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1. PREMESSA
Nel campo del consolidamento strutturale trovano
oggigiorno un sempre maggiore impiego i materiali
compositi, tanto da poter ritenere questi materiali
ormai affrancati dallo status di novit.
Anche ai compositi va dunque oggi rivolta, come per
le altre innovazioni tecnologiche che il mondo dellindustria riversa nel campo delle costruzioni, una doverosa attenzione, contemperando da un lato lapertura
verso le innovazioni esplorandone i potenziali vantaggi applicativi e dallaltro lapprofondimento critico
della conoscenza tecnica che ne consenta un utilizzo
consapevole [1].
In ossequio a tale criterio, ad una prima fase di necessaria sperimentazione mirata in particolare al ripristino strutturale, ha fatto seguito negli anni recenti una
fase applicativa che pu ritenersi ormai consolidata e
fondata su solide esperienze e che vede limpiego dei
materiali compositi ormai ricorrere sempre pi frequentemente, per gli indubbi vantaggi che essi possono offrire se correttamente utilizzati.
In questo scenario il presente contributo si pone lobiettivo, allinterno del Convegno promosso da AIAR,
di fornire una succinta rassegna, ovviamente non
esaustiva, delle tecniche correntemente utilizzate e
delle innovazioni pi recenti.
Il tema dei compositi viene in questa sede illustrato
presentando alcune applicazioni specifiche che ne
mostrano la versatilit e che evidenziano pregi e limiti dei requisiti tecnici, che vanno ovviamente come
per gli altri materiali verificati sul campo.
2. CRITERI E TIPOLOGIE DI INTERVENTO
Gli interventi di rinforzo strutturale con materiali compositi possono essere sostanzialmente catalogati in
interventi mirati a conseguire una maggiore resistenza
allo stato limite ultimo ed interventi mirati a conseguire una maggiore rigidezza nei confronti dello stato
limite di servizio. Nella maggioranza dei casi il criterio
di resistenza quello che ispira lintervento di ripristino strutturale, ottenendo conseguentemente come
risultato complementare anche incrementi di rigidezza. Tuttavia questi ultimi, se prioritari, vanno progettati selezionando ad hoc i moduli elastici dei materiali
compositi, tenendo conto dei rapporti geometrici e
meccanici che intercorrono tra il rinforzo in composito e la struttura da irrigidire.
FIG.1
Schema di rinforzo struttyrale di archi in muratura (da Foraboschi
[3] e Modena et. al. [5])
FIG. 2
Rinforzo con CFRP di una volta a botte
FIG: 3A
Schema tipo di rinforzo con lamine passive (da Replark)
FIG. 3B
Schema di rinforzo trave in c.a.p.
FIG. 4A
Schema di rinforzo con lamine pretese
provvisorio, linserimento dal lato mobile del martinetto ed il serraggio della lamina al martinetto.
Successivamente, durante la pot-life della resina, si
esegue la tesatura al termine della quale la lamina
viene fissata da 2 blocchi di ancoraggio definitivi alle
piastre di contrasto mediante la resina e la pressione
di serraggio esercitata da bulloni analoghi a quelli dei
blocchi provvisori. Una volta che la resina nelle lamine e nei blocchi definitivi indurita il martinetto ed il
blocco provvisorio vengono rimossi. Infine si provvede al placcaggio delle parti terminali non pretese
della lamina ed alla applicazione di un sottile strato di
finitura.
A titolo esemplificativo in fig. 4a riportato lo schema di rinforzo strutturale previsto per un ponte sito
nella zona portuale di Ravenna impattato da un
mezzo fuori sagoma. Lurto dellautomezzo ha provocato il tranciamento di un cavo di precompressione
composto da 18 fili f 7 mm di acciaio armonico. Lo
sforzo presente prima dellimpatto nel cavo stato
stimato, in base a prove a rottura eseguite su spezzoni dei fili tranciati, in 650 KN. Per il rinforzo sono previste 4 lamine V914 SiKa Carbodur specifiche per
precompressione, che consentono di applicare uno
sforzo massimo di 200 KN per lamina con deformazioni dellordine del 1%. Il sistema di tesatura e di fissaggio, sviluppato dallo Studio Leonhardt, brevettato e viene fornito completo di certificato di prova rilasciato dal Politecnico di Zurigo ove il sistema stato
testato.
Le lamine sono in fibra di carbonio, hanno una larghezza di 9.0 cm, uno spessore di 1.4 mm ed una lunghezza attiva, ossia pretesa, di circa 30 m. Le 4 lamine sono ancorate ad ambo le estremit alle piastre di
contrasto disposte in due sezioni trasversali prossime agli appoggi, a circa 1.00 m dai traversi di testata
FIG. 4B
Fasi esecutive dellintervento di rinforzo con lamine pretese
FIG. 4C
Fasi di tensionamento
delle lamine