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Commento alla prima lettera ai Corinzi (capitolo 2)

Tra la variet degli argomenti che lapostolo Paolo tocca in questa lunga lettera presente una
dissertazione circa la distinzione tra la sapienza di questo mondo e la sapienza di Dio. Per
lapostolo di fondamentale importanza assicurarsi che la comunit di Corinto colga la profonda
differenza tra questi due tipi di sapienza che trovano il loro naturale sbocco e riflesso nel modo di
agire nella vita di tutti i giorni; perch un uomo che abbraccia la sapienza di Dio agir senzaltro
come figlio di Dio e non come figlio del mondo. A Paolo quindi preme sottolineare che la sua
predicazione e la forza della sua opera poggiano su una sapienza che nascosta a questo mondo.
A questo punto sorge la domanda: cosa racchiude la parola mondo? Con mondo non sintende
solo il mondo fisico, cio il pianeta terra ma quelle realt soprattutto spirituali di cui la terra e
lumanit sono succubi. Dice lapostolo Paolo in Efesini cap. 6 verso 1 la nostra battaglia non
contro la carne e il sangue (dove questa endiadi sta a significare che la nostra battaglia non
combattuta contro la materia e lumanit) ma contro i principati e le potenze, i dominatori di
questo mondo di tenebre- i quali come scrive lapostolo in 1corinzi cap 2 versi 8-9 hanno una loro
sapienza la quale contraria alla sapienza di Dio.
La sapienza dei dominatori di questo mondo, e degli uomini che ladottano, esige che un obiettivo
si debba conseguire per gloria propria. Lagire per propria gloria presuppone il confidare nelle
proprie forze o peggio su altri uomini, e nello spendersi in parole artificiose. E tutto questo
necessario perch una volta svincolati dal Signore ci si regge sulla forza effimera e ingannatrice di
queste potenze. Chi invece offre il frutto delle proprie azioni al Signore e quindi agisce per la gloria
di Dio assumer un comportamento diametralmente opposto abbandonandosi allazione di Dio
secondo quanto scritto in Luca cap. 12 verso 11 quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai
magistrati e alle autorit, non preoccupatevi di come o di cosa discolparvi, o di che cosa dire,
perch lo Spirito Santo vi insegner in quel momento ci che bisogna dire- .
Recita il Salmo 12 Recida il Signore le labbra adulatrici, la lingua che vanta imprese grandiose,
quanti dicono: Con la nostra lingua siamo forti, le nostre labbra sono con noi: chi sar il nostro
padrone?- . Ecco perch Paolo non espone il vangelo con leloquenza della parola. Ci significa
che luomo pu far spazio allagire di Dio solo se si rende debole perch nella debolezza, come
dice lapostolo Paolo, che si manifesta la potenza di Dio. Tutta lopera e il piano di Dio fondato su
unapparente debolezza che attraversa tutta la storia della salvezza. Si possono prendere come
esempi il re Davide che era di costituzione fragile rispetto ai suoi fratelli e soprattutto a Golia, ai
profeti che nonostante fossero persone deboli e provate eppur Dio infondeva loro la forza di
andare incontro re e citt rimproverandoli, e infine il Signore stesso che nacque da famiglia umile
e comp lopera di Dio nello stato umano e accettando una morte disonorevole. Questo modo di
operare di Dio stoltezza e pazzia per i dominatori e i figli di questo mondo, nei confronti dei
quali, le opere a prima vista fragili di Dio, nascondono ai loro occhi il Suo vero intento e la Sua vera
potenza; tant vero che il demonio pur riconoscendo che il Figlio di Dio fosse sceso in carne si
adoper per appenderlo alla croce non sapendo cosa ci avrebbe comportato.
Verso la fine del cap. 2 Paolo parla del giudicare, la cui facolt strettamente connessa con la
sapienza divina. Alle persone del mondo che vivono disancorate dalla persona di Dio, essendo
supportate dalla loro fallace sapienza, manca una visione veritiera della realt, motivo per cui non
possono giudicare i figli della luce, che al contrario giudicano ogni cosa, infatti Paolo dichiara
luomo spirituale giudica ogni cosa ed egli stesso non giudicato da nessuno- . Ma il motivo non
soltanto questo: gli uomini di Dio possono giudicare perch giudicano secondo le leggi di Dio, il
Quale lunico e vero legislatore. Questa frase di Paolo tuttavia sembra apparentemente in
contrasto con laffermazione di Ges il Quale ammonisce - di non giudicare nessuno perch con la
misura con cui giudichiamo saremo giudicati- e che diventata la roccaforte degli ipocriti, che ai
rimproveri dati per la loro edificazione rispondono: chi sei tu per giudicare?. Bisogna premettere
innanzitutto che spesso la parola giudicare nella Bibbia sinonimo di sentenziare e non di
esprimere un giudizio che pu essere anche temporaneo; infatti noi siamo tenuti a esprimere
giudizi ogni istante della nostra vita: abbiamo il diritto di farci unidea della persona che ci sta
dinanzi o di certe situazioni in cui siamo immersi. Il Signore voleva affermare di non giudicare
secondo i nostri pesi e misure, cio secondo la sapienza umana che la sapienza del mondo.
Quindi se riflettiamo bene lapostolo Paolo dicendo che gli uomini spirituali giudicano ogni cosa
non contraddice affatto Cristo, infatti i veri discepoli di Cristo giudicano non con delle proprie
misure ma alla luce della parola di Dio e quindi secondo la Sua giustizia.

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