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Il Manavadharmasastra, attribuito al mitico Manu, tratta all'inizio del III libro delle unioni tra uomo
e donna (strivivahan), distribuendo gli otto modi individuati tra le quattro classi sociali (varna) e
distinguendo tra "giusti" e "ingiusti".
modo
brahma
etimo
dharmyan
tradizione
note
per brahmana
sunto
il padre della sposa di sua
iniziativa dona la figlia, dopo
averla
ornata,
chi
sta
(degli Dei)
per brahmana
per brahmana
ornata,
chi
sta
per brahmana
(del
dio
procreazione,
Prajapati)
per brahmana
prajapatya
asura
adharmayau
futuri
suoceri
delle
Lunione
consensuale
di
un
rakshasa
(dei
Rakshasa, per ksatrya
demoni rapitori)
vaisya
e per ksatrya
ferendo
forzando
la
chi
si
casa,
oppone,
detto
rakshasa
paisaca
adharmayau
forma
pi
bassa
peccaminosa (papisthah)
26. Separati o mischiati i modi gandharva e rakshasa sono ugualmente permessi (dharmyau) agli
ksatrya.
27. Dharma [accordo legale] detto brahma: il padre della sposa di sua iniziativa dona la figlia, dopo
averla ornata di vestiti e altri beni, ad un uomo ricco di sapere e virt, da lui opportunamente
invitato.
28. Dharma detto daiva: il padre della sposa di sua iniziativa dona la figlia, dopo averla ornata, a
chi sta officiando un sacrificio iniziato bene.
29. Dharma detto arsa: ricevuta da un pretendente una coppia di buoi o due per un sacrificio, il
padre dona la figlia.
30. Dharma detto prajapatya: il padre dice ai due sposi la formula: "insieme praticate il dharma".
31. Dharma detto asura: dopo che il pretendente, in base alle sue possibilit, dona ai futuri suoceri
delle ricchezze, gli viene data la figlia.
32. Lunione consensuale di un giovane e di una giovane detta gandharva, nasce dal desiderio e
tende al piacere.
33. Il ratto violento di una donna dalla casa del padre, mentre ella piange e grida, uccidendo o
ferendo chi si oppone, forzando la casa, detto rakshasa.
34. Lunione segreta di un uomo con una donna addormentata, ubriaca o folle detta paisaca, la
forma pi bassa e peccaminosa (papisthah).
Si pu notare che:
lespressione dello sloka 26, relativa ai modi separati o mischiati possibili per i guerrieri
potrebbero richiamare lo svayamvara, importante nellepopea, raramente oggetto di trattazione
giuridica, specie di combinazione di un ratto e di ununione consensuale;
il matrimonio per acquisto, asura, ripugna molti giuristi (e non sembra approvato dallo stesso
Manu, che pi avanti (sloka 51) considera colpa grave da parte dei genitori vendere la figlia.
Non si pu considerare il modo arsa come vendita della figlia da parte dei genitori, in quanto i
buoi che essi ricevono non sono trattenuti, ma dati in dote o sacrificati.
Lasciato da parte labominevole paisaca, i modi si dividono in quattro gruppi a seconda di chi
detiene liniziativa (il padre della sposa, il futuro genero, o la sposa stessa):
nei primi quattro modi (brahma, daiva, arsa e prajapatya) il padre fa un dono gratuito della figlia
al genero (anche nel modo arsa in realt il genero si limita ad eseguire una procedura prevista,
mentre il protagonista dellazione pur sempre il padre di lei, che riceve i buoi e dona la figlia);
nel modo rakshasa il giovane agisce con violenza, prende la figlia, nolente o volente (modo
svayamvara?) al padre;
nel modo gandharva i due giovani si danno reciprocamente e con pari dignit e chi rimane fuori
il padre della giovane;
nel modo asura sembra esserci una contrattazione tra padre di lei e giovane pretendente, dopo la
quale il pagamento da parte di questultimo prelude al dono da parte del futuro suocero,
mentre la ragazza lasciata passivamente in disparte.
Un'altra classificazione possibile, sempre su base quaternaria:
i primi quattro modi fanno riferimento soprattutto alla religione, col loro continuo richiamo al
dharma e alla sacralit del genero;
il modo gandharva fa riferimento soprattutto al desiderio (kama) e alla ricerca reciproca del
piacere;
Si consideri poi che i sette modi legittimi (paisaca a parte) si distribuiscono per lo pi cos:
1. i primi quattro si addicono ai brahmana, ai sacerdoti;
2. i modi rakshasa e gandharva agli ksatrya, ai guerrieri;
3. il modo asura ai vaisya, agli "altri", al popolo.
Questa classificazione ad otto termini la pi comune, presente nei trattati giuridici
(dharmasutra) dei Veda e nelle grandi epopee. Prevede tuttavia alcune varianti:
Baudhayana. Presenta i primi quattro modi come Manu, solo che per brahma lascia qualche
iniziativa al giovane (il quale chiede la ragazza al padre e si sottopone ad un esame di scienza
teologica). Un qualche donativo da parte del genero sembra connesso anche ai modi daiva e
arsa). Per gli altri modi, il gandharva e lasura sono scambiati di significato, asura e rkashasa sono
i modi del guerriero, il gandharva (un po buono per tutti i varna, in quanto fondato sullamore
reciproco) il modo del popolo, il paicasa il modo (esecrato) del sudra;
Narada. I modi sono descritti come da Manu, ma disposti in tre gruppi: brahma (dove liniziativa
totalmente paterna) e prajapatya, poi arsa, daiva, gandharva e asura, infine rakshasa e paisaca.
Non stabilisce i modi appropriati a ciascun varna, ma specifica che brahma e daiva richiedono che
il giovane appartenga alla classe sacerdotale. Dichiara dharmya i primi quattro, comune il
gandharva, adharmya gli ultimi tre.
Gotama. D le stesse definizioni e non stabilisce collegamenti per i varna, salvo dichiarare
dharmya i primi quattro modi, ma aggiungendo la dottrina minoritaria per cui sarebbero legittimi
i primi sei modi, ad esclusione di rakshasa e paisaca.
Visnu. Specifica solo che nel modo brahma liniziativa interamente paterna, nel modo
gandharva, proprio dei rajanya (= ksatrya), invece il padre non ha voce in capitolo.
Mahabharata. Per bocca del re Duhsanta sono espressi gli otto modi di Manu, i primi quattro
riferiti ai brahmana, rakshasa ai re (sicuramente ai guerrieri), asura per vaisya e sudra. Pi
avanti gandharva e rakshasa, separati o mischiati, sono detti legittimi per lo ksatrya. In un altro
luogo Bhisma propone il quadro in modo appena diverso, eliminando prajapatya, ma includendo
svayamvara, che per altro viene presentato come un doppione di rakshasa, il ratto, ma superiore,
il modo lodato dai guerrieri, che procura la sposa migliore.
La dottrina tradizionale indiana mostra un quadro dell'istituto matrimoniale compatibile con la
tripartizione funzionale indoeuropea: il modo brahma (e affini) corrisponde alla concentrazione del sacro
(brahmana), il modo rakshasa corrisponde all'uso della forza (rajanya, ksatrya), il modo asura corrisponde
al trasferimento di risorse (vaisya). Fuori da questo contesto rimane il modo gandharva, assai presente
nell'epopea, che anche quello dove spicca la libert della donna.
Forse l'episodio pi celebre che lo descrive si trova nel I libro del Mahabharata. Duhsanta, che
re, quindi ksatrya al massimo grado, incontra in una foresta una bellissima giovane, di cui subito si
innamora. La giovane stata affidata ad un eremita da Visvamitra, suo padre, un brahman. La cosa
potrebbe ostacolare l'unione dei due (il matrimonio fuori dalla casta vietato), se non fosse che
Visvamitra nato "guerriero", e solo in seguito si fatto sacerdote. Rassicurato, Duhsanta chiede felice di
sposare la giovane e di sposarla nel modo gandharva, immediato e per consenso reciproco. La donna
preferirebbe aspettare il consenso del suo tutore, ma il re la preme: tra gli ksatrya l'unione pu essere
gandharva (consensuale) o rakshasa (violenta), e non giusto perdere tempo se si consenzienti.
Rassicurata a sua volta, la giovane accetta, ma a una condizione: che il figlio che nascer dall'unione sia
principe ereditario. Duhsanta acconsente e cos, segretamente, possiede l'amata, partendo subito dopo.
Quando la ragazza incontra il suo tutore, il saggio eremita, con senso di colpa racconta l'accaduto, ma il
tutore la rassicura: non c' peccato, il desiderio reciproco, senza pubblicit, il miglior matrimonio per gli
ksatrya.
Cosa se ne deduce sul modo gandharva?
si configura come unione "laica" (non c' rito) e "privata" (non c' pubblicit);
Rispetto alla prassi indiana, il modo gandharva pu apparire sconcertante: nella vita reale, storicamente,
la donna indiana un'eterna minorenne, che passa dall'autorit del padre, a quella del marito (e se
vedova, a quella del figlio). Eppure nell'epopea il modo gandharva le riconosce la capacit giuridica e la
libert di scelta. Alcuni commentatori attribuiscono il modo gandharva ai guerrieri, forse in deroga ai
principi generali in onore della intrinseca "libert" (fisica) degli ksatrya; ma altri lo estendono a tutti i
varna.
Bisogna ricordare che:
l'India non sempre stata chiusa in gruppi sociali endogamici, come saranno le caste;
c' differenza tra prassi storica e racconto mitico o epico (quest'ultimo in genere riflette pi
un'ideologia, una teoria, che un'esperienza, una pratica).
L'ideologia di una societ non lo specchio fedele della sua organizzazione. Certo, le protocaste, i gruppi
famigliari con consolidate tradizioni funzionali in seno alla societ, poterono elaborare diverse teorie del
matrimonio, in base ai diversi principi ispiratori del loro gruppo: prestigio del sacro per i brahmana, forza
e libert per gli ksatrya, interesse per i vasya. Specie nelle fasi pi remote della societ indoiranica si
dovr accettare una certa elasticit dei modi consentiti alle varie caste, che se apparivano
ideologicamente pi adatti ad una piuttosto che ad unaltra, non escludevano il loro utilizzo da parte di
altrie in certe situazioni.
paterna a quella coniugale. Come minimo il padre di lei consenziente, se non addirittura promotore
della cosa. Per l'acquisizione della manus da parte del marito non c bisogno di un atto: dopo un anno il
padre, volente o nolente, perde la manus sulla figlia.
In teoria solo la donna, allontanandosi per tre notti di seguito, pu difendere il primato paterno
(come sancisce la Legge delle XII Tavole). In realt lusurpatio trinoctii sar stata probabilmente il frutto
delle pressioni del padre della sposa. Eppure come nel modo gandharva la volont femminile un ruolo
decisivo. Va infine notato che se nell'epopea indiana la donna sceglie l'unione alla pari con luomo,
"segretamente", allinsaputa del padre, nel diritto romano viene lasciata alla donna solo la "libert" di
salvaguardare il diritto paterno.
Tuttavia anche a Roma sopravvive, anche se non nel diritto, un "matrimonio" fondato sulla forza,
che insieme alla libert contraddistingue la seconda funzione. L'equivalente del modo rakshasa indiano si
colloca nell'epopea delle origini di Roma e corrisponde al mito del ratto delle Sabine, prese con la violenza
(e l'inganno) da Romolo e i suoi compagni. Da notare che dopo il ratto le Sabine si "rassegnano"
prontamente al loro destino di compagne dei primi Romani, fungendo anzi da pacificatrici con i risentiti
padri (e le loro unioni di "fatto" vengono ratificate, quasi "purificate", dal rito della confaerratio). Come
mai a Roma il matrionio per rapimento rimane nel campo del mito? Nella Roma storica la licentia e la
violentia rimangono arginate da una rete di auctoritates, da un complesso di imperium e potestates: da
qui il respingimento fuori dall'ideologia esplicita di questo modo.
Le strutture sociali, come quelle ideologiche del resto, si evolvono. La confaerratio mostra
spiccati caratteri di arcaicit e un'evoluzione abbastanza limitata nel tempo. La coemptio, coinvolgendo il
magistrato libripens (magistrato che stabilisce il prezzo in denaro di un prodotto), rimanda ad un
evoluzione che segu lo sviluppo economico (dal pagamento in pecus, "bestiame", a quello in pecunia,
"denaro").
Da parte sua l'usus, ben attestato come forma di "acquisto" di beni, ma secondario rispetto alla
mancipatio (negozio solenne nel quale si realizza lo scambio immediato di un bene contro un corrispettivo
in "metallo"), pass dal diritto commerciale a quello famigliare. Va detto che il diritto romano arcaico
conosceva un "matrimonio" dove la donna godeva di molta libert, essendo sine manu, potendo in ogni
momento abbandonare il tetto maritale. Con lusus si limit questa libert di scelta, nel tempo (un anno)
e nella formula (usurpatio trinoctii). Passato lanno la moglie non poteva pi fuggire legittimamente, n il
padre reclamarla.
Ricapitolando lo schema desumibile dagli esempi indiano e romano si possono distinguere:
modi matrimoniali fondati sulla religione (prima funzione) o sull'economia (terza funzione), che
danno immediatamente effetto, consegnando la moglie al marito;
modi matrimoniali fondati sulla forza o sulla libert (seconda funzione), a volte respinti dalla
prassi giuridica all'ideologia mitica.
Nella prima fase Eracle, in virt della sua impresa, riceve Megara in dono dal padre di lei,
Creonte, che prende l'iniziativa (modo brahma). Nella seconda fase l'eroe errante offre aiuto al padre
dell'amata (come fa nell'Iliade Otroneo, proponendo a Priamo aiuto contro gli Achei per la mano della
figlia Cassandra). Eracle non pu portare beni e ricchezze, ma ha il suo valore e la sua forza (e piegando
Acheloo beneficia tutta la terra dei Calidonii): cos acquista la mano di Deianira (modo asura, edulcorato).
Nella terza fase Eracle intende sposare Iole, di cui uccide padre e fratelli (modo rakshasa). Si mette cos
in moto il suo destino, incarnato dalla "cecit" della gelosa Deianira. Morendo sulla pira raccomanda al
figlio Illo il matrimonio con Iole.
Prima di passare al mito scandinavo vale la pena ricordare che ai tre grandi amori terreni di Eracle
segue l'unione [modo brahma?] con Ebe, e che tutta la vita dell'eroe segnata da continue avventure
sessuali (modo gandharva), spesso feconde.
Il mito di Sigurdhr di solito famoso per la presenza di due personaggi femminili legati all'eroe,
ma in almeno una versione, contenuta nella Gripisspa (XII secolo), le donne di Sigurdhr sono tre e
scandiscono la sua carriera:
1. Forte della spada conquistata in giovent Sigurdhr sorprende addormentata una valchiria
(Sigrdrifa). Svegliatasi ella si innamora dell'eroe e gli insegna il segreto delle rune,
scomparendo di scena (nella versione pi popolare i due si giurano fedelt).
2. Ospite di re Heimir, Sigurdhr vede Brynhildhr, fanciulla allevata a corte, e se ne innamora.
Accorda un prezzo con la sua famiglia e quindi deve ripartire.
3. Ospite di re Gjuki, Sigurdhr vittima della regina, Grimhildr, che magicamente gli fa
dimenticare le sue promesse e ne fa suo genero, destinandolo alla figlia Gudrun (da qui il
ciclo di vendette femminili che anima il ciclo dei Nibelunghi).
Dovendo cercare di incasellarli nello schema tradizionale indiano:
1. Sigrdrifa viene sorpresa nel sonno (esecrabile paisaca), minacciata (rakshasa), ma poi si converte
liberamente a favore del "nemico" (gandharva).
2. Brynhildhr viene comprata dal futuro sposo per un prezzo (asura).
3. Gudrun viene donata dalla madre al futuro genero (brahma).
il modo rakshasa (il re dei Kasi ha tra figlie da marito e indice uno svayamvara, un'evento dove i
pretendenti che si fanno avanti sono esaminati per decidere il migliore; Bhisma, trattando gli otto
modi del matrimonio indiano loda il modo per ratto, anche perch sta per compierne uno: rapisce
infatti le tre donne, Amba, Ambika e Ambalika, sfidando i presenti a fermarlo; nessuno pu
fermarlo, neppure il re Shalva, che ama corrisposto Amba; quando ormai al sicuro, Bhisma scopre
dell'amore tra Amba e Shalva e libera la donna, riportando a casa solo le sue due sorelle);
il modo brahma (Bhisma cerca moglie per il giusto Dhrtarashtra e scopre che la figlia di Subala, re
dei Gandhara, donna di nome Gandhari, ha ottenuto dal dio Hara [colui che prende la vista al dio
cieco Bhaga] la promessa di generare cento figli; Bhisma allora si reca da Subala con la proposta di
matrimonio e Gandhari, pur titubante, si sottomette al suo destino; giunta al cospetto del "giusto"
Dhrtarashtra con una ricca dote addirittura decide di bendarsi per non essere superiore al marito);
il modo svayamvara (Pandu partecipa allo svayamvara che re Kuntibhoja ha organizzato per la
figlia adottiva Prtha/Kunti, che subito si innamora del principe pallido, ma possente, con
"mascelle di leone", "spalle di elefante", "occhi di toro");
il modo asura (Bhisma accompagna Pandu tra i Madra, dove viene comprata la seconda moglie,
Madri, a caro prezzo).
Lo schema esemplifica in ordine i modi matrimoniali della tradizione indiana: nella "preistoria"
degli eroi si consuma il ratto (anche qui come a Roma); il "giusto", anche se cieco (ma si consideri il tema
della perdita della vista fisica compensato dall'acquisto della "seconda vista"), riceve la moglie in dono;
Kunti, che ha scelto liberamente suo marito, generer gli eroi che corrispondono agli dei delle prime due
funzioni; Madri, comprata, generer da parte sua gli eroi che corrispondono agli dei della terza funzione.
SCANDINAVIA
GRECIA
INDIA
ITALIA
Mito
Vita di Sigurdhr
Vita di Eracle
Vita di Bhisma
Roma embrionale
Modo rakshasa
1) Agguato a Sigrfrida
3) Ratto di Iole
4) Molti episodi
3) Svayamvara di Pandu
2) sine manu/usus
Modo asura
3) Acquisto di Brynhildr
2) "Acquisto" di Deianira
4) Acquisto di Madri
4) coemptio
Modo brahma
4) Dono di Gudrun
1) Dono di Megara
3) confaerratio
La teoria dei quattro modi del matrimonio, fondati sui principi delle tre funzioni (sovranit,
forza/libert, ricchezza), offriva evidentemente un modello stabile a poeti e storici per descrivere
l'evoluzione di questa pratica giuridica.
Nel mito norreno, greco e indiano il contesto sociale delle vicende definito (Roma invece qui
ancora agli esordi), la definizione delle procedure esplicita (a Roma invece si devono dedurre tra le righe,
confaerratio a parte):
Sigurdhr non ha, non pu avere, un'altra donna dopo Gudrun (la gelosia di una delle sue donne gl
fatale);
Eracle non ha (nella vita terrena), non pu avere, un'altra donna dopo Iole (la gelosia di una delle
sue donne gl fatale);
Bhisma alla fine non ha pi parenti da sistemare e sceglie di morire (per altro anche in
conseguenza del ratto di cui si reso protagonista, vedi oltre il ruolo di Amba reincarnata nella
sua sconfitta per mano di Arjuna).
Esaurita la dimostrazione dei quattro modi muoiono sia Sigurdhr, sia Eracle (cui nell'aldil dell'Olimpo, per
altro, tocca in sposa Ebe), sia Bhisma: i Romani invece proseguono la loro storia e l'evoluzione
(naturalmente giuridica, trattandosi di Roma) dei loro istituti matrimoniali.
Possono queste analogie essere riportate ad un'eredit specificamente indoeuropea? In effetti
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presso nessun'altra civilt si riscontra lo stesso mitema (n nel Medio Oriente semitico, n tra i popoli
della Siberia, n nell'Impero cinese), e anche se alcune dimostrano qualcosa di simile (America
precolombiana, Africa nera) questa "intuizione" non assume la stessa chiarezza ideologica.
Sar un caso che presso varie civilt di lingua indoeuropea si riscontra la stessa sistemazione del
problema del matrimonio, articolata in singole descrizioni nello stesso modo (la moglie pu essere donata
dalla famiglia di origine ad un uomo meritevole per qualit, l'uomo pu rapire la donna, i due possono
unirsi consensualmente anche contro la famiglia d'origine e con effetti vincolanti, la donna pu essere
comprata con il conferimento di un bene o la prestazione di un servizio da parte del pretendente alla
famiglia di lei) non solo nella narrativa mitologica (India, Grecia, Scandinavia), ma anche nella
sistemazione giuridica (India, Roma)?
Certo, sia in India che a Roma (le due province indoeuropee dove l'ideologia mitica si accompagna
all'istituzione giuridica) la posizione del modo guerriero, rakshasa (il ratto) o (usus) quanto meno
precaria:
il modo fondato sulla violenza (contro il consenso della "sposa" e della sua famiglia) viene
considerato da alcuni commentatori indiani adharmya, "ingiusto" (se Bhisma lo loda, e per altro
solo per i "guerrieri", ksatrya, verosimilmente solo perch sta per commetterne uno), mentre
sparisce del tutto dalla prassi romana (che lo respinge nell'epopea delle origini);
il modo fondato sulla libert (mutuo consenso dei due amanti) viene incarnato a Roma
dall'istituto dell'usurpatio trinoctiis che interrompe l'usus (col suo uelle/nolle, "voglio/non
voglio" la donna ha solo la libert di interrompere l'usucapione che la trasferirebbe dalla mano
del padre a quella del futuro marito), mentre in India se ne attacca (anche mitologicamente)
soprattutto l'aspetto della segretezza (rahasi), scivolando verso i modo svayamvara (non pi
accordo sessuale vincolante e segreto, ma pubblica gara di pretendenti tra cui la futura sposa
sceglie liberamente);
anche fatta la tara del maggior conservatorismo del mito rispetto alla storia, risulta la criticit
dei modi legati alla seconda funzione, fondati sulla violenza e sulla libert della donna, che
spesso (Scandianvia, Roma) finiscono, come dice il trattato di Manu, "mischiati" (Sigrfrida viene
aggredita da Sigurdhr, ma poi lo sceglie, cos come le Sabine sono rapite dai Romani, ma poi se
ne innamorano);
se l'esempio indiano e romano mostrano un quadro dei modi influenzato dal divenire storico (la
teoria mitica scende a compromessi con la pratica reale), l'esempio greco e scandinavo,
unitamente con l'epica indiana, confortano pi fermamente l'ipotesi di un'eredit comune,
indoeuropea.
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Scandinavia
India
Una donna (Sigrfrida/Brynhildr) viene "conquistata" Una donna (Amba) viene "rapita" da un eroe
da un eroe (Sigurdhr/Sigfrido), ma poi viene (Bhisma), ma poi viene "liberata"
"dimenticata"
La donna "dimenticata", che ha perso l'amore, La donna "liberata", che ha perso l'amore, perde
perde anche l'onore
anche l'onore
Umiliata e offesa, la donna complotta la morte Umiliata e offesa, la donna partecipa della morte
dell'eroe, collaborando con un uomo
dell'eroe, collaborando con un uomo
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