Professional Documents
Culture Documents
GUSCI
PROFESSORE: ING. ORESTE BURSI
1 INTRODUZIONE ..........................................................................................................................3
1.1 Comportamento della volta...........................................................................................................3
1.2 Classificazione ..............................................................................................................................5
2 LASTRE DI RIVOLUZIONE .......................................................................................................6
2.1 Metodo di analisi generale ...........................................................................................................7
2.2 Teoria membranale .......................................................................................................................8
2.3 Le membrane di rivoluzione caricate con simmetria radiale ........................................................8
2.4 Campo degli spostamenti .............................................................................................................12
2.5 Considerazioni sulle sollecitazioni locali nelle membrane .........................................................12
2.6 Esempio 1...................................................................................................................................14
3 TEORIA TRAVE AD ANELLO............................................................................................................16
3.1 Flessibilit e rigidezze della trave ad anello ...............................................................................16
3.2 Esempio1.....................................................................................................................................19
4 FENOMENI DI INSTABILITA ................................................................................................23
5 VOLTINE APPLICAZIONI ..........................................................................................................24
5.1 Comportamento...........................................................................................................................24
5.2 Metodi approssimati di soluzione ...............................................................................................25
5.3 Esempio1.....................................................................................................................................26
5.4 Esempio 2....................................................................................................................................32
6 GUSCI CILINDRICI ...................................................................................................................34
6.1 Modalit di analisi.......................................................................................................................34
6.2 Teoria membranale dei gusci cilindrici.......................................................................................35
6.3 Esempio1.....................................................................................................................................37
6.4 Esempio2.....................................................................................................................................38
6.5 Esempio3......................................................................................................................................39
6.6 Deformazioni nellambito della teoria membranale ...................................................................41
6.7 Esempio4.....................................................................................................................................42
6.8 Teoria flessionale dei gusci cilindrici .........................................................................................44
6.9 Teoria flessionale assialsimmetrica di gusci cilindrici a sezione circolare.................................46
6.10 Esempio5...................................................................................................................................49
7 METODO DEI COEFFICIENTI ELASTICI.............................................................................52
7.1 Esercizio 1...................................................................................................................................52
7.2 Esercizio 2...................................................................................................................................55
8 DISPOSIZIONE DELLE ARMATURE NEI GUSCI ...............................................................57
8.1 Armatura inclinata rispetto alla direzione di sollecitazione.........................................................57
8.2 Calcolo della direzione di fessurazione (mediante congruenza deformazioni) ...........................61
8.3 Dimensionamento di una piastra con armature inclinate rispetto direzioni principali di sforzo .62
8.4 Lastre con momenti flettenti non trascurabili ..............................................................................63
1 INTRODUZIONE
Definiamo una struttura a guscio sottile come quella struttura nella quale una dimensione, lo
spessore, molto pi piccola rispetto alle altre. Si pu presentare curva, sfaccettata o ripiegata in
modo tale che la geometria riesca ad attivare un sistema portante di sforzi assiali significativo.
La teoria dei gusci sottili che adotteremo considera lipotesi di elasticit lineare. Questa tuttavia
viene abbandonata quando si ha a che fare con spostamenti non piccoli o si devono considerare gli
effetti del secondordine. Per questo tipo di problemi, ad esempio per i gusci ribassati, si utilizzano
delle teorie elastiche non lineari. Queste per, data la complessit dei problemi non lineari, devono
essere il pi possibile semplificate attraverso lintroduzione di opportune approssimazioni, per non
trovarsi in situazioni di calcolo che possono non portare ad applicazioni pratiche ed accessibili.
La teoria dei gusci elastici in piccole deformazioni si basa sulla teoria matematica dellelasticit.
Tuttavia data la geometria dei gusci, non si usano le equazioni di equilibrio nella forma generale,
che risulterebbero troppo complesse per ottenere soluzioni di interesse pratico. Per questo motivo
sono state sviluppate teorie semplificate per i gusci sottili in cui si fa riferimento alla superficie
media ed alle sue deformazioni. Teorie dei gusci a diverso livello di accuratezza si possono derivare
in funzione del grado di semplificazione delle equazioni, anche se tuttavia tale semplificazione
funzione del problema e ci pu influenzare la validit della soluzione.
In ogni caso si parte con espressioni che governano il problema espresse in tre variabili spaziali
Indipendenti per ridurle a un nuovo sistema con due variabili.
Le varie teorie lineari si possono classificare in quattro categorie:
1) Con approssimazioni del primo ordine
2) Con approssimazioni del secondo ordine
3) Teorie speciali
4) Teoria membranale (di ordine zero o priva di momenti)
Lordine definito dallordine dei termini delle coordinate nello spessore che vengono mantenuti
nella definizione della deformazione e nella legge costitutiva.
Le teorie semplificate 1) e 2) sono in genere basate sulle primitive e corrispondenti teorie di Lav
(inizio 800). Altre semplificazioni possono derivare dalla geometria della struttura in esame,
introducendo ad esempio lipotesi di assialsimmetria.
Per quanto riguarda le teorie sperimentali, possiamo dire che il loro sviluppo scoraggiato dalla
grande quantit di casi particolari.
Le strutture a guscio non hanno un impiego esclusivamente civile, in quanto sono utilizzate, ad
esempio, anche in ambito aeronautico ed aerospaziale.
1.1 Comportamento della volta
Il comportamento ideale della volta consiste nel resistere ai carichi solo tramite forze membranali
quasi costanti lungo la volta, ci in realt si verifica solo per condizioni di vincolo appropriate.
Infatti variazioni improvvise di carico o di rigidezza producono localmente dei momenti flettenti
necessari per equilibrare il carico o ristabilire la congruenza.
Nelle volte a curvatura positiva, come le cupole, i carichi sono trasmessi ai supporti, principalmente
con forze di compressione tipo arco e i disturbi di tipo flessionale applicato ai bordi si smorzano
rapidamente.
Nelle cupole a curvatura negativa invece, le forze di taglio rappresentano il meccanismo di
resistenza primario. Queste cupole tendono a propagare i disturbi ai bordi molto pi che nel caso
precedente.
Consideriamo ora i tre tegoli rappresentati in fig.1.1.1, si pu notare come la geometria della
sezione incida drasticamente sulla capacita dellelemento di raggiungere luci elevate, le strutture b)
e c) infatti resistono molto meglio a flessione rispetto alla a), poich reagiscono tramite un
comportamento ad arco. Questa capacit delle volte di raggiungere grandi luci a fronte di spessori
3
piccoli, e quindi pesi ridotti, le rende particolarmente adatte a realizzare elementi di copertura.
Esempi di queste coperture sono rappresentate nelle figure 1.1.2 e 1.1.3.
figura 1.1.2
l=20m
figura 1.1.3
1.2 Classificazione
Le volte sottili possono essere classificate in base allimpiego ed alla loro forma.
Per quanto riguarda la forma faremo riferimento alla curvatura della superficie che pu essere in
una o due direzioni, distinguendo cos in
Superfici a singola curvatura, sviluppabili su un piano (coni e cilindri).
Superfici a doppia curvatura, non sviluppabili su un piano.
Esse sono a curvatura positiva se lorigine dei raggi di curvatura dallo stesso lato. Ci implica che
per effetto di pressioni normali alla superficie la volta reagisce con forza dello stesso segno nelle
direzioni ortogonali.
Esse sono a curvatura negativa se lorigine dei raggi di curvatura si trova su lati opposti della
superficie (paraboloidi iperbolici e conoidi). In tal caso per carichi normali nascono tensioni di
segno opposto in direzioni ortogonali.
Per quanto riguarda il loro, impiego le volte vengono usualmente utilizzate per elementi di
copertura, fondazioni o strutture di contenimento.
Bibliografia :
D.Belluzzi scienza delle costruzioni ; vol. 3, Bologna: Zanichelli, 1980-1985
S.Timoshenko Theory of plates and shells, Tokyo: Mc Graw hill, 1959
W.Flugge Stresses in Shells, Berlin: Springer,1973
AA.VV. (Wilby) Handbook of Structural concrete, London: Pitman publishing inc.,1983
2 LASTRE DI RIVOLUZIONE
Si ottengono per rivoluzione del meridiano medio attorno allasse di simmetria del medesimo,
chiamato per lappunto asse di rivoluzione, e sono dotate di uno spessore s definito dalla legge di
variazione lungo il meridiano.
figura 2.0.1
A seconda della forma del meridiano medio posso ottenere diversi tipi di lastre:
Lastre coniche
Lastre cilindriche
figura 2.0.2
Imponiamo ora che le lastre che andremo a considerare soddisfino inoltre le seguenti condizioni:
- Ipotesi sullo spessore s: tale spessore non e sufficientemente piccolo da poter trascurare gli effetti
flessionali (come invece accade nelle membrane). E tuttavia di dimensioni tali da poter ipotizzare
una distribuzione lineare delle deformazioni sullo spessore (ipotesi di Bernoulli o delle sezioni
piane).
-Ipotesi sulle condizioni di carico. Si considera il caso in cui le forze applicate siano simmetriche
rispetto allasse di rivoluzione, ovvero parleremo di condizioni di carico assialsimmetrico.
Tali forze possono quindi variare al variare del parallelo considerato, ma si mantengono costanti
sullo stesso.
F = F(F)
F = F(X)
figura 2.0.3
Per tali condizioni di carico, anche le azioni interne e le deformazioni sono in funzione di una sola
variabile, quella cio che mi individua il parallelo. E chiaro quindi che le equazioni differenziali
che mi governeranno il problema saranno ordinarie anzich alle derivate parziali.
Tuttavia nonostante lipotesi di assialsimmetria dei carichi la risoluzione del problema risulta
alquanto laboriosa, per questo motivo spesso pi conveniente studiare la lastra utilizzando, con
buona approssimazione, i risultati ottenuti per le membrane, corretti per dalle azioni che nascono
sul bordo.
2.1 Metodo di analisi generale
Dividere la cupola in segmenti, un segmento per ogni cambio di geometria.
Per ogni segmento calcolare le forze membranali e gli spostamenti.
I valori di queste quantit lungo le giunzioni tra i segmenti violano la congruenza, ovvero le
condizioni di vincolo ai bordi.
Si valuta linfluenza dovuta allapplicazione di forze e momenti alle giunzioni ed ai bordi.
Si scrivono e si risolvono le equazioni di congruenza alle giunzioni ed ai bordi e si valutano le
forze correttive.
Si sovrappongono tali forze correttive alle soluzioni originali ottenute con la membrana.
Nsin
r
figura 2.3.1
N =
P
2 r0 sin 0
dl1 = R1 d
, dl 2 = r0 d ,
r0
= R2
sin
dl 2 = R2 sin d
pzrd
dl2
90-d /2
d /2
dl2
d /2
d /2
(+dN )d'l2
dl2
figura 2.3.3
figura 2.3.4
d
l
Componente di ( N + dN )
2 lungo z:
N dl 2 d
- 2 N dl1 d cos(90 )
2
- N dl1 d sin
ossia:
N
N
+
= Pz
R2
R1
Tale equazione consente di determinare N , quando si sia calcolato N
N = R2 ( Pz
)
R1
Da questa equazioni si ricavano le soluzioni per una variet di gusci e carichi. nelle tabelle 2.3.1 e
2.3.2 ne sono riportate alcune:
continua
10
11
f (N )
d + C sin
u =
sin
R
w = u cot 2 ( N N )
Et
u
dw
=
+
R1 R1 d
Dove:
f (N , N ) =
C
t
1
N (R1 + R2 ) N (R2 + R1 )
Et
il rapporto di Poisson
rappresenta il moto rigido lungo lasse di rotazione che ripristina la congruenza ai vincoli.
lo spessore del guscio
Nelle membrane a simmetria radiale si ha il regime statico pi favorevole che si possa desiderare
( analogamente allo stato di tensione assiale per le barre), nel quale le sollecitazioni sono
uniformemente ripartite nello spessore ed il materiale utilizzato nel miglior modo possibile.
Le strisce secondo i paralleli, esercitano unazione di cerchiamento su quelle disposte lungo i
meridiani, le quali subiscono in genere delle deformazioni molto piccole, nonostante la rigidezza
flessionale sia nulla o comunque trascurabile.
Le strisce meridiane non sono in grado di trasmettere a distanza le sollecitazioni trasversali
(flessione o taglio). Tale trasmissione subisce uno smorzamento dovuto alla suddetta azione di
cerchiamento. Da ci deriva, il rapido decadimento delle sollecitazioni dovute ai vincoli e che le
deformazioni pi importanti dipendano dai valori locali di N ed N .
Gli sforzi membranali, sussistono in ogni punto sino al bordo, e non sono accompagnati da
momenti rilevanti solo se il bordo stesso non altera tale regime degli sforzi. Ovvero il bordo deve
trasmettere soltanto lo sforzo N agente lungo il meridiano (supposto che il bordo o contorno
coincida con un parallelo).
Dunque la reazione del vincolo non deve avere una componente nella direzione z normale alla
superficie della membrana, n un momento rispetto alla tangente al contorno. Quindi il vincolo
deve essere costituito da un appoggio articolato e scorrevole sopra una sede conica coassiale con
la membrana; oppure in modo equivalente da tiranti pendolari diretti secondo le tangenti ai
meridiani(vedi fig. 2.5.1) .
Quando il contorno scorrevole sopra un piano orizzontale e linclinazione al contorno
diversa da 90, la reazione verticale V, si pu decomporre in una componente N ed in una
12
H
N V
13
2.6 Esempio 1
Si analizzi un guscio sferico di spessore costante sollecitato dal peso proprio.
PX = PE sin PZ = PE cos
Pz
z r
figura 2.6.1
P r
1
F
F
cos
; N = PE r
N = E
L
L
+
1 + cos
1
cos
[ ]
[ ]
figura 2.6.2
Se il guscio caricato con una forza uniformemente distribuita lungo un piano ortogonale allasse
del guscio. Caso della neve
Ps
z r
figura 2.6.3
PX = PS sin cos
PZ = PS cos 2
14
N =
PS r
2
; N =
PS r
cos 2
2
Graficamente
figura 2.6.4
figura 2.6.5
Gli spostamenti del guscio sotto peso proprio, determinate con le equazioni generali viste in
precedenza sono:
PE r 2 (1 + ) 1 + cos
1
1
ln
+
u=
sin
E t
1 + cos C 1 + cos C 1 + cos
1 + co C cos
PE r 2
PE r 2 (1 + ) 1 + cos
ln
cos
w=
cos +
E t
E t
1 + cos C cos (1 + cos C )
Quindi gli spostamenti ai bordi valgono
PE r 2 1 +
cos C sin C
H =
E t 1 + cos C
PE r
(2 + ) sin C
E t
spostamento orizzontale
rotazione
Bibliografia :
D.Belluzzi scienza delle costruzioni ; vol. 3, Bologna: Zanichelli,1980-1985
Mark Fintel Handbook of concrete engineering, New York: Van nostrand reinhold company
1985
15
figura 3.1.1
avente
direzione
radiale
Sezioniamo la trave rispetto un piano passante per il centro, e imponiamo lequilibrio alla
traslazione in modo da ricavare la forza assiale N:
= R = R =
R2 H
EA
R2
( flessibilit ) =
EA
Mentre i coefficienti mh e Wmh sono nulli, poich se la trave ad anello si espande non subisce
alcuna rotazione.
- Rigidezza rotazionale
figura 3.1.2
figura 3.1.3
2 M = m R sin d = m R sin d = 2 m R
M = mR
M
mR
y=
y
J
J
17
1
M
M2
Li = M
2 R =
R =
(m R) 2 R =
m2 R3
2
J42444
EJ
EJ
EJ
1E4 4
3
ROTAZIONE
m R =
Le = Li
mR
EJ
EJ
m2 R3
m ( flessibilit ) =
R2
EJ
EJ
R2
I relativi coefficienti hm e Whm sono nulli poich nellambito delle ipotesi, quando la trave ad
anello ruota non si espande.
18
3.2 Esempio1
Figura 3.2.1
Si analizzi il guscio solidale ad una trave ad anello di figura sottoposta a carichi verticali. Lo
spessore del guscio di 7.62 centimetri. L trave ad anello a sua volta supportata da delle colonne.
Si assuma un peso proprio globale di 2.394 KN m 2 e = 0 per semplicit.
Soluzione
Si calcola la soluzione per lo stato membranale
Correggiamo la soluzione precedentemente ottenuta tenendo conto delle condizioni di vincolo
Forze e spostamenti membranali
PE r
= 31.59 KN m
1 + cos
P r
= 27.95 KN m
N = E
1 + cos
N =
( bordo )
( vertice )
1
N = PE r
cos = -11.18 KN m
1 + cos
1
N = PE r
cos = -27.95 KN m
1 + cos
H = (r sin C ) = r
( bordo )
( vertice )
N
sin C
E t
N
sin c = 2.20 KN m
t
p r
1 dw
=
+ u = 2 Z sin C
E t
R d
E Shell = 943.24 KN m 2
E H Shell = r
19
( rientrante )
( forza uscente )
( uscente )
dove:
E SH
H
BM
E H
Dobbiamo quindi calcolarci gli spostamenti che appaiono nelle equazioni dovuti alle forze di bordo
sui singoli elementi ovvero:
Spostamenti e rotazioni che nascono applicando forze e momenti lungo il bordo superiore di una
trave ad anello:
2
4 H r 2 4 (15)
BH
E H =
=
H = 3000 H
( rientrante )
bd
0.6 0.5
2
6M r2
6 (15)
E BM
=
M = 9000 M ( uscente )
H
2
bd2
0.6 (0.5)
6 H r2
6 (15)
E =
=
H = 9000 H
2
2
bd
0.6 (0.5)
2
BH
12 M r 3
12 (15)
=
M = 540000 M
=
3
3
bd
0.6 (0.5)
( rotazione oraria )
BM
( rotazione antioraria )
Spostamenti e rotazioni del bordo di un guscio dovuti a forze e momenti anchessi applicati sul
bordo: (si veda le tabelle 3.2.1-3.2.2)
2 r
2 23 23.348
2
H sin 2 C =
(0.643) H = 5827 H
t
0.076
2
2
E SM
M sin C = 8927.7 M
( uscente )
H =
t
2 2
SH
E =
H sin C = 8927.2 H
( uscente )
t
4 3
E SM
M = 27443.4 M
( orario )
=
t2
E SH
H =
20
( uscente )
21
Tabella3.2.2
Bibliografia :
D.Belluzzi scienza delle costruzioni ; vol. 3, Bologna: Zanichelli,1980-1985
Mark Fintel Handbook of concrete engineering, New York: Van nostrand reinhold company
1985
22
4 FENOMENI DI INSTABILITA
Linstabilit di molti gusci molto sensibile alle imperfezioni iniziali ed al tipo di condizioni di
vincolo. Per cui esistono marcate differenze per i valori teorici e quelli di progetto.
Quindi si devono assumere dei fattori di sicurezza non trascurabili.
Per un guscio sferico la pressione di instabilit vale
2
t
Pes = C E
R
C coefficiente che tiene conto delle condizioni di vincolo, imperfezioni etc.
2
3
1
C=
con coefficiente di sicurezza
3 3 (1 2 )
2
2
2 0
E=
1
dove con 0 , 0 si intendono le quantit massime
0
0
Si veda Backer et. al Structural Analysis of shells Mc Graw-Hill, New York, 1992 per adattare
i risultati teorici ai gusci di rivoluzione.
23
5 VOLTINE APPLICAZIONI
5.1 Comportamento
Le voltine sostengono i carichi applicati tramite due tipi di azioni,
- trasferimento del carico dal colmo ai bordi tramite lazione trasversale ad arco;
- trasferimento longitudinale del carico tramite il comportamento a trave.
I diversi comportamenti dipendono dalla geometria della trave,
- Se langolo di apertura dellarco piccolo rispetto alla luce in direzione longitudinale,
allora leffetto ad arco dominante solo sugli appoggi e conviene applicare la teoria della
trave (caso a);
- Se larco grande rispetto alla dimensione longitudinale allora leffetto ad arco
predominante (caso b).
24
Tabella 5.2.1
5.3 Esempio1
figura 5.3.1
Peso neve
( pu ) = 1.436 KN m =
________________
2
3.351 KN m
L
piccolo non vi alcuna correzione, per lingobbamento non si applica il metodo della
R
trave. Dunque applicando le tabelle troviamo che le sollecitazioni valgono,
poich
L
L [ pu colonna(1) + p d colonna(5)]
R
= L [ pu colonna(3) + p d colonna(5)]
NX =
N X
M = R 2 [ pu colonna(4) + p d colonna(8)]
Tabella 5.3.1
26
y
NX ,MAX
K
figura 5.3.2
y=
R sin K
R cos K = 0.6766m
La forza totale di trazione si valuta in modo approssimato assumendo una variazione lineare di N X
in zona tesa. (A favore di sicurezza considero N X , MAX )
N X , MAX = N X ( K = 0, x =
TS =
L
) = 693.27 KN m
2
1
1
N X , MAX y = (693.27 ) 1.695 = 587.44 KN
2
2
27
figura 5.3.3
28
L
R
29
Tabella 5.3.2
30
31
5.4 Esempio 2
figura 5.4.1
Si voglia analizzare il guscio cilindrico singolo con travi di bordo. Le dimensioni sono fornite in
figura.
L 30.48
=
= 4 voltina con luce elevata, lanalisi strutturale condotta con il metodo della trave
R 7.62
Analisi dei carichi:
2
carico permanente + sovraccarico 2.394 KN m
peso proprio della trave
8.756 KN m
(guscio)
tabella 5.4.1
Determinazione asse neutro, per semplicit trascuriamo il contributo delle armature omogeneizzate
al calcestruzzo (semplificazione del procedimento usuale).
deg rad
64
74
8
30
180
Area ogni elementino A = R t = 7.62
0.0762 = 0.05067m 2
6
ATOT = (0.1663) 6 + 1.2192 0.3048 = 0.6756m 2
Area totale
area trave
Posizione dellasse neutro:
ATOT = A (1.2192 0.3048) 1.2192 / 2 =A 8 = 0.05067 (4.0784) 0.22653
quindi,
= 0.0294m
32
Si preferisce che lasse neutro cada nella trave al fine di avere un N x di compressione nel guscio
Momento dinerzia della trave equivalente
I = ( y 2 ) A + I 0TRAVE + ATRAVE y 2 = 0.3524027 m 4
Carico (per unit di lunghezza):
Guscio + sovraccarico = 2.394 6 R = 2.394 6 7.62 5 / 180 = 9.55 KN / m
Trave
= 8.756 KN / m
__________
18.31KN / m
1
1
W L2 = (18.31) (30.48) 2 = 2126 KN m
8
8
M MAX
t R (1 cos(30) ) + y =
(colmo guscio) =
I
2126
=
(0.0762 ) [7.62 (1 0.866 ) + 0.0294 ] = 482.92 KN / m
0.3524
(compr.)
M MAX =
N X , MAX
N X (trave)=
2126
(1) (1.2192 0.0294) = 2187.8KN / m
0.3524
S segmento 3
L/2
figura 5.4.2
Bibliografia :
Mark Fintel Handbook of concrete engineering, New York: Van nostrand reinhold company
1985
33
6 GUSCI CILINDRICI
Tali strutture trovano impiego in molte opere civili, soprattutto per la realizzazione di:
- Recipienti in pressione (centrali nucleari )
- Recipienti di contenimento
- Coperture
Da un punto di vista strutturale sono elementi a singola curvatura, la cui superficie quindi
sviluppabile in un piano.
A differenza di quanto visto per le cupole, per come questa struttura resiste al carico non solo le
tensioni membranali ma anche quelle flessionali possono essere importanti, sopratutto in alcune
configurazioni geometriche.Vediamo ad esempio come il comportamento ai bordi pu variare a
seconda che la sezione sia chiusa od aperta.
Se il cilindro chiuso, le sezioni di vincolo sono costituite da anelli, che vincolano gli
spostamenti ortogonali alla superficie e quindi disturbi applicati ai bordi si smorzano
rapidamente.
Se il cilindro aperto, ed il bordo non riesce a vincolare gli spostamenti ortogonali, le tensioni
di flessione penetrano in profondit.
34
figura 6.2.1
X, Y, Z, sono le forze per unit di superficie applicate
N X
dx
N X = N X +
x
N
R d
gli sforzi N sono forze per unit di lunghezza
N = N +
R
N x
R d
N x = N x +
R
Equilibrio in direzione x
N x
N X
dx R d N X R d + N x +
R d dx N x dx + X dx R d = 0
NX +
x
R
d
d
N dx sin
+ N +
d dx sin
+ Z R d dx = 0
2
35
Come nei casi trattati precedentemente, tale equazione fornisce N direttamente in funzione del
carico distribuito verticale(applicato). Per di pi N espresso in termini finiti e non differenziali.
Si osservi che sostituendo N nella seconda equazione si determina N x :
N
dx + f1 ( )
( sforzo tangenziale al bordo )
N x = Y +
R
dx + f 2 ( )
N x = X +
R d
N x + N x +
dx = N x + N x +
d
x
Al limite, le quantit
N x
x
N x
36
6.3 Esempio1
X = Y = 0
Z = p
N = RZ = + pR
N
= 0 , quindi la forza di scorrimento diventer
R
N
= Y +
dx + f 1 ( ) = f1 ( )
R
e quindi
f 1 ( ) = 0
N X
dx + f 2 ( ) ,
R d
N X = f 2 ( )
Quindi:
N X dipende dalla distribuzione al bordo delle sollecitazioni esterne
N , N X sono qui indipendenti tra loro
N X non dipende da x, quindi la distribuzione la stessa ai due bordi
37
6.4 Esempio2
X
2R
figura 6.4.1
Esaminiamo ora il caso di un serbatoio riempito con un fluido, quindi con le pareti sottoposte a
pressione idraulica.
X = Y = 0
Z = (H x )
la pressione idrostatica presa con segno negativo in quanto agisce con verso opposto alla normale
della superficie.
Dalla terza equazione
N = RZ = (H x ) R
N
N
= 0 , quindi N X = Y +
dx + f 1 ( ) = f1 ( )
R
R
Se i carichi sono simmetrici non esistono sforzi tangenziali ai bordi, per cui N X = f 1 ( ) = 0 .
Se si tiene conto del peso proprio del serbatoio allora la forza X diversa da zero (m = [Kg/m2])
X = mg
Y = 0
N X
N X = X +
dx + f 2 ( ) = X dx + f 2 ( )
R d
N X = X dx = mgx mgH = mg ( H x)
38
6.5 Esempio3
Consideriamo ora un tubo pieno dacqua. A differenza dellesempio uno la pressione non
costante, ma varier lungo la verticale al variare della pressione idrostatica dovuta al peso
dellacqua.
X
d
2d
Risultante
Diaframma
figura 6.5.1
Se assumiamo che i diaframmi siano elementi molto deformabili, allora si possono schematizzare
come dei vincoli carrello, che consentono spostamenti in direzione x, quindi N X = 0.
Pressione in ogni direzione
Z = ( p0 a a cos )
Trascurando il peso proprio del tubo, X = Y = 0
N = RZ = p 0 d a d 2 cos
N
1
= ( a d 2 sin ) = a d sin
R d
N X = Y +
dx + f 1 ( ) = a d sin dx + f1 ( ) = a d sin x + f1 ( )
R
Per simmetria gli sforzi tangenziale in mezzeria del tubo dovranno annullarsi
L
N x = 0
x=L
a d sin + f 1 ( ) = 0
2
2
L
L
f1 ( ) = a d sin N X = a d x sin
2
2
L
x2
L
(
)
N X = a x cos dx + f 2 = a x cos + f 2 ( )
2
2
NX
(costante) a d x sin
2
x
(parabola) a ( L x ) cos
2
N x = 0
N
figura 6.5.2
39
Tali sollecitazioni sono analoghe a quelle N, M, T di una trave caricata secondo lo schema
sottostante
figura 6.5.3
compressione
trazione
2 x(L-x)
figura 6.5.4
40
v
x
u
u+ x dx
w
v
R
dx
1 u
r
u
u+ d
d
v
v+ d
R d
*
w
w+ d
1 v w
1
=
=
(N N x )
R R E t
Deformazione tagliante
( N x = N x se d 0 )
v
u
1
d u
v + dx v + u +
x
dx
R d
x =
N
v 1 u
+
= x =
x R G t
N x
E
t
2 (1 + )
A questo punto, per ottenere gli spostamenti u, v, w, per le diverse condizioni di carico basta
introdurre nelle relazioni precedenti, le corrispondenti espressioni di N , N X e N X .
Si esegue infine lintegrazione tenendo conto delle condizioni di vincolo.
41
6.7 Esempio4
Pannello cilindrico circolare sorretto da due diaframmi agli estremi e con carico da neve p.
Esempio una pensilina sorretta da due diaframmi (vedi fig. 6.7.1)
proiezione verticale in
pianta di P
pannello cilindrico o
voltina
a
y
Pcos
Figura 6.7.1
X = 0
Z = p cos cos
Psin
1 sin
cos
figura 6.7.2
N = R Z = d p cos 2
d
1
N X = p sin 2 + p sin 2 dx + f 1 ( )
d
2
3
N X = p x sin 2 + f1 ( )
2
Per simmetria imponiamo che in x = L
N x = 0
f1 ( ) =
3
p L sin 2
4
3
L
N X = p x sin 2
2
2
Quindi
42
: apertura
la superficie cilindrica,
ma incompleta
N X
N X = X +
R d
pL
dx + f 2 ( ) = 0 + 3 x cos 2 dx + f 2 ( )
d2
p
L x
x cos 2 + f 2 ( )
d
2 2
Imponiamo le condizioni al contorno ( ipotesi sui diaframmi analoghe a quelle dellesempio tre),
per x = 0 N x = 0 , quindi f 2 ( ) = 0
N X = 3
3 p
N X = x (L x ) cos 2
2 d
compressione
trazione
Nx
45
figura 6.7.3
Nx
figura 6.7.4
Le N X al bordo devono bilanciare la differenza delle forze lungo x ( N x d ) tra due sezioni.
Molto spesso le condizioni di vincolo ai bordi longitudinali non sono consistenti con le soluzioni
della teoria membranale ed allora necessario apportare delle correzioni. Per far ci per
indispensabile conoscere la teoria flessionale dei gusci, che sar largomento del prossimo
paragrafo.
Si vedano le tabelle per un riassunto di alcuni casi notevoli. Relativi alla teoria membranale.
43
figura 6.8.1
N x = 2d x 1 dz
N = 2d dz
a
2
2
d
2
d
Q x = N x = x
1 dz
a
d
2
d
Q = N x = x dz
x 1 z dz
a
d
2
d
2
d
2
d
Mx =
d
2
d
2
d
2
d
M = z dz
M x = x 1 z dz
M x = x z dz
a
Forze e momenti sono definiti per ampiezza unitaria della superficie media.
z d
Per gusci sottili << 1 ed quindi trascurabile il suo contributo
a a
Equazioni di equilibrio
- Equilibrio delle forze in direzione x
N x N x
+
= X
x
a
- Equilibrio delle forze in direzione y
N
N x Q
+
= Y
a
x
a
- Equilibrio delle forze in direzione z
Q
Q x N
+
+
= Z
a
x
a
( 1 equazione )
( 2 equazione )
( 3 equazione )
44
( 4 equazione )
( 5 equazione )
( 6 equazione )
N X
dx R d N X R d + N x +
R d dx N x dx + X dx R d = 0
NX +
x
R
N X N X
+
= X
x
R
2 equazione
N
Q
d
d
d
d
N + d dx cos
N dx cos
Q +
d dx sin
Q dx sin
+
2
2
2
2
N x
+
dx a d + Y a d dx = 0
x
d
d
cos 90
= sin
2
2
Abbiamo quindi un totale di sei equazioni di equilibrio, tre per le forze e tre per i momenti, e
Dieci incognite, il sistema risulta quindi altamente iperstatico.
Dobbiamo quindi impiegare la congruenza tra spostamenti e deformazioni, e il legame
costitutivo tra queste e gli sforzi, in modo da esprimere le forze e i momenti in termini di
spostamento.
Ad esempio:
v
E d u
w d 3 2w
Nx =
a a + 12 a x 2
1 2 x
( lultimo termine tra parentesi rappresenta leffetto della curvatura sulle forze complanari)
Cio,
1) relazioni deformazione spostamento
2) relazioni sforzo deformazione
relazioni sforzo spostamento (vedi esempio)
relazioni forza spostamento
3) sostituendo le relazioni forza spostamento nelle relazioni di equilibrio, ottengo infine tre
equazioni nelle tre incognite u, v, w
45
Per semplicit considereremo solo la teoria flessionale assialsimmetrica. Essa impiegata per
determinare i valori delle sollecitazioni e degli spostamenti ai bordi, in tal modo potremo
ristabilire la congruenza con le condizioni di vincolo. Allontanandosi dal bordo, ritorna ad
essere valida la teoria membranale, poich gli effetti di bordo si smorzano.
6.9 Teoria flessionale assialsimmetrica di gusci cilindrici a sezione circolare
- Consideriamo le tre equazioni di equilibrio alla traslazione,
N x N x
+
= X
x
a
N
a
Q
a
N x
x
Q
a
(1)
= Y
(2)
2 M x
2M
N
Q x N 2 M x
+
=
+
2
+
+
= Z
2
2
2
x
a
a x a
a
x
(3)
4w
4w
4w
u Z
w
12 v
+ 2 2
+ 4
2
+ =
4
2
2
4
x D
x
a x
a
h a a a
(4)
E h3
dove h lo spessore e D =
12 (1 2 )
Assumiamo ora un carico assialsimmetrico
In questo caso tutte le variazioni in direzione circonferenziale sono nulle.
Ovvero:
= 0 ; v = 0 ; N x = M x = 0 ; Y = 0 ; Q = 0
1) ipotizzare N x = 0
2) risolvere la ( 4-a ) per w
3) sovrapporre la soluzione per N x 0
Consideriamo per ora i primi due punti,
1) se N x = 0 , la relazione tra u e w
Nx =
E h
1 2
w
du
= 0
a
dx
d w Eh
Z
+ 2
w =
4
D
dx
a D
4
cio
d 4w E h
Z
w =
+ 2
4
D
dx
a D
h = pa
E h = p a
a
R
pa
w
ma =
E h
a
figura 6.9.2
quindi
w=
p a2
E h
P E h
= 2 questa la rigidezza circonferenziale
w
a
E h3
rigidezza flessionale: D =
12 (1 2 )
figura 6.9.3
E h
a2
la rigidezza circonferenziale >> rigidezza Flessionale della striscia unitaria, ci implica che
qualsiasi disturbo applicato al bordo si smorza spostandosi sullasse x.
47
La soluzione dellequazione differenziale di quarto ordine, che si trova per travi su suolo
elastico nei testi, include quattro costanti arbitrarie, da valutarsi tramite condizioni ai bordi per
dw
)
forze e spostamenti ( M x , Q x , w ,
dx
Per N x , si ottiene poi lespressione: N x = X dx + C
Con C da valutarsi ponendo condizioni al contorno su N x o u .
Come per tutte le equazioni differenziali la soluzione generale dellequazione consta di
- soluzione dellomogenea
- e un integrale particolare
Se =
3 1 2
48
pL
4 4 D
4
6.10 Esempio5
L
x
2a
figura 6.10.1
Serbatoio circolare incastrato alla base, sottoposto a pressione idrostatica
Z = (L x ) = (1 ) L
con
x
L
4
w
+
=
=
D
D
d 4
la cui soluzione particolare:
a 2 (L x )
(1 ) L5
, oppure esprimendo con x w part =
,
w part =
4 D
Eh
Con la soluzione membranale,
N = (L x ) a
1
w
=
N + N x
{
a E h
0
wmembr =
a 2 (L x )
Eh
La soluzione completa diventa:
lintegrale particolare
w = e (C 3 cos( ) + C 4 sin ( ))
(1 ) L5
4 4 D
C3 =
L5
,
4 4 D
C4 =
L5 1
1
4 4 D
M =
L3
2 2
1
1
q=
L2
2
1
2
49
L5
4 4 D
d 2 M x N
+
= Z
a
dx 2
Ne risultano i seguenti diagrammi
m e m b ra n a
Mx
figura 6.10.2
figura 6.10.3
Lo smorzamento dovuto al fattore e x , nelle espressioni di w , w , w ( momenti), w (
tagli). Per x = 0 , e x = 1 .
2
,
Poich w varia con legge sinusoidale smorzata, di lunghezza donda =
allora per x =
e x = 0.043
x = e x = 0.019
Alla distanza gli effetti di bordo sono trascurabili. Ovvero della soluzione diventa trascurabile il
termine corrispondente allomogenea associata e resta lintegrale particolare!
50
figura 6.10.5
Questo rappresenta la soluzione solo se il vincolo gliele fornisce esattamente, altrimenti si instaura
un regime diverso, che pu essere locale ma gravoso.
Per una trattazione estesa di tutti questi problemi, e delle voltine in genere, si pu consultare ad
esempio il Belluzzi, 3 vol., Scienza delle costruzioni, Zanichelli.
Comunque:
figura 6.10.6
Se un bordo lasciato libero, posso annullare le forze sovrapponendo gli effetti di un azione che
genera forze di bordo uguali e contrari.
Bibliografia :
D.Belluzzi scienza delle costruzioni ; vol. 3, Bologna: Zanichelli, 1980-1985
AA.VV. (Wilby) Handbook of Structural concrete, London: Pitman publishing inc.,1983
51
Figura 7.1.1
a
2
2
d M x N
2
+
= p da cui N = P a +
M 2 2 Q 1
e
2
a
a
dx
1 (u ) = e u cos(u )
(Soluzione piastra)
(Soluzione guscio cilindrico)
2 (u ) = e u (cos(u ) sin(u ) )
3 (u ) = e u sin(u )
4 (u ) = e u (cos(u ) + sin(u ) )
Soluzione con metodo dei coefficienti elastici
Qp
Qc
Hc
Hp
Mc
piastra
Mp
cilindro
P
P
Figura 7.1.2
Per la congruenza
P a 2 Pa
Hc = H P =
=
2 a
2
c = P
c , M + c ,Q = p , P + p , M
wc = wP = 0
wc , M + wc ,Q + wc , P = 0
52
a r
64 D
1 +
3
Pa
wp =
8 D (1 + )
Coefficiente elastico della piastra circolare per effetto del momento uniforme al bordo:
M a2 1 r 2
1
w=
2D 1 + a2
M a
wp =
D (1 + )
c,M =
1
D
wc , M =
2 2 D
1
1
c ,Q =
wc ,Q =
2
2 D
2 3 D
w
Pa
= E h c,P
Siccome N N x = Eh P a
a
2
2
Pa
wc , P =
1
E h 2
Le equazioni di congruenza alla rotazione e alla traslazione del bordo comune forniscono:
M
Q
P a3
M a
3
Q 2 D 8 D (1 + ) D (1 + )
Q
p a2
M
+
1 = 0
2
3
2 D 2 D E h 2
Assunti
a = 150cm
h = 6cm
E = 3 105 Kg / cm 2
= 0.15
P = 1 kg / cm 2
Calcolo
3 (1 2 )
ah
= 0.04362cm 1
D=
53
E h3
= 5524296.7kg cm
12 (1 2 )
M = 2604.94 Kgcm / cm
Q = 124.23Kg / cm
Sostituendo tali valori ottengo le funzioni
Q
M x ( x) = M e x (sin x + cos x) e x sin x
N ( x) = P + 2 a M e
Graficamente:
2
54
7.2 Esercizio 2
Il serbatoio in figura, cilindro a sezione circolare, diviso internamente in due parti da un setto.
La parte sinistra contiene gas alla pressione P. Scrivere le equazioni che permettono di valutare
forze e momenti di continuit alla giunzione, ipotizzando che il serbatoio sia sufficientemente
lungo per ottenere una soluzione accurata.
4h
h
Figura 7.2.1
E = modulo di elasticit
= 0.15
a = raggio
Qc,s
Qc,d
Hc,s
Hc,d
Mc,s
Mp,s
Mp,s
Mc,s
Hc,s
Qc,s
Hp,s
Hp,d
Qp,s
Qp,d
Qp,s
Qp,d
Hp,s
Hp,d
Mc,d
Mp,d
Mp,d
Mc,d
Hc,d
Qc,d
Figura 7.2.2
55
Qc,d=-Qp,s
Hc,s=Hp,s
La congruenza fornisce
c,s = p,s
c ,d = p ,d
wc ,s = u p , s
wc ,d = u p ,d
=
+
+
2
c Dc 2 c Dc D p (1 + ) 8 DP (1 + ) D p (1 + )
Md
Qd
Md a
Ms a
P a3
=
+
+
2
c Dc 2 c Dc D p (1 + ) 8 DP (1 + ) D p (1 + )
Ms
2 c Dc
Md
2
+
+
Qs
2 c Dc
Qd
3
2 c Dc 2 c Dc
assumendo:
a =1 50cm
h = 6cm
E = 3 10 5 Kg / cm 3cm
= 0.15
P = 1Kg/cm
calcolo:
3(1 2 )
P a2
(1 ) a
(1 ) =
Qs
E h
2
E 4h
(1 ) a
Qd
E 4h
= 0.04362026cm 1
ah
E hc3
Dc =
= 5524296.7 Kg cm
12(1 2 )
Dp =
E h p3
12(1 2 )
= 353554990 Kg cm
ottenendo:
M s = 569.50 Kg cm / cm
M d = 334.07 Kg cm / cm
Qs = 34.88Kg / cm
Qd = 14.34 Kg / cm
56
Figura 8.1.1 Geometria e forze nellelemento a lastra con rete rettangolare darmatura
intuitivo come il comportamento dellarmatura sia ottimale quando le barre dacciaio seguono le
traiettorie delle tensioni principali di trazione (come si fa per le zone di taglio massimo).
Per ragioni pratiche o operative non sempre conveniente questa disposizione ideale dellarmature.
Quindi sono state sviluppate delle regole di dimensionamento per le armature disposte inclinate
rispetto alla direzione della sollecitazione per le strutture portanti a superfici resistenti (volte sottili e
lastre).
Seguiamo i risultati proposti da Baumann, per le piastre sottili (si veda il Leonhardt / Morning
Vol.2 ).
Si consideri una rete di armatura con angolo retto. Definiamo(vedi figura 8.1.1):
: angolo tra larmatura in direzione y e la fessura
: angolo tra larmatura in direzione x e la direzione principale (1)
d m : distanza tra le fessure
Forze principali per unita di lunghezza
N 1 = d 1 dove d lo spessore (indicato anche con t)
N 2 = d 1
Db = b d 1 forza di compressione nel conglomerato tra le fessure
Si trascura il comportamento a trazione del calcestruzzo.
Se le fessurazioni ed una direzione dellarmatura non sono ad angolo retto rispetto alla direzione (1)
relativa alla tensione principale , ovvero se e non sono uguali a , nelle fessurazioni
possono agire delle forze di taglio H. Fino a tanto che le larghezze di fessurazioni rimangono
57
piccole, queste forze di taglio possono essere trasmesse mediante la dentellatura creata dagli inerti
presente sui lembi della fessurazione (ingranamento degli inerti), la cui entit sar in funzione della
Granulometria e dal tipo di inerti utilizzati e mediante leffetto di incavigliatura delle barre
darmatura (o effetto spinotto vedi fig. 8.1.2).
Figura 8.1.2
Le forze di taglio implicano che le forze di compressione Db del calcestruzzo in due strisce
adiacenti abbiano valore diverso, oppure che la direzione di Db sia leggermente inclinata rispetto a
quella della fessurazione.
L a forza di taglio H tuttavia tender a diminuire con lampliarsi della larghezza delle fessurazioni e
a causa delle rotture localizzate che via via andranno a formarsi nelle zone di incavigliatura.
Nelle equazioni seguenti si assumer quindi, per una progettazione pi sicura, che la forza di taglio
lungo le fessurazioni e nulla H=0.
Definiamo:
f ex
sezioni trasversali darmatura per unit di lunghezza
f ey
Le forze di trazione nelle barre per unit di lunghezza valgono quindi:
f ex , y
x, y =
z x = ex f ex = ex x d con
d
z y = ey f ey = ey y d
Se sono note le tensioni principali e (e rispettivamente N1 ed N2 ), e le sezioni darmatura
f ex e f ey , rimangono in questo caso quattro grandezze incognite:
ex , ey , b ( e rispettivamente Zx, Zy, e Db) e langolo che indica la direzione della fessurazione.
Imponendo le condizioni di equilibrio nel piano, si possono ottenere solo tre grandezze.
Si sceglie come valore in eccesso langolo , che va determinato con le condizioni di congruenza.
Assumendo che sia noto, per lequilibrio in una sezione parallela ad una fessurazione si pu
disegnare il poligono delle forze. Vedi figura 8.1.4
58
figura 8.1.4
Inoltre
b1 = 1 cos( )
b2 = 1 sin( )
bx = 1 cos
b y = 1 sin
59
Si consideri ora una sezione di lunghezza unitaria orientata perpendicolarmente rispetto alle
fessurazioni. Si ottiene un poligono delle forze che contiene anche la forza di compressione
del calcestruzzo Db.
Essendo note Zx e Zy si pu esprimere Db nel seguente modo:
Db = N 1 b1 sin( ) N 2 b2 cos( ) + z x bx sin + z y b y cos
Sostituendo nella precedente equazione Zx, Zy, b1, b2, bx e by si ottiene
sin 2
Db = ( N 1 N 2 )
sin 2
Sommando le forze interne derivate dalle equazioni di Zx, Zy e Db, si ottiene una ulteriore equazione
che consente un facile controllo del calcolo:
Z x + Z y Db = N 1 + N 2
Bisogna comunque determinare linclinazione incognita della fessurazione, ovvero langolo .
60
Consideriamo sulla fessurazione un segmento di lunghezza unitaria che con le direzioni delle
armature vada a formare il triangolo chiuso rappresentato con linea continua in figura 8.1.2 .
ex
, y =
b
Eb
ey
.
Ee
Ee
Si otterr cos la configurazione deformata rappresentata in figura con la linea tratteggiata.
Notare che non ho considerato leffetto delle forze di taglio, la riduzione degli allungamenti
dellacciaio dovuti alla collaborazione con il calcestruzzo, e la dilatazione trasversale del
calcestruzzo.
La congruenza viene imposta uguagliando lequazione dellaltezza espressa in funzione di x , con
quella in funzione di y
y
, si ottiene, dopo trasformazioni e trascurando i termini di
x
ordine superiore
y
= tan 2 1 + b (1 cot 2 ) .
x
x
Esprimendo il rapporto tra le deformazioni con le relative tensioni
ottengo
ey
D
= tan 2 1 + b (1 cot 2 )
ex
Zx
61
Da questa espressione dunque possibile ricavare langolo che rappresenta linclinazione delle
fessurazioni. In generale quindi ho che , in effetti anche se le prime fessurazioni avranno
direzione perpendicolare alla direzione di massimo sforzo (1) , con laumentare delle sollecitazioni
tenderanno ad assumere linclinazione .
8.3 Dimensionamento di una piastra con armature inclinate rispetto direzioni principali di
sforzo
Per il dimensionamento delle barre di armatura imponiamo che tali barre sotto sforzo raggiungano
entrambe il medesimo valore di tensione , che per sfruttare al meglio il materiale poniamo essere
uguale a quella ammissibile.
In formule
ey ,adm
=1
ex ,adm
Sostituendo questo valore nella formula per langolo di fessurazioni del paragrafo precedente, e
D
trascurando il limitato valore del termine relativo a b , ottengo per la semplice espressione
Zx
ey
= 1 = tan 2 ossia = 45
ex
Per questo valore dellangolo di fessurazione abbiamo che le forze che nascono nelle armature
valgono:
N N2
Z x = N1 + 1
sin 2 (1 tan )
2
N N2
Z y = N2 + 1
sin 2 (1 + tan )
2
Db = ( N 1 N 2 ) sin 2
Di conseguenza
Zy
Zx
f ex =
f ey =
f s ,adm
f s ,adm
Per biella compressa
D
b = b f c ,adm 0.8
b
0.8 perch le diagonali compresse sono perturbate dalle barre darmatura
Comunque deve essere soddisfatta la relazione:
Z x + Z y Db = N 1 + N 2
Se una serie di barre darmatura si plasticizza, cio e > s / E e , produce un cambiamento dello
stato deformativo, traducendosi nella formazione di ulteriori fessurazioni con diversa inclinazione
rispetto a quella che si era prodotta per lacciaio in fase elastica ovvero 2 1 .
Quindi per il dimensionamento non si devono sfruttare gli stati e > s / E e , conviene piuttosto
assumere per entrambe le serie di barre una sollecitazione e > s
62
figura 8.4. 1
Con riferimento alla figura 8.3.1, siano m1 e m2 momenti principali per unit di lunghezza
(m1 > m2) . Trascuriamo anche in questo caso la resistenza a trazione del calcestruzzo.
La zona lavorante a presso-trazione pu essere trattata come nel caso della lastra quindi
m
m
N1 = 1
N 2 = 21
Zm
Zm
Dove
h + hy
Z m = 0.9 x
2
Come risultati si possono adottare le soluzioni ottenute per il dimensionamento della lastra
N1 N 2
sin 2 (1 tan )
2
N N2
Z y = N2 + 1
sin 2 (1 + tan )
2
Db = ( N 1 N 2 ) sin 2
Z x = N1 +
f ex =
Zx
f s ,adm
f ey =
Zy
f s ,adm
Db
f c ,adm 0.8
b
Questa ipotesi ci autorizza ad esprimere in analogia alle equazioni per la lastra
b =
63
sin 2
sin 2
Bibliografia :
Fritz Lehonardt Casi speciali di dimensionamento delle costruzioni in C.A. & C.A.P. Vol.2,
Milano: Edizioni di Scienza e Tecnica, 1980
64