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ALESSANDRO BOCCONI
Indice
1 La Geometria analitica: la retta
1.1
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2
Il piano cartesiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.3
1.4
1.5
1.6
Il reticolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.7
1.8
1.9
1.8.1
1.8.2
Il coefficiente angolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
1.9.1
Il termine noto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
1.9.2
Capitolo 1
Introduzione
La geometria cos` come siamo stati abituati a studiarla fino ad ora, si occupa di alcune propriet`
a
delle figure che sono indipendenti dalla loro posizione nel piano. Se ad esempio dobbiamo stabilire
se un triangolo `e isoscele non importa come `e posizionato detto triangolo (figura 1.1).
A tal proposito `e illuminante la definizione di uguaglianza fra 2 figure (congruenza per gli autori
pi`
u pignoli): due figure sono uguali se possono essere perfettamente sovrapposte tramite movimenti
rigidi.
Questa definizione, in parole povere, significa che, prendendo sempre ad esempio la figura 1.1, quei
triangoli sono uguali se, ritagliandone uno, si pu`o far combaciare su entrambi gli altri. Movimento
rigido significa che, una volta ritagliato il triangolo, non si pu`o n`e tirare n`e piegare.
Lindistinguibilit`
a di queste figure rispetto alla loro posizione `e dovuta allassenza di un sistema
di riferimento. In effetti se noi fossimo in uninfinita pianura sempre uguale e in totale assenza
di punti di riferimento (anche al di fuori di tale pianura come il sole o le stelle), variare la nostra
posizione cambierebbe ben poco: rimarrebbero soltanto le caratteristiche del nostro corpo come
ad esempio il peso e laltezza che ovviamente non dipendono da dove siamo allinterno di questa
infinita pianura.
Fu un filosofo e matematico francese, Rene Descartes italianizzato in Cartesio, vissuto nella prima
met`a del 1600, che ebbe un approcci`
o geometrico profondamente diverso: egli utilizzava metodi
algebrici, prima di tutto le equazioni, per stabilire relazioni fra le varie grandezze presenti in un
problema geometrico.
Figura 1.1: Essendo uguali tali triangoli o sono entrambi isosceli o non lo `e nessuno
Alessandro Bocconi
-2
-1
1,2874536....
Figura 1.2: Retta orientata (la freccia che indica il verso), in cui `e definita ununit`
a di misura e ad
ogni punto corrisponde un numero reale
Dai suoi studi alla geometria analitica come la conosciamo oggi e come ci apprestiamo a studiare
nelle prossime pagine, il passo non `e affatto breve. Ma `e innegabile che Cartesio fu il precursore
di una nuova concezione del problema geometrico e, in suo onore, il piano sul quale collocheremo
tutti i nostri enti geometrici, si chiama piano cartesiano.
1.2
Il piano cartesiano
Ricordiamo che una retta si dice orientata se al suo interno `e definito un verso che stabilisce,
presa una qualunque sua coppia di punti, chi precede laltro. Graficamente la retta orientata `e
rappresentata con una freccia ad una sua estremit`a (quella in cui cresce).
Nella prima parte di Appunti di Matematica abbiamo sottolineato che esiste una corrispondenza
biunivoca fra punti della retta e numeri reali (cio`e ad ogni punto della retta corrisponde uno ed un
solo numero reale). Per questo possiamo parlare di retta dei numeri reali.
Su una retta orientata possiamo definire ununit`a di misura, ovvero la lunghezza del segmento
avente come estremi 2 numeri interi consecutivi. Dora in poi quando parleremo di rette orientate
sottointenderemo che su di esse `e stata definita ununit`a di misura (vedi figura 1.2).
Definizione di piano cartesiano. Un piano con due rette orientate fra loro perpendicolari si
dice piano cartesiano.
Osservazione. Generalmente le due rette orientate hanno la stessa unit`a di misura, ma non `e
affatto obbligatorio che sia sempre cos`.
Definizione di assi cartesiani e di origine. Le rette orientate del piano cartesiano si chiamano
assi cartesiani. In particolare lasse orizzontale viene detto asse delle ascisse e si indica con la lettera
x, mentre lasse verticale viene detto asse delle ordinate e si indica con la lettera y. Il punto di
intersezione degli assi si chiama origine e viene indicato con la lettera O(figura 1.3).
Alessandro Bocconi
1.3
Il punto `e un concetto primitivo (cio`e non si pu`o ne definire ne spiegare meglio di come lo
immaginiamo intuitivamente) ed `e considerato lentit`a geometrica pi`
u semplice.
Nel piano cartesiano, per individuare un punto, sono necessarie due coordinate (cio`e due numeri).
Convenzionalmente il primo dei due numeri identifica uno spostamento sullasse delle x, mentre il
secondo uno spostamento sullasse delle y. Chiariamo quanto detto con un esempio:
Esempio
. Individuare sul piano cartesiano i punti A di coordinate 3 e 2 (pi`
u brevemente scriveremo
A(3; 2)); B(2; 25 ); C(0; 4); D( 34 ; 2) e E(0; 0)
Cominciamo col punto A(3; 2): abbiamo detto che per convenzione la prima coordinata si riferisce
allo spostamento sullasse delle x. Partendo dallorigine ci spostiamo sullasse delle x di 3 unit`
aa
destra (perche il numero 3 `e positivo e quindi si va nel senso della freccia dellasse x). Da dove
siamo arrivati ci spostiamo di 2 unit`
a nella direzione dellasse y verso lalto (perche il numero 2 `e
positivo e quindi si va nel senso della freccia dellasse y). Abbiamo cos` individuato il punto A(3; 2)
come mostrato in figura 1.4
Individuiamo adesso il punto B(2; 52 ): sempre partendo dallorigine ci spostiamo sullasse delle x
di 2 unit`a a sinistra (perche il numero 2 `e negativo e quindi si va nel senso opposto della freccia
dellasse x). Da dove siamo arrivati ci spostiamo di 52 unit`a nella direzione dellasse y verso lalto
(perche il numero 25 `e positivo e quindi si va nel senso della freccia dellasse y). Abbiamo cos`
individuato il punto B(2; 25 ) come mostrato in figura 1.4
Individuiamo adesso il punto C(0; 4): partiamo dallorigine ma lo spostamento sullasse delle x `e
0 (perche 0 `e la prima coordinata) e quindi rimaniamo fermi nellorigine. Dallorigine ci spostiamo
di 4 unit`a nella direzione dellasse y verso il basso (perche il numero 4 `e negativo e quindi si va nel
senso opposto della freccia dellasse y). Abbiamo cos` individuato il punto C(0; 4) come mostrato
in figura 1.4
Lasciamo per esercizio lindividuazione del punto D e individuiamo il punto E(0; 0): partiamo
dallorigine ma lo spostamento sullasse delle x `e ancora una volta 0 e quindi rimaniamo fermi
nellorigine. Dallorigine ci dovremmo spostare in alto o in basso sullasse y ma anche lo spostamento
su questo asse `e zero perche zero `e la seconda coordinata di E. Quindi E coincide con lorigine.
Alessandro Bocconi
-2 -4/3
5/2
2
-2
C
-4
Figura 1.4:
B
YB
M
YM
YA
A
XA
H
XM
XB
1.4
Definizione. Siano A e B due punti nel piano cartesiano. Per punto medio di A e B si intende un
punto, generalmente chiamato M , che divide il segmento di estremi A e B in due segmenti uguali.
Il problema da risolvere `e quindi come determinare le coordinate di M note le coordinate del punto
A e del punto B.
Supponiamo allora di avere un punto A di coordinate (xA ; yA ) e un punto B di coordinate (xB ; yB ).
Dobbiamo determinare le coordinate (xM ; yM ) del loro punto medio M . Disegniamo quindi nel
piano cartesiano i punti A e B, il segmento che li congiunge e prendiamo M in modo tale che
AM = M B. Dal punto A tracciamo una linea orizzontale, dal punto B una linea verticale, e dal
punto M una linea orizzontale e verticale (figura 1.5).
Alessandro Bocconi
I triangoli AHM e M KB sono uguali (si potrebbe dimostrare col secondo criterio di congruenza).
Quindi risulta che AH = M K da cui xM xA = xB xM . In altre parole xM `e il valor medio
fra xA e xB . Inoltre, sempre dalluguaglianza dei due triangoli risulta che HM = KB da cui
yM yA = yB yM . In altre parole yM `e il valor medio fra yA e yB .
Dal momento che il valor medio fra due numeri si trova dividendo per 2 la somma di tali numeri,
le coordinate del punto medio M si ottengono:
xM =
xA + xB
2
yM =
yA + yB
2
Esempi
.
xA + xB
1+3
=
=2
2
2
yM =
yA + yB
4+3
7
=
=
2
2
2
Si applicano le formule:
xM =
11
xA + xB
=
=0
2
2
yM =
yA + yB
2 + 4
2
=
= =1
2
2
2
xA + xB
=
2
1
2
+
2
3
5
5+6
10
11
20
yM =
yA + yB
1 1
=
= 1
2
2
11
Pertanto il punto medio M ha coordinate ( 20
; 1)
Sia A(5; 1). Determinare il punto B affinche M (3; 2) sia il punto medio fra A e B.
xA + xB
5 + xB
3=
6 = 5 + xB xB = 1
2
2
yA + yB
1 + yB
2=
4 = 1 + yB yB = 3
2
2
Pertanto il punto B ha coordinate (1; 3)
yM =
Il concetto di punto medio fra 2 punti si estende facilmente a quello di punto medio fra 3 o pi`
u
punti come si vede facilmente dali seguenti:
Esempi
.
Il problema si risolve calcolando la media delle ascisse e delle ordinate di questi 3 punti:
xM =
xA + xB + xC
14+0
63
=
=
= 1
3
3
63
yM =
yA + yB + yC
1 1 + 3
1
=
=
3
3
3
Alessandro Bocconi
y
C
B
M
O
E
Figura 1.6: Il baricentro del pentagono coincide col suo punto medio
Pertanto il punto medio M ha coordinate (1; 13 )
.
Determinare il punto medio fra i punti A(1; 1), B(4; 1), C(0; 3) e D(2; 7)
Il problema si risolve calcolando la media delle ascisse e delle ordinate di questi 4 punti:
14+02
5
5
xA + xB + xC + xD
=
=
=
4
4
4
4
yA + yB + yC + yD
1 1 + 3 + 7
8
yM =
=
= =2
4
4
4
Pertanto il punto medio M ha coordinate ( 45 ; 2)
xM =
Dobbiamo per`
o osservare che la definizione di punto medio fra 2 punti perde significato nel caso
i punti siano pi`
u di due. Per dare un significato al punto medio fra pi`
u punti premettiamo la
seguente:
Definizione fisica di baricentro di un poligono (sperimentale). Supponiamo di avere un
poligono convesso (cio`e che non ha rientranze) ritagliato di materiale rigido e di avere una colonna
estremamente sottile fissata a terra. Il baricentro del poligono `e lunico punto che va appoggiato
sulla colonna affinche il poligono resti in equilibrio su di essa.
Consideriamo allora i punti di cui bisogna trovare il punto medio come vertici di un poligono: se
sono tre si tratter`
a di un triangolo, se sono 4 di un quadrilatero e cos` via. Vale il seguente:
Teorema. Il punto medio dei vertici di un poligono convesso corrisponde al baricentro del poligono.
Esempio
. Rappresenta sul piano cartesiano il poligono di vertici A(2; 1), B(5; 2), C(1; 3), D(1; 3) e
E(2; 1) e determina il suo baricentro.
Rappresentiamo i punti sul piano cartesiano e costruiamo il poligono (figura 1.6).
Il baricentro corrisponde al punto medio dei vertici quindi:
xA + xB + xC + xD + xE
2+5+112
5
=
= =1
5
5
5
yA + yB + yC + yD + yE
1 + 2 + 3 + 3 1
6
yM =
=
=
5
5
5
Pertanto il baricentro ha coordinate (1; 56 )
xM =
Alessandro Bocconi
YB
YA
A
XA
H
XB
1.5
Definizione. Per distanza fra due punti A e B si intende la lunghezza del segmento avente come
estremi A e B.
Per determinare la distanza fra due punti si usa il teorema di Pitagora. Supponiamo infatti di
dover determinare la distanza fra il punto A di coordinate (xA ; yA ) e il punto B di coordinate
(xB ; yB ). Disegniamo nel piano cartesiano i punti A e B e il segmento che li congiunge. Dal punto
A tracciamo una linea orizzontale e dal punto B una linea verticale e sia H il punto di incontro fra
queste due linee (figura 1.7).
Il triangolo AHB `e un triangolo rettangolo e quindi possiamo applicare il Teorema di Pitagora
(nella sua versione algebrica):
p
AB = AH 2 + HB 2
ma risulta che:
AH = xB xA
HB = yB yA
pertanto
AB =
p
p
AH 2 + HB 2 = (xB xA )2 + (yB yA )2
Esempi
.
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9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
Figura a
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Figura b
Figura 1.8: Figura a: la cella identificata dalle coordinate (6; 4). Figura b: la striscia verticale di
celle aventi prima coordinata 7
Osserviamo che A e B hanno uguale la seconda coordinata. Pertanto per ottenere la loro distanza
basta fare la differenza delle ascisse:
AB = 4 1 = 3
Osserviamo comunque che avremmo ottenuto lo stesso risultato utilizzando la formula della distanza
fra due punti:
p
p
p
1.6
Il reticolo
Alessandro Bocconi
10
Il lettore si sar`
a accorto delle somiglianze con il piano cartesiano. Evidenziamo adesso le differenze
fra il reticolo e il piano cartesiano:
1. Nel piano cartesiano possono esserci le coordinate negative, mentre i numeri che individuano
le celle del reticolo sono sempre positivi.
2. Nel reticolo ci possiamo spostare di un numero finito di celle sia a sinistra che in alto, mentre
le rette del piano cartesiano hanno, come tutte le rette, lunghezza infinita.
3. (la pi`
u importante). Nel piano cartesiano le coordinate possono essere anche numeri decimali
mentre nel reticolo le coordinate sono sempre intere. Questo implica che ha senso parlare di
due celle adiacenti (ad esempio la cella (5; 1) e la cella (6; 1) sono accanto e non c`e nessun
altra cella in mezzo) mentre non ha senso parlare di due punti adiacenti nel piano cartesiano,
infatti o due punti coincidono (quindi sono lo stesso punto) oppure fra qualunque coppia di
punti distinti ne esistono sempre infiniti altri. Questa situazione si rappresenta dicendo che
il piano cartesiano `e continuo mentre il reticolo `e discreto.
Nonostante queste importanti differenze `e istruttivo introdurre alcuni concetti validi per il piano
cartesiano tramite il reticolo.
Consideriamo adesso linsieme di tutte le celle del reticolo che hanno la prima coordinata uguale,
per fare un esempio, a sette. Dal momento che la prima coordinata `e indicata tramite la lettera x,
possiamo chiamare tale insieme tramite lequazione:
x=7
anneriamo tutte le celle di questo insieme (1.8 lettera b)
e osserviamo che si `e formata una striscia verticale. Osserviamo che nella striscia ci sono tutte le
celle del reticolo che hanno x = 7 e che nessuna cella avente x diversa ci appartiene. Avessimo scelto
una x diversa avremmo trovato unaltra striscia sempre verticale e con le caratteristiche appena
descritte.
Se adesso invece consideriamo linsieme di tutte le celle del reticolo che hanno la seconda coordinata
uguale, per esempio, a cinque. Dal momento che la seconda coordinata `e indicata tramite la lettera
y, possiamo chiamare tale insieme tramite lequazione:
y=5
anneriamo tutte le celle di questo insieme (1.9 lettera a).
e osserviamo che si `e formata una striscia orizzontale e che valgono le stesse caratteristiche evidenziate in precedenza.
Consideriamo adesso linsieme di tutte le celle che hanno la seconda coordinata uguale alla prima
aumentata di uno, come ad esempio (1; 2), (2; 3) ecc. Dal momento che la caratteristica delle celle di
questo insieme `e che hanno la seconda coordinata uguale alla prima coordinata pi`
u uno, passando
in simboli matematici si ottiene:
y =x+1
e osserviamo che si `e formata una striscia obliqua (1.9 lettera b). Osserviamo che nella striscia nera
ci sono tutte le celle del reticolo che hanno la coordinata y uguale alla coordinata x aumentata di
1 e che nessuna cella che non ha tale caratteristica appartiene alla striscia.
Consideriamo adesso le celle che hanno la seconda coordinata uguale al doppio della prima meno
uno. In simboli
y = 2x 1
e anneriamo le celle che hanno tale caratteristica (1.10 lettera a)
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Figura b
Figura 1.9: Figura a: la striscia orizzontale di celle aventi seconda coordinata 5. Figura b: La
striscia obliqua di celle aventi seconda cordinata uguale alla prima aumentata di 1
A differenza di prima non possiamo parlare di una striscia ma di celle fra loro staccate. Si osserva
facilmente per`
o che `e possibile disegnare una retta che le attraversi tutte: in altre parole tali celle
giacciono sulla stessa retta.
Tale propriet`a non `e invece verificata se consideriamo le celle che hanno la seconda coordinata
uguale alla prima elevata al quadrato. In simboli:
y = x2
e anneriamo le celle che hanno tale caratteristica (1.10 lettera b).
Nonostante dobbiamo fermarci a sole 4 celle (la quinta avrebbe come seconda coordinata 25 e
uscirebbe dal reticolo) `e immediato osservare che non esiste una retta che le attraversi tutte.
` giusto quindi chiedersi che differenza c`e fra lultimo esempio (y = x2 ) rispetto ai precedenti per
E
i quali `e verificata la propriet`
a che tutte le celle stanno su una retta. La risposta `e molto semplice:
tutti gli esempi precedenti avevano come caratteristica che lequazione che legava le coordinate delle
celle era di primo grado, mentre nellultimo esempio no.
Se adesso noi infittissimo le celle (cio`e nello stesso spazio invece di un reticolo 20 per 20 mettessimo
un reticolo ad esempio 2000 per 2000) la striscia di celle (ad esempio quella di 1.8 lettera b)
si assottiglierebe fino ad assomigliare sempre di pi`
u ad un segmento. Se poi aumentassimo a
dismisura le dimensioni del reticolo, il segmento diventerebbe una retta (effettuare queste operazioni
significa trasformare il reticolo in piano cartesiano).
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Figura b
Figura 1.10: Figura a: le celle non sono a contatto una con laltra ma giacciono su ununica retta.
Figura b: Non esiste una retta che attraversi tutte le celle annerite
Quindi passando da un reticolo al piano cartesiano, le striscie che abbiamo annerito
diventano rette.
Vale quindi il seguente fondamentale teorema la cui dimostrazione viene effettuata nel successivo
paragrafo:
Teorema. Nel piano cartesiano un insieme di punti le cui coordinate sono legate fra loro da
unequazione di primo grado forma una retta. In particolare:
se in tale equazione `e presente soltanto la coordinata x la retta `e parallela allasse delle y e
quindi `e verticale.
se in tale equazione `e presente soltanto la coordinata y la retta `e parallela allasse delle x e
quindi `e orizzontale.
se in tale equazione sono presenti entrambe le coordinate (x e y) la retta `e obliqua.
Dal momento che tutti i punti della retta hanno le coordinate che obbediscono a tale equazione,
la retta prende il nome dellequazione stessa.
Alessandro Bocconi
13
Esempi
. Linsieme di punti che hanno la seconda coordinata il triplo della prima, in simboli y = 3x,
forma una retta, e tale retta viene identificata con lequazione y = 3x.
. Linsieme di punti che hanno la seconda coordinata uguale a 23 , in simboli y = 32 , forma una
retta, e tale retta (parallela allasse x cio`e orizzontale) viene identificata con lequazione y = 23 .
1.7
Scopo di questo paragrafo `e quello di dimostrare che ogni equazione di primo grado rappresenta
una retta e che ogni retta `e rappresentata da unequazione di primo grado.
Innanzitutto precisiamo che ogni equazione di primo grado in x e in y pu`o essere scritta come:
y = ax + b
dove a e b sono numeri qualunque.
Precisiamo inoltre che la retta `e lunca curva nel piano che ha la seguente propriet`a: presa una
qualunque coppia di punti della curva, anche il punto medio appartiene a tale curva.
Dimostriamo ora che ogni equazione del tipo y = ax + b rappresenta una retta. Per farlo bisogna
dimostrare che presa qualunque coppia di punti A(xA ; yA ) e B(xB ; yB ) che soddisfa la precedente
equazione, anche il punto medio fra A e B soddisfa la stessa equazione.
Il fatto che A e B soddisfino lequazione significa che:
yA = axA + b
yB = axB + b
Bisogna dimostrare che il punto medio fra yA e yb coincide con axM + b cio`e:
yA + yB
= axM + b
2
risulta che:
yA + yB
axA + b + axB + b
a(xA + xB ) + 2b
xA + xB
2b
=
=
=a
+
= axM + b
2
2
2
2
2
che prova che tutte le equazioni di primo grado rappresentano una retta.
Per provare adesso che qualunque retta `e rappresentata da unequazione di primo grado si consideri
una retta e si prendano su tale retta due punti A(xA ; yA ) e B(xB ; yB ). Il sistema:
yA = axA + b
yB = axB + b
nelle incognite a e b (xA , yA , xB e yB sono numeri) ammette una soluzione. Quindi esiste unequazione di primo grado soddisfatta dai punti A(xA ; yA ) e B(xB ; yB ). Ma abbiamo provato prima che
ogni equazione di primo grado rappresenta una retta che, in questo caso, passa per i punti A e B.
Dal momento che per una coppia di punti passa una e una sola retta, la retta da cui siamo partiti
coincide con quella descritta dallequazione di primo grado. Pertanto ogni retta `e rappresentata da
unequazione di primo grado.
Per questo unequazione di primo grado si dice anche unequazione lineare
Alessandro Bocconi
1.8
14
Definizione. Lequazione di una retta `e in forma esplicita se al primo termine compare la sola y
con coefficiente 1.
Se lequazione di una retta non `e in forma esplicita pu`o essere portata in tale forma seguendo i ben
noti principi di equivalenza delle equazioni, come emerge dai seguenti esempi:
.
Lequazione `e gi
a in forma esplicita.
.
1.8.1
Dal quarto postulato di Euclide sappiamo che per due punti passa una e una sola retta.
Il problema di rappresentare una retta sul piano nota la sua equazione si risolve quindi individuando
due punti appartenenti alla retta e disegnando lunica retta che passa per tali due punti. Per
individuare i due punti:
si porta lequazione in forma esplicita
si attribuiscono a x due valori qualunque, e si determinano i relativi valori di y. Le due coppie
di valori cos` determinati rappresentano le coordinate dei due punti cercati.
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3
1
1
Figura 1.11: Individuati i 2 punti esiste ununica retta passante per questi punti
Esempio
Rappresentare sul piano cartesiano la retta di equazione 2x + y 3 = 0
y
3
1
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16
Esempi
Rappresentare sul piano cartesiano la retta di equazione 2x 4y 1 = 0
1
4
6
2x + 1
2
6 1
1
1
x y = x
y=
y=
4
6
4
4
6 2
4
2
4
Usiamo la tabella dellosservazione 2 e, attribuendo ad x due valori qualunque (ad esempio 0 e 2),
determiniamo i relativi valori di y:
x
0
2
y
14
3
4
quindi i due punti hanno coordinate (0; 14 ) e (2; 34 ) e possiamo disegnare la relativa retta.
.
y
3
3
1.8.2
Per stabilire se un punto appartiene ad una retta, si sostituisce, nellequazione della retta, ad
x la prima coordinata del punto e ad y la seconda. Lequazione, priva di lettere, `e diventata
unuguaglianza. Se `e vera il punto appartiene alla retta, se `e falsa non ci appartiene.
Esempi
.
Alessandro Bocconi
17
Dal momento che il primo e il secondo termine sono diversi, luguaglianza `e falsa e quindi B non
appartiene alla retta.
.
1.9
Il coefficiente angolare
Definizione di coefficiente angolare di una retta. Supponiamo di avere una retta la cui
equazione `e scritta in forma esplicita. Si definisce coefficiente angolare della retta il coefficiente di
x. Per convenzione il coefficiente angolare di una retta si indica con la lettera m (minuscola, da
non confondere con il punto medio M che `e indicato, come tutti i punti, con la lettera maiuscola).
Esempi
.
Alessandro Bocconi
18
m=2
m=0
m=1/2
x
m=-1
1.9.1
Il termine noto
Nellequazione y = 2x
2
3
il termine noto `e 23 .
Significato geometrico di termine noto. Il termine noto corrisponde alordinata del punto in
cui la retta interseca lasse delle y.
Alessandro Bocconi
19
m=2
m=1/2
m=0
x
m=-1
1.9.2
1.10
Alessandro Bocconi
20
pi`
u
x = xA
Esempio
. Determinare il fascio di rette passanti per il punto A(4; 1). Successivamente si prenda la retta
del fascio di coefficiente angolare m = 2.
Applichiamo la formula delle infinite rette per un punto, al punto A:
y + 1 = m(x 4)
Per avere il fascio di rette bisogna considerare anche la retta parallela allasse y passante per A cio`e
x = 4. Quindi il fascio di rette per A `e:
y + 1 = m(x 4)
pi`
u
x=4
Se da questo fascio vogliamo prendere la retta che ha coefficiente angolare 2 basta sostituire ad
m il valore 2:
y + 1 = 2 (x 4) y + 1 = 2x + 8 y = 2x + 7
1.10.1
La condizione di parallelismo
Due rette si dicono parallele se non si intersecano mai. Per essere parallele due rette devono avere
la stessa pendenza e quindi lo stesso coefficiente angolare. Vale quindi la seguente:
Condizione di parallelismo fra rette. Due rette sono fra loro parallele se hanno lo stesso
coefficiente angolare.
Convenzione. Talvolta `e utile indicare le rette con delle lettere. Per convenzione tali lettere
devono essere minuscole.
Alessandro Bocconi
21
Esempio
. Determinare se la retta r di equazione y = 2x 3 e la retta s di equazione 4x 2y 5 = 0 sono
parallele fra loro.
r `e in forma esplicita e quindi `e immediato determinare il coefficiente angolare che `e 2. s non `e in
forma esplicita. Portiamola in tale forma:
4x 2y 5 = 0
2
6
4x + 5
4
6 2 5
5
y = 2x
y=
y=
1
2
6
2
2
6
2
2
1.10.2
La condizione di perpendicolarit`
a
Sia r una retta avente coefficiente angolare m1 e s una retta avente coefficiente angolare m2 . Vale
la seguente:
Condizione di perpendicolarit`
a fra rette. r e s sono fra loro perpendicolari se il prodotto dei
loro coefficienti angolari `e 1. In formule:
m1 m2 = 1
(la dimostrazione di questa formula verr`
a data alla conclusione del capitolo).
Esempio
. Dire se sono fra loro perpendicolari la retta r di equazione y = 2x 3 e la retta s di equazione
2x + 4y 5 = 0
r `e in forma esplicita e quindi `e immediato determinare il coefficiente angolare che `e 2. s non `e in
forma esplicita. Portiamola in tale forma:
64
2x + 5
2
6 1 5
1
5
2x + 4y 5 = 0 y =
y=
+ y = x+
2
64
4
64
4
2
4
quindi s ha coefficiente angolare 12 . Calcoliamo il prodotto fra il coefficiente angolare di r (che `e
2) e il coefficiente angolare di s (che `e 21 ) Se `e 1 le due rette sono fra loro perpendicolari:
1
6 2 ( ) = 1
62
e quindi le due rette sono fra loro perpendicolari.
Alessandro Bocconi
22
Un problema che ricorre spesso `e quello di determinare una retta passante per un punto che sia
parallela o perpendicolare a una retta assegnata. Si vedano i seguenti esempi:
Esempi
.
1.11
Sappiamo che per due punti passa una e una sola retta. Lequazione della retta per due punti
assegnati non conterr`
a quindi nessun parametro e avr`a come sole lettere x o y (o solo una delle
due).
Alessandro Bocconi
23
Premettiamo la seguente:
Osservazione. Se i due punti assegnati hanno la stessa ascissa (x), vuol dire che stanno sulla
stessa verticale. Lequazione della retta per questi due punti `e quindi x = ascissa dei due punti.
Esempio
.
Tali punti hanno la stessa ascissa (2) pertanto lequazione della retta per questi due punti `e
x = 2.
Affrontiamo adesso, con due metodi diversi, il caso in cui i due punti abbiano ascissa diversa: il
problema `e quello di determinare lequazione della retta passante per questi due punti.
Primo metodo:
Si scrive lequazione delle infinite rette passanti per uno dei due punti assegnati.
Si sostituisce a tale equazione alla x e alla y rispettivamente lascissa e lordinata dellaltro punto. Si ottiene una equazione che ha come unica lettera la m e quindi la possiamo
determinare.
Si sostituisce la m trovata nellequazione delle infinite rette passanti per il primo punto.
Chiariamo con un esempio.
.
Alessandro Bocconi
24
Secondo metodo.
Sappiamo che una retta generica pu`
o essere scritta come
y = mx + q
e che una volta determinati m e q abbiamo trovato la retta.
Sostituiamo nellequazione y = mx + q alla x lascissa del punto A e alla y lordinata del
punto A. Otteniamo unequazione contenenti le lettere m e q.
Sostituiamo nellequazione y = mx + q alla x lascissa del punto B e alla y lordinata del
punto B. Otteniamo unequazione contenenti le lettere m e q.
Mettiamo a sistema le due equazioni e in tal modo determiniamo le incognite m e q
Sostituiamo i valori trovati per m e q nellequazione y = mx + q.
Chiariamo con lo stesso esempio di prima.
.
3 = m + q
9 = 2m + q
1.12
Alessandro Bocconi
25
Nel primo caso le due rette hanno un unico punto di intersezione, nel secondo nessuno e nel terzo
infiniti.
Per determinare il punto di intersezione, bisogna trovare un punto le cui coordinate x, y soddisfino
sia lequazione della prima retta, sia lequazione della seconda retta. Da un punto di vista algebrico
ci`o si ottiene mettendo a sistema lequazione delle due rette, come si vede dai seguenti:
Esempi
.
x + 2y = 5
2x + 5y + 1 = 0
2x + 4y = 5
x 2y = 2
3x y = 2
9x + 3y = 6
Alessandro Bocconi
26
A
y=m2x
y=m1x
x=k
Figura 1.14: Il triangolo AOB `e rettangolo se le due rette oblique sono fra loro perpendicolari
Dal momento che il sistema ha infinite soluzioni significa che esistono infiniti punti di intersezione
fra le due rette e quindi le due rette sono coincidenti. La soluzione `e quindi rappresentata dagli
infiniti punti della retta y = 3x 2
1.13
Sappiamo che una retta passante per lorigine ha il termine noto q = 0 ed ha quindi equazione
generica y = mx.
Consideriamo allora due rette passanti per lorigine di equazioni y = m1 x e y = m2 x, dove m1 e m2
sono i coefficienti angolari di tali rette. Consideriamo anche la retta verticale x = k e individuiamo
il triangolo ABO i cui vertici sono le intersezioni di tali rette (fig 1.14).
Determiniamo le coordinate dei vertici A e B (O `e lorigine che ha coordinate (0; 0)).
A `e lintersezione fra le rette x = k ed y = m1 x (nella risoluzione dobbiamo vedere k, m1 e m2
come dei numeri):
x=k
y = m1 x
x=k
y = m1 k
x=k
y = m2 k
x=k
y = m2 x
q
p
p
2
2
2
2
AO = (xA 0) + (yA 0) = k + (m1 k) = k 2 + m21 k 2
Alessandro Bocconi
27
OB =
q
p
p
(xB 0)2 + (yB 0)2 = k 2 + (m2 k)2 = k 2 + m22 k 2
1.14
Esercizi
Paragrafo 1.4
1. Determina il punto medio fra le seguenti coppie di punti e rappresenta il tutto sul piano
cartesiano.
A(2; 0) e B(3; 4)
A(2; 1) e B(3; 4)
A(0; 0) e B(3; 0)
A(2; 25 ) e B( 43 ; 34 )
A(2; 12 ) e B(3; 12 )
2. Determina il baricentro del poligono avente come vertici i punti A(3; 2), B(3; 4), C(1; 2)
e D(1; 4) e rappresenta il tutto sul piano cartesiano.
3. Determina il baricentro del poligono avente come vertici i punti A(4; 1), B(3; 3), C(1; 2)
e D(1; 6) e rappresenta il tutto sul piano cartesiano.
4. il baricentro del poligono avente come vertici i punti A(3; 2), B(3; 4), C(1; 2), D(1; 4) e
E(6; 0) e rappresenta il tutto sul piano cartesiano.
Alessandro Bocconi
28
5. il baricentro del poligono avente come vertici i punti A(2; 1), B(4; 2) e C(1; 4) e rappresenta il tutto sul piano cartesiano.
6. il baricentro del poligono avente come vertici i punti A(4; 0), B(4; 2), C(2; 4) e D(1; 1)
e rappresenta il tutto sul piano cartesiano.
7. Sia A(2; 1). Determina le coordinate del punto B affinche il punto medio fra A e B sia
M (0; 2)
8. Sia A(3; 0). Determina le coordinate del punto B affinche il punto medio fra A e B sia M (1; 0)
Paragrafo 1.5
9. Determina, dopo aver rappresentato A e B sul piano cartesiano la distanza fra A e B di
coordinate:
A(2; 0) e B(5; 4)
A(2; 0) e B(2; 4)
A(2; 3) e B(4; 5)
10. Determina, dopo aver rappresentato A e B sul piano cartesiano la distanza fra A e B di
coordinate:
A( 21 ; 3) e B( 29 ; 0)
A(2; 0) e B(1; 1)
A(2; 3) e B(2; 3)
11. Determina, dopo aver rappresentato A e B sul piano cartesiano la distanza fra A e B di
coordinate:
A(12; 8) e B(7; 4)
A(2; 3) e B(2; 5)
A(2; 3) e B(4; 5)
Paragrafo 1.6
Disegna un reticolo di 15 x 15 celle:
12. annerisci le caselle che hanno la seconda coordinata uguale alla prima e traduci in simboli
questa relazione fra coordinate.
13. annerisci le caselle che hanno la seconda coordinata uguale a 8 e traduci in simboli questa
relazione fra coordinate.
14. annerisci le caselle che hanno la seconda coordinata uguale alla met`a della prima e traduci
in simboli questa relazione fra coordinate.
15. annerisci le caselle che hanno la seconda coordinata uguale al triplo della prima pi`
u 1 e
traduci in simboli questa relazione fra coordinate.
16. annerisci le caselle che hanno la seconda coordinata uguale alla prima elevata alla seconda
e traduci in simboli questa relazione fra coordinate.
17. annerisci le caselle che hanno la seconda coordinata uguale alla prima meno due e traduci
in simboli questa relazione fra coordinate.
Alessandro Bocconi
29
18. annerisci le caselle che hanno la seconda coordinata uguale al doppio della prima meno 2 e
traduci in simboli questa relazione fra coordinate.
Paragrafo 1.8
Porta quando possibile in forma esplicita le seguenti rette e successivamente rappresentale sul
piano cartesiano:
19. 2x y = 4
20. 3x + 4y 1 = 0
21. 2x = y + 1
22. y = 3x + 4
23. x + 5y 2 = 0
24. 2x 2y 3 = 0
25. x y = 0
26. x = 4
27. y + 3 = 0
28. 3x 6y = 6
29. 2x + y = 1
30. 3x 2y = 3
Verifica se i punti A e B appartengono alla retta indicata:
31. 2x y = 4
A(0; 4) B(2; 0)
32. 3x + 4y 1 = 0
A(1; 1) B(2; 2)
33. 2x = y + 1
A(0; 1) B(2; 3)
34. y = 3x + 4
A( 13 ; 5) B(2; 13 )
A(2; 1) B(2; 45 )
35. x + 5y 2 = 0
36. 2x 2y 3 = 0
37. x y = 0
38. x = 4
A(1; 1) B(2; 1)
A(2; 2; ) B(3; 3)
A(4; 3) B(3; 4)
39. y + 3 = 0
A(3; 3) B(3; 3)
40. 3x 6y = 6
A(4; 1) B(0; 1)
41. 2x + y = 1
A( 12 ; 2) B( 23 ; 2)
42. 3x 2y = 3
A(1; 0) B(0; 0)
Paragrafo 1.12
Determina il coefficiente angolare m e il termine noto q delle seguenti rette:
43. 2x y = 3
Alessandro Bocconi
30
44. 3x + 4y 8 = 0
45. 2x = y + 2
46. y = 3x 5
47. x + 5y 15 = 0
48. 2x 2y 3 = 0
49. x y = 0
50. x = 1
51. y + 2 = 0
52. 3x 6y = 6
53. 4x + y = 1
54. 10x 2y = 3
Paragrafo 1.10
Determina il fascio di rette passanti per il punto A di coordinate:
55. (0; 4);
(2; 0)
(2; 2)
(2; 3)
58. ( 31 ; 5);
(2; 31 )
(2; 45 )
(2; 1)
61. (2; 2; );
(3; 3)
(3; 4)
63. ( 21 ; 2);
( 32 ; 2)
(0; 0)
65. x + 2y 3 = 0;
66. 3x + 2y = 0;
y = 32 x + 1
67. x + y 3 = 0;
y = x + 4
68. 4x 6y 5 = 0;
y = 23 x + 1
69. x + 2y 1 = 0;
2x 4y = 1
70. y = 0;
y = 21
71. 3x + y = 0;
y = 31 x + 1
72. 2y 3 = 0;
y = 32 x + 4
Alessandro Bocconi
73. x = 2;
31
x=1
74. x + 5y = 0;
y = 5x + 1
y = 2x + 1
76. 2x + y 9 = 0;
y = 21 x + 1
y = 32 x + 1
77. 3x + 2y + 1 = 0;
78. x + y = 0;
y = x + 4
y = 23 x + 1
79. y = 23 x + 1;
2x 4y = 1
80. y = 2x;
81. y = 0;
x = 12
82. 3x + y = 0;
y = 31 x + 1
83. 2y 3 = 0;
y = 32 x + 4
84. x = 2;
y=1
85. x + 5y = 0;
y = 5x + 1
Nei seguenti esecizi vengono indicate le coordinate di A e lequazione di una retta. Determinare sia la retta passante per A e parallela alla retta assegnata, sia la retta passante per A e
perpendicolare alla retta assegnata.
86. (0; 4);
x + 2y 3 = 0
2x + y 9 = 0
3x + 2y + 1 = 0
x + y = 0
y = 32 x + 1
y = 2x
92. ( 13 ; 5);
y=0
93. (2; 31 );
3x + y = 0
2y 3 = 0
95. (2; 45 );
x=2
x + 5y = 0
y = 2x + 1
98. (2; 2; );
y = 21 x + 1
y = 32 x + 1
y = x + 4
y = 23 x + 1
Alessandro Bocconi
102. ( 21 ; 2);
32
2x 4y = 1
103. ( 23 ; 2);
x = 21
y = 13 x + 1
y=1
Paragrafo 1.11
Determinare lequazione della retta passante per i punti A e B di coordinate:
106. A(0; 4) B(2; 0)
107. A(1; 1) B(2; 2)
108. A(0; 1) B(2; 3)
109. A( 31 ; 5) B(2; 13 )
110. A(2; 1) B(2; 54 )
111. A(1; 1) B(2; 1)
112. A(2; 2; ) B(3; 3)
113. A(4; 3) B(3; 4)
114. A( 21 ; 2) B( 32 ; 2)
115. A(1; 0) B(0; 0)
Paragrafo 1.12
Determinare il punto di intersezione, se esiste, delle seguenti coppie di rette. In base al
risultato dire poi se tali rette sono incidenti, parallele o coincidenti
116. x + 2y 3 = 0
2x + y = 3
(1; 1)
117. 2x + y 1 = 0
x + y = 2
(3; 5)
118. 3x + 2y = 2
119. x + y = 0
3y = x
120. x + 2y = 2
2x 4y = 1
121. x 3y = 4
2x 28y =
122. y = 0
x + 2y = 4
123. x + 3y + 3 = 0
124. 2y 3 = 0
( 31 ; 32 )
6x + 2y = 5
(0; 0)
2
3
(5; 13 )
(4; 0)
2x 6y = 6
x=1
Nessun punto.
(1; 23 )
125. x 5y = 2
3x + 2y = 11
126. 2x + 5y = 6
3x + y = 9
(3; 1)
(3; 0)