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Non ho dovuto fare nulla di speciale (Pablo d'Ors)

"Per diventare uno che medita, oltre a sedermi quotidianamente [...]


non ho dovuto fare nulla di speciale. Tutto consisteva nell'essere quel
che ero stato fino ad allora, ma con coscienza e attenzione. [...]
L'attenzione mi ha portato man mano allo stupore. [...]
Se tutto quel che vivo e vedo non mi sorprende perch, mentre si
manifesta, [...] lo sottopongo a un pregiudizio o schema mentale,
rendendogli in tal modo impossibile dispiegare davanti a me tutto il suo
potenziale. [...]
Si scopre che tutto si gioca nella percezione. Si capisce, insomma, che
possiamo essere felici solo percependo la realt. [...]
Se ci limitassimo a percepire, arriveremmo finalmente a quello che
siamo. [...]
Quanto pi si medita, maggiore la capacit di percezione e pi fine si
fa la sensibilit. [...] L'udito si affina fino a limiti insospettati, e si
prende ad ascoltare [...] l'autentico suono del mondo. Tutte le cose,
anche le pi scialbe, paiono pi genuine e brillanti. Si cammina con
maggior leggerezza. Si sorride pi spesso. L'atmosfera sembra piena di
un non so che, imprescindibile e vibrante. [...]
Sono qualcosa di simile a una nave, e pi una fragile barchetta che un
solido transatlantico. I flutti si trastullano con me a loro capriccio, ma
dal tanto guardare l'andirivieni di questi cavalloni, sto cominciando a
trasformarmi nei flutti stessi e a non sapere pi che ne stato della
mia povera barchetta. Finch, effettivamente, la trovo: S, l! mi
dico allora. [...] Ogni volta che salgo su quella barchetta, smetto di
essere io; ogni volta che mi getto in mare, mi ritrovo. [...]
Per meditare non importa sentirsi bene o male, contento o triste,
speranzoso o deluso. Qualunque stato d'animo il miglior stato d'animo
possibile in quel momento per fare meditazione. Precisamente perch
quello che si prova. Grazie alla meditazione, si impara a non voler
andare in nessun altro posto differente da quello in cui ci si trova; si
vuole stare l dove si , ma in forma piena. [...]
Tutto nasce e muore dentro di noi [...]. Fare meditazione consiste
precisamente nell'assistere da spettatori alla nascita e morte di tutto
ci [...]. Cosa c' tra la morte di una cosa e la nascita di un'altra?
questo lo spazio in cui sento che devo dimorare; questo lo spazio
dove sgorga la saggezza perenne.
Per le volte in cui ho intravisto qualcosa di questo spazio e vi ho

abitato, anche solo per pochi istanti, posso assicurare che la vera gioia
qualcosa di molto semplice [...]. Basta fermarsi, tacere, ascoltare e
guardare [...].
Essere cosciente consiste nel contemplare i pensieri. [...] Esercitare la
coscienza il modo per vivere serenamente senza di lei: totalmente
ora, totalmente qui" (pp. 22-31)
Ecco: qualcosa di molto importante e su cui spesso c' fraintendimento
quando pratichiamo. La meditazione non un continuo distaccarsi dalla
realt, in una condizione di osservatore lontano da essa, da ci che ,
dall'evento, dall'azione, dall'immersione semplice nella datit del
momento. Non questo stato catatonico di perpetua attenzione in una
presa di distanza dal flusso delle cose. Questa sarebbe una pratica che per la verit portata avanti da molti - che nasce dalla paura.
dare alla paura il nome altisonante di meditazione.
Si passa da l, che sia chiaro. un momento importante di chiamiamolo cos - allenamento: un momento che spesso dura anche il
suo tempo. Ma un momento. Ma poi: "Dal tanto guardare l'andirivieni di
questi cavalloni, sto cominciando a trasformarmi nei flutti stessi". S,
deve esserci questa immersione, questa trasformazione che spezza
totalmente la distinzione tra il soggetto e l'oggetto, tra l'osservatore e
l'osservato. Altrimenti non sar mai una pratica liberante, una pratica di
gioia: ma un continuo, snervante esercizio da palestra. Pu divertire,
essere un gioco. Ma non meditazione.
Come si dice a conclusione di questo brano: il lavoro sull'essere
cosciente-di deve approdare alla liberazione da esso. Allora s: c' solo
l'istante, non pi colui che lo osserva, non pi ci che veniva osservato.
Tutto glorificato, tutto quello che : c' solo quell'.

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