1. Caratteristiche del commercio nellAlto Medioevo:
a. ruralizzazione ed economia curtense, ma non scomparsa totale dei traffici; b. circolazione a breve raggio di derrate alimentari e manufatti; c. gli operatori maggiori delleconomia altomedievale: i. popolazioni dei punti di incontro tra aree economiche: Veneziani, Amalfitani, Frisoni, Vareghi svedesi; ii. ebrei: commerci internazionali e insediamento lungo le maggiori direttrici di traffico per limportazione di beni di lusso e lesportazione di schiavi, pelli, armi; d. scambi limitati a poche direttrici e a merci di lusso e poco ingombrani. 2. La formazione di un sistema economico unitario: a. le trasformazioni del X secolo: i. ampliamento del ceto mercantile; ii. crescita di importanza delle fiere; b. distinzione in due aree economiche nel X secolo: i. area mediterranea (tre settori: Costantinopoli, paesi arabi, Occidente cristiano; prevalenza delle vie marittime); ii. area nordica (due settori: Atlantico, Baltico Mare del Nord; notevole importanza delle vie fluviali); c. la novit del XI-XII secolo: i. integrazione non episodica tra rotte marittime, fluviali e terrestri delle due aree; ii. fiere di Champagne: 1. posizione; 2. politica dei conti di Champagne: pace, scorte ai mercanti, agevolazioni fiscali; iii. ascesa delle citt come mercati permanenti nel XIII secolo; iv. fiere e nascita di un comune spirito europeo; v. pratica della compensazione; vi. lattivit dei mercanti italiani: acquisto di tessuti e vendita di merci orientali; vii. stabilimento di mercanti italiani (soprattutto veneziani) in Egitto, per il commercio di beni di lusso e spezie; viii. collegamento tra Mediterraneo e Atlantico attraverso Gibilterra: Genovesi. 3. I miglioramenti dei trasporti: a. viaggi pi sicuri e pi convenienti; b. lenti miglioramenti e progressiva riduzione del periodo di inattivit invernale; c. novit: i. bussola; ii. portolani; iii. carte; d. le navi: i. galea: lunga, bassa, veloce, a vela e a remi, adatta alla guerra e al trasporto di merci poco ingombranti; ii. saetta o saettia: nave bassa particolarmente veloce; iii. gondola: nave bassa in uso nella laguna veneta; iv. galeazza: nave bassa con maggiore capacit di carico; v. nave: alta, tonda, lenta, con grande capacit di carico; vi. cocca: nave alta con vela quadrata e timone unico; vii. caracca: nave alta di grandi dimensioni; e. vie di terra: i. bestie da soma e carri; ii. rete viaria sempre pi fitta; iii. nascita di nuovi assi viari (es. valichi alpini del Moncenisio e del San Bernardo). 4. Le merci del commercio internazionale:
a. aumento della quantit e della variet delle merci in circolazione;
b. generi alimentari: i. grano: dallItalia meridionale e dal Mar Nero; ii. sale: per la conservazione di pesce e carne e per uso alimentare; iii. vino: da Grecia, Rodi, Cipro, Francia e Italia meridionale, per usi anche terapeutici; iv. birra: produzione locale nellEuropa del Nord; c. tessuti: i. lana: dallInghilterra verso le Fiandre e lItalia; ii. cotone: da Italia, Grecia e Siria, per lottenimento di fustagni; iii. materie tintorie e allume; d. schiavi (soprattutto slavi); e. specializzazione produttiva delle diverse aree geografiche: i. specializzazione agricola per il vino: Borgogna, Aquitania, Calabria e Campania; ii. specializzazione agricola per il grano: Sicilia e Puglia; iii. specializzazione agricola per lo zafferano: Abruzzo; iv. specializzazione manifatturiera: Fiandre, Lombardia, Toscana, regioni inglesi, francesi e tedesche. 5. Il ruolo del mercante: a. mercante come agente dellintegrazione del sistema; b. superamento della figura del mercante avventuriero; c. rischi (briganti e pirati) e risposte: i. sviluppo della cambiale, della circolazione fiduciaria e della compensazione; ii. convogli gestiti dallo Stato: mude veneziane; iii. diversificazione degli investimenti; d. societ: i. commenda: accordo tra mercante e finanziatori su tappe e finalit e partecipazione agli utili o alle perdite, valido per un solo viaggio; ii. colonna amalfitana (espressione di una societ caratterizzata dallampia presenza di piccoli operatori e dalla scarsa disponibilit di grandi capitali): accordo tra mercante, armatore, marinai e capitano; iii. compagnia o societas maris: validit per pi dun viaggio; iv. comparsa di risparmiatori che depositano presso le compagnie delle somme di denaro, e ottengono in cambio interessi fissi o quote degli utili; e. attivit bancaria: i. autonomizzazione dellattivit bancaria; ii. prestiti a sovrani e pontefici: ottenimento di privilegi in cambio; iii. pratica del cambio e specializzazione in questo settore. 6. La ripresa della monetazione aurea: a. sviluppo dei commerci e superamento del sistema monetario carolingio; b. delega del diritto di coniare moneta a signori laici ed ecclesiastici e a citt: notevoli variazioni nel valore delle monete in circolazione; c. presenza di monete doro arabe o bizantine e loro uso per gli scambi internazionali; d. stabilizzazione della moneta: Venezia, Firenze, citt francesi; e. necessit di monete doro: i. scarsa disponibilit del metallo prezioso; ii. coniazione dellaugustale da parte di Federico II (1231); iii. ducato (zecchino) veneziano e scudo francese. 7. Artigianato e attivit familiare: a. artigianato urbano: i. rapporti con le campagne: attrezzi e manufatti; ii. ampliamento progressivo del mercato, spesso a carattere internazionale; b. artigianato tessile: i. lana: Fiandre, Lombardia, Toscana; ii. cotone e fustagno: Lombardia; iii. seta: Firenze, Venezia, Lucca; c. il capitalismo mercantile:
i. organizzazione del settore laniero (circa trenta procedimenti diversi);
ii. specializzazione produttiva; iii. non concentrazione dei lavoratori in un opificio. 8. Gli altri settori produttivi: a. lavorazione dei metalli: i. armi; ii. attrezzi; b. carta: i. introduzione nella Spagna araba (1151); ii. diffusione in Italia, in particolare a Fabriano; c. industria e arte: i. marmo; ii. oro; iii. avorio; iv. vetro; v. ceramica; d. industria navale: i. superamento della dimensione della bottega artigiana: concentrazione di operai specializzati e non; ii. necessit di grandi capitali. 9. La bottega artigiana e le corporazioni: a. bottega come unit produttiva di base: i. maestro, collaboratori stabili (laborantes), apprendisti, salariati; ii. contratto scritto che regola lapprendistato; iii. ruolo del maestro: prospettive di guadagno, inserimento nella struttura economica e politica della vitt; b. corporazioni: i. antecedenti romani (collegia), bizantini (scholae), carolingi e longobardi (ministeria), religiosi (confraternite); ii. carattere fortemente innovativo; iii. membri a pieno titolo sono solo i maestri e, in posizione subordinata, collaboratori e discepoli; iv. tutti i lavoratori sono sottoposti al tribunale della corporazione; v. funzioni: 1. rifornimento di materie prime; 2. regolamentazione dei salari; 3. prezzi di vendita e vigilanza sulla concorrenza; 4. controllo della quantit e della qualit; 5. mutua assistenza; 6. confraternite: cappelle, altari, ospedali; vi. ruolo politico. 10. Le innovazioni tecnologiche: a. applicazione in grande scala dellenergia idraulica: i. albero a camme e follatura dei panni; b. introduzione del filatoio a ruota e del telaio orizzontale a pedale.