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PREMESSE DI UNA TEORIA ERMENEUTICA DEL GIUDIZIO

Dal momento che gli uomini non sono inclini a comportarsi e giudicare nello stesso modo di fronte a
situazioni uguali necessario un processo giuridico, dove un giudice, terzo ed imparziale, verifica se si
svolto il fatto singolo integrante un certo tipo di fatto normativo e che norma deve essere applicata.
Sorge, per, lesigenza teorica di capire come deve essere provata loccorrenza storica e come deve essere
interpretata la norma da applicare.
quindi necessaria una TEORIA DEL GIUDIZO GIURIDICO che si occupa sia della prova sia
dellinterpretazione.
poi necessaria una TEORIA DELLA FORMAZIONE DEL GIUDIZIO che permetta dargomentare.
Lidealtipo figura elaborata da Max Webber una regola peculiare di comportamento. tratto
dallesperienza di fatti accomunati dal riferimento ad un certo valore dei quali vengono esibite le
caratteristiche ritenute essenziali. a cavallo tra la dimensione ideale e quella reale e con questo modello si
in grado di comprendere la realt.
La suprema classificazione idealtipica dei giudizi ruota intorno alle finalit del suo autore.
Distinguiamo:
- I giudizi teorici
- I giudizi pratici
I giudizi pratici si suddividono in giudizi giudiziari e giudizi extragiudiziari.
I giudizi giudiziari si dividono in:
1) Giudizi sul fatto singolo: sulloccorrenza storica o rilevanza giuridica del fatto. Giudizi di primo
grado
2) Giudizi sul precedente: sono i giudizi di gravame. Si tratta di metagiudizi perch la correttezza della
decisione non dipende solo da criteri materiali ma anche procedurali e perch la cognizione del
giudice del gravame limitata. A questultimo proposito si distingue a seconda che la cognizione del
giudice del gravame sia anche di merito o solo di legittimit. Mentre il giudice del gravame di merito
pu sindacare pienamente la decisione del giudice di primo grado sia nella parte relativa alla prova
sia nella parte relativa alla qualificazione normativa del fatto, il giudice di mera legittimit pu
sindacare pienamente solo la parte qualificatoria.
3) Giudizio su una norma giuridica: mira a stabilire la conformit ad un criterio normativo superiore. Si
tratta dei giudizi di legittimit costituzionale.
Ogni giudizio giuridico ha tre fasi:
1) Formazione
2) Decisione
3) Giustificazione
La decisione sulla quaestio facti e sulla quaestio iuris un atto di volont, quindi indagabile solo
psicologicamente.
Essa deve essere giustificata per permettere alle parti ed ai giudici superiori di controllare.
La decisione non si forma ex abrupto ma si pu teorizzare che si formi progressivamente, attraverso momenti
tipici.
Ci stato messo in discussione da molti teorici dal diritto, tra i quali Guastini. Essi affermano che non si
pu fare teoria del giudizio giuridico, perch il percorso si svolge nella mente del giudice ed insondabile
ogni giudizio si forma in modo differente da persona a persona, allo stesso modo della scoperta del giudice.
In realt, il modo di ragionare dello scienziato differente da quello del giudice.
Lo scienziato simbatte in un evento e deve scoprirne la causa, si pu anche buttare ad indovinare. Il giudice
deve decidere la qualificazione giuridica di un fatto e non pu tirare ad indovinare, perch altrimenti non
potrebbe giustificarla, argomentarla.
La formazione del giudizio, quindi, dipende da precise condizioni, non casuale altrimenti sarebbe preclusa
quella intenzionalit che connota il suo risultato. Si realizza mediante una logica particolare, di solito
trascurata dai teorici del diritto.

Questa disattenzione pu essere facilmente spiegata. Per lepistemologia prevalente, parlare di logica
equivale a parlare di logica formale, deduttiva o non deduttiva.
Sennonch, ferma restando limportanza della logica deduttiva ed induttiva, la storia della logica non pu
essere ridotta a questa alternativa.
A partire dalla filosofia kantiana, un valore autonomo va riconosciuto alla logica trascendentale.
La logica deduttiva prescrive le regole formali che il pensiero deve rispettare per porre proposizioni di
qualsiasi tipo ( ad esempio, principio di non contraddizione ) e per inferirne validamente conclusioni
qualsiasi.
La logica trascendentale descrive le condizioni che sole consentono al pensiero umano di produrre giudizi di
tipi determinati.
Nella filosofia kantiana, la logica trascendentale riferita esclusivamente alla conoscenza della realt fisica
e matematica e si collega alla conoscenza della realt matematica e fisica.
Secondo Kant, sebbene il pensiero umano, in quanto pensiero finito, non in grado di conoscere la realt
com in s, esso dispone di forme a priori, che permettono ad ogni essere pensante di costituire stabilmente
certi oggetti e sottoporli a giudizi non puramente individuali, i quali ne ampliano la conoscenza che i soggetti
hanno sulla base della loro definizione ( giudizi sintetici a priori ). La forza che la realt esercita sul soggetto
conoscente produce sensazioni molteplici, che egli unifica intuitivamente attraverso le forme dello spazio e
del tempo. A questa formazione sensibile e passiva, ne segue una seconda, concettuale ed attiva, che si
avvale delle dodici categorie dellintelletto ed proprio grazie ad esse che possibile determinare i fenomeni
ed esprimere i giudizi su di essi.
Sebbene ogni giudizio eziologico possa rilevarsi scorretto, il problema della sua correttezza pu porsi ex
post, cio dopo la formazione del giudizio stesso. Mentre problema da porsi ex ante quello delle condizioni
che rendono possibile un giudizio autentico.
Il superamento della logica kantiana si avuto con Rickert. Questi afferma che se per la conoscenza della
realt fisica necessaria lunificazione e la categorizzazione della molteplicit sensibile, ci non sufficiente
per la conoscenza della realt storica, la quale necessita di un riferimento ad un valore. In questo modo sar
possibile porre in essere validamente giudizi storici, quali giudizi relativi a realt irripetibili ed insostituibili.
Questi valori, per, possono essere conosciuti limitatamente alla misura in cui si manifestano empiricamente,
ci accade qualora comunit di diverse aree ed epoche storiche manifestano costantemente e diffusamente
esigenze comuni.
Un altro approfondimento della logica trascendentale fornito da Edmund Husserl. Questi, allontanandosi
dalla filosofia kantiana e neokantiana, individua nelle cose corporee la predadit ( predata, cosa a priori )
dellesperienza umana.
Husserl ritiene che la formazione di un giudizio avvenga sempre attraverso una percezione esterna, intesa
come coscienza della presenza viva degli oggetti individuali spazio- cosali. Questa la forma originaria in
cui ogni conoscenza si rapporta al mondo circostante ed essa non si esplica in modo causale, ma attraverso
strutture tipiche. Queste strutture sono: la predadit passiva lattivo volgersi dellio linteresse la
recettivit la spontaneit. Perci ogni cosa pu essere percepita nella sua mera corporeit, in quanto
predata. Ci significa che essa presenta vari aspetti, che rientrano in un medesimo campo sensoriale e che
vengono associati secondo nessi di somiglianza che permettono di farla spiccare tra le altre cose
compresenti. Quando ci avviene, la coscienza riceve uno stimolo a volgersi alla cosa, al quale pu dare o
non dare seguito. Se d seguito, lio recepisce la cosa nella sua indeterminatezza, aprendo la fase della
effettiva percezione. Se linteresse percettivo non viene distolto nella sua attenzione sulla cosa, la coscienza
procede alla determinazione e prensione della cosa. Ma ci non soddisfa a pieno la conoscenza, sicch questa
indotta a passare ad una osservazione esplicativa sui diversi aspetti della cosa che vengono ricollegati alla
cosa stessa dando luogo ad una sintesi esplicativa che riunisce le diverse determinazioni della cosa. Il
fattore determinante a questo punto la volont a conoscere che spinge la coscienza a tematizzare i
risultati sintetici raggiunti. Solo cos la coscienza pu possederli e procedere alla formulazione del giudizio
predicativo.
La filosofia di Heidegger si fonda sulla questione filosofica per antonomasia: cos lessere?.
Egli imposta la sua teoria a partire dallessere ( esistenza) delluomo ( esserci ). Assegnando a questo il
privilegio di essere lunico ente ad avere la possibilit dautodeterminarsi. Al vertice dei modi desistenza vi

la struttura dell essere nel mondo, ci significa che data la sua capacit dautoderminazione, avanti
alluomo si dispiegano varie opportunit colte tra le cose intramondane e dai rapporti con gli altri uomini.
Il mondo dellesserci, per, non si autodetermina ma ha bisogno di una schiusura data dalla comprensione.
Con riferimento alle cose intramondane, comprendere significa cogliere le opportunit. In questo modo
lesserci comprende le sue infinite possibilit dautodeterminazione.
Altro carattere fondamentale dellesserci la storicit, che comporta che gravando il passato sul presente, le
tradizioni tramandate dalla comunit cui lesserci legato finiscono per limitare la sua autonomia critica
della comprensione. Da ci si comprende che luomo non si limita a rilevare il senso delle cose del mondo
come qualcosa di predato, ma procede ad esplicitare questa comprensione. Il comprendere un valore
universale originario. Tutte le altre forme di conoscenza sono derivate.
Discostandosi dalle filosofie ermeneutiche moderne, Gadamer elabora una originale ermeneutica filosofica,
individuando nella comprensione linguistica il modo fondamentale dellesistenza.
Gadamer afferma che la precisazione di Heidegger sulla finitezza storica delluomo, rende palese
linfondatezza del metodologismo dellermeneutica tradizionale. Quindi, ogni comprensione sattua a partire
dal presente, determinato dalle tradizioni della comunit a cui appartiene il soggetto comprendente.
Avvicinandosi al testo con le proprie precomprensioni storiche, il soggetto finisce con il notare che esse non
combaciano perfettamente. Sicch, al fine di evitare di sovrapporre i propri punti di vista al contenuto di
verit del testo, egli deve sospendere questi condizionamenti, scongiurando cos la possibilit di pervenire ad
una comprensione unilaterale, ossia imperfetta. solo nelle forme e nei limiti del linguaggio che luomo pu
costituire il proprio mondo.
In definitiva, Kant ha avuto il merito di svelare lesistenza di forme soggettive universali di costituzione del
mondo fisico, Rickert ha avuto il merito di estenderle alla realt storica.
Valore preminente ha Husserl che pi di ogni altro ha valorizzato laspetto intenzionale del giudizio.
Le riflessioni sulla finitezza e sulla comunanza storica di Heidegger e Gadamer permettono di cogliere il
senso del mondo umano, che quello della reciproca comprensione che si concreta attraverso il nostro sforzo
dialogico linguistico. Da un lato, il passato nel quale emerso il testo e dallaltro lato il presente dal quale
solo il soggetto comprendente pu attuare il suo compito.
Quindi la formazione del giudizio dipende da precise condizioni.
Le condizioni dipendono dalla CONFIGURAZIONE DEL GIUDIZIO TIPICO.
Prendendo ad esempio il processo penale di condanna, esso inizia con la comunicazione di notizia, prosegue
con listaurazione dibattimentale a seguito della richiesta di rinvio a giudizio del pm e si conclude con la
sentenza.
Gli atti del giudizio hanno una loro configurazione tipica che dipende dalle loro funzioni.
La configurazione tipica:
- Della sentenza di condanna il riferimento alloccorrenza storica ed alla rilevanza penale del caso
imputato o imputabile nella richiesta
- Della imputazione di essere latto che descrive qualifica giuridicamente un fatto che il pm ha
ricavato dalla comunicazione di notizia
- Della comunicazione di notizia il riferimento alloccorrenza storica di una vicenda umana.
Alla base del procedimento penale c limputazione del pm, circa un fatto che potrebbe essere
giuridicamente rilevante. Il giudizio giuridico sar qualificatorio di questo fatto. La decisione si fonder
necessariamente su elementi probatori.
Bisogna distinguere i requisiti di qualit tipica dalle condizioni logico trascendentali di formazione del
giudizio.
I requisiti di qualit tipica sono gli elementi richiesti affinch un atto possa essere qualificato in un
determinato modo ( ad esempio, la sentenza penale di condanna c se c un atto che fa riferimento
alloccorrenza storica ed alla rilevanza penale del fatto indicato dal pm).
Le condizioni logico trascendentali di formazione del giudizio sono gli elementi che devono essere
integrati affinch un certo atto si sia formato intenzionalmente, i momenti che devono essere attraversati dal
giudice per esprimere un giudizio.
La logica trascendentale ( descrive le condizioni che da sole consentono al pensiero umano di produrre
giudizi di tipo determinato ) un momento preliminare al giudizio. Il mancato rispetto della logica
trascendentale preclude la formazione di qualsiasi giudizio.

La metodologia si occupa della realt materiale: quali criteri probatori devono essere utilizzati. Laddove il
criterio probatorio non abbia il 100 % di scientificit ci dar il tasso probabilistico.
La metodologia non ha a che fare con le condizioni di formazione del giudizio ma con le condizioni di
veridicit del giudizio ( ci dir in che probabilit quel giudizio vero ).

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