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il gametofito maschile il tubetto prodotto dalla germinazione di un granulo pollinico.

Si
tratta di un organismo aploide, trinucleato nelle Angiosperme, tetranucleato
nelle Gimnosperme, in cui due nuclei (spermatici) saranno coinvolti direttamente nella
fecondazione, il terzo (vegetativo) soprassiede alla crescita del tubetto germinativo;

il gametofito femminile il sacco embrionale contenuto all'interno dell'ovulo di


un carpello. Anche questo un organismo aploide, composto da otto nuclei, di cui solo tre
parteciperanno direttamente alla formazione del seme: la cellula uovo e due nuclei polari.
Il granulo pollinico e l'ovulo coinvolti nella fecondazione possono appartenere allo stesso
fiore, a fiori distinti della stessa pianta o, infine, a fiori di piante distinte. Con
l'impollinazione, il granulo pollinico, proveniente da un'antera, si deposita
sullo stigma dell'ovario. Il granulo germina generando un tubetto che percorre tutto
lo stilofino a raggiungere l'ovulo e penetra nel sacco embrionale attraverso l'apertura
detta micropilo.
Una volta avvenuto il contatto fra i due gametofiti si verifica l'evento gamico vero e
proprio che, nel caso dei vegetali, si svolge con una doppia fecondazione: uno dei due
nuclei spermatici feconda la cellula uovo, generando lo sporofito, ossia
lo zigote propriamente detto; l'altro nucleo spermatico si fonde con i due nuclei polari del
sacco embrionale generando la prima cellula di un tessuto nutritivo detto endosperma, a
corredo cromosomico triploide. Gli eventi mitotici successivi porteranno alla formazione
della nuova pianta che, allo stadio di seme, resta in uno stato di quiescenza pi o meno
lungo.
La quiescenza e la sopravvivenza del seme sono garantite dalla particolare conformazione
e dal suo stato di estrema disidratazione (5-10% di acqua). Lo scopo biologico della
quiescenza quello di propagare la specie nel tempo e nello spazio permettendo la nascita
delle nuove piante anche a grande distanza dalla pianta madre e in condizioni temporali e
climatiche favorevoli.
All'interno del seme, la nuova pianta rappresentata dall'embrione, una plantula
contenente gli abbozzi dell'apparato radicale, dell'apice vegetativo e una o
duefoglie embrionali, dette cotiledoni. L'endosperma un tessuto trofico nel quale
vengono accumulate le sostanze nutritive necessarie per alimentare il nuovo sporofito
nella fase eterotrofa. I cotiledoni possono assorbire le sostanze nutritive dell'endosperma e
sostituirsi ad esso nella funzione di accumulo delle riserve o, in altre specie, rimanere
molto sottili e svolgere una funzione di intermediazione trofica. Pur essendo parte
dell'embrione, i cotiledoni sono strutture destinate a non durare e cesseranno la loro
funzione quando, dopo l'emergenza, la piantina svilupper le prime foglie vere.
A maturit il seme entra in una fase di quiescenza o dormienza durante la quale sono
sospese tutte le funzioni vitali per essere ripristinate quando si verificano le condizioni
favorevoli per la germinazione. Il mantenimento della potenziale vitalit
detto germinabilit. Alcune specie sono in grado di mantenere la germinabilit anche per
diversi anni, altre solo per un tempo brevissimo, dell'ordine di poche settimane. La durata
della germinabilit varia inoltre anche da seme a seme nell'ambito di una stessa specie,
ma in generale un consistente numero di semi perde la germinabilit dopo uno-due anni

nella maggior parte delle specie: il significato biologico della dormienza dei semi quello
di far superare le condizioni ambientali critiche, in modo che il seme mantenga la
germinabilit fino al sopraggiungere delle condizioni favorevoli allo sviluppo della piantina.
La durata della dormienza regolata da fattori ambientali e da fattori endogeni, di natura
ormonale. Questi ultimi sono basati su meccanismi biochimici che si attivano come
risposta a stimoli ambientali al fine di garantire che il processo della germinazione si
svolga nelle condizioni favorevoli o che sia mantenuta la preservazione della specie
quando eventi sfavorevoli causano una decimazione. Ad esempio, i semi delle specie
originarie delle zone temperate sono in grado di germinare solo dopo aver attraversato un
periodo di freddo, in modo che la germinazione possa avvenire dopo che sia trascorsa la
stagione invernale. Il fenomeno sfruttato nel vivaismo con la tecnica della stratificazione:
i semi destinati alla produzione di semenzali e portinnesti franchi vengono disposti in strati
alternati con sabbia o altro substrato e mantenuti in condizioni ambientali standard di
temperatura e umidit prima di inviarli alla semina.
Un caso particolare di dormienza quella che si riscontra nei semi duri, frequente ad
esempio nelle Fabaceae. I semi duri, presenti in percentuali varie all'interno di una
popolazione, sono quelli che prolungano la dormienza anche per diversi anni nonostante le
condizioni ambientali siano favorevoli alla germinazione. La dormienza dei semi duri pu
essere interrotta sottoponendo il tegumento dei semi ad abrasioni meccaniche
(scarificatura) o a trattamento con agenti chimici o all'azione di alte temperature
(scottatura in acqua bollente). La formazione di semi duri un adattamento biologico
finalizzato a mantenere nella popolazione una riserva in grado di ripristinare una
popolazione a seguito di un evento disastroso, come ad esempio un incendio: l'incendio di
un pascolo permette in genere una risposta pi pronta da parte delle leguminose rispetto
alle graminacee perch il passaggio del fuoco rivitalizza i semi duri. Il fenomeno ben
noto all'uomo fin dall'antichit: nelle regioni mediterranee i pastori usavano il debbio,
praticato periodicamente ogni 4-5 anni, proprio come tecnica di miglioramento dei pascoli
finalizzata a variare il rapporto di copertura a favore delle leguminose.

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