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TRADIZIONE RINNOVATA
Roma una citt speciale, non solo per la sua storia millenaria che ha visto intrecciarsi arte e
fede, storia e santit, ma perch la sua identit cristiana si fonda sulla testimonianza
straordinaria degli Apostoli e dei martiri che lhanno adornata di grazia e di amore. I luoghi
dove essi sono stati sepolti e venerati nei secoli hanno trasformato la citt in una sorta di
santuario a cielo aperto, una grande citt santa che ha nelle diverse chiese e basiliche i suoi
luoghi caratteristici in cui il ricordo dei santi si fa vivo e palpitante. Parlare oggi
delle Stazioni quaresimalipu sembrare una cosa daltri tempi, superata dalla frenetica
vita di Roma. In questa prospettiva, uscire di casa per andare a pregare in una chiesa del
centro insieme a fratelli di altri quartieri, uniti dalla preghiera e dalla devozione dei martiri,
pu sembrare unidea strana e fuori tempo. Ma a ben vedere invece un modo forte di
manifestare la propria fede nella Chiesa che unita intorno al vescovo e alla sua storia
spirituale.
Come nasce
Come nasce questa tradizione? Fin da IV-V secolo la citt fu suddivisa in settori che avevano
come punto di riferimento un titulus, ovvero delle chiese scelte dove il popolo poteva
raccogliersi per celebrare i santi misteri. Una volta radunatosi in una chiesa determinata
insieme al vescovo (collecta), si formava una processione che raggiungeva la chiesa
stazionale, cantando salmi e litanie; l il Papa celebrava lEucaristia. Queste chiese avevano un
significato particolare perch erano i luoghi dove si veneravano i martiri e gli apostoli; le chiese
sorte sulle loro tombe, in cui tanti cristiani del tempo eroico delle persecuzioni si incontravano
per pregare e ricevere i sacramenti. La comunit si poneva in cammino con il suo vescovo per
manifestare la propria fede nei luoghi delle gloriose memorie cristiane, per rinnovare latto di
fede nella salvezza di Cristo che passa attraverso il martirio e la croce ma che trionfa nella gioia
della luce pasquale. Questi itinerari furono definiti nella loro fisionomia da San Gregorio
Magno e divennero una tradizione costante della Chiesa romana fino allesilio avignonese.
Lesperienza si diffuse anche in altre diocesi e a Roma ritorn ad essere praticata solo alla fine
dell800 quando rinacque ad opera del Collegium Cultorum Martyrum, che ne rinnov la
tradizione. Gi nel 1993 lUfficio liturgico del Vicariato pubblic dei nuovi testi e dei nuovi
schemi di celebrazione per le Stazioni quaresimali, con lidea di riscoprire una ricchezza della
nostra tradizione romana e nel contempo per rinnovare unattenzione, in modo sempre pi
profondo e cosciente, allimmensa ricchezza spirituale che la nostra citt custodisce.
Il senso pastorale
Il tempo forte di Quaresima e della Pasqua un momento privilegiato per compiere un
cammino interiore e rinnovare la propria vita spirituale, come Chiesa che cresce alla scuola dei
suoi testimoni e nellesperienza di comunione e di preghiera. Proprio lidea della preghiera in
comunione mi sembra una delle caratteristiche peculiari delle Stazioni quaresimali insieme
allaltro elemento importantissimo, quello della memoria dei martiri. Una comunit che si
raccoglie in preghiera sulla memoria dei suoi testimoni della fede una realt dinamica, che
cerca nelle radici della sua storia la forza per scrivere il proprio futuro. una Chiesa che vuole
trovare nei suoi santi la forza del cammino e la direzione certa per poter raggiungere le stesse
mete, gli stessi traguardi.
PERIODO QUARESIMALE
CHIESE STAZIONALI
S. Sabina all'Aventino
S. Giorgio al Velabro
Ss. Giovanni e Paolo al Celio
S. Agostino in Campo Marzio
S. Giovanni in Laterano
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica II di Quar.
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica III di Quar.
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica IV di Quar.
S. Marco al Campidoglio
S. Pudenziana al Viminale
S. Sisto (SS. Nereo e Achilleo)
Ss. Cosma e Damiano in Via Sacra (Fori Imperiali)
S. Lorenzo in Lucina
S. Susanna alle Terme di Diocleziano
S. Croce in Gerusalemme
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica V di Quar.
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
S. Crisogono in Trastevere
S. Ciriaco (S. Maria in via Lata al Corso)
S. Marcello al Corso
S. Apollinare in Campo Marzio
S. Stefano al Celio
S. Giovanni a Porta Latina
SETTIMANA SANTA
Domenica delle Palme
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica di Pasqua
S. Giovanni in Laterano
S. Prassede all'Esquilino
S. Prisca all'Aventino
S. Maria Maggiore
S. Giovanni in Laterano
S. Croce in Gerusalemme
S. Giovanni in Laterano
S. Maria Maggiore
PERIODO PASQUALE
Luned
Marted
Mercoled
Gioved
Venerd
Sabato
Domenica II di Pasqua (in Albis)
S. Pietro in Vaticano
S. Paolo fuori le Mura
S. Lorenzo fuori le Mura
Ss. XII Apostoli al Foro Traiano
S. Maria ad Martyres in Campo Marzio (Pantheon)
S. Giovanni in Laterano
S. Pancrazio
Stazione a Sant'Agostino
Sabato dopo le Ceneri
Il messale romano indicava la stazione quaresimale a S.Trifone nel luogo dove ora la magnifica
chiesa di Sant'Agostino cara al cuore dei romani, perch ivi venerata la Madonna del Parto.
S.Trifone era una chiesetta (a cui forse appartengono piccoli ruderi conglobati nella chiesa attuale)
fatta costruire per trasportarvi le reliquie dei Ss.Trifone, Respicio e Ninfa, che erano fuori citt.
La chiesa attuale dedicata poi a Sant' Agostino, fu costruita, molto velocemente, tra il 1479 e il
1483, da Giacomo di Pietrasanta per munificenza del Cardinal Guglielmo DEstouteville. Facciata e
interno sono fra le pi discusse; comunque tale chiesa una delle pi ricche di opere darte: sculture
dei Sansovino, del Bernini (allaltar maggiore, da lui stesso ideato), pitture di Raffaello, Caravaggio
e Guercino.
Tutto qui commuove e induce ad ascoltare la voce dei secoli, che canta, presso la tomba dei Martiri
suddetti l'inno della Chiesa, che "corde impavido" affrontarono la morte per Cristo.
Nella navata sinistra presso l'altare maggiore riposano i resti di Santa Monica, morta e sepolta ad
Ostia e qui traslata nel XV secolo; questa tomba una parte dell'insegnamento che proviene
dall'odierna chiesa stazionale. Monica segu Agostino perch volle la sua salvezza, la Chiesa segue
tutti in virt del sacrificio redentore del Cristo.
Domenica II di Quaresima
Questa Stazione fu istituita soltanto nel IX-X secolo, per obbedire ad una pia consuetudine che non
delle pi antiche e che vuole che in questa domenica, un tempo, non si celebrasse la stazione
poich i fedeli erano stanchi della lunga veglia, del digiuno, e delle funzioni solenni celebrate in San
Pietro il sabato precedente per l'ordinazione del Leviti; queste terminavano a tarda ora, alla fine
della Pannuchis.
S. Maria in Domnica o "Domenica" fu scelta intorno ai secoli VI e VII ma forse anche prima,
perch sede dell'Arcidiacono cio di colui reggeva l'amministrazione finanziaria e caritativa nella
diocesi. La tradizione infatti informa che anche San Lorenzo avrebbe qui operato.
L'odierna stazione come si diceva allora, la prima diaconia che Pasquale I rifece agli albori del
secolo IX dandole l'attuale forma che ancora oggi ammirata, anche perch nel XVI secolo quando
fu rinnovata da Leone X fu lasciata intatta come per gli ultimi restauri del secolo scorso. All'interno
spicca il mosaico nel tipico stile carolingio sull'abside e sull'arco trionfale; esso, che risale al IX
secolo, magnifica la figura del Maestro circondato dagli angeli e dagli apostoli, mentre pi in basso
viene glorificata Maria con il Papa che le bacia il piede.
Nel patrimonio liturgico della Chiesa infatti, non mancano mai insegnamenti e ammaestramenti per
ogni esigenza dell'anima cristiana "floribus eius nec rosae nec lilia desunt". In questo tempio sul
colle Celio, Perin del Vaga ha dipinto fiori e frutti nei fregi che circondano la navata centrale e che
aiutano a disporre lo spirito ad una pi serena meditazione.
Stazione a S. Clemente
Qui sotto le queste volte cos venerande ed anguste del tempio, per i meriti e l'intercessione del
martire San Clemente, la prece dell'anima bene si fonde con i misteri dell'antico e gli splendori
dell'arte per glorifica Dio.
una delle pi grandi ricchezze dei trasteverini e della Roma cristiana. Un portale barocco
c'introduce nel caratteristico cortile rallegrato dal "cantato", un giovane che perennemente canta il
suo inno al Signore come, all'interno lo canta Cecilia.
A lei riferito tutto l'interno della chiesa: i mosaici che la rappresentano ai piedi del redentore
insieme con i Santi e con Valeriano suo sposo che ella convert. Bellissime le pitture del
Pinturicchio e del Reni, gli altorilievi di Mino da Fiesole e di Benedetto da Maiano che raffigurano
la Martire quando piega il collo alla spada del carnefice e quando protetta dal cielo soffre e vince il
tormento della soffocazione.
Cecilia riposa ora nella sua tomba insieme con lo sposo Valeriano il cognato Tiburzio e l'amico
Massimo accanto ai Pontefici Urbano e Lucio da quando Pasquale I dal cimitero di Callisto fece
trasportare la salma intatta di Cecilia nella cripta.
La chiesa era stata anche ornata nel 1293 di pitture di Pietro Cavallini, il grande maestro della
Scuola Romana, precursore di Giotto anche se purtroppo ben poco rimane di questa opera; qui
che l'architetto Arnolfo da Cambio lasci, in quel periodo il suo notissimo ciborio marmoreo.
E' Stefano Maderno l'autore di una riproduzione in marmo del corpo della Martire adagiato sul
sarcofago nell'altare, mentre la statua della cripta di Cesare Aureli che la scolp trionfante nella
preghiera e nel canto come incitamento a proseguire con ardore il cammino quaresimale che ci
avviciner alla vera Pasqua.
Intorno ai presbiterio, dominato dal seggio marmoreo, campeggia la scritta "Prima aedes deiparae
dicata" intorno al baldacchino classico eretto dal Vespignani. Sulla destra si alternano nella cappella
del coro del Domenichino opere del Sansovino e di Mino da Fiesole come quelle di Antonio
Gherardi nella cappella del Bernini.
Qui il salmista acceso dai bagliori dell'arte e seminato di vittoria dal sangue del Martiri oggi pone
sulle labbra dell'orante l'invocazione "sii propizio Signore ai nostri peccati, perch le genti non
abbiano a dire dov' il loro Dio?".
Il campanile romanico, adorno di lecci che si leva alto sopra l'immenso cimitero romano del
Verano, si unisce nella liturgia in un inno alla vita in una atmosfera, che vede anche gli affreschi
scoloriti del Capparoni, nel tempo che assieme lodano Lorenzo.
La basilica, alla quale si accede dopo il portico del Vassalletto, evidenzia affreschi, mosaici, marmi,
colonne e capitelli inneggianti a Lorenzo e Stefano e parlano del loro sepolcro accanto all'aureola
dorata, che racchiude la lastra marmorea su cui fu adagiato il Diacono bruciato, dopo che fu tolto
dalla graticola.
Nella stessa cripta ricordato Stefano il primo martire ucciso dalle pietre. Qui giace anche il
sarcofago dove riposa il Beato Pio IX, la cui salma fu anch'essa oggetto di fitta sassaiola, armata da
facinorosi, che nella notte in cui il corpo del Papa venne traslato in questa chiesa, lungo le vie di
Roma, si resero responsabili di tanta ignominia.
Questa cappella era stata restaurata per volere di quel Pontefice, con l'opera di Vespignani e
Fracassino e da Giovanni Battista De Rossi, cofondatore del Collegium Cultorum Martyrum.
L'odierna liturgia tiene conto del carattere orientale dei titolare della basilica e ci fa leggere il libro
dei Re. L'insegnamento che ci proviene da questa "peregrinatio" stazionale chiaro! Cristo nostro
fratello che ha posto il suo seggio in ogni parte del Globo.
San Domenico di Guzman, il beato Barbarigo, San Gaspare del Bufalo e il canonico Borgia fecero
di questo tempio pewrno del loro apostolato romano.
Da questa chiesa il 25 aprile partiva la processione detta delle "Litanie Maggiori" o delle
"Rogazioni di San Marco" che arrivava fino alla basilica di San Pietro.
Esiste per un'altra piccola basilica di San Marco, circiforme che, nel complesso catacombale di S.
Callisto, il noto archeologo e Curator della Pontificia Accademia "Cultorum Martyrum" il prof.
Fiocchi Nicolai sta portando alla luce.
"Dextera Domini exaltavit me" questo viene ripetuto a Santa Pudenziana mentre si eleva al Signore
la preghiera di Redenzione e si procede in questo estremo lembo della "suburra".
Papa Gaio (283-295) era il fratello del presbitero Gabino che fece erigere questa chiesa in onore di
sua figlia Susanna martire. Questa zona era chiamata "le due case" e qui gli scavi hanno confermato
molte notizie storiche e messo in luce un ricco edifico del terzo secolo. Nel 595 il luogo di culto
ebbe il Titulus Sanctae Susanne sostituendo quello di Titulus Gai.
All'interno del tempio non sono pochi i richiamo storici, liturgici ed artistici che investono il
pellegrino.
L'attuale facciata di Carlo Maderno mentre alcune statue sono di Stefano Maderno; all'interno le
pareti sembrano tutte un arazzo rotto qua e la da statue e colonne dipinte.
In questo grande arazzo visibile l'epopea dei Martiri ad iniziare da Susanna che qui si venera.
Viene poi Santa Felicita che Leone III volle seppellire ed ancora il martire Genesio che si convert
al cristianesimo in maniera singolare venendo torturato e bruciato quasi come Lorenzo, che in
questa chiesa anche venerato in una cappella a lui dedicata e qui voluta dalla sorella di Sisto V
donna Camilla Peretti.
La chiesa ha subito, lunghe traversie. Si vedono ancora inglobati nei muri, i resti di quella di Leone
III (795-816), rifatti da Sisto IV nel 1475, trasformati poi nel nuovo stile nel 1595.
In una cripta costruita nel 1603 dal Cardinale Rusticucci riposano Eleuterio e Silano, figli di
Felicita. In questo silenzioso sacello si pregano gli invitti Martiri invitti che si pongono messaggeri
dell'idillio della nostra anima con Dio.
Va ricordato che questa Chiesa oggi, per i cittadini statunitensi, la loro "chiesa nazionale".
Domenica IV di Quaresima
Molti restano stupiti da questo nome: "perch in Gerusalemme se a Roma"? Si meraviglierebbero
ancora di pi se sapessero che anticamente veniva semplicemente chiamata la Gerusalemme .
Quando SantElena, pochi mesi prima di morire nel 326, torn da Gerusalemme carica di reliquie,
ne aveva una un po strana: aveva riempito la stiva di una nave con terra scavata nei luoghi pi santi
di Gerusalemme.
Questa terra fu distesa sotto le lastre marmoree di quel locale del Palazzo Sessoriano la reggia
degli imperatori Severi, che doveva diventare poi la cappella privata di SantElena, dove vennero
radunate le preziose reliquie portate dalla Palestina.
Tanto che nel 1743 quando venne rialzato di alcuni metri, il pavimento della basilica non venne
toccato per rispetto di quella cappella; anche oggi per arrivarci si debbono scendere parecchi scalini.
L'affresco meraviglioso che occupa tutto il catino dell'abside e che forse, in questa chiesa tanto
deturpata, il monumento pi bello che rappresenta con ammirevole verismo il ritrovamento di
queste reliquie. Inoltre diversi quadri fusi in un unico affresco omogeneo per la gamma dei colori
sono l a rappresentare l'invenzione della Croce.
In questa stazione si celebra la festa della Croce e la festa della mistica celeste Gerusalemme; infatti
se lo spirito non esaltato dalla visione dei monumenti sono le reliquie e la liturgia a parlare
direttamente al cuore di tutti.
All'interno della chiesa nell'affresco dell'abside, miriadi di Santi lodano il Signore. Attiguo alla
chiesa vi un ospizio che accoglie i diseredati e questo, in quanto intorno al tempio dei Martiri
fiorirono giardini dove cresce la carit di Cristo.
Le religiose Agostiniane sanno da tempo alternare la loro piet contemplativa a gesti di tanta carit
proprio nell'antico chiostro costruito dai marmorai cosmateschi e vicino al monastero del quale
parte delle venerande mura erano navate del tempio che Papa Pasquale II dedic poi ai Quattro
Martiri riducendone l'area.
I resti di papa Damaso riposano sotto laltare maggiore; egli fu uno dei primi e forse il pi grande
dei cultores martyrum.
Chi vede in un angolo rientrante di piazza Vittorio, questa chiesa appollaiata sulla gradinata come
una palafitta, difficilmente ne immagina la gloriosa storia. Fu la casa del coraggioso prete Eusebio
condannato l dentro a morire di fame dallimperatore ariano Costanzo II. Nellanno 357 per
venerazione a questo martire divent il Titulus Eusebii attestato poi nei Sinodi.
Vi era qui una grande fossa comune per schiavi e derelitti che non possedevano tomba. E Orazio a
descrivere con atroce realismo la campagna biancheggiante di ossa invasa da cani e da streghe.
Quando Mecenate qui costru la sua villa di cui oggi ancora resta lauditorium, Orazio dir
finalmente: Si pu ora abitare su un Esquilino risanato.
Fu Gregorio IX nel 1230 a costruire qui una chiesa di cui resta ancora labside e il campanile di tipo
romano. Lattuale sistemazione risale al 1719. All'epoca, Raffaele Mengs ne raffigur la gloria del
Martire Eusebio.
Questa chiesa naturalmente, posta sull'attuale piazza importante anello di congiunzione tra il
Laterano e la basilica Liberiana.
Da quando la chiesa di SantAntonio abate divent la cappella del Russicum, qui che il 17 gennaio
vengono benedetti gli animali.
Domenica V di Quaresima
Quando Domenico Fontana volt finalmente San Pietro (dietro la spinta di Sisto V, aveva fatto in
22 mesi, quanto aspettava da 54 anni!) sotto limmensa cupola vi erano gli enormi pilastri
michelangioleschi completamente spogli. Il Bernini ebbe la splendida idea, se fu sua, di farne dei
reliquiari per le principali reliquie in possesso della basilica. Costru in alto delle loggette per
lesposizione, utilizzando le colonnine tortili del sacello costantiniano, che saranno il modello di
quelle che far fondere in bronzo per il suo baldacchino. In basso delle grandi statue dovevano
indicare di che cosa si trattava. Scolp egli stesso la statua di San Longino (reliquia: la Santa
Lancia) e disegn le altre SantAndrea (reliquia la sua croce), SantElena (reliquia legno della vera
Croce), la Veronica (reliquia il velo della Veronica, la pi prestigiosa delle reliquie della basilica).
Ancora oggi, in questa occasione, si d la benedizione con queste insigni reliquie.
La basilica vaticana, nel giorno d'inizio del cammino di Cristo verso il Calvario con le tante reliquie
della sua Passione, che qui sono conservate, meglio favorisce la meditazione del cristiano, che, sotto
la volta della cupola michelangiolesca, riflette sulla croce "ara dell'olocausto divino".
Questi resti furono scoperti dallo studioso Marucchi, che fu altro cofondatore del Collegium
Cultorum Martyrum.
Il nome di Crisogono, invitto martire di Cristo, figura nel canone della Messa e l'odierna liturgia
suggerisce l'invocazione al Maestro perch conceda al popolo la salute dell'anima e del corpo.
Stazione a Sant'Apollinare
La cappella bizantina, dove conservata una colonna che si dice essere quella della flagellazione di
Nostro Signore, tutta rivestita in mosaico e qui sono composte le spoglie mortali dei Santi Zenone
e Valentino qui volute dal papa Pasquale I.
Tutto lo splendore di questo tempio mette in risalto la Passione di Cristo davanti alla colonna Santa
dove fu legato il Salvatore. Le parole del profeta acquistano qui drammaticit ho dato il mio corpo a
quelli che mi percuotevano. non ho nascosto la mia faccia a chi mi sputacchiava.
In questa luce si compie la peregrinazione quaresimale di oggi.
Domenica di Pasqua
Il Pantheon (o la Rotonda come anche conosciuto il tempio) fu costruito nel 27-25 a.C. da Marco
Vespasiano Agrippa genero e ministro di Augusto e, come gi detto, fu rifatto poi dall'imperatore
Adriano.
L'attuale denominazione della chiesa "Santa Maria ad Martyres", risale al 608-609 quando
l'imperatore bizantino Foca don quel tempio a papa Bonifacio IV, che, senza modificarne le
strutture originarie, lo trasform e lo dedic ai Martiri e alla loro Regina.
Papa Urbano VIII Barberini, nel 1632, utilizz i bronzi del pronao per realizzare il baldacchino
nella basilica di San Pietro.
Pi tardi, dal 1747 al 1758, Paolo Posi oper per il rifacimento della decorazione marmorea interna
del tamburo; tutte queste variazioni non scalfirono mai la maestosa bellezza di questa chiesa che
tale rimane.
Questa Stazione convoca i fedeli e i neofiti ad unirsi a tutti i Martiri, abbracciando cos in questo chi
ha dato la vita e ha sofferto per la fede cristiana.
La cerimonia odierna ricordata gi ai suoi tempi da San Gregorio di Tours, che racconta come i
cittadini di Roma potevano accedere alla tomba del Martire Pancrazio qui nella sua basilica sul
Gianicolo. (dal: De Gloria Martyrum).