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KARAWANE

Un evento storico fondativo, Hugo Ball recita (tra l'altro) la poesia Karawane al
Cabaret Voltaire di Zurigo.
Hugo Ball. Zurigo.Estate del 1916.

Il grande artista tedesco, disertore della prima carneficina mondiale


dopo aver conosciuto l'inferno delle trincee, il fondatore del Cabaret
Voltaire, indossa il suo costume "cubista" realizzato insieme al rumeno
Marcel Janco compatriota di Tristan Tzara che di lì a poco soppianterà
Ball alla guida del movimento artistico e letterario nato agli inizi dello
stesso anno ed a cui sarà dato il nome di Dada.

Di quelle serate al Cabaret Voltaire, da lui fondato insieme alla sua


compagna Emmy Hennings, lo stesso Ball ci ha lasciato testimonianza
nel suo La fuga dal tempo, finalmente tradotto da pochi anni anche in
italiano. Stralci della sua testimonianza sono reperibili però anche in
molte opere che trattino di dada in modo adeguato.

Un testimone di eccezione è in questo senso Hans Richter, che visse a


Zurigo dal 1916 al 1920 e fu anche lui tra i fondatori del movimento
dada. Richter riporta nella sua celebre opera, metà memoria metà
opera storica, Dada, arte e antiarte,che egli pubblicò nel 1964, ampi
frammenti dell'opera teorica e memorialistica di Ball e anche suoi
commenti e valutazioni in quanto testimone storico. In arancione
riportiamo la testimonianza di Ball, in verde gli interventi di Richter a
integrazione o precisazione di quanto Ball sostiene.

POESIA ASTRATTA

Con la serata del 25 giugno 1917, nella nostra galleria Dada


nella Bahnhofstrasse (ma in verità era nella Tiefenhöfe, una
strada laterale di nessuna importanza), quei primi
spettacoli, raggiunsero una delle punte massime. Quella
serata infatti ci presentò una forma d'arte, nella quale Ball
portò alle estreme conseguenze il suo conflitto con la lingua.
Con ciò egli compì un passo che si ripercosse ampiamente
nella letteratura, e le cui conseguenze arrivano fino ai nostri
giorni.

Eccone la registrazione nel suo diario in data 5 marzo 1917:


"Il fatto che, col tempo, l'immagine dell'uomo scompaia
progressivamente dalla pittura e che tutte le cose vi
compaiano ormai soltanto in decomposizione, è una prova di
più di quanto sia diventato brutto e logoro il sembiante
umano e riprovevole ogni singolo oggetto del nostro
ambiente. La decisione della poesia di lasciar morire, per
analoghe ragioni, la lingua (come nella pittura l'oggetto) è
imminente. Queste son cose che forse non sono mai
esistite". Dal 25 giugno esistettero!

Già il 14 luglio 1916 Ball aveva recitato la sua prima poesia


astratta onomatopeica O Gadji Beri Bimba nel corso della
prima grabde serata DADA, nella sede della corporazione
waag a Zurigo: vi si annunciavano musica danze teoria
manifesti versi quadri costumi maschere e vi presero parte e
vi collaborarrono, chi in un modo chi in un altro, Arp, Ball e
Hennings, il compositore Heusser, Huelsenbeck, Janco e
Tzara. Nella gran quantità di cose sconosciute e
sorprendenti, l'effetto di questa innovazione era stato più
avvertito che capito. Un'intera serata, dedicata a questa
nuova forma poetica, ne fece prendere definitivamente
coscienza sia a noi che al pubblico.

"Con queste poesie onomatopeiche volevamo rinunciare a


una nuova lingua inaridita e resa inservibile dal giornalismo.
Dobbiamo isolarci nella più profonda alchimia della parola e
abbandonare persino questa alchimia per conoscere in tal
modo alla poesia i suoi domini più sacri".

Nella nostra galleria era annunciato un recital di poesie


astratte di Hugo Ball. Io avevo fatto un po' tardi e, quando
giunsi la sala era strapiena. Soltanto posti in piedi! [1] Ball:
"Io indossavo uno speciale costume disegnato da me e da
Janco. Le mie gambe erano in una specie di colonna di
cartone blu licido che mi saliva aderente fino ai fianchi, tanto
che fino lì sembravo un obelisco. Sopra a questo portavo un
enorme collo a mantellina, di cartone dipinto internamente
di scarlatto e esternamente verniciato in oro: intorno al collo
questo era allacciato in modo che io, alzando e abbassando i
gomiti, facevo l'effetto di batter le ali. Per finire, portavo un
cappello da sciamano a forma di cilindro, alto e dipinto a
strisce bianche e blu. [2]

Avevo collocato dei leggii, ai tre lati del palcoscenico, in


direzione del pubblico, e sopra a questi appoggiavo il mio
manoscritto a matita rossa, recitando ora davanti a un leggio
ora davanti a un altro. Poiché Tzara era al corrente dei miei
preparativi vi fu una vera piccola première. Tutti erano
curiosi. Mi lasciai dunque trasportare nel buio (come colonna
non potevo camminare) fino sul podio e lentamente e
solennemente cominciai:

gadji Beri bimba glandridi laula lonni cadori

gadjama gramma berida bimbala glandri galassassa laulitalomini

gadji beri bin blassa glassala laula lonni cadorsu sassala bim

gadjama tuffm i zimzalla binban gligia wowolimai bin beri ban

o katalominal rhinocerossola hopsamen laulitalomini hooo gadjama

rhinocerossola hopsamen

bluku terullala blaulala looooo...

Questo era troppo!- Dopo una iniziale costernazione di


fronte a questa cosa inaudita, il pubblico infine esplose.

In mezzo a questa bufera, al di sopra della folla di graziose


ragazze e seri borghesotti che scoppiavano dalle risate o
applaudivano ridendo, Ball restava immobile come una torre
(giacché non poteva appunto miuversi in quel suo costume
di cartone)- immobile come un Savonarola, fanatico e
insensibile.

"Gli accenti divennero più calcati, il crescendo


dell'espressione seguiva l'inasprirsi delle consonanti. Ben
presto notai che i miei mezzi espressivi, se volevo restar
serio (e lo volevo ad ogni costo), non sarebbero stati
adeguati alla solennità della mia messa in scena. Tra il
pubblico vidi Brupacher, Jelmoli, Laban, la signora Wigman.
Temevo il ridicolo e mi contenni. Ora avevo finito di leggere,
sul leggio di destra, Il canto di Labadas alle nuvoleLa
carovana degli elefanti, così mi avvicinai verso quello
centrale battendo di gran lena le ali. Le pesanti file di vocali
e il ritmo strascicato degli elefanti mi avevano permesso un
ulteriore crescendo. Ma come dovevo arrivare in fondo? Ora
mi accorsi che la mia voce, non avendo altra via d'uscita,
assumeva l'antichissima cadenza delle lamentazioni
religiose, quello stile dei canti da mesa che risuona
lamentoso per tutte le chiese cattoliche dell'oriente e
dell'occidente." e, su quello di sinistra, [3]

Zimzim urallala zimzim urullala zimzim zanzibar zimbella zam


elifantolim brussala bulomen brussala bulomen tromtata
veio da bang bang affalo purzamai affalo purzamai lengado tor
gadjama bimbalo glandridi glassala zingtata impoalo ögrogööö

viola laxato viola zimbrabim viola uli paluji maloo

"Non so che effetto mi fece questa musica. Fatto sta che


cominciai a cantare le mie file di vocaboli come un recitativo
in stile chiesastico e tentai, non solo di restar serio, ma di
riuscire a incutere serietà.

Per un momento mi parve quasi che dalla mia maschera


cubista sbucasse un pallido smarrito volto di giovane con
quell'espressione mezzo spaventata e mezzo incuriosita di
fanciullo decenne che, nelle messe per i morti, o nelle
funzioni solenni della nativa parocchia, pende tremante e
avido dalla bocca dei sacerdoti.

A quel punto, come avevo predisposto, si spense la luce


elettrica e io, grondante sudore come un sacerdote-
stregone, venni portato giù dal podio e sparii dalla scena".
[4]
Testo della poesia fonetica Karawane edito nello storico Dada
Almanach nel 1920 a Berlino da Richard Huelsenbeck fondatore del
movimento Dada di quella stessa città. Il testo, grazie all'uso molto
variegato di caratteri tipografici unitamente all'uso di neretto
e corsivo presenta una sua dinamica grafica molto suggestiva.
Copertina di Dada Almanach contenente la poesia Karawane a pagina
53.
NOTE

[1] Han Richter, Dada, arte e antiarte, (Tr. it., di: Dada Kunst und
Antikunst, Colonia, 1966), Mazzotta, Milano, 1974, pp. 49-50.

[2] Ibid. p. 50.

[3] Ibid. pp. 50-51.

[4] Ibid. pp. 52.

Raccomandiamo vivamente il seguente link per avere


un'idea immediata e perfetta di poesia onomatopeica, bruitista e
simultanea: Hugo Ball, Krippenspiel, il testo della poesia scorre mentre
diverse voci lo recitano, estremamente suggestivo, un lavoro da veri
professionisti:

Krippenspiel

[A cura di Elisa Cardellini]


Karawane dal web:

Karawane recitata in gruppo

La poesia Karawane recitata da Marie Osmond con testo originale


visibile

Karawane recitata da un gruppo di giovani coralmente

Versione musicata di Karawane in stile free jazz da un gruppo che si


chiama Jaap Blonk

Simpaticissima versione di animazione rievocante la recita di


Karawane al Cabaret Voltaire

Altre poesie Dada da You Tube.

È sempre bene cominciare dalle fonti ispirative, il musicista futurista


Russolo creatore del rumorismo è senz'altro un modello a cui i dadaisti
trassero il loro bruitismo:

Luigi Russolo, Awakening of the City, 1913

Gadli Beri Bimba

Omaggio a Dada, poesia di Hugo Ball C

Krippenspiel, da you tube recitata da ragazzi

L'Amiral cherche une maison a Louer di Janco, Ball, Huselbeck e Tzara,


1916

Ursonate, 1922, Kurt Schwitters

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