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Amplificatore Hi-Fi con

TDA2051
40 Watt Musicali

32 W Hi-Fi conTDA2050 oppure 40 WATT con


TDA2051
Premessa.
Voglio iniziare questa mia nuova pubblicazione rispondendo alle domande che di
certo i numerosi esperti e super esperti di elettronica ed HiFi si stanno ponendo,
ovvero... Ma perch diavolo ad.noctis si mette a presentare un circuito integrato e
suoi derivati trito e ritrito come il TAD2050? Non ce ne sono gi abbastanza di
queste trappole in giro?
La risposta semplice quanto scontata. Quanti hanno preso uno schemino standard,
hanno realizzato e pubblicato in maniera, esclusa la soddisfazione personale,
abbastanza sterile, ovvero senza avere tracciato un strada di approfondimento e
comprensione per chi dopo di loro si fosse cimentato nella medesima costruzione.
Addirittura si verificato, in questa comunity, che lo stesso autore non avesse ben
chiaro il perch e il percome delle sue stesse soluzioni circuitali.
La sfida proprio questa. Realizzo e presento un circuito gi molto presente allo
scopo di contornarlo di tutta quella didattica che necessita alla comprensione totale,
bench non accademica, delle varie parti circuitali, sia macroscopicamente che, ove
possibile, sviscerando gli integrati.

Buona lettura
ad.noctis as Marco Gottardo

Studio di un amplificatore hobbistico e delle sue parti


componenti.
Con il presente schema possibile realizzare un potente amplificatore Hi-Fi dalle
ottime qualit musicali.
La realizzazione risulta semplice e sicura dato il ridotto numero di componenti esterni

Elevata potenza di uscita (40 Watt musicali secondo la regola IEC 268.3 ).
Elevata tensione di funzionamento (50V)
Alimentabile in maniera singola o duale
Distorsione molto bassa
Protezione elettronica contro i corti circuiti tra le casse e la massa.
Protezione termica (spegnimento automatico)

Il componente ha solo 5 piedini esterni configurati come in figura risulta compatibile


con il pi piccolo TDA2050, quindi possiamo usare lo stesso schema e lo stesso PCB
per montare questi ultimi ottenendo 50 Watt musicali.

Nella figura il TDA2051 prodotto dalla SGS-Thompson,come si nota ha lo stesso


housing del TDA2003 ma molto pi potente. Risulta pienamente compatibile e
interscambiabile con il TDA2050 leggermente meno potente.
Ecco alcune caratteristiche tecniche fornite dalla casa costruttrice, che suggeriscono i
migliori valori per i componenti esterni:

Internamente il TDA2050 ha l'architettura indicata nello schema elettrico sottostante.


Le versioni pi potenti TDA2051 e TDA2052 sono molto simili e compatibili pin to
pin.

Nello stadio di ingresso, tra i pin 1 e 2 riconosciamo la classica configurazione


"differenziale" normalmente impiegato negli amplificatori, sia di potenza che
operazionali, per riportare in ingresso una parte del segnale presente all'uscita
dell'amplificatore allo scopo di "correggere eventuali errori" iniettati all'interno del
loop di retroazione. Tali errori sono dovuti, ad esempio, a disturbi di tipo
elettromagnetico. Ovviamente se "l'errore" rispetto al segnale originale entrato
prima del blocco differenziale, ovvero dai jack o dagli RCA di input anche questa
strategia di correzione risulta inefficace.
vediamo in breve la teoria su cui si basa le retroazione negativa.

Tutti gli amplificatori audio, siano a componenti integrati che a componenti


discreti, presentano nello stadio di ingresso un elemento differenziale avente lo scopo
che descrivo qui sotto con qualche equazione. Schematizziamo un sistema di
amplificazione generico come un blocco avente un guadagno proprio indicato con B.

Nella teoria dei controlli automatici questi blocchi vengono presentati con
caratteristiche ideali, ovvero nessuna perdita interna, impedenza di ingresso infinita,
impedenza di uscita nulla, e rispondenti al principio di non interferenza, ovvero non
esiste un fan out o un carico massimo, (si intende che possiamo mettere infiniti
blocchi in parallelo o in cascata senza che questi si influenzino a vicenda in qualsiasi
modo.
Ponendo un segnale all'ingresso, ad esempio I(s), dove con s si intende un parametro
complesso definito come s=J . (approfondimenti in merito li metto in appendice, per
il momento consideriamolo semplicemente un generico segnale), si verifica che
questo viene moltiplicato per il guadagno intrinseche del blocco, qui indicato con B, al
fine di attenere l'uscita U(s).
in definitiva si ha:

Dato che Q(s) e I(s) sono omogenei il loro rapporto risulta tipicamente privo di unit
di misura, ovvero un numero puro. Resta quindi definito il guadagno, valido per
qualsiasi sistema anche diverso dal nostro amplificatore audio, secondo la formula:

Vediamo il comportamento di un sistema retro azionato, e quindi pi complesso


.Definiamo anche un secondo blocco amplificatore avente un diverso valore di
guadagno H.

Questo secondo blocco rappresenter il guadagno in retroazione.


Il sistema retroazionato quindi schematizzato come segue, ed noto in bibliografia
come sistema di controllo automatico in retroazione negativa.

La presenza del nodo negativo all'ingresso fondamentale per il funzionamento del


sistema secondo le nostre necessit. Come vedremo tra qualche riga se per errore
fosse inserito un nodo sommatore anzich sottrattore l'effetto sarebbe quello di portare
alla saturazione l'uscita del nostro ampli di BF o comunque di esaltare errori e disturbi
anzich attenuarli. La presenza del nodo sottrattore ha l'effetto complessivo di
attenuare il guadagno (l'ampli suona "meno forte" che in catena aperta, ma se ne ha un
vantaggio in immunit ai disturbi e in distorsione).

Il circuito viene rappresentato come un nodo sottrattore, ovvero un cerchio in cui entra
il segnale nel morsetto indicato con "+" corrispondente al pin 2 del circuito integrato,
mentre la retroazione entra nel morsetto indicato con "-" corrispondente al pin 1
dell'integrato. Se analizziamo la circuiteria interna dell'integrato ovviamente non
siamo in grado di trovare il collegamento di retroazione, ovvero un filo o una maglia o
comunque un circuito che riporta l'uscita all'ingresso allo scopo di sottrarlo al segnale
di ingresso, ovviamente non si trova perch questo esterno all'integrato e sviluppato
di volta in volta dal progettista dell'amplificatore. Nello schema tipico suggerito dalla
casa costruttrice la rete di retroazione costituita dalla semplice resistenza da 22k
(vedi immagine pi avanti).

Facciamo un'analisi pi approfondita dell'evoluzione dei segnali all'interno


dell'amplificatore, dobbiamo impostare delle equazioni. Iniziamo scrivendo i segnali
noti sul sistema schematizzato a blocchi:

.
La prima equazione tanto ovvia quanto utile, difatti non riporta nulla di nuovo. Dice,
infatti, che l'uscita Q(s) uguale al segnale presente in quel filo, ovvero [ I(s) - Q(s)
H)] B, scriviamo l'equazione:
[I(s) - Q(s) H)] B=Q(s)

Come prima cosa eseguiamo il prodotto del membro di sinistra per il guadagno B,
ovvero un fattore moltiplicativo che dipende dal guadagno della catena diretta.
[ I(s) B- Q(s) H) B ]=Q(s)

Proviamo a risolvere questa equazione mettendo in evidenza l'ingresso, infatti il


nostro obbiettivo quello di scrivere una funzione di trasferimento ovvero il rapporto
tra Q(s) e I(s). Procuriamoci quindi I(s) e Q(s).
I(s) B = Q(s) + Q(s) H B

Ora si raccoglie a fattore comune il segnale d'uscita Q(s), si ottiene:


I(s) B = Q(s) [ 1 + H B ]

Eseguendo la separazione dei termini di segnale dai termini costanti e di guadagno si


ottiene la funzione di trasferimento definitiva del sistema in retroazione negativa.

Comportamento automatico della retroazione in presenza di errori e disturbi.

Facciamo assieme un ragionamento un po cervellotico. Consideriamo il prodotto HB


ch figura a denominatore, esso si chiama guadagno statico di anello. Si supponga che
tale prodotto abbia un valore talmente grande che rispetto all'ampiezza del debole
segnale in input all'amplificatore si possa considerare infinito. In queste condizioni,
l'unit che presente sempre a denominatore risulta trascurabile rispetto la
completezza della formula con approssimazione pi che accettabile.

Rimane quindi una forma semplificata del sistema in cui si nota che possibile
semplificare, con particolare riferimento alle condizioni statiche di funzionamento,
nella forma:

La condizione di guadagno statico di anello pari a infinito H B =


deve essere
realizzata ponendo a infinito il guadagno del blocco di amplificazione diretta B e il
valore del guadagno di retroazione H a un valore costante, altrimenti l'uscita
tenderebbe a zero, oppure per avere un certo valore ai diffusori il segnale di ingresso
dovrebbe essere paradossalmente grande rendendo inutile o addirittura svantaggiosa la
presenza dell'amplificatore.
Se B fosse infinitamente grande come nel caso degli amplificatori operazionali, allora
si avrebbe semplicemente questa relazione I(s)=Q(s)H ricavabile dalla formula
sovrastante.

Schema di base, applicazione tipica.


Lo schema risulta piuttosto semplice: L'alimentazione duale vale +/- 25 Volt massimi,
ma con +/- 18Volt si ottengono comunque ottimi risultati. I TDA2051 vanno muniti di
ampi dissipatori termici che risulteranno elettricamente collegati al piedino numero 3.
Nella foto che vedrete pi avanti ho installato dei dissipatori provvisori che mi sono
stati utili per fare il collaudo, per una versione definitiva risultano "accettabili" ma

sottodimensionati. Consiglio quindi vivamente di installarne di pi grandi. Presenter


una versione "da manuale" contenete solo i finali di potenza e una versione completa
che rappresenta il vero progetto di questo articolo. Entrambi i PCB, sviluppati in
FidoCad saranno disponibili agli utenti per auto costruirseli scaricandoli dai link
oppure, tempo permettendo, posso provare a costruirli per voi e poi spedirveli.

Schema tipico suggerito dalla casa costruttrice per tensione singola.

schema tipico suggerito dalla casa costruttrice per le tensioni di alimentazione duali
Nello schema elettrico sovrastante l'alimentazione duale fornita tra +Vs e -Vs
riferita alla massa, i condensatori elettrolitici C2 e C5 hanno entrambi il positivo verso
l'alto, ovvero connesso a +Vcc, mentre il condensatore elettrolitico C6 ha il positivo
verso il basso ed cos giustamente inserito visto che la linea sovrastante
l'alimentazione negativa ovvero il punto pi basso di tensione.
La basetta che alloggia la versione mono di questo potente amplificatore molto
compatta, misura infatti solo 40mmX30mm.

La foto sovrastante mostra il PCB, single layer, quindi il lato rame, visualizzato come
se il supporto laminato fosse trasparente. In questa situazione eventuali scritte sul
rame dovrebbero risultare capovolte. Per una pi agevole lettura ho colorato di nero i
piani di massa e di rosso le alimentazioni positive. In verde indicata la linea di
alimentazione negativa e in blu le piste generiche. Nella prossima immagine vediamo
il layout dei componenti.

Layout dei componenti, ci siamo tenuti un po larghi cosi che sia possibile giostrare
un po con le dimensioni fisiche dei componenti in fase di montaggio, in particolare
modo con quelle dei condensatori elettrolitici.
Di fondamentale importanza il porre l'elemento attivo in uno dei bordi del PCB in
modo da poter permettere l'agevole istallazione su di un ampio dissipatore termico
vista l'elevata quantit di calore che necessario smaltire.

Piano delle serigrafie, stampando queste su carta termica o normale in modalit


invertita pcb (opzione disponibile all'interno di FidoCad, poi possibile trasferire il
footprint sul lato componenti della basetta tramite un ferro da stiro. (cercate su
www.grix.it l'articolo "stira e ammira").

Il PCB viene moltiplicato un numero di volte opportuno ad effettuare la copertura di


un supporto standard auto imprimente di 100x160 millimetri in modo da ottimizzare
le spese. Notiamo che su un PCB che ne stanno ben 11 con l'aggiunta anche di
due barre LED che saranno utilizzate in un altro progetto. Chi fosse interessato ad
avere questo PCB me lo pu richiedere, anche per un certo numero di esemplari
seguendo le istruzioni pi in basso nel tutorial, oppure se lo pu auto costruire
scaricando i file Fidocad dal link sottostante. Dovr poi stamparlo su acetato,
indifferente dritto o invertito PCB, ma dopo avere selezionato la modalit "PCB" da
dentro Fidocad, in modo da mantenere le proporzioni. si deve poi procedere allo
sviluppo in soda caustica diluita e alla corrosione nel percloruro ferrico. Il tocco finale
si fa con un trapano a colonna (o manuale tipo minidremel se avete una buona
manina) con punte da 1mm oppure 1,5 dove necessario, ovvero in quei punti in cui
circola una notevole corrente utile allo sviluppo della potenza dichiarata, ad esempio

nei reofori del robusto ponte di diodi. Se esistono fori di fissaggio di solito si
realizzano forando con una punta da 3mm.
Il taglio del PCB, al fine di suddividere i vari esemplari si pu eseguire usando una
semplice forbice da lamiera, comunemente detta 'cesoia' (almeno la chiamiamo cos
dalle mie parti). Preferisco non usare mai il seghetto da ferro perch il risultato
sempre di qualit inferiore che con la forbice. In ogni caso la manovra va fatta con
cura per evitare di dover buttare la produzione di PCB appena eseguita.
Vedremo che per il vero amplificatore di cui argomento questa pubblicazione non
sar necessaria alcuna suddivisione dato che copre tutta l'area di misura standard della
basetta.

Amplificatore 40+40 W completo.


ll vero progetto inizia qui. Integriamo un VU-meter 10+10 LED, realizzato con due
LM3915 sostituibili con LM3916 che operando in scala compressa logaritmica sono
pi adatti a queste applicazioni audio. Questa sezione stato per molto tempo un
cavallo di battaglia nel mio sito personale. Ne sono stati realizzati centinaia di
esemplari da molteplici utenti e sono sempre risultati funzionanti al primo tentativo
anche da parte dei principianti. Su www.grix.it ho anche presentato una variante, con
gli integrati dislocati su due PCB sovrapponibili che ho denominato sandwich. Se
avete tempo andate a visitare la pagina.
Sullo schema potete vedere che alcuni dei dispositivi sono alimentati a 12V, quindi
nel PCB esiste una sezione atta a creare questa tensione.
Gli ingressi sono stati collegati ad un mixer con impedenza tipica da ingresso
ausiliario, comunque questa sezione isolabile e baypassabile come tutte le sezioni di
questo amplificatore.
Se volessimo infatti usare solo la sezione di potenza, esistono delle piazzole a cui
collegare direttamente l'anima del cavetto schermato bypassando il mixer.
Sfruttando questa possibilit potremmo ad esempio:

inserire un preamplificatore (presente nel mio sito) realizzato con l'integrato


della PHILIPS TDA1524, che permette la regolazione di toni, volume,
bilanciamento e loudness, con semplici potenziometri lineari a singolo cursore,
ma con azione su entrambi i canali stereo.
inserire un sistema di controllo del volume ad esempio a raggi infrarossi.

inserire uno switch digitale di canali analogici come quello presentato da me


sul sito www.grix.it, oppure altri modelli pi complessi presentati sul mio sito
personale.
premettere alla sezione di potenza un crossover elettronico per realizzare ad
esempio un sistema 2.1, (con questo ampli pilotiamo i satelliti e poi ne
realizziamo uno pi potente per il subwoofer.

clicca per ingrandire

Prestiamo un attimo attenzione ai morsetti che collegano il mixer all'ingresso


dell'amplificatore. Se a collaudo effettuato decidiamo che la nostra creazione buona

cos, possiamo sostituire uno dei due condensatori elettrolitici, a monte o a valle del
morsetto, con un ponticello, e installare un unico elettrolitico da 2,2uF.
Se prevediamo fin da subito, o in un prossimo futuro, di interfacciare altri
dispositivi come quelli indicati sopra, allora lasciamo il morsetto dov' e colleghiamo
gli apparentemente inutili due condensatori.

Lo scopo di quel condensatore comunque il disaccoppiamento DC/AC tra i due


apparati preamplificatore e amplificatore. n qualche modo garantisce che in quel ramo
viene trasferito solo il segnale e non si pilota l'ingresso con una insensata continua.
L'impedenza di ingresso.

L'impedenza d'ingresso dello stadio amplificatore qui fissata dal valore della
resistenza R1 pari a 22000 ohm. Nel caso volessimo isolare la sezione mixer, isolando
il morsetto indicato nella sezione precedente ed entrando direttamente con la fonte
sonora che incontra un potenziometro li posto, questi dovrebbe avere un valore
resistivo inferiore di oltre la met della resistenza R1 che ne determina il valore
dell'impedenza di ingresso.

Per fare un esempio, se vogliamo porre semplicemente la fonte sonora in ingresso


bypassando il mixer, e vogliamo regolare il volume con un potenziometro, la
soluzione migliore sarebbe alzare la R1 posta in parallelo al morsetto ad un valore di
almeno 47Kohm, mentre il valore del potenziometro non dovr superare i 22kohm. La

teoria, nonch la pratica sperimentale suggerisce di mantenere un rapporto fra il


potenziometro di regolazione del volume e l'impedenza di ingresso pari circa a uno a
cinque.

Il condensatore di disaccoppiamento d'uscita.

Bench la casa costruttrice metta in evidenza nel "tipical application" un condensatore


di disaccoppiamento del valore di 1000uF, questo valore potrebbe essere insufficiente
per estendere la banda passante in basso fino al valore limite di 20Hz.

Questo limite di 20Hz si avvicina inserendo un condensatore in serie all'altoparlante


del valore di 2200uF. Nel mio PCB questo condensatore non presente, quindi,
essendo disponibile il filo che esce dal supporto per andare ai morsetti rosso nero a
molla dei diffusori acustici ci inseriremo li facendo attenzione che il meno del
condensatore dovr coincidere con il pi del diffusore acustico, ovvero il rosso del
clamp a molla.
Se non inseriamo questo condensatore l'amplificatore funzioner comunque ma non si
trova di certo nelle sue condizioni ottimali di utilizzo, per le ragioni appena spiegate.

La configurazione

Come anche ricorda il simbolo elettrico il nostro amplificatore, bench con grande
semplificazione concettuale, si comporta come un amplificatore operazionale di
potenza, quindi possibile applicare lo stesso ragionamento della configurazione e
retroazione degli amp.op.

Notiamo che il segnale applicato al morsetto non invertente e che l'uscita viene
riportata all'ingresso tramite la rete di reazione contenente la resistenza R5. Siamo
quindi in presenza di una classica retroazione negativa con configurazione non
invertente, quindi il segnale sar presente in uscita con la medesima fase dell'ingresso.
Il guadagno invece fissato dalla rete di retroazione tramite Av=(1+Zf/Zi) dove per
l'impedenza Zi non risulter costante grazie alla presenza del condensatore C4 che
posta in serie alla resistenza R4 presenta l'impedenza in funzione del contenuto
armonico pari a Zc=i/j(omega*C)
La rete di zobel.

Nella sezione di uscita di praticamente ogni amplificatore troviamo un gruppo RC con


connessione "serie" costituito di solito da una resistenza di basso valore, tipicamente
da 2 a 5 ohm, e da un condensatore al poliestere del valore attorno al centinaio di nano
Farads.

rete di compensazione di zobel.

Scopo della rete di zobel quello di adattare l'impedenza della sezione del circuito
cercando il migliore accoppiamento dell'impedenza tra l'uscita dell'amplificatore e
l'altoparlante. E' intuitivo che l'impedenza, essendo dipendente dalla frequenza, potr
avere delle piccole oscillazioni, difatti la banda passante e compresa da 20 a 20.000
Hz (nel caso ottimale).
La rete tenta di linearizzare l'impedenza mostrata all'uscita dell'amplificatore
dall'altoparlante anche al variare della frequenza del segnale amplificato. Questo
trucco permette di esaltare la dinamica sonora minimizzando la distorsione. Il punto
critico di funzionamento rimane la zona di risonanza dell'altoparlante, quindi l'azione
di linearizzazione va ricercata, tarando la rete di zobel, proprio in funzione della
frequenza di risonanza dello specifico diffusore acustico.
Bisogna fare attenzione che al variare della potenza di progettazione
dell'amplificatore, la rete di zobel,va dimensionata per sopportare la corrente che la
attraverser, ecco che su potenze di dell'ordine di cui si progettato questo
amplificatore le resistenze R4, presenti in entrambi i canali, dovranno sopportare
almeno 2W per poter assolvere al proprio ruolo di smorzamento elettrico di
compensazione dell'uscita dell'amplificatore e della controreazione della bobina
dell'altoparlante.
In sostanza la cella di zobel serve a linearizzare la risposta di un grosso altoparlante,
ad esempio un woofer, mostrando allo stadio precedente, costituito di solito dallo
stadio finale dell'amplificatore oppure dal filtro passivo chiamato crossover, una
impedenza costante al variare della frequenza, cosa che non sarebbe considerando il
solo carico induttivo della bobina mobile.
Molto impiegata nelle zone della banda acustica del sistema multivie in cui avviene
l'incrocio delle frequenze tra i tipici dispositivi dedicate alla banda bassa, media alta
che come sappiamo sono denominati il woofer, il midrange, e il tweeter. Alle alte
frequenze un sistema non ben compensato tramite la rete di zobel, pu risultare
stridente a causa delle irregolarit della curva della banda passante complessiva che ha
appunto picchi di risonanza in prossimit delle frequenze di incrocio e in margine alto
di banda.
Dimensionamento della rete di zobel.

La rete di zobel, atta alla compensazione della reazione induttiva dell'altoparlante,


altres detta rete anti induttiva, come precedentemente detto sempre costituita
dalla serie di una resistenza con una capacit. Grossolanamente parlando la resistenza
si distanza poco dal valore della resistenza serie della bobina mobile dell'altoparlante,

mentre la capacit calcolata per rispondere ai picchi induttivi generati come reazione
dall'altoparlante entrando in risonanza.
In internet esistono molti "abachi" elettronici per il dimensionamento automatico della
rete.
Quello che trovate al seguente indirizzo piuttosto carino.
http://www.mariohifi.it/calc_file/zobel.htm

Un approccio diverso alla comprensione della rete di Zobel pu essere fatto secondo
l'intuitivo ragionamento del principio di azione e reazione. In effetti se pilotiamo una
bobina mobile, immersa in un campo magnetico, con una tensione (da cui se ne deriva
una corrente) oscillante, questo assume uno stato di oscillazione meccanica che
muovendo il cono di carta dell'altoparlante, comprime la massa d'aria davanti ad essa
creando le onde sonore. Durante il movimento per ci si trova nella condizione che
una bobina alimentata, si muove all'interno di un campo magnetico (processo inverso,
ovvero reazione) creando a sua volta della tensione oscillante. Al fine che questa
energia di reazione non vada a sporcare la forma originale del suono, la si porta a
massa usando appunto la rete di zobel. Il fenomeno tanto pi accentuato quanto
pi potente lo stadio finale dell'amplificatore e quanto pi grandi sono i diffusori.
Ovviamente, e come gi detto, se aumenta la potenza dell'ampli e dell'amplificatore ad
esse collegato, la rete di zobel non pu essere formata da una piccola resistenza (ad
esempio 1/4 di watt dato che sar interessata da un elevato valore si energia. Dato che
l'energia definita anche come potenza per tempo, dividendo per il tempo stesso si
pu, con notevole semplificazione di calcolo, ottenere la potenza istantanea che la R
dovr dissipare. Per questo motivo bene sia bella robusta. per intenderci sopra i 2W,
meglio se al cemento nei potenti amplificatori di potenza. In un articolo comparso sul
sito Grix la ho vista realizzata con del filo di rame avvolto su un nucleo NON FATE
COSI' un grave errore e vanifica l'essenza stessa della rete di Zobel introducendo
effetti induttivi che sono un vero controsenso in parallelo all'altoparlante. Si
comporterebbe grosso modo come qualcosa che sballa la funzionalit del filtro
crossover posto immediatamente in cascata e all'interno del diffusore acustico.
Calcolo del dissipatore termico.

Calcolare l'aletta di raffreddamento corretta da applicare a un componente attivo


un'impresa tutt'altro che facile che viene affrontata nel piano di studi di un ingegnere
nella materia chiamata "fisica tecnica".

Durante queste lezioni viene spiegato all'aspirante ingegnere che bisogna avere ben
chiaro la differenza tra temperatura e calore. Se concettualmente riusciamo ad
accettare che la prima non altro che l'effetto del secondo e che questo pu dare luogo
ad un "flusso" attraverso i mezzi materiali, (Quando la trasmissione avviene per
conduzione dato che ne esistono almeno atri due modi, ovvero la convezione e
l'irraggiamento su cui non ci addentriamo, o addirittura per radiazione che risulta
davvero complessa), allora siamo in grado di paragonare il trasferimento del calore al
trasferimento di altre grandezze fisiche come la corrente elettrica o i fluidi.
Aggiungiamo anche il concetto che tale flusso si sposter pi agevolmente attraverso
certi materiali piuttosto che altri, o addirittura potr trovare degli sbarramenti al
transito (isolamento). resta cos definita una sorta di resistenza termica.
Per avere un comportamento analogo alle correnti elettriche necessario definire la
direzione di transito.
In effetti facile dimostrare che il calore "Q" fluisce incontrando una certa resistenza
termica "L" (leggasi lambda, ma mi manca il simbolo) dal punto a maggiore
temperatura T1 verso quello a minore temperatura T2.
Rimane quindi definita una sorta di legge di ohm per i flussi termici che sembra
rispondere in certi materiali proprio in maniera lineare.
Vediamo un esempio, di fonte internet.

RJC= resistenza termica che il flusso di calore incontra internamente al componente

quando dal chip di silicio viene trasmessa all'housing del componente stesso, ovvero
al contenitore. Se l'housing mal progettato o inadatto al tipo di chip il circuito
integrato destinato ad avere in basso MTBF ovvero medium time between fault
(tempo medio tra due guasti), ovvero si rompe facilmente, L'unit di misura il grado
centigrado su Watt.
RCD= la resistenza che il flusso di calore incontra nel trasferimento tra il contenitore

del CHI e il dissipatore esterno in alluminio. In generale, ogni volta che un flusso
termico incontra un cambio di materiale viene inserita una resistenza termica
equivalente. Ne consegue che pi cambi di materia si hanno pi alta la resistenza
termica e quindi minore la conduzione poi legata alla dissipazione. A seconda
dell'ambito pu essere usato a vantaggio o a svantaggio. In molti casi si deve isolare
un ambiente da un'altro per non disperdere energia, ad esempio nel riscaldamento di
un appartamento, qui, al contrario dobbiamo disperdere quanta pi energia possibile
mantenendo cosi il dispositivo pi freddo. Anche in questo caso l'unit di misura il
grado centigrado su watt.

RDA= resistenza termica che si ha tra il cambio di materiale di cui fatta l'aletta e

l'aria, ovvero l'ambiente esterno. Si suppone che non vi sia circolazione forzata,
altrimenti tutto il calcolo ha delle variazioni. L'efficienza in caso di ventole aumenta
notevolmente. L'unit di misura ancora il grado centigrado su watt.
RJA= somma delle precedenti resistenze termiche, ovvero di tutte quelle incontrate

nel percorso dal punto di generazione al punto ultimo di dispersione del flusso
termico.
Per effettuare il calcolo necessario conoscere i dati iniziali, questi sono:

Ta= temperatura ambientale, tipicamente 20 gradi centigradi


TC= temperatura interna della scatola in cui contenuto il circuito, durante il
normale funzionamento si aggira attorno ai 35 gradi centigradi
TJmax= temperatura massima che la giunzione del componente pu sopportare
prima di rompersi, questo dato viene fornito dal costruttore in quei famosi
grafici del databook che si tende spesso s trascurare
Pmax= potenza massima dissipabile dal componente da alettare, che si trova tra
le caratteristiche tecniche del componente.

In alcuni data book sono specificati i valori delle resistenze termiche sopra descritte
con una notevole semplificazione dei calcoli.
Nota bene, quando si moltiplica una Potenza in watt per una resistenza termica in
gradi centigradi su watt, evidente che semplificando le unit di misura rimane C,
ovvero il calcolo restituisce una temperatura.
In questo modo ad esempio possibile calcolare la temperatura massima raggiunta dal
componente attivo connesso all'aletta.
Cominciamo calcolando la resistenza termica totale, essa uguale alla somma delle
resistenze termiche incontrate dal flusso calorico, dato che queste risultano
evidentemente in serie. (guardare il disegno iniziale).
Si ha quindi: Rja= Rcd +Rda
Essendo Rda la resistenza termica del dissipatore, ovvero il dato che stiamo cercando,
basta rovesciare l'equazione lineare di primo grado ottenendo: Rda=Rja-Rjc-Rcd .
Possiamo anche esprimerla come rapporto tra la temperatura e la potenza
Rda=(Tjmax-Ta)/Pmax-Rjc-Rcd.

con Rjc ricavabile con Rjc=(Tjmax-Tc)/Pdmax quando non sia fornita come dato
iniziale o da databook.
La temperatura finale del componente collegato termicamente all'aletta :
Tc=Ta+Pmax*(Rcd+Rda)

TABELLA TIPICA Rcd (fonte internet)

I valore di Rcd, sono difficili da valutare o da sapere, la tabella indica quali sono
questi valori dei contenitori + usati e possiamo benissimo tenerne conto anche
per contenitori simili, non presenti in tabella.

ESEMPIO CON LM3886:


VALORI DA DATASHEET:
RJA= 43 (C/W)
RJC= 1 (C/W)
TJMAX= 150 (C/W)
PMAX= 125 (W)
RCD = 1 (C/W) ( IPOTIZZATO PER CONTENITORE
TO220-11 CON MICA)
SI IPOTIZZANO 60W DI DISSIPAZIONE CONTINUA SUI
125W DISSIPATI AL MASSIMO

RDA = (Tjmax-Ta)/Pmax-Rjc-Rcd =(150-25)/60-1-1 = 2,15


(C/W)
Occorre almeno un dissipatore di questo valore o molto vicino,
io uso per la mia scheda LM38XX un: Rda = 2.2 [C/W]
L=50mm,ed comunque sufficiente.
Da questo link scarica il data book del TD2050. TDA2050.pdf
Una volta scaricato aprilo e vai a pagina 10. Leggendo quelle righe (oltre al fatto che
vedrai il dissipatore consigliato dalla casa costruttrice) sarai in grado di applicare la
formula sovrastante per il coretto dissipatore del singolo dissipatore (l'ampli stereo
quindi se ne useranno due).
Consiglio anche di ripetere il calcolo dopo avere scaricato i databook dei circuiti
integrati TDA2051 e TDA2052 .
Nota finale importante: Attenzione, sovradimensionare un dissipatore non

vantaggioso dal punto di vista termico, anzi la dissipazione complessiva potrebbe


peggiorare con l'aggravante di un peggioramento congiunto di costi ed ingombri.

Sezione Mixer a 5 ingressi.


In questa sezione viene esposta la teoria di base degli amplificatori operazionali in
modo da poter pienamente capire il funzionamento dello stadio mixer integrato in
questo articolo. Come potremo vedere si tratta di una configurazione molto classica
ma comunque funzionale e ottima per scopi didattici. Normalmente uso questo Mixer
per introdurre La configurazione "Sommatore invertente" ai miei giovani allievi.
Suggerisco agli esperti che stanno leggendo questo articolo di andare una decina di
minuti a prendere il caff mentre spiego questa teoria di base ai principianti perch
nelle prossime righe non dir nulla di nuovo, ma cerchr di farlo in maniera
assolutamente chiara e mirata agli hobbisti e ai neofiti.
Teoria di base.

L'amplificatore operazionale, nato per scopi militari all'inizio degli anni 60, era
progettato per realizzare i computer analogici, ovvero calcolatori tutt'oggi rapidissimi
perch svincolati dalla filosofia fetch, decode, execute, che vincola i tempi di

elaborazione al segnale di clock, alla complessit del programma, alla tecnologia


costruttiva delle aree di memoria. Nei calcolatori analogici il segnale presentato in
ingresso si porta istantaneamente in uscita a meno di qualche ritardo intrinseco
interno, una sorta di slow rate.
Il dispositivo, esternamente presenta almeno 5 pin, 2 per gli ingressi, uno di uscita e
due per le alimentazioni.
Il simbolo elettrico prescelto il seguente.

Come ben si nota dal simbolo elettrico i due ingressi sono abbinati ai simboli + e - ,
che non devono essere assolutamente scambiati per le alimentazioni (rivolto ai
principianti), dato che queste sono invece i due fili uscnti in verticale verso l'alto e
verso il basso di cui parleremo a breve. I due ingressi hanno questa caratteristica di
base:

ingresso +, (detto ingresso non invertente), preleva un segnale dall'esterno e


trascurando per il momento l'elaborazione interna del segnale, lo presenta in
uscita con lo stesso segno elettrico (moltiplicato per il guadagno). Supponendo
in prima istanza che il guadagno fosse fissato a "1" allora ponendo in ingresso
un segnale continuo di ampiezza un milliVolt, lo ritroverei in uscita uguale,
ovvero sempre di ampiezza un millivolt. posto in ingresso un segnale
sinusoidale, ad esempio un bel campione da 1Khz, con ampiezza 2mV, lo
ritrovo uguale in uscita in modulo e in fase.
ingresso-, (detto ingresso invertente), preleva un segnale dall'esterno e con e
stesse supposizioni precedenti me lo presenta in uscita invertito di segno,
ovvero, posto in ingresso un segnale positivo continuo di un millivolt me lo
porta in uscita con ampiezza -1mV. Se presentiamo a questo ingresso la
medesima sinusoide campione del punto precedente, allora la troveremo in
uscita di uguale ampiezza e frequenza ma sfasata di 180 gradi. (pi-greco
radianti).

Le altre caratteristiche fondamentali sono: Le correnti che arrivano ai morsetti di


ingresso sbattono letteralmente contro una sorta di "muro" che gli impedisce di entrare
dentro ai morsetti stessi. Questo muro elettrico realizzato elevando l'impedenza a

valori talmente alti che in bibliografia vengono definiti "infinito". Si parla di


"impedenza" di ingresso e non di resistenza, perch l'effetto di impedire alle correnti
di entrare sar valido sia per segnali stazionari che per segnali sinusoidale o
comunque variabili nel tempo. Ad elevare l'impedenza di ingresso ci pensa una
configurazione circuitale interna nota come buffer. Per una pi rigorosa definizione di
impedenza potete cercare in rete il mio tutorial "elettrotecnica, ritorno alle origini",
qui solo riport che: Si definisce impedenza il comportamento ohmico di un
componente che per sua natura non ohmico quando sollecitato con una sinusoide di
tensione (in realt basta un segnale non stazionario), secondo questo concetto un
condensatore, che normalmente ha unit di misura Farad e in stazionario non conduce,
comincia a condurre con comportamento lineare e assume unit di misura ohm
quando alimentato ad esempio in sinusoidale (tutti concetti arcinoti agli esperti ma
magari strabilianti o perlomeno strani per un principiante, che dovr d'ora innanzi
tenere ben presente questo fenomeno).
In analogia esiste un'impedenza anche per il morsetto di uscita, la quale per, al fine
di evitare perdite di potenza interne deve presentare un valore molto basso. Dal punto
di vista teorico dovrebbe essere prossimo allo zero, nella realt si aggira attorno ai 50
ohm.
Dato che l'amplificatore operazionale pu presentare in uscita dei valori negativi di
tensione importante che questo possa raggiungere tali valori perch presenti ai suoi
morsetti di alimentazione. Questi possono essere indicati con +Vcc, -Vee, quando il
circuito integrato costruito con tecnologia a BJT (normali transistor, quindi Vcc
ricorda che mediamente quel terminale connesso ai collettori interni dei Bipolar
junction Transistor (cosa mediamente vera, perch non detto che ci sia impossibile
che qualche emettitore, ad esempio di un NPN interno sia connesso al valore positivo
dell'alimentazione), mentre Vee ricorda che quel terminale mediamente connesso
agle emettitori interni dei BJT, con la analoga nota tra parentesi, riadattata in polarit,
precedentemente indicata. Quando invece i terminali di alimentazione sono indicati
con +Vdd, -Vss, si tratta di un componente costruito in tecnologia CMOS (metal
oxidesemiconductor field-effect transistor) in cui "dd" indica una connessione interna
mediamente ai terminali di drain, mentre la "ss" ai terminali di "surce".
L'alimentazione duale non nulla ne di teoricamente complesso ne di difficile da
realizzare, si tratta infatti di due generatori uguali connessi in serie, il cui punto
centrale viene ad arbitrio elevato al ruolo di massa, o di riferimento per le tensioni del
circuito, e pu essere collegato alle masse reali di circuiti coesistenti (ovviamente
prima ragioniamoci un po sopra) senza creare corti circuiti o azioni distruttive. In
effetti il riferimento delle tensioni un concetto di base che trova origine fin dalla
teoria della definizione del campo elettrico statico da cui deriva il concetto di tensione
moltiplicando il campo E per una distanza h a cui vogliamo sondare gli effetti

(concetto fisico di tensione elettrica, che diviene differenza di potenziale nei casi in
cui il campo elettrico in esame sia elettrostatico, ovvero originato da cariche spaziali
ferme).

Continuando la carrellata nozionistica sugli amplificatori operazionali, d'obbligo


fare almeno un breve accenno allo loro configurazione interna, valida per tutti i
modelli, che risulta suddivisa in 4 macroblocchi, questi sono;

Stadio di ingresso differenziale, da cui si prende spunto per il simbolo elettrico


di tutto il dispositivo amplificatore operazionale. Come gi dato ha due ingressi
e una sola uscita, circuitalmente uguale o molto simile allo schema a transistor
mostrato nella sezione di questa pagina in cui ho spiegato il nodo differenziale
dell'integrato TDA2050, 51, 52, (approfondimenti sulla configurazione
differenziale in appendice).
stadio Buffer, avente lo scopo di aumentare l'impedenza di ingresso fino ad un
valore cos alto da poter essere considerato infinito.
Stadio amplificatore, concettualmente studiato per avere un guadagno infinito,
ovviamente non bisogna cadere in ragionamenti assurdi, se fornico un segnale
in ingresso non possibile ottenere infinito volt in uscita, ma si intende che se
non viene limitato il guadagno attraverso una rete esterna, per quanto piccolo
sia il segnale di input il dispositivo si porter al massimo valore raggiungibile
in uscita, ovvero +/- Vcc o Vee, a cui si deve togliere/sommare le cadute
interne *(vedi approfondimento su cosa significa massima tensione positiva e massima
negativa).
Stadio driver, che rende disponibile la corrente in uscita quando richiesta,
indipendentemente dalla tensione fissata dalla rete di guadagno, solitamente
rappresentata dalla retroazione.

Schema concettuale a blocchi di un generico amplificatore operazionale.

L'amplificatore operazionale usato nella sezione Mixer un classico TL081, il cui


housing DIL (dual in line, ovvero due file di piedini allineati, come lo troverete sulla
libreria del Cad di disegno schematico o di layout PCB "FidoCad" DIL8, alla voce "ic
dil wide pads", ovvero circuito integrato con piazzole ampie (meno problemi ad
eseguire la foratura a mano) alla voce 'dil 8', ovvero due file allineate con 8 pin totali).
Questo contiene un solo amplificatore operazionale in tecnologia ibrida TTL / CMOS,
infatti gli ingressi sono realizzati con trasistor ad effetto di campo, pi adatti per le
applicazioni audio. Vi chiederete perch non stato usato un TL082, analogo, ma che
contiene 2 amplificatori operazionali? La risposta per minimizzare la "diafonia",
ovvero quel fenomeno per cui una parte del segnale audio del canale destro va a finire
nel canale sinistro rendendo un po impuro l'effetto stereo.

La retroazione degli operazionali.

Quando esiste una qualsiasi rete elettrica che collega l'uscita con uno dei due ingressi,
l'amplificatore operazionale si dice retroazionato, essendo due gli ingressi esistono
due tipi di retroazione:

Retroazione negativa, per realizzare circuiti analogici di amplificazione di


segnale, o operazioni analogiche di calcolo. L'uscita pu assumere valori
compresi nel range ammesso dalle alimentazioni proposte (a meno delle cadute
interne). Il segnale ripreso dall'uscita rientra tramite una rete di natura
qualunque al morsetto invertente dell'operazionale.
Retroazione positiva, per realizzare circuiti a scatto "comparatori" in cui l'uscita
non pu assumere valori interni al range ammissibile ma solo gli estremi
massimi pari a +Vcc (meno le cadute interne), oppure -Vee (pi le cadute
interne). Questo tipo di retroazione rende il circuito adatto in applicazioni di
tipo decisionale, ovvero, accendo l'elettrovalvola se il segnale di test o
maggiore o minore di una certa soglia. Ovviamente questa retroazione
assolutamente inadatta ad amplificare segnali audio.

La configurazione degli amplificatori operazionali.

E' un concetto svincolato da quello di retroazione. Questo riguarda il morsetto in cui il


segnale di input viene presentato al dispositivo indipendentemente dal tipo di
retroazione. Le configurazioni sono ovviamente due:

Configurazione invertente: il segnale entra nel dispositivo tramite l'ingresso


invertente, viene quindi moltiplicato per il guadagno e invertito di segno.
Configurazione non invertente: il segnale entra nel morsetto non invertente,
quello indicato con "+", viene quindi moltiplicato per il guadagno e presentato

all'uscita con il medesimo segno che aveva all'ingresso. In caso di segnale


campione sinusoidale, ad esempio un 440Hz corrispondente al "La" centrale del
pianoforte, me lo ritrovo in uscita amplificato o attenuato del valore fissata del
guadagno dalla rete di retroazione, una con la medesima fase (si ricorda che per
glie elettronici/elettrotecnici il termine 'fase' analogo a angolo).

Il guadagno delle configurazioni di base.


Regola aurea basilare:

Un circuito contenete un amplificatore operazionale, per quanto complesso, pu


essere risolto, ovvero studiato matematicamente, applicando questa regoletta di base,
sempre vera in caso di retroazione negativa. I due ingressi invertente e non invertente
risultano equipotenziali. Rimane quindi definito anche il concetto di "massa virtuale"
che si verifica quando l'ingresso non invertente elettricamente a massa ma il nodo di
ritorno della retroazione negativa non lo . Questo nodo lo potremmo indicare con 'M'
e dichiarare senza possibilit di errore che si trova allo stesso potenziale della massa
senza esserci elettricamente collegato, perch la circuiteria interna del circuito
integrato ne copia il valore (massa virtuale). Questo anche il trucco di base che
spiego ai pi giovani studenti in modo di avere un punto di partenza da cui sbrogliare
matematicamente un circuito proposto alla lavagna, e vedo che in qualche maniere si
tolgono dagli impicci perch fornisce un punto di partenza per poter scrivere
praticamente tutte le altre equazioni che governano il circuito. (anche se quel giorno non
avete studiato per l'interrogazione...grrrrrrr !!!! ) .
Quando un amplificatore operazionale collegato in retroazione negativa vale la
seguente formula per il guadagno, da cui per sostituzione, si pu calcolare il valore del
segnale di uscita conoscendo il valore di quello di ingresso.
Detto questo proponiamo la configurazione base della retroazione negativa e
ragioniamo assieme in maniera guidata:

Ribadisco che non c' nulla di innovativo in questa sezione dell'articolo, quindi spero
che tutti i gi esperti siano ancora in pausa caff. Nello schema sovrastante dobbiamo
essere in grado di riconoscere (secondo quando spiegato sopra) che siamo in presenza
di un circuito con amplificatore operazionale in retroazione negativa e configurazione
invertente. Se non riuscite a capire quanto ho detto adesso tornate su di qualche riga e
rileggete con pi attenzione fino a che lo schema vi risulta chiaro. Sono presenti due Z
nella rete di retroazione, una indicata con Zf (impedenza di anello diretta), e una con
Zi (impedenza di ingresso). L'uso delle impedenze Z sta a sottolineare il fatto che il
circuito funziona sia in continua che in alternata o regime variabile, e che il
componente indicato con un rettangolino potrebbe essere in realt una configurazione
sia serie che parallelo o mista di qualsiasi tipo di componente elettronico, ma che alla
fine, sollecitato in alternata, presenti un comportamento di tipo ohmico, cio lineare,
ovvero soggetto alla legge di ohm che diventa in alternata V=ZI. (con V, I fasori e Z
operatore complesso).
Concentriamo l'attenzione sul nodo 'M', questo per la regola d'oro spiegata in
precedenza "copia" il potenziale al morsetto non invertente creando una massa
virtuale che costituisce il punto di partenza dei nostri calcoli.
Poniamo all'ingresso, un Vi inizialmente costante, e fingiamo che le impedenze siano
in realt dei veri carichi ohmici, ovvero resistenze pure. Essendo M un valore pari alla
massa, si potr applicare direttamente la legge di ohm alla resistenza(impenda) Zi,
ottenendo facilmente la corrente Ii che vi transita.
Dato che il buffer impedisce l'ingresso della corrente al morsetto
invertente,applicando la prima legge di kirchhoff al nodo M si vede che la corrente Ii
costretta a transitare tutta e forzatamente verso l'uscita attraverso
l'impedenza/resistenza Zf.
la situazione mostrata in figura in cui i segnali sono sostituiti da generatori
equivalenti e le impedenze da semplici resistenze.

Finalmente possiamo chiederci cosa succederebbe se all'ingresso ci fossero pi


resistenze Ri in parallelo. Data la presenza della massa virtuale, e in virt del fatto che
le correnti circoleranno sempre tutte verso la massa non ci saranno correnti che entrate
per la prima resistenza Ri1 riciclano verso la resistenza Ri2. Si crea quindi il
medesimo nodo M spiegato in precedenza ma con un ramo confluente in pi. La
teoria che sorregge il nodo e le maglie coinvolte non cambia. si ha quindi:

Passiamo allo schema reale in cui dobbiamo ritrovare tutta la teoria esposta finora.
Come gi detto nulla di innovativo, niente di pi che una configurazione a sommatore
invertente a retroazione negativa. Del resto positiva non lo potrebbe essere, se non vi
chiaro il perch fermatevi e andate a rileggere il paragrafo fino a che vi sar lampante
il motivo.

Vediamo di capire il senso e la funzionalit dei componenti visibili nello schema e la


loro attinenza con la teoria precedentemente esposta. Consideriamo l'ingresso non
invertente dell'amplificatore operazionale, anche se sembra che su di esso convergano
ben 5 nodi in realt ce ne soltanto uno (tutti quei nodi possono scivolare lungo
percorsi a resistenza nulla, ovvero fili, fino ad sovrapporsi). Questo nodo, per la teoria
esposta in precedenza, si trover allo stesso potenziale dell'ingresso non invertente,
difatti in retroazione negativa vale l'equipotenzialit dei morsetti invertente e non
invertente. Dato che All'ingresso non invertente (pin 3) presente un partitore
resistivo costituito da due resistenze di uguale valore, 10K, tale potenziale vale met
del valore dell'alimentazione e in qualche maniera posiziona il punto di lavoro del
preamplificatore in questione a met della concettualmente equivalente retta di carico
(terminologia impropria ma concettualmente analogo. Questo posizionamento della
tensione di lavoro a met tra strada tra la massa e Vcc permetter ad entrambi le
semiode, la positiva e la negativa di poter transitare attraverso il circuito quando
questo sia alimentato in singola continua. Quando invece il circuito alimentato in
duale, ovvero la medesima di prima splittata secondo la teoria esposta in precedenza,
sar opportuno isolare il pin 4 dell'integrato per collegarlo ad un regolatore negativo,
di tipo LM7912, che fornir la tensione negativa necessaria. Tutte le altre masse sono
gi a posto giusto.

I condensatori da C1 a C5 fungono da disaccoppiamento della continua dal segnale


variabile, in modo che solo questo possa raggiungere gli stadi successivi e quindi
l'amplificatore di potenza.
Le resistenze da R6 a R10, determinano l'impedenza di ingresso del canale, potranno
essere leggermente ritoccate in funzione della necessit di interfacciamento.
L'impedenza determinata solo da queste resistenze dato che queste si trovano
collegate direttamente alla massa virtuale se, alimentato il dispositivo in duale, si sono
omesse le resistenze di posizionamento del punto di lavoro, (R11 e R12, non
montate), e il pin 3 del circuito integrato stato collegato tramite un ponte inserito al
posto della resistenza R12 direttamente alla massa. In queste condizione possiamo non
istallare anche il condensatore C8 che si troverebbe cortocircuitato. In queste
condizioni il pin 3 si trova a massa e si trova al medesimo potenziale anche il pin 2,
dato che siamo in retroazione negativa. Queste sono le condizioni ottimali di
funzionamento in alimentazione duale. Entrambe le semionde trovano il necessario
ampio range di variazione per transitare attraverso il circuito e pervenire
correttamente allo stadio di amplificazione successivo.
Anello di retroazione.

La presenza del condensatore C9 trasforma il circuito in un integratore reale ma non


questa la finalit. L'integratore anche intrinsecamente un filtro passa basso, infatti
alle basse frequenze si comporta come un normale sistema in retroazione negativa con
resistenze pure nell'anello (il condensatore un circuito aperto). il guadagno quindi
pari a quello trovato nella spiegazione teorica, ovvero Vo/Vi= - (Rf/Ri). Quando le
frequenze, o le armoniche, aumentano, interviene la presenza del condensatore che lo
porta a massa impedendogli di raggiungere lo stadio amplificatore di potenza. Vine
cosi ristretta la banda passante dato che non ha nessun senso portare agli speaker
segnali di frequenza superiore ai 20Khz. Non verrebbero riprodotti in maniera udibile
ma contribuirebbero ad aumentare le distorsioni.

Come gi detto, tutte le sezioni di questo progetto sono sezionabili, quindi il morsetto
verde visibile nella foto costituisce l'alimentazione del mixer. Ovviamente il
montaggio pu essere omesso, stato inserito in questo esemplare solo per mettere in
evidenza la questione della sezionabilit. Ricordiamoci che il PCB fornito in
tipologia "neutra" con una preimpostazione ad alimentazione singola di questa
sezione, per alimentarlo in duale baster seguire le indicazioni delle spiegazioni
precedenti, omettendo alcuni componenti e isolando da massa il pin che va portato a vee.
Per quanto riguarda il condensatore di disaccoppiamento in uscita, C10, del valore di
1uF, potr essere omesso se questo va a collegarsi ad un sistema in casca che gi ne
presenta uno proprio. Di questo se ne gi parlato pi in alto nell'articolo, nella
sezione schema completo dell'amplificatore.
Ovviamente tutte le connessioni in cui sia presente un segnale non amplificato
dovranno essere realizzate in cavetto schermato, il quale, prestando un po di
attenzione allo schema elettrico potr essere si un solo conduttore pi lo schermo. Il

collegamento va eseguito al lato PCB collegando lo schermo alla massa, quindi alla
pista che sta sul bordo pi in basso, mentre le anime ai singoli condensatori di
disaccoppiamento, mentre dall'altro lato del conduttore schermato andremo al
latomassa dei potenziometri logaritmici a due canali di tipo slider (si intende a
cursore), e dall'altro ai cursori dei medesimi slider, mentre un secondo spezzone di
filo schermato andr, con riferimento al lato cursore, con la calza collegata alla calza
esistente e l'anima centrale al terminale in alto, ovvero l'unico rimasto libero. L'altro
lato dei questo cavetto ovviamente alla presa RCA o se si preferisce al jack, nella
maniera usuale per segnali audio.

Modulo Vu-Meter 10+10 LED.

Ogni amplificatore audio per uso "home" che si rispetti presenta sul pannellino
frontale un misuratore della potenza d'uscita chiamato Vu-Meter,solitamente tarato in
decibel. Fin dall'inizio della comparsa degli HiFi nella case si sempre cercato di
visualizzare la potenza di emissione, dapprima tramite effetti ottenuti con valvole
termoioniche, poi con strumenti elettrodinamici (leggasi a lancetta) e successivamente
a led. Attualmente non si disdegna la visualizzazione con effetti grafici in display a
alta risoluzione pilotati con un microprocessore.
La configurazione che propongo, in abbinamento all'amplificatore realizzabile con i
TDA2050, 2051, 2052, senzaltro un circuito classico, ma dall'aspetto accattivante e
della funzionalit pi che certa.
Ho realizzato il Vu-meter in varie versioni, in maniera domestica tramite FidoCad e
pcb autoimprimente, di cui fornisco i file .fcd, e in maniera professionale tramite CAD
Eagle e supporto FR4 dual layer, in una fabbrica altamente specializzata. Di questi
metto a disposizione i files gerber per chi volesse realizzare il prodotto per proprio
conto, ma chi volesse avere solo qualche unit, e ritiene che non ne valga la spesa fare
attrezzare le macchina di qualsivoglia fabbrica italiana o straniera, potr attingere
dalla mia scorta personale (mi rimborsate le spese sostenute per la costruzione, e le
spese di spedizione) e ve li spedisco a casa. Per questo potete contattarmi con una
mail privata.
Molte case costruttrici hanno immesso nel mercato per elettronica di grande consumo
circuiti integrati adatti alla realizzazione di barre led o display, la mia scelta ricaduta
nel noto prodotto della national LM39xx.
Esistono 3 integrati di questa famiglia: LM3014, LM3915, LM3916.

I tre chip sono di fatto la stessa cosa, ma differiscono per come le reti resistive interne
pilotano il totem di comparatori che hanno l'effetto di accendere il LED:
LM3914: L'uscita (cio l'accensione sequenziale dei LED) segue linearmente la
tensione in ingresso, particolarmente adatto alla realizzazione di bargraph, ovvero
barre led che indicano un livello analogico.
LM3915: L'accensione sequenziale dei LED segue una funzione logaritmica del
segnale in tensione in ingresso, le scale sono quindi compresse ed adatto in quei casi
in cui ci sia un'ampia variazione del segnale in tensione in ingresso.
LM3916: L'ultimo nato della serie che presenta in uscita l'accensione dei LED
secondo una funzione in db (decibel), per cui fatta apposta per i Vu-Meter.
Fino all'immissione nel mercato del LM3916 i Vu-Meter sono sempre stati costruiti
con buona soddisfazione con LM3915, che come il fratellino lineare sono compatibili
pin to pin quindi interscambiabili, almeno dal punto di vista elettrico.
Per pignoleria potremmo dire che una scala logaritmica pu essere in qualche maniera
abbinata ai db, ma manca la scala di proporzione per cui stato progettato il 3916.
quindi se vogliamo un Vu-Meter di tipo "real-DB" termine che non esiste, useremo
questo ultimo integrato.
In poche parole se solo vogliamo vedere un effetto di "led a ritmo di musica" su un
amplificatore non troppo potente allora gi un LM1914 poteva andare bene.
Ovviamente se siamo in mancanza di altro.
La resistenza da 1K collegata al pin 7, determina la luminosit dei LED, come
chiaramente visibile nello schema interno del circuito integrato.

Scarica dal link sottostante il databook del c.i. NATIONAL LM3916.


LM3916.pdf

I diodi LED, sono correttamente inseriti, con l'anodo rivolto al pin dell'LM perch il
chip internamente un open collector, dalla documentazione tecnica del data book
vediamo che i led risultano connessi a un array (vettore o insieme ordinato) di
comparatori, rappresentati come degli amplificatori operazionali. In realt si tratta di
un blocco decisionale ben meno complesso realizzato a transistor bjt.

Schema interno LM3916 (fonte National).


Le accensioni dei LED avvengono in base alla comparazione di livello determinata
dalla rete resistiva visibile agli ingressi non invertenti dei comparatori interni. Un utile
esercizio potrebbe essere quello di tracciare un grafico in cui una tensione di 10 volt,
rappresentata nelle ordinate (asse verticale), viene ripartita in livelli a distanze non
lineari, come messo in evidenza dalla curva ottenuta ponendo in ascissa (asse

orizzontale) il numero di suddivisione, ovvero 1,2,3,ecc, ecc. Poi uniamo i punti


ottenuti. La curva ottenuta l'azione di compressione che il chip da all'accensione
della barra LED.
Stadio di uscita dell' LM39xx.

Ad ogni pin a cui confluiscono i LED associato un transistor NPN il cui driver di
controllo, che risulta interno al relativo comparatore, regola la corrente anodo-catodo
ad un valore massimo pari a circa 10 volte la corrente che transita attraverso il pin 7
sulla resistenza ivi connessa verso massa. Nel nostro schema vale 1K, quindi andr
calcolata con la legge di ohm, tenendo presente che dietro al pin 7, all'interno del chip,
vi un generatore di tensione costante di riferimento pari a 1,2 volt.

Lo stadio di uscita rappresentato nell'immagine sovrastante da cui possiamo dedurre


che ogni maglia in cui inserito il LED risulta correttamente orientata per il flusso di
corrente anodo-catodo.
L'amplificatore operazionale che vediamo nello schema un dual amp-op contenuto
in un housing D.I.L. a 8 pin, visibile nel disegno sottostante:

Secondo la teoria precedentemente esposta L'operazionale inserito nello schema


collegato in retroazione negativa e configurazione non invertente, infatti il segnale
entra al morsetto 3 del canale di riferimento dell'operazionale, ovvero l'unico presente
nello schema. Nella versione professionale, eseguita in Eagle ho invece riportato
entrambi i canali.
Nell'analisi schematica avrete di certo osservato che l'alimentazione dei questo
modulo singola, ovvero +12V riferiti alla massa. Questo non costituisce un
problema perch il segnale deve solo essere rappresentato sotto forma di oscillazione
luminosa e non costituisce qualcosa da "ascoltare" ne consegue che se usiamo una
sola semioanda i massimi picchi negativi hanno comunque lo stesso significato.
L'anello di retrazione costituito dalla resistenza da 1,5k e da 47k verso massa.
Essendo la configurazione non invertente il guadagno di retroazione vale:

Per, come possiamo notare, sull'anello di retroazione compare un diodo che riporta il
segnale all'ingresso invertente, ovvero chiude l'anello di retroazione. Questo non solo
impedisce alla corrente diretta di retroazione "If" di arrivare all'ingresso dell'integrato

LM39xx, dove viene acquisito sotto forma di picco di tensione, ma viene rielaborato
secondo la curva esponenziale delle trans caratteristiche V-I di un diodo polarizzato
diretto (corrente inversa dall'uscita dell'amp. op.) questo inserisce una compressione
di scala al segnale comunque esaltandone la dinamica, che si traduce in una
oscillazione pi marcata. In pratica, abbinando l'effetto al condensatore connesso in
parallelo al anodo in questione (l'elettrolitico da 1uF), che funge da filtro passa basso,
abbina l'oscillazione alle tonalit pi basse della musica, quindi l'effetto visivo
principale sar quello di vedere ampie oscillazioni in corrispondenza dei colpi della
batteria.
Dalla teoria di base, sappiamo che gli ingressi invertente e non invertente sono
equipotenziali, data la presenza della retroazione negativa, quindi, dato che a V+
arriva una attenuazione del segnale di altoparlante, disaccoppiato tramite il
condensatore di ingresso, parzializzato dal trimmer, la cui posizione determina la vera
Vin (tramite la formula del partitore di tensione Vo = Vi*R1/(R1+R2) dove con R1 e
R2 si intendono le porzioni superiore e inferiore del trimmer rispetto al cursore.
Facendola breve la presenza dell'operazionale rende la presenza del Vu-meter
trasparente rispetto al circuito dell'amplificatore, ( come se non ci fosse), adattando i
carichi e elaborando il segnale in modo da esaltarne i picchi per migliorare l'effetto
ottico.

Tramite i due comodi trimmer possiamo tarare la sensibilit dei due Vu-Meter.
scarica dal link sottostante la versione FidoCad del modulo isolato dall'amplificatore:
VU-meter-Operazionale.zip
Potrai abbinare questo Vu-Meter, super testato e collaudo (lo ho realizzato centinaia
di volte come esercizio scolastico per i mie numerosi giovani allievi) a tutte le tue
realizzazioni audio, dal piccolo amplificatore 3+3W, al mostro di potenza da
300+300W. La presenza dell'amplificatore operazionale nello stadio di ingresso, oltre
a disaccoppiare e adattare l'impedenza pu introdurre un guadagno rendendo
applicabile il Vu-meter anche a qui dispositivi non amplificati quali le uscite cuffie
degli mp3, stadi preamplificatori, mixer, ecc,ecc. (si consiglia comunque di applicarlo
alla uscita dell'ampli come mostrato in questa applicazione).
I due streep maschi presenti a destra di ogni circuito integrato verranno collegati a
degli interruttori (come tali sono bistabili) i quali avranno l'effetto di commutare
l'azione dei LED dalla modalit dot alla modalit bar. Nel caso fossimo interessati pi

alla modalit dot che alla bar consiglio di ripassare con un pennarello indelebile nero
il lato a contatto dei LED piatti che utilizzeremo in modo che la luce residua che si
diffonde lateralmente non influenzi l'accensione del LED adiacente creando un effetto
dissolvenza che ad alcuni potrebbe anche piacere, ad altri sicuramente no. Nel caso di
accensione a punto (dot) meglio che la luce sia ben circoscritta al LED attamente
acceso e non a quelli adiacenti allo scopo di esaltare il tipo di funzionamento.

Il frontalino porta led non ha di certo il ruolo pi essenziale del progetto , ma fa


comunque la sua parte dando un'impressione di ordine ed eleganza ai cablaggi.

Scarica il frontalino in formato FidoCad dal link sottostante.


Vu-meter frontalino.zip
Versione professionale del Vu-Meter.

Per chi fosse interessato, stata sviluppata una versione professionale del Vu-meter
usando il software Eagle di cui metto a disposizione sia i file schematici che i file
gerber.
Questi ultimi sono gi depositati presso una fabbrica cinese in cui ho fatto realizzare
un piccolo stock.
Lo schema elettrico Eagle il sottostente:

Lista componenti vu meter.xls

E' ovviamente identico alla versione FidoCad, ma la procedura professionale di


realizzazione su dual layer su laminato di tipo FR4, rende il prodotto finale molto pi
compatto e munito di solder e serigrafia. La fabbrica cinese emette inoltre un
certificato di qualit del prodotto che lo rende vendibile.

gerber.zip

Dal link sotto l'immagine puoi scaricare i file costruttivi gerber e i file schematici e
board per il CAD Eagle .

Sezione alimentazione duale.

Un compito essenziale in ambito di alta fedelt o in generale quando si ha a che fare


con amplificatori di potenza lo svolge la sezione di alimentazione. Questa deve essere
correttamente dimensionata per poter soddisfare le richieste di potenza dinamica in
corrispondenza delle variazioni del segnale. La potenza elettrica fornita dallo stadio di
alimentazione viene trasformata magneticamente in una azione meccanica di
movimento dei coni degli altoparlanti, e successivamente in variazione di pressione
della massa d'aria posta di fronte alle membrane stesse. Questo da un'idea della
potenza necessaria per avere ad esempio l'effetto tellurico allo sterno che piace tanto
ai giovani. In definitiva una mancanza di dinamica introduce una distorsione non
trascurabile nel suono dato che le forme d'onda vengono letteralmente deformate
tagliando i picchi ai valori di tensione ancora disponibili dopo aver soddisfatto il picco
precedente. E' inutile o addirittura svantaggioso stabilizzare gli alimentatori di potenza
degli ampli HiFi usando dei regolatori allo stato solido perch questi senz'altro
introdurranno un collo bottiglia agli spunti di corrente richiesti dalla dinamica del
segnale da amplificare. La stabilizzazione viene quindi delegata a banchi di
condensatori opportunamente dimensionati, ne consegue che tutto il 'tipo' di
alimentatore qui usato vien detto 'capacitivo' o a stabilizzazione 'capacitiva'.

Gli alimentatori capacitivi, solitamente duali negli amplificatori di potenza, hanno


tutti configurazioni apparentemente semplici, ma in realt nascondono diverse insidie
progettuali. La versione installata in questo nostro amplificatore e' in realt ridotta
all'essenziale, data la necessit di contenere i costi e di essere realizzabile a bordo
della medesima basetta PCB di misura massima 100mmX160mm (PCB auto
imprimenti standard).
La tensione alternata che giunge dalla rete nazionale e' a 50Hz, (oscilla tra il positivo e
negativo 50 volte al secondo una funzione sinusoidale), tuttavia quando questa viene
raddrizzata dal ponte di diodi assume la forma di una oscillazione costituita da
semionde solo positive (e' quindi gi continua) ma la sua frequenza passa a 100Hz, tra
un picco positivo e un altro c'e' quindi un intervallo temporale pari a 10ms. Questi
10ms corrispondono al tempo che i condensatori hanno a diposizione per iniziare la
loro fase di scarica sul carico che vedono applicato in quel momento. Il tempo di
ricarica e' invece pi corto ed e' dato dal punto iniziale in cui la funzione di scarica
incontra la semisinusoide in salita successiva e il picco massimo. Se a titolo di
esempio avessimo un amplificatore da 100W che sono forniti su diffusori con i
classici 8 ohm di impedenza, possiamo calcolare la tensione necessaria allo stadio

finale per generare questa potenza, ovvero quella che in quel punto il modulo
alimentatore deve fornire per non introdurre distorsioni.

La tensione efficace che l'amplificatore deve avere in corrispondenza dell'uscita e'

La cui tensione picco picco corrispondente vale.

Vpp = 2821.41 80V


.Quindi la somma delle altezze di tensione della semionda positiva e della negativa
deve garantire almeno 80V al netto delle cadute sui finali interni allintegrato nel caso
si usino dei C.I. o dei finali di potenza per ampli allo stato solido, in definitiva la
teoria non cambia, ma bisogna analizzare la configurazione schematica interna del
TDA, cosa che ho fornito all'inizio dell'articolo. La corrente efficace.
La corrente efficace corrispondente a quella tensione, che alla fine transiter
attraverso gli altoparlanti vale.

Definiamo il ripple come lo scostamento che la tensione supposta livellata dai


condensatori elettrolitici *detti appunto di livellamento* ha dalla stessa tensione
supposta continua al suo valore medio, in effetti il ripple e' una forma d'onda
oscillante, per essendo continua perch sempre positiva, ha un picco massimo e uno
minimo, la differenza dei due determina una ampiezza di tensione che e' appunto il
ripple.
Ogni richiesta dinamica di corrente, nel caso di dimensionamento ottimale deve essere
soddisfatta dalle cariche immagazzinate negli elettrolitici ma alla frequenza
dell'inviluppo del segnale audio, ne consegue che le capacit sono dimensionate in
base al parametro del ripple di tensione presente alla frequenza della raddrizzata dal
ponte, ovvero 100Hz. Considerando quindi la scarica sui 10ms ed utilizzando la
formula seguente (di fonte internet);.

V = (I T) / C
dove si ha.

V = Ripple in tensione
I = corrente da inviare ai diffusori
T = tempo di scarica
C = capacit di livellamento
Girando l'equazione possiamo dunque ottenere la capacit corretta per entrambi i lati
Vcc e -Vee del nostro alimentatore duale.

C= (I T) / V
Una volta fissata l-ampiezza massima accettata come ripple, a definita la corrente ai
diffusori

V = 1V e I = 1A
Otteniamo il valore reale in microfarad delle capacit' da istallare nellalimentatore.

C = 0.01 = 10.000muF
.Il principale difetto di questi alimentatori sta nel fatto che i condensatori hanno un
tempo di ricarica ovvero di risalita del ripple non nulla ma nell'ordine di un paio di
millisecondi e in questa fase danno origine a degli spike di corrente che nel complesso
danneggiano la qualit audio e introducono nella rete di alimentazione delle
oscillazione armoniche fastidiose.
Nel caso di alimentatori di grande potenza queste possono addirittura rientrare nella
rete domestica e interferire con altri dispositivi, quindi da una certa dimensione in s,
degli alimentatori capacitivi ne proprio vietato l'utilizzo.

Aspetto dei grandi condensatori di livellamento alloggiati nel PCB.

Regole per il dimensionamento dei cavi di alimentazione.

Bigellonado per la rete potrete trovare una miriade di formule o regolette pi o meno
veritiere per il dimensionamento dei cavi di alimentazione. Normalmente queste
regole sono riferite ad applicazioni "Car audio", quindi poco attinenti a questo
specifico caso. E' comunque veritiero che qualunque collo di bottiglia, in qualunque
punto del circuito di potenza pu creare distorsione e rovinare la dinamica, appiattire
il suono ecc ecc. Nelle applicazione per automotive, dalla batteria arrivano due cavi in
continua, la cui lunghezza e sezione determinante nel risultato complessivo, come
determinante anche la distanza del fusibile di protezione (una trentina di ampere nelle
applicazioni di potenza) dalla batteria, difatto bene piazzarlo a una decina di
centimetri di distanza dal lato batteria. Nel nostro caso questi cavi non ci sono, dato
che questa una applicazione domestica ma i concetti vanno comunque rispettati. In
definitiva imponiamoci la regola generale di non scendere sotto il millimetro quadrato
di sezione per ogni 3 ampere di corrente passante in maniera continua nella specifica
sezione del circuito. Ovviamente nel lato 220 del trasformatore avremo una certa
sezione, mentre nel lato secondario (bassa tensione ne avremo una di maggiore), ed
stata prestata particolare attenzione a questo concetto in fase di progettazione del PCB
con FidoCad.
citazione:
dal regolamento NGPCA (national gran prix car audio) <<i cavi vanno dimensionati rispettando la formula
di 3 ampere massimi per mmq.>>

Per questo motivo sono presenti nel PCB ampi piani di massa ma sviluppati con una
logica ad albero, atti quindi ad evitare i dannosi loop di massa che potrebbero
innescare ronzii e distorsioni. Nel PCB sottostante i piani di massa sono ovviamente
evidenziati in nero.
Posto, per coloro interessati ad approfondire il link ad un sito che propone un
simpatico "abaco" che calcola online la sezione del cavo principale di alimentazione
ed approfondisce un p la teoria.
http://www.mariohifi.it/calc_file/wire.htm

Il PCB (circuito stampato) della realizzazione completa. Misura 100mmX160mm,


ovvero copre la superficie di una intera basetta fotosensibile di misura standard, e
come chiaramente visibile nell'immagine integra il VU-Meter 10+10 Led, e il
Mixer.
Nota bene: Chi fosse interessato a questo circuito stampato glielo posso fornire foto

inciso e forato, ma non avr le serigrafie. Queste ultime le potrete comunque ottenere
applicando il metodo "stira e ammira" pubblicato su www.grix.it dall'utente lulux69 a
met dell'anno 2010. Per ottenere il PCB scrivetemi alla mail ad.noctis@gmail.com
oppure, se siete utenti di grix, semplicemente inviandomi un messaggio privato.

Serigrafie del circuito stampato dell'amplificatore con TDA2050-51-52. Una volta


stampate con l'ausilio del FidoCad, scaricabile da qua:
http://www.gtronic.it/energiaingioco/it/scienza/dowload/fcwin096.zip
Le potrete imprimere nel lato componenti del PCB usando il metodo stira e ammira
postato dall'utente di grix lulux69, oppure semplicemente lo potrete stampare e tenere
come riferimento durante la fase di montaggio e di cablaggio.

Il lato saldature evidenzia le zone in cui presente una elevata corrente e le zone
coperte dai piani di massa. In merito alle masse, queste non costituiscono mai dei
loop, ma sono sempre disposte in una struttura ad albero. Questo aiuta ad evitare
l'insorgere di fruscii e ronzii.

In tutto il PCB troneggiano principalmente i massicci condensatori elettrolitici, a


colpo d'occhio si intuisce che il sistema in grado di manipolare una certa potenza
nonostante la modesta dimensione dei circuiti integrati amplificatori. Si ricorda che un
vero audiofilo disdegna con tutte le sue forze la soluzione audio a circuiti integrati
cercando di suggerire sempre circuiterie a componenti discreti o addirittura i tubi a
vuoto. Che dire in merito? Sicuramente hanno ragione, ma rileggiamo il titolo
dell'articolo...amplificatore didattico, ..questo lo facciamo con pochi euro e lo
sappiamo fare funzionare anche se siamo principianti.
Nella prossima immagine vediamo l'allievo Trevisan Odri, del CFP in cui insegno a
Schio, Vicenza, intento nel collaudo di un esemplare. Sta per collegare il doppio
secondario, 15+15 V A.C. del trasformatore da 100VA, agli ingressi del punte di diodi
della sezione alimentatore, mentre la presa centrale andr all'apposito morsetto del
PCB connesso a massa.

I diffusori impiegati per il collaudo sono dei vecchi ma molto validi "indianaline"
dell'impedenza di 4 ohm, e una potenza dichiarata di 100W. Questi diffusori, sebbene
compatti, sono di ottima fattura. Sono costruiti con legno molto spesso e contengono
un buon filtro passivo crossover.

La qualit della ripresa fatta con il telefonino pessima, in realt il suono molto
nitido e dinamico. La potenza in altoparlante notevole. I coni dei woofer fanno
grandi escursioni senza comunque entrare in distorsione. Si raccomanda il
collegamento di altoparlanti di potenza adeguata.

Filmato della prima accensione -> acceso.zip

Moduli aggiuntivi.
Selettore digitale.

Modulo selettore digitale di due canali analogici, inseribile secondo lo schema a


blocchi visibile nella foto sottostante.

Il selettore funziona abbinando l'effetto di due stadi logici, il primo un normale


flip/flop di tipo set/reset le cui uscite q e q negato agiscono da controllo degli enable
dei successivi switch analogici contenuti nel noto integrato CD4066.

schema elettrico del selettore digitale di due canali analogici.


L'analisi del funzionamento del Flip/Flop parte dalla supposizione che una delle due
uscite sia alta e la complementare bassa, vengono quindi riportati i segnali agli
ingressi tramite le reti di retroazione, quindi i collegamenti tra il pin4 e il pin2, e il
collegamento tra il pin3 e il pin5. Vengono quindi eseguiti i prodotti logici e
successivamente negati, confermando o commutando le uscite che comunque di
portano a una condizione stabile di attesa comando. I comandi di SET/RESET
verranno impartiti agendo sui rispettivi pulsanti S1 e S2. Le reti R1,C1 e R2,C2
costituiscono un sistema antiboucing (anti ribalzo del contatto) che impedisce al flip
flop di generare instabilit, anche se questo intrinsecamente risolto nella funzionalit
stessa del flip flop.
In pratica ad ogni accensione del dispositivo verr selezionato quel canale che verr
sbilinciato a set=1 dalle reti anti bouncing.

Layout Eagle del selettore digitale.


Quando il dispositivo viene alloggiato all'interno della stessa scatola contenitrice
delle altre parti circuitali dell'amplificatore si potranno omettere alcuni componenti,
ad esempio lo stadio alimentatore che potr essere prelevato direttamente dai 12V DC
disponibili sul PCB principale, ovvero gli stessi che alimentano il modulo mixer o il
modulo Vu-meter.
Vanno omessi anche i due RCA visibili pi a destra perch saranno una connessione
interna realizzata con cavetto schermato a singolo conduttore tra questo pcb e i singoli
ingressi dei due TDA20xx montati a bordo del pcb principale.
Per quanto riguarda gli rca di sinistra, uno lo lasciamo installato nel pcb, ad esempio
quello di sinistra, e lo rendiamo disponibile verso l'esterno dello chassy, mentre la
seconda coppia potr essere sostituita sempre in cavetto schermato a singolo
conduttore pi schermo per giungere all'uscita del modulo mixer a 5 canali alloggiato
nella basetta principale.

A pannello frontale porteremo i due led e i due pulsantini n.a. agendo sui quali verr
fatto commutare il flip flop e di conseguenza avverr la selezione del canale.
Con questa tecnica espanderemo i canali in input a 6, di cui 5 miscelabili e uno
diretto, ad esempio un lettore mp3 o il lettore dvd domestico per realizzare il sistema
home theatre.
Scarica dal link sottostante i file Eagle per la realizzazione del modulo selettore
digitale, se sei interessato a una piccola serie (100 esemplari) di questo PCB, contatta
Sandy con l'indirizzo email postato sopra e ti aiuter a fare l'ordine in lingua cinese.
scarica file Eagle del selettore digitale: selettore_digitale_2_vie.zip
Preamplificatore stereo.

La Philips produce il circuito integrato TDA1524 che grazie alla modulazione di


canali CMOS interni permette la regolazione di parametri stereo (si intende su due
canali analogici) agendo variando un solo punto di tensione per grandezza regolata.
Tale regolazione si effettua quindi con un normale potenziometro, lineare per i toni e
il bilanciamento mentre rimane utile un logaritmico per il controllo del volume.
E' disponibile anche un filtro Loudness, che compensa la perdita di dinamica dovuta
alla inerzia della massa dei grossi coni collegati alle bobine mobili dei woofer, quando
questi operano a bassa potenza emessa dall'amplificatore. Un fenomeno di
attenuazione, compensato in maniera per diversa avviene anche per i tweeter, ovvero
il canale delle alte frequenze (anche se per questo caso il fenomeno pi complesso e
andrebbe spiegato a parte).
L'applicazione poco pi di un riproporre l'applicazione tipica suggerita dalla casa
costruttrice, ma del resto, il chip cos fatto e cos si usa. Il nuovo circuito va inserito
nel contesto del progetto qui presentato secondo lo schema a blocchi della figura
sottostante ovviamente usando del cavetto schermato da saldare nelle piazzole
predisposte e sfruttando la modularit del progetto.

Non ci resta che riadattare un po il funzionamento alla tensione duale presente


nell'alimentazione gi presente sul PCB principale di questo progetto.

Dal link sottostante si pu scaricare il databook del circuito integrato. E' buona norma,
ogni qualvolta che si intende affrontare un progetto o una realizzazione leggere
attentamente il contenuto dei pdf forniti dai costruttori, si evita in questo modo di
incorrere in errori progettuali molto banali o di scoprire l'acqua calda.
Con alimentazione esterna di 5 volt collegata al piedino 17 riguardante la tensione di
range per il controllo del volume, bassi, alti e bilanciamento, ai piedini 1,9,10,16
dovremo creare una rete resistiva con potenziometro che ci dia questo range di
tensione : min 1V max 4,25V
Invece usando una alimentazione interna dovremo ottenere un tensione min di 0,25V
e un max di 3,8V.
L'assorbimento di corrente max di circa 5uA.

TDA1524A_CNV_2.pdf

Dal link sottostante potrete scaricare il file FidoCad (single layer) per realizzare il
preamplificatore.
download preamplificatore.zip
This opera "Amplificatore Hi-Fi con TDA205140 Watt Musicali" is licensed
under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 3.0 Italy License..

Concorso vinci il PCB della Micro-GT


Sul link seguente troverai le condizioni per concorrere alla vicinta el circuito stampato
della Micro-GT presentata in questo articolo.
Leggi attentamente le condizioni per partecipare e riceverai via posta il tuo esemplare.
http://www.gtronic.it/energiaingioco/it/scienza/vinci_Micro-GT.html
Per gli utenti che volessero recarsi in visita a Padova, visitate il sito di jenny tramite il
link sottostante.

http://www.bb-yewilliam.it/

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