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CONNESSIONI
Umberta Telfener'
1. UMBERTA TELFENER, Psicoioga cllnica e didatta sistemica, insegna alla Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute dell'universit La Sapienza di Roma
2. Terapeuti che appartengono a modelli diversi differiscono nelle spiegazioni rispetto a:
posizioni assunte sulle questioni epistemologiche, metodologiche, aspetti considerati e spiegazioni fornite, costrutti utilizzati e tecniche impiegate.
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La specificit sistemica
I modelli, lo abbiamo gi detto tante volte, sono artefatti culturali e
seguono le metafore dominanti e debbono quindi ristrutturarsi nel tempo.
In questo periodo storico noi ci differenziamo in quanto:
- prestiamo attenzione alle relazioni. Il nostro focus centrato sul "pattern che connette" il sistema consulente al sistema committente, attraverso un processo che mette in atto sia spinte verso la stabilit che
verso l'evoluzione. Stiamo parlando del ciclo ermeneutico di interpretazione e azione su cui si fondano tutti gli affari umani, come direbbe
Varela, per cui il punto importante diventa incontrarsi e superare le
identit separate, considerarsi catalizzatori e partecipanti attivi ad un
sistema che si auto-organizza e che evolve. Relazionalit la nostra
specifica, ci definiamo relazionali-sistemici ed importante che non
perdiamo questa nostra caratteristica e che non 'regaliamo' questo
nostro expertize ad altri modelli, come era successo, per esempio,
alcuni anni fa quando avevamo ceduto il privilegio di parlare di relazioni ad un ramo della psicoanalisi (Greemberg e Mitchell, Eagle,
Sulloway), rimanendo noi silenti. Relazionalit si esprime in ogni direzione, nel fatto che l'individuo non mai considerato in solitudine ma
parte integrante di una rete di individui, in famiglia, nel rest della sua
vita, nelle relazioni del qui e ora della stanza di terapia. Neppure il
clinico solo, in quanto naturalmente connesso al sistema che ha
richiesto aiuto e al gruppo di colleghi che fanno parte del sistema
determinato dal problema: chi altro si occupa del caso? Come possibile coordinare le azioni di ciascun esperto con quelle di tutti gli altri,
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Livello epistemologico
la scelta epistemologica quella che differenzia i diversi modelli terapeutici uno dall'altro. Condividere un'ottica meccanicistico-determinista
oppure definirsi costruttivisti implica letture, priorit, operativit assolutamente diverse. Nel primo caso significa lavorare su quelli che Heinz von
Foerster chiamava indecidibili [in quanto sono gi decisi dal modello di
riferimento], sapere quello che si deve fare, avere protocolli per il proprio
lavoro che in qualche modo ripetitivo e determinato a priori; nel secondo
lavorare sui decidibili [nel senso che siamo noi a decidere come intervenire
e a doverci assumere la responsabilit per le nostre scelte], dare spazio alla
creativit e alla possibilit di creare percorsi alternativi.
il livello epistemologico quello su cui ci siamo sempre concentrati in
quanto sempre necessario fare una scelta. Il concetto stesso di psicoterapia
muta il suo significato, diventando una delle azioni possibili per favorire l'evoluzione. Non pi la tecnica per eccellenza per costruire il cambiamento,
non pi l'unico mandato sociale, ma piuttosto un progetto tra altre opzioni.
La scelta di proporre una psicoterapia, di passare ad un secondo livello di
intervento, implica l'intenzione di iniziare un percorso breve-lungo [breve
per numero di sedute, lungo temporalmente] con un contratto esplicito e
una finalit definita.
Non scopriamo a realt del paziente ma la inventiamo in seduta; non
facciamo parte di una realt data e unica ma mettiamo ordine in una serie
di "capti 4 " che ci bombardano. Cambia il modo di leggere la realt, connettere i dati tra loro, interpretare le situazioni che vengono presentate,
considerarsi in quanto clinici; mutano le categorie da utilizzare per permettere alla situazione di non staticizzarsi. Non a caso la scuola di Milano nei
4. Termine usato da noi sistemici spesso, ricordo che t'ha coniato Laing per riferirsi appun
to al fatto che gli stimoli non sono dati ma selezionati attivamente tra i tanti da un operatore
attivo e consapevole di esserlo.
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6. Facciamo parlare Fruggeri (Sistemica, voce emhnaiztone): "Secondo una prospettiva complementare le polarit di una coppia di opposti vengono considerate come due entit asimmetriche governate dal principio dell'autorirlessivit: ognuna di loro pu essere definita, a un
diverso livello, come il processo da cui emerge l'altra." Pag. 300
I - la recursivit
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facendo emergere le regole di composizione relazionali, emotive, comportamentali e metacognitive comuni [far emergere oggetti pieni di significato
da quello che sembra un mare di luci... costruire una narrazione a partire
da emissioni quotidiane disperse - per parafrasare Francisco Varela]. Per
noi sistemici diventa ineludibile considerare l'operativit "psicologica" [le
operazioni cliniche pi varie] un processo che ha a che fare con le scelte
etiche ed estetiche insite nell'azione del conoscere, un impegno che implica
pi livelli di coinvolgimento. La possibilit di costruire nuove trame [un
racconto polifonico] che abbiano origine dalla reciproca partecipazione al
processo di acquisizione della conoscenza. Il lavoro individuale a mio parere
diventa un lavoro epistemologico puntuale; sia il clinico che gli utenti sono
spinti a:
- decentrarsi, distanziarsi dal proprio pensiero per diventare pi duttili
e per prendere le distanze dagli usuali pattern
- relatwizzare, abbandonare una casualit rigida in modo da ampliare le
lenti di osservazione
- connettere tra loro eventi e ipotesi, considerare la costruzione dei
significati e le influenze sociali e familiari del loro agire
- introdurre il tempo e la lettura del contesto
- processualizzare, descrivere eventi statici come un processo dal presente al passato e dal presente al futuro [e viceversa]
- responsabilizzarsi rispetto ad azioni emozioni e pensieri, ritenersi cio
parte di ci che accade anzich vittime o passanti occasionali.
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6- L'inconscio amico
L'inconscio, di cui ci occupiamo marginalmente, considerata un'istanza
"amica". Questa teoria, differente da ci che insegnava Freud, stata presa
in prestito dall'ipnoterapeuta Milton Erickson che, collaborando con Jay
Haley e con il Gruppo di Palo Alto, ha influenzato la teoria sistemica in
maniera indiretta. Cosa vuoi dire inconscio "amico"? Che non ci troviamo
di fronte ad un'istanza estranea ed esterna che rema contro l'individuo ed
indipendente, ma di fronte ad un intuito acuto e molto sviluppato e
soprattutto adattativo che pu essere messo a disposizione della persona e
utilizzato in terapia per ridefinire ci che avviene e costruire la fiducia.
L'acccttazione dell'esistenza di punti ciechi del clinico e del cliente [non
sapere di non sapere] viene considerata ineludibile, tollerata e utilizzata,
dando fiducia al disordine e la perdita del me all'ordine che dal disordine
pu emergere. Da parte del clinico, abbandonando il mito del controllo.
Livello metodologico
Come leggiamo i problemi che ci vengono portati? Come pensiamo di
dover intervenire per operare quel cambiamento che ci richiesto dal mandato sociale? Qual il ruolo della terapia e quali sono i suoi ingredienti, le
priorit di cui si occupa? Queste idee differiscono per i diversi modelli
terapeutici ed importante che vengano esplicitate durante il training^
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9- II cambiamento continuo
II significato del sintomo, la concettualizzazione del problema e come si
arrivi alla psicopatologia un'altra caratteristica a noi specifica. In base alla
storia del nostro modello, che non ripropongo e ritengo di dominio di tutti,
ci stato chiesto di rinunciare - come motivazione primaria del lavoro psicologico - a ogni fantasia di cura, guarigione, crescita, miglioramento del
s, consapevolezza [rendere conscio l'inconscio, spiegare le trame relazionali], tutti concetti cui fanno riferimento gli altri modelli clinici. Non si
tratta di produrre un cambiamento ma di interagire in modo che il
cambiamento che comunque si verifica segua un corso piuttosto che un
altro (Maturana, Mendez, Coddu 1988); il cambiamento non creato n
diretto dal clinico, soltanto innescato in seduta e dipende dalle reazioni
organizzative del sistema.
Noi sistemici abbiamo a lungo sostenuto che gli individui non sono
malati e che non possiamo pretendere di curarli: sono solamente malati di
contesto. Ci stato chiesto di instaurare possibili circoli virtuosi, spezzando
quelli viziosi che tanto facilmente si inastano e si ripetono sempre uguali.
Operare al di fuori di etichette a priori, uscire dai percorsi usuali, rinunciare
alle solite soluzioni - rinunciare ad una salute mentale pensata come a priori
- immette nel mondo degli indecidibili. La patologia un'ecologia di idee a
cui non possibile non partecipare e va compresa attraverso i processi di
autoregolazione e i meccanismi che la auto mantengono. Comprendere un
problema significa conoscere il modo in cui elementi di natura psicologica
diversa interagiscono tra loro: stili di interazione, significati, emozioni,
modalit di regolazione delle stesse, alleanze, rapporti...
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Conclusioni:
il valore aggiunto del lavoro sistemico [individuale]
La terapia un processo di secondo livello, specialistico, in cui necessaria la presenza di una domanda esplicita come esplicita deve diventare la
motivazione al cambiamento e il contratto sul lavoro da svolgere. Si tratta
di un intervento mirato all'evoluzione, in un percorso determinato dal
modello, in cui il committente anche l'utente dell'intervento. [A volte l'utente stesso pu scegliere il modello e la persona con cui lavorare; nelle
strutture pubbliche questo non usuale e Valerla Ugazio ci ha spiegato
come non sia neppure necessario e a volte diventi controproducente
(1985)].
La terapia individuale una conversazione terapeutica nella quale il
contratto, la relazione privilegiata e la costruzione del dominio consensuale
avviene con l'individuo, anche se si pu scegliere a volte di incontrarsi con
altre persone significative o di suggerire compiti a casa interattivi, in modo
da perturbare comunque l'individuo. Mette in atto una serie di operazioni
relazionali, interattive, contestualizzate, soggettive, evolutive, non istruttive,
intersoggettive, costruttive, perturbative, responsabili, di secondo ordine,
basate sulle retroazioni.... Tutte caratteristiche intrinseche all'ottica
sistemica che, a mio parere, offrono un valore aggiunto al processo della
psicoterapia.
Cosa vi ho proposto in questo articolo? Niente che non sapeste gi. Ho
cercato di evidenziare i punti di forza del nostro lavoro come sistemici in
quanto ritengo che l'ottica sistemica sia uno strumento fantastico nella
lettura e nella prassi cllnica, uno strumento che potremmo ancor pi
approfondire per scoprirne ulteriori vantaggi. Spero che il lettore non si sia
spaventato di tutta la teoria proposta, credo che imparare a diventare
psicoterapeuti implichi apprendere a livello teorico molte cose e poi lasciare
che fluiscano dentro di s in modo da poterle dimenticare e tornare a fidarsi
del proprio intuito. Un altro livello di conoscenza di cui non abbiamo
ancora parlato infatti quello intuitivo: ci che non sappiamo di sapere.
Quello che avviene in terapia non totalmente oggettivabile, le procedure
" non sono razionali tutte. Seguendo Bateson potremmo proporre il lavoro
terapeutico su un doppio binario, quello della conoscenza per conoscenza
[un modo di pensare consapevole e finalistico, utile per fare progetti,
scrivere, verificare risultati, spiegare, indagare] e una conoscenza per
sensibilit, [(che favorisce il riconoscimento reciproco, si forma sull'esperienza del provare emozioni e sensazioni, sul riflettere e comunicare su tali
emozioni]revolezza del clinico e ad alimentare la sua curiosit, favorisce la
possibilit di non semplificare e di costruire una relazione empatica.
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