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Leone XIII
Grande munus
Il grande compito di diffondere il nome cristiano, affidato in modo particolare al Beato Pietro, Principe degli
Apostoli, ed ai suoi successori, spinse i Pontefici Romani a mandare annunziatori del Santo Vangelo in tempi
diversi ai vari popoli della terra, come era richiesto dalle circostanze e dalla volont del misericordioso Iddio.
Pertanto, come destinarono Agostino curatore di anime presso gli Inglesi, Patrizio presso gli Irlandesi, Bonifacio
presso i Germani, Villerordo presso i !risii, i Batavi e i Belgi, ed altri sovente presso altri popoli, cos"
concessero a #irillo e a $etodio, uomini santissimi, di esercitare l%apostolico ministero presso i popoli Slavi, i
&uali, grazie alla loro premura e al loro impegno, conoero la luce del Vangelo, e da una vita selvatica furono
condotti ad una societ umana e civile.
Se gli Slavi, memori dei enefici, non cessarono mai di celerare #irillo e $etodio, Apostoli noilissimi, con
non minore studio la #hiesa Romana li ee sempre in grande culto, rendendo onore all%uno e all%altro in molte
occasioni mentre vissero, e custodendo le ceneri di uno di essi &uando mor".
!in dall%anno '()* agli Slavi della Boemia, $oravia e #roazia, i &uali solevano festeggiare ogni anno #irillo e
$etodio il + marzo, fu concesso dalla enignit di Pio I,, -ostro Predecessore di immortale memoria, di
celerare per l%avvenire &uella festa il . luglio, e di onorare la memoria di #irillo e $etodio con la sacra
officiatura. -/ pass0 molto tempo che, all%epoca del grande #oncilio Vaticano, molti Vescovi supplicarono
&uesta Sede Apostolica affinch/ il culto di &uei Santi e la decretata solennit si estendessero a tutta la #hiesa. $a
poich/ la proposta fino ad oggi non ha avuto seguito, ed essendosi in &uelle contrade mutato lo stato della cosa
pulica, #i parve giunta l%opportunit di soddisfare i popoli Slavi, della cui incolumit e salute siamo
grandemente solleciti. 1un&ue, poich/ non possiamo permettere che in alcuna cosa venga meno ad essi la -ostra
paterna carit, vogliamo ampiamente estendere ed accrescere il culto religioso di &uegli uomini santissimi, i
&uali, come una volta, spargendo il seme della fede cattolica tra le genti Slave, le richiamarono dalla morte alla
salvezza, cos" ora col celeste loro patrocinio le difenderanno validamente. 2 perch/ pi3 chiaramente emerga
&uali sono &uesti personaggi che proponiamo alla venerazione ed al culto dell%ore cattolico, #i piace narrare
revemente la storia delle loro gesta.
#irillo e $etodio, fratelli germani, nati a 4essalonica da noilissima famiglia, in tenera et si trasferirono a
#ostantinopoli per imparare le umane discipline nella principale citt dell%5riente. -/ stette nascosta la scintilla
dell%ingegno, che gi fin d%allora splendeva nei due giovanetti6 infatti l%uno e l%altro impararono moltissimo e
rapidamente, soprattutto #irillo, il &uale consegu" nelle scienze tale lode che in segno di onore singolare fu
chiamato !ilosofo. -on and0 molto che $etodio si fece monaco. #irillo fu poi ritenuto degno dall%imperatrice
4eodora, su consiglio del Patriarca Ignazio, di istruire nella fede cristiana i 7hazari, che aitavano oltre il
#hersoneso, i &uali avevano chiesto a #ostantinopoli ministri idonei nelle cose sacre. 2gli accett0 tale incarico di
uon grado. Pertanto, recatosi in #rimea tra i 4auri, studi0 per &ualche tempo, come alcuni affermano, la lingua
di &uel popolo, e nello stesso tempo gli avvenne, e fu ottimo auspicio, di trovare le ceneri di San #lemente I P.
$., che non gli fu difficile riconoscere, sia per il ricordo degli anziani, sia per l%ancora con la &uale &uel
fortissimo martire fu gettato in mare per ordine dell%imperatore 4raiano e, come si sapeva, successivamente
tumulato.
Impadronitosi di &uesto tesoro cos" prezioso, penetr0 nelle citt e nelle case dei 7hazari6 i &uali, istruiti dai suoi
precetti e mossi dalla grazia di 1io, distrutte le tante superstizioni, furono da lui condotti a Ges3 #risto.
5ttimamente costituita &uesta nuova comunit cristiana, egli diede una memoraile prova di temperanza e di
carit, rifiutando tutti i doni offerti dagli indigeni, eccettuato l%affrancamento degli schiavi che professassero il
cristianesimo. Poscia #irillo ritorn0 rapidamente a #ostantinopoli e si rinchiuse nel monastero di Policrone, nel
&uale $etodio si era gi ritirato.
!rattanto la fama delle cose da lui felicemente operate presso i 7hazari era giunta a Ratislao, Principe della
$oravia. 8uesti, mosso dall%esempio dei 7hazari, chiese all%imperatore $ichele III alcuni operai evangelici di
#ostantinopoli6 n/ ee difficolt ad ottenere &uello che richiedeva. Pertanto la virt3 noilitata da tanti fatti e la
manifesta volont che #irillo e $etodio avevano di giovare al prossimo fecero s" che essi venissero destinati alla
missione nella $oravia. $entre viaggiavano per la Bulgaria, gi iniziata alla religione cristiana, in nessun luogo
si lasciarono sfuggire l%opportunit di diffondere la religione. Incontrati ai confini del Principato da gran
moltitudine di popolo, furono ricevuti in $oravia da moltissima disponiilit e con straordinaria gioia. -/
tardarono un momento dall%intraprendere ad educare gli animi nelle dottrine cristiane ed a confortarli con la
speranza dei eni celesti. #i0 fecero con tanta efficacia e con tanto operoso impegno, che in poco tempo il
popolo $oravo aracci0 con tutto l%animo la religione di Ges3 #risto.
A tale opera non poco giov0 la conoscenza della lingua Slava, che #irillo aveva imparato prima, e molto
servirono i liri del nuovo e dell%antico 4estamento che egli aveva tradotto nella lingua di &uel popolo. Per la
&ual cosa tutta la nazione degli Slavi deve moltissimo a &uesto uomo, poich/ da lui ricevette non solo il
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eneficio della fede cristiana, ma anche &uello della civilt9 infatti #irillo e $etodio trovarono per primi &uelle
lettere con le &uali : rappresentata ed espressa la lingua Slava, della &uale, non a torto, sono ritenuti i padri.
1a cos" lontane e separate province la fama aveva recato a Roma il felice annunzio di &uelle imprese. 2 avendo
-icol0 I, Pontefice $assimo, ordinato ai due ottimi fratelli di venire a Roma, &uesti senza indugio oedirono e,
messisi in viaggio per Roma, portarono con s/ le reli&uie di San #lemente. A tale notizia, Adriano II, che era
succeduto al defunto -icol0, accompagnato dal #lero e dal popolo per testimoniare un grande onore, usc"
incontro agli illustri ospiti. Il corpo di San #lemente, glorificato da improvvisi prodigi, con solenne pompa fu
portato nella Basilica innalzata al tempo di #ostantino sui ruderi della casa paterna del coraggiosissimo martire.
Poi #irillo e $etodio, presente il #lero, resero conto al Pontefice $assimo dell%Apostolica missione alla &uale
santamente e laoriosamente si erano dati. 2 poich/ fu loro contestato che avevano operato contro il costume
degli antichi e contro regole santissime, in &uanto avevano usato la lingua Slava negli uffici sacri, addussero
ragioni cos" forti e sicure che il Pontefice e tutto il #lero li lodarono ed approvarono.
Allora amedue, dopo aver fatto, secondo la formula cattolica, la professione di fede e aver giurato che si
sareero mantenuti fedeli al Beato Pietro e ai Romani Pontefici, furono creati e consacrati Vescovi dallo stesso
Adriano, e molti loro discepoli furono iniziati a vari gradi dei sacri 5rdini.
2ra per0 divinamente stailito che #irillo finisse in Roma il corso della sua vita il '; feraio ()+, maturo pi3
nella virt3 che negli anni. !urono fatti pulici funerali, e con magnifico apparato, &uello stesso che si usa per i
Romani Pontefici6 fu posto con ogni onore in &uel sepolcro che Adriano aveva preparato per se stesso. Il sacro
corpo del defunto, poich/ il popolo romano non permise che si trasportasse a #ostantinopoli, ench/ ne facesse
accorata domanda la madre, fu portato alla #hiesa di San #lemente e sepolto vicino alle ceneri di &uesti, che
#irillo aveva per tanti anni custodite con venerazione. 2 mentre si portava la sua salma per la citt, tra il canto
solenne dei salmi, con una pompa piuttosto di trionfo che di funerale, parve che il popolo romano volesse
triutare all%uomo santissimo un saggio degli onori celesti.
#i0 fatto, $etodio, per ordine e sotto gli auspici del Pontefice $assimo, ritorn0 Vescovo in $oravia, ad
esercitarvi i consueti uffici del ministero apostolico. In &uella provincia, divenuto con tutto lanimo un esemplare
del gregge, si diede tutto agl%interessi cattolici con uno zelo che cresceva di giorno in giorno6 resistette
fortemente a faziosi innovatori, perch/ con insane opinioni non guastassero il nome cattolico6 istru" nella
religione il principe Suentopolco che era succeduto a Ratislao6 ammon" il medesimo, che non curava il proprio
dovere, lo riprese e infine lo pun" con l%interdetto da ogni cosa sacra. Per tali motivi si attir0 l%odio dell%empio e
impurissimo tiranno, dal &uale fu cacciato in esilio. $a richiamato dopo poco tempo, con opportune esortazioni
ottenne che il Principe desse segno di ravvedimento e comprendesse il isogno di riac&uistare con un nuovo
tenore di vita l%antico comportamento. < poi meraviglioso che la vigilante carit di $etodio, superati i confini
della $oravia, come gi ai tempi di #irillo era arrivata ai #roati e ai Seri, cos" ora aracciava gli =ngari, il cui
Principe, di nome #ocelo, egli istru" nella religione cattolica e mantenne nella carica6 i Bulgari, i &uali
unitamente al loro re Bogoris conferm0 nella fede cristiana6 i 1almati, con i &uali divideva e ai &uali comunicava
i celesti carismi, e i #arinzi, per i &uali molto oper0 al fine di condurli alla conoscenza ed al culto dell%unico vero
1io.
$a ci0 gli procur0 dei guai. Infatti, alcuni della nuova comunit cristiana, portando invidia ai fatti preclari e alla
virt3 di $etodio, intervennero presso Giovanni VIII, successore di Adriano, accusando lui, innocente, di sospetta
fede e di violata tradizione dei maggiori, i &uali nelle sacre funzioni avevano solitamente usato soltanto la lingua
latina o la greca, e nessun%altra. Allora il Pontefice, assai preoccupato dell%integrit della fede e dell%antica
disciplina, comand0 a $etodio di recarsi a Roma per difendersi e lierarsi delle accuse. 8uesti, sempre pronto a
oedire e confortato dalla testimonianza della propria coscienza, nell%anno ((>, presentatosi dinanzi a
Giovanni, ad alcuni Vescovi ed al #lero urano, facilmente prov0 che egli aveva sempre professato ed insegnato
&uella fede che, in presenza di Adriano e con la sua approvazione, aveva dichiarato e confermato con giuramento
presso il sepolcro del Principe degli Apostoli. 8uanto alla lingua Slava, usata nelle sacre funzioni, lo aveva fatto
per giuste ragioni, con il consenso dello stesso Pontefice Adriano, non contraddicendovi le Sacre Scritture. #on
tale discorso egli si lier0 da ogni sospetto, tanto che il Pontefice suito lo aracci0, e di uon grado gli confer"
la potest arcivescovile e approv0 la sua missione nella Slavonia.
Inoltre, scelti alcuni Vescovi che dovevano dipendere da $etodio, e della cui opera egli si saree giovato
nell%amministrazione delle cose sacre, il Pontefice, munitolo di lettere commendatizie, lo rimand0 in $oravia
con pieni poteri. 4utte &ueste cose il Sommo Pontefice volle poi confermare con lettere mandate a $etodio,
&uando di nuovo egli dovette suire l%invidia dei malevoli.
Pertanto, sicuro nell%animo, unito con strettissimo vincolo di carit e di fede al Sommo Pontefice e alla #hiesa
Romana, $etodio persever0 con sempre maggior impegno ad espletare la missione assegnatagli6 n/ il positivo
frutto della sua opera si fece a lungo desiderare. Infatti, avendo dapprima egli stesso condotto alla fede cattolica
Borzivoio, Principe dei Boemi, e poscia ?udmilla, sua moglie, con l%aiuto di un sacerdote, in reve ottenne che
fra &uella gente il nome cristiano si divulgasse assai e per ogni dove.
-ello stesso tempo si adoper0 per introdurre la luce del Vangelo nella Polonia, dove entr0 e dove fond0 la sede
episcopale di ?eopoli, dopo avere attraversato la Galizia. Successivamente, come alcuni raccontano, recatosi
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nella $oscovia propriamente detta, fond0 il trono pontificale di 7iev. #on &uesti allori non certo caduchi, torn0
ai suoi in $oravia. Sentendo avvicinarsi la morte, scelse il proprio successore, e dopo avere esortato alla virt3 il
#lero e il popolo con le ultime raccomandazioni, placidamente usc" da &uella vita che per lui era stata la via
verso il cielo.
#ome Roma pianse #irillo, cos" la $oravia pianse la morte di $etodio6 celer0 con dolore la sua perdita e onor0
in tutti i modi i suoi funerali.
1i &uesti fatti, Veneraili !ratelli, torna a -oi graditissimo il ricordo6 #i commuoviamo non poco &uando
osserviamo splendidamente iniziata fin da tempi remoti l%unione delle genti Slave con la #hiesa Romana.
2ffettivamente &uesti due propagatori del nome cristiano, dei &uali aiamo parlato, se ne andarono da
#ostantinopoli presso popoli pagani, tuttavia fu necessario che la loro missione fosse intieramente comandata da
&uesta Sede Apostolica, centro dell%unit cattolica, o regolarmente e santamente approvata, come fu fatto pi3
volte. Infatti &ui, nella citt di Roma, essi resero ragione dell%opera intrapresa e risposero alle accuse6 &ui, presso
i sepolcri di Pietro e Paolo effettuarono il giuramento della fede cattolica e ricevettero la consacrazione
episcopale, insieme con il potere di costituire la sacra gerarchia, conservando la diversit degli 5rdini.
Infine, &ui fu autorizzato l%uso della lingua Slava nei santissimi riti, e &uest%anno si compie il decimo secolo
dacch/ Giovanni VIII, Pontefice $assimo, scrisse a Suentopolco, Principe della $oravia, &ueste parole9
AApproviamo giustamente che le lodi dovute a 1io risuonino nella lingua slava, e comandiamo che nella
medesima lingua si narrino gli elogi e le opere di Ges3 #risto Signor -ostro. -/ alcunch/ si oppone alla sana
fede o alla dottrina, sia che si cantino le messe nella stessa lingua slava, si che si leggano il santo Vangelo o le
lezioni divine del -uovo e Antico 4estamento, ene tradotte ed interpretate, e si salmeggi nelle altre ore della
ufficiaturaA. 1opo molte vicende, Benedetto ,IV sanzion0 tale consuetudine con lettera apostolica del @. agosto
'B.;. I Pontefici Romani, poi, tutte le volte che furono richiesti di aiuto dai Principi che comandavano sui popoli
convertiti al cristianesimo per opera di #irillo e $etodio, non permisero mai che si avesse a desiderare la loro
enignit nel soccorrere, la loro umanit nell%istruire, la loro enevolenza nel consigliare, la loro uona volont
in tutte le cose che potevano. !ra gli altri, Ratislao, Suentopolco, #ocelo, santa ?udmilla, Bogoris
sperimentarono, secondo le circostanze e il tempo, l%insigne carit dei -ostri Predecessori.
-/ con la morte di #irillo e di $etodio cess0 o si indeol" la paterna sollecitudine dei Romani Pontefici per i
popoli Slavi, ma sempre rifulse nel tutelare presso di loro la santit della religione e nel conservare la prosperit
pulica. Infatti -icol0 I mand0 da Roma, presso i Bulgari, sacerdoti che istruissero il popolo, e i Vescovi di
Populonia e di Porto perch/ ordinassero &uella nuova comunit di cristiani. 1el pari, a proposito delle fre&uenti
controversie dei Bulgari intorno al diritto sacro diede amorevolissime risposte, nelle &uali anche coloro che per
nulla sono favorevoli alla #hiesa Romana, lodano ed ammirano la somma prudenza. 2 dopo la luttuosa calamit
dello scisma, : merito di Innocenzo III l%avere riconciliato con la #hiesa #attolica i Bulgari6 e poi di Gregorio
I,, di Innocenzo IV, di -icol0 IV, di 2ugenio IV di averli mantenuti nella compiuta riconciliazione. Similmente
verso i popoli della Bosnia e dell%2rzegovina, ingannati dal contagio di prave opinioni, in modo insigne
risplendette la carit dei -ostri Predecessori, cio: di Innocenzo III e di Innocenzo IV, i &uali si adoperarono per
sradicare l%errore dagli animi6 di Gregorio I,, #lemente VI e Pio II, che si adoperarono per fermare stailmente
in &uelle regioni i gradi della sacra gerarchia.
-/ si deve credere che Innocenzo III, -icol0 IV, Benedetto ,I e #lemente V aiano rivolto piccola od ultima
parte delle loro cure ai Seri, dai &uali tennero provvidissimamente lontane le frodi, escogitate astutamente per
contaminarne la religione. Anche i 1almati e i ?iurni, per la costanza nella fede e per l%adempimento dei loro
doveri, si meritarono singolare favore e grandi lodi da Giovanni ,, Gregorio VII, Gregorio I, e =rano IV.
Infine, nella stessa #hiesa di SriCem, distrutta nel sesto secolo da invasioni arariche e successivamente
ricostruita con amorosa piet da Santo Stefano I, re dell%=ngheria, sono molti i monumenti della enevolenza di
Gregorio I, e di #lemente ,IV.
Pertanto #i pare doveroso rendere grazie a 1io che #i ha offerto l%occasione opportuna di far cosa gradita alla
gente Slava e di esserle utile certamente con non minore premura di &uella che mostrarono in ogni tempo i -ostri
Predecessori. A &uesto -oi miriamo, &uesto desideriamo unicamente9 di adoperarci in ogni modo affinch/ tutte
le genti Slave vengano istruite dal maggior numero di Vescovi e di Sacerdoti6 affinch/ si confermino nella
professione della vera fede, nell%oedienza alla vera #hiesa di Ges3 #risto e ogni giorno di pi3 sentano per
esperienza &uanta ricchezza di eni ridondino dalle istituzioni della #hiesa #attolica sulla societ domestica e su
tutti gli ordini della cosa pulica.
8uelle #hiese certamente esigono gran parte delle -ostre cure6 n/ vi : cosa che pi3 desideriamo &uanto il
provvedere alla loro comodit e alla loro prosperit, a unirle tutte a -oi con &uel perpetuo legame di concordia
che : il massimo e migliore vincolo di salute. Resta che Iddio, ricco di tutte le misericordie, arrida ai -ostri
propositi e assecondi &uanto aiamo intrapreso. !rattanto -oi poniamo &uali intercessori presso di ?ui #irillo e
$etodio, maestri della Slavonia, dei &uali, come vogliamo amplificarne il culto, cos" confidiamo non #i
mancher il patrocinio celeste.
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Pertanto ordiniamo che il . luglio, giorno stailito da Pio I, di felice memoria, sia inserita nel #alendario
Romano e della #hiesa universale e si faccia ogni anno la festa dei santi #irillo e $etodio con 5fficio e $essa
propria, di rito doppio minore, come venne approvato dalla Sacra #ongregazione dei Riti.
A Voi tutti poi, Veneraili !ratelli, ordiniamo che curiate la pulicazione di &uesta -ostra ?ettera e comandiate
che le cose in essa prescritte siano osservate da tutti i sacri ministri che celerano l%=fficio divino della #hiesa
Romana, ciascuno nelle proprie chiese, province, citt, diocesi e case dei Regolari. Infine vogliamo che per
Vostra esortazione e Vostro consiglio, in tutto il mondo si preghino #irillo e $etodio, perch/ con &uel favore di
cui godono presso 1io, in tutto l%5riente tutelino gli interessi cristiani, implorando costanza per i cattolici e il
proposito di riconciliarsi con la vera #hiesa per i dissidenti.
8ueste cose, come furono sopra scritte, cos" comandiamo siano staili e ferme, nonostante le #ostituzioni
apostoliche emanate dal Pontefice San Pio V, -ostro Predecessore, e da altri sulla riforma del Breviario e del
$essale romano, e nonostante gli statuti e le consuetudini, anche immemoraili, e ogni altra cosa contraria.
Auspice dei doni celesti e pegno della -ostra particolare enevolenza, a Voi tutti, Veneraili !ratelli, e a tutto il
#lero e al popolo affidato ad ognuno di Voi, impartiamo con tutto l%affetto nel Signore la Benedizione
Apostolica.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 30 settembre 1880, anno terzo del Nostro Pontificato
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