Professional Documents
Culture Documents
Piero Vereni il traduttore del testo, descrive il linguaggio di A. come ostico, che crea
al traduttore stesso problemi di coscienza a causa dei numerosi neologismi. Questo
perch A. americano di origine indiana, nato a Bombay, di educazione britannica e
formazione universitaria statunitense: il suo inglese in parte il retaggio della
colonizzazione britannica ed in parte della cultura statunitense.
Il libro racconta che non pi possibile appellarsi ai tempi in cui i confini tra Noi e
Loro erano saldi, perch siamo ormai tutti immersi in una fusione postfusiva di cui
meglio conoscere la temperatura, se non vogliamo rimanere scottati.
Introduzione
Il libro un tentativo di dare un senso al percorso che era iniziato con la modernit
come sensazione fisica scoperta attraverso i film americani visti a Bombay e che si
concluso di fronte alla modernit come teoria nei corsi universitari di scienze sociali.
Ha selezionato come temi alcuni fatti culturali e li ha usati per portare alla luce la
relazione tra modernizzazione come evento e modernizzazione come teoria.
Lopera dellimmaginazione.
La mediazione elettronica e la migrazione di massa segnano il mondo presente non
perch
sono
forze
tecnicamente
nuove
ma
perch
spingono
lopera
dellimmaginazione. Immagini e spettatori sono contemporaneamente in circolazione
e questa relazione mobile tra eventi mass-mediatici e pubblici migranti definisce il
nucleo della relazione tra la globalizzazione e il moderno.
I mutamenti tecnologici hanno determinato un cambiamento: anche limmaginazione
diventata un fatto collettivo a causa dei mutamenti tecnologici. 1) diventata parte
del lavoro mentale quotidiano della gente comune in molte societ, che immagine
nuove vite, nuovi lavori, nuovi posti in cui abitare. 2) Distinzione tra immaginazione e
fantasia. 3) Limmaginazione sempre pi un fattore collettivo trans-nazionale (le
Olimpiadi, la fruizione collettiva di una visione).
La globalizzazione ha ridotto le distanze tra le elites, mutato la relazione tra produttori
e consumatori; la modernit oggi pi pratica ed esperienziale e meno pedagogica.
La trasformazione delle soggettivit quotidiane attraverso la mediazione elettronica e
lopera dellimmaginazione non solo un fatto culturale: anche connessa alla
politica,attraverso i modi in cui il senso individuale taglia trasversalmente quello dello
stato nazionale.
La globalizzazione non la storia dellomogeneizzazione culturale.
Il culturalismo la politica dellidentit mobilitata a livello nazionale; la
deliberata mobilitazione delle differenze culturali al servizio di politiche pi
vaste (nazionali o transnazionali), da cui la violenza etnica di oggi.
Appadurai un esperto di studi darea, una strategia di ricerca occidentale
secondo i quali la localit un prodotto storico e le storie attraverso cui le
localit emergono sono soggette poi alle dinamiche del globale. Lindia in questo
testo un esempio per esaminare come la localit emerga in un mondo che si
globalizza.
Interpreta la politica culturale del mondo globale attraverso la relazione tra
mediazione e migrazione di massa.
La questione dello stato nazionale, della sua storia, della sua crisi attuale e delle
sue prospettive: gli stati nazionali acquistano senso solo come parte di un
sistema e ormai chiaro che non possano fungere da regolatori a lungo termine
della relazione tra globalit e modernit; ecco perch la modernit in polvere
(il nazionalismo visto come una malattia; il sistema degli stati nazionali a
rischio idea condivisa da pi part; i moderni apparati governativi perseguono
la millanteria, la violenza, la corruzione). E possibile che lordine postnazionale
che sta emergendo non si riveli un sistema di elementi omogenei, ma un
sistema basato su relazioni tra elementi eterogenei; e questo potrebbe essere il
lascito pi eccitante dellaver vissuto la modernit in polvere.
Capitolo primo - Disgiuntura e differenza nelleconomia culturale globale
In questo saggio, che quello che ha reso famoso Appadurai tra gli antropologi e non solo, lautore
cerca di individuare un linguaggio e gli strumenti per parlare del mondo dopo la fine del progetto della
modernit. Se il mondo delle diversit culturali non pi pensabile come univocamente e
unanimemente diretto verso la modernizzazione (concetto divenuto perlomeno equivoco, se non privo
di senso), dobbiamo pensare a nuovi modi di pensarlo. Linizio del saggio serve a far capire al lettore
che Appadurai non ingenuo, e sa benissimo che fenomeni di uniformazione e tentativi di collegare tra
loro attraverso il potere e leconomia sono sempre esistiti, prima attraverso i grandi imperi storici, poi
con le diverse ondate del colonialismo. Quel che oggi diverso, la scala su cui i fenomeni di
collegamento avvengono e, soprattutto, le forme culturali di questo movimento. Il mondo moderno
diventato un sistema interattivo in senso del tutto inedito: siamo in presenza non
solo dinterazioni su larga scala, ma di un nuovo tipo e nuova intensit. In passato le
transazioni culturali tra gruppi erano limitate, geograficamente e culturalmente, ed
erano per lo pi determinate da guerre e religioni con il colonialismo emersa una
rete cumulativa di denaro, commercio, conquista e migrazione che ha determinato la
creazione di rapporti duraturi tra diverse societ. Questo ha posto le premesse per un
traffico permanente di idee e immagini che stato ulteriormente sollecitato dal
capitalismo a stampa di Anderson che ha sprigionato la forza dellalfabetizzazione di
massa. Poi negli ultimi 100 anni c stata la vera e propria esplosione tecnologica e
siamo entrati nel villaggio globale di McLuhan. Alle pagine 48 e 49 gli esempi citati servono
a dimostrare un punto essenziale: il passato non pi il possedimento privato dellindividuo (quel che
mi ricordo), n la trasmissione di un corpus di informazioni che appartengono alla mia ristretta
comunit di riferimento (le memorie dei miei nonni, gli album fotografici che mamma raccoglie con
cura), e neppure gli spazi storici entro cui mi colloca la mia cultura ufficiale (la storia che si impara
a scuola), ma diventato invece una specie di supermercato della memoria. Il passato non pi
moderno: crea nuovi mercati per il cinema che sono chiamati a riprodurre determinati
modelli locali in sistemi globali, per le agenzie di viaggio che prosperano sul bisogno
di tenere un contatto con la terra di origine. Di fronte a questo movimento, a pagina 60
Appadurai ci informa su unimportante conseguenza: gli stati, lungi dallaccettare passivamente il loro
indebolimento, sembrano spingere ancora di pi verso luniformazione e lomogeneizzazione (cio
cercano ancora di pi di impossessarsi della nazione, cio di fare in modo che il loro confine coincida
con quello della nazione, da cui pulizie etniche, espulsioni, tentativi di assimilazione) mentre, viceversa,
le popolazioni in movimento (gli etnorami) pretendono spesso di mangiarsi lo stato, richiedendo diritti
nei paesi in cui si muovono (diritto allinfibulazione? Diritto a praticare la segregazione sessuale?)
suscitando risentimenti e ulteriori reazioni omogeneizzanti. In pi, il flusso degli ideorami (le idee di
democrazia, autodeterminazione, diritti umani) fa s che molte minoranze agiscano consapevolmente in
modo politico, rivendicando lindipendenza politica e la necessit di un loro stato ( questo il senso
della frase di Appadurai, che stato e nazione cercano di cannibalizzarsi a vicenda). Letnicit come
primordialismo diffuso di cui si parla a pagina 62 una conseguenza di questi flussi. Un po come ci
aveva insegnato Geertz, il contatto con il diverso (migrante o ospitante) irrigidisce le differenze, e un
po (come insiste Appadurai) il flusso degli ideorami e dei mediorami rende plausibile un uso politico
della differenza culturale su scala planetaria. A pagina 63 e 64 Appadurai riprende una vecchia
terminologia marxista (feticismo delle merci) per parlare di due forme nuove di feticismo: il f. della
produzione, per cui gli stati si illudono di poter controllare il livello locale dei tecnorami e dei
finaziorami, mentre sono essi stessi parte di questi flussi (, insomma, lillusione degli stati di poter
gestire uneconomia ancora nazionale) e il f. del consumatore, per cui ci si illude che il consumatore
sia un attore sociale (possa cio fare delle scelte), mentre in realt il suo margine di scelta
ridottissimo dalle determinazioni dei diversi flussi. Lultimo paragrafo di pagina 64 importante: si dice
che nella globalizzazione risulta palese la contraddizione dellIlluminismo, che voleva
contemporaneamente riconoscere leguaglianza di tutti gli uomini e la specifica differenza delle diverse
culture. Sta dicendo che la globalizzazione ha un aspetto positivo in quanto rende disponibili nuove
informazioni e nuova tecnologia per nuovi gruppi sociali, ma anche un male perch stimola un iperparticolarismo culturale e tendenzialmente isolazionista. Tanto per non perdere il vizio, Appadurai ci
ricorda che le questioni sono spesso pi complicate di come vorrebbero farci credere i nostri tentativi di
inquadrarle entro schemi semplici. Il capitolo si chiude con due paragrafi che racchiudono il primo una
e laltro due questioni importanti. Il primo (pp. 65-68) si chiede sostanzialmente come sia possibile
riprodurre e trasmettere le culture entro questo sistema di flussi. Com ovvio, le culture per poter
sopravvivere devono essere in grado di trasmettersi alle nuove generazioni (se di colpo tutti gli italiani
decidessero di parlare francese, fra unottantina di anni al massimo litaliano sarebbe scomparso). La
famiglia (sede dellinculturazione primaria) il centro dove si condensano proprio le tensioni
contraddittorie dei diversi flussi, per cui genitori e figli possono essere inseriti in flussi mediatici
profondamente diversi (pensate a quello che guardate voi in televisione, e quello che guardano i vostri
genitori o i vostri nonni) che si intrecciano con ideorami spesso conflittuali (un figlio no global con un
padre di Forza Italia, una figlia studentessa di arabo che viaggia in Siria e una madre ancorata al
modello femminista), flussi che si intersecano con tecnorami divergenti (spedire gli sms sembra essere
una questione riservata a chi ha meno di 45 anni). Insomma, oggi diventa pi complicato capire come
fare per trasmettere il sapere e il fare delle culture e le sofferenze della riproduzione gravano
per lo pi sulle donne, da un lato forzate ad entrare nel mondo del lavoro attraverso
nuove modalit e dallaltro responsabili del mantenimento delleredit familiare . Il
paragrafo finale (pp. 68-70) racchiude due ulteriori questioni, semplici nella formulazione, un po meno
nella risposta: a) dati i diversi flussi, cosa vuol dire oggi fare comparazione (una delle parole chiave
dellantropologia) se i nostri oggetti che poniamo a confronto (che compariamo) non esistono pi
come oggetti chiaramente delimitati? b) possibile individuare una gerarchia tra i diversi -orami, nel
senso che possiamo supporre che alcuni condizionino in modo sostanziale gli altri? Alla prima domanda
non c risposta certa, se non che oggi dobbiamo confrontare prospettive, e non pi oggetti: come
vede il flusso dei diversi orami standosene in provincia di Roma e come invece si vede da Firenze? Ma
gi localizzare la cosa in termini di Firenze o Roma fuorviante. Dovrei invece selezionare un
particolare soggetto riconoscibile (la comunit rumena che vive a Grotte Celoni, appena fuori Roma, i
muridi senegalesi che stanno in periferia di Firenze) e tenendo quellelemento come fulcro, provare a
ripercorrere gli -orami da quel punto di vista. Ad esempio, ci sono rumeni che si sono specializzati
nellinstallazione di antenne paraboliche e che fanno pubblicit della loro attivit in rumeno, con piccoli
manifestini che appiccicano sui pali della luce: un frammento di mediorama probabilmente invisibile
per chi non sia di lingua rumena, ma che pu innestare diversi movimenti. Se qualche rumeno chiama
la ditta e si fa istallare lantenna parabolica, acquisisce la disponibilit di un tecnorama che mette in
moto soldi (finanziorama, per quanto risicato) per entrare in un mediorama altrimenti indisponibile (i
canali che trasmettono in rumeno), aprendo cos spazio a ideorami (cosa dicono i politici rumeni degli
immigrati allestero?) e magari vedendosi canali satellitari internazionali che possono fargli immaginare
soluzioni alternative, e rimetterlo in moto verso altri paesi (etnorama). Ecco quindi che partendo da un
piccolo manifesto mi trovo a dover maneggiare una mole notevole di informazioni e concetti. Con cosa
lo posso comparare? Con i manifesti scritti in altre lingue nello stesso posto? Con altre pratiche di
piccola pubblicit in altre parti? Quale che sia la nostra risposta, il lavoro di comparazione diventa
proprio un esercizio complicato. Per quanto riguarda la seconda domanda di questo paragrafo finale (se
ci sia una gerarchia determinante tra i diversi flussi) la risposta quello che Appadurai ci ha dato nel
corso del saggio, e che ripete con un paio di esempi: di volta in volta, caso per caso, dovr essere la
ricerca empirica a dirmi quali sono i flussi determinanti e quali invece i flussi determinati. Mi sono
dilungato nella descrizione di questo capitolo perch contiene praticamente tutti gli elementi per capire
come funziona il modello di Appadurai, che vedremo applicato anche negli altri capitoli. Dora in avanti,
le mie analisi saranno molto pi stringate.
Capitolo secondo- Etnorami globali: appunti e questioni per unantropologia
transnazionale.
un tempio nonch suo amico con cui aveva compiuto una serie di ricerche, e scopre
che questi a Houston, per assistere la comunit indiana doltremare nella delicata
politica di riproduzione culturale. la globalizzazione dellinduismo: il tempio non pi
come centro di attrazione culturale, ma dotato di una sua forza di espansione nel
mondo), il secondo letterario (pp. 83-87, esempio di realismo magico: brano di Julio
Cortzar che racconta di uninvenzione pazzesca, un nuovo sport, il nuoto in una
piscina di gofio che la farina di ceci. linternazionalismo dello sport contro
lossessione per il risultato tecnico luso di steroidi per modificare il corpo e renderlo
pi performante-, il viaggio transnazionale di idee che finisce con bizzarre realt
tecniche che possono anche portare alla morte labuso fisico per ottenere il risultato )
e il terzo cinematografico e documentaristico (quindi anche etnografico, pp. 87-88: il documentarioetnodramma India Cabaret di Mira Nair. un esempio di deterritorializzazione non
globale, ma pi limitata.). Il senso degli esempi riassunto a pagina 90: molte vite sono oggi
inestricabilmente legate a rappresentazioni, e quindi abbiamo bisogno di incorporare nelle nostre
etnografie la complessit delle rappresentazioni espressive (film, romanzi, resoconti di viaggio), non
solo come appendici tecniche, ma come fonti primarie con cui costruire e interrogare le nostre stesse
rappresentazioni.
A pagina 91-92 un altro modo di vedere la cosa, sempre pensando a cosa voglia dire localit oggi per
chi fa ricerca sociale, ed la distinzione tra storia e genealogia (questa distinzione viene spiegata in
modo meno criptico a pagina 102, in un capitolo che non analizziamo, ma che consiglio comunque di
vedere almeno per questo passo). La storia il collegamento di modelli di mutamento in contesti
sempre pi vasti o, se si vuole, il percorso di determinati flussi nel loro dipanarsi a livello globale, per
cui posso fare la storia del nazionalismo se individuo la sua origine e poi ne seguo il lento propagarsi
sul pianeta come dottrina politica. La genealogia invece significa lo studio delle condizioni storiche locali
che consentono lindigenizzazione di nuove forme culturali, per cui posso collegare lindigenizzazione
del nazionalismo in India ai grandi imperi moghul o alla tradizione della divisione sociale in caste, e
vedere come la storia di un concetto politico deve fare i conti, a livello locale, con la genealogia entro
cui cerca di innestarsi. Nel capitolo quarto Appadurai far proprio la genealogia indiana del cricket, cio
racconter di com stato possibile indigenizzare questo sport britannico per eccellenza. Il paragrafo
finale un invito rivolto a chi fa ricerca sociale, e soprattutto agli antropologi: dobbiamo pensare in
modo diverso al nostro rapporto con la localit, e smetterla di pensare che il nostro piccolo campo di
ricerca sia un mondo isolato e magari vergine.
determinato la rivoluzione dei consumi. Oggi siamo portati a definire come rivoluzione
dei consumi uno spostamento dal dominio della legge suntuaria a quello della moda.
cos possibile considerare che mutamenti su larga scala nei consumi possano essere
associati a combinazioni diverse degli stessi fattori (i grandi magazzini in India si sono
sviluppati piuttosto tardi e solo dopo lazione massiccia della pubblicit; in Francia la
pubblicit nata conseguentemente ai grandi magazzini); in pratica non dobbiamo
cercare sequenze prestabilite di mutamento nel consumo, perch studiare le pratiche
di consumo di una specifica societ, vuol dire trovarsi di fronte a diverse storie e
genealogie che lhanno determinato. Quanto pi una societ si diversifica e quanto
pi complessa la sua storia dinterazione con altre societ, tanto pi probabile che
sia frammentata la storia delle sue pratiche di consumo.
Appadurai considera poi quelle societ in cui la moda, almeno per alcune classi,
diventata il meccanismo dominante di guida del consumo in cui la mercificazione un
elemento essenziale della vita sociale. Appadurai indaga la relazione tra la moda e
quella che viene definita la patina, cio quella propriet di un oggetto che eleva il
suo status, indispensabile per distinguere il logorio dal deterioramento. Il logorio un
segno della giusta durata della vita di un oggetto e richiede un processo accurato di
mantenimento (la lucidatura dellargenteria, la verniciatura di vecchie superfici). Se la
patina non viene curata, deteriora e diventa indice di cattiva educazione o
dindigenza. La patina degli oggetti assume il suo pieno significato solo nel contesto
giusto: la distinzione tra un cimelio e una cianfrusaglia non la fa la patina, ma la
destrezza nel trattare il contesto sociale in cui inserito. Bisogna anche rispettare un
giusto ritmo temporale: se si troppo lenti, gli eredi godranno della patina. Questa
patina alimenta anche la nostalgia. Il tentativo dinculcare nostalgia un
atteggiamento dominante della moderna commercializzazione in USA e si configura
come una nostalgia immaginata: la perdita, cio, di qualcosa che in realt non si
mai avuto. O ancora viene diffusa la nostalgia del presente: il presente viene dipinto
come qualcosa che presto passer di moda e che quindi va consumato il pi possibile.
Il consumo crea il tempo ed responsabile della sua mercificazione: la rivoluzione dei
consumi ha trasformato il lavoro in merce e il tempo lavorato; il tempo oggi
unentit salariabile. La quantit di tempo di cui ognuno ha il controllo (tempo libero)
diventa un indicatore di status. Il consumo oggi la pratica sociale attraverso cui le
persone sono inserite nella fantasia: nostalgia e fantasia tramite il consumo vengono
combinate in un mondo di oggetti mercificati. Oggi siamo in una rivoluzione del
consumo: il consumo diventato lattivit principale della societ tardo-industriale.
Capitolo quarto - Giocare con la modernit: la decolonizzazione del cricket indiano.
Saggio semplice, che non riassumo nella sua struttura (lideologia del cricket; la penetrazione del
cricket in India e le sue ragioni colonizzanti; gli attori dellindigenizzazione: principi, professionisti
inglesi e australiani, sponsor commerciali; rapporto tra cricket, squadre su base religiosa e
nazionalismo indiano; luso dei media: tv, radio e linguaggio, stampa specializzata e biografie dei
campioni come collage della modernit), ma per il quale mi limito a indicare i punti sui quali vorrei che
rifletteste autonomamente (cercando magari ulteriori contesti di applicazione): rapporto tra sport e
appartenenza collettiva (nazionalismo o altro). Il ruolo dei professionisti anglosassoni nel trasmettere la
cultura del cricket intesa come tecnica del corpo, non solo come teoria, che veicola un sistema
complesso di simboli (virilit, agilit, fino allindianit). Il rapporto tra sport e media come esempio di
intreccio tra un mediorama e un ideorama,che si rinforzano a vicenda. Lodierna globalizzazione
commerciale del cricket come reazione uniformante alla tendenza localizzante dellindigenizzazione
del cricket.
avviene lungo molte dimensioni: dal modo in cui lo sport gestito, dal retroterra
sociale dei giocatori, dalla dialettica tra spirito di squadra e sentimento nazionale, dal
modo in cui viene costituito un vivaio di giocatori a cui attingere per perpetuare lo
sport, dal contributo dei media e della pubblicit. Il cricket parte di una storia pi
vasta che racconta la costituzione di un tessuto culturale postcoloniale e globale per
gli sport di squadra. Il cricket riuscito meglio di ogni altra cosa ad instillare e
comunicare i valori delle classi vittoriane in Inghilterra; era unattivit maschile ed
esprimeva i codici che ci sii aspettava possedessero gli uomini: spirito sportivo e
cavalleresco, controllo assoluto delle emozioni, subordinazione dei sentimenti e degli
interessi personali a quelli del gruppo, fedelt assoluta alla squadra. Ma oltre che
strumento di socializzazione della classe dominante vittoriana, il cricket si rivel
anche strumento di mobilit sociale per coloro che, pur provenendo da classi inferiori,
erano molto dotati nello sport. In campo la divisione di classe era momentaneamente
sospesa. In India, inglesi ed indiani mai giocavano insieme, ma il cricket divenne uno
strumento informale della politica culturale statale, grazie soprattutto ad esponenti
dellamministrazione che considerarono questo sport come il mezzo pi efficace per
trasmettere alla colonia gli ideali vittoriani di forza di carattere e vigoria fisica. E
soprattutto tra il 1870 e il 1930, giocare a cricket per gli indiani volle dire entrare in
contatto con il misterioso mondo degli inglesi. Successivamente principi indiani si
resero responsabili della diffusione del c. chiamando giocatori professionisti
dallInghilterra e dallAustralia per allenare le squadre locali, organizzando tornei,
impiantando campi da gioco, importando materiale ed ospitando le squadre inglesi.
Inoltre fornirono supporto diretto e indiretto a ottimi giocatori di umili origini. Quello
che avvenne dunque non fu una semplice riproduzione di uno sport, ma lentrata in
contatto di gerarchie inglesi e indiane produsse un gruppo di indiani di estrazione
medio-bassa che si sentivano allo stesso tempo dei veri giocatori di cricket e dei veri
indiani.
Inizialmente i primi club indiani di c. erano organizzati su base religiosa:
lappartenenza ad una specifica comunit religiosa determinava lappartenenza ad
una squadra. Questo determin un paradosso: lo sport che gli inglesi pubblicizzavano
come valvola di sfogo per gli indiani, per insegnargli a vivere accettando le diversit,
diventava fonte di divisione interna. In realt questa fu la molla per il sorgere di
numerose squadre indiane e di numerosi giocatori, e tale fenomeno fu parallelo alla
crescita del nazionalismo indiano come fenomeno di massa. Allinizio del 900 con
Gandhi, il c. e il movimento nazionalista entrarono in contatto e attraversarono la vita
quotidiana dei giovani indiani. I mass media hanno giocato un ruolo essenziale
nellindigenizzazione del c., attraverso le radiocronache trasmesse in inglese prima e
nei vari dialetti indiani dopo, ma dove spesso la terminologia sportiva veniva
riprodotta sempre in inglese e quasi mai tradotta. La gente familiarizzava con lo sport
e con la lingua. Il dominio del c. sui media si avuto con lavvento della televisione,
che ha consacrato il c. come perfetto sport televisivo e i giocatori come divi. La
televisione ha rafforzato la passione nazionale per il c. coltivata dalla radio e ha
aperto le porte ai giornali specializzati, ai libri sullargomento, allaccesso fattivo del
grande pubblico al gioco. Una volta che il c. pu essere visto, ascoltato e letto si crea
in tutta lIndia un pubblico competente che comprende sempre di pi linglese e che
da spettatore di un gioco diventa protagonista del fenomeno dindigenizzazione.
La decolonizzazione riguarda anche un aspetto di promozione da parte dello stato e di
profitti privati. Le aziende inglesi, infatti, dalla seconda guerra mondiale in poi,
promossero un sistema di assunzioni di numerosi giocatori promettenti a cui
concessero massima libert per potersi allenare e per poter giocare, garantendogli un
impiego in azienda a fine carriera (patrocinio aziendale). Era unottima forma di
pubblicit sociale sia in patria sia verso i partner internazionali, ma era anche un
valido strumento di promozione del talento, di espansione del c. e unattrattiva per
tutti quei giovani di provenienza sociale bassa. Lo stato faceva la sua parte dando
limmunit da esplosioni di violenza sociale e ormai, dice a tra pagina 185 e 186, dobbiamo ammettere
che le idee di giustizia sociale, di democrazia (pur declinata nelle sue diverse forme politiche) di pace
sociale come bene comune, sono patrimonio comune del genere umano (non per ragioni naturali ma
proprio perch il colonialismo prima e la globalizzazione poi le hanno diffuse su tutto il pianeta), e
quindi dobbiamo ammettere che costituiscono un antidoto efficace contro la violenza politica ed etnica.
Appadurai ritiene che vada ripensata la teoria primordialista. Nel paragrafo che inizia a
pagina 186 Appadurai riassume le tre prospettive interpretative che possono darci una nuova
prospettiva sulle ragioni della violenza politica e che possono allontanarci dalla visione primordialista,
per cui le emozioni naturali provate dalluomo starebbero alla base dei conflitti etnici. La prospettiva
neomarxista ci costringe intanto a porre lattenzione sulle ragioni sociali del conflitto: molte volte, i
conflitti etnici includono richieste di tipo sociale (maggiori diritti, equit, autonomia, indipendenza) e la
la spinta della globalizzazione delle idee, delle merci e delle persone a contenere quei modelli di
appartenenza pura sotto il suo controllo, quegli stessi modelli possono essere rivendicati blandamente
come richiesta di diritti, oppure essere urlati in faccia agli altri come volont di distruzione di tutto ci
che non somiglia loro, fosse anche solo il vicino di casa. Lalternativa allapproccio
Appadurai ritiene che sia il tempo di riconoscere la crisi della nazione e fornire gli
strumenti per individuare forme sociali postnazionali. Il patriottismo stesso vive tempi
duri, un sentimento minacciato perch la sua salute strettamente legata a quello
Questo libro ha la preziosa qualit di non limitarsi ad indicare sul piano astratto il passaggio dalla
modernit dello stato nazionale alla globalizzazione. Appadurai cio non un teorico, ma rimane uno
scienziato sociale che cerca gli strumenti per investigare la complessit della globalizzazione.
Raccontandoci come il cricket (gioco English per antonomasia) si sia incarnato nelle tecniche del
corpo di decine di milioni di indiani; come la frenesia del numero nei censimenti coloniali si faccia
ancora sentire nella quantificazione delle comunit religiose indiane; raccontandoci cosa succede ad un
antropologo che torna sul lontano sito della sua ricerca e scopre che il suo miglior informatore
emigrato a pochi chilometri da casa sua; come il sistema del pagamento dilazionato con carta di credito
istituisca meccanismi di debito completamente slegati dalle piccole ciclicit quotidiane, contribuendo
cos a costruire una nuova percezione del tempo lineare che si incarna in pratiche di consumo che
diventano pratiche del corpo; come la violenza etnica invece di essere la negazione della modernit ne
rappresenti linevitabile versante osceno, fomentato da quegli stessi stati che dovrebbero esserne
minacciati; ricostruendo come sia possibile oggi provare nostalgia per un passato che
non abbiamo mai perduto, vivendo in un presente che il sistema dei consumi ci insegna ogni momento
a lasciarci dietro le spalle; come in tutto questo gli individui possano ancora immaginare, con ironia e
dolore, comunit a cui appartenere senza che queste appartengano ad uno stato; raccontandoci infine
cosa significa essere un indiano tamil di educazione britannica e formazione universitaria americana
che diventa un antropologo il cui sito di ricerca anche il suo luogo dorigine, Appadurai sta facendo un
lavoro antichissimo (osservare il mondo e gli uomini che lo creano e lo abitano, e cercare di capire) con
la cura artigianale di chi accetta che le condizioni di lavoro siano talmente mutate che giunto il
momento di mettere a punto nuovi ferri del mestiere. Questo libro, oltre che uno strumento di lavoro in
s, un tornio con cui ogni lettore pu fabbricarsi i nuovi utensili necessari al suo lavoro.
Indice del volume:
Introduzione: Hic et nunc
Messa a fuoco dei temi e degli strumenti: lo studio della modernit sottratto al mito del progresso
inarrestabile; la globalizzazione come fenomeno nettamente distinto dalluniformazione dei costumi; lo
sguardo sulle identit etniche come forme tipicamente moderne e post-nazionali dellappartenenza.
Lantropologia come archivio privilegiato per questi studi.
Prima parte: Flussi globali
1. Disgiuntura e differenza nelleconomia culturale globale
2. Etnorami globali: note e questioni per unantropologia transnazionale
3. Consumo, durata, storia Il mondo si sta riorganizzando dal punto di vista culturale in flussi
transnazionali. Mentre cio nella modernit il sistema produttivo, quello dellinformazione e quello
politico si sovrapponevano coincidendo in buona parte con i confini dello stato nazionale, oggi questi
flussi si sono liberati uno dallaltro, creando prospettive in conflitto tra loro e in conflitto con la logica
degli stati. Come si possono studiare questi flussi indipendenti di persone, merci, informazioni e
politiche? Che ruolo hanno gli individui nel manipolare questi flussi? Seconda parte: Colonie moderne
4. Giocare con la modernit: la decolonizzazione del cricket indiano
5. Il numero nellimmaginario coloniale Dato che i flussi sono in movimento, fare ricerca sociale
significa oggi essere in grado di descrivere in maniera accurata cosa succede a quei flussi da una
particolare prospettiva, da un determinato punto di vista. Due casi di studio indiani illustrano come la
prospettiva teorica di Appadurai possa avere risvolti metodologici. Primo caso: il cricket in India. Sport
importato durante la colonizzazione britannica, il cricket entrato profondamente nellethos indiano:
come pu una societ essere post-coloniale utilizzando uno strumento ludico dei colonizzatori? Secondo
caso: come luso dei censimenti in India abbia introdotto in loco un concetto di enumerazione che
mostra la sua forza fino alle sanguinose dispute tra ind e musulmani nel corso degli anni Novanta.
Terza parte: Locazioni postnazionali
6. La vita dopo il primordialismo
7. Il patriottismo e i suoi futuri
8. La produzione della localit Come si costruisce una comunit in questo nuovo contesto in cui
persone, idee, merci e ideologie sono in rapido movimento sul pianeta e sembrano indipendenti uno
dallaltro? Lidentit etnica proprio il modo in cui gli individui riescono a pensarsi come membri di una
comunit anche quando sono costretti a muoversi sul pianeta o a fare i conti da un punto di vista locale
con la natura globale dei processi economici. Criticando in maniera netta qualsiasi approccio
primordialista alletnicit Appadurai propone anche una visione in cui la politica potr sempre pi fare a
meno dello stato-nazionale come punto di riferimento centrale della propria espressione.
Arjun Appadurai Parole chiave
Arjun Appadurai (1949) professore di Antropologia e professore di Lingue e Civilizzazioni dellAsia
Meridionale allUniversit di Chicago, dove stato direttore del Chicago Humanities Studies. Fondatore
della rivista Public Culture, dirige il Globalization Project alluniversit di Chicago. Attualmente sta
conducendo una ricerca sul rapporto tra violenza etnica e immagini del territorio nei moderni stati
nazionali. Modernity at Large la sua prima opera tradotta in italiano.
Immaginazione
Limmaginazione divenuta parte del lavoro mentale quotidiano della gente comune in molte societ.
entrata nella logica della vita ordinaria diventata una pratica sociale. Non pi pura fantasia (oppio
dei popoli, le cui attivit reali stanno altrove), non pi pura via di fuga (da un mondo definito prima di
tutto da pi concreti obiettivi e strutture), non pi passatempo per le lites (quindi non rilevante per la
vita della gente comune), e non pi pura contemplazione (irrilevante per nuove forme di desiderio e
soggettivit), limmaginazione diventata un campo organizzato di pratiche sociali, una forma di opera
(nel duplice senso di lavoro fisico e di pratica culturale organizzata).
Azione
Ci sono prove sempre pi evidenti che luso dei mass media nel mondo produce spesso resistenza,
ironia, selettivit e, in generale, azione. Terroristi che prendono come modelli figure la Rambo (che
hanno a loro volta prodotto molteplici epigoni non occidentali); casalinghe che leggono romanzi rosa e
guardano le soap-opera come parte del loro tentativo di costruirsi le loro vite; famiglie musulmane che
si radunano ad ascoltare i sermoni dei leader islamici su cassetta; collaboratori domestici dellIndia
meridionale che visitano il Kashmir in viaggi organizzati: sono tutti esempi del modo attivo in cui la
gente in tutto il mondo si appropria dei media. Magliette, cartelloni pubblicitari, graffiti, ma anche la
musica rap, la street dancing e le baraccopoli indicano tutti che le immagini dei media sono
rapidamente assimilate entro repertori locali fatti di ironia, rabbia, umorismo e resistenza.
Stato-nazione
Nel corso dei sei anni in cui ho steso i diversi capitoli sono arrivato alla convinzione che lo stato
nazionale, come complessa forma politica moderna, arrivato al lumicino lidea che il sistema stesso
degli stati nazionali sia a rischio non affatto popolare. In questo libro la mia persistente attenzione sul
trattino che lega la nazione allo stato fa parte di una progressiva argomentazione del fatto che lepoca
stessa dello stato nazionale sia giunta ad una conclusione. Questidea, che una via di mezzo tra una
diagnosi e una prognosi, tra unintuizione e una dimostrazione, devessere spiegata in dettaglio.
Tempo
Oggi il passato non una terra cui tornare in una semplice politica della memoria, ma diventato un
deposito sincronico di scenari culturali, una specie di archivio centrale del tempo, cui fare ricorso come
meglio si crede Tutto questo scontato, se si segue Jean Baudrillard o Jean-Franois Lyotard in un
mondo di segni completamente slegati dai loro significanti sociali (tutto il mondo Disneyland). Ma
vorrei suggerire che levidente intercambiabilit progressiva di intere epoche e atteggiamenti negli stili
culturali del capitalismo avanzato legata a forze globali pi vaste, che hanno lavorato molto per far
capire agli Americani che il passato di solito un paese straniero. Se il vostro presente il loro futuro
(come in molta teoria della modernizzazione e in molte fantasie turistiche soddisfatte di s), e il loro
futuro il vostro passato (come nel caso dei virtuosi filippini della musica pop americana), allora il
vostro passato pu ben apparire come una semplice forma normalizzata del vostro presente.
Modernit
La mia non una teoria teleologica, che contenga la ricetta di come la modernizzazione produrr
ovunque razionalit, puntualit, democrazia, libero mercato e un pi elevato prodotto nazionale lordo.
il mio approccio lascia del tutto aperta la questione di dove possano condurre (in termini di
nazionalismo, violenza e giustizia sociale) gli esperimenti con la modernit consentiti dalla mediazione
elettronica. Detto altrimenti, riguardo alla prognosi la mia una teoria pi profondamente scettica di
qualsiasi variante della teoria classica della modernizzazione di cui sia a conoscenza. Quarto, e pi
importante di tutti, il mio approccio alla rottura causata dalle forze congiunte della mediazione
elettronica e della migrazione di massa esplicitamente transnazionale addirittura postnazionale
come suggerisco nellultima sezione del libro. In quanto tale, si discosta radicalmente dal modello della
teoria classica della modernizzazione, che si potrebbe chiamare fondamentalmente realista nella misura
in cui presuppone la rilevanza, metodologica ed etica, dello stato-nazione.
Globalizzazione
Larchivio antropologico, e il tipo di sensibilit che produce nellantropologo professionista, mi orienta
nettamente verso lidea che la globalizzazione non sia la storia dellomogeneizzazione culturale.
Questultima affermazione il minimo che vorrei che il lettore cogliesse da questo libro la
globalizzazione in s un processo profondamente storico, ineguale e addirittura localizzante. La
globalizzazione non implica necessariamente e neppure frequentemente omogeneizzazione o
americanizzazione Il problema centrale delle interazioni globali odierne la tensione tra
omogeneizzazione
culturale
ed
eterogeneizzazione
culturale
Spessissimo
la
teoria
dellomogeneizzazione si suddivide in una tesi dellamericanizzazione e in una della mercificazione, e
spesso le due tesi sono strettamente collegate. Quello che queste tesi non riescono a cogliere che le
forze che provengono da diverse metropoli, una volta importate in nuove societ, tendono altrettanto
rapidamente ad essere indigenizzate in un modo o nellaltro.
Comparazione
Quel che vorrei proporre che iniziamo a pensare alla configurazione delle forme culturali nel mondo
odierno come sostanzialmente frattale, cio priva di confini euclidei, strutture o regolarit. Secondo,
suggerirei che quelle forme culturali, che ci dovremmo sforzare di rappresentare come completamente
frattali, si stanno inoltre sovrapponendo secondo modalit che sono state discusse solo in matematica
pura (nella teoria degli insiemi, per esempio) e in biologia (nel linguaggio delle classificazioni
politetiche). Abbiamo quindi bisogno di unire una metafora frattale per la forma delle culture (al
plurale) con una descrizione politetica delle loro sovrapposizioni e somiglianze. Senza questo passo
ulteriore rimarremo impantanati in comparazioni che fanno affidamento sulla netta separazione delle
entit da confrontare prima di poter iniziare un serio lavoro comparativo. Come faremo a comparare
forme culturali frattali che inoltre si sovrappongono nella loro copertura dello spazio terrestre? (cap. 1)
Etnografia
Quello che un nuovo stile etnografico pu fare cogliere limpatto della deterritorializzazione sulle
risorse immaginative delle esperienze vissute localmente. Detto altrimenti, il compito delletnografia
diventa oggi la risoluzione di un enigma: qual la natura della localit come esperienza vissuta in un
mondo globalizzato e deterritorializzato? Letnografia deve ridefinirsi come quella pratica di
rappresentazione che getta luce sul potere che le vite potenziali immaginate su larga scala esercitano
su specifici percorsi di vita
Nostalgia
Queste forme di sollecitazione pubblicitaria di massa insegnano piuttosto ai consumatori a sentire la
mancanza di cose che non hanno mai perduto. Creano cio sensazioni di durata, passaggio e perdita
che riscrivono le storie di vita degli individui, delle famiglie, dei gruppi etnici e delle classi. Creando il
sentimento di perdite che non sono mai avvenute, questa pubblicit crea quel che si potrebbe chiamare
nostalgia immaginata, nostalgia per cose mai accadute. Questa nostalgia immaginata inverte cos la
logica temporale della fantasia (che istruisce il soggetto a immaginare quel che potrebbe accadere in
futuro) e crea desideri pi profondi di quelli che potrebbero susciatare la semplice invidia, limitazione o
la cupidigia.
Cultura
Propongo di considerare culturali solo quelle differenze che esprimono oppure formano la base per la
mobilitazione di identit di gruppo La parola cultura, nel suo senso non marcato, pu continuare ad
essere usata per far riferimento alla dovizia di differenze che oggi caratterizzano il mondo Propongo
tuttavia di restringere cultura, come termine marcato, a quel sottoinsieme di quelle differenze che
viene mobilitato per articolare il confine della differenza. Per quanto riguarda il mantenimento del
confine, la cultura diviene quindi una questione di identit di gruppo costituita da alcune differenze tra
altre
Culturalismo
In tutto il mondo molti gruppi, dovendo far fronte allazione di stati interessati ad includere le loro
diversit etniche entro raggruppamenti rigidi e chiusi di categorie culturali alle quali gli individui sono
spesso assegnati contro la loro volont, si stanno deliberatamente mobilitando secondo criteri
identitari. Il culturalismo, per dirla in maniera semplice, la politica dellidentit mobilitata a livello
dello stato nazionale.
Identit
la dimensione primordiale (non importa se del linguaggio, del colore della pelle, della comunit locale o
della parentela) diventata globalizzata. Cio i sentimenti, il cui potere maggiore la loro capacit di
stimolare lintimit entro uno stato politico e di trasformare la localit in un campo di addestramento
per lidentit, si sono ora diffusi su territori vasti e irregolari con il movimento di gruppi che rimangono
comunque collegati lun laltro attraverso raffinate potenzialit di comunicazione mediatica letnicit,
un tempo genio contenuto nella lampada di qualche tipo di localit (per quanto vasta) ora divenuta
una forza globale, che scivola regolarmente entro e attraverso le fratture tra stati e confini
Etnicit
Ci sono prove sempre pi chiare che i modelli occidentali di partecipazione politica, di istruzione, di
mobilitazione e di crescita economica, che avrebbero dovuto distanziare le nuove nazioni dai loro
primordialismi pi retrogradi, hanno avuto leffetto opposto. evidente che questi rimedi creano
disordini iatrogeni Laspetto pi paradossale che molto spesso la creazione di sentimenti
primordiali, lungi dallessere un ostacolo per lo stato modernizzatore, si pone molto vicino al cuore del
progetto dello stato nazionale. Molti fondamentalismi razziali, religiosi e culturali sono quindi alimentati
deliberatamente da diversi stati nazionali, o da partiti al loro interno, con lintento di reprimere il
dissenso; di costruire soggetti omogenei e di massimizzare la sorveglianza e il controllo
Corporeit
Ma dato che il cricket, attraverso la convergenza di stato, mass media e interessi del settore privato, ha
finito per essere identificato con lIndia, con labilit indiana, con il coraggio indiano, con lo spirito
di squadra indiano e con le vittorie indiane, il piacere fisico che al centro dellesperienza visiva
maschile allo stesso tempo parte dellerotismo della nazionalit. Questo erotismo, soprattutto per i
giovani maschi della classe operaia e del sottoproletariato, profondamente collegato alla violenza,
non solo perch tutti gli sport agonistici stimolano linclinazione allaggressivit ma anche perch le
contrastanti pretese della classe, delletnicit, della lingua e della regione fanno della nazione una
comunit profondamente contestata
Potere e sapere
Le tavole numeriche, le figure e le tabelle consentivano di addomesticare la contingenza il disordine
narrativo delle descrizioni in prosa del panorama coloniale entro lastratto, preciso, completo e freddo
dialetto dei numeri La storia del dominio britannico [in India] nel XIX secolo pu essere letta in parte
come il passaggio da un uso pi funzionale del numero in quel che stato chiamato il militarismo
fiscale dello stato britannico in madrepatria, ad un uso pi pedagogico e disciplinare. Non solo i corpi
indiani vennero gradualmente categorizzati, ma ad essi si attribuirono valori quantitativi altri regimi
possono aver avuto degli interessi numerici e anche degli interessi classificatori, ma queste due sfere
rimasero in gran parte separate, mentre fu solo nella complessa congiuntura delle variabili che costitu
il progetto del stato coloniale maturo che queste due forme di nominalismo dinamico si unirono per
creare una politica che ruotava attorno a comunit enumerate auto-consapevolmente (cap. 5).