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Regno di Lubenstovar
Confini: ad Est con la Russia, a Sud con la Romania, ad Ovest con Ungheria e
Cecoslovacchia, a Nord con la Polonia
Superficie: 16.365 Km2
Popolazione: 1,2 milioni di abitanti
Capitale: Domivirsk, sede del Castello imperiale
Altre citt importanti: nessuna, solo due frazioni chiamate Falansk e Grs
Forma di governo: Monarchia
Regnanti: Sua Maest Ivan II Klgans e Sua Serenissima Madre Olga
Mereskaja
Lingua: prevalentemente Ungherese con influenze di Russo e varianti in
Polacco (nei sobborghi del Nord)
Moneta: Plivni (paragonabile al rublo)
Forme di sostentamento: fino al 1832, esportazione di pietre preziose ed oro
provenienti dai giacimenti e dalle miniere di Grs, ormai esauste. Dagli anni
seguenti ad oggi, commercio in prodotti agricoli e ovicoli (piante da frutto,
piante ornamentali, prodotti caseari, lana)
Attivit amministrativa: svolta dal responsabile designato dai regnanti, che
prevede imposte sui campi e gli allevamenti e dazi imposti alla frontiera
Religione: monoteista, prevalentemente protestante
Arti: nessuna in particolare; non si conoscono artisti indigeni che abbiano
realizzato opere di particolare rilevanza
Piatti e cibi folkloristici: spezzatino di capra allo zenzero con patate e cavolo
rosso
Festivit nazionali: nascita del Regno, 22 novembre; compleanno del Re, 11
marzo (variabile); compleanno della regina, 16 luglio (variabile)
Clima: prevalentemente umido, con temperature che variano dai 25 in
inverno ai 16/18 massimi in estate.
Il suono delle trombe spezz il brusio della popolazione accorsa nella grande
piazza prospicente il castello. Gli araldi, che due giorni prima erano passati di
casa in casa ad invitare i cittadini a presenziare allevento, si disposero in due
file compatte. Le alte uniformi, simbolo inequivocabile di un annuncio di
importanza nazionale, brillavano sotto il pallido sole ottobrino nelle decorazioni
realizzate in oro e piccole pietre preziose.
Dal grande portone in palissandro e ferro borchiato, con passo marziale e
ritmato, avanz lannunciatore, che si ferm al limite delle due ali di araldi e
srotol con autorevole lentezza il foglio in carta pergamena con sigillo in
ceralacca, recante lo stemma del regno.
Una favola in pi
Una favola in pi
Una favola in pi
Una favola in pi
Filippo, con molta grazia, prese le mani del fratello e le allontan dai suoi
fianchi, poi sospir: Ma no, niente di tutto questo, rilassati! Fortunatamente
per me, sei tu il futuro successore al trono ed quindi arrivato il momento di
trovarti una consorte gli occhi gli si illuminarono.
Il Gran Ballo previsto per met settembre, ho tutto il tempo per realizzarti
una splendida divisa da cerimonia prosegu Filippo elettrizzato, senza lasciare
il tempo a Piero, che gi stava diventando rosso di rabbia, di inserirsi nel
discorso. Niente fiori, lo so, lo so! Ho memorizzato linformazione. Per ho
gi in mente tutto: i colori, i tessuti, i decori, il cinturone in cuoio con fibbia in
ferro battuto e rubini! Naturalmente dovremo dare fondo al portagioie di
mamma, perch di rubini e zaffiri, si sa, non ne circolano pi molti, nel regno,
ma sono sicuro che per te far questa eccezione. Mi autorizzi ad occuparmi
dellorganizzazione della festa? Ho gi qualche idea niente male anche per il
men della serata. Niente di impegnativo, per dovr far arrivare delle spezie
dallestremo oriente e anche un po di quella bevanda scura dicono che sia
afrodisiaca!
Piero si rese conto che non sarebbe stato facile interrompere il vulcano in
eruzione in cui si era trasformato il gemello e, comunque, quello che gli
premeva di pi, in quel momento, era parlare con i reali genitori per capire cosa
stava succedendo e quale sarebbe stato, di l a poco, il suo destino.
Il colpo di fulmine e non solo quello
La sala dei ricevimenti era un rutilante scintillio di fiammelle e cristalli. Il
lampadario centrale, a forma di rosone con cascata a spirale, dominava lampia
sala da ballo il cui pavimento lucidato a specchio rifletteva la luce delle candele
e dei calici abbondantemente innaffiati di vino spumeggiante.
Diversi tavoli, addossati alle larghe pareti in stucco e marmi nero e bianco,
erano stati apparecchiati con posateria dargento e piatti in ceramica bianca
decorati in oro zecchino.
Il colpo docchio era qualcosa di singolarmente eccezionale e i complimenti si
sprecavano.
Sua Serenissima Madre la regina, ad ogni istante veniva fermata da un
gruppetto di persone che elogiavano ogni cosa, dal cibo alle tovaglie in fiandra,
dal caviale del volga alla crema Chantilly, dal vino rosso allo Champagne.
Nulla era stato lasciato al caso e Filippo poteva senza dubbio essere considerato
il Deus ex machina del successo di una serata che aveva tutta laria di non
poter andare meglio.
Piero, dal canto suo, si comportava da perfetto padrone di casa, anche se
talvolta, per ottenere un po di attenzione, doveva ricorrere a colpi di tosse e
alzate di mano per poter essere facilmente localizzato. Nonostante questo, per,
nessuno perlomeno apparentemente aveva avuto il coraggio di commentare
la scarsa statura del futuro regnante. In parte, laspetto autoritario e marziale
veniva conferito dallalta uniforme che Filippo gli aveva realizzato e che gli
donava un aspetto indubbiamente regale.
Una favola in pi
Sopra alla casacca in velluto damascato blu cina decorata con scene di caccia
tono su tono, la fascia da Delfino ricamata in oro e zaffiri turchese, incrociata
sul davanti, ben si intonava con la calzapanta grigia, abbinata a severi stivali al
polpaccio in lucida pelle nera; sulle spalle, due mostrine frangiate in oro,
rilucevano dei bagliori di piccoli topazi incastonati ad arte, mentre dal colletto
alla coreana fino al fondo della casacca, una fila di bottoni in perle dacqua
dolce completavano una mise formale ma di classe. Il tocco in pi: un paio di
morbidi guanti in pelle scamosciata color avorio, in tinta coi bottoni.
In sala erano gi presenti, mischiati alle varie famiglie nobiliari del regno di
Lubenstovar: la famiglia reale Rumena composta dal Re Olaf III e consorte,
assieme ai due figli Csaba e Marlina, questultima dotata di un giro-vita
talmente abbondante da non potersi sedere su poltroncine dotate di braccioli; Re
Hubert V e Regina Lenora di Cecoslovacchia con le figlie Irina e Selina,
entrambe talmente magre da sembrare anoressiche e pallide come un cencio
slavato; Sua Maest Boniwar I dUngheria e legittima consorte Fiondra, invitati
al Gran Ballo esclusivamente a scopo diplomatico perch senza prole (voci di
corridoio non confermate, sussurravano che il Re fosse sterile e che la regina
avesse individuato un prestatore di seme nello stalliere di corte); infine, la
famiglia reale polacca composta da Re Sandrij XII, Sua Leggerezza Tatjiana
dAustria, i due figli maschi Olaf e Gregory, anchessi gemelli, identici come
due gocce dacqua, e le tre figlie di sette, dieci e quindici anni, rispettivamente
Ivanka, Jolanka e Svetlanka. Questultima disponeva di un discreto personale,
un volto dai tratti delicati e proporzionati e di una favella alquanto allenata.
Nel momento in cui Piero prese consapevolezza dellesigua variet di scelta e
fece per dirigersi verso la prolissa fanciulla polacca, laraldo annunci, con i
classici squilli di tromba, larrivo degli ultimi ospiti, i regnanti di Russia.
Fu in quel preciso istante che Piero scelse, con lautorevolezza dettata dagli
ormoni ormai ingovernabili, chi avrebbe diviso con lui tutta la sua vita.
Dietro allo Zar Pavlov IV e alla Zarina Klaudia, dietro al primogenito maschio
Sergej, di anni 18 appena compiuti, dietro al terzogenito Ivan, di 13 anni
abbondantemente compiuti, apparve, come una visione angelica degna di un
quadro del Brunelleschi, la secondogenita Lijuba Katrina, splendida nei suoi 15
anni e nel vestito bianco in seta ricamata a mano e stola di volpe, anchessa
bianca.
Splendida e alta.
Molto alta.
Piero si fece largo fra gli ospiti sgomitando freneticamente e raggiunse lampio
scalone da cui stava scendendo la reale famiglia russa, posizionandosi sulla
destra; senza staccarle gli occhi di dosso, protese la mano in direzione della
fanciulla, pronto al baciamano, ma lei non lo degn della minima
considerazione mentre gli consegnava la stola, come si usa fare con un qualsiasi
maggiordomo.
Per nulla toccato o quasi da quel gesto velatamente sgarbato, Piero, sempre
senza staccare gli occhi dalla giovane, port la stola di volpe al viso,
Una favola in pi
Una favola in pi
Una favola in pi
Una favola in pi
Cosa devo fare? chiese Filippo, per niente stupito dalla ferma determinazione
del fratello.
Piero si mise in bocca un gran pezzo di carne ed esclam, masticando
voracemente: Voglio mille swawaveri rswuossi
Eh? fu la risposta stupita del gemello Co cosa? domand incredulo.
Masticando un secondo pezzo di carne, forse pi grande del precedente, Piero
rispose: Voglio mille swuavuaveri scwuossi!!
Lespressione stupefatta sulla faccia del fratello riemp Piero di orgoglio: Non
te laspettavi, vero? chiese questultimo asciugandosi la bocca col tovagliolo.
Filippo scosse la testa perplesso: Assolutamente no. Hai sempre detto che
Cio, davvero, non avrei mai pensato che tu che proprio tu arrivassi a fare
una cosa cos cos inusuale, ecco. Ma sei proprio sicuro? Vuoi davvero
Niente domande! ribad Piero puntando lindice verso il gemello. Mi
aiuterai? chiese.
Certo, certo. Ma cos su due piedi sicuramente complicato ma non
impossibile riflett Filippo.
Adesso vai, ordin Piero perentoriamente devo preparare il mio discorso.
A proposito, fai in modo che la popolazione venga avvisata che dopodomani
rilascer una dichiarazione di importanza vitale.
Sar fatto rispose Filippo avviandosi alla porta. Prima di uscire, per, si volt
ad osservare il fratello, che gli apparve sotto una nuova luce: la sua richiesta era
semplicemente incredibile! Fino a che punto si pu arrivare, per amore?
pens. Quanto si pu cambiare? Quante certezze si sgretolano e quali pazzie si
inventano, sotto la spinta della passione e dellorgoglio?
Piero sollev il viso verso il fratello; i due si scambiarono un lungo,
silenziosissimo sguardo e fu Filippo a distogliere gli occhi per primo,
abbassando la testa in segno di saluto. Usc e si apprest al compito che gli era
stato assegnato: aveva solo 36 ore per recuperare mille swuavuaveri
scwuossi.
Mai parlare a bocca piena
Il suono delle trombe, che circa sedici anni prima aveva annunciato un lieto
evento, spezz nuovamente il brusio della popolazione accalcata sotto il grande
terrazzo reale, per nulla addobbato a festa. Nessuna alta uniforme e nessun
bagliore doro sottoline il discorso che si tenne poco dopo. Quando Piero
apparve alla folla, nessuno sventolio di bandierine colorate o urla di esultanza
lo salut.
Senza troppi preamboli, Piero inizi il suo discorso: Come tutti ben sapete, la
famiglia reale di Lubenstovar di recente stata oggetto di scherno. Il vostro
futuro sovrano Piero, nella mia persona, stato messo in ridicolo dalla donna
che io stesso avevo scelto come futura consorte e Vostra futura regina. Tutto
questo inaccettabile e non pu passare sotto silenzio. Ho passato giorni interi,
rinchiuso nella mia camera, a riflettere su come agire, meditando unazione
degna del ruolo che mi compete e sono infine giunto alla soluzione.
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Una favola in pi
Lazione che sto per intraprendere verr ricordata negli anni a venire come La
guerra di Piero poich nessuno mai, prima di oggi, ha osato fare ci che io sto
per fare. Unazione potente, unazione che avr uneco tremenda che si
ripercuoter su tutti noi per molto, molto tempo, ma anche unazione che va
fatta! Sicuramente penserete che sono un pazzo, che mi sono lasciato trascinare
dallorgoglio ferito, che vi ho coinvolto in un gioco pi grande di voi, ma in
questi momenti che un uomo di valore deve dimostrare di non avere il timore di
osare e che non ci si pu fermare di fronte alle offese. Si comincia con un
insulto per arrivare alla perdita di credibilit e di stima e io non voglio
assolutamente che tutto questo accada. Per questo desidero informarvi che in
questo preciso istante stanno partendo in direzione di Mosca, dalle segrete del
castello, cinquanta carri contenenti mille cadaveri russi! termin Piero
enfaticamente.
Dalla folla si alz un unico ooooooooh di stupore la cui eco si protrasse per
molti secondi.
Prima che lesclamazione e il relativo brusio di commenti cessasse, sul terrazzo
reale fece la sua comparsa Filippo, felice come un bimbo a cui avessero
regalato delle caramelle: Eccoli, stanno partendo, guarda, guarda!!, cinguett
gaio, indicando lorizzonte.
Piero alz lo sguardo fiero verso il fondo del piazzale; la folla intera si volt.
Era tutto vero, non cera ombra di dubbio: una lunga carovana di carri stava
muovendo alla volta della Russia.
Per qualcosa stonava.
La folla ricominci a borbottare, molti si voltarono verso Piero, fermo al suo
posto sul terrazzo, con espressione sconcertata.
Sconcerto che stava prendendo il posto dellespressione dura e perentoria con
cui Piero aveva esordito pochi minuti prima.
Piero guard quellondata purpurea in movimento, a bocca spalancata.
Filippo, di fianco a lui, continuava a saltellare festosamente.
Piero si volt verso Filippo con unespressione tale che la gaiezza di
questultimo cominci a scemare fino a scomparire del tutto.
Che c, che succede? chiese Filippo, ormai serio.
Cosa sono quelli? domand Piero incredulo.
Quelli? I carri che hai chiesto rispose il primo.
Li vedo, ma cosa c, SOPRA? domand nuovamente il secondo.
Ma sono mille papaveri rossi! rispose ancora il primo Non quello che mi
hai chiesto?
Papaveri? PAPAVERI??? Quando mai ti ho chiesto dei papaveri???? url
Piero indeciso fra ridere, piangere o scaraventare il gemello gi dal terrazzo.
Come sarebbe a dire quando? Due giorni fa in camera tua, mentre divoravi
quella disgustosa bistecca sanguinolenta! Hai detto che avevi bisogno del mio
aiuto per recuperare mille sciuasciuaveri ruossci o roba simile e io lho fatto!
Sai quanto mi ci voluto per trovarne mille? O credi che nascano sotto i cavoli?
Li ho controllati uno ad uno per essere sicuro di mandare via dei fiori perfetti,
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Una favola in pi
senza imperfezioni, per evitarti brutte figure con la tua bella e questo il
ringraziamento? termin quasi istericamente Filippo.
Io non ti ho chiesto dei papaveri, ti ho chiesto dei cadaveri! MILLE
CADAVERI RUSSI!!! ribad Piero.
Beh, io ho capito MILLE PAPAVERI ROSSI!!! rispose il fratello,
rifacendogli il verso. La prossima volta prosegu non parlare a bocca piena,
se vuoi evitare fraintendimenti! Ho tentato di chiederti se eri sicuro di quello
che avevi detto ma tu mi hai impedito di farti domande, quindi ho fatto quello
che ho capito! spieg Filippo con una punta di permalosit.
Piero si volt di nuovo in direzione dei carri, ormai invisibili, dopodich si
precipit dentro al castello: forse era ancora in tempo per fermare la marcia di
quegli inutili vegetali.
Giunto alle scuderie, per, dovette constatare che tutti i cavalli erano stati
utilizzati per recapitare lomaggio floreale allimmeritevole e bella Lijuba
Katrina.
Non cera pi niente da fare.
Per sempre
Carissimo Piero,
con profonda vergogna e infinita gratitudine che mi accingo a scriverVi
queste righe, che spero Vi giungano gradite.
Dal giorno in cui mi inviaste quei mille papaveri rossi non ho fatto altro che
ripensare a Voi e al mio disdicevole comportamento durante il Gran Ballo
organizzato dai Vostri Eminentissimi genitori.
La domanda che mi sorge spontanea : potrete mai perdonarmi?
Non esistono giustificazioni plausibili per il mio comportamento meschino e
superbo e il peso di questa colpa mi toglie il sonno. Ripenso spesso alle Vostre
parole e solo adesso posso rispondere alle Vostre domande: no, non credo che il
valore di un uomo stia nella sua altezza e no, non penso che lamore si misuri in
centimetri.
Il vostro omaggio, rosso come la passione che vi ha divorato fin dal primo
istante, e il silenzio che lha accompagnato sono stati, per me, una grossa
lezione di vita.
Come posso meritare di nuovo la Vostra comprensione? Come posso
ricambiare laffetto e la dedizione che cos disinteressatamente mi avete
tributato?
Se bastasse solamente dirvi che vi amo, ecco, ve lo direi immediatamente.
Per sempre Vostra,
Lijuba Katrina
Regno di Lubenstovar
Confini: ad Est con la Russia, a Sud con la Romania, ad Ovest con Ungheria e
Cecoslovacchia, a Nord con la Polonia
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