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I MODI DEL MATRIMONIO INDIANO

Il Manavadharmasastra, attribuito al mitico Manu, tratta all'inizio del III libro delle unioni tra uomo
e donna (strivivahan), distribuendo gli otto modi individuati tra le quattro classi sociali (varna) e
distinguendo tra "giusti" e "ingiusti".
modo
brahma

etimo

dharmyan

tradizione

(del dio Brahma, o per brahmana


del
Brahman,
il
sacerdote)

note

per brahmana

sunto
il padre della sposa di sua
iniziativa dona la figlia, dopo
averla

ornata,

chi

sta

officiando un sacrificio iniziato


bene
daiva

(degli Dei)

per brahmana

per brahmana

il padre della sposa di sua


iniziativa dona la figlia, dopo
averla

ornata,

chi

sta

officiando un sacrificio iniziato


bene
arsa

(dei Veggenti, rsi da per brahmana


cui il nome degli
eremiti, rishi?)

per brahmana

(del
dio
procreazione,
Prajapati)

per brahmana

ricevuta da un pretendente una


coppia di buoi o due per un
sacrificio, il padre dona la figlia

prajapatya

della per brahmana

il padre dice ai due sposi la


formula: "insieme praticate il
dharma"

asura

(degli Asura, i demoni per brahmana, per vasya e sudra


avversari degli dei)
ksatrya, vaisya
e sudra

adharmayau

dopo che il pretendente, in


base alle sue possibilit, dona
ai

futuri

suoceri

delle

ricchezze, gli viene data la


figlia
gandharva

(dei Gandharva, geni per brahmana,


benevoli, ma bizzarri) ksatrya, vaisya
e sudra

Lunione

consensuale

di

un

giovane e di una giovane


detta gandharva, nasce dal
desiderio e tende al piacere

rakshasa

(dei
Rakshasa, per ksatrya
demoni rapitori)
vaisya

e per ksatrya

Il ratto violento di una donna


dalla casa del padre, mentre
ella piange e grida, uccidendo
o

ferendo

forzando

la

chi

si

casa,

oppone,

detto

rakshasa
paisaca

(dei Pisaca, demoni per


ksatrya,
vampiri)
vaisya e sudra

adharmayau

Lunione segreta di un uomo


con una donna addormentata,
ubriaca o folle detta paisaca,
la

forma

pi

bassa

peccaminosa (papisthah)

26. Separati o mischiati i modi gandharva e rakshasa sono ugualmente permessi (dharmyau) agli
ksatrya.
27. Dharma [accordo legale] detto brahma: il padre della sposa di sua iniziativa dona la figlia, dopo
averla ornata di vestiti e altri beni, ad un uomo ricco di sapere e virt, da lui opportunamente
invitato.

28. Dharma detto daiva: il padre della sposa di sua iniziativa dona la figlia, dopo averla ornata, a
chi sta officiando un sacrificio iniziato bene.
29. Dharma detto arsa: ricevuta da un pretendente una coppia di buoi o due per un sacrificio, il
padre dona la figlia.
30. Dharma detto prajapatya: il padre dice ai due sposi la formula: "insieme praticate il dharma".
31. Dharma detto asura: dopo che il pretendente, in base alle sue possibilit, dona ai futuri suoceri
delle ricchezze, gli viene data la figlia.
32. Lunione consensuale di un giovane e di una giovane detta gandharva, nasce dal desiderio e
tende al piacere.
33. Il ratto violento di una donna dalla casa del padre, mentre ella piange e grida, uccidendo o
ferendo chi si oppone, forzando la casa, detto rakshasa.
34. Lunione segreta di un uomo con una donna addormentata, ubriaca o folle detta paisaca, la
forma pi bassa e peccaminosa (papisthah).
Si pu notare che:

gli sloka 23, 24, 25 e 26 non sembrano compatibili tra loro;

i primi quattro modi, "lodevoli" (prasastan) per i brahmana, sono simili;

lespressione dello sloka 26, relativa ai modi separati o mischiati possibili per i guerrieri
potrebbero richiamare lo svayamvara, importante nellepopea, raramente oggetto di trattazione
giuridica, specie di combinazione di un ratto e di ununione consensuale;

il matrimonio per acquisto, asura, ripugna molti giuristi (e non sembra approvato dallo stesso
Manu, che pi avanti (sloka 51) considera colpa grave da parte dei genitori vendere la figlia.

Non si pu considerare il modo arsa come vendita della figlia da parte dei genitori, in quanto i
buoi che essi ricevono non sono trattenuti, ma dati in dote o sacrificati.
Lasciato da parte labominevole paisaca, i modi si dividono in quattro gruppi a seconda di chi

detiene liniziativa (il padre della sposa, il futuro genero, o la sposa stessa):

nei primi quattro modi (brahma, daiva, arsa e prajapatya) il padre fa un dono gratuito della figlia
al genero (anche nel modo arsa in realt il genero si limita ad eseguire una procedura prevista,
mentre il protagonista dellazione pur sempre il padre di lei, che riceve i buoi e dona la figlia);

nel modo rakshasa il giovane agisce con violenza, prende la figlia, nolente o volente (modo
svayamvara?) al padre;

nel modo gandharva i due giovani si danno reciprocamente e con pari dignit e chi rimane fuori
il padre della giovane;

nel modo asura sembra esserci una contrattazione tra padre di lei e giovane pretendente, dopo la
quale il pagamento da parte di questultimo prelude al dono da parte del futuro suocero,
mentre la ragazza lasciata passivamente in disparte.
Un'altra classificazione possibile, sempre su base quaternaria:

i primi quattro modi fanno riferimento soprattutto alla religione, col loro continuo richiamo al
dharma e alla sacralit del genero;

il modo rakshasa fa riferimento soprattutto alla violenza, alla forza;

il modo gandharva fa riferimento soprattutto al desiderio (kama) e alla ricerca reciproca del
piacere;

il modo asura fa riferimento soprattutto alla compravendita.

Si consideri poi che i sette modi legittimi (paisaca a parte) si distribuiscono per lo pi cos:
1. i primi quattro si addicono ai brahmana, ai sacerdoti;
2. i modi rakshasa e gandharva agli ksatrya, ai guerrieri;
3. il modo asura ai vaisya, agli "altri", al popolo.
Questa classificazione ad otto termini la pi comune, presente nei trattati giuridici
(dharmasutra) dei Veda e nelle grandi epopee. Prevede tuttavia alcune varianti:

Baudhayana. Presenta i primi quattro modi come Manu, solo che per brahma lascia qualche
iniziativa al giovane (il quale chiede la ragazza al padre e si sottopone ad un esame di scienza
teologica). Un qualche donativo da parte del genero sembra connesso anche ai modi daiva e
arsa). Per gli altri modi, il gandharva e lasura sono scambiati di significato, asura e rkashasa sono
i modi del guerriero, il gandharva (un po buono per tutti i varna, in quanto fondato sullamore
reciproco) il modo del popolo, il paicasa il modo (esecrato) del sudra;

Narada. I modi sono descritti come da Manu, ma disposti in tre gruppi: brahma (dove liniziativa
totalmente paterna) e prajapatya, poi arsa, daiva, gandharva e asura, infine rakshasa e paisaca.
Non stabilisce i modi appropriati a ciascun varna, ma specifica che brahma e daiva richiedono che
il giovane appartenga alla classe sacerdotale. Dichiara dharmya i primi quattro, comune il
gandharva, adharmya gli ultimi tre.

Gotama. D le stesse definizioni e non stabilisce collegamenti per i varna, salvo dichiarare
dharmya i primi quattro modi, ma aggiungendo la dottrina minoritaria per cui sarebbero legittimi
i primi sei modi, ad esclusione di rakshasa e paisaca.

Visnu. Specifica solo che nel modo brahma liniziativa interamente paterna, nel modo
gandharva, proprio dei rajanya (= ksatrya), invece il padre non ha voce in capitolo.

Mahabharata. Per bocca del re Duhsanta sono espressi gli otto modi di Manu, i primi quattro
riferiti ai brahmana, rakshasa ai re (sicuramente ai guerrieri), asura per vaisya e sudra. Pi
avanti gandharva e rakshasa, separati o mischiati, sono detti legittimi per lo ksatrya. In un altro
luogo Bhisma propone il quadro in modo appena diverso, eliminando prajapatya, ma includendo
svayamvara, che per altro viene presentato come un doppione di rakshasa, il ratto, ma superiore,
il modo lodato dai guerrieri, che procura la sposa migliore.
La dottrina tradizionale indiana mostra un quadro dell'istituto matrimoniale compatibile con la

tripartizione funzionale indoeuropea: il modo brahma (e affini) corrisponde alla concentrazione del sacro
(brahmana), il modo rakshasa corrisponde all'uso della forza (rajanya, ksatrya), il modo asura corrisponde
al trasferimento di risorse (vaisya). Fuori da questo contesto rimane il modo gandharva, assai presente
nell'epopea, che anche quello dove spicca la libert della donna.
Forse l'episodio pi celebre che lo descrive si trova nel I libro del Mahabharata. Duhsanta, che
re, quindi ksatrya al massimo grado, incontra in una foresta una bellissima giovane, di cui subito si
innamora. La giovane stata affidata ad un eremita da Visvamitra, suo padre, un brahman. La cosa

potrebbe ostacolare l'unione dei due (il matrimonio fuori dalla casta vietato), se non fosse che
Visvamitra nato "guerriero", e solo in seguito si fatto sacerdote. Rassicurato, Duhsanta chiede felice di
sposare la giovane e di sposarla nel modo gandharva, immediato e per consenso reciproco. La donna
preferirebbe aspettare il consenso del suo tutore, ma il re la preme: tra gli ksatrya l'unione pu essere
gandharva (consensuale) o rakshasa (violenta), e non giusto perdere tempo se si consenzienti.
Rassicurata a sua volta, la giovane accetta, ma a una condizione: che il figlio che nascer dall'unione sia
principe ereditario. Duhsanta acconsente e cos, segretamente, possiede l'amata, partendo subito dopo.
Quando la ragazza incontra il suo tutore, il saggio eremita, con senso di colpa racconta l'accaduto, ma il
tutore la rassicura: non c' peccato, il desiderio reciproco, senza pubblicit, il miglior matrimonio per gli
ksatrya.
Cosa se ne deduce sul modo gandharva?

richiede che uomo e donna siano dello stesso varna;

richiede che il desiderio sia reciproco;

si configura come unione "laica" (non c' rito) e "privata" (non c' pubblicit);

prevede la libert per la donna di imporre condizioni (samaya), di varia natura.

Rispetto alla prassi indiana, il modo gandharva pu apparire sconcertante: nella vita reale, storicamente,
la donna indiana un'eterna minorenne, che passa dall'autorit del padre, a quella del marito (e se
vedova, a quella del figlio). Eppure nell'epopea il modo gandharva le riconosce la capacit giuridica e la
libert di scelta. Alcuni commentatori attribuiscono il modo gandharva ai guerrieri, forse in deroga ai
principi generali in onore della intrinseca "libert" (fisica) degli ksatrya; ma altri lo estendono a tutti i
varna.
Bisogna ricordare che:

l'India non sempre stata chiusa in gruppi sociali endogamici, come saranno le caste;

c' differenza tra prassi storica e racconto mitico o epico (quest'ultimo in genere riflette pi
un'ideologia, una teoria, che un'esperienza, una pratica).

L'ideologia di una societ non lo specchio fedele della sua organizzazione. Certo, le protocaste, i gruppi
famigliari con consolidate tradizioni funzionali in seno alla societ, poterono elaborare diverse teorie del
matrimonio, in base ai diversi principi ispiratori del loro gruppo: prestigio del sacro per i brahmana, forza
e libert per gli ksatrya, interesse per i vasya. Specie nelle fasi pi remote della societ indoiranica si
dovr accettare una certa elasticit dei modi consentiti alle varie caste, che se apparivano
ideologicamente pi adatti ad una piuttosto che ad unaltra, non escludevano il loro utilizzo da parte di
altrie in certe situazioni.

I MODI DEL MATRIMONIO ROMANO


Le Institutiones di Gaio riassumono i modi di "acquisizione della manus" nell'antica Roma. Sono solo
tre:
1. Per usus: la donna viene sposata regolarmente e rimane presso luomo per un anno senza
interruzione. Attraverso una specie di usucapione la donna viene acquisita dalla famiglia del
marito con lo statuto di figlia. Da notare che la Legge delle XII Tavole prevedeva una via di uscita:
allontanandosi per tre giorni consecutivi allanno dal marito la donna poteva non cadere nella sua
mano (una formula soppressa dalle successive consuetudini e leggi).
2. Per confaerratio: si tratta di un particolare sacrificio a Iuppiter Farreus, il cui rituale coinvolge
un pane di farro appunto. Varie formule solenni devono avere luogo alla presenza di dieci
testimoni. Cos si sposano i Flamini maggiori, quelli di Giove, Marte e Quirino, e lo stesso Rex
Sacrorum (solo da questo matrimonio "per farreus panis" possono nascere i candidati a questi
sacerdozi).
3. Per coemptio: si tratta di una sorta di emancipazione, di vendita fittizia, fatta alla presenza di
almeno cinque testimoni, tutti cittadini romani e puberi, e di un libripens (magistrato minore il
cui compito era assistere alle compravendite; era dotato di bilancia e pesi e conosceva a memoria
tutte le parole e i gesti necessari a compiere legittimamente il passaggio di prorpiet).
La "confaerratio", riconducibile al primo livello funzionale, era il pi sacro dei tre e conservava
caratteri arcaici (es. la pelle della vittima sacrificale veniva stesa sulle sedie degli sposi). La manus veniva
conferita immediatamente. Il matrimonio aveva effetti mistici, schiudendo le porte ai massimi sacerdozi
(nota: anche la moglie del Flamen dialis acquistava cos incombenze religiose). La solennit della
cerimonia, il patronato di Giove, la richiesta di testimoni patrizi, il ruolo della casa della ragazza
rimandano ad un ruolo del padre della sposa certo, ma non precisato. Certo non lo si pu attribuire in
massa alla classe patrizia, ma rimane storicamente associato ai requisiti per le massime cariche religiose.
La "coemptio", riconducibile al terzo livello funzionale, rimanda alla radice *em, che in latino
produce anche emere, comprare. Ma la compravendita era reale oppure no? In effetti la coemptio
storica sembrerebbe analoga non tanto al modo asura (vendita vera e propria), quanto al modo arsa
(vendita fittizia, pagamento simbolico). Non si pu escludere che la versione tardiva, fittizia, rappresenti
un derivato edulcorato di una prassi pi arcaica e reale. Per quanto riguarda il suffisso co-, non dovrebbe
qui indicare "reciprocit" (compravendita reciproca), ma "mezzo" (unione per compravendita);
analogamente cooptare significa unione per scelta, non scelta reciproca. Certo questo non toglie
che altri elementi sottolineino la reciprocit dei ruoli tra uomo e donna, i quali si chiedono ritualmente se
accettano di diventare paterfamilias e materfamilias (la dichiarazione d'intenti vuole forse moderare
la mercificazione della sposa). Lunione faceva entrare subito la donna nella manus del marito, con lo
statuto di figlia. Il ruolo del padre e dei genitori doveva essere decisivo, anche se questo non esclude a
priori la ricerca di un consenso da parte della ragazza.
Rimane da analizzare il matrimonio che discende dall'usus, per certi versi paragonabile al modo
gandharva, problematico in India, ma in India come a Roma comprendente un principio di libert dei
contraenti, donna compresa. Dunque dopo un anno dalle nuptiae, la donna per deductio passa dalla casa

paterna a quella coniugale. Come minimo il padre di lei consenziente, se non addirittura promotore
della cosa. Per l'acquisizione della manus da parte del marito non c bisogno di un atto: dopo un anno il
padre, volente o nolente, perde la manus sulla figlia.
In teoria solo la donna, allontanandosi per tre notti di seguito, pu difendere il primato paterno
(come sancisce la Legge delle XII Tavole). In realt lusurpatio trinoctii sar stata probabilmente il frutto
delle pressioni del padre della sposa. Eppure come nel modo gandharva la volont femminile un ruolo
decisivo. Va infine notato che se nell'epopea indiana la donna sceglie l'unione alla pari con luomo,
"segretamente", allinsaputa del padre, nel diritto romano viene lasciata alla donna solo la "libert" di
salvaguardare il diritto paterno.
Tuttavia anche a Roma sopravvive, anche se non nel diritto, un "matrimonio" fondato sulla forza,
che insieme alla libert contraddistingue la seconda funzione. L'equivalente del modo rakshasa indiano si
colloca nell'epopea delle origini di Roma e corrisponde al mito del ratto delle Sabine, prese con la violenza
(e l'inganno) da Romolo e i suoi compagni. Da notare che dopo il ratto le Sabine si "rassegnano"
prontamente al loro destino di compagne dei primi Romani, fungendo anzi da pacificatrici con i risentiti
padri (e le loro unioni di "fatto" vengono ratificate, quasi "purificate", dal rito della confaerratio). Come
mai a Roma il matrionio per rapimento rimane nel campo del mito? Nella Roma storica la licentia e la
violentia rimangono arginate da una rete di auctoritates, da un complesso di imperium e potestates: da
qui il respingimento fuori dall'ideologia esplicita di questo modo.
Le strutture sociali, come quelle ideologiche del resto, si evolvono. La confaerratio mostra
spiccati caratteri di arcaicit e un'evoluzione abbastanza limitata nel tempo. La coemptio, coinvolgendo il
magistrato libripens (magistrato che stabilisce il prezzo in denaro di un prodotto), rimanda ad un
evoluzione che segu lo sviluppo economico (dal pagamento in pecus, "bestiame", a quello in pecunia,
"denaro").
Da parte sua l'usus, ben attestato come forma di "acquisto" di beni, ma secondario rispetto alla
mancipatio (negozio solenne nel quale si realizza lo scambio immediato di un bene contro un corrispettivo
in "metallo"), pass dal diritto commerciale a quello famigliare. Va detto che il diritto romano arcaico
conosceva un "matrimonio" dove la donna godeva di molta libert, essendo sine manu, potendo in ogni
momento abbandonare il tetto maritale. Con lusus si limit questa libert di scelta, nel tempo (un anno)
e nella formula (usurpatio trinoctii). Passato lanno la moglie non poteva pi fuggire legittimamente, n il
padre reclamarla.
Ricapitolando lo schema desumibile dagli esempi indiano e romano si possono distinguere:

modi matrimoniali fondati sulla religione (prima funzione) o sull'economia (terza funzione), che
danno immediatamente effetto, consegnando la moglie al marito;

modi matrimoniali fondati sulla forza o sulla libert (seconda funzione), a volte respinti dalla
prassi giuridica all'ideologia mitica.

MATRIMONI EPICI: ERACLE E SIGURDHR


La mitologia continua a rappresentare le prassi arcaiche anche molto dopo che la societ relativa
le ha storicamente superate. Si provi a paragonare i modelli provenienti dalla Grecia e dalla Scandinavia
rispetto a quelli forniti da India e Roma. L'epopea di Eracle e quella di Sigurdhr propongono i due
protagonisti alle prese nel corso della loro vicenda con unioni corrispondenti ai modi esaminati finora:
1. modo brahma, la donna viene donata dal padre all'uomo, in un ambito religioso o sacro;
2. modo asura, la donna viene acquistata dall'uomo al padre, in un ambito economico;
3. modo rakshasa, la donna viene rapita con la forza dall'uomo al padre (n lei n il padre
consenzienti);
4. modo gandharva, la donna e l'uomo si uniscono liberamente (il consenso del padre di lei non
necessario).
La vita di Eracle scandita da tre crimini, tre oracoli e tre punizioni (come quella del norreno
Starkadhr o dell'indiano Shishupala), ma anche da tre grandi relazioni sentimentali, di cui solo due finite
in matrimonio (la terza non poteva, come si vedr).
Prima fase. Eracle, con alcuni compagni, libera Tebe, sua patria di adozione, dalla tirannia di
Orcomeno, che ogni anno pretende un tributo. In omaggio al valore del giovane eroe, il re di Tebe,
Creonte, gli d in moglie la figlia Megara (senza che Eracle labbia chiesta). Favorito da Era, Euristeo si
ribella e impone a Eracle alcune missioni impossibili, le celebri dodici fatiche. Quando Eracle esita a
sottomettersi, ribellandosi di fatto a Zeus, suo padre, viene punito con la pazzia, un raptus che lo porta a
uccidere i suoi figli. Compiute in espiazione le Dodici Fatiche, Eracle abbandona Megara e parte
allavventura in cerca di una nuova sposa.
Seconda fase. Eracle si innamora di Iole, figlia del re di Ecalia, Eurito. Il padre e i fratelli di Iole
temono per Iole ( noto il destino di Megara) e si oppongono al matrimonio. Per vendetta Eracle uccide
uno dei fratelli di Iole (a tradimento per altro), "guadagnandosi" una seconda espiazione, anche qui
rivelata da un oracolo: dopo la servit sotto Euristeo, la servit sotto Onfale. Alla fine riparte, sempre con
l'intenzione di sposarsi, e fa conoscenza con Meleagro, che morente gli chiede di prendere in sposa sua
sorella, Deianira. Eracle si reca dal padre di Meleagro, Eneo, re dell'Epiro, di cui si guadagna la stima dei
Calidonii vincendo Acheloo, spirito fluviale innamorato di Deianira, trasformato in toro (ottiene cos
anche il corno della ricchezza, la Cornucopia).
Terza fase. Costretti a viaggiare, Eracle e la moglie Deianira si trovano a dover superareun guado.
Qui l'eroe litiga con il traghettatore, il centauro Nesso, e lo uccide. Prima di morire Nesso ordisce la sua
vendetta: spaccia a Deianira come filtro amoroso una miscela del suo sangue e del suo sperma, miscela
che costituisce invece un veleno. In seguito Eracle raduna un esercito e marcia contro Eurito, con cui ha
un vecchio conto, espugnandone la citt. Adesso pu fare finalmente sua Iole, ma la notizia delle sue
intenzioni vola all'orecchio di Deianira, che gli invia una tunica imbevuta di quello che crede essere un
filtro che far riinnamorare il marito. Colto da un dolore bruciante, Eracle viene per la terza volta
illuminato da un oracolo e trova la morte (e l'apoteosi) su una pira funebre, su cui si immola.
Quarta fase. Dopo l'ascesa all'Olimpo, divenuto un dio, si riconcilia con la sua nemica di sempre, la
dea Era, che gli dona in sposa Ebe (la dea della giovinezza).

Nella prima fase Eracle, in virt della sua impresa, riceve Megara in dono dal padre di lei,
Creonte, che prende l'iniziativa (modo brahma). Nella seconda fase l'eroe errante offre aiuto al padre
dell'amata (come fa nell'Iliade Otroneo, proponendo a Priamo aiuto contro gli Achei per la mano della
figlia Cassandra). Eracle non pu portare beni e ricchezze, ma ha il suo valore e la sua forza (e piegando
Acheloo beneficia tutta la terra dei Calidonii): cos acquista la mano di Deianira (modo asura, edulcorato).
Nella terza fase Eracle intende sposare Iole, di cui uccide padre e fratelli (modo rakshasa). Si mette cos
in moto il suo destino, incarnato dalla "cecit" della gelosa Deianira. Morendo sulla pira raccomanda al
figlio Illo il matrimonio con Iole.
Prima di passare al mito scandinavo vale la pena ricordare che ai tre grandi amori terreni di Eracle
segue l'unione [modo brahma?] con Ebe, e che tutta la vita dell'eroe segnata da continue avventure
sessuali (modo gandharva), spesso feconde.
Il mito di Sigurdhr di solito famoso per la presenza di due personaggi femminili legati all'eroe,
ma in almeno una versione, contenuta nella Gripisspa (XII secolo), le donne di Sigurdhr sono tre e
scandiscono la sua carriera:
1. Forte della spada conquistata in giovent Sigurdhr sorprende addormentata una valchiria
(Sigrdrifa). Svegliatasi ella si innamora dell'eroe e gli insegna il segreto delle rune,
scomparendo di scena (nella versione pi popolare i due si giurano fedelt).
2. Ospite di re Heimir, Sigurdhr vede Brynhildhr, fanciulla allevata a corte, e se ne innamora.
Accorda un prezzo con la sua famiglia e quindi deve ripartire.
3. Ospite di re Gjuki, Sigurdhr vittima della regina, Grimhildr, che magicamente gli fa
dimenticare le sue promesse e ne fa suo genero, destinandolo alla figlia Gudrun (da qui il
ciclo di vendette femminili che anima il ciclo dei Nibelunghi).
Dovendo cercare di incasellarli nello schema tradizionale indiano:
1. Sigrdrifa viene sorpresa nel sonno (esecrabile paisaca), minacciata (rakshasa), ma poi si converte
liberamente a favore del "nemico" (gandharva).
2. Brynhildhr viene comprata dal futuro sposo per un prezzo (asura).
3. Gudrun viene donata dalla madre al futuro genero (brahma).

MATRIMONI EPICI: BHISMA


Tornando in India nell'epico Mahabharata c' un personaggio che viene caratterizzato come
"procuratore di nozze", Bhisma, prozio dei Pandava, costante difensore della continuit della dinastia.
Bhisma nasce col nome di Devavrata, figlio di re Samtanu. Per amore del padre accetta il prezzo
che il futuro suocero del fratellastro impone per sposare sua figlia (matrimonio scelto da Samtanu):
Devavatra rinuncer al diritto di primogenito (e al regno) e a sposarsi (e ad avere dunque figli). Il suo
nome diventa allora Bhisma, "Terribile": in cambio di questo sacrificio otterr il potere discegliere il giorno
della propria morte (che sar l'ultimo giorno dell'apocalittica battaglia di Kurukshetra).
Ora, Samtanu ha due figli, il primo gli succede, ma muore subito, quindi la dinastia tocca a
Vicitravirya, che ha bisogno di una moglie di eredi. Ci penser Bhisma che rapir a tal fine tre sorelle:
Amba, Ambika e Ambalika. Anche Vicitravirya muore giovane e le sue vedove, Ambika e Ambalika, devono
essere convenientemente sistemate. Trova allora un parente della dinastia che diventato un eremita e
gli porta le donne. L'eremita talmente brutto per che durante l'amplesso una delle due chiude gli occhi
(generando il cieco Dhrtarashtra, primogenito ma invalido, quindi inadatto al regno) e l'altra sbianca
(generando il pallido Pandu, che otterr il trono).
Bhisma procura la moglie sia a Dhrtarashtra (una, che er gli dar cento figli) che a Pandu (due,
Kunti e Madri, che genereranno i cinque Pandava... che cresciuti avranno una moglie in comune a causa di
un equivoco comando di Kunti).
Nel quadro ormai famigliare dei modi indiani del matrimonio si riconoscono:

il modo rakshasa (il re dei Kasi ha tra figlie da marito e indice uno svayamvara, un'evento dove i
pretendenti che si fanno avanti sono esaminati per decidere il migliore; Bhisma, trattando gli otto
modi del matrimonio indiano loda il modo per ratto, anche perch sta per compierne uno: rapisce
infatti le tre donne, Amba, Ambika e Ambalika, sfidando i presenti a fermarlo; nessuno pu
fermarlo, neppure il re Shalva, che ama corrisposto Amba; quando ormai al sicuro, Bhisma scopre
dell'amore tra Amba e Shalva e libera la donna, riportando a casa solo le sue due sorelle);

il modo brahma (Bhisma cerca moglie per il giusto Dhrtarashtra e scopre che la figlia di Subala, re
dei Gandhara, donna di nome Gandhari, ha ottenuto dal dio Hara [colui che prende la vista al dio
cieco Bhaga] la promessa di generare cento figli; Bhisma allora si reca da Subala con la proposta di
matrimonio e Gandhari, pur titubante, si sottomette al suo destino; giunta al cospetto del "giusto"
Dhrtarashtra con una ricca dote addirittura decide di bendarsi per non essere superiore al marito);

il modo svayamvara (Pandu partecipa allo svayamvara che re Kuntibhoja ha organizzato per la
figlia adottiva Prtha/Kunti, che subito si innamora del principe pallido, ma possente, con
"mascelle di leone", "spalle di elefante", "occhi di toro");

il modo asura (Bhisma accompagna Pandu tra i Madra, dove viene comprata la seconda moglie,
Madri, a caro prezzo).
Lo schema esemplifica in ordine i modi matrimoniali della tradizione indiana: nella "preistoria"

degli eroi si consuma il ratto (anche qui come a Roma); il "giusto", anche se cieco (ma si consideri il tema
della perdita della vista fisica compensato dall'acquisto della "seconda vista"), riceve la moglie in dono;
Kunti, che ha scelto liberamente suo marito, generer gli eroi che corrispondono agli dei delle prime due
funzioni; Madri, comprata, generer da parte sua gli eroi che corrispondono agli dei della terza funzione.

MATRIMONI EPICI: ROMOLO E IL RATTO DELLE SABINE


Il racconto del ratto delle Sabine, attribuito al fondatore di Roma (una Roma ancora embrionale,
turba indistinta dell'Asilo, non organizzata in trib o in curie), a suo modo esemplifica uno schema simile:
1. prima viene il rapimento guidato e concepito da Romolo, la presa con la forza (modo rakshasa);
2. le Sabine si lasciano domare, hanno figli dai compagni di Romolo, sono consenzienti ma la loro
unione feconda non ha ricevuto una sanzione rituale (nuptiae sine manu); si passa quindi dal
dramma dei Consualia (la festa escogitata da Romolo per perpetrare il ratto) a quello della guerra
(dove le Sabine diventeranno oratrices pacis); un anno passato ed esse non desiderano tornare
nella manus dei padri (usus); figli sono nati, che generi (Romani) e suoceri/cognati (Sabini) la
smettano di uccidersi e facciano la pace;
3. la pacificazione passa attraverso un rituale istituito ad hoc da Romolo (confaerratio), che cos
regolarizza le unioni di fatto con le Sabine;
4. i maschi Sabini non sono ancora del tutto soddisfatti e cos si consuma il sinecismo, che raddoppia
in poco tempo la popolazione di Roma; i padri delle spose saranno ospiti, si trasferiranno con tutti
i loro beni dalla citt di Curi e per questo da allora i Romani saranno detti Quiriti (coemptio).
OSSERVAZIONI
?

SCANDINAVIA

GRECIA

INDIA

ITALIA

Mito

Vita di Sigurdhr

Vita di Eracle

Vita di Bhisma

Roma embrionale

Modo rakshasa

1) Agguato a Sigrfrida

3) Ratto di Iole

1) Ratto per Vicitravirya

1) Ratto delle Sabine

Modo gandharva 2) Amore con Sigrfrida

4) Molti episodi

3) Svayamvara di Pandu

2) sine manu/usus

Modo asura

3) Acquisto di Brynhildr

2) "Acquisto" di Deianira

4) Acquisto di Madri

4) coemptio

Modo brahma

4) Dono di Gudrun

1) Dono di Megara

2) Sposa per Dhrtarashtra

3) confaerratio

La teoria dei quattro modi del matrimonio, fondati sui principi delle tre funzioni (sovranit,
forza/libert, ricchezza), offriva evidentemente un modello stabile a poeti e storici per descrivere
l'evoluzione di questa pratica giuridica.
Nel mito norreno, greco e indiano il contesto sociale delle vicende definito (Roma invece qui
ancora agli esordi), la definizione delle procedure esplicita (a Roma invece si devono dedurre tra le righe,
confaerratio a parte):

Sigurdhr non ha, non pu avere, un'altra donna dopo Gudrun (la gelosia di una delle sue donne gl
fatale);

Eracle non ha (nella vita terrena), non pu avere, un'altra donna dopo Iole (la gelosia di una delle
sue donne gl fatale);

Bhisma alla fine non ha pi parenti da sistemare e sceglie di morire (per altro anche in
conseguenza del ratto di cui si reso protagonista, vedi oltre il ruolo di Amba reincarnata nella
sua sconfitta per mano di Arjuna).

Esaurita la dimostrazione dei quattro modi muoiono sia Sigurdhr, sia Eracle (cui nell'aldil dell'Olimpo, per
altro, tocca in sposa Ebe), sia Bhisma: i Romani invece proseguono la loro storia e l'evoluzione
(naturalmente giuridica, trattandosi di Roma) dei loro istituti matrimoniali.
Possono queste analogie essere riportate ad un'eredit specificamente indoeuropea? In effetti

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presso nessun'altra civilt si riscontra lo stesso mitema (n nel Medio Oriente semitico, n tra i popoli
della Siberia, n nell'Impero cinese), e anche se alcune dimostrano qualcosa di simile (America
precolombiana, Africa nera) questa "intuizione" non assume la stessa chiarezza ideologica.
Sar un caso che presso varie civilt di lingua indoeuropea si riscontra la stessa sistemazione del
problema del matrimonio, articolata in singole descrizioni nello stesso modo (la moglie pu essere donata
dalla famiglia di origine ad un uomo meritevole per qualit, l'uomo pu rapire la donna, i due possono
unirsi consensualmente anche contro la famiglia d'origine e con effetti vincolanti, la donna pu essere
comprata con il conferimento di un bene o la prestazione di un servizio da parte del pretendente alla
famiglia di lei) non solo nella narrativa mitologica (India, Grecia, Scandinavia), ma anche nella
sistemazione giuridica (India, Roma)?
Certo, sia in India che a Roma (le due province indoeuropee dove l'ideologia mitica si accompagna
all'istituzione giuridica) la posizione del modo guerriero, rakshasa (il ratto) o (usus) quanto meno
precaria:

il modo fondato sulla violenza (contro il consenso della "sposa" e della sua famiglia) viene
considerato da alcuni commentatori indiani adharmya, "ingiusto" (se Bhisma lo loda, e per altro
solo per i "guerrieri", ksatrya, verosimilmente solo perch sta per commetterne uno), mentre
sparisce del tutto dalla prassi romana (che lo respinge nell'epopea delle origini);

il modo fondato sulla libert (mutuo consenso dei due amanti) viene incarnato a Roma
dall'istituto dell'usurpatio trinoctiis che interrompe l'usus (col suo uelle/nolle, "voglio/non
voglio" la donna ha solo la libert di interrompere l'usucapione che la trasferirebbe dalla mano
del padre a quella del futuro marito), mentre in India se ne attacca (anche mitologicamente)
soprattutto l'aspetto della segretezza (rahasi), scivolando verso i modo svayamvara (non pi
accordo sessuale vincolante e segreto, ma pubblica gara di pretendenti tra cui la futura sposa
sceglie liberamente);

anche fatta la tara del maggior conservatorismo del mito rispetto alla storia, risulta la criticit
dei modi legati alla seconda funzione, fondati sulla violenza e sulla libert della donna, che
spesso (Scandianvia, Roma) finiscono, come dice il trattato di Manu, "mischiati" (Sigrfrida viene
aggredita da Sigurdhr, ma poi lo sceglie, cos come le Sabine sono rapite dai Romani, ma poi se
ne innamorano);

se l'esempio indiano e romano mostrano un quadro dei modi influenzato dal divenire storico (la
teoria mitica scende a compromessi con la pratica reale), l'esempio greco e scandinavo,
unitamente con l'epica indiana, confortano pi fermamente l'ipotesi di un'eredit comune,
indoeuropea.

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MALINTESI EPICI: LE VENDETTE DI BRYNHILDR E DI AMBA


Un problema potrebbe essere l'aver scelto come riferimento per la Scandinavia una versione del
mito di Sigurdhr meno popolare della vulgata. In tutte le versioni, meno quella della Gripisspa:
1. la figura di Sigrfrida e di Brynhildr si fondono in una sola, col nome della seconda;
2. scompare l'equivalente del modo asura, per acquisto.
La trama della vulgata prevede per Sigfrido (Sigurdhr) la conquista "a tradimento" di Brunilde
(Sigrdrifa/Brunhildr), ma il matrimonio con Crimilde (Krimhilt, cio Gudrun). Crimilde gelosa rinfacciaa
Brunilde di esser stata ingannata, e quest'ultima organizza la vendetta contro Sigfrido, che porter alla
sua morte.
Di norma si considera la Gripisspa una versione tardadel mito di Sigurdhr, in cui l'anonimo autore si
accontenta di collezionare materiale eddico precedente, aggiungendo di suo solo lo sdoppiamento tra la
Valchiria (Sigrfrida) e la Vendicatrice (Brunhildr). Ma va detto che i due personaggi femminili non sono
diversi solo di nome, ma anche per attrbuti e temperamento: Sigrfrida uno spirito odinico, Brynhildr una
semplice donna, forte finch si vuole, ma costretta a ordire un complotto e a chiedere aiuto a un uomo
per ottenere vendetta.
Non potrebbe l'autore della Gripisspa aver diviso la figura perch la trovava inverosimile? E se ha
scelto il modo dell'acquisto per Brynhildr (una volta attribuito quello per violenza/libert a Sigrfrida) non
pu egli aver attinto a strumenti letterari a sua disposizione? Si consideri a tal proposito come la vulgata
di Sigfrido corrisponda nella funzione ad un episodio minore del Mahabharata, la vicenda di Amba.
Sigfrido acquista la Vachiria (vulgata), ovvero dopo un inizio turbolento i due si promettono amore
(Gripisspa). Quindi magicamente la dimentica, accettando in sposa Gudrun/Crimilde, che gli viene donata
dai genitori di lei. Poi va a riprendere la Valchiria (Gripisspa), o comunque la deve riconquistare, ma non
per s, superando delle prove (vulgata).
Amba, come detto, viene rapita da Bhisma durante il suo svayamvara, ma poi viene liberata (a
differena delle sorelle), perch ama riamata il re Shalva. Purtroppo per lei, Amba verr ripudiata da
Shalva, colpevole ai suoi occhi di non essersi difesa dal ratto. Non vuole tornare con disonore dal padre,
n Bhisma la pu aiutare (ha fatto voto di non sposarsi, e non viene piegato neppure dalla forza di
Parasurama, che si fa campione di Amba). Privata dell'amore e dell'onore rovescia la sua sciagura sul suo
rapitore. Muore e si reincarna (siamo in India) in un giovane guerriero, Sikhandin, che si schierer coi
Pandava nella grande battaglia di Kurukshetra. L'ultimo giorno Bhisma la riconosce in Sikhandin e trattiene
le sue invincibili frecce, trovando indegno usare le armi contro una "donna". Affronta invece con forza il
nipote Arjuna, cui per altro affezionato, "facendogli onore" e mettendolo in pericolo di morte. Arjuna
allora usa come scudo umano Amba/Sikhandin, che Bhisma non osa colpire, e riesce nell'impresa di
crivellare di colpi lo zio, che cade dal carro.

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Scandinavia

India

Una donna (Sigrfrida/Brynhildr) viene "conquistata" Una donna (Amba) viene "rapita" da un eroe
da un eroe (Sigurdhr/Sigfrido), ma poi viene (Bhisma), ma poi viene "liberata"
"dimenticata"
La donna "dimenticata", che ha perso l'amore, La donna "liberata", che ha perso l'amore, perde
perde anche l'onore
anche l'onore
Umiliata e offesa, la donna complotta la morte Umiliata e offesa, la donna partecipa della morte
dell'eroe, collaborando con un uomo
dell'eroe, collaborando con un uomo

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