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ANTONIO NEGRI

A cura di Mai Saroh Tassinari e Diego Fusaro


"Siete soltanto un mucchio di anarchici, ci dir qualche nuovo Platone. Ma non vero. Saremmo
degli anarchici (come Trasimaco e Callicle, gli immortali interlocutori di Platone) se non
ragionassimo dal punto di vista della materialit costituita nelle reti della cooperazione produttiva
o, in altre parole, se non ragionassimo dalla prospettiva di unumanit che si costituisce
produttivamente attraverso il nome comune della libert. No, non siamo anarchici, siamo
comunisti che hanno visto in quale misura la repressione e la distruzione dellumanit siano state
portate avanti dai big government socialisti e liberali. E abbiamo anche visto come tutto ci venga
ora riesumato nel governo imperiale, nel momento in cui i circuiti della cooperazione produttiva
hanno reso la forza lavoro nel suo complesso capace di autocostituirsi in governo" (Impero, p. 325).

Antonio (Tony) Negri, nato a Padova nel 1933, stato uno dei soci fondatori di Potere Operaio e,
successivamente, del gruppo Autonomia. Ha lavorato al fianco di molti altri autonomisti famosi,
studenti e femministe degli anni 60 e 70, inclusi Raniero Panzieri, Mario Tronti, Sergio Bologna,
Romano Alquati, Mariarosa Dalla Costa e Franois Berardi. Inoltre, ha scritto per Futur Antrieur
con persone del calibro di Paolo Virno.
Meglio conosciuto come il co-autore, con Michael Hardt, di Impero (Rizzoli, Milano 2002), Negri
libero (ma non gli permesso di prendere parte alle elezioni, n di insegnare) dalla primavera del
2003, dopo aver trascorso un periodo in carcere per propositi criminosi, con laccusa che egli e i
suoi scritti fossero moralmente colpevoli in atti di violenza che erano causati dal suo sostegno all
insurrezione armata contro lo stato italiano durante gli anni 60 e 70. Nel 1997, Negri ritornato
volontariamente da un esilio di quattordici anni in Francia, dopo essere stato eletto nel 1983 al
corpo legislativo, mentre veniva imprigionato e poi rilasciato per immunit parlamentare.
Le sue opere prolifiche, iconoclastiche, cosmopolite, altamente originali e spesso di densa e difficile
filosofia tentano di attuare una critica nei confronti della maggior parte dei principali movimenti
intellettuali degli ultimi cinquantanni, in difesa di una nuova analisi marxista del capitalismo. La
polemica tesi di Impero, secondo la quale la globalizzazione e linformatizzazione dei mercati
mondiali a partire dalla fine degli anni 60 hanno prodotto uno sviluppo storico mai visto prima ci
che egli chiama la vera sottomissione dellesistenza sociale per opera del capitale tocca in
maniera piuttosto diretta un numero di temi collegati alla Societ dellInformazione, alla Network
Economy e alla globalizzazione, che forse possono spiegare il grado relativamente alto di interesse
che hanno attratto quando il libro stato pubblicato nel 2000.
Impero, che come sottotitolo recita Il nuovo ordine della globalizzazione, diventato sempre pi
influente col passare degli anni e ha ispirato molti progetti in tutto il mondo. Alcuni di questi
includono i no-borders, Libre Society, KEIN.ORG, NEURO-Networking Europe, D-A-S-H e molti
altri.
Il seguito di Impero, Moltitudine, stato pubblicato nellagosto 2004: in esso, Negri recupera molti
punti trattati soprattutto quando sera accostato al pensiero di Spinoza (Lanomalia selvaggia, 1991;
Spinoza sovversivo, 1992; Democrazia ed eternit in Spinoza, 1995); nella sua lettura, il filosofo
veneto stringe il pensiero spinoziano in un rapporto unitario di produzione-costituzione. Il problema
che Spinoza pone , per Negri, quello della rottura della unidimensionalit dello sviluppo
capitalistico e dell'istituzione del suo potere. L'opera di Spinoza la definizione di un progetto
rivoluzionario che attraversa il moderno, nell'ontologia, nella scienza, nella politica.
L'immaginazione produttiva potenza etica: Spinoza la descrive come una facolt che presiede alla

costruzione e allo sviluppo della libert, che sostiene la storia della liberazione. Essere vuol sempre
dire essere partecipi della moltitudine. La nostra esistenza sempre, in s, comune. Spinoza insegna
che vivere la selvaggia scoperta di sempre nuovi territori dell'essere, territori costituiti
dall'intelligenza, dalla volont etica, dal piacere dell'innovazione, dallo slargarsi del desiderio,
mostra la vita come sovversione - questo il senso dello spinozismo quale Negri lo intende.
Forse la sintesi pi significativa del progetto filosofico di Negri quella del critico neoliberale John
Reilly, che definisce Impero una congiura postmoderna per abbattere la Citt di Dio.
In effetti, ladesione di Negri, nei primi anni Cinquanta, al movimento dei cattolici lavoratori e alla
teologia liberale sembra aver lasciato un marchio indelebile nel suo pensiero: una delle sue opere
pi recenti, Il tempo per la rivoluzione (2003), riguarda soprattutto temi tratti da Agostino di Ippona
e Baruch Spinoza, e pu essere descritto come un tentativo di trovare la Citt di Dio senza laiuto
delle illusioni trascendentali e della teologia di Potere, che egli trova in pensatori come Martin
Heidegger e John Maynard Keynes, ampliando e tentando di correggere la critica dellideologia in
quanto falsa coscienza esposta da Karl Marx.
Tra le tematiche centrali di Negri ci sono il marxismo, lanti-globalizzazione, lanti-capitalismo, il
postmodernismo, il neoliberalismo, la democrazia, la propriet comune e le masse. Anche se
riconosce linfluenza di Michel Foucault, de La condizione della Postmodernit (1989) di David
Harvey, de Il postmodernismo o la cultura logica del tardo capitalismo (1991) di Fredric Jameson e
de Lanti-edipo: schizofrenia e capitalismo di Gilles Deleuze e Felix Guattari, in generale Negri ha
una considerazione molto scarsa nei confronti del postmodernismo, di cui il solo merito, secondo
lui, quello di essere stato un sintomo della transizione storica le cui dinamiche egli stesso e Hardt
hanno cercato di spiegare in Impero. Il mondo sorto dopo il crollo del blocco sovietico , secondo
Negri e Hardt, il mondo del libero mercato che ha travolto le frontiere dei vecchi stati-nazione: la
sovranit passata a una nuova entit, l'Impero, che non accetta limiti n confini, non ha centro n
periferie, vuole controllare tutti gli aspetti del corpo e della mente, superare la storia e porsi come la
fonte della pace, della legittimit, della giustizia. L'Impero, come lo stato romano secondo Polibio,
una sintesi delle tre fondamentali forme di governo: la monarchia impersonata in primo luogo dal
monopolio della forza militare da parte degli Stati Uniti, e poi dal potere politico delle nazioni del
G8, da agenzie militari come la Nato, dagli organismi di controllo dei flussi finanziari come la
Banca mondiale o il Fondo monetario. L'aristocrazia quella del denaro: le grandi multinazionali
che organizzano la produzione e la distribuzione dei beni, e in generale i detentori del potere
economico. La democrazia costituita dagli organismi che tutelano gli interessi popolari: le
organizzazioni non governative, non-profit, per la difesa dei diritti umani sono i moderni tribuni
della plebe. E alla moltitudine - l'incarnazione postmoderna del popolo, cio gli individui che
vivono nel mercato globale, ne subiscono le ineguaglianze, sono espropriati del loro lavoro, anzi
della loro vita - si aprono gli spazi per una rivoluzione dell'ordine mondiale. Dopo alcune premesse
di tipo generale, il saggio si articola in quattro parti e un "Intermezzo" dal titolo suggestivo, "Il
controImpero". Se la prima sezione ha come tematica su cui poggiare l'analisi "La costituzione
politica del presente", la seconda esamina i "Passaggi di sovranit" e prende in considerazione
Europa e Stati Uniti, mentre nella terza il tema prevalentemente economico, titolo della sezione
appunto, "Passaggi di produzione". La quarta e ultima parte particolarmente coinvolgente e merita
approfondite riflessioni, trattando appunto non solo del presente, quanto di quello che sta
germinando del prossimo futuro sia come possibili contromisure che come progetto. Ed proprio
questa parte che vede numerose consonanze con l'elaborazione teorica di quello che ormai
universalmente definito "il popolo di Seattle", nuovo soggetto politico di cui non pi possibile non
tenere conto. questa la visione di "Impero", il libro di Michael Hardt e Antonio Negri che stato
salutato dai giornali americani, inglesi, francesi come il pi importante tentativo di interpretazione
della nostra epoca, addirittura accostato al Capitale di Marx, la 'grande idea' che dominer la scena
culturale del decennio. una profonda riflessione teorica, fondata sugli strumenti d'indagine di
molte discipline, dalla filosofia alla storia, dall'economia all'antropologia, dalla sociologia alla
politica alla storia delle idee. analisi del presente, storia del passato e utopia rivolta al futuro. Ma
che cosa intende esattamente Negri quando parla di Impero, di questo nuovo soggetto politico che

regola gli scambi mondiali, il potere sovrano che governa il mondo? Col crollo dellUnione
Sovietica, come abbiamo detto, venuta meno la dicotomia che aveva caratterizzato la situazione
politica mondiale del dopoguerra e che aveva trovato espressione nella Guerra fredda: allidea dei
due blocchi contrapposti in una guerra imminente ma mai combattuta, salvo nei punti caldi
(Korea, Vietnam, ecc), si allora sostituita lidea di un unico grande Impero, rizomatico e dotato di
innumerevoli gangli pi che di una sola testa; un Impero che, profilandosi come una nuova forma
di sovranit globale, assorbe ogni angolo del mondo entro i suoi confini in espansione: alla vecchia
distinzione tra Paesi allineati con un blocco anzich con laltro, si sostituisce quella tra ci che
interno allImpero e ci che ancora non lo e che, pertanto, combattuto come un nemico
pericoloso perch non ancora riassorbito. Di per s, tuttavia, lImpero non deve essere visto come il
male assoluto: non diversamente da quel che scriveva Marx nel Manifesto a proposito della
borghesia, Negri e Hardt scrivono che lImpero sicuramente meglio di ci che lha preceduto (p.
56), nella misura in cui esso spazza via i crudeli regimi del potere moderno e incrementa i
potenziali di liberazione (p. 56). Nella prefazione allopera, Negri spiega linconfutabile realt
dellImpero:
L'impero si sta materializzando proprio sotto i nostri occhi. Nel corso degli ultimi decenni, con la
fine dei regimi coloniali e, ancora pi rapidamente, in seguito al crollo dell'Unione Sovietica e delle
barriere da essa opposte al mercato mondiale capitalistico, abbiamo assistito a un'irresistibile e
irreversibile globalizzazione degli scambi economici e culturali. Assieme al mercato mondiale e ai
circuiti globali della produzione sono emersi un nuovo ordine globale, una nuova logica e una
nuova struttura di potere: in breve, una nuova forma di sovranit.
Chiarita la realt fattuale dellImpero, Negri ne esamina da vicino il concetto:
Il concetto di Impero caratterizzato, soprattutto, dalla mancanza di confini: il potere dell'Impero
non ha limiti. In primo luogo, allora, il concetto di Impero indica un regime che di fatto si estende
all'intero pianeta, o che dirige l'intero mondo civilizzato. Nessun confine territoriale limita il suo
regno. In secondo luogo, il concetto di Impero non rimanda a un regime storicamente determinato
che trae la propria origine da una conquista ma, piuttosto, a un ordine che, sospendendo la storia,
cristalizza l'ordine attuale delle cose per l'eternit.

E Negri precisa che limpero non devessere confuso con limperialismo:

L'Impero emerge al crepuscolo della sovranit europea. Al contrario dell'imperialismo, l'impero


non stabilisce alcun centro di potere e non poggia su confini e barriere fisse. Si tratta di un apparato
di potere decentrato e deterritorializzante che progressivamente incorpora l'intero spazio mondiale
all'interno delle sue frontiere aperte e in continua espansione. L'Impero amministra delle identit
ibride, delle gerarchie flessibili e degli scambi plurali modulando reti di comando. I singoli colori
nazionali della carta imperialista del mondo sono stati mescolati in un arcobaleno globale e
imperiale.

Contro questa forma di dominio sempre pi assoluta e onnifagocitante si muove non pi la sola
classe operaia (come pensava un tempo Marx), bens poteri alternativi, forze di resistenza, in

particolare la moltitudine, eco postmoderna dellantagonismo tipico della modernit: il popolo. In


questo senso la filosofia torna con Negri ad essere intesa come prassi, come proposizione
soggettiva, desiderio e prassi che si applicano allevento (p. 60). Impero si chiude appunto con una
suggestiva descrizione della prassi del rivoluzionario che lotta contro lImpero e che Negri accosta a
San Francesco, giacch come il frate umbro deve identificarsi nella condizione comune della
moltitudine e impegnarsi per contrapporre la gioia di essere alla miseria del potere.
*
Toni Negri
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Antonio Negri, detto Toni Negri (Padova, 1 agosto 1933[1]), un politico e filosofo italiano.
on. Antonio Negri
Parlamento italiano
Camera dei deputati
Luogo nascita Padova
Data nascita 1 agosto 1933
Titolo di studio
Laurea in filosofia
Professione Professore
Partito Partito radicale
Legislatura IX Legislatura della Repubblica Italiana
Gruppo
Partito radicale
CircoscrizioneVeneto
Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 L'Universit
1.2 Cattolico
1.3 Socialista
1.4 "Autonomo"
1.5 Il processo 7 aprile
1.6 Deputato Radicale
1.7 La fuga in Francia
1.8 Periodo francese
1.9 Ultimo periodo
2 Recensione di Impero e di Moltitudine
3 Critiche
4 Curiosit
5 Opere
6 Note
7 Bibliografia
8 Filmografia
9 Voci correlate
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni
Biografia [modifica]
Ultimo di tre figli[2], suo padre partecip alla fondazione del PCd'I e, a causa delle violenze
fasciste, per al secondo anno di vita di Toni lasciando la moglie, insegnante, con i figli[3]. La
madre lo indirizz allo studio come unico mezzo per uscire dalla miseria.
Suo nonno, anch'egli comunista, era un operaio che, per ammissione dello stesso Negri, gli fece
capire cosa fosse la fatica fisica, portare ogni giorno quintali e quintali che ti buttano sulle spalle.

Sua sorella spos un giovane partigiano comunista, Luciano Dell'Antonio, al quale essi diedero
asilo nell'inverno del 1943-1944 dopo che la sua brigata era stata sterminata in montagna, e che
insieme al nonno fu il suo mentore politico. Il fratello a sedici anni s'invagh dell'idea nazionalista,
s'arruol e mor il medesimo anno in Jugoslavia pochi giorni prima dell'8 settembre, e data la sua
et i fascisti fecero scrivere che si era suicidato per non cadere nelle mani dei comunisti.[4][5]
L'Universit [modifica]
Dopo la maturit si iscrisse al corso di laurea in filosofia dell'Universit di Padova e si inser negli
ambienti della goliardia[6]; diresse fra l'altro il giornale universitario Il B[7], dal nome del palazzo
dell'ateneo. Nel 1955 discusse con Umberto Padovani, docente di filosofia morale, la sua tesi di
laurea su "Lo storicismo tedesco da Dilthey a Weber" sulla quale lavor con Jean Hyppolite[8]. Nel
1956 vinse una borsa di studio dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici e fu presentato dallo storico
delle religioni Raffaele Pettazzoni. Successivamente il rettore di facolt lo nomin suo assistente.
Nel 1967 ottenne la cattedra di "Dottrina dello Stato" presso la Facolt di Scienze Politiche
dell'Universit di Padova.
Cattolico [modifica]
Nel 1950, pur essendo ateo, ma dato il suo interesse per la questione sociale e l'inesistenza a Padova
del partito comunista[4], grazie ad Antonio Sartorato[9] entr nella Giovent Italiana Azione
Cattolica (GIAC), gruppo di giovani che si ispirava ai preti operai francesi[4], divenendone uno dei
dirigenti nazionali[10]. Vi conobbe tra gli altri, Silvio Garattini, Umberto Eco, Vincenzo Scotti e
Gianni Vattimo[11], nei medesimi anni era frequentata anche da Francesco Cossiga[12]. In questo
periodo lesse Maritain, Bernanos e Simone Weil[3]. Dopo due anni ne fu espulso insieme ad altri
componenti[4] e si trasfer in Sicilia a lavorare con il sociologo Danilo Dolci e successivamente
torn a Padova per laurearsi.
Socialista [modifica]
Dal 1956 al 1963 fu iscritto al Partito Socialista Italiano[13], per il quale fu eletto consigliere
comunale[7] il 6 novembre 1960. In questo periodo Negri matur una sistematica critica alla
politica del Partito Comunista Italiano[14]. Successivamente alla scissione della sinistra interna del
PSI che cre lo PSIUP (l'altro fu il PSU), Negri fuoriusc dal partito e inizi a lavorare con Raniero
Panzieri, dirigente del PSI in Sicilia e poi a Roma, alla rivista marxista Quaderni Rossi[7]; in
seguito scrisse sul quindicinale socialista Progresso Veneto e divent collaboratore della Marsilio
Editore, il cui proprietario era Cesare De Michelis, italianista, fratello del politico Gianni, amico di
Paola Meo (che divenne la sua prima moglie); strinse amicizia con Marco Pannella, all'epoca
giornalista de Il Giorno. Nel 1964 si impegn maggiormente in campo universitario, scrivendo
saggi come Stato e diritto nel giovane Hegel e Dell'analisi dello Stato francese nel Cinquecento, e
svilupp dibattiti con Tronti, Alquati e l'allora ventenne Massimo Cacciari. Lo stesso anno nacque a
Venezia Anna Negri sua figlia primogenita e futura regista[15].
"Autonomo" [modifica]
Nel 1966 fond un giornale con Mario Tronti, dopo la parentesi dei Quaderni Rossi di Panzieri:
Classe Operaia. Nel 1967 conobbe a Bologna l'allora diciassettenne e studente Franco Berardi[16],
che sar uno dei fondatori di Radio Alice e A/traverso[17].
Con l'esplodere delle lotte operaie e studentesche si dedic alla politica. Con Massimo Cacciari e
Alberto Asor Rosa Negri fond il gruppo Contropiano, che tuttavia si sfald dopo poco.
Successivamente incontr il gruppo di studenti (tra cui Oreste Scalzone e Franco Piperno) con i
quali nel 1969 diede vita all'organizzazione Potere Operaio[13], di cui fu il teorico e lo stratega.
Nel 1970 fu accolto per delle ricerche su Marx oltre Marx da Louis Althusser all'cole Normale
Suprieure[8]. Nel giugno 1971 fu tra i firmatari della lettera aperta pubblicata sul settimanale
L'Espresso sul caso Pinelli. Nel 1973, con il convegno di Rosolina, il gruppo di Potere Operaio si
sciolse in gran parte nell'area dell'Autonomia Operaia.
Verso il 1977 Negri scrisse il saggio Proletari e Stato, ma pi importante fu Il dominio e il
sabotaggio, elaborato proprio per il movimento del '77 e l'Autonomia, contenente tesi sul rifiuto del
lavoro e del partito e sulla ricomposizione di classe[18]. Il saggio contiene anche riflessioni sulla
violenza politica, anzi precisamente alla "violenza operaia", che definisce "calda proiezione del

processo di autovalorizzazione operaia" e della quale afferma, dopo aver ricordato che per Karl
Marx fra due diritti eguali decide la forza:
Dentro lo stabilizzarsi della crisi, la violenza assume infatti una valenza fondamentale. [...] Il
materialismo storico definisce la necessit della violenza nella storia: noi la carichiamo dell'odierna
qualit dell'emergenza di classe, consideriamo la violenza come una funzione legittimata
dall'esaltazione del rapporto di forza nella crisi e dalla ricchezza dei contenuti
dell'autovalorizzazione proletaria.
(Antonio Negri[19])
Il processo 7 aprile [modifica]
Il 7 aprile 1979 fu arrestato con varie accuse, fra le quali[20]:
il rapimento ed omicidio dell'ingegner Carlo Saronio;
l'uccisione del brigadiere Lombardini nel corso della rapina di Argelato;
il tentato sequestro dell'industriale Duina;
un attentato incendiario alla Face Standard;
il sequestro BR del sindacalista Cisnal Antonio Labate;
il sequestro BR dell'ingegner Michele Minguzzi alla Sit-Siemens di Milano;
l'assassinio di Alceste Campanile (militante di Lotta continua);
l'assassinio del giudice milanese Emilio Alessandrini;
furto in un'armeria di Vedano Olona;
e inoltre: detenzione di armi, attentati dinamitardi, possesso di esplosivi, falsificazione di
documenti, furti, tentate rapine, tentato sequestro e favoreggiamento.
Dapprima, dai giudici romani, gli fu imputata la partecipazione al sequestro e all'uccisione di Aldo
Moro e gli fu attribuita la telefonata che annunciava la breve scadenza dell'esecuzione della
sentenza a carico del leader democristiano; l'accusa si dimostr errata, dato che la chiamata fu
effettuata da Morucci[21]; in seguito d'essere l'ideologo delle Brigate Rosse e mandante morale
dell'omicidio di Aldo Moro[22]. Quasi tutte le accuse, incluse quelle relative a 17 omicidi, caddero
perch ritenute infondate durante il periodo dell'arresto.
In Italia fu processato per i reati di insurrezione armata contro i poteri dello Stato, formazione e
partecipazione a banda armata, promozione di associazione sovversiva, violazione delle norme sulle
armi, tentativo di procurata evasione, sequestro di persona, lesioni personali, violenza privata a
pubblici ufficiali, devastazione e saccheggio, furto: nel 1984 al processo di primo grado venne
condannato a 30 anni di carcere[23].
Nel 1986 gli vennero attribuite pene supplementari per responsabilit morale in atti di violenza fra
attivisti e polizia negli anni Sessanta e Settanta[senza fonte]. Negri fu riconosciuto colpevole, in
particolare, di concorso morale nella fallita rapina di una banca ad Argelato, episodio in cui fu
assassinato un carabiniere[21]. Il processo, che coinvolse lui e gli altri 80 inquisiti[21] del 7 aprile
sulla base del cosiddetto Teorema Calogero (dal nome del sostituto procuratore di Padova Pietro
Calogero) attir l'attenzione anche di Amnesty International, che accus le autorit italiane di aver
commesso numerose irregolarit nel procedimento contro Negri e di aver manipolato la
vicenda[24].
Successivamente, in appello, cadde con formula piena l'accusa di insurrezione armata, e l'accusa del
sequestro Saronio; gli rimasero imputati i reati di banda armata, associazione sovversiva e la
partecipazione, sotto il profilo del concorso morale, alla rapina di Argelato in cui mor il brigadiere
dei carabinieri Andrea Lombardini; la pena fu quindi ridotta a 12 anni di reclusione[21].
Nei giorni immediatamente successivi si origin sulla stampa una ridda di voci non confermate che
volevano che nel 1978, durante il sequestro di Aldo Moro, Negri si fosse incontrato con il giudice
Emilio Alessandrini (poi ucciso da terroristi di Prima Linea). Dopo diverse indiscrezioni e qualche
polemica, l'episodio dell'incontro fu confermato su Il Manifesto, dapprima con un lancio anonimo il
14 aprile e il giorno dopo, ricorrenza della Pasqua, con un articolo a firma di Tiziana Maiolo. La
Maiolo conferm che l'incontro si era effettivamente tenuto, che si trattava di una cena alla quale lei
era presente, svoltasi a casa del giudice Antonio Bevere, esponente di Magistratura Democratica e
coordinatore di una rivista giuridica alla quale collaborava lo stesso Negri[25]. La Maiolo,

precisando che sarebbe stato Alessandrini a sollecitare l'incontro, rifer inoltre, nello stesso articolo,
delle voci che insistentemente correvano negli ambienti giudiziari e per le quali sarebbe stato
Alessandrini, dopo l'incontro, a riconoscere in quella di Negri la voce del telefonista delle Brigate
Rosse che contattava la famiglia Moro, e di questa impressione averne messo a parte il giudice
Calogero[25].
Deputato Radicale [modifica]
Toni Negri al suo primo ingresso a Montecitorio in qualit di membro del Parlamento
Nel 1983, durante il periodo di carcerazione preventiva, accett la proposta di Marco Pannella di
candidarsi alla Camera (nelle circoscrizioni di Roma, Milano e Napoli) per il Partito Radicale.
Pannella desiderava una candidatura critica, e sostenne che Negri fosse vittima di leggi
repressive[26] imposte dai vertici del PCI. D'altro canto Negri promise di lottare per la liberazione
dei detenuti arrestati a causa delle "leggi speciali". La allora prima moglie di Negri, Paola, si era fra
l'altro iscritta al PR.
Il 26 giugno assunse la carica di deputato con 13 000 preferenze e usc dal carcere di Rebibbia[27],
ma il 27 settembre il Parlamento concesse l'autorizzazione all'arresto: l'astensione dei radicali,
contrari per principio alle votazioni, ebbe un peso determinante nell'esito della votazione; dietro
proposta del PCI, si vot anche sulla sospensiva, che fu respinta per pochi voti.
La fuga in Francia [modifica]
Nel frattempo per Negri fugg in Francia grazie all'aiuto di Donatella Ratti e di Nanni Balestrini,
con l'impegno di rientrare in Italia dopo un giro di conferenze nelle capitali europee, affrontando un
processo di estradizione a Parigi per rientrare per farsi arrestare e suscitare cos un "caso"; si
sarebbe candidato di nuovo con il PR alle elezioni europee[senza fonte]. Il suo rapporto con
Donatella Ratti, al tempo della fuga fu oggetto di gossip, secondo cui Negri avrebbe avuto da lei
una figlia, Nina.
Durante la latitanza francese[28] fu aiutato da amici come Gilles Deleuze e Flix Guattari, dai quali
venne introdotto nell'ambiente intellettuale parigino, quest'ultimo gli firmava i contratti, come
affitto e telefono, essendo Negri un "sans papier" e per questo si chiam per vari anni Antoine
Guattari[29].
In Francia Negri ricevette a Parigi giornalisti italiani cui concesse interviste. Molto nota quella
concessa ad Enzo Biagi, in presenza di Marco Pannella, da cui il giornalista trasse lo speciale
televisivo "Toni Negri: perch sono fuggito"[30]. Ve n' anche una versione apparsa il 1 ottobre
1983 su La Repubblica, ad introduzione della quale il giornalista diede conto di aver appreso
informalmente che il filosofo sarebbe scappato in barca, partendo da Punta Ala e passando per la
Corsica[31]. Lo stesso Biagi, in quattro articoli di quegli anni (1984, 1985 e 1987) pubblicati da La
Repubblica[32][33], fu piuttosto critico verso Negri; ad esempio in uno d'essi defin Negri un
mestatore[34] e in un altro fece un confronto fra il predicare [Di Negri in quanto docente
universitario, data l'accusa di "cattivo maestro"] certe teorie, ritenute dalla maggioranza pericolose,
o addirittura criminali e l'influenza delle "lezioni" di Rosenberg e Goebbels sui giovani delle S.S. e
l'eliminazione degli ebrei[35].
Qualche tempo dopo l'intervista, per, Negri cambi idea, rimanendo in Francia e suscitando le ire
di Pannella che, dopo aver atteso per settimane il suo rientro in Italia, gli scrisse una lettera aperta
su Il Corriere della Sera in cui lo accus di aver disatteso il proposito di lottare per la liberazione dei
"compagni" ancora in carcere[3][36]; cos come critic poi il suo rientro in Italia commentando: "E'
chiaro che lui pensa all'amnistia"[27]. In un'altra intervista, o piuttosto un dibattito, concesse infatti
a Gigi Speroni, che per Euro TV riusc a combinare l'incontro fra Toni Negri, Giovanni Negri,
giovane segretario del Partito Radicale (e che tenne a sottolineare che di sola casuale omonimia si
trattasse), ed Enzo Tortora, gi eurodeputato radicale, ma ancora non scagionato dalle accuse per le
quali era stato in precedenza arrestato. Nel corso dell'intervista Giovanni Negri afferm, e Toni
Negri non sment, che Pannella avrebbe voluto partecipare, ma il filosofo non aveva accettato. Il

segretario reclam pubblicamente il seggio parlamentare che il filosofo teneva inutilizzato ed


inutilizzabile per gli obiettivi del partito, Tortora gli chiedeva di combattere in Italia la battaglia
sulla carcerazione preventiva e sugli abusi della magistratura, dichiarando peraltro di avere avuto
sulle sue spalle "l'ombra" della fuga del filosofo.
Il confronto fu teso quanto improduttivo, con Toni Negri che afferm a pi riprese di "essere evaso"
e di leggere nel mandato parlamentare ricevuto un'autorizzazione all'evasione: credo che i voti che
vennero alla mia modestissima persona erano voti che indicavano proprio il diritto all'evasione, il
diritto alla libert[37][38]. Sempre durante l'incontro, rivendicando il diritto alla ribellione contro
le leggi ingiuste, al commento del segretario Giovanni Negri non sei stato molto socratico, il
filosofo Toni Negri non seppe trattenere un vanto con cui tacitare l'interlocutore: io purtroppo sono
filosofo e ho letto Socrate[38]; probabile lapsus dato che non ci sono pervenuti testi redatti da
Socrate. Sempre in questo periodo scrisse una lettera a Francesco Cossiga domandandogli d'essergli
amico, ci caus l'ira di Rossana Rossanda. Al ritorno in Italia di Negri nel 1997 Cossiga lo and a
trovare in carcere[12] portandogli in dono il Dialogo sulla consolazione delle tribolazioni di
Tommaso Moro[39].
In Francia Negri rimase 14 anni, come scrittore e docente universitario, avvalendosi della cosiddetta
Dottrina Mitterrand. Quando, con l'approssimarsi delle elezioni francesi del 1986, si present la
possibilit d'una vittoria della destra e quindi si prospett il termine dell'asilo politico, il filosofo, ad
un'intervista all'emittente radiofonica Europe 1, disse di temere possibili espulsioni di massa, per lui
e gli altri latitanti-rifugiati; e che sarebbe stato da lui presentato un documento alle autorit italiane
e francesi per rendere possibile il ritorno in Italia, chiedendo come garanzia che il giudizio
avvenisse "in libert"; impegnandosi da parte sua a "rifiutare la violenza" e considerando
"seriamente" la possibilit del carcere in caso di condanna nel processo[40].
Periodo francese [modifica]
Insegn a Paris VIII, Paris VII (Jussieu)[1], all'cole Normale Suprieure[41] e al Collegio
Internazionale di Filosofia, fondato da Jacques Derrida[13]. Condusse delle ricerche sulla PlaineSaint-Denis, osservando la trasformazione della vecchia classe operaia in rapporto alle nuove forme
di produzione[8]. Nel 1990 fond con Jean-Marie Vincent e Denis Berger la rivista Futur Antrieur,
che cess le pubblicazioni nel 1998. Anche se non pot impegnarsi in attivit politiche per via dello
specifico divieto che la legislazione francese impone agli esiliati politici, durante la permanenza
francese Negri scrisse numerosi testi politici; grazie alla sua produzione filosofica, nel 2005, Le
Nouvel Observateur lo inser tra i venticinque "grandi pensatori del mondo intero", unico italiano
assieme a Giorgio Agamben[42]. L'intera vicenda giudiziaria del "7 aprile", la breve permanenza
nei radicali di Pannella, la fuga e l'esilio francese di Negri sono descritti nel recente libro "Con un
piede impigliato nella storia" scritto dalla figlia Anna Negri (Feltrinelli 2009).
Ultimo periodo [modifica]
Nel 1997 rientr volontariamente in Italia per finire di scontare la sua pena. Il rientro seguiva una
sorta di scambio a distanza di "garanzie" per s ed altri soggetti in condizioni analoghe alle sue. Con
26 di questi scriveva infatti nell'ottobre 1986 al presidente del consiglio del tempo, Bettino Craxi:
... abbiamo ormai da molti anni abbandonato ogni partecipazione a movimenti politici perseguiti
dalla legge. [...] Crediamo dunque di essere nelle condizioni di poter usufruire della legge sulla
dissociazione ora in corso di discussione alle Camere. [...] ... vogliamo pregarla di studiare il modo
di permettere ai fuoriusciti l'uso della legge sulla dissociazione[43].
Segu un'intervista individuale rilasciata nel novembre 1986 ad Avvenire, quotidiano cattolico, in
cui dichiarava oggi il problema non pi quello della riconquista violenta dello stato [...] Sono
passati dieci anni, venuto il tempo della pacificazione e prometteva Se in passato ho peccato di
leggerezza e irresponsabilit, sar pi attento per il futuro.[43]. Con la legge 18 febbraio 1987, n.
34, la materia della dissociazione fu finalmente riveduta in sede legislativa[44]. Pochi giorni dopo
l'approvazione, il 5 marzo giunse a Francesco Cossiga, allora capo dello stato, un appello di Negri
ed altri 26 affinch l'applicazione della legge sulla dissociazione e i vantaggi che comporta
possano essere reali anche per i fuoriusciti[43]. Usc praticamente in contemporanea anche
un'intervista individuale riportata sul numero dello stesso mese di marzo 1987 della rivista per

adulti Penthouse, in cui Negri defin le Brigate Rosse un "gruppuscolo marxista-leninista


ferocemente ottuso e assassino"[43].
Per parlare di rientro in Italia di Negri si dovette per attendere il 1997,quando in Parlamento la
Commissione Giustizia allora presieduta da Giuliano Pisapia valutava ipotesi di indulto e/o
amnistia[45], quantunque non riferite specificamente al caso, tant' che vi fu chi azzard possibili
collegamenti[46][47].
Rimpatri nel 1997, accompagnato dall'avvocato francese Daniel Voguet[1][48][49], e fin di
scontare la pena (sotto forma di reclusione, e, in seguito, di semi-libert tra Rebibbia e la sua casa di
Trastevere) nella primavera del 2003. Sto riprendendo il mio lavoro politico - disse, e - con il mio
ritorno, vorrei dare una spinta alla generazione che stata emarginata dalle leggi anti-terrorismo
degli anni Settanta in modo che ancora partecipi alla vita pubblica e democratica.
A proposito delle indagini sulla sua persona, il 3 maggio 2003, durante la trasmissione di LA7
L'infedele rifer che quando era a Parigi l'allora Presidente del Consiglio e segretario del PSI Bettino
Craxi (deceduto nel 2000) gli avrebbe fatto sapere che i servizi stavano architettando qualcosa su di
me, consigliandomi di essere cauto. Per questo ancora gli sono grato[50]. Nella stessa trasmissione
solidarizz con l'"avversario politico" Silvio Berlusconi, accusando la magistratura italiana di
esercitare uno spropositato potere politico, allo stesso modo in cui lo avrebbe fatto negli anni
Settanta con l'Autonomia Operaia.
Nel 2004 Libration pubblic un appello di Negri e Nanni Balestrini che, dato anche il caso di
Cesare Battisti, domandava al governo italiano un'amnistia generalizzata per gli ex terroristi[51].
Nel 2005 espresse il suo assenso nei confronti della Costituzione Europea, posta in quel momento al
vaglio dell'elettorato francese. Questo scaten un'accesa polemica[senza fonte], nella quale Negri
venne accusato di un cedimento rispetto alle sue aspirazioni rivoluzionarie e di essere diventato
"liberal-realista".
Negri replic autodefinendosi un "rivoluzionario-realista".[52] Il suo libro intitolato Goodbye Mr
Socialism (2006), partendo dal 1989 analizza lo stato di salute e il destino delle sinistre oggi.
Il presidente venezuelano Hugo Chvez, del quale Negri fu consulente[53], ne lesse i primi libri fin
dalla met degli anni novanta, e a quanto riportato in un articolo di Panorama, esso sarebbe uno
dei suoi numi tutelari[54]. Nel suo libro Understanding the Venezuelan Revolution: Hugo Chavez
Talks to Marta Harnecker[55], Chavez ricorda le sue letture dei testi di Negri mentre era rinchiuso
in prigione a seguito del suo fallito golpe del 1992. Successivamente Negri lo accuser di citarlo a
sproposito, e di porre freni al cammino verso l'autonomia operaia intrapreso da Lula, da Kirchner e
dalla signora Bachelet[56]. Il 15 agosto 2007 Toni Negri era presente nel parlamento venezuelano,
mentre il presidente Chvez illustrava i cambiamenti della Costituzione[57].
del 2009 il libro "Commonwealth", scritto assieme a Michael Hardt, che conclude la trilogia
avviata con "Impero" e "Moltitudine" e che verte attorno all'analisi dell'autonomia del soggetto
produttivo, del soggetto resistente e della riappropriazione del "comune" (concetto, quello del
"comune", trattato anche in "Good bye Mr. Socialism"). Negli ultimi anni Negri si anche dedicato
anche alla drammaturgia scrivendo e pubblicando opere teatrali messe in scena in Francia (Theatre
National de la Colline, Festival d'Avignon, TGP-Saint Denis, La Comdie de Reims...) e in Svizzera
(Thtre Vidy, Lausanne) e, assieme a Raffaella Battaglini, ha contribuito al testo "Settanta", edito
da "DeriveApprodi"[58].
Oggi vive con l'attuale compagna, la filosofa francese Judith Revel, tra Venezia e Parigi. Aderisce al
progetto UniNomade, una rete di ricercatori, accademici, studenti e attivisti di movimento che dal
2004 ha iniziato un percorso possibile di ricomposizione delle intelligenze[non chiaro] critiche per
costruire un dispositivo di autoformazione e di dibattito pubblico mettendo a tema i concetti, i
linguaggi e le categorie che le esperienze teoriche e pratiche dei movimenti hanno espresso in questi
ultimi anni[59].
Durante le Elezioni politiche italiane del 2013 ha dichiarato di aprezzare i Marxisti per Tabacci.[60]
Recensione di Impero e di Moltitudine [modifica]

Noto in Italia per la sua attivit politica e per le questioni giudiziarie, Negri ha acquisito notoriet
anche all'estero nei primi anni 2000 grazie al libro Impero, scritto con l'ex allievo Michael Hardt,
divenuto uno dei manifesti del cosiddetto "movimento no global". Nel dicembre del 2001 - a pochi
mesi dagli attentati al WTC di New York e all'inizio della cosiddetta "Guerra al terrorismo" - il
settimanale Time inser Antonio Negri tra "le sette personalit che stanno sviluppando idee
innovative in diversi campi della vita moderna"[61][62].
La motivazione di questa scelta risiedeva nell'enorme successo mondiale del saggio di Negri Impero
e dalle recensioni di molte testate giornalistiche mondiali che segnalarono il libro come un testo
fondamentale nell'analisi della globalizzazione e della storia economica e sociale contemporanea.
[63] Definito da alcuni il nuovo "libretto rosso" di diversi movimenti no-global, no-war o
altermondialisti nati a partire dalla rivolta di Seattle del 1999, questo testo ha suscitato un grande
dibattito teorico: Fredric Jameson, docente emerito di letteratura comparata alla Duke University,
citato da Le Monde defin Impero "la prima grande sintesi teorica del nuovo millennio"[64]. A
"Impero" fece seguito nel 2004 la pubblicazione di Moltitudine dove, dopo lo studio delle
dinamiche globali affrontate in Impero si passa all'analisi dei soggetti sociali in grado di costruire
una "democrazia globale" in alternativa alla catastrofe, anche ecologica, causata dal dominio
economico e bellico dell'Impero. Infine nel 2006 lo studio di tali dinamiche venne integrato da un
nuovo saggio, Movimenti nell'impero. Paesaggi di passaggio.
In questi studi gli autori delineano lo svilupparsi di nuova forma di sovranit globale, derivante
dalla crisi degli stati-nazione moderni, e che chiamano, appunto, Impero, sottolineandone la
differenza con l'imperialismo visto come una delle fasi storiche dello sviluppo e del passaggio della
sovranit degli stati-nazione al "nuovo ordine globale". L'Impero l'entit sovranazionale
caratterizzata e fondata su uno stato di perenne crisi, in cui i conflitti interni - tra gli stessi soggetti
multinazionali capitalistici - sono regolati dalla guerra che anche meccanismo produttivo e
normativo. L'Impero serve a garantire la sopravvivenza dell'economia neoliberista, fondata sulla
sussunzione delle risorse umane e materiali del pianeta e sulla espropriazione della ricchezza
socialmente prodotta, produzione di tipo postfordista in cui l'egemonia produttiva delle forze
lavoro intellettuali e immateriali, a differenza del ciclo fordista precedente in cui erano
predominanti quelle materiali. In questo contesto la categoria marxista di proletariato non coincide
pi con la sola classe operaia, ma si estende a tutte le fasce sociali soggette alle forze dominanti
dell'Impero e della nuova "produzione bio-politica".
Solo la "moltitudine" - termine con cui gli autori definiscono la miriade di soggetti sociali sottoposti
alle forze dominanti -, in quanto "globale" al pari delle forze agenti nell'Impero, sarebbe in grado di
abbatterlo sostituendo una reale democrazia globale alle sue forme di governo, s globali ma
organizzate in una forma costituzionale piramidale, formata da matrici e strati di cui fanno parte gli
stati-nazione riuniti nel G8, la WTO, la Banca Mondiale, i club di Parigi, Davos, Londra, le
multinazionali, ma anche altri stati-nazione e molte ONG. In questo scenario la guerra stessa si
trasforma: non pi conflitto dichiarato tra differenti stati-nazione e strumento per la salvaguardia e
l'estensione di interessi imperialistici di una sola nazione, ma guerra globale permanente,
caratterizzata dall'ossimoro dell'emergenza come norma necessaria a gestire globalmente i flussi di
materie prime, delle merci, dei capitali e, ovviamente, delle persone. Quindi gestione policentrica di
conflitti regionali, guerra asimmetrica, attivit di repressione poliziesca, controllo delle frontiere,
guerra al terrorismo: tutte attivit considerate specificazioni del medesimo conflitto globale
permanente.
Il senatore a vita Francesco Cossiga, che insieme a Negri frequentava l'Azione Cattolica, ricevette
da esso una copia con dedica quando il libro usci negli U.S.A e partecip alla presentazione del
libro al Piccolo Eliseo di Roma[4]. In un'intervista fattagli da Michele Brambilla, in rapporto al
testo, disse:
Hanno scritto che la teoria degli antiglobal, ma non vero. Intanto Negri riconosce alla
globalizzazione dei meriti, soprattutto quello di aver portato al superamento degli Stati nazionali. E
poi, a differenza degli antiglobal, Negri non crede che gli Stati Uniti siano il centro dell'impero, e
nel suo testo non c' traccia di pauperismo. Direi che Negri vede nel movimento antiglobal una

specie di movimento comunista a-scientifico, cio non hegeliano-marxista-leninista, che secondo lui
servir ad abbattere lattuale impero, fatto dalle relazioni economiche internazionali. Dopo di che,
questo comunismo utopico dovr inverarsi in un nuovo comunismo scientifico[12][65]
Critiche [modifica]
Vi sono voci di critica a Negri "da sinistra", attaccando in particolare la sua tesi che trova
inadeguata per il presente la classica categoria marxista-leninista dell'imperialismo, quello
statunitense in particolare. Vi sono anche critiche di parte neoliberale, come dimostrato da una
lunga recensione di Francis Fukuyama a "Moltitudine" apparsa sul New York Times in cui
l'economista e filosofo americano della cosiddetta "fine della storia", pur criticando l'approccio
marxista ed egualitario di Negri e Hardt, ammette tuttavia che la loro problematizzazione della
"governance globale" indubbiamente reale.[66]
Giorgio Bocca dedic a Negri una stroncatura decisissima, politica e probabilmente anche umana,
ne Il provinciale: settant'anni di vita italiana, descrivendolo fra l'altro come "un narciso dal cervello
sottile e febbricitante, di quelli che usano una forte memoria solo per soccorrere i loro trucchi"[67].
Un'altra pesante stroncatura, sui fondamenti stessi della sua strutturazione filosofica, viene da
Costanzo Preve, per il quale il pensiero di Negri cadrebbe in gravi contraddizioni che ne
minerebbero la riconducibilit sostanziale agli stessi principi che proclama[68][69].
Curiosit [modifica]
un tifoso del Milan e negli anni Sessanta partecip alla creazione delle Brigate Rossonere[70].
Nel 2011 compare in una intervista nel documentario Marx Reloaded diretto da Jason Barker.
Toni Negri viene citato dal gruppo rap Assalti frontali nella canzone "Che ora ?", dall'album
Un'intesa perfetta: "Nella testa ci ho Cline, Biancaneve e Toni Negri".
Opere [modifica]
1958: Stato e diritto nel giovane Hegel: studio sulla genesi illuministica della filosofia giuridica e
politica di Hegel. Padova, Cedam.
1959: Saggi sullo storicismo tedesco: Dilthey e Meinecke. Milano, Feltrinelli.
1962: Alle origini del formalismo giuridico: studio sul problema della forma in Kant e nei giuristi
kantiani tra il 1789 e il 1802. Padova, Cedam.
1962: Scritti di filosofia del diritto : 1802-1803 di G. W. F. Hegel. Bari, Laterza.
1964: Alcune riflessioni sullo stato dei partiti. Milano, Giuffr (Estr. da: Rivista trimestrale di
diritto pubblico)
1968: Marx sul ciclo e la crisi, Firenze, La Nuova Italia (Estr. da: Contropiano n. 2, maggio 1968)
1970: Descartes politico o della ragionevole ideologia. Milano, Feltrinelli.[rist. Roma,
Manifestolibri, 2007]
1970: Stato e politica. Milano, Feltrinelli (Fa parte di Enciclopedia Feltrinelli Fischer)
1974: Crisi dello Stato-piano : comunismo e organizzazione rivoluzionaria. Milano Feltrinelli [rist.
in "I libri del rogo", Roma, Derive Approdi, 2006]
1974: Partito operaio contro il lavoro, (contenuto in S. Bologna, P. Carpignano, A. Negri "Crisi e
organizzazione operaia". Milano, Feltrinelli, pp. 99160), [rist. in "I libri del rogo", Roma, Derive
Approdi, 2006]
1976: Proletari e stato: per una discussione su autonomia operaia e compromesso storico. Milano,
Feltrinelli, [rist. in "I libri del rogo", Roma, Derive Approdi, 2006]
1977: La fabbrica della strategia : 33 lezioni su Lenin, Padova, Cooperativa libraria editrice degli
studenti di Padova; Collettivo editoriale librirossi, [rist. come "33 lezioni su Lenin", Roma,
Manifestolibri, 2004]
1977: La forma Stato : per la critica delleconomia politica della Costituzione. MIlano, Feltrinelli
[parzialmente rist. in "I libri del rogo", Roma, Derive Approdi, 2006]
1978: Manifattura, societ borghese, ideologia / scritti di F. Borkenau, H. Grossmann, A. Negri (a
cura di Pierangelo Schiera). Roma, Savelli

1978: Il dominio e il sabotaggio : sul metodo marxista della trasformazione sociale, Milano,
Feltrinelli, 1978 [rist. in "I libri del rogo", Roma, Derive Approdi, 2006]
1979: Marx oltre Marx : quaderno di lavoro sui Grundrisse. Milano, Feltrinelli, [rist. Roma,
Manifestolibri, 2003]
1979: Dall'operaio massa all'operaio sociale : intervista sull'operaismo (a cura di Paolo Pozzi e
Roberta Tommasini). Milano, Multhipla, [rist. Verona, Ombre corte, 2007, con una prefazione
dell'Autore]
1980: Il comunismo e la guerra. Milano, Feltrinelli
1980: Politica di classe: il motore e la forma : le cinque campagne oggi". Milano, ?
1981: L'anomalia selvaggia: saggio su potere e potenza in Baruch Spinoza, Milano, Feltrinelli, 1981
[rist. in "Spinoza", Roma, Derive Approdi, 1998]
1982: Macchina tempo: rompicapi, liberazione, costituzione. Milano, Feltrinelli
1983: Pipe-line: lettere da Rebibbia, Torino, Einaudi, ISBN 88-06-05576-3
1985: Diario di un'evasione. Milano, M.B.P.
1987: Lenta ginestra: saggio sull'ontologia di Giacomo Leopardi, SugarCo [rist. Milano, Mimesis
Eterotopia, 2001]
1988: Fine secolo: un manifesto per l'operaio sociale. Milano, SugarCo [rist. come Fine secolo:
un'interpretazione del Novecento, Roma, Manifestolibri, 2005 ISBN 88-7285-458-X]
1989: Arte e multitudo. Sette lettere del dicembre 1988. Politi, ISBN 8878160253
1990: Il lavoro di Giobbe: il famoso testo biblico come parabola del lavoro umano, Milano,
Sugarco, ISBN 88-7198-013-1
1992: Il potere costituente: saggio sulle alternative del moderno, Carnago, SugarCo, ISBN 88-7198179-0 rist. Roma, Manifestolibri, 2002
1992: Spinoza sovversivo: variazioni (in) attuali. Introduzione di Emilia Giancotti, Roma, A.
Pellicani [rist. in "Spinoza", Roma, Derive Approdi, 1998]
1995: Il lavoro di Dioniso: per la critica dello Stato postmoderno. (con Michael Hardt) Roma,
Manifestolibri, ISBN 88-7285-077-0
1996: L'inverno finito: scritti sulla trasformazione negata, 1989-1995 (a cura di Giuseppe Caccia),
Roma, Castelvecchi, ISBN 8886232632
1997: "I libri del rogo", Roma, Castelvecchi, 1997 (Contiene: Crisi dello Stato-piano; Partito
operaio contro il lavoro; Proletari e stato; Per la critica della costituzione materiale; Il dominio e il
sabotaggio) ISBN 88-8210-024-3, [rist. 2006, Roma, Derive Approdi]
1997: La costituzione del tempo: prolegomeni. Orologi del capitale e liberazione comunista. Roma,
Manifestolibri, ISBN 887285136X
1998: "Spinoza. Introduzioni di Gilles Deleuze, Pierre Macherey, Alexandre Matheron", (Contiene:
Lanomalia selvaggia, Spinoza sovversivo, Democrazia ed eternit in Spinoza), Roma,
DeriveApprodi, ISBN 88-87423-09-1
2001: Kairs, alma venus, multitudo. Nove lezioni impartite a me stesso. Roma, Manifestolibri,
ISBN 8872854504
2001: Desiderio del mostro: dal circo al laboratorio alla politica (a cura di Ubaldo Fadini, Antonio
Negri, Charles T. Wolfe), Roma, Manifestolibri, ISBN 8872851513
2002: Impero: il nuovo ordine della globalizzazione, (con Michael Hardt) Milano, Rizzoli, ISBN
88-17-86952-X
2002: Europa politica, Ragioni di una necessit (con Friese Heidrun, Peter Wagner), Roma,
Manifestolibri
2003: L'Europa e l'impero: riflessioni su un processo costituente. Roma, Manifestolibri, ISBN 887285-352-4
2003: Cinque lezioni di metodo su moltitudine e impero, Soveria Mannelli, Rubbettino, ISBN 88498-0563-2
2003: Luciano Ferrari Bravo ritratto di un cattivo maestro: con alcuni cenni sulla sua epoca, Roma,
Manifestolibri, ISBN 88-7285-290-0

2003: Il ritorno: quasi un'autobiografia (conversazione con Anne Dufourmantelle), Milano, Rizzoli,
ISBN 88-17-87242-3
2003: Guide: cinque lezioni su impero e dintorni; con contributi di Michael Hardt e Danilo Zolo,
Milano, R. Cortina, ISBN 88-7078-823-7
2003: L'Europa e l'Impero. Riflessioni su un processo costituente. Roma, Manifestolibri
2004: Moltitudine: guerra e democrazia nel nuovo ordine imperiale (con Michael Hardt), Milano,
Rizzoli, (Trad. e cura di Alessandro Pandolfi), ISBN 8817002003
2005: La differenza italiana, Roma, Nottetempo, ISBN 88-7452-049-2
2006: Movimenti nell'impero: passaggi e paesaggi. Milano, R. Cortina, ISBN 88-7078-995-0
2006: Global. Biopotere e lotte in America Latina (con Giuseppe Cocco), Roma, Manifestolibri
2006: Goodbye Mr Socialism (a cura di Raf Valvola Scelsi), Milano, Feltrinelli, ISBN 8807710250
2007: Settanta (con Raffaella Battaglini), Roma, Derive Approdi
2007: Le verit nomadi (con Felix Guattari), Milano, Selene [edizione originale "Les nouveaux
espaces de libert", Dominique Bedou, Parigi, 1985; traduzione inglese ampliata: "Communists
Like Us: New Spaces of Liberty", New Lines of Alliance Semiotext(e), New York, 1990]
2008: Note su porto Marghera, Ascoli Piceno, questipiccoli
2008: Il sorriso dello spettro, in J. Derrida e altri, Marx & Sons. Politica, spettralit, decostruzione,
Mimesis, Milano 2008.
2009: Commonwealth, (con Michael Hardt), Harvard University Press
2010: Comune: oltre il privato ed il pubblico, (con Michael Hardt), Rizzoli
2010: Dentro/contro il diritto sovrano. Dallo Stato dei partiti ai movimenti della governance,
Prefazione e cura di Giuseppe Allegri, Verona, Ombre Corte, ISBN 978-88-95366-69-2

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