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D mondiale ci fu un incidente
legale significativo per le sue
implicazioni riguardo ai rapporti fra
i monaci di San Paolo fuori le Mura e
gli ebrei. Tanto da diventare una causa
celebre. Cito il primo, conciso avviso
che ne diede L’Osservatore Romano
del 7-8 febbraio 1944: «Nella notte
tra il tre e il quattro febbraio guardie
armate, qualificate come reparti della
polizia repubblicana, al comando
del dottor Pietro Caruso – del quale
i giornali italiani pubblicarono alcuni
giorni fa la nomina a Questore
di Roma – penetrarono di viva forza
negli edifici della Patriarcale Basilica
di San Paolo, violando i diritti
di extraterritorialità garantiti da
solenne Trattato». La Santa Sede,
naturalmente, elevò formale protesta.
La testimonianze dell’irruzione
Ciò che avvenne è raccontato nella
relazione scritta a mano dall’abate
Ildebrando Vannucci e depositata in
Vaticano il 6 febbraio. Eccone alcuni
passaggi: «Verso mezzanotte e mezzo
ALL’OMBRA
DI SAN PAOLO
venni svegliato da ripetuti colpi alla
porta della camera e compresi subito
che qualcosa di grave succedeva in
monastero. Mi vestii in fretta e, uscito
sul corridoio, un converso mi avverte
che erano entrati vari poliziotti per
arrestare il generale Monti, zio di un
nostro monaco, D. Bernardo Mollari,
che da qualche mese dimorava in San Febbraio 1944: i fascisti irrompono nell’Abbazia
Paolo [...] Un gruppo di agenti aveva
scavalcato il muro di cinta dell’orto, Ostiense alla ricerca di disertori ed ebrei
penetrando per la scala delle soffitte
della Basilica, in un corridoio del degli ospiti [...], i monaci furono del resto, non potevano avere. Furono
monastero, sfondando una porta lasciati nel primo salone e non aggrediti monaci e conversi a mano
e minacciando con le rivoltelle interrogati. Mentre si faceva questo armata, mentre ancora dormivano
in pugno i fratelli conversi che interrogatorio, continuavano queste nelle loro celle; anche i monaci furono
dormivano nelle loro celle [...] perquisizioni in monastero [...] fatti scendere in parlatorio come
Intanto era incominciata l’invasione devastando ed esportando oggetti, requisiti, gli ospiti furono trattati con
del monastero e molti poliziotti cibarie e biancheria. Sono poi entrati, violenza, con insulti e con minacce
bussavano violentemente alle celle sempre con violenza, nel salone della [...] L’Abate, mentre sembrava che
dei monaci ordinando di uscire. parrocchia, dove erano alloggiate volessero usargli qualche riguardo,
Sono state fatte perquisizioni in varie circa una cinquantina di persone e, venne apostrofato con insulti. Le
celle [...] sia abitate da monaci [...], sparando alcuni colpi di rivoltella, accuse non hanno alcun fondamento
sia specialmente abitate da ospiti [...] hanno ingiunto con insulti e minacce [...] L’accusa di banda comunista non
Una delle prime accuse che c’è stata di seguirli nelle sale del parlatorio [...] è appoggiata da nessuna prova.
fatta è stata quella di aver trovato Questi rifugiati furono schiaffeggiati, Gli ospiti erano o parenti di monaci
manifesti e giornali comunisti [...] colpiti da staffilate e da calci in modo o sfollati o ebrei o persone della
nelle celle dei monaci e degli ospiti. che molti sanguinavano [...] parrocchia che si ritenevano più sicuri
I monaci e gli ospiti venivano costretti Riassumendo: la polizia entrò con in monastero». È suggestivo come
ad andare nei saloni della portineria. violenza e con inganno senza l’abate Vannucci scriva di sfuggita
Nei saloni fu fatto l’interrogatorio presentare nessun mandato che, «o ebrei», quasi che tale presenza fosse