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TDA2051
40 Watt Musicali
Buona lettura
ad.noctis as Marco Gottardo
Elevata potenza di uscita (40 Watt musicali secondo la regola IEC 268.3 ).
Elevata tensione di funzionamento (50V)
Alimentabile in maniera singola o duale
Distorsione molto bassa
Protezione elettronica contro i corti circuiti tra le casse e la massa.
Protezione termica (spegnimento automatico)
Nella teoria dei controlli automatici questi blocchi vengono presentati con
caratteristiche ideali, ovvero nessuna perdita interna, impedenza di ingresso infinita,
impedenza di uscita nulla, e rispondenti al principio di non interferenza, ovvero non
esiste un fan out o un carico massimo, (si intende che possiamo mettere infiniti
blocchi in parallelo o in cascata senza che questi si influenzino a vicenda in qualsiasi
modo.
Ponendo un segnale all'ingresso, ad esempio I(s), dove con s si intende un parametro
complesso definito come s=J . (approfondimenti in merito li metto in appendice, per
il momento consideriamolo semplicemente un generico segnale), si verifica che
questo viene moltiplicato per il guadagno intrinseche del blocco, qui indicato con B, al
fine di attenere l'uscita U(s).
in definitiva si ha:
Dato che Q(s) e I(s) sono omogenei il loro rapporto risulta tipicamente privo di unit
di misura, ovvero un numero puro. Resta quindi definito il guadagno, valido per
qualsiasi sistema anche diverso dal nostro amplificatore audio, secondo la formula:
Il circuito viene rappresentato come un nodo sottrattore, ovvero un cerchio in cui entra
il segnale nel morsetto indicato con "+" corrispondente al pin 2 del circuito integrato,
mentre la retroazione entra nel morsetto indicato con "-" corrispondente al pin 1
dell'integrato. Se analizziamo la circuiteria interna dell'integrato ovviamente non
siamo in grado di trovare il collegamento di retroazione, ovvero un filo o una maglia o
comunque un circuito che riporta l'uscita all'ingresso allo scopo di sottrarlo al segnale
di ingresso, ovviamente non si trova perch questo esterno all'integrato e sviluppato
di volta in volta dal progettista dell'amplificatore. Nello schema tipico suggerito dalla
casa costruttrice la rete di retroazione costituita dalla semplice resistenza da 22k
(vedi immagine pi avanti).
.
La prima equazione tanto ovvia quanto utile, difatti non riporta nulla di nuovo. Dice,
infatti, che l'uscita Q(s) uguale al segnale presente in quel filo, ovvero [ I(s) - Q(s)
H)] B, scriviamo l'equazione:
[I(s) - Q(s) H)] B=Q(s)
Come prima cosa eseguiamo il prodotto del membro di sinistra per il guadagno B,
ovvero un fattore moltiplicativo che dipende dal guadagno della catena diretta.
[ I(s) B- Q(s) H) B ]=Q(s)
Rimane quindi una forma semplificata del sistema in cui si nota che possibile
semplificare, con particolare riferimento alle condizioni statiche di funzionamento,
nella forma:
schema tipico suggerito dalla casa costruttrice per le tensioni di alimentazione duali
Nello schema elettrico sovrastante l'alimentazione duale fornita tra +Vs e -Vs
riferita alla massa, i condensatori elettrolitici C2 e C5 hanno entrambi il positivo verso
l'alto, ovvero connesso a +Vcc, mentre il condensatore elettrolitico C6 ha il positivo
verso il basso ed cos giustamente inserito visto che la linea sovrastante
l'alimentazione negativa ovvero il punto pi basso di tensione.
La basetta che alloggia la versione mono di questo potente amplificatore molto
compatta, misura infatti solo 40mmX30mm.
La foto sovrastante mostra il PCB, single layer, quindi il lato rame, visualizzato come
se il supporto laminato fosse trasparente. In questa situazione eventuali scritte sul
rame dovrebbero risultare capovolte. Per una pi agevole lettura ho colorato di nero i
piani di massa e di rosso le alimentazioni positive. In verde indicata la linea di
alimentazione negativa e in blu le piste generiche. Nella prossima immagine vediamo
il layout dei componenti.
Layout dei componenti, ci siamo tenuti un po larghi cosi che sia possibile giostrare
un po con le dimensioni fisiche dei componenti in fase di montaggio, in particolare
modo con quelle dei condensatori elettrolitici.
Di fondamentale importanza il porre l'elemento attivo in uno dei bordi del PCB in
modo da poter permettere l'agevole istallazione su di un ampio dissipatore termico
vista l'elevata quantit di calore che necessario smaltire.
nei reofori del robusto ponte di diodi. Se esistono fori di fissaggio di solito si
realizzano forando con una punta da 3mm.
Il taglio del PCB, al fine di suddividere i vari esemplari si pu eseguire usando una
semplice forbice da lamiera, comunemente detta 'cesoia' (almeno la chiamiamo cos
dalle mie parti). Preferisco non usare mai il seghetto da ferro perch il risultato
sempre di qualit inferiore che con la forbice. In ogni caso la manovra va fatta con
cura per evitare di dover buttare la produzione di PCB appena eseguita.
Vedremo che per il vero amplificatore di cui argomento questa pubblicazione non
sar necessaria alcuna suddivisione dato che copre tutta l'area di misura standard della
basetta.
cos, possiamo sostituire uno dei due condensatori elettrolitici, a monte o a valle del
morsetto, con un ponticello, e installare un unico elettrolitico da 2,2uF.
Se prevediamo fin da subito, o in un prossimo futuro, di interfacciare altri
dispositivi come quelli indicati sopra, allora lasciamo il morsetto dov' e colleghiamo
gli apparentemente inutili due condensatori.
L'impedenza d'ingresso dello stadio amplificatore qui fissata dal valore della
resistenza R1 pari a 22000 ohm. Nel caso volessimo isolare la sezione mixer, isolando
il morsetto indicato nella sezione precedente ed entrando direttamente con la fonte
sonora che incontra un potenziometro li posto, questi dovrebbe avere un valore
resistivo inferiore di oltre la met della resistenza R1 che ne determina il valore
dell'impedenza di ingresso.
La configurazione
Come anche ricorda il simbolo elettrico il nostro amplificatore, bench con grande
semplificazione concettuale, si comporta come un amplificatore operazionale di
potenza, quindi possibile applicare lo stesso ragionamento della configurazione e
retroazione degli amp.op.
Notiamo che il segnale applicato al morsetto non invertente e che l'uscita viene
riportata all'ingresso tramite la rete di reazione contenente la resistenza R5. Siamo
quindi in presenza di una classica retroazione negativa con configurazione non
invertente, quindi il segnale sar presente in uscita con la medesima fase dell'ingresso.
Il guadagno invece fissato dalla rete di retroazione tramite Av=(1+Zf/Zi) dove per
l'impedenza Zi non risulter costante grazie alla presenza del condensatore C4 che
posta in serie alla resistenza R4 presenta l'impedenza in funzione del contenuto
armonico pari a Zc=i/j(omega*C)
La rete di zobel.
Scopo della rete di zobel quello di adattare l'impedenza della sezione del circuito
cercando il migliore accoppiamento dell'impedenza tra l'uscita dell'amplificatore e
l'altoparlante. E' intuitivo che l'impedenza, essendo dipendente dalla frequenza, potr
avere delle piccole oscillazioni, difatti la banda passante e compresa da 20 a 20.000
Hz (nel caso ottimale).
La rete tenta di linearizzare l'impedenza mostrata all'uscita dell'amplificatore
dall'altoparlante anche al variare della frequenza del segnale amplificato. Questo
trucco permette di esaltare la dinamica sonora minimizzando la distorsione. Il punto
critico di funzionamento rimane la zona di risonanza dell'altoparlante, quindi l'azione
di linearizzazione va ricercata, tarando la rete di zobel, proprio in funzione della
frequenza di risonanza dello specifico diffusore acustico.
Bisogna fare attenzione che al variare della potenza di progettazione
dell'amplificatore, la rete di zobel,va dimensionata per sopportare la corrente che la
attraverser, ecco che su potenze di dell'ordine di cui si progettato questo
amplificatore le resistenze R4, presenti in entrambi i canali, dovranno sopportare
almeno 2W per poter assolvere al proprio ruolo di smorzamento elettrico di
compensazione dell'uscita dell'amplificatore e della controreazione della bobina
dell'altoparlante.
In sostanza la cella di zobel serve a linearizzare la risposta di un grosso altoparlante,
ad esempio un woofer, mostrando allo stadio precedente, costituito di solito dallo
stadio finale dell'amplificatore oppure dal filtro passivo chiamato crossover, una
impedenza costante al variare della frequenza, cosa che non sarebbe considerando il
solo carico induttivo della bobina mobile.
Molto impiegata nelle zone della banda acustica del sistema multivie in cui avviene
l'incrocio delle frequenze tra i tipici dispositivi dedicate alla banda bassa, media alta
che come sappiamo sono denominati il woofer, il midrange, e il tweeter. Alle alte
frequenze un sistema non ben compensato tramite la rete di zobel, pu risultare
stridente a causa delle irregolarit della curva della banda passante complessiva che ha
appunto picchi di risonanza in prossimit delle frequenze di incrocio e in margine alto
di banda.
Dimensionamento della rete di zobel.
mentre la capacit calcolata per rispondere ai picchi induttivi generati come reazione
dall'altoparlante entrando in risonanza.
In internet esistono molti "abachi" elettronici per il dimensionamento automatico della
rete.
Quello che trovate al seguente indirizzo piuttosto carino.
http://www.mariohifi.it/calc_file/zobel.htm
Un approccio diverso alla comprensione della rete di Zobel pu essere fatto secondo
l'intuitivo ragionamento del principio di azione e reazione. In effetti se pilotiamo una
bobina mobile, immersa in un campo magnetico, con una tensione (da cui se ne deriva
una corrente) oscillante, questo assume uno stato di oscillazione meccanica che
muovendo il cono di carta dell'altoparlante, comprime la massa d'aria davanti ad essa
creando le onde sonore. Durante il movimento per ci si trova nella condizione che
una bobina alimentata, si muove all'interno di un campo magnetico (processo inverso,
ovvero reazione) creando a sua volta della tensione oscillante. Al fine che questa
energia di reazione non vada a sporcare la forma originale del suono, la si porta a
massa usando appunto la rete di zobel. Il fenomeno tanto pi accentuato quanto
pi potente lo stadio finale dell'amplificatore e quanto pi grandi sono i diffusori.
Ovviamente, e come gi detto, se aumenta la potenza dell'ampli e dell'amplificatore ad
esse collegato, la rete di zobel non pu essere formata da una piccola resistenza (ad
esempio 1/4 di watt dato che sar interessata da un elevato valore si energia. Dato che
l'energia definita anche come potenza per tempo, dividendo per il tempo stesso si
pu, con notevole semplificazione di calcolo, ottenere la potenza istantanea che la R
dovr dissipare. Per questo motivo bene sia bella robusta. per intenderci sopra i 2W,
meglio se al cemento nei potenti amplificatori di potenza. In un articolo comparso sul
sito Grix la ho vista realizzata con del filo di rame avvolto su un nucleo NON FATE
COSI' un grave errore e vanifica l'essenza stessa della rete di Zobel introducendo
effetti induttivi che sono un vero controsenso in parallelo all'altoparlante. Si
comporterebbe grosso modo come qualcosa che sballa la funzionalit del filtro
crossover posto immediatamente in cascata e all'interno del diffusore acustico.
Calcolo del dissipatore termico.
Durante queste lezioni viene spiegato all'aspirante ingegnere che bisogna avere ben
chiaro la differenza tra temperatura e calore. Se concettualmente riusciamo ad
accettare che la prima non altro che l'effetto del secondo e che questo pu dare luogo
ad un "flusso" attraverso i mezzi materiali, (Quando la trasmissione avviene per
conduzione dato che ne esistono almeno atri due modi, ovvero la convezione e
l'irraggiamento su cui non ci addentriamo, o addirittura per radiazione che risulta
davvero complessa), allora siamo in grado di paragonare il trasferimento del calore al
trasferimento di altre grandezze fisiche come la corrente elettrica o i fluidi.
Aggiungiamo anche il concetto che tale flusso si sposter pi agevolmente attraverso
certi materiali piuttosto che altri, o addirittura potr trovare degli sbarramenti al
transito (isolamento). resta cos definita una sorta di resistenza termica.
Per avere un comportamento analogo alle correnti elettriche necessario definire la
direzione di transito.
In effetti facile dimostrare che il calore "Q" fluisce incontrando una certa resistenza
termica "L" (leggasi lambda, ma mi manca il simbolo) dal punto a maggiore
temperatura T1 verso quello a minore temperatura T2.
Rimane quindi definita una sorta di legge di ohm per i flussi termici che sembra
rispondere in certi materiali proprio in maniera lineare.
Vediamo un esempio, di fonte internet.
quando dal chip di silicio viene trasmessa all'housing del componente stesso, ovvero
al contenitore. Se l'housing mal progettato o inadatto al tipo di chip il circuito
integrato destinato ad avere in basso MTBF ovvero medium time between fault
(tempo medio tra due guasti), ovvero si rompe facilmente, L'unit di misura il grado
centigrado su Watt.
RCD= la resistenza che il flusso di calore incontra nel trasferimento tra il contenitore
del CHI e il dissipatore esterno in alluminio. In generale, ogni volta che un flusso
termico incontra un cambio di materiale viene inserita una resistenza termica
equivalente. Ne consegue che pi cambi di materia si hanno pi alta la resistenza
termica e quindi minore la conduzione poi legata alla dissipazione. A seconda
dell'ambito pu essere usato a vantaggio o a svantaggio. In molti casi si deve isolare
un ambiente da un'altro per non disperdere energia, ad esempio nel riscaldamento di
un appartamento, qui, al contrario dobbiamo disperdere quanta pi energia possibile
mantenendo cosi il dispositivo pi freddo. Anche in questo caso l'unit di misura il
grado centigrado su watt.
RDA= resistenza termica che si ha tra il cambio di materiale di cui fatta l'aletta e
l'aria, ovvero l'ambiente esterno. Si suppone che non vi sia circolazione forzata,
altrimenti tutto il calcolo ha delle variazioni. L'efficienza in caso di ventole aumenta
notevolmente. L'unit di misura ancora il grado centigrado su watt.
RJA= somma delle precedenti resistenze termiche, ovvero di tutte quelle incontrate
nel percorso dal punto di generazione al punto ultimo di dispersione del flusso
termico.
Per effettuare il calcolo necessario conoscere i dati iniziali, questi sono:
In alcuni data book sono specificati i valori delle resistenze termiche sopra descritte
con una notevole semplificazione dei calcoli.
Nota bene, quando si moltiplica una Potenza in watt per una resistenza termica in
gradi centigradi su watt, evidente che semplificando le unit di misura rimane C,
ovvero il calcolo restituisce una temperatura.
In questo modo ad esempio possibile calcolare la temperatura massima raggiunta dal
componente attivo connesso all'aletta.
Cominciamo calcolando la resistenza termica totale, essa uguale alla somma delle
resistenze termiche incontrate dal flusso calorico, dato che queste risultano
evidentemente in serie. (guardare il disegno iniziale).
Si ha quindi: Rja= Rcd +Rda
Essendo Rda la resistenza termica del dissipatore, ovvero il dato che stiamo cercando,
basta rovesciare l'equazione lineare di primo grado ottenendo: Rda=Rja-Rjc-Rcd .
Possiamo anche esprimerla come rapporto tra la temperatura e la potenza
Rda=(Tjmax-Ta)/Pmax-Rjc-Rcd.
con Rjc ricavabile con Rjc=(Tjmax-Tc)/Pdmax quando non sia fornita come dato
iniziale o da databook.
La temperatura finale del componente collegato termicamente all'aletta :
Tc=Ta+Pmax*(Rcd+Rda)
I valore di Rcd, sono difficili da valutare o da sapere, la tabella indica quali sono
questi valori dei contenitori + usati e possiamo benissimo tenerne conto anche
per contenitori simili, non presenti in tabella.
L'amplificatore operazionale, nato per scopi militari all'inizio degli anni 60, era
progettato per realizzare i computer analogici, ovvero calcolatori tutt'oggi rapidissimi
perch svincolati dalla filosofia fetch, decode, execute, che vincola i tempi di
Come ben si nota dal simbolo elettrico i due ingressi sono abbinati ai simboli + e - ,
che non devono essere assolutamente scambiati per le alimentazioni (rivolto ai
principianti), dato che queste sono invece i due fili uscnti in verticale verso l'alto e
verso il basso di cui parleremo a breve. I due ingressi hanno questa caratteristica di
base:
(concetto fisico di tensione elettrica, che diviene differenza di potenziale nei casi in
cui il campo elettrico in esame sia elettrostatico, ovvero originato da cariche spaziali
ferme).
Quando esiste una qualsiasi rete elettrica che collega l'uscita con uno dei due ingressi,
l'amplificatore operazionale si dice retroazionato, essendo due gli ingressi esistono
due tipi di retroazione:
Ribadisco che non c' nulla di innovativo in questa sezione dell'articolo, quindi spero
che tutti i gi esperti siano ancora in pausa caff. Nello schema sovrastante dobbiamo
essere in grado di riconoscere (secondo quando spiegato sopra) che siamo in presenza
di un circuito con amplificatore operazionale in retroazione negativa e configurazione
invertente. Se non riuscite a capire quanto ho detto adesso tornate su di qualche riga e
rileggete con pi attenzione fino a che lo schema vi risulta chiaro. Sono presenti due Z
nella rete di retroazione, una indicata con Zf (impedenza di anello diretta), e una con
Zi (impedenza di ingresso). L'uso delle impedenze Z sta a sottolineare il fatto che il
circuito funziona sia in continua che in alternata o regime variabile, e che il
componente indicato con un rettangolino potrebbe essere in realt una configurazione
sia serie che parallelo o mista di qualsiasi tipo di componente elettronico, ma che alla
fine, sollecitato in alternata, presenti un comportamento di tipo ohmico, cio lineare,
ovvero soggetto alla legge di ohm che diventa in alternata V=ZI. (con V, I fasori e Z
operatore complesso).
Concentriamo l'attenzione sul nodo 'M', questo per la regola d'oro spiegata in
precedenza "copia" il potenziale al morsetto non invertente creando una massa
virtuale che costituisce il punto di partenza dei nostri calcoli.
Poniamo all'ingresso, un Vi inizialmente costante, e fingiamo che le impedenze siano
in realt dei veri carichi ohmici, ovvero resistenze pure. Essendo M un valore pari alla
massa, si potr applicare direttamente la legge di ohm alla resistenza(impenda) Zi,
ottenendo facilmente la corrente Ii che vi transita.
Dato che il buffer impedisce l'ingresso della corrente al morsetto
invertente,applicando la prima legge di kirchhoff al nodo M si vede che la corrente Ii
costretta a transitare tutta e forzatamente verso l'uscita attraverso
l'impedenza/resistenza Zf.
la situazione mostrata in figura in cui i segnali sono sostituiti da generatori
equivalenti e le impedenze da semplici resistenze.
Passiamo allo schema reale in cui dobbiamo ritrovare tutta la teoria esposta finora.
Come gi detto nulla di innovativo, niente di pi che una configurazione a sommatore
invertente a retroazione negativa. Del resto positiva non lo potrebbe essere, se non vi
chiaro il perch fermatevi e andate a rileggere il paragrafo fino a che vi sar lampante
il motivo.
Come gi detto, tutte le sezioni di questo progetto sono sezionabili, quindi il morsetto
verde visibile nella foto costituisce l'alimentazione del mixer. Ovviamente il
montaggio pu essere omesso, stato inserito in questo esemplare solo per mettere in
evidenza la questione della sezionabilit. Ricordiamoci che il PCB fornito in
tipologia "neutra" con una preimpostazione ad alimentazione singola di questa
sezione, per alimentarlo in duale baster seguire le indicazioni delle spiegazioni
precedenti, omettendo alcuni componenti e isolando da massa il pin che va portato a vee.
Per quanto riguarda il condensatore di disaccoppiamento in uscita, C10, del valore di
1uF, potr essere omesso se questo va a collegarsi ad un sistema in casca che gi ne
presenta uno proprio. Di questo se ne gi parlato pi in alto nell'articolo, nella
sezione schema completo dell'amplificatore.
Ovviamente tutte le connessioni in cui sia presente un segnale non amplificato
dovranno essere realizzate in cavetto schermato, il quale, prestando un po di
attenzione allo schema elettrico potr essere si un solo conduttore pi lo schermo. Il
collegamento va eseguito al lato PCB collegando lo schermo alla massa, quindi alla
pista che sta sul bordo pi in basso, mentre le anime ai singoli condensatori di
disaccoppiamento, mentre dall'altro lato del conduttore schermato andremo al
latomassa dei potenziometri logaritmici a due canali di tipo slider (si intende a
cursore), e dall'altro ai cursori dei medesimi slider, mentre un secondo spezzone di
filo schermato andr, con riferimento al lato cursore, con la calza collegata alla calza
esistente e l'anima centrale al terminale in alto, ovvero l'unico rimasto libero. L'altro
lato dei questo cavetto ovviamente alla presa RCA o se si preferisce al jack, nella
maniera usuale per segnali audio.
Ogni amplificatore audio per uso "home" che si rispetti presenta sul pannellino
frontale un misuratore della potenza d'uscita chiamato Vu-Meter,solitamente tarato in
decibel. Fin dall'inizio della comparsa degli HiFi nella case si sempre cercato di
visualizzare la potenza di emissione, dapprima tramite effetti ottenuti con valvole
termoioniche, poi con strumenti elettrodinamici (leggasi a lancetta) e successivamente
a led. Attualmente non si disdegna la visualizzazione con effetti grafici in display a
alta risoluzione pilotati con un microprocessore.
La configurazione che propongo, in abbinamento all'amplificatore realizzabile con i
TDA2050, 2051, 2052, senzaltro un circuito classico, ma dall'aspetto accattivante e
della funzionalit pi che certa.
Ho realizzato il Vu-meter in varie versioni, in maniera domestica tramite FidoCad e
pcb autoimprimente, di cui fornisco i file .fcd, e in maniera professionale tramite CAD
Eagle e supporto FR4 dual layer, in una fabbrica altamente specializzata. Di questi
metto a disposizione i files gerber per chi volesse realizzare il prodotto per proprio
conto, ma chi volesse avere solo qualche unit, e ritiene che non ne valga la spesa fare
attrezzare le macchina di qualsivoglia fabbrica italiana o straniera, potr attingere
dalla mia scorta personale (mi rimborsate le spese sostenute per la costruzione, e le
spese di spedizione) e ve li spedisco a casa. Per questo potete contattarmi con una
mail privata.
Molte case costruttrici hanno immesso nel mercato per elettronica di grande consumo
circuiti integrati adatti alla realizzazione di barre led o display, la mia scelta ricaduta
nel noto prodotto della national LM39xx.
Esistono 3 integrati di questa famiglia: LM3014, LM3915, LM3916.
I tre chip sono di fatto la stessa cosa, ma differiscono per come le reti resistive interne
pilotano il totem di comparatori che hanno l'effetto di accendere il LED:
LM3914: L'uscita (cio l'accensione sequenziale dei LED) segue linearmente la
tensione in ingresso, particolarmente adatto alla realizzazione di bargraph, ovvero
barre led che indicano un livello analogico.
LM3915: L'accensione sequenziale dei LED segue una funzione logaritmica del
segnale in tensione in ingresso, le scale sono quindi compresse ed adatto in quei casi
in cui ci sia un'ampia variazione del segnale in tensione in ingresso.
LM3916: L'ultimo nato della serie che presenta in uscita l'accensione dei LED
secondo una funzione in db (decibel), per cui fatta apposta per i Vu-Meter.
Fino all'immissione nel mercato del LM3916 i Vu-Meter sono sempre stati costruiti
con buona soddisfazione con LM3915, che come il fratellino lineare sono compatibili
pin to pin quindi interscambiabili, almeno dal punto di vista elettrico.
Per pignoleria potremmo dire che una scala logaritmica pu essere in qualche maniera
abbinata ai db, ma manca la scala di proporzione per cui stato progettato il 3916.
quindi se vogliamo un Vu-Meter di tipo "real-DB" termine che non esiste, useremo
questo ultimo integrato.
In poche parole se solo vogliamo vedere un effetto di "led a ritmo di musica" su un
amplificatore non troppo potente allora gi un LM1914 poteva andare bene.
Ovviamente se siamo in mancanza di altro.
La resistenza da 1K collegata al pin 7, determina la luminosit dei LED, come
chiaramente visibile nello schema interno del circuito integrato.
I diodi LED, sono correttamente inseriti, con l'anodo rivolto al pin dell'LM perch il
chip internamente un open collector, dalla documentazione tecnica del data book
vediamo che i led risultano connessi a un array (vettore o insieme ordinato) di
comparatori, rappresentati come degli amplificatori operazionali. In realt si tratta di
un blocco decisionale ben meno complesso realizzato a transistor bjt.
Ad ogni pin a cui confluiscono i LED associato un transistor NPN il cui driver di
controllo, che risulta interno al relativo comparatore, regola la corrente anodo-catodo
ad un valore massimo pari a circa 10 volte la corrente che transita attraverso il pin 7
sulla resistenza ivi connessa verso massa. Nel nostro schema vale 1K, quindi andr
calcolata con la legge di ohm, tenendo presente che dietro al pin 7, all'interno del chip,
vi un generatore di tensione costante di riferimento pari a 1,2 volt.
Per, come possiamo notare, sull'anello di retroazione compare un diodo che riporta il
segnale all'ingresso invertente, ovvero chiude l'anello di retroazione. Questo non solo
impedisce alla corrente diretta di retroazione "If" di arrivare all'ingresso dell'integrato
LM39xx, dove viene acquisito sotto forma di picco di tensione, ma viene rielaborato
secondo la curva esponenziale delle trans caratteristiche V-I di un diodo polarizzato
diretto (corrente inversa dall'uscita dell'amp. op.) questo inserisce una compressione
di scala al segnale comunque esaltandone la dinamica, che si traduce in una
oscillazione pi marcata. In pratica, abbinando l'effetto al condensatore connesso in
parallelo al anodo in questione (l'elettrolitico da 1uF), che funge da filtro passa basso,
abbina l'oscillazione alle tonalit pi basse della musica, quindi l'effetto visivo
principale sar quello di vedere ampie oscillazioni in corrispondenza dei colpi della
batteria.
Dalla teoria di base, sappiamo che gli ingressi invertente e non invertente sono
equipotenziali, data la presenza della retroazione negativa, quindi, dato che a V+
arriva una attenuazione del segnale di altoparlante, disaccoppiato tramite il
condensatore di ingresso, parzializzato dal trimmer, la cui posizione determina la vera
Vin (tramite la formula del partitore di tensione Vo = Vi*R1/(R1+R2) dove con R1 e
R2 si intendono le porzioni superiore e inferiore del trimmer rispetto al cursore.
Facendola breve la presenza dell'operazionale rende la presenza del Vu-meter
trasparente rispetto al circuito dell'amplificatore, ( come se non ci fosse), adattando i
carichi e elaborando il segnale in modo da esaltarne i picchi per migliorare l'effetto
ottico.
Tramite i due comodi trimmer possiamo tarare la sensibilit dei due Vu-Meter.
scarica dal link sottostante la versione FidoCad del modulo isolato dall'amplificatore:
VU-meter-Operazionale.zip
Potrai abbinare questo Vu-Meter, super testato e collaudo (lo ho realizzato centinaia
di volte come esercizio scolastico per i mie numerosi giovani allievi) a tutte le tue
realizzazioni audio, dal piccolo amplificatore 3+3W, al mostro di potenza da
300+300W. La presenza dell'amplificatore operazionale nello stadio di ingresso, oltre
a disaccoppiare e adattare l'impedenza pu introdurre un guadagno rendendo
applicabile il Vu-meter anche a qui dispositivi non amplificati quali le uscite cuffie
degli mp3, stadi preamplificatori, mixer, ecc,ecc. (si consiglia comunque di applicarlo
alla uscita dell'ampli come mostrato in questa applicazione).
I due streep maschi presenti a destra di ogni circuito integrato verranno collegati a
degli interruttori (come tali sono bistabili) i quali avranno l'effetto di commutare
l'azione dei LED dalla modalit dot alla modalit bar. Nel caso fossimo interessati pi
alla modalit dot che alla bar consiglio di ripassare con un pennarello indelebile nero
il lato a contatto dei LED piatti che utilizzeremo in modo che la luce residua che si
diffonde lateralmente non influenzi l'accensione del LED adiacente creando un effetto
dissolvenza che ad alcuni potrebbe anche piacere, ad altri sicuramente no. Nel caso di
accensione a punto (dot) meglio che la luce sia ben circoscritta al LED attamente
acceso e non a quelli adiacenti allo scopo di esaltare il tipo di funzionamento.
Per chi fosse interessato, stata sviluppata una versione professionale del Vu-meter
usando il software Eagle di cui metto a disposizione sia i file schematici che i file
gerber.
Questi ultimi sono gi depositati presso una fabbrica cinese in cui ho fatto realizzare
un piccolo stock.
Lo schema elettrico Eagle il sottostente:
gerber.zip
Dal link sotto l'immagine puoi scaricare i file costruttivi gerber e i file schematici e
board per il CAD Eagle .
finale per generare questa potenza, ovvero quella che in quel punto il modulo
alimentatore deve fornire per non introdurre distorsioni.
V = (I T) / C
dove si ha.
V = Ripple in tensione
I = corrente da inviare ai diffusori
T = tempo di scarica
C = capacit di livellamento
Girando l'equazione possiamo dunque ottenere la capacit corretta per entrambi i lati
Vcc e -Vee del nostro alimentatore duale.
C= (I T) / V
Una volta fissata l-ampiezza massima accettata come ripple, a definita la corrente ai
diffusori
V = 1V e I = 1A
Otteniamo il valore reale in microfarad delle capacit' da istallare nellalimentatore.
C = 0.01 = 10.000muF
.Il principale difetto di questi alimentatori sta nel fatto che i condensatori hanno un
tempo di ricarica ovvero di risalita del ripple non nulla ma nell'ordine di un paio di
millisecondi e in questa fase danno origine a degli spike di corrente che nel complesso
danneggiano la qualit audio e introducono nella rete di alimentazione delle
oscillazione armoniche fastidiose.
Nel caso di alimentatori di grande potenza queste possono addirittura rientrare nella
rete domestica e interferire con altri dispositivi, quindi da una certa dimensione in s,
degli alimentatori capacitivi ne proprio vietato l'utilizzo.
Bigellonado per la rete potrete trovare una miriade di formule o regolette pi o meno
veritiere per il dimensionamento dei cavi di alimentazione. Normalmente queste
regole sono riferite ad applicazioni "Car audio", quindi poco attinenti a questo
specifico caso. E' comunque veritiero che qualunque collo di bottiglia, in qualunque
punto del circuito di potenza pu creare distorsione e rovinare la dinamica, appiattire
il suono ecc ecc. Nelle applicazione per automotive, dalla batteria arrivano due cavi in
continua, la cui lunghezza e sezione determinante nel risultato complessivo, come
determinante anche la distanza del fusibile di protezione (una trentina di ampere nelle
applicazioni di potenza) dalla batteria, difatto bene piazzarlo a una decina di
centimetri di distanza dal lato batteria. Nel nostro caso questi cavi non ci sono, dato
che questa una applicazione domestica ma i concetti vanno comunque rispettati. In
definitiva imponiamoci la regola generale di non scendere sotto il millimetro quadrato
di sezione per ogni 3 ampere di corrente passante in maniera continua nella specifica
sezione del circuito. Ovviamente nel lato 220 del trasformatore avremo una certa
sezione, mentre nel lato secondario (bassa tensione ne avremo una di maggiore), ed
stata prestata particolare attenzione a questo concetto in fase di progettazione del PCB
con FidoCad.
citazione:
dal regolamento NGPCA (national gran prix car audio) <<i cavi vanno dimensionati rispettando la formula
di 3 ampere massimi per mmq.>>
Per questo motivo sono presenti nel PCB ampi piani di massa ma sviluppati con una
logica ad albero, atti quindi ad evitare i dannosi loop di massa che potrebbero
innescare ronzii e distorsioni. Nel PCB sottostante i piani di massa sono ovviamente
evidenziati in nero.
Posto, per coloro interessati ad approfondire il link ad un sito che propone un
simpatico "abaco" che calcola online la sezione del cavo principale di alimentazione
ed approfondisce un p la teoria.
http://www.mariohifi.it/calc_file/wire.htm
inciso e forato, ma non avr le serigrafie. Queste ultime le potrete comunque ottenere
applicando il metodo "stira e ammira" pubblicato su www.grix.it dall'utente lulux69 a
met dell'anno 2010. Per ottenere il PCB scrivetemi alla mail ad.noctis@gmail.com
oppure, se siete utenti di grix, semplicemente inviandomi un messaggio privato.
Il lato saldature evidenzia le zone in cui presente una elevata corrente e le zone
coperte dai piani di massa. In merito alle masse, queste non costituiscono mai dei
loop, ma sono sempre disposte in una struttura ad albero. Questo aiuta ad evitare
l'insorgere di fruscii e ronzii.
I diffusori impiegati per il collaudo sono dei vecchi ma molto validi "indianaline"
dell'impedenza di 4 ohm, e una potenza dichiarata di 100W. Questi diffusori, sebbene
compatti, sono di ottima fattura. Sono costruiti con legno molto spesso e contengono
un buon filtro passivo crossover.
La qualit della ripresa fatta con il telefonino pessima, in realt il suono molto
nitido e dinamico. La potenza in altoparlante notevole. I coni dei woofer fanno
grandi escursioni senza comunque entrare in distorsione. Si raccomanda il
collegamento di altoparlanti di potenza adeguata.
Moduli aggiuntivi.
Selettore digitale.
A pannello frontale porteremo i due led e i due pulsantini n.a. agendo sui quali verr
fatto commutare il flip flop e di conseguenza avverr la selezione del canale.
Con questa tecnica espanderemo i canali in input a 6, di cui 5 miscelabili e uno
diretto, ad esempio un lettore mp3 o il lettore dvd domestico per realizzare il sistema
home theatre.
Scarica dal link sottostante i file Eagle per la realizzazione del modulo selettore
digitale, se sei interessato a una piccola serie (100 esemplari) di questo PCB, contatta
Sandy con l'indirizzo email postato sopra e ti aiuter a fare l'ordine in lingua cinese.
scarica file Eagle del selettore digitale: selettore_digitale_2_vie.zip
Preamplificatore stereo.
Dal link sottostante si pu scaricare il databook del circuito integrato. E' buona norma,
ogni qualvolta che si intende affrontare un progetto o una realizzazione leggere
attentamente il contenuto dei pdf forniti dai costruttori, si evita in questo modo di
incorrere in errori progettuali molto banali o di scoprire l'acqua calda.
Con alimentazione esterna di 5 volt collegata al piedino 17 riguardante la tensione di
range per il controllo del volume, bassi, alti e bilanciamento, ai piedini 1,9,10,16
dovremo creare una rete resistiva con potenziometro che ci dia questo range di
tensione : min 1V max 4,25V
Invece usando una alimentazione interna dovremo ottenere un tensione min di 0,25V
e un max di 3,8V.
L'assorbimento di corrente max di circa 5uA.
TDA1524A_CNV_2.pdf
Dal link sottostante potrete scaricare il file FidoCad (single layer) per realizzare il
preamplificatore.
download preamplificatore.zip
This opera "Amplificatore Hi-Fi con TDA205140 Watt Musicali" is licensed
under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 3.0 Italy License..
http://www.bb-yewilliam.it/
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