di un
sistema politico che consenta di far emergere una leadership capace di fronteggiare le sfide
ambientali)
• Raggio limitato della decisione politica e dell’azione di governo (vs tentazioni di onnipotenza delle
Camere…)
• Supporto di una burocrazia esperta e dotata di senso del dovere (“abbastanza forte da guidare e, se
necessario, istruire gli uomini politici a capo dei ministeri”)
• Autocontrollo democratico (tolleranza e spirito di moderazione nell’esercizio dell’opposizione:
presuppone unanime attaccamento al paese e ai principi strutturali della società. Si riscopre, a tal
proposito, il ruolo particolarmente importante della cultura civica, come evidenziato in molte teorie
normative della democrazia)

(*) Riflessioni in tema di autocontrollo democratico: si può affermare che anche nel pensiero di
Schumpeter si riaffermano valori (e precondizioni) riferibili ad una teoria normativa della
democrazia?

Selettività della partecipazione politica. Modi e intensità della partecipazione


Partecipazione: coinvolgimento dell’individuo nel sistema politico. Maggior livello di istruzione

Chi partecipa di più alla vita politica?


• Axford [1997]: l’insieme di quei comportamenti dei cittadini orientati ad influenzare il processo
politico
• Pasquino [1986]: Un insieme di atti e atteggiamenti volti a influenzare le decisioni del potere, in
modo più meno diretto, più o meno legale, per modificare o conservare la struttura degli
interessi e dei valori dominanti

Maggior livello di istruzione


Ceti medi rispetto alla classe operaia
Uomini rispetto alle donne
In città piuttosto che in zone rurali

Due modelli a confronto: Milbrath (1965) e Pizzorno (1966)


Milbrath

partecipa maggiormente chi occupa le posizioni centrali della struttura sociale [Modello della centralità
sociale perché:
• più forti sono le motivazioni a confermare e migliorare la propria posizione sociale utilizzando (anche)
i canali della politica
• maggiori sono le risorse (economiche, intellettuali, di tempo…) che possono essere investite e le reti
di relazioni percorribili
• minori si rivelano pertanto i costi e maggiori le probabilità di successo (rapporto efficiente tra
investimento e risultati conseguiti)

Pizzorno
partecipa maggiormente chi occupa una posizione centrale all’interno del proprio gruppo sociale, espressa
in termini di consapevolezza (identità, senso di appartenenza) e disponibilità all’impegno
Distinzione tra:
• mobilitazione individualistica degli interessi (disuguaglianza)
• partecipazione come azione in solidarietà con altri per conservare o trasformare la struttura (e i
valori) del sistema di interessi dominante(formazione di aree di uguaglianza)
Attraverso l’azione si trasformano le identità individuali e collettive

I movimenti collettivi: elementi costitutivi e definitori


Il concetto di movimento sociale si riferisce a reti di interazioni prevalentemente informali basate su
credenze condivise e solidarietà che si mobilitano su tematiche conflittuali attraverso l’uso frequente di
varie forme di protesta (delegittimazione, minaccia, violenza politica)

canali Istituzionali extraistituzionali


Partecipazione
I - Delega ai partiti e agli II - Partecipazione espressiva
Integrata organismi rappresentativi (testimonianza, anticipazione)

IV - Dal movimento alla nascita III - Partecipazione conflittuale


alternativa di un nuovo partito (vincolato (affermazione di nuovi valori e interessi)
da mandato imperativo)

Tra apatia e crisi da sovraccarico delle domande


la partecipazione politica è vista come una sfida alle istituzioni, come minaccia espressa in particolare dai
gruppi sociali più istruiti ed esigenti

Democrazia e apatia (Lipset, 1960): un certo livello di apatia fa bene alla democrazia, la non
partecipazione può essere letta come forma implicita di sostegno a chi governa

Apatia come antidoto ad uno stress da sovraccarico delle domande nel manifesto della Trilaterale
(Crozier, Huntington, Watanuki, 1975) vs “eccesso di democrazia”

Defezione, lealtà e protesta: ovvero degli effetti positivi di una intensa partecipazione
La partecipazione e la protesta come risorse essenziali per la qualità democratica e il successo delle
organizzazioni.
Le reazioni dei cittadini alle scelte collettive, così come quelle dei consumatori all’interno di un mercato,
possono passare attraverso diverse attitudini, riconducibili alle tre seguenti categorie
• exit (defezione) reazione individuale
• voice (protesta) azione individuale e collettiva
• loyalty (lealtà) sostegno condizionato
Albert O. Hirschman [1970]

La protesta rappresenta (a certe condizioni) una risorsa indispensabile


• per non eludere uno stato di cose negativo
• per porre in atto azioni positive di cambiamento all’interno delle più diverse organizzazioni
Associazionismo e democrazia (da Tocqueville alle teorie del capitale sociale)
Associazioni: microcosmo di democrazia, sono alla base della cultura civica e della democrazia. I cittadini
quindi costituiscono il capitale sociale.
Capitale sociale è Buon governo
Le associazioni civili diffondono tra i partecipanti i sentimenti di cooperazione, solidarietà e impegno
sociale

La nascita della sfera pubblica


Interesse della collettività alla politica. L’opinione pubblica c’è quando esiste una società civile che
esprime una sua critica nei confronti del potere istituzionale.
Se il pubblico è passivo: l’opinione è NEL pubblico (viene data dall’Autorità)
Se il pubblico è attivo: l’opinione è DEL pubblico (riesce ad incidere sull’Autorità)

il cascade model di Deutsch (1971)


elites socioeconomiche
…generano elites politiche
…generano istituzioni di comunicazione di massa
…si formano leaders locali di opinione
…che incidino sul pubblico

il modello bubble up
le critiche e le idee vengono dal basso: l’opinione pubblica è più forte delle istituzioni

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