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MEMORIE
PRESTAMPE
All
MEMORIE
PRESTAMPE
SOMMARIO
S. Salvigni, E. Lorenzini: Influenza dello scambio termico sul regime fluidodinamico: risultati sperimentali sulla transizione laminare-turbolenla in condotti
circolari
12
19
25
31
38
50
63
83
S. Iotteri, G. Costantinitles: Correlazioni tra condizioni di esercizio e manille uzione dei motori Diesel ferroviari ed evoluzione di alcune caratteristiche degli
oli nell'uso
88
1". Garzella: iejrigerazione di organi di forni industriali con ricupero del calore
mediante evaporazione dell'acqua di raffreddamento e utilizzo del vapore
prodotto
100
A. K u n k l : Esperienze
104
di lavaggio
chimica
dei generatori
di vapore
conseguente
. . . .
73
a rotture
112
120
130
F. Cottino: Apparato motore misto Diesel - Turbine a gas (Codag) con riduttore
a cambio di velocit
137
C. Codegone: Sull'inquinamento
pianti termici
144
B.W.B.
L. Pagliani: Affidabilit ed economia di esercizio nelle centrali termiche per riscaldamento ad acqua calda, con funzionamento automalico ih sequenza . .
149
161
Fig. 1 - Apparato di propulsione della potenza di 40.000 CV, costituito da un motore a 2 tempi con 10 cilindri 0 1060 tnm e
corsa stantuffi di 1900 mm, di una grandissima nave cisterna (253.000 tons d.w.).
1950
1970
Fig. 2 - Andamento de'la potenza per cilindro e della pressione media effettiva per i grane; motori a 2 tempi,
semplice eit'etto (valori di esercizio per motori marini).
tere progettativo, riguardanti specialmente gli organi delimitanti la camera di combustione in conseguenza del maggior carico termico cui questi sono
soggetti, nonch gli organi sollecitati meccanicamente dalla pressione massima di combustione che
pu raggiurgerc gli 85 kg/cmz.
La necessit di mantenere entro limiti di sicurezza In temperatura degli organi delimitagli la
camera di combustione, ha portato a soluzioni particolari: ad esempio per la camicia cilindro va sempre pi diffondendosi il tipo blindato costituito da
una parte interna di ghisa speciale avente particolari
caratteristiche di resistenza all'usura, e da una
parte esterna di acciaio che serve da blindaggio alla
parte di guisa e funge anche da parete esterna della
camera di circolazione dell'acqua di raffreddamento (fig. 3).
quindi per il basso consumo di combustibile, il motore Diesel viene preferito, nella propulsione navale,
anche per la semplicit della sua configurazione
costruttiva, infatti il motore Diesel una mrechina
composta da clementi multipli ai quali si pu fare
una manutenzione programmata, che non richiede
soste particolari della nave nei porti, mentre, per gli
apparati a turbina, la manutenzione viene fatta
generalmente in appositi periodi di sosta della
nave.
Naturalmente nella ricerca di elevate prestazioni
i progettisti ed i costruttori del Diesel hanno posto
anche la massima attenzione alla durata dei suoi
organi ed alla facilit di accesso per manutenzione
in modo da allungare al massimo l'intervallo tra
una manutenzione e l'altra: oggi pratica normale
OOOODOOi
OQOQODO
-B--4-
Per gli stantufi, con particolari accorgimenti costruttivi stato, fino ad oggi, possibile ad alcuni
costruttori tra i quali la FIAT, di mantenere la
soluzione con raffreddamento ad olio che indubbiamente la pi semplice, specialmente per quanto riguarda gli organi di adduzione del fluido refrigerante allo stantuffo e da quindi la massima sicurezza contro eventuali inquinamenti dell'olio lubrificante. Si nota per una tendenza a passare al raffreddamento ad acqua dello stantuffo, perch specialmente con i grandi diametri di stantuffo oggi
raggiunti, difficile mantenere, con l'olio, la ternpetura dello stantuffo entro limiti accettabili (fig; 4).
Ci dovuto, com' noto, al pi basso" coefficiente
di trasmissione del calore tra la parete e il fluido
refrigerante dell'olio rispetto all'acqua e al maggior
calore specifico di quest'ultima.
Oltre che per il suo elevate rendimento termico e
a disposizione del carico, o delle cabine per passeggeri, hanno portato alla richiesta di apparati
motori di altezza limitata.
Essi sono stati realizzati accoppiando due o pi
motori veloci e quindi di dimensioni relativamente
ridotte ad un riduttore di giri destinalo a portare la
zione di elevato rendimento che permettono di arrivare a rapporti di compressione dell'aria di alimentazione del motore fine a 3 circa.
I problemi principali che '. I sono dovuti affrontare
nello sviluppo dei motori di medio diametro sono
derivati essenzialmente dalle esigenze inderogabili
Fig. 5 - Apparato di propulsione della potenza di 12.000 CV costituito da quattro motori a 4 tempi di media velocit (450
giri/n) con 6 cilindri di 420 mm. e corsa delio stantuffo di 500 mm di una nave traghetto per treni e autoveicoli
(Ferrovie dello Stato).
1 : Motori principali ; 2 : Giunti ;':':Riduttori.
I consumi specifici di combustibile sono praticamente dello stesso valore di quelli che si hanno nei
motori lenti e cio 0,150-rO,155 kg/CVh.
II consumo di olio lubrificante,.che per i motori
veloci generalmente pi elevato di quello dei motori lenti, stato notevomente ridotto mediante
l'adozione di accorgimenti costruttivi particolari,
specialmente per quanto riguarda le fasce raschia
olio.
Il consumo di olio cos sceso a valori inferiori ad
1 g/CVh, cio di poco superiore a quanto si ha
nei motori lenti complessivamente per l'olio cilindri
e l'olio carter.
--'Siccome, a parit i potenza, con i motori di medi
diametro si ha un maggior numero di cilindri rispetto ai motori lenti, si dovuto studiare accuratamente l'accessibilit agli organi pi soggetti a
manutenzione come: valvole, sedi valvole e stani
Fig. 7 - Locomotiva azionata da un motore a 4 tempi (8 cilindri a V, diametro 210 mm, corsa 230 mm: potenza 1500 CV
a 1500 giri/min).
Sono pochi i motori nel mondo che hanno superato queste prove molto gravose e tra questi i motori ferroviari di progetto e costruzione italiana.
Anni
Problemi meccanici, Il motore ferroviario installato su di un complesso relativamente deformabile quale il telaio della locomotiva: esso pu
pertanto risentire degli sforzi anormali che possono
originarsi negli urti cui vanno soggette le ruote del
veicolo in corrispondenza delle giunzioni delle rotaie
o per difettose condizioni del binaria.
Sta diventando pertanto caratteristica peculiare
del motore ferroviario la sospensione elastica al
telaio generalmente su tre punti.
Ne consegue, nella trazione Diesel-elettrica, la
necessit di collegare ii generatore al motore con
m attacco frontale molto robusto che conferisca
una notevole compattezza al gruppo.
3) Produzione di energia elettrica
L'impiego del motore Diesel nel campo della
generazione di energia elettrica non limitato, come
potrebbe ritenersi, alle piccole potenze quali sono
richieste, ad esempio, per le centrali elettriche delle
navi, o per fornire energia ad aziende in localit
isolate; esso trova anche applicazione in centrali
di ragguardevole potenza sia di autoproduzione
che di alimentazione di reti di distribuzione urbana.
Tra le pi significative e recenti applicazioni realizzate con motori di concezione e fabbricazione
italiana dello stesso tipo di quelli che saranno costruiti nel nuovo Stabilimento di Trieste, ricorderemo la centrale elettrica della Municipalit della
citt di Freeport, nello Stato di New York.
In questa centrale sono stati installati, circa due
anni fa, 2 gruppi elettrogeni da 10.000 kW ciascuno funzionanti a -nafta da caldaia e che sono
utilizzati per servizio di base (fig. 9).
Questa centrale riveste notevole importanza per
noi italiani in quanto si tratta dei primi motori
Diesel lenti i cosidetti motori europei , come li
chiamano gli maericani importati in quel continente.
Si tratta di due motori FIAT a 6 cilindri di 900
mm di diametro giranti alla velocit di circa 124
giri/min accoppiati ad alternatori a 58 poli.
Per i gruppi elettrogeneratori di grande potenza i
problemi peculiari da risolvere riguardano generalmente un accurato studio delle, vibrazioni torsionali
per escludere da] campo di funzionamento eventuali
risonanze pericolose.
Il calcolo ha raggiunto un tale grado di perfezione
che possibile oggi calcolare con notevole precisione oltre che le frequenze proprie e le relative
risonanze, anche il valore effettivo delle sollecitazioni che esse provocano negli organi interessati
albero a manovelle e albero dell'alternatore e
prevedere quindi, con sufficiente approssimazione,
il funzionamento in esercizio.
Mi limiter a ricordare qui due tra i pi caratteristici impieghi dei motore Diesel di questi ultimi
anni: gli impianti di perforazione per la ricerca
del petrolio e gli impianti di emergenza delle centrali elettronuc'eari.
Impianti di perforazione pozzi di petrolio
Per questa applicazione vengano impiegati ino-
tori relativamente' veloci, con velocit di rotazione
tra i 1.000 e 1.500 giri/min per azionare, in alcuni
casi, anche con pi unit in parallelo e trasmissione
meccanica od elettrica, le sonde di perforazione
(fig. 10).
t /
L'esercizio molto gravoso in quanto questi motori vengono fatti funzionare a carichi elevati e
rapidamente variabili nonch in condizioni ambientali generalmente avverse. Infatti in molte di queste
applicazioni i motori funzionano completamente
esposti alle intemperie, sia ai Tropici che nelle zone
10
11
11 ruolo sempre pi importante che stanno assumendo, nel campo della produzione di energia, le
tecnologie relative alle apparecchiature termiche,
ha portato alla necessit di una sempre pi approfondita conoscenza dei fenomeni fisici fondamentali,
che caratterizzano lo scambio termico nelle sue varie
forme.
In conseguenza di precise richieste tecniche, in
particolare, si jioi sviluppata tutta una serie di
studi relativi ai fenomeni di scambio termico fra
fluidi in moto.
11 problema, considerato nel suo complesso,
senz'altro estremamente arduo, per cui i vari studiosi hanno dovuto fare ricorso, nell'impostare una
ricerca sistematica, a tutta una serie di semplificazioni la cui validit non sempre risultata accettabile ad un successivo esame critico, anche se
tuttavia innegabile il grandissimo sviluppo, che
pur con questo imperfetto modo di procedere, hanno
Lorenzini
Rimandando a [22] per una dettagliata descrizione sia della tecnica di misura impiegata sia della
12
f
" '
Le prove sono state condtte con il tubo in posizione verticale alimentando dal basso.
Nelle prove di riscaldamento la temperatura d'ingresso dell'acqua nel tubo di misura era mantenuta
costante a valori di 14-15C, ci -in considerazione
d quanto osservato da Lawrence [13, 14], relativamente alla possibile influenza l i tale fattore sullecondizioni di moto che si possono stabilire. Nelle
prove di raffreddamento si invece mantenuta costante la temperatura di uscita. 1 limiti ai salti
termici sono stati imposti da una parte dalla temi
peratura di inversione del coeliciente di dilatazione dell'acqua e dall'altra dal pericolo di formazione
di bolle.
Rimandando ad un successivo lavoro per una
analisi pi approfondita e per una discussione dei
risultati ottenuti in corrispondenza alle diverse prove, anche in vista d un confronto fra questi e i
risultati di ricerche condotte per via analitica, si
esamineranno ora i risultati stessi da un punto di
vista comparativo e cio sia mettendo a confronto
i risultati delle prove effettuate riscaldando con
quelli ottenuti viceversa raffreddando, sia operando
un confronto con i dati ottenuti in regime isotermico.
Esperienze in condizioni di riscaldamento
Con riferimento a prove condotte nel campo dei
numeri di Reynolds relativamente bassi, si presentano i risultati di tuttta una serie di esperienze
effettuate, per uno stesso numero di Reynolds,
variando il salto fra temperatura media di uscita
e di ingresso nel tubo onde mostrare come,' all'aumentare di questo parametro,. indicativo dell'entit dello scambio termico, l'influenza del campo termico sui parametri densit e viscosit diventi <
tale da modificare lo stato di perfetta ki mi ilarit
esistente in condizioni isotermiche, fino a provocare nel tubo addirittura condizioni di moto caratterizzate da fenomeni di turbolenza.
Le figure l-r5 mostrano appunto i risultati di
registrazioni relative ad. una serie di esperienze
condotte tutte per uno stesso valore della portata
e quindi del numero di Reynolds (valutato nelle
prove di riscaldamento, con riferimento alle condizioni de] fluido nella sezione di entrata) ma carat- terizzate da condizioni di scambio termico diverse.
Le figure si riferiscono a prove effettuate per un
numero di Reynolds di ~25Q.
Per salti termici fra uscita ed ingresso di pochi,
gradi praticamente il regime di moto ancora
completamente e perfettamente laminare (fig. 1) (*) :
aumentando tuttavia il salto termico si potuto
osservare che, in corrispondenza, ad un salto di 1
28-=-29C, il moto cessava di essere perfettamente
laminare ed appariva invece caratterizzato dalla
(') Per una corretta comprensione e -interpretaziune deHe figure presentate in questa nota indispensabile fare riferimento ad un precedente lavoro [22] nel quale, oltre alla descrizione della apparecchiatura e della tecnica sperimentale
impiegata, si davano precise Indicazioni circa l'interpreta'
zione dei risultati sperimentali ottenuti. Le figure riportatein questo lavoro sono copie delle registration! rilevate sullUipparecchiatura.
131
presenza di un tipo di disturbo a carattere oscillatorio (fig. 2) di caratteristiche simili a quelle che si
riscontralo in condizioni isotermiche per valori del
numera di Reynolds 830-f-850 (si confrontino, a
questo proposito, la fig. 2 del presente lavoro con
Ja fig. 5 presentata in [22] tenendo conto, ovviamente, che, per la diversa velocit del fluido nel
tubo di prova, le registrazioni sono state fatte con.
velocit di registrazione diverse).
Aiimenando il' salto termico, il fenomeno oscillatorio sembra divenire pi marcato (fig. 3) mantenendo successivamente praticamente quasi invariate le sue caratteristiche (fg. 4) fino a che, in
corrispondenza di un AT > 46C si pu osservare,
all'interno del condotto, l'insorgere di fenomeni di
turbolenza (fig. 5) del tutto simili a quelli rilevabili,
in condizioni isoterme, per numeri di Reynolds
> 2050-2100.
Le fig. l-r5, come si pi sopra precisato, sono
relative a prove condotte per un certo numero di
Reynolds di ~250, tuttavia, almeno da un punto
di vista qualitativo, sono rappresentative di tutte
In varie serie di prove condotte nel campo dei numeri di Reynolds 100 < Re < 850. Infatti, in questo campo, sistematicamente si poteva osservare che,
operando un riscaldamento, si aveva dapprima l'insorgere di un piccolo disturbo di natura oscillante
che poi, aumentando il riscaldamento, diventava
pi marcato fino eventualmente a generare uno
stato di vera e propria turbolenza nella corrente
fluida. Ci risulta ancora pi evidente dal grafico
di fg. 6; in questo diagramma, costruito in base ai
risultati delle varie serie di ricerche effettuate, si
vede appunto come, nel campo 100 < Re < 850,
esista tutta una zona (che tratteggiata nella
figura) corrispondente a condizioni di moto laminare caratterizzato da disturbi oscillatori pi o
meno ampi.
Al di sopra e al di sotto si hanno, invece, rispettivamente condizioni di marcata turbolenza e moto
laminare esente da disturbi apprezzabili. Le linee
che delimitano la zona tratteggiata sono state costruite per punti, come del resto risulta evidente
dal diagramma frutto di precise misure sperimentali.
Assai diversi, viceversa, apparivano i risultati
delle prove condotte nel campo 850 < Re < 2000;
infatti non si potevano apprezzare sostanziali differenze fra il regime di moto esistente in condizioni
isotermiche e quello esistente operando un riscaldamento avendosi, in ogni caso, un tipo di moto caratterizzato da fenomeni oscil'iatori e dalla presenza
di onde anche molto marcate e dall'andamento irregolare. Nelle prove condotte: riscaldando, le onde
erano solo pi inarcate e con andamento pi irregolare, non era tuttavia possibile rilevare l'insorgere di una turbolenza marcata o comunque del tipo
di quella rilevata o per numeri di Reynolds < 850
(fig. 5) in condizioni di riscaldamento o per numeri
di Reynolds > 2000 anche in condizioni isotermiche.
Una giustificazione al fatto che, aumentando il
numero di Reynolds al di sopra di 850, non si riuscisse, nelie condizioni sperimentali realizzate, a
generare un moto decisamente turbolento, ai contrario d quanto, viceversa, si aveva per numeri di
Reynolds pi bassi, pu essere trovata nella cemsi14
AT=7*
Fig. i
AT=30"
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 1-2-3 - Prove effettuate riscaldando il fluido in moto
verso l'alto per diversi valori del alto termico AT (valore assoluto della differenza fra temperatura media di
uscita e di ingresso del condotto;; Re ~ 250.
portata e quindi, per un dato tubo e fluido, al numero di Reynolds, il coeflciente di scambio termico
in regime laminare cresce solo in modo proporzionale alla sua radice cubica [24].
In tal modo, disponendo di un certo salto termico
fra camicia e fluido, all'aumentare della portata
deve ovviamente diminuire il riscaldamento che il
fluido stesso subisce.
Ci, come si pi sopra ricordato, quanto si
poteva riscontrare anche sperimentalmente dalle
misure di temperatura direttamente effettuate; in
conseguenza di questo, avendosi all'interno del
fluido minori gradienti termici, le deformazioni del
profilo di velocit dovute alle variazioni della viscosit e soprattutto della densit con la temperatura,
erano assai pi ridotte e comunque tali da provocare
unicamente un'accentuazione dei fenomeni oscillatori, ma non tali da provocare l'insorgere della
turbolenza vera e proria.
Il non aver trovato, quindi, nel campo dei numeri di Reynolds pi elevati l'insorgere di una
turbolenza marcata deve perci imputarsi alla pratica impossibilit di realizzare, con l'apparecchiatura sperimentale a disposizione, dei salti termici
fra camicia e fluido sufficient emente elevati e comunque dell'ordine di parecchie decine o centinaia
di gradi centigradi.
AT=40*
Fig. 4
Fig. 5
Fig. 4-5 - Prove effettuate riscaldando il fluido in moto verso
l'alto per diversi valori del salto termico AT (valore
assoluto della differenza fra temperatura media di uscita
e di ingresso del condotto); Re a 250.
2000
scambio dipende essenzialmente da quello di convezione dell'acqua in moto laminare all'intern del
tubo di prova); infatti mentre il calore necessario
per provocare un certo AT fra ingresso ed uscita
cresce in modo direttamente proporzionale alla
Diversi da quelli ottenuti in condizioni di riscaldamento sono i risultati delle prove effettuate raffreddando. Innanzi tutto si deve osservare che,
nelle prove di raffreddamento, i primi fenomeni di
instabilit del moto si manifestavano* in maniera
pi netta e pi marcata di quanto non si avesse
nelle prove di riscaldamento e dimostravano abbastanza chiaramente di corrispondere a situazioni
di moto gi relativamente turbolente: in altre
parole, a parit di portata e quindi di numero di
Reynolds, era possibile constatare che, per condizioni di raffreddamento crescente, si aveva nel
moto uno stato di laminarit praticamente perfetta
fino ad un certo punto oltre il quale, spingendo ulteriormente le condizioni di raffreddamento, si poteva
constatare l'insorgere quasi improvviso di condizioni di rimescolamento turbolento all'interno del
fluido.
Un successivo aumento del raffreddamento aumentava di poco lo stato di turbolenza del resto
gi abbastanza marcata.
Quanto detto appariva tanto pi chiaramente
quanto pi alto era il numero di Reynolds (*)
relativo alla prova e appare chiaramente dall'esame
delle fig. 7-8-9 relative a prove condotte da Rey-
15
Fig. 7
Fig. 8
AT=41*
relativa ad una prova per un salto di poco superiore, rileva una turbolenza gi evidente, come del
resto si ha anche aum. ntando ulteriormente il raffreddamento (fig. 9).
A Reynolds particolarmente bassi, < 250, tuttavia era possibile osservare un certo intervallo fra
l'inizio di un moto non pi perfettamente laminare e
: l'insorgere di una vera e propria turbolenza.
Un esame pi accurato delle prove condotte proprio in questo campo dei numeri di Reynolds molto
bassi (esame condotto anche ricorrendo a prove
colorimetriche possibili togliendo localmente il rivestimento isolante del tubo e colorando l'acqua di una
delle 'u bottiglie di Mariotte usate nell'alimentazione dell'apparecchiatura) ha permesso non solo di
interpretare pi chiaramente i risultati relativi a
questo tipo di prove, ma di chiarire anche il meccanismo dell'insorgere della turbolenza quando in
: generale ci si trovi in condizioni di moto verticale
verso l'alto e di raffreddamento.
In questo caso infatti, la prima condizione di
instabilit si manifesta con il sorgere di fenomeni di
.asimmetria nel moto del fluido nel condotto; in
altre parole, l'instabilit corrisponde al passaggio
da un profilo di velocit assialsimmetrico ad un
profilo di velocit non pi simmetrico rispetto all'asse del condotto.
Queste condizioni di asimmetria potevano aversi
in zone pi o meno ampie del condotto e potevano
essere seguite o meno, a seconda dei valori del
numero di Reynolds e del salto termico AJT, da
zone a profilo li velocit simmetrico. Questo, del
resto, risulta anche dall'esame della fig. 10, relativa ad una prova condotta per Re ~ 190; in
questo-caso la curva-di registrazione mostra appunto un andamento quasi a spezzata corrispondente
proprio alla esistenza di profili di velocit asimmetrici nel condotto. Queste asimmetrie sono dovute
al fatto che, nelle-condizioni di moto e di raffreddamento realizzate, la convezione naturale si trova
ad agire in -direzione opposta al moto del fluido;
quando le condizioni operative sono tali che l'entit
dei fenomeni convettivi non pi trascurabile,
si determina una situazione di instabilit che poi si
manifesta con il-crearsi di un moto preferenziale
verso l'alto in una parte del condotto a svantaggio
Fig. 9
AT=40*
IFig. 7-8-9 - Prove effettuate raffreddando il fluido in moto
verso l'alto per diverti valori del alto remico AT (valore assoluto della differenza Ira temperatura medi di
uscita e di ingreno Ufi condotto); He ~ 250.
1t$
ft19
CoKhisioci
I risultati sperimentali ottenuti nel corso della
presente ricerca mostrano chiaramente l'influenza
dello scambio termico sul regime di moto che si
stabilisce in un condotto. Con particolare riferimento al problema della transizione laniinareturbnlento sono state effettuate prove sia riscaldando che raffreddando un fluido (acqua), che si
muove verso > alto in un tubo cilindrico disposto
verticalmente.
Assai diversi sono apparsi i risultati relativi ai due
tipi d prove. Il riscaldamento infatti sembrava
provocare dapprima l'insorgere di oscillazioni pi
o meno irregolari nella corrente fluida e questo
anche per numeri di Reynolds bassi, < 850, per i
quali viceversa in condizioni isoterme il moto appare perfettamente laminare; aumentando poi il
riscaldamento si poteva osservare che le oscillazioni aumentavano di intensit e di irregolarit fino
a provocare una accentuata turbolenza nel moto.
In fg. 6, in corrispondenza al campo 100 < Re < 850
si possono rilevare le condizioni per cui si innescano
dapprima i fenomeni oscillatori e poi la turbolenza.
Si deve osservare che i risultati relativi a questo tipo
di prove condotte in condizioni di riscaldamento
mostrano che il meccanismo, sia delle oscillazioni
che dell'insorgere della turbolenza, del tutto simile
a quello che si ha anche in regime isotermo per i
numeri di Reynolds tuttavia pi elevati [22].
Per le prove effettuate per numeri di Reynolds
> 850 non stato possibile rilevare una marcata
turbolenza ma solo una accentuazione dei fenomeni
di moto ondoso ed oscillante che, del resto, si verilicavano anche in condizioni isoterme, ma questo
apparso imputabile alla pratica impossibilit di
realizzare, con l'apparecchiatura usata, salti termici
fra camicia scaldante e fluido di prova sufficientemente elevati.
Operando viceversa, con raffreddamento si poteva, ancora una volta, anche per numeri di Reynolds bassi, alterare la perfetta laminarit del moto,
tuttavia, queste alterazioni apparivano provocate
dal manifestarsi, all'interno del fluido, di condizioni
di asimmetria nel moto e nel profilo di velocit.
Mentre per numeri di Reybolds < 250 queste condizioni di moto asimmetrico apparivano esistere e mantenersi all'interno della corrente fluida tanto che
era necessario aumentare il raffreddamento per provocare fenomeni di turbolenza, per numeri di Reynolds pi elevati sembravano provocare praticamente subito, all'atto del loro formarsi, un rimescolamento completo del fluido e quindi condizioni di
marcata turbolenza.
Diversamente poi da quanto avveniva nel riscaldamento, anche per numeri di Reyrolds compresi fra 850 e 2000 era possibile rilevare condizioni
di turbolenza senza che fossero necessari salti termici particolarmente elevati. La fig. 11 mostra
chiaramente un grafico dei risultati ottenuti nei
diversi casi.
[1] Salvigni S., Foraboschi K.P. - Ing. Cbim. Hai. 4, 54
(1968).
[2] Satvigni S. - Inf. Chim. l u i . 4, 76 (1968).
[3] Salvigni S. - XXIII CtHgr. i\az. ATI BoUfn* - (196*).
17
18
2. Depi aver esaminato schemi di altre apparecchiature, gi messe a punto per esperimenti di questo genere, si costruito il nostro apparato compleAbstract - First a specification of the apparali^
tamente di nuovo e con alcuni accorgimenti origifor experimental work is given.
Then a comparison is made, between .some obtained nali. Si posta grande attenzione a far s -;he esso
risultasse di costruzione stabile e rigida, non fosse
results and some others [9], and also with those
soggetto a vibrazioni e soprattutto fosse verificata
obtained by the Launder Jones' laniinarization
la bidtrnensionaiit) del flusso.
prediction. Agreement with the experiment [9] is not
In fig. 1 si ha una visione schematica d'insieme
good, instead with the new theory is reasonably good.
dell'apparecchiatura costruita. La galleria a vento
stata scelta del tipo a circuito aperto, che di pi
1. Si era gi affrontato in un precedente articolo
facile realizzazione.
teorico [l] il fenomeno della Saminarizzazione, -he
i1
Fig. 1
alla luce delle conoscenze attuali, pu essere definita come un allontanamento dello strato limite turbolento dalla sua normale struttura, pi che l'opposto della transizione naturale .
Semplicisticamente si pu dire che, quando uno
strato limite turbolento sottoposto ad una severa
accelerazione, ao pu regredire verso uno strato
limite laminare.
Vogliamo ora sottolineare l'importanza pratica
della conoscenza di questo fenomeno, ad esempio,
nei progetti di turbine a gas o di ugelli di missili.
Infatti il coefficiente di trasporto di calore avrebbe
un valore molto inferiore sopra le superfici in cui
esiste un flusso laminare (rispetto a quello sulle stesse
superfici con flusso turbolento), permettendo cos,
fra l'altro, una riduzione del quantitativo di gas per
il raffreddamento necessario.
In molti e interessanti lavori si indagato sulla
laminarizzazione sia sperimentalmente che teoricamente. Oltre agli articoli gi citati in [1] vogliamo
ricordare i lavori sperimentali f2-r41 e i lavori teorici
[5*8].
(*) Istituto di Fisica Tecnica, Universit di Bologna.
18
Kig. 2
sez.D-D
Fig. 3
Fig. 4
Fig. 5
J
p,
Fig1, fi a
Fip.
o
I'ijr. 76
Fig. 6c
Fig.
Fig. 8
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Fig. 9
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Re
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O n. dati
Qdmti di [9]
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5
3
2
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10
-.a '
li
^\,
i \
fig. 11
In iig. 12 in un diagramma M + , ;/ + sono riportati
ancora i profili di velocit predetti teoricamente per
lo strato limite turbolento (linea continua) e quelli
trovati sperimentalmente. Esaminando attentamente il profilo che risulta dalla legge della parete e
quello sperimentale, evidente che il sottostrato
laminare di quest'ultimo si estende molto oltre lo
spessore predetto dalla soluzione turbolenta .
Questo viene a confermare ulteriormente quanto
gi detto in precedenza: vi , cio, un allontanamento delio strato limite turbolento dalle condizioni
normali per la sua struttura.
23
Simboli
20
t
E
l.K
Rex
Reu
10
10 c
10
Fig. 12
=
=
=
=
=
j di/
"
= viscosit cinematica.
Bibliografia
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(giugno 1969).
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[6] Launder B.E., Lockwood F.C. - An aspect of heat transfer in accelerating turbulent boundary layers - J. Heat
Transfer 91, serie C, 229 (1969).
[7] Jones W.P., Launder B.E. - On the prediction of laminarescenl turbulent boundary layers - ASME-AIChE
Heat Transfer Conference Minn. 69-HT - 13 (Aug.
1969).
[8] Launder B.E., Jones W.P. - A note on Bradshaw's
hypothesis for laminarization - ASME-AIChE Heat
Transfer Conference .Minn. 69-HT - 12 (aug. 1969).
[9] Launder B.E., Stinchcirabe H.S. - Non-normal similar
turbulent boundary layers - Imperial College, Mech.
Eng. Dep. TWF/TN/21 (1967).
[10] Launder B.E., Jones W.P. - On the prediction of laminarization - A.B.C. London C.P. No 1036 (1969).
[11] Launder B.E., Jones W.P. K Sink flow turbulent boundary layers - J . Fluid Mech. 38, 817, (1969).
[12] Shaw R. - The influence of hole dimension on static pressure measurement - J . Fluid Mech. 7, 550 (1960).
[13] Quarmby A., Das H.K. - Measurement of skin friction
using a rectangular mouthed preston tube - Aeronautical
- R.A.S. 73, 228 (1969).
[14] Lorenzini Enrico - Strato limite turbolento su superfici
porose: alcuni risultali sperimentali - Acc. Sci. Bologna.
Riassunto - Sono state calcolate, riportando i risultati su appositi diagrammi, la velocit del suono
nella miscela bifase acqua-vapore. All'uopo si seno
utilizzate recenti e complicate formulazioni internazionali sulle propriet di tale sostanza, nelle varie
ipotesi con le quali si pu immaginare si sviluppi
il fenomeno della propagazione.
l'n confronto critico dei lavori teorici e sperimentali
effettuati in questo campo con la ricerca in oggetto,
permette di confermare la validit dei risultati qui
conseguiti anche nelle applicazioni tecniche, a patto
ili tenere in giusto conto le modalit con l? quali la
trasfoimozione avviene e le correzioni necessarie per
introdurre l'effetto dei fenomeni collaterali.
Ab?tract - The speeds of sound in two-phase mixture water-vapour haie been calculated and the results
have been plotted on suitable diagrams.
Modern and complicated international formulations
i,n the properties of this matter and theories which
describe the propagation phenomena have been used.
A critical comparison of theoretical and experimental research works in this field allows to confirm
the validity of the obtained results, also as far as the
technical applications are concerned. This is possible
only if the modes which are carachteristic of the
transformation are kept into account and the necessary
corrections due to side-phenomena are not neglected.
Generalit
La conoscenza della velocit del suono in un
fluido monofase presenta un notevole interesse in
quanto essa permette la valutazione dalla celeril
con cui si propagano, all'interno del fluido le perturbazioni di pressione nonch della velocit critica,
e quindi della portata, di condotti o di luci di
efflusso.
Nel caso di miscele bifasi liquido-vapore la grandezza velocit del suono non risulta definita cos
precisamente come nel caso di fluido monofase in
quanto il meccanismo di propagazione ' coinvolge
una successione di stati termodinamici i quali,
data la rapidit di evoluzione del fenomeno, possono
non essere di equilibrio.
Il problema stato esaminato da vari Autori
sia sotto il profilo teorico che sperimentale. Nel
primo caso si possono ricordare,- per il vapor acqueo,
C. Codegone [1], che ha impostato il problema nell'ipotesi di fenomeno sviluppantesi come successione di stati di equilibrio e A.L. Davies [2] che
invece espose la trattazione nei casi estremi in cui
le due fasi si trasformano in modo indipendente (in
condizione di metastabilit) ovvero con scambio di
calore e massa fra le stesse.
* =-
ZZT
(3)
la 2) diventa:
(*) Istituto di risica Tecnica, Politecnico di Torino.
e,
(4)
25
Questa espressione, valida per un fluido monofase, pu essere estesa anche ad un fluido bifase a
patto di effettuare corrette ipotesi sul meccanismo
eoi quale la trasformazione termodinamica si sviluppa. Si potr cos considerare che la trasformazione sia sufficientemente lenta da poterla considerare
come successione di stati di equilibrio oppure sia
via via pi rapida fino a ammettere che le due fasi
evolvano in maniera indipendente l'ima dall'altra.
Le relazioni che si ottengono sono le seguenti:
1) La trasformazione sufficientemente lenta
pi-r cui il fenomeno pu consideursi come successone di stati di equilibrio: si ha scambio di calore
e di massa fra le due fasi. L'esponente deil'isoentropicii Aa inserire nella (4) risulta [12]:
/>=
(6)
essendo :
Sp
7
".
enel caso ir, cui (l.r)
.r {Sss/Sp)sat
1
P
di',
dp
H r *
'dp
*'^j
ssa,-
dss
~dp~
(5)
UTJP
A *
sP
500
400
300
r
////
Q*
().+<-(--)
4) La trasformazione avviene nel campo delle
frequenze acustiche o ultraacustiche. Tale condizione corrisponde a considerare nulli gli scambi sia di
massa e di calore che di quantit di moto fra le
due fasi [19]. Nell'intorno della pressione atmosferica si ha che [8]:
per x > 10"*
per x < 10'*
per 10"f < x < 10"'
e, = csa
c s ='<ss,i
cs varia con gradualit fra
Q5
05
0.7
OS
(8)
con A, e kt opportuni valori dell'esponente delfisoentropica lungo le curve limiti.
L'espressione (8) stata utilizzata per i calcoli
numerici i cui risultati sono stati diagrammati nelle
figg. 1-8 assumendo l'ipotesi 1) e 3). L'ipotesi 2) porta
a risultati non molto dissimili dalla 3). I calcoli sono
stati limitati al campo di temperature di saturazione
0 -r 350C, essendo le formulazioni adottate insufficientemente precise nell'intorno delle eond'sioni
critiche [13], e i risaltati sono stati espressi, oltre
che in funzione del titolo x, anche della frazione di
vuoto a definita in assenza di velocit relativa fra
le due fasi:
(9)
27
10*
C s Qn/s]
350 *C
300 C
200 *C
ISO'C
100 "C
io-
10C /
io3
V?
1
|
J
\--""
f5-3j- _- ^
"" 1 ^
'
J!
.I?i'SJ
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"
"
"
"
10 150'C
t-
1
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1.
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o1
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50'C
01
<k
8.I
i
0.1
/ J.
.'
fi'
i
<t >
. pis
'
i /
Kr
ly
>
1
a.
g1
Fig. 7 - Velocit del suono e* in unit logaritmiche, in funzione della frazione di vuoto a per diversi valori di temperatura, nell'ipotesi di scambio di calore e di massa fra le
due fasi (ipotesi 1).
esame ed entro il campo qui sondato, alle aspettative ed agli intenti del compilatore. Ci verificabile dal confronto sia con altri diagrammi prece-
_l_
-Vi
18 M.
(10)
30
effettiva e velocit calcolata secondo l'ipotesi 4). Degno di nota per la semplicit e per un buon accordo
con alcuni dati sperimentali pure un modello matematico proposto da Fauske [19].
Bibliografia
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d'acqua saturo - L'Energia termica - Voi. IX (1941)
pagg. 185-190.
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and steam - Symposium on two phase flow Dynamics Eindhoven - Sett. 1967, pagg. 625-638.
[3] Andriano M. - Sull'evaporazione di un liquido nel passaggio attraverso ugelli - Atti e Rass. Tecnica della Soc.
degli Ingg. e Arch, in Torino - Voi. X X I (1967), pagg.
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the ASME - Journal of basic Engineering - Vol. 86-2
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f5] Codegone C. - Sull'efflusso del vapore nei tubi di Venturi
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[6] Semenov N.I., Kosterin S.I. - Besuis of studying the
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[7] Coilingliam R.K., Firey J.C. - Velocity of sound measurements in wet steam - Ind. and Eng. Chcm. Design
and development - Vol. II (1963) fase. 3, pagg. 197-202.
[8] Deich M.E., Filippov G.A., Stekol'shchikov E.V.,
Anisimova M.P. - Experimental study of the velocity of
sound in wet steam - Teploenergetika, - Vol. 14 (1967)
fase. 4, pagg. 45-48; Thermal Engineering - Vol. l 4
(1967) fase. 4, pagg. 59-63.
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[10] A formulation of the thermodynamic properties of ordinary
water substance, - VDI Dusseldorf, Febbr. 1967.
[11] Formulae for the specific isobaric heat capacity of ordinary
water subasance, - VDI, Dusseldorf, Febbr. 1967.
[12] Gregorio P. - L'esponente delle isenlropiehe del vapor
d'acqua - Atti Acc. delle Scienze di Torino - Vol. 103
(1968-69) pagg. 349-365.
[13] Gregorio P., Merlini C. - Thermodynamic properties of
water in critical region - Part. II, PT IN 53, Politecnico
di Torino, Maggio 1968.
[14] Dvoraichenko V.V. - Influence of fluid compressibility
on the sonic velocity in a steam - liquid mixture in two
phase region - Teploenergetika - Vol. 16 (1969) fase. 4,
pagg. 68-71 ; Thermal Engineering - Vol. 16 (1969),
fase. 4, pagg. 99-103.
[15] Dvomicbenko V.V. - The speed of sound in two phase
zone - Teploenergetika - Vol. 13 (1966), fase. IO, pagg. 7276; Thermal Engineering - Vol. 13 (1966) fase. 10
pagg. 110-116.
[16] Capetti A. - Motori a vapore - V. Giorgio Torino, 1958.
[17] Brunelli P.E., Codegone C. - Corso di Fisica Tecnica Vol. II, P,I. Termocinetica - V. Giorgio - Torino,
(1964). .
[18] Fauske H.K. - Two phase, two and one component critical
flow - Symposium on two phase flow - Exeter - Giugno
1965, pagg. SG 101 - SG 104.
[19] Fauske H.K. - Propagation on pressure disturbance in
two phase flow - Symposium on two phase flow dynamics - Eindhoven - Settembre 1967, pagg. 639-652.
Egli fu Socio dell'Accademia dei Lincei, dell'Academia delle Scienze e dell'Accademia di Agrioltura di Torino, dell'Istituto Lombardo di Scienc e Lettere nonch della Societ degli Ingegneri
degli Industriali in Torino e negli Atti e nei perio,iici di codeste istituzioni si trova inserita la maggior parte dei suoi lavori. Oltre che due volte Rettore dell'Universit di Pavia, Egli fu pure Consigliere comunale e Sindaco di quella citt negli anni
1862 e 1863.
Sulla sua attivit riportammo, agli inizi di questa
nota, l'autorevole conciso giudizio di Quintino
Sella.
Che il Nostro avesse veramente creata una scuola emerge e dalla sua intensa attivit didattica e
scientifica e dagli allievi e collaboratori che Egli
form, primo dei quali coin'aquila vola Galileo
Ferraris.
Quanto all'anzidetta attivit, spaziante fra la
fisica-matematica, (in cui segu le orme del Mossotti)
[18 bis] le costruzioni civili, le tecnologie del calore
< dell'elettricit e lo studio delle macchine, baster
riprodurre l'elenco citato dal Sella, delle sue monografie e dei trattati:
1) Sulla teoria deila propagazione della luce,
Milano, 1840:
2) Sulla prospettiva delle macchine, Conio,
18^12;
3) Sul taglio delle pietre e sulle centine delle
volte, Pavia, 1844;
4) Sur la thorie de la chaleur (VII! Congrs
des savants italiens, L846);
5) Sull'equilibrio delle volte, Pavia, 1847:
6) Teoria geometrica degli ingranaggi, Milano,
185 'i;
7) Tecnologia del calore, Milano, 1865;
8) Tecnologia del calore e dell'elettricit, Torino, 1865:
9) Relazione sui Musei Industriali, Torino,
1869.
Delle numerose note e memorie citiamo alcune
fra le pi significative-elencandole secondo le fonti.
Comparvero sui Rendiconti dell'Istituto Lombardo
di Scienze e Lettere: nel 3856 Sull'influenza delle
diverse fasi di distribuzione del vapore sull'effetto
utile delle macchine motrici e soprattutto delle
locomotive; nel 1859 Sulla teoria delle macchine
a vapore ; nel 1861 Sulla teoria dei generatori di
vapore; nel 1864 Sul principio della conservazione della forza [19]; sulla Rivista 11 Politecnico : tutte nel 1866 Sugli essiccatoi a correnti
d'aria ; Di una applicazione dell'elettricit allo
studio dell'elasticit e resistenza dei materiali e
della stabilit delle costruzioni ; L'elettricit applicata all'accensione delle mine ; Nuvi elettromotori fondati sul principio delle induzioni elettrostatiche ed elettromagnetiche ; sugli Annali del
R. Museo Industriale Italiano: nel 1870 Le unit
di resistenza elettrica adoperate nelle applicazioni
tecniche, ridotte ad unit di misura assoluta ;
Essiccatoi ad inspirazione d'aria per lavoro meccanico e loro applicazione alla essiccazione delle
lane; nel 1871 Posta pneumatica; negli Atti
dell'Accademia delle Scienze di Torino: nel 1869
Sulle macciine dinamo-magneto-elettriche ; Indicazioni a distanza per rottura di circuito, applicate agli indicatori di temperature, nel 1873 Pirometro ad aria con manometro ad aria compressa .
5. Il miglior collaboratore del Prof. Codazza fu,
come s' detto, Galileo Ferraris e fu appunto questi
a succedere al Maestro nel 1879 sulla cattedra di
Fisica Industriale.
Del Ferraris tanto s' scritto che apparirebbe
superfluo intrattenere qui i lettori sulla sua figura [20].
Baster accennare che nato il 30 ottobre 1847
in quella cittadina di Livorno Piemonte che porta
ora il suo nome, comp in Torino alla Scuola del
Valentino gli studi di ingegneria laureandosi brillantemente nel 1869 con una tesi sulle trasmissioni
di energia telodinamiche dell'I lini (attuale cio
a distanza mediante funi e pulegge) confrontandole
con quelle ad aria compressa.
Dopo pochi mesi venne accolto dal Prof. Codazza
fra i suoi collaboratori e fra gli argomenti sviluppati dal Maestro mostr subito di prediligere quelli
ottici e gli elettrici, il cui intimo legame non poteva
non colpirlo e doveva pi tardi far sfolgorare il suo
genio di mirabili intuizioni.
Per ventun'anni Egli svolse una esemplare attivit di educatore, di scienziato e di cittadino.
Scrisse di Lui il Prof. Perucca, ricorrendo il centenario della nascita: Se il suo articolo del 1876
Sulle nuove macchine d'induzione si pu considerare la prima rivelazione del Ferraris elettrotecnico, il suo ottimo \'olunie Sulle propriet cardinali
degli strumenti diottrici pubblicato a Torino nel
1877, e due anni dopo tradotto in tedesco dal Lippicli, e altri due lavori di ottica che seguirono, e
una nota di termotecnica f21j, ci provano che tutti
i capitoli della fsica tecnica erano da Lui curati
con pari amore e pari competenza [22j.
I suoi capolavori, tutti inseriti negli Atti dell'Accademia deile Scienze di Torino, rimangono tuttavia
(fra P84 e l'87} le tre memorie sul trasformatore elettrico, colla nozione di sfasamento delle correnti e
delle tensioni applicate e con la conseguente definizione di potenza elettrica, e la breve nota dell'88
sul campo magnetico rotante, fondamento del motore asincrono, suggeritagli da un'idea balenata improvvisa nell'autunno del 1885 a motivo di una
analogia con la composizione delle luci polarizzate.
Nel 1889 tenne un corso, di cui fu poi incaricato,
su di una nuova disciplina, che Egli chiam Elettrotecnica , corso che attir molti allievi, affascinati
dalla chiarezza del Maestri e dalla novit degli
argomenti.
Molti pure gli onori e gli oneri che Gli attir Ja
conseguita fama: rappresentante dell'Italia in consessi e congressi e in memorabili Esposizioni internazionali; acclamato primo Presidente, nel 1896,
dell'Associazione Elettrotecnica Italiana, membro
di varie Accademie fra cui quella delle Scienze di
Torino e dei Lincei; consigliere comunale e assessore del Comune di Torino; senatore del Regno.
Ma esausto dall'eccessivo lavoro, dopo aver invano tentato di terminare una lezione, soccombette
fra il compianto generale il 7 settembre 1897, non
ancora cinquantenne.
33
I due magistrali trattati postumi: Teoria geometrica dei campi vettoriali e Principi scientifici
dell'elettr .tecnica costituiscono ancor oggi ottime
fonti di consultazione.
6. A succedere a Galileo Ferraris sulla cattedra
detta da alcuni anni di Fisica Tecnica fu chiamato
nel 1897 Luigi Luniluirdi, suo distintissimo allievo,
perfezionatosi da vari anni a Zurigo col Prof. Weber.
.Nel Museo Industriale il Prof. Lombardi arricch
le dotazioni del laboratorio installandovi in particolare una macchina di Linde per la liquefazione
dell'aria e aprendo cosi nuovi orizzonti alla disciplina, che, ridotta la parte di elettrologia, poteva
ora dare maggior respiro agli altri capitoli in rapido
sviluppo. Di ci traccia nel p-egevole volume
litografico che rispecchia il eorso.
Ma gi nel 190J. il Lombardi passava a Napoli
in quella Scuola di Applicazione per gli Ingegneri
quale ordinario prima di Fisica Tecnica e poi di
Elettrotecnica, iniziandovi una intensa e instancabile attivit ohe continu poi con ammirevole continuit nella Scuola di Ingegneria di Roma dove
fu chiamato nel 1921.
Rinviatilo per un'analisi della sua apprezzatisima opera ili campo elettrotecnico alla commemorazione che ne tenne il Prof. Rinaldo Sartori all'Accademia delle Scienze di Torino '23j.
7. In seguilo al trasferimento del Prof. Lombardi
venne chiamato a succedergli il Prof. Pietro Paolo
Morr.
"W'H-
cima
valore di I . .100 e nel caslanile altre piante da ci
per il valore ili I.. 150.
L'estimo si valuta a cent. 3(i per scudo, tutto compreso };. rali, comunali, provinciali, addizionali.
Si pattuisce di capitalizzare la rendita in ragione
di L. 100 per L. 5.
Si terr conto della tassa di registro .
Bibliografa
[t] Transunti Acr. Lncei - Serii' 3 - II (1877-78), p. 22/2'..
[2J Timoshciiko S.P. - History of strength of materials, New
York, 1953; Signorelli B. - Un documento inedito del
"701) / Hi un main* '!" /:..;;". Piemonte - Atti
Itnss. Ter. Sor. hip. Ardi. Torino, n. 9, 19fi9 - a pag. 25
del Doli. Uni. hip. Torino. L'esame in questione era
istituito per Ingegneri Militari.
|3J Uraida C. e coli. - Specializzazione e vita professionale nel
Sei e Settecento in Piemonte - Atti Rnss. Tee. Soc. lag.
Ai-ch. Turino, 1943, p. 73/173. Questi Autori mettono
in evidenza che nel Sei e nel Settecento non si faceva in
Piemonti- netta distinzione fra i titoli di Ingegnere e di
Architetto spesso trascritti nello stesso documento
per la stessa persona . Le incertezze di locuzione erano
etimologicamente l>en giustificate. Intatti dal gignerc Ialino viene appunto ingenium ed i moderni
vocaboli genio (militar", civile, navale, aeronautico,
ccc.) e ingegnere , quasi cio generatore di macchine
e di edifci, e quindi necessariamente capo dei costruttori, ed ( questo appunto il significato letterale del
greco nrchilektnn che gli slessi greci, col loro sentimento del bello, hanno reso anche sinonimo di artista.
Cfr. C. Codegone L'uomo e la mucchina Atti XXI
Cnngr. Nax. di Filosofia, Fisa, Apr. 1967, Vol. II,
pag. 12.
[4] Come invece accadeva fra il Sei e il Settecento a Milano,
ove lunghi e talorn gravosi erano i tirocini presso Ingegneri collegiali , vale a dire ufficialmente riconosciuti
membri dell'omonimo Collegio Cfr. G. Bozza e coll.,
Il cenlenarin del Politecnico di Milano (1863-1963),
pag. 68 e segg. Si veda pure; Codegone C, Ingegneri e
Architetti a Novara fra il Sei e l'Ottocento - Boll. Storico
per la Provincia di Novara n. 2, 1969.
[5] Tricomi I". - Commemorazione di Giovanni Plana Atti Acc. Se. Torino, Vh 9 (1964-65) p. 267-279.
[6] l'ugno G.M. - Storia del Politecnico Hi Torino - 1959,
pag. 23 e segg.
[7] Cavallari Murai A. - Carlo Promts - Atti Rass. Tee.
Soc. lng. Ardi. Torino, 1969, pag. 159.
[8] Del Volta, oltre alle mirabili scoperte in elettricit,
e qui da ricordare l'enunciazione della legge della dilatazione termica dell'aria, poi estesa dal Gay Lussac agli
altri gas. Dell'Avogadro in particolare nota la famosa
legge che chiari la composizione molecolare dei corpi.
[9J Degli italiani baster citare l'Amici per gli studi ottici,
il Nobili per i galvanometrici, il Melloni per quelli sulle
radiazioni termiche, l'astronomo Mossotti, fondatore
in Italia della fisico-matematica. Per quest'ultimo cfr.
C. Codegone, Boll. Stor. Prov. Novara, 1963, pag. 82.
[10] Codegone C. - Breve saggio sui fondamenti della Termodinamica - Atti Has. Tccrj. Soc. Ing. Arch. Torino, n. 9,
1948, pag. 163; Nicolas Leonard Sadi Carnot, ibid,
n. 4,1956. Cfr. pure Thuratcn R. - Hittoire de la machine
vapmr - Paris, 1882. - In Itali il primo trattato di
Termodinamica quello di Paolo di Saint Bobert,
Professore all'Accademia Militare'di Torino; redatto
in lingua francete ed completato da una notevole tabella delle propriet del vapor d'acqua ipeiiio citata
anche all'estero. Il (io titolo : Principe de Thermodynamiquf, Turin, lt>65.
;'
jj
*f
||
fi
"4
4
[24]
[25]
[26]
[27]
[28]
[29]
[30]
[31]
[32]
[33]
[34]
37
Bossaglia
dei motori attraverso l'aumento delle loro dimensioni, piuttosto che attraverso quello delle pressioni
medie effettive e delle velocit medie stantuffo.
Alla comparsa per di questi primi prototipi non
ha fatto seguito una vera e propria produzione di
motori di cos grandi dimensioni perch non ancora
maturi pe~ quell'epoca, per i numerosi problemi di
progettazione, fabbricazione, manutenzione, sistemaziune a bordo, ecc, che si sono presentati al
costruttore di allora. Si cos assistito per molti
anni ad un arresto nella corsa verso cilindrate pi
alte e verso diametri sensibilmente superiori a 750
nini.
:v.
. .
. .
Fig. 2 - Evoluzione dei collettori di lavaggio - A: Motori 900S - Costruzioni vecchie; B : Motori 900S - Costruzioni attuali;
C: Motori 1060S.
40
IT
1 soluzione
2 soluzione
3 soluzione
Fig-. 7 - Motore FIAT 1060 S - Evoluzione della testata stantuffo raffreddata ad olio.
]
I i
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pm. e. kg/cm1 )
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g/Cvh
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kg/cm
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'
350
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0
1
150
KO
60
70
1000
80
90
100
Velocita' motore (giri /min )
2000
Potsnza
3000
(Cv/cil)
110
4000
120
5000
I!
Motore 750 8
Motore 600 S
>//,
n 220 gtri/min
i
kg/on
(0
70
60
SO
0
C
350
3^J
30
300
250
1.2
0.1
0.8
170
04
1(0
150
.m..(kg/cm*)
1
(
I"ig. 11 - Confronto camere di combustione di vecchio e di nuovo tipo dei motori FIAT 750S e 600S - A: Vecchio tipo - B:
Nuovo tipo; - 1: Consumo specifico combustibile; 2: Pressione aria lavaggio; 3 : Temperatura gas ingTesso turbine;
4: Pressione di accensione; 5: Pressione massima di combustione.
/
/
/
/
0
0.5
1.0
1.5
Rapporto di mandato L
2.0
su modello $ 200
Lavaggio ideale
i1
A-A
4) Conclusioni
Fig. 12 - Rappresentazione geometrica lavaggio camicie a
10 feritoie e risultati delle prove di lavaggio sul modello
e sul motore al vero.
Dopo questa esposizione panoramica delle principali caratteristiche del motore oggetto di questa
memoria si pu concludere che per queste grandi
macchine, che nel passato hanno costituito oggetto
di perplessit principalmente sotto l'aspetto della
loro possibilit di realizzazione tecnica, non vi sono
attualmente problemi che ne possano condizionare
il funzionamento e soprattutto non vi sono dei limiti
ad un ulteriore sviluppo delle attuali prestazioni
che gi toccano il massimo dei 50.000 CV per
unit
La possibilit di costruire delle grandi strutture a
mezzo di precisissirne macchine utensili; l'impiego
di metodi di saldatura che approfittano delle pi
aggiornate tecniche in materia.; gli accorgimenti
ideati allo scopo di contenere le temperature degli
47
Fig. 13 - Confronto in pianta del lavaggio trasversale del motore FIAT 1060S con quello di un piccolo motore a 2 tempi
'la competizione.
05
1.0
15
Rapporto di mondata L
20
III
*A
VA
111
Fig. 14 - Rappresentazione geometrica lavaggio camicie a
10 feritoie e a 12 feritoie e risultati delle pro\i. di lavaggio
al banco dinamico.
48
ti 2 tempi di grande diametro - Bollettino Tecnico FIAT Grandi Motori - n. 3 - 1968 - Voi. XXI.
[2] Bossaglia C. - II motore a due tempi di alte prestazioni -
49
A H
I-'ip. 1
50
Fig. 2
ft
ft
iWWrAAAArWWi
Fig. 3
cio:
Kip. 1
flit
Fig. 5
Fig. 6
Nel muro analogico la prima parete vena simulata per mezzo di numero di resistenze NRt pari a
NR1 = a 400 = 289
e di un numero di condensatori NCX pari a
N(\ = p 50 = 44
La seconda parete verr quindi simulata con
iV/?2=ll1
Arr2=6
Supponendo poi che a monte e a valle del muro
A
V =
la somma dei coefficienti di convezione e di irragHint- ( inigiamento siano:
Da cui si ottieni*:
Al=lft
/,2=15
tempo di risposta analogico = Iiinl. ( i,u- V/Vu regime a cui corrispondono le resistenze termiche
tempo adimensionale di risposta tempo di ril
sposta analogico/(/?,,+ W+y?,,) C.
= 0,1
,=
10
J_
15" = 0C67
Le resistenze elettriche corrispondenti sono
R
88000
U,l
0)55,(
o _ a _H_ o 1
lie-
K,.
-=
88000
= 15,9 kn
= 10,6 kO
C\+Ct
Rin, = loo kn
Cim = 1 MF
In queste condizioni si ottiene
r-FT e d
V = 6 , 3 V AV,, = 1,13
Parete
Materiale
Spessore
Conducili.
Cai. Spec.
Peso Spec.
nini Ioni
0,24
0,6
0,18
1800
0,02
0,13
0,65
800
Resist.
Capacit
0,4
77,8
0,154
10,4
pieni
legno
52
/? ~ 0,554" ~^11Z
C\
77,8
= 0,88
"C
88,2
Tabella A
Rc = 3,3 kn = 0,0375 R
"^^^
Ru = 3 , 3 k n =0,0375
0,1
0,25
0,5
0,75
0,178
0,1920
0,1910
0,178
0,1220
0,07
0,0336
0,1431
0,1015
0,0630
0,1599
0,1279
0,1056
0,178
0,1737
0,1919
0,1910
0,25
0,178
0,5
0,1056
0,1279
0,1599
0,75
0,0650
0,1015
0,1431
0,0336
0,07
0,1220
0,178
0,178
0,9
0,178
Tabella B
Re = 6,8 kn = 0,077 R
"""-^--^
oc
Ru = 3,3 kn = 0,0375 R
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,185
0,194
0,197
0,177
0,116
0,068
0,0337
0,1807
0,1850
0,1434
0,1017
0,0697
0,1322
0,1069
0,25
0,5
0,1270
0,1470
0,1676
0,75
0,0930
0,1221
0,1601
0,0662
0,0960
0,142
0,1850
0,1873
0,1850
0,1801
0,198
0,200
0,185
TabeUa C
Rt =9,1 kil =0,1035 R
Ra = 3:5 kn = 0,0375 R
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1870
0,199
0,197
0,1766
0,114
0,067
0,0297
0,180
0,1870
0,1377
0,1001
0,0703
0,1664
0,1313
0,1085
0,1870
0,1800
0,2082
0,2024
0,25
0,5
0,1356
0,1514
0,1745
0,75
0,1110
0,1360
0,1640
0,0822
0,1100
0,1530
0,1870
0,194
0,1870
53
Tabella D
Ru =3,3 kn = 0,0375 R
Hr = 13,5 kn =0,1535 R
~~-
oc
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1930
0,2000
0,1970
0,1720
0,1120
0,0640
0,0300
0,1835
0,lfl30
0,1388
0,0987
0,0718
0,1687
0,1318
0,1114
0,2040
0,1930
P
0
0,25
0.5
0,1540
0,1675
0,1878
0,75
0,1240
0,1541
0,1853
0,1121
0,1390
0,1730
0,1930
0,1930
0,2200
0,2190
Tabella E
Ru = 3,3 kn = 0,375 R
R. = lOkQ = 0,205 R
a
P
0
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1900
0,2020
0,1910
0,1600
0,1100
0,0620
0,0000
0,1895
0,1900
0,1397
0,0962
0,0000
0,1897
0,1670
0,1352
0,0000
0,1900
0,1851
0,2200
0,2100
0,25
0,5
0,1647
0,1783
0,75
0,1500
0,1721
0,1375
0,1540
0,1890
0,1900
0,2200
y,oooo
Tabella F
Re = 6,8 kn = 0,077 R
p
" - \
0
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1890
0,2020
0,2060
0,1897
0,1380
0,0940
0,0608
0,1878
0,1890
0,1583
0,1223
0,0907
0,1725
0,1482
0,1270
0,1890
0,1878
0,2060
0,2020
0,25
54
Ru = 6,8 kn = 0,077 R
0,5
0,1271
0,1482
0,1725
0,75
0,0907
0,1223
0,1583
0,0608
0,0940
0,1380
0,1890
0,1897
0,1890
?e = 9,1 k
R, = 13,5
0
0,195C
0
0,25
0
0
0,19
0,25
0,5
0,l
0,75
0,l<
0,1.
Tabella G
Re = 9,lkft = 0,1035
0,1
0,25
0,5
0.75
0,9
0,1890
0,2040
0,2040
0,1899
0,1360
0,0890
0,0614
0.1908
0,1905
0,1555
0,1198
0,0942
0,1770
0,1439
0,1290
0,2040
0,1905
0,25
0,5
0,1372
0,1628
0,1778
0,75
0,1049
0,1339
0,1659
0,080
0,1100
0,1500
0,1905
0,1905
0,1920
0,2080
Tabella H
Ru = 6,8 kf = 0,077
oc
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1950
0,2040
0,2020
0,1876
0,?3?0
0,0890
0,0590
0,1927
0,1950
0,1567
0,1179
0,0944
0,1779
0,1454
0,1286
0,2070
0,1950
0,25
0,5
0,1513
0,1760
0,1870
0,75
0,1283
0,1570
0,1786
0,1081
0,1360
0,1700
0,1950
0,1950
0,2070
0,2140
Tabella I
Re = 18 kl = 0,205 R
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1970
0,2100
0,2000
0,1810
0,1280
0,0850
0,0570
0,1550
0,1157
0,0943
0,1800
0,1497
0,1285
0,2150
0,1970
0,2000
0,25
0,5
0,1650
0,1870
0,1920
0,75
0,1499
0,1850
0,1886
0,1340
0,1570
0,1885
0,1970
0,1970
0,2190
0,2220
SS
TabeUa L
Ru = 9,1 kfi = 0,1035
""^ -,
0
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1970
0,2080
0,2120
0,1970
0,1470
0,1070
0,078
0,1818
0,1970
0,1625
0,1315
0,1067
0,1835
0,1517
0,1373
0,1970
0,1880
0,2120
0,2080
0,25
0,5
0,1373
0,1517
0,1835
0,75
0,1067
0,1315
0,1625
0,0780
0,1070
0,1470
0,1970
0,1970
0,1970
Tabella M
/? =9,1 kfi =0,1035/?
P
0
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1970
0,2070
0,2070
0,1870
0,1450
0,1040
0,0760
0,1924
0,1970
0,1652
0,1288
0,1056
0,1789
0,1590
0,1377
0,1970
0,1949
0,2150
0,2100
0,25
0,5
0,1524
0,1673
0,1961
0,75
0,1282
0,1501
0,1765
0,1080
0,1320
0,1680
0,1970
0,2090
0,1970
Tabella N
Re = 18 kfi = 0,205 R
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1990
0,2060
0,2060
0,1850
0,1400
0,1000
0,0740
0.197S
0,19S0
0,1637
0,1290
0,1062
0,1807
0,1571
0,1380
0,1990
0,1944
0,2200
0,2140
0,25
66
0,5
0,1645
0,1790
0,75
0,1501
0,1660
0,1867
0,1324
"0,1530
0,1830
0,1990
0,2130
0,1990
Tabella O
R = 13,5 kfl = 0,1535 J?
R,, = 1 3 , 5 k n =0,1535/?
0.1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,2050
0,2140
0,2160
0,2050
0,1640
0,1300
0,1035
0,1990
0,2050
0,179
O,L48O
0,1285
0,1965
0,1735
0,1571
0,2050
0,1990
0,2160
0,2140
0,25
0,5
0,1571
0,1735
0,1965
0,75
0,1.285
0,1480
0,1799
0,1035
0,1300
0,1640
0,2050
0,2050
0,2050
Tabella P
Ru = 1 3 , 5 k O = 0 , 1 5 3 5 / ?
Rc = 18 k n = 0 , 2 0 5 7?
0,J
0,25
0,5
0,75
0,9
0,2070
0,2140
0,2120
0,1980
0,1600
0,1240
0,1000
0,2035
0,2070
0,1780
0,1455
0,1234
0,1959
0,1704
0,1578
0,2070
0,2010
0,2220
0,2170
0,25
0,f
0,1717
0,1831
0,2035
0,75
0,1450
O,L679
0,1920
0,1280
0,1490
0,1810
0,2070
0,2150
0,2070
Tabella Q
Re = 18 kn = 0,205 R
_ = 18 kn = 0,205 li
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,2090
0,2170
0,2200
0,2090
0,1750
0,1450
0,1262
0,1889
0,1610
0,1449
0,1994
0,1821
0,1716
0,2170
0.2090
0,2090
0,25
0,5
0,1716
0,1821
0,1994
0,75
0,144C
0,1610
0,1889
0,1262
0,1450
0,1750
0,2090
0,2090
0,2090
0,1220
57
Tabella 1
R,IR
58
l>0
Ai
0,0375
0,0375
0,178
0,141
0,286
0,145
0,290
0,0770
0.0375
0,186
0,106
0,261
0,123
0,276
0,1035 .
0,0375
0,191
0,080
0,237
0,110
0,266
0,1535
0,0375
0,19..
0,072
0,?37
0,083
0.246
0,205
0,0375
0,194
0,039
0,203
-0,064
0,230
0,0375
0,077
0,185
0,133
0,255
0,153
0,276
0,077
0,077
0,190
0,123
0,253
0,130
0,260
0,1035
0,077
0,102
0,113
0,251
0,116
0,250
0,1535
0,077
0,196
0,083
0,222
0,091
0,229
0,205
0,077
0,197
0,075
0,217
0,065
0,210
0,0375
0,1035
0'189
0,139
0,248
0,157
0,266
0,077
0,1035
0,191
0,119
0,231
0,134
0,250
0,1035
0,1035
0,199
0,096
0,214
0,117
0,235
0,1535.
0,1035
0,198
0,077
0,201
0,092
0,216
0,205
0,1035
0,199
0,070
0,196
0,068
0,196
0,0375
0,1535
0,191
0,164
0,245
0,164
0,246
0,077
0,1535
0,195
0,136
0,22?
0,138
0,229
0,1035
0,1535
0,198
0,122
0,215
0,124
0,216
0,1535
0,1535
0,207
0,091
0,195
0,104
0,207
0,205
0,1535
0,208
0,066
0,176
0,076
0,186
0,0375
0,205
0,193
0,162
0,222
0,166
0,230
0,077
.0,205
0,200
0,140
0,206
0,144
0,210
0,1035
0,205
0,201
0,115
0,185
,-0,128
0,196
0,1535
0,205
0,208
0,114
0,194
0,110
0,186
0,205
0,205
0,211
0,072
0,157
0,087
0,173
Fig. A
Fig. C
T.A
A.O
*<<>&
e.
It
US
I.S
IS
( J . I
Fig. H
Fig. li
I Ofi
Jfr. fi
Fig. L
T.A
'
+ -O.4
-i-cjl
Fig. N
tati in funzione di tutte le combinazioni delle resistenze esterne adimensionali, nella tabella fi) seguente :
Esempio numerico
Fig. Q
ai
Fig. S
a2 = 0,2989 + 0,357
ti
+ 0,3156 4ti r
bi =
0,3163 0,37
ti
0>37
^ T
ti
"VWS5
C;%OE K ^
Fig. T
s-ila
M i
li
1 If
Sr*9l
y.
f
64
ni
***
Occorre, infine, osservare che i problemi di sollecitazione termica pi gravosi si riscontrano proprio
nel cielo.
In prossimit della mezzana, infatti, si presentano
le massime temperature e, di conseguenza, si hanno
i maggiori pericoli di sfondamento in condizioni di
combustione anomala [19], Mentre la temperatura
raggiunta in corrispondenza della cave di alloggiamento della prima fascia elastica, costituendo il
massimo valore cui soggetto il lubrificante, fornisce una misura del rischio di carbonizzazione dell'olio, con conseguente bloccaggio dell'anello. Perci, con il presente lavoro, ci si limiter a ricercare
una espressione analitica della temperatura del
generico punto del cielo, rinviando, per quei che
riguarda il mantello, di pi difficile schematizzazione, a metodi di calcolo approssimati [20],
Equazione di conduzione
Introdotto allora un sistema di assi (r, z) in direzione radiale ed assiale rspettivamente, la temperatura del generico punto T (r, z) dovr soddisfare
all'equazione di Fourier, la quale, con l'ipotesi, di
stazionariet (1).
(STjSt = 0), assume la forma:
Sr 2
Sr
= 0
b) (
j
= 0 per 0 <, rj <, 1 : ossia si trascura il
\ Sp / P = i f j u s s o dj calore attraverso l'aletta
superiore del primo anello, dal
mo nento che sussiste un gioco radiale tra stantuffo e cilindro, ripieno di gas di trafilamento.
ed
ed _
_
.
ossia si ritiene uniformemente distribuito il flusso di calore verso
il cielo dello stantuffo.
ed
"()
ed
(
J
''1=1
^i^r^+v-v
(5)
e,. = 7 ' n
T|_T
'' ~XoJ
(6)
X
proporzionali alle differenze di temperatura citate.
Queste grandezze sono state riportate nei grafici
di fig. 3, in funzione della distanza relativa interna
del porta-fascie dall'asse di simmetria p,- = dijd,
per diversi valori dello spessore relativo del cielo
e = 2s/d e del fattore di raffreddamento r = q,jq.
Successivamente, per avere una visione pi precisa della variazione della distribuzione di temperatura nel cielo, si calcolato il rapporto 9/0.., t r a la
caduta di temperatura 9, che si ha nel generico
punto, rispetto al punto centrale 0 ed il valore di
9, l( per le diverse condizioni illustrate nei grafici
delle figg. 4, 5, e 6.
Dai diagrammi della ig. 3 si pu allora ricavare
che, a parit di e ed r, un irrobustimento del portafascie, ottenuto diminuendo p ; , comporta una riduzione del salto di temperatura 9^ ; accompagnata
da un sensibile abbassamento della temperatura To
della mezzaria del cielo ed un leggero aumento di
TA. I tre grafici della fig. 4 che forniscono il valore
della caduta relativa di temperatura 8/9^ per
i ) = 0 ; i ) = 0 , 5 ; 7 j = l , in funzione della distanza p
del punto in esame dell'asse di simmetria, danno
una misura quantitativa della suddivisione della
caduta totale 0A) attraverso il cielo.
Si vede quindi che, oltre ad una generale diminuzione del livello di temperatura, l'irrobugtimento
del porta-fascie esercita una influenza sull'andamento delle isoterme, specialmente per i valori di
65
o.o
r.O.t
l\*0.0
E . 0,1 i.
0,2
0.'
i.O
t.l -
T o / <*7
~^1
0:
3.-
0.0.8
S/- 0.6
e 0.16
t.0,2i
3.8
0.
5.
t.0.32
OA
1.0
0,0
^ ft
0.2
Oft
0.7
o.e
I..3
Jim 0.7
0.6
o,a p io
Ofi
Ofi
3i
".i.0
.
3ft
1-
r.0.0
rmO.l
r.0,2
3.6
-^'
0.S
0.7
Iqd
0.0
*IT
0.
n-
Fig. 3 - Influenza delle dimensioni geometriche e delle condizioni di raffreddamento su alcune quantit adimensionali
proporzionali alle cadute di temperatura.
f .O
^*
"
.0
r =0.1
Q.
kl
ft-oE
5PO.
\V
2
q 1.0
0.0
0.2
o.t
Ofi
Ofi
0.0
, 0.0
.ni
* ^
0.1
a.'
e = 0 te
2C
3*
e cO. 32
0.0
0.2
O.i
O.S
0.
0.0
0,2
O.i.
0,6
0*
tO
0.0
= 0.5
E =0,24
S/ = 0.7
0.4
et
0.
5
o
2 0.B
Q
r=0. 0
r=0,1
r-0. 2 -^
"-
cj
1.0
0.0
0.2
O.i
0,6
'.0
00 i
o.o
n=
io
CI)
'02
= 0.7
r a
=0.7
o.i
N\
0.5
a. 0,6
Ul
Ofi
0.
0.2
e = 0.32
a
1
to
o.o
>.o
of
o,t
0.6
o.a j
io
Fig. 5 - Influenza dello spessore relativo del ciclo sulla caduta di temperatura.
0.0
0.1
0.6
Ofi
01
% 1.0
67
Nei diagrammi che seguono, ci si limiter a riportare i valori della temperatura del punto pi
significativo, ossia del punto centrale del cielo, al
variare dei principali parametri motoristici, con
l'intento di mettere in evidenza e di giustificare,
dove possibile, l'influenza esercitata da ognuno di
essi.
In fig. 8 si mostrano i rilievi eseguiti, al variare
del regime di rotazione e del carico, quest'ultimo
espresso come percentuale della potenza massima
fornita dal motore a quel dato regime. Si pu allora
constatare che l'influenza del numero di giri, a
parit di carico, sulla temperatura dello stantuffo
abbastanza sensibile. Si ha infatti, una variazione
media di temperatura di 6 -H 20C, per un incremento di 1000 giri al minuto nella velocit di rotazione, a sconda della percentuale del carico.
Questa influenza si pu spiegare facilmente, pensando che al crescere del numero di giri, a parit
di carico, aumenta la quantit di calore che si svi-
STRUMENTO
INDICATORE
ALIMENTATOLE
i!
Ij
GENE* ATORE
FILTRO
ii
j
COMMUTATORE
'-
RESISTENZA 01 MIS.
F=-----.
RIVELATORE
CARICO 25 V.
CARICO = SO /.
9
CARICO - 75 V.
CARICO = K0 V.
ANTICIPO ALL'ACCENSIONE
O It = .000 fi/t]
9 i) * tcco
n * 3000
JCUPCDAURA DELL'ACauA
[[]
i rilievi effettuati. La variazione media della temperatura dello stantuffo oscilla tra i 5,5 -f- 8,5C
per un cambiamento di 10C nella temperatura della
acqua di raffreddamento. Naturalmente i valori
pi elevati sono relativi ai pi bassi numeri di giri,
in quanto, in questo caso, essendo pi ridotto il
flusso di calore verso l'esterno, inferiore la differenza tra la temperatura dello stantuffo e quella
del mezzo refrigerante.
In fig. 10 si riporta, poi, l'andamento della temperatura delio stantuffo in funzione dell'angolo di
anticipo all'accensione, per un numero di giri mantenuto costante, a pieno carico.
La temperatura dell'acqua di raffreddamento
stata tenuta sugli 85C. Sulla parte superiore del
diagramma si sono tracciate anche le curve della
potenza in funzione dell'angolo di anticipo, in modo
da poter individuare il valore di anticipo ottimo
per ogni numero di giri. Dai rilievi effettuati risulti*;
It
! .
_.:p
fS,
'r]
j"
S
,5
Appendice
<S
l> m 5.000
9 i.ooo
9 n i.ooo ff/tj
'"a
it
volta note con sufficiente precisione le sollecitazioni tarmiche che si accompagnano a quelle meccaniche; ma anche dai produttori di oli lubrificanti
che potranno avere dati pi sicuri circa il livello di
temperatura a cui l'olio chiamato a funzionare,
in prossimit della prima fascia di tenuta.
i
,
K
j,
RAPPORTO AmtjCOMtUSTIBILE /!*!
Una soluzione particolare della (3) si ottiene facendo l'ipotesi che la t (p, i\) risulti dalla somma di
due funzioni, di cui una dipenda dalla sola ij:
T
= (i) + v \P, i)
Dovendo la u (ij) soddisfare alla (3), deve essere:
1 du3
~!*~ dr,2 ~~
e perci: u = C, + C2 >].
Per quel che riguarda la componente v (p, ig), la
si pu pensare come il prodotto di due funzioni,
l'una della sola p e l'altra della sola t\\
v (P, n) = / (P) g {i
che sostituita nella (3) da:
Ld
_L JtL 4. _L JL. -
*8
Poich il primo membro di questa relazione dipende solo da p ed il secondo solo da rj, entrambi i
membri dovranno essere uguali alla stessa costante,
che si indicher con n2.
Si hanno perci le due equazioni:
ap 2
p
rfp
'
L'integrale generale della prima (equazione di
Bessel di ordine 0) dato da:
/(p) = C3 Jo (u,p) + CtY0 (\ip)
dove con J o e Yo si sono indicate le funzioni Bessel
di prima e seconda specie di ordine 0; mentre quello
della seconda (equazione lineare a coefficienti costanti) :
si ottiene perci:
:V'o(HP)] [ C , e
Conclusioni
Nel concludere il presente lavoro, si intende sottolineare che stato chiarito il fatto che, accoppiando
una tecnica sperimentale progredita ad un procedimento di calcolo sufficientemente preciso, si
in grado di valutare con sicurezza l'influenza dei
vari parametri, motoristici e geometrici sui livelli e
sulla distribuzione della temperatura raggiunta
dallo stantuffo.
Si pensa quindi che questa via possa essere proficuamente seguita, non solo dai costruttori di stantuffi, che potranno risolvere con maggior sicurezza
i problemi di resistenza di un tale organo, una
70
(ir)
\ 5p / p Jj(o)
o
essendo
= 0 e lim Yx (#) = >, si ottiene
(a.2)
posto :
Qn = Un (eE|X" + Bn e |i")
(a.7)
le condizioni ai limiti (d), (e) ed (/) danno, moltiplicando entrambi membri per .'od^nP) P dp ed
integrando, tenendo presente che il termine r della
sommatoria si annulla quando r ^ n, perch
PP) fdp = 0 se a e ? sono radici della
equazione (a.4) con a2
ad f1
-^-i + A'Urfr-
= ~
7 [Cx
'0
r1
Qn An\ ./0([i,,
1'
B =-
Tx
-T=
da
77
tf-r-1
Izi
(a.3)
qd_
X
avendo posto:
9.*-**
1r
1
Pr)
Ossia:
jx J^p) = 0
(a.4)
Se perci si indica con pn una generica radice di
questa equazione trascendente, la (a.2) diventa:
1
ed
An
Qn
, ,
-f m =
r T
Pe'~9i* n=
r efW ,
la (8) pu scriversi:
(a.5)
dove la costante Bn vale, per la (a.3):
Bn =
Bi
1
(a.3)
Si + 1
La (a.5) fornisce una soluzione particolare della
(3), che soddisfa ormai a tutte le condizioni imposte
tranne quelle (d), (e) ed (/) relative alla faccia
i) = 1. Ma poich la (3) un'equazione differenziale
lineare, la somma di un certo numero di soluzioni
da ancora una soluzione, che nella sua forma pi
generale risulta:
i .
ed
1 * .
(a.6)
dove la sommatoria va estesa a tutte le radici della
equazione trascendente (a.4). Essendo:*
Ringraziamento
L'autore desidera ringraziare il Direttore del
CNPM, il prof. ing. Corrado Casci, per l'attenzione
con cui ha seguito il presente lavoro e per i suggerimenti e le discussioni che ha voluto dedicarvi.
Simbologia
Lettere latine:
A
= punto medio della zona di attacco del
porta-fascie al cielo dello stantuffo.
A', An = costanti d'integrazione
B, Bn = costanti d'integrazione
Bi
numero di Biot ( = \jdt)
Cv C a = (tostanti d'integrazione
d
= diametro del cielo dello stantuffo (mm)
/
= componente della temperatura, funzione
della sola p
g
= componente della temperatura, funzione
della sola IQ
J
= funzione di Bessel di 1' specie
n
0
q
Q
r
Rr
s
S
t
T
Tg
u
v
V
z
Indici
formule relative all'appendice
a
= grandezze relative al punto A
A
=
grandezze relative alla zona esterna del
e
porta-fascie
= grandezze relative ai gas presenti nel
cilindro
= grandezze relative alla zona interna del
porta-fascie
= termine generale della sommatoria (a.6)
= grandezze relative al punto 0
= grandezze relative alla zona di raffreddamento del cielo.
Lettere greche
a
= coefficiente di convezione liminare (kcal/
mahC)
a
= coefficiente di convezione liminare medio
tra gas e cielo dello stantuffo, definito
dalla relazione q = t (Tg T)
a0
= coefficiente di convezione liminare medio
tra olio e superficie inferiore del cielo
e
= spessore relativo del cielo ( = 2s/d)
y)
= coordinata adimensionale assiale ( = z/s)
X
= conducibilit termica dello stantuffo
(kcal/mhC)
fi
= costante d'integrazione
|i,,
= radice ennesima dell'equazione (a.4)
72
p
T
8
X
Bibliografia
[1] Gibson A.H. - Piston temperatures and heat flow in
high - speed petrol engines - Engineering. Vol. CXXI Jan 1926.
[2] Baker, Wright - A study of piston temperatures and their
relation to piston design. - Proc. Inst. Auto. Eng.
vol. 27 Nov, 1932.
[3] Huebbotter, Young - Flow of heat in pistons - Bull. n. 25
Purdue Univ. Eng. - Die. 1925.
[4] Gosslau F. - Enttvicklung von liolben fur Hohere Dauerleistungen auf Grund neuer Untersuchungen. - ATZ Jan.
43 - 1941 - S. 616.
[5J Willis, Anderson - Operating temperatures and stresses
in alluminiimi aircraft engine parts - S.A.E. Trans. 52 1944.
[6] Sanders, Schramm - Analysis of variation of piston
temperature with piston dimension... - Report NACA 895.
948.
[7] Casci C. - Temperatura dello stantuffo e del cilindro di
un motore Diesel monocilindro - Ren. 1st. Lomb. Arti
e Lettere voli. 88 - 1955.
[8] Flynn, Underwood - Adeguate piston cooling - Oil
cooling as a means of piston temperature control - SAE
Journal, vol. 53; 1945.
[9] Keyser, Miler - Piston and piston ring temperatures Jour. Inst. Petroleum, Vol. 25, 1939.
[10] Steinbuch K. - Berechnung von Kolben temperaturen Ingenieur - Archiv 17 - n. 5 - 1949.
[11] Mug K. - Die Messung un Berechnum von Kolbentemperaturen fur Dieselmotoren - Dissertazione ETM - Zurich
1936.
[12] Stotter A. - Der Wrmefluss in Kolben Verbrennungskraftmaschine - Dissertazione TH - Aachen - 1963.
[13] Gintsburg B. - Wrmebeanspruchng fiir verbrennungsmotoren - Arbeit n. 6 des Wiss. der UdSSR - 1958.
[14] Casci, Radaelli, FerrariJ- Su una particolare tecnica sperimentale per la determinazione della temperatura - ATA
Novembre 1966.
[15] Ferrari G. - Sulla determinazione della temperatura dello
Stantuffo di un motore a CI. - XVII Conv. Comunicazioni - Genova Ott. 1969.
[16] Essers, Heyer - Uber das Messung von Kolbentemperaturen - MTZ n. 6 e 9 - 1966.
[17] Kopke - Neuere Messungen von Kolbentemperaturen ATZ n. 2 - 1968.
[18] Lohner, Kruggel - Berechnung un Messung von Kolbentemperaturen - MTZ n. 7 - 1968.
[19] Calci, Ferrari - Analysis of the piston heat load during
knocking - Int. Comb. Eng. Conference - Bucharest
1970.
[20] Me Adams W.M. - Heat trasmission - Me Graw-Mill
Book Co - New York 1954.
80
820
Tf
'
(2)
(3)
= . (e
(4)
- j [K]x - [Ipj
Gfr
Po"
(6)
ove :
Qpdp
Po
(7)
Po risultano le difficolt
mentre dello stesso ordine
per il calcolo delle [6m]p.
E chiaro dunque, pur essendo possibile un calcolo matematico delle sollecitazioni termiche nel
cilindro, assai complessa ne appare la parametrizzazione e comunque si perde in un certo senso
l'aspetto fisico del fenomeno, anche a causa della
presenza delle citate funzioni trascendenti.
b) Risoluzione analogica
Essendo il problema in esame di tipo bidimensionale, in quanto oltre alla variabile > esiste la variabile p, necessario fare ricorso, per la programmazione sul calcolatore analogico, ad uno schema a
celle.
Approssimando l'equazione alle differenze finite
si pu scrivere, dividendo l'intervallo ra rb in
N parti uguali di ampiezza k:
o in altri termini:
(12)
Per quanto riguarda le condizioni al contorno,
procedendo in modo analogo si possono ottenere
dalle:
"V
(14)
le espressioni:
.v = PK % + QN . V - I
(15)
9 = Po K + Qo i
(16)
Costruito lo schema che consente il calcolo delle
temperature la valutazione delle sollecitazioni pu
essere fatta richiedendo in termini di differenze
finite le espressioni (4) (5) (6), ed in particolare
quella di [8m]p.
Dopo qualche passaggio si ottiene cos:
[6 m ] p =
(0)
conosciuta, note che siano le condizioni iniziali.
Una volta determinate le temperature si pu da
esse risalire alle tensioni ed in particolare alla tensione a. che risulta la pi pericolosa [5].
Sembrerebbe a prima vista che il computo delle
sollecitazioni risulti abbastanza agevole con l'impiego delle espressioni precedenti. In realt la de-
K e.)
rb
S,B,
(17)
ove:
V _
Po (!Po)
Pft (1Po)
ab
I SUPERFICIE
1
IMTEANA
>
'A
I
J
3
,
,
"
c1
C2
OS
V.V.
0A
a5
^ =
. . .
SUPERFICIE
ESTERNA
120//
I
V
X-cc
/
/
Le sollecitazioni che cos s ottengono sulla superficie interna ed esterna del cilindro (come noto,
le pi pericolose per il materiale [1]) sono riportate
in fig. 2 in cui positivi sono considerati gli sforzi
di tensione e negativi quelli di compresssione (2).
Questi grafici relativi sempre ad un transitorio
(2) Tutti i grafici riportati nella presente nota tono stati
ottenuti dallo scrivente con l'impiego del circuito analogico
riportato in fig. 1, sul calcolatore PACE 100 del Comitato
Nazionale pur l'Energia Nucleare.
75
. .
valore. In realt si preferisce qui seguire il procedimento inverso: fissata cio una certa durata T0
del transitorio, si cercher quale legge deve seguire
la % perch si produca il valore minimo tra i massimi dei diagrammi nel tempo delle tensioni e si determiner il valore minimo predetto.
Osservando l'andamento delle curve che rappresentano le sollecitazioni termiche conseguenti ad una
variazione lineare e ad una variazione brusca della
temperatura del vapore (figg. 2 e 3) lecito formulare
l'ipotesi che una opportuna combinazione dei due
processi di manovra possa condurre a sollecitazioni
pressoch costanti nel tempo e quindi ad una situazione ottimale di cimento termomeccanico.
Nella fig. 4 sono ripotati i risultati per diversi
valori di Xi>, che confermano la esistenza della condizione ottima predetta, la cui determinazione appare tanto pi suggestiva quanto pi elevato il
coefficiente di Fourier kv.
in appendice, per via matematica, si dimostra
che il punto comune a tutte le curve relative agli
sforzi termici a parit di Xv, beninteso si ha
in corrispondenza al valore:
** = -o J L < * + ! L
(i9)
e le condizioni ottime si hanno quando la temperatura del vapore varia bruscamente, nell'istante iniziale, di una frazione y del totale salto di temperatura fornita dalla
o*
v/=-fTs 7
(20)
L'espressione (20) consente alcune utili considerazioni: ricordando che S21 = p.t1 (p0l)2 T0, si
nota subito che, per un certo rotore, quanto pi
breve l'intervallo di tempo durante il quale si
deve esaurire il transitorio, tanto maggiore deve
essere la frazione di % da realizzare a gradino .
A parit di T0, y cresce al crescere di p0 (e cio
al diminuire dello spessore del cilindro) ed al diminuire di AV (quest'ultima dipendenza non immediatamente evidente, ma verificabile osservando
che una variazione di }. comporta una variazione
nello stesso senso di (Jtj).
Nota la (20) agevole determinare il valore delle
sollecitazioni (indipendenti da T per le ragioni precedentemente chiarite) in quanto risulta:
a1 _
OS
0<V
^ i
os.
-l
>
n-
S.3
=;
in cui Au calcolabile note che siano le caratteristiche del cilindro in esame (*). Conoscendo pertan(a) L'espressione di An(p) (la quale non giustificata per
brevit), nelle ipotesi a risulta:
MP)
= * J -j~
2
(21)
ove:
Xlj (Pi, Pi) = < / J (pnPi) Yj ((irepi) Jj (npi) Yj) ((inPi) (21")
con V[J) ed V(J) sono definiti in Appendice, potrebbe essere
tabellata senza eccessive difficolt.
campo NI < l, purch le curve corrispondenti sarebbero a derivata sempre crescente, per cui le
tensioni in corrispondenza all'istante T = T0 risulterebbero pi elevate di quelle relative alla semplice rampa, a loro volta superiori a quelle corrispondenti a Y0Pf
QA
-e
-QB
t*
77
(rispetto alla assenza di refrigerazione), che naturahncntc aumentano seppure in misura modesta al diminuire della temperatura del refrigerante.
Giova peraltro, osservare che lo svantaggio
lien maggiore di quanto pu apparire a prima vista,
in quanto, se la temperatura del refrigerante
diversa da quella del vapore, anche a regime sussistono degli sforzi termici a causa della presenza di
un flusso permanente di calore.
Analoghe considerazioni emergono osservando
Je figg. 8a ed 8b sull'influenza del valore di X,v
sulle sollecitazioni relative alla superfcie esterna,
ancorch di lieve entit. Tale risultato non deve
tuttavia trarre in inganno: basta infatti osservare
che, viceversa, in base alla fig. 9, molto sensibili
sono le variazioni provocate da Xw. sugli sforzi
termici relativi alla superfcie interna, tanto da
provocare per )., elevati, tensioni a regime quasi
doppie di quelle corrispondenti alla condizione di
superficie adiabatica.
-r
1 SUPERFICIE
]_ csriinM
09
I-
78
02
cs
V
a. O
2.
ft-c >,3
on
20 _
^'
="
O.2-
01
^.
7/
>
0.1
aa.
0,3
Q4
- - -
t-o
x
-03
-HQ1
I
OS /
C4
06
ca
I
Or
<C 0 3
OA
OS
ai
APPENDICE
Applicazione del teorema di Duhamel nell'ottimazione delie tensioni termiche transitorie in un cilindro indefinito con flusso di calore esclusivamente
radiale.
Con l'impiego dei parametri adimensionali definiti nel testo, l'equazione cui deve soddisfare la
temperatura nel cilindro durante il transitorio diviene:
i se
*e
_*e___L
~ sp* + T"ap~
Le condizioni iniziali siano:
ST
W*=0=FM
'
(A.2)
5) Conclusioni
I risultati ai quali si giunti, e di cui soltanto
i pi significativi sono stati qui riportati, consentono a parere di chi scrive conclusioni generali su un problema certamente importantissimo,
quasi del tutto trascurato nella letteratura tecnica.
Anzitutto stata dimostrata l'esistenza e la
convenienza di una variazione ottima della temperatura del vapore, ai fini di una riduzione delle
sollecitazioni termiche: questo risultato, ad esempio, pur non essendo completamente nuovo [3],
stato ottenuto dallo scrivente con considerazioni
in parte originali e di validit pi generale e tali da
consentire una pi immediata valutazione del
fenomeno dell'esistenza di yop, e della influenza che
su tale valore hanno i diversi parametri Xv, p0 etc.
Inoltre si voluto esaminare l'importanza e gli
effetti di flusso termico in corrispondenza alla superficie interna: al riguardo particolarmente benefica appare l'eventuale possibilit di inviare vapore
caldo nel foro centrale per ridurre, non solo i tempi
per i quali il transitorio si esaurisce, ma anche ed
in notevole misura l'entit degli sforzi termici.
Va ricordato anche che i risultati si riferiscono
al riscaldamento di un rotore: va da s che analoghe
considerazioni si possono ripetere per il raffreddamento (corrispondente ad es. ad una perdita di
carico nel caso di un turboalternatore). Non sono
per state messe in evidenza le relative conclusioni
perch di gran lunga minori sono, in questo caso,
le possibilit di controllo da parte dell'operatore
(che, in genere, pu agire solo chiudendo la valvola
di ammissione del vapore).
Giova infine rilevare che i grafici riportati nella
presente memoria si riferiscono al cilindro indefinito
e sono quindi soggetti a subire modifiche che potrebbero anche risultare di non trascurabile entit
quando, nel caso dell'analisi dei problemi connessi
con il controllo delle sollecitazioni termiche nei
rotori dei grossi gruppi turboalternatori, verr in
un prossimo lavoro esaminata anche l'influenza
di un gradiente assiale di temperatura.
Tabella
cotnenao
.n
cauimo* pm LI >IHMMJI
v(i)
UW
v(y)
UCY)
va>
_ vcy)
Or
VW-O
(9) M<oo
p.o
,sc,1(p)rV5
u{J)
(* + U ) V\J) ([**+ \\)V*{J)
(A.3)
(A.4)
(A.5)
8 = P (Poi) F C
= Vn Jx (p o (*) + X, /<, (Po
V{J) = II J , (ft.) \Jo (ft.)
(A.6)
(A.7)
(A.8)
(*) Le loluzioni negli altri cali li ottengono molto emplicemente imponendo \w => 0(6) ed annullando il coefficiente della funzione di Beasel di seconda specie (e).
79
T) /(0)
\\(?^^)JMLd^
o
.
'
+
(A.10)
(A.12)
Gn =
0
U problema si quindi ricondotto alla determinazione del minimo dei massimi del secondo membro della (A.13), al variare della funzione /(*').
Vcrrano qui considerate due famiglie di curve:
a) spezzata lineare
= Y + i n i T' < T
]
""
(A.14)
II risultato espresso dalla (A.20) appare di notevole importanza perch dimostra che le tensioni
in questo caso risultano costanti e pari al valore di
Yop<-
In realt, per valori prossimi allo 0, la dimostrazione cade in difetto perch le ipotesi assunte alla
base dei calcoli non sono pi accettabili. La curva
delle sollecitazioni differir dalla retta in prossimit dell'origine, ed in particolare avr uno dei due
andamenti indicati in fig. A.l.
Il valore di y effettivamente migliore sarebbe dunque leggermente inferiore a quello definito dalla A
(A.20) ma la ricerca di questa ulteriore approssima-
(A. 15)
7 . . .
Fig. A.I Andamento qualitativo delle sollecitazioni per piccoli valori del tempo.
G,,(P) = ,4 n ( P ) m l/
ToO l/m J a
1mini
(A.21)
da cui, integrando per serie tramite la sostituzione:
T" = -c'jm
+...+
1)
l]
(A.23)
facile verifcare che la (A.23) sempre minore
del termine Bn(5) definito dalla (A.22) (e quindi le
tensioni risultano minori di quelle reali) e maggiore
per qualunque m(8) delle tensioni determinate in
corrispondenza yop( (fig. A.2).
In conseguenza una siffatta variazione di %
sarebbe pi gravosa di quella precedentemente
calcolata.
Simboli impiegati
a
= diffusi t termica [m a /s]
/ (f)
= temperatura del vapore durante
il transitorio
k
= spessore del guscio generico costituente una cella dello schema
analogico [m]
k
= coefficiente di conduzione tarmica [kcal/m hC]
m
= ordine della parabola
r
= raggio [m]
v
= sollecitazione [kp/cm*]
t
= tempo [s]
(*n{9i
J, Y
iV
Pj, Qj, Sj
T
U(Y), V(Y)
(A.8)
Xii (pi, p2)
a
Sn
Q=T/TV
\ =rbnjk
(*
5
P =rjri,
= r a g g i o a d i m e n s i o n a l e p 0 = r a /r(,
P
Y
An{f)
fin(r)
Cn (p)
E
F(p)
=
=
=
=
pedici
a
b
interno
esterno
riferimento ad un particolare transitorio / (T)
indice generico
medio
81
XA
li
82
[2] Carslaw H.S. e Jaeger - Conduction of heat in solids Oxford Clarendon Press 1959.
[3] EndreBW.-Contrainteaapparaissantaucours de Vchaulfement de cyhndres creux a paroi paisse - Revue BrownBoveri - janvier 1958.
[4] Rogers A.E. e Connolly T.W. - Analog computation in
engineering design - Me. Graw-Hill 1960.
[5] Stecco S. - Problemi termici transitori nei rotori dei grossi
turboalternatori - (di prossima pubblicazione sulla Rivista di Ingegneria ).
[6] Strub R.A. - Regime transiioire dea temperatures et dea
tensions thermiquea dans un cylindre - Numero de Rcherches Sulzer 1961.
N.B. - Vedasi anche la bibliografia riportata in [5].
Premessa
Intendendo svolgere una serie di ricerche sperimentali sulla trasmissione de] calore per convezione
in fluidi entro condotti, abbiamo pensato di realizzare un dispositivo sperimentale atto ad affrontare
l'indagine con l'esecuzione di un numero relativamente limitato di prove.
Tale dispositivo consiste essenzialmente in un
trasformatore il cui secondario (realizzato on tubo
in acciaio) in corto circuito percorso dal fluido
a cui si cede calore. Regolando la portata del fluido
*: la potenza fornita al primario de] trasformatore,
il fluido da esaminare, dopo aver percorso il secondario, esce dal condotto con le caratteristiche
volute. Dal punto di vista operativo si dispone
quindi di un condotto in cui la quantit di calore
fornita per unit di lunghezza costante e le cui
spire non sono sotto tensione. Inoltre la messa a
regime del sistema assai rapida essendo il volano
d'acqua notevolmente piccolo.
All'inizio lo scopo del lavoro era soprattutto di
indagare sulla trasmissione di calore in fluido evaporante e intendiamo proseguire in questo senso.
Per adesso, ci siamo per limitati ad esaurire ]e
(*) Ass. ord. 1st. Fisica Gei, ed Applicata, Universit
di Pisa.
una vista complessiva. Come si pu notare, il serpentino (secondario del trasformatore) chiuso elettricamente, nella parte superiore da un blocco a cui
83
Fig. 2
Sul serpentino sono state saldate, a intervalli
regolari, 10 termocoppie con riferimento in ghiaccio
che forniscono le temperature di parete.
Due termocoppie poi, all'inizio e alla fine del
serpentino, anch'esse con riferimento in ghiaccio,
consentono il rilevamento della temperatura della
acqua sull'asse del condotto. Queste ultime, unitamente alla misura della portata d'acqua eseguita
per pesata, consentono di calcolare la potenza assorbita dal secondario e quindi di determinare il
rendimento di questa specie di caldaia ad induzione.
Tutte le misure eseguite con termocoppie in ferrocostantana sono state registrate su uno strumento
di tipo potenziometrico.
Risultati
I risultati delle prove eseguite con acqua distillata sono riportati nei grafici di fig. 3, 4, 5, 6. Per
essi in ascisse riportata la lunghezza progressiva
del condotto in cm e in ascisse le temperature in C.
La retta inferiore rappresenta l'andamento della
t.cmperatua nell'acqua lungo l'asse del condotto
(andamento che si suppone lineare data la cessione
costante di calore lungo il condotto) e la curva supeiioTe I'a7damento della temperatura di parete.
Sul margine destro in alto sono riportati i valori
corrispondenti della velocit dell'acqua.
Le curve qui riportate consentono di determinare
il coefficiente di trasmissione per convezione fra
fluido e parete.
In cioscun tratto compreso fra termoccoppie di
parete successive possiamo calcolare il calore forn:to
all'acqua. Siano Tvi e Tai le temperature medie
84
parete si genera calore per effetto Joule. Schematizzando il sistema come una parete piana di spessore
a in cui si generi uniformemente una quantit
MO
ZOO
300
400
300
800
Fig. 4
Fig. 5
Fig. 6
essendo 5,- le superfici laterali interne dei singoli
tratti.
Tale relazione ci consente quindi di ricavare il
coefficiente di trasmissione a,- nei sngoli tratti.
Le curve precedentemente riportate ci hanno
quindi consentito di calcolare il coefficiente di trasmissione a,-. Nella fig. 7 sono rappresentate le curve
che forniscono a velocit costante l'andamento di
a in funzione della temperatura del fluido.
Si passati quindi all'analisi dimensionale dei
risultati riportati nella figura precedente.
Indichiamo con Nu il numero di Nusselt, con
Re il numero di Reynolds, con Pr il numero di
Prandtl e con Pe li numero di Peclet. Si sono quindi
tabellati in funzione della temperatura i valori di
Nu, Re, Pr e Pe (tab. 8) relativi alle varie serie di
esperienze riferendosi per le caratteristiche dell'acqua ai valori riportati dal VDI - Warmatlas 1953.
Come pu subito vedersi, ogni serie pu ritenersi
eseguita a Pe all'incirca costante. Supposto che il
coefficiente di trasmissione dipenda unicamente
dalle grandezze fisiche interessanti le equazioni fondamentali dell'idrodinamica e della trasmissione
termica, noto che si pu porre tramite l'analisi
dimensionale :
.T
,, _ _ .
Nu = / {Re, Pe)
Un primo esame dimensionale consistito nel
riportare in un diagramma logaritmico Nu in funzione di Re a Pr costante (fig. 9).
Da questa prima rappresentazione gi si vede
come a Pr costante e cio la temperatura costante
la dipendenza di Nu da Re dello stesso tipo funzionale essendo le varie rette parallele fra loro.
Si poi trovato, esaminando il Nu in funzione di
Pr a Re costante, che si poteva ridursi a una forma
del tipo:
if
<<>/
85
10
10
5U faO 70
2U 30
60
90
C fluido
! 8 !
w = 0,36 m/s
30
48,08 3809
2092
59,99 4934
2587
79,58 6721
3658
107,84 10661
40
5L53
4680
2037
63,50 5995
2616
82,49 8157
50
55,02 5539
1987
67,79
7218
2555
86,84 9753
60
59,75 6465
1948
72,97 8291
2504
2,99
70
65,74
7428
1910
80,50 9574
2455
2,56
80
73,27 8907
1872
2,23
90
83,60 9395
1840
1,96
Re
Pe
Nu
Re
w = 0,78 m/s
Pe
Nu
Nu
w = 0,49 m/s
Re
'/
Re
Fig. 9
Fis- 7
w = 0,28 m/s
Pe
Pr
5830
5,43
3564
4,34
3479
113,39 15467
3,56
Pe
Nu
Re
5537
Fig. 8
su un tubo avvolto a eliva, mentre le misure riportate in letteratura sono state eseguite su tubi rettilinei.
Si pensato allora di correggere i valori trovali
servendosi della correzione consigliata da Jeschkc [13
che suggerisce che fra il coefficiente di scambio per
tubi in serpentino (as) e tubi rettilinei (ot/j) percorsi da gas esiste il rapporto
J H Nu P
,5^
U
r-j
5 6 7 8 10*
fie
Fig. 10
87
T
Correlazioni tra condizioni di esercizio e manutenzione
dei motori Diesel ferroviari
ed evoluzione di alcune caratteristiche degli oli nell'uso
S. Rottevi, G. Costantinides
{*)
Una amministrazione ferroviaria, con parco importante di mezzi Diesel, deve necessariamente programmare la manutenzione, le revisioni e la grande
riparazione dei motori e delle altre parti in modo da
garantire nel miglior modo possibile:
un regolare comportamento dei mezzi in servizio
entro prestabiliti limiti di percorrenza (od ore
di funzionamento), raggiunti i quali si procede
con sistematicit alla esecuzione delle revisioni
parziali o generali;
la disponibilit di mano d'opera e di parti di
ricambio sia negli impianti che hanno in dotazione i mezzi e che normalmente eseguono la
manutenzione e le revisioni intermedie, sia nelle
officine specializzate, alle quali vengono affidate
le riparazioni generali e speciali.
88
89
90
no
/
80
INDI
*
o
I/I
E DI 015 >ERDENZ
79
/
/
fj]
in
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35
015
020
% BARIO
0.2S
030
0.35
OISCIGLTO NELL'OLIO
0 20
%
BARIO DISCIOLTO
0.30
040
NELL'OLIO
100
004
008
0.12
0.16
0.20
100
92
Q3Q
1
'
OSO
SOL
0.20
aio
INDICE DI DISPERDENZA
fuliggine, come era stato previsto, ma i motori raggiunsero il momento della revisione intermedia
(150.000 km) in condizioni che in certi casi vennero
giudicate al limite.
Se ne dedusse che la situazione critica non poteva
essere considerata l'inizio della deposizione della
fuliggine, ma doveva essere un'altra.
L'esperienza aveva dimostrato clic questo momento era preceduto da un grado di nsudiciamento
lei pistoni, che non era tollerabile per un buon
funzionamento del motore.
(ORE)
MOTORE
0
A
24
48
72
96
120
144
166
192
**
3
A
" i i i il
0^
B
A
10
i + B ,,
,<n cui
40
co
PEflCOHSO
no
EFFETTUATO
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(|im. OC)
93
1U
\
iP Uf" ITf
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TOTALE , M
Le
>
SITO
= o,93
u
s
0.04
0J08
012
0.16
i, + 1.75
<*. + 46
Fig. 7 - Correlazione fra condizioni generali dei pistoni e
caratteristiche dell'olio lubrificante. - log 10/p = 0,93
i + 1,15/d + 46 <.s; p = merito totale M del pistone
(CEC AT/4), media aritmetica dei meriti parziali;
t = tempo, ore di esercizio complessive; i = insolubili
in benzolo coagulati (ASTM D 893), nell'olio lubrificante
scaricato; d indice di disperdenza, nell'olio lubrificante scaricato.
10
t-
J>
oi
- * / -
1
'
o
o
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-M
o
o
nc
o
_
/o
1/
o T To
//
J1
1
o
MERITO TOTALE, M
Potr accadere in un altro caso, per l'effetto sfavorevole di altre variabili che la formula non prende in considerazione, per esempio con un particolare
tipo di motore, che i pistoni presentino al momento
della rrvisione un ncviiinuJo di depositi enrboniosi
nella prima gola tale da annullare il gioco del segmento (punteggio di merito di 0,0), pur essendo ie
caratteristiche dell'olio migliori di quelle ipotizzate
nell'esempio precedente.
Il limite di confidenza ricavato autorizza per
ad affermare (col 95% di probabilit di essere nel
vero) che il rapporto (i + l,75)/(<i + 46) in questo
secondo caso non sar inferiore a 0,042.
Presa conoscenza dei limiti di attendibilit del
calcolo, appare poco importante tener conto di (,
sicch il grafico potr essere ridotto per semplicit
ad un'unica curva, scegliendo frale tre segnate quella
mediana, che corrisponde alla revisione dopo 10.000
ore di servizio.
Si potr allora ricavare dal grafico delle norme
d'uso, cos espresse: allineile il motore raggiunga la
scadenza prevista per la revisione in condizioni
sicuramente buone, il rapporto (i -\- 1,75)/(rf + 46),
basato sulle caratteristiche dell'olio scaricato del
motore, dovr essere inferiore a 0,042. Per rapporti
compresi fra 0,042 e 0,085 probabile ma non certo,
che le condizioni saranno buone. Per rapporti superiori a 0,085 le condizioni saranno cattive.
Giunti a queste conclusioni, si ripreso ancora
una volta in esame tutte le analisi fatte di campioni
di olio prelevati da motori montati su mezzi ferroviari, calcolando di ciascuno il rapporto .
Il quadro che si ottiene da questa rassegna retrospettiva lusinghiero.
L'ispezione dei motori, la descrizione dettagliata
delle condizioni in cui questi sono stati trovati,
allorch sono stati smontati per la revisione, concordano molto bene con le previsioni che si traggono
dalla analisi dei campioni di lubrificante.
Nelle tabelle II, III, IV e V, sono riportati i dati
e gli altri elementi sui quali sono basate queste
conclusioni.
4.6. Diagnostica generale consentita dui metodo
95
Tabella II
HD Supplemento 1, a baso di bar lo, Indice di dfsperdonza 41
Olio lubrificante
M2
M1
35
20
M1
35
25
M1
M 2
25
37
M 1 1a n o
772. 3421
772. 3379
Motore
Palermo
B o 1 3 gn a
Pav
Deposito locomotive
37
34
M1
72
56
82
M1
M1
M1
17
M1
M 1
o
o
o e
5000
7000
8000
0
0
0
6000
0
0
9C00
10000
12000
i + 1. 75
d + 46
11000
r\
<O, O42
*-"
0 o, 0 4 2 - O . O 8 5
#>O,
O85
Tabella III
Olio lubrificarne
Deposito locomotive
Mer ano
Automolrico
556.2264
Motore
M1
556.2231
M 2
556.2222
M t
M 2
69 99 89 99 11 22 73 93 113 133 I I
M1
556. 2259
M 2
M 1
M 2
28 110 13
7 26 110 131
O 0 O <
o o
o o
o o
O
o
0 0
O 0
0
O 0
O 0
0 0
O 0
OO
OO
0 O
O 0
0 0
00
0 0
0
0
d44^
96
0
0
(M )a~l
(Mpo
(Me)b
(M^jd
M,
MM
<
0,042
0,042 - 0/085
# > o.oesj
o
o
O 0
0
169
M.
M,
M3
M*
0
0
0 0
0
0
0
0
0
0
143
143
10,0
10,0
7,5
3,6
10,0
10,0
9,4
5
.7
9,9 1
8,0 ,
6,7 '
6,1
6,6
4,8
5,3
8,1
0,0
3,3
6,1
5,9
5,5
8,3
6,3
0,6
3,1
8,7
3,1
7,6
t,0
6,4
7,9
6, 1 ,
Tabella IV
Otto lubrificamo
Deposito locomotive
Trieste
Locomotiva di manovro
141. 1 0 2 6
6900 9600
10250
10650
1041. 1.028
1 41. 1027
11400 M900
13350
3800
835D 8800
10600
o
0
<d O
o o
o
0
o
O
0 O
o oo
15000
15O0O
10,0
10,0
7,2
9,3
10,0
10,0
8,6
8,8
10,0
10,0
5,6
5,0
9,7
9,9
5,0
e, 6
10,0
9,0
9,7
9,9
3,1
8,2
9,8
6,0
3,8
6,8
4,0
5,3
10,0
5,2
8,6
0, 8
'.3
dente revisione
Segmenti di compressione M]
Segmento raschiaolio
Mg
Mantello del pistone
M3
Cordoni
M4
Gole del segmenti:
Depositi carbonios! nella
prima gola
(M^Ja-l
Media tre gole
( M^a
Lacche o vernici
(M5)b
Merito combinalo
(M^d
Rigature sulla corona
M
Merito complessivo
i + 1. 75
d + 46
O<O,O42
0,042-0,085
% >O, O85
Tabella V
Olio lubrificante
Deposito locomotive
Catania
Automotrice
666.1509
Motore
Percorrenza effettuala, della
precedente revisione, al momento del cambio olio,
(in km x 1000)
668.1513
M2
M 1
157
169
160
191
214
157
M 1
135
146
158
M 2
169
135
146
158
169
181
o o
o o
6000
7000
6000
o o
o o
9000
DOOO
11000
12000
13000
Valutazone di merito del p i stoni dopo una percorrenza di
km x 1000 dalla precedente
revisione
o
o
o
o
o
o
o o
250
10,0
10,0
10,0
10,0
< 0,042
I 0
0,042 - 0,085
li.
> 0,095
97
Tabella IH
Comportamento disuniforme per motori impiegati
nello stesso servizio.
Trattasi di motori di vecchia concezione a combustione indiretta con trasmissione meccanica sia
pure con interposizione di accoppiatore idraulico,
e pertanto soggetti agli stessi inconvenienti menzionati nel commento alla tabella II.
Si accenna al fatto che per tali motori la sola introduzione del filtro centrifugo ha permesso di
migliorare sensibilmente il quadro della lubrificazione.
Tabella IV
Un motore ha avuto un comportamento migliore
degli altri due. Tale motore ha sicuramente beneficiato di una costante regolarit di funzionamento
dell'impianto di iniezione.
Tabella V
Ottimo ed uniforme comportamento di tutti i motori anche se i mezzi sono impiegati su linee a forte
acclivit.
Determinante peraltro il fatto che tale motore ha
una taratura a bordo di 155 CV a L800 giri/1',
contro i 185 CV a 1900 giri/I' di potenza nominale
L1C del motore stesso.
facile dedurre che la taratura di potenza adottata
.1 relazione alle prestazioni di esercizio richieste,
giustamente distanziata dal valore della citata potenza nominale UIC di omologazione.
Conclusione
Sulla base di una ricerca di laboratorio e di rilevazioni eseguite su mezzi in servizio ferroviario
stata ricavala una semplice correlazione fra le caratteristiche di un olio usato e le condizioni dei pistoni
di un motore Diesel, che offre un criterio razionale,
sebbene approssimativo, per la scelta del momento
pi adatto per il cambio dell'olio lubrificante.
Ringraziamento
Gli autori desiderano esprimere il loro ringraziamento alle Ferrovie dello State, che hanno messo a
loro disposizione i dati e le notizie che sono serviti
a questo studio, e ne hanno permesso la pubblicazione.
Ringraziano in particolare il Prof. Dott. Ing. P.
Camposano, Direttore Centrale alla Direzione Generale Servizio Materiale e Trazione, ed i suoi collaboratori per il loro importante contributo alla preparazione della memoria.
APPENDICE
Riassunto del metodo per la determinazione del potere
disperdente degli oli lubrificanti nuovi ed usati
Definizione
Si definisce indice di disperderne, di un olio lubrificante il tempo, misurato in ore e decimi di ora e
moltiplica!* per 10, necessario perch l'olio sotto98
Bibliografa
[1] Standard method of test for neutralization number
by potentiometric titration. ASTM Designation D 664.
American Society for Testing and Materials.
[2] Schilling A., Bernelin B., e Fosso C. - Revue de, l'Inatitut
Fmncais du Ptrole et Annales des Combustibles Liquides - Vol. XIII, n. 7-8, luglio-agosto 1958.
[3] Faust. J. - Lubric. Engng., 1954, 345-49.
[4] Willis R.L. e Ballard E.C. - Oil Gas J., 7-3-55, 53 (44),
110-14.
[5] I.P. Standards for petroleum and its products, London.
The Insiliate of Petroleum.
[6] Standard method for sulfated ash from lubricating
99
1) Generalit
I grandi forni industriali, sia elettrici che a combustione, comprendono strutture metalliche refrigerate le cui funzioni sono fondamentalmente le
seguenti :
) delimitare in modo preciso e aperture del
forno e sostenere la muratura in corrispondenza delle
aperture stesse: il caso delle casseporte dei forni
Martin-Siemens e dei forni fusori all'arco elettrico
(sia per le porte di carica che per le porte di lavoro)
e delle casseporte all'infornamento e sfornamento dei
forni a spinta e di riscaldo in genere.
100
Queste strutture comprendono di solito superfici metalliche direttamente esposte alla radiazione
diretta dell'ambiente del forno;
b) sostenere il materiale da riscaldare in forno :
il caso delle guide di scorrimento dei forni a spinta
e delle strutture ad esse collegate (traverse, pilastrini). Queste sono di massima rivestite con refrattari pi o meno isolanti, che per sono soggetti
a deteriorarsi nel corso della campagna del forno.
Inoltre, in corrispondenza del pattino di usura,
su cui scorre il materiale, una certa superficie deve
necessariamente restare nuda;
e) sostenere parti della muratura particolarmente soggette a sollecitazioni termiche e meccaniche: porte dei forni fusori, anelli di volta dei
forni fusori ad arco, travi di sostegno volta dei
forni a spinta, serpentini di raffreddamento pareti
ed alveoli dei bruciatori nei forni Martin-Siemens.
I circuiti refrigerati di cui alle voci a) e b) causano ingenti sottrazioni di calore al forno: ad esempio le casseporte dei forni Martin scambiano da
300.000 a 500.000 kcal/h ciascuna, mentre le guide
refrigerate di un forno a spinta a tre zone della
capacit di 100 t/h sottraggono al forno da 2.000.000
a 4.000.000 di kcal/h.
Per asportare cos cospicue quantit di calore, con
un circuito aperto dove si pu calcolare un aumento
di temperatura dell'ordine di 10C per l'acqua in
circolazione, occorrono portate che superano i
100 m s /h per i forni Martin e raggiungono parecchie
centinaia di m3/h per i forni a spinta.
Tali portate di acqua influiscono quindi sulle
dimensioni degli impiant di ricircolo raffreddamento e trattamento dell'acqua, e quindi hanno notevole incidenza sui costi di impianto e di esercizio
della rete idrica.
Lo stsso effetto refrigerante si ottiene se tutti gli
organi vengono opportunamente dimensionati, in
modo da sopportare la pressione del vapore che si
intende generare (di norma 15-^30 kg/cm2). Negli
elementi, cos alimentati con acqua sotto pressione
e alla temperatura del vapore saturo (190C-^230C)
avviene una continua vaporizzazione delle particelle di acqua a contatto con le pareti di scambio.
Realizzando una opportuna velocit di circolazione,
il vapore man inano che si forma viene asportato
dalla corrente d'acqua, continuamente sostituita da
altra non contenente vapore. L'emulsione acqua/vapore viene raccolta in un corpo cilindrico in cui si
separa il vapore saturo pronto per l'utilizzo (eventualmente previo surriscaldamento).
Il primo evidente risultato che il consumo di
acqua praticamente annullato : la modesta portata
L'esperienza acquisita durante otto anni di esercizio degli impianti di raffreddamento ad evaporazione alle Ferriere Fiat ha permesso di verificare
la superiorit economica del sistema rispetto al
raffreddamento a scarico libero, mentre ha confermato la validit della scelta della circolazione
naturale.
Sotto quest'ultimo aspetto, infatti, non si sono
mai rivelati sintomi diretti o indiretti di irregolare
circolazione, n sugli impianti dei forni Martin n
sul pi recente impianto, in funzione da circa venti
mesi, su un forno a spinta da 120 t/h.
La superiorit economica rispetto al sistema tradizionale si documenta sommando il risparmio di
acqua, il risparmio di combustibile per produzione
di vapore e le evitate spese per manutenzione e
fermata impianto, dovute ai minori interventi di
sostituzione degli organi refrigerati. L'insieme di
queste economie tale da coprire, mediamente in
due anni, la spesa di impianto.
1011
102
L'impianto stato per logicamente dimensionato per l'eventualit del verificarsi delle condizioni
pi sfavorevoli, cio della totale distruzione del
rivestimento. S'intende che anche l'impianto alternativo, ad acqua fredda in circuito aperto, avrebbe
dovuto essere dimensionato con gli stessi criteri.
Poich lo scambio termico medio dello stesso
ordine di grandezza di quello di ciascun forno Martin, anche i dati relativi al risparmio di acqua e
alla produzione di vapore di ricupero sono sensibilmente uguali a quelli prima esposti, appunto a
proposito del forno Martin.
Non invece facile fare confronti in termini di
manutenzione degli organi refrigerati, poich anche con gli impianti tradizionali normale che le
sostituzioni siano effettuate, a titolo di prevenzione,
al termine delle campagne annuali, e non raro
il caso di guide di scorrimento che vengano conservate per alcuni anni, ripristinando ogni anno soltanto il pattino di usura.
Nel nostro caso, la pi recente ispezione, dopo
un anno e mezzo dell'avviamento del forno, ha
mostrato le ancora perfette condizioni delle guide di
scorrimento.
4) Conclusioni
II costo dell'impianto di raffreddamento ad evaporazione sui forni Martin compensato dalle economie di esercizio, anche quando esse si limitino
al risparmio di acqua, al minore onere per sostituzione di casseporte e alle conseguenti perdite di
produzione: questo nel caso-limite in cui non abbia
interesse l'utilizzo del vapore prodotto.
Per l'esattezza, la convenienza al limite qualora l'industria disponga di adeguate possibilit
di estrazione di acqua dal sottosuolo, mentre diviene notevole se per la mancanza di estrazione
propria l'acqua debba essere approvvigionata da
reti esterne.
Nel caso di forni a spinta, invece, come gi si
visto, non ha molto peso la riduzione dei costi di
manutenzione: il solo risparmio sul costo dell'acqua
non sempre di per s sufficiente a giustificare
l'impianto, almeno in via generale. Non manca
per l'esempio dell'impianto realizzato in Messico,
dove certo a causa del costo elevato dell'acqua
si scelto il raffreddamento ad evaporazione, anche se del vapore prodotto non viene utilizzato il
calore, ma soltanto si riciclano le condense ottenute dopo scambio con l'atmosfera esterna.
In tutti i casi e sono la maggioranza in cui
interessa l'utilizzo di vapore a bassa/media pressione, saturo o surriscaldato, le economie si esaltano al punto da rendere indiscutibile la convenienza globale dell'impianto. Infatti il risparmio di
combustibile realizzato di gran lunga superiore a
tutte le altre voci di economia e condente di ricuperare la spesa di impianto in soli due anni.
Nel nostro stabilimento questi impianti di ricupero sono risultati decisamente convenienti, pur
tenendo presente che l'economia di combustibile
effettiva solo per 6+7 mesi all'anno, cio nel semestre invernale: nel semestre estivo, infatti, il fabbisogno di vapore dello stabilimento inferiore alla
capacit produttiva dei generatori di vapore a ri-
raffredda mento ad evaporazione sulle porte di carica disposte sopra la volta di un forno Marlin da
250 t.
Si pu concludere affermando che il raffreddamento ad evaporazione pu trovare in molti stabilimenti, siderurgici italiani le condizioni favorevoli
fl'a sua adozione: che l'economicit di tali impianti
destinata ad accrescersi in futuro, date le crescenti
dillicolt connesse con l'approvvigionamento, la
distribuzione e il raffreddamento delle acque industriali: e che la sicurezza di esercizio garantita dai
risultati della lunga esperienza ormai maturata.
Bibliografia
V
[1] Andonjev S.M. - I aparitel'noe ochlazdenie krupmjch metodceskich pece'] - Prozuyslennaja energetika 7/1965 pagg. 39 -=- 43.
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[7] Zur Max - Wirtschaftliche und tercnische Betriebsergebnisse
103
l - Esperimenti effettuati
Vengono qui riassunte le esperienze di Spillner ed
altre [Schwenk, ecc.) condotte in laboratorio sulla
dissoluzione di campioni di magnetite polverosa per
mezzo di soluzioni acide equivalenti.
Acidi usati: sia gli inorganici (cloridrico e solforico) sia gli organici (acetico, citrico e formico). Viene
cosi verificata la inadattabilit della teoria di Vogel
nel caso degli acidi organici.
Risultati ancora pi sorprendenti si ricavano da
prove con gli stessi reattivi acidi attivati per mezzo
di acido fluoridrico: la velocit di reazione diviene
enormemente superiore a quella preventivabile con la
teoria.
Ipotizzando un'azione dell'anione Fluoro si giunge
alla formulazione di una nuova teoria, modificata
rispetto a quella di Vogel.
Tuttavia si dimostra che questa teoria ha una validit limitata ad un determinato campo di pH, al di
fuori del quale alcune reazioni secondarie si oppongono
alla principale fino a prevalere.
Dopo un'analisi dei risultati ottenuti con soluzioni
di acido fluoridrico a varie concentrazioni, viene proposto un confronto fra miscele:
1. Acido fluoridrico a diverse concentrazioni
2. Acido citrico (con sostituzioni crescenti di
quantit equivalenti di acido fluoridrico)
3. Acido cloridrico (con sostituzioni crescenti di
quantit equivalenti di acido fluoridrico).
Si giunge cosi alla conclusione, che tutte queste
miscele presentano caratteristiche attraenti: solo una
considerazione di tipo economico dece portare, in casi
pratici, alla scella di una tecnologia opportuna.
1 dati raccolti da un test di corrosione (in confronto
104
' = A - - 4 p r -
(6)
a) Generalit
La scaglia sui tubi di caldaia formata in generale, da tre strati:
uno strato aderente, la wustite FeO, rapidamente solubile in acido;
uno strato intermedio, la.magnetite Fe^)z FeO;
106
Fig. 2
Coin si vede dalla figura, la curva dell'attacco,
dopo un certo tempo, tende ad appiattirsi.
Ci avviene perch diminuisce, sia la concentrazione di acido nella soluzione, sia la superficie dell'ossido da attaccare.
Un confronto corretto pu essere fatto solamente
confrontando i tempi necessari alle varie soluzioni,
per disciogliere la stessa quantit di magnetite.
Dal diagramma risulta che soltanto gli acidi minerali fort', a causa del loro basso pH, hanno disciolto, in quelle condizioni, quantit apprezzabili
di ossido, mentre gli acidi organici non hanno dato
corrosioni apprezzabili.
Facendo quindi un confronto fra i tempi necessari
a sciogliere 100 mg di F (contenuti in 138 mg di
magnetite) si ottiene sperimentalmente questa ta-
lid
1
0,0
II,SO.
H Fa II Ac II Ci
1,3
70
150
42
0,5
1,6
2,9
1,8
4000
HAc
Fig. 3
1 dati sperimentali veriflcano q-iasi esattamente i
risultati teorici, discostandosi di poco dalla retta
espressa dalla formula (6), ad esclusione di alcuni
acidi organici.
Si ottenuto, applicando la formula (5) ai dati
sopra riportati, che se un decapaggio con H CI
avviene in 20 ore a 40C, lo stesso risultato pu
essere raggiunto in pari tempo da\VH2SOi a 45C,
dall'acido citrico a 94C, dall'acido formico a 101C,
dall'acido acetico a 130C.
1)) Disincrostazione per mezzo di miscugli acidi, attivati con acido fluoridrico
corrisponde a 2 (F F3)
d) Disincrostazione
drico
Sono state condotte anche esperienze di laboratorio di soluzione della magnetite mediante il solo
acido fluoridrico.
Le prove sono state effettuate con soluzioni
acquose allo 0,5 - 0,25 e 0,125% rispettivamente,
di HF a t = 35C.
Come si vede dal raffronto delle figg. 2 e 4 (rias107
"c
S-
Fig 5
Fig. 4
In un recipiente rivestito di resine artificiali furono decapati, per 24 ore, in 100 mi di soluzione
acida, due campioni uguali per ogni tipo di acciaio
in prova.
La velocit di corrosione fu stabilita con la pesatura delle provette prima e dopo il decapaggio.
I campioni utilizzati, ritagliati da lamiera, avevano le misure: 4 0 x 1 0 x 2 , 4 mm.
Uno strato di ossido era stato creato su di essi,
prima della prova, arroventandoli fino a temperature stabilite.
I risultati sono riportati in tabella:
Corrosione
Cam- A.c c l .a i .
Componenti in lega
g
pione
o/_rv/
Ti gr/m2
%Cr-o/_ Ni, <>_/ V-%Mon. 1
n. 2
n. 3
n. 4
n. 5
n. 6
h) Corrosione
L'HF freddo e diluito un ottimo solvente;
come si visto della magnetite, ma difficilmente
attacca gli acciai al carbonio.
Per questa sua caratteristica, nel caso di decapaggio di questi acciai, la soluzione pu addirittura
non essere inibita, operando a temperatura ambiente.
Gli acciai legati sono invece corrosi in misura
maggiore.
Allo scopo di accertare queste corrosioni Wilhelm
Schwenk del Mannesmann Forschungsinstitut (Duisburg), ha condotto esperienze di laboratorio. .
12 0,5 0,3
13
17
18
17
0,5
0,67- 0,78
15,00-15,20
17,00-17,40
16,70-17,40
1,23- 1,32
6,30- 6,80
Fig. 6
St 37
1.4922
1.4006
1.4016
1.4301
1.4510
n.
n.
n. 3
n. 4
n. 5
n. 6
n. 7
n. 8
n. 9
n. 10
n. 11
n. 12
n. 13
n. 14
n. 15
Velocit di corrosione
Campione n. 6
Soluzione HF 1%
Concentrazione inibitore
0,5%
0,2%
0,079-0,064 0,071-0,040
0,095-0,083 0,088-0,071
0,119-0,115 0,100-0,075
0,091-0,079 0,095-0,091
0,147-0,123 0,132-0,071
0,246-0,184 0,115-0,091
0,198-0,115 0,158-0,088
0,195-0,125 0,132-0,123
0,139-0,139 0,155-0,103
0,298-0,215 0,175-0,143
0,158-0,143 0,242-0,246
0,820-0,750 0,680-0,670
1,530-1,490 0,010-0,900
1,2504,020 0,990-0,880
1,030-1,000 1,050-0,940
(gr/m2h)
Campione n. 1
Soluz. // a SO 4 20%
conc. inibitore
0,1%
3,40
2,60
2,30
1,60
non determinata
13,50
6,70
3,80
18,00
11,00
0,23
26,00
30,00
36,00
non determinata
13
109
in Introduzione
Nell'ottobre I!X>5 stala messa in marcia a
Mannheim una caldaia ipercritica ad attraversamento forzato. lie caratteristiche sono le seguenti:
- potenzialit
710 t/h
surriscaldatore
260 at.e/530C
- 1 risiirriscaldatore
90 ate/540C
2 risurriscaldatore
20 ate/530C
- temperatura dell'acqua di
alimento
310C
TUftAJlONl
1
Venni
fatto circolare un volume complessivo di
3
450 ni , che asport:
1800 kg di F (corrispondenti a 2480 kg di
magnetite)
- - !>0 kg di SiO2.
Dal successivo taglio di tubi in caldaia si rilev
la non perfetta riuscita del decapaggio per i seguenti
motivi:
insudiciente velocit di circolazione della soluzione acida, dovuta alla bassa portata delle
pompe di circolazione;
oscillazioni del pii della soluzione acida durante
il processo;
insudiciente quantit dei reattivi acidi, dovuta
ad una insudiciente stima della quantit di
ossidi sui tubi.
Inoltre si rilev che lo strato di magnetite compatta formato sui tubi non era perfetto e se ne
110
imput la causa alla bassa temperatura della soluzione di idrazina (150C) utilizzata allo scopo.
La caldaia venne poi messa in esercizio per 20
mesi (11.500 ore di utilizzazione), periodo nel quale
avvennero ben 39 avviamenti.
Solamente per ) mesi la caldaia funzion ad un
carico di 610-630 t/h.
AL
}
L'ACIDO
principale di acqua, nel quale si usa in fasi successive, a valle della stessa, la soluzione reattiva.
In tale modo sono garantiti: velocit di attravermento del sistema e di distribuzione ottimali.
I fluidi vengono scaricati a valle del fascio tubiero, prima dell'ingresso al surriscaldatore, come
nello schema di fig. 9.
Fig. 9
14
41.
1t
*
6
U
.
ti"
<a
16
-H
4"
2b"
Tempo
Fig. 10
Bibliografia
13
111
Riassunto - Oggetto del presente lavoro la formulazione di uno schema di calcolo per determinare teori
contente le modalit secondo cui un recipiente, contenente acqua-vapore in pressione, si svuota attraverso
rotture su di esso variamente posizionate.
In questo studio vengono analizzati e discussi i
risultati e i limiti di alcuni semplici criteri di calcolo
che richiedono soltanto la soluzione di equazioni
analitiche e\o l'uso di piccoli calcolatori da tavolo.
Ovviamente non sono da attendersi risultati cosi
soddisfacenti conni quelli che possono ottenersi facendo ricorso a codici numerici sofisticati, che richiedono Vimpiego di grossi calcolatori.
Questo lavoro teorico si basa su una precedente
indagine sperimentale effettuata su un serbatoio di
3 m3 di volume, e viene eseguito quale contributo alla
soluzione dei problemi di sicurezza concernenti il
riattare CIRENE.
In questo articolo viene presentala la prima parte
del lavoro teorico concernente i transitori di pressione
del serbatoio.
Summary - This paper concerns theoretical criteria
for blowdown calculations relevant to a tank, filled
with saturated steam-water and voided through apertures located in different, positions.
The present work- is aimed at analysing and discussiiig results and limits of some simple calculation
criteria, which require only solution of analytical
equations and/or use of small table computers. Of
course, the expected calculation accuracy will not be
so satisfactory as in the case of complex and sophisticated numerical codes which require largo digital
computers.
The theoretical work is based on an experimental
investigation performed with a 3 m3 tank and it has
been performed in support of the CIRENE reactor
safety problems.
This paper presents the first part of the theoretical
work concerning tank pressure transient evaluation.
1. Introduzione
112
6" 8"
6" 8"
51
1040
1890
2" 4"
2" 4"
II
51
1040
1890
III
51.
1040
3. Analisi teorica
3.1. Schema generale di calcolo
I transitori di pressione e di massa all'interno del
serbatoio vengono calcolati come una successione
finita di regimi stazionari in equilibrio termodinamico e trascurando la variazione spaziale di pressione e di temperatura nel serbatoio stesso. La
durata AT di ciascun stato stazionario viene assunta
tanto pi breve quanto pi elevata la velocit
di depressurizzazione.
Al generico istante ? le condizioni all'interno del
serbatoio vengono calcolate in funzione di quello
al tempo precedente T-AT mediante equazioni di
bilancio di energia e di massa, e nell'ipotesi che le
varie grandezze mantengano un valore costants
durante AT:
()T-AT (J7<;) T -AT- A T = (Mh,)i + {Vv)tJ.)*
(M)z
-M/>)T
= ( M ) T AT ( / >
(i)
AT- AT
(3)
G =
(4)
Tale modello presuppone l'equilibrio termodinamico tra le fasi, l'eguaglianza delle loro velocit
medie <> l'isoentropicit, dell'espansione nel condotto
di scarico. Quest'ultima assunzione giustificata
dalla rapidit della trasformazione (per cui lo
scambio di calore con l'esterno praticamente nullo)
114
s a i Iti motn
T
dui tipo Pv*- = cost, la portata di efflusso viene
calcolata anche mediante la relazione, valida per i
gas perfetti:
ll
T, .= S
PV,
a: ipotesi A
b ipotesi B
Preisione P
r
Posizione
dilli
bocca
di carico.-B
li)
1)
as
I
1.0
11)
so L
JO
20
10
Mo1O4O
0-2"
Mo1O4O
p
50'
IO
(d)
curva
sperimentile
o teoria
t modello omogeneo;ipolesi A
a modello omogentojipctesi B
disequilibrio
termodinamico
Fig. 4 - Efflusso dal lato vapore: confronto dei transitori teorici di pressione con i corrispondenti sperimentali,
116
P^.x = p^.ox
(x = 1,135)
L'equazione (11) viene integrata analiticamente.
I risultati numerici di questo calcolo sono diagrammati nella fig. 4. Come si pu constatare per
Mo = 1040 kg e 0 = 2", 4" essi concordano abbastanza bene con gli andamenti sperimentali; un
accordo assai minore si riscontra invece per Mo
= 1040 kg e 0 5", mentre nel caso con MB = 1890
kg e 0 ry" i risultati teorici sono fortemente discor'ipotesi A
s u s o reale
Pressione P
Posizione d*Ut
Posizione
bocca di scarico:!
della
bocca
f2"ll
Mo'1040 kg <${
!
i
curva sperimentale
modello omogeneo; ipolesi A
modello omogeneo; Ipolesi B
fluido incomprimibile
di scariec.n
2"(a)
4" (b)
6' IO
curva sperimentale
& modello omogeneo ; ipolesi A
a modello omogeneo ; ipotesi B
o fluido incomprimibile
(hg/crf
a) Lo schema di calcolo descritto appare abbastanza soddisfacente, almeno nella prima parte del
transitorio, purch venga effettuata una scelta opportuna tra le ipotesi limite di separazione totale o
nulla del vapore dal liquido per il calcolo del titolo
A'j. Tale scelta deve basarsi sulla velocit con cui
il serbatoio si depressurizza; gli elementi a disposizione non sono per altro sufficienti a fornire un criterio del tutto generale per effettuarla. Tuttavia
per sistemi geometricamente simili a quello esaminato, con contenuto iniziale di liquido pari in
volume a circa il 50% dal volume totale del serbatoio e con pressione iniziale Po pari a 51 ata.
113
Po~t
TT
<2
IT
> 4,5
v
p
X
x
h
E
M
= volume specifico
= densit
= calore specifico di evaporazione
= titolo
= entalpia specifica
contenuto totale di energia
= contenuto totale di massa
/'
=
G =
a
=
0 =
sV ==
T
=
w =
portata di massa
portata specifica di massa
coefficiente di efflusso
diametro della bocca di efflusso
area della bocca di efflusso
volume
tempo
velocit
INDICI
A = ipotesi A
B = ipotesi B
a = condizioni atmosferiche
c = condizioni critiche
i = condizioni all'ingresso del condotto di scarico
I. = liquido saturo
V
= vapore saturo secco
0
= condizioni iniziali
t = serbatoio.
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119
I,
120
within 8% in terms of density or liquid volume fraction, and within 5 % in terms of void fraction:
moreover the present correlation, under some conditions, can be already used for density determination
of mixtures flowing in heated channels.
1. Introduzione
La correlazione stata sviluppata prevalentemente sulla base dei dati sperimentali ottenuti al CISE
con l'impiego di miscele bifasiche monocomponenti
(liquido in presenza del suo vapore) e bicomponenti
(gas e liquido, chimicamente distinti, miscelati
insieme) fluenti in moto ascendente in condotti verticali adiabatici.
La grande variet di condizioni sperimentali investigate al CISE ha permesso di evidenziare le
grandezze fisiche determinanti del fenomeno e di
Tabella n. 1
Miscela
Miscele monocomponente
acqua-vapore
Pressione
(kg/cm2)
Densit
liquido
(g/cm3)
Densit
gas
(g/cm3)
Tensione
superne,
(dyne/cm)
Viscosit
liquido
(cpoise)
30-70
0,74-0,83
0,015-0,036
18-30
0,10-0,15
2-25
1,0
0,003-0,042
73
1,05
acqua-azoto
2-25
1,0
0,002-0,029
73
1,05
acetone-argon
2-25
0,793
0,003-0,042
24
0,33
2-25
0,790
0,003-0,042
22,5
1,26
alcool etilico-argon
= s
Pi
P = P/ ( 1 -
-r
(2)
(3)
Tr - J
'-
Jadtl
/ u', (!-') da
/(!-') da
(4)
(5)
(6)
Tabella n. 2
Miscela
geometria condotto
tulio
diametro
equivalente
(cm)
0,91
0,30
0,90
fasc'o 19 barre
0,75
tubo
1,50
tulio
. ?,50
5,00
tubo
anulo ( 1,5/2,5 cm)
1,00
0,50
Le misure sono state effettuate in un campo limitato di densit della fase liquida p; (0,75 < p; < 1
g/cm3); pertanto difficile mettere in evidenza chiaramente la dipendenza di (1a), p e S dalla densit pi.
Per quanto riguarda l'effetto della densit della
fase gassosa, alcuni tipici andamenti sono presentati in fg. 3: (l} e 5 aumentano al diminuire di
pg specialmente agli alti titoli, a pari altre condizioni.
Si pu menzionare a proposito che, da un punto
di vista logico l'effetto di p; dovrebbe essere in
senso contrario: pertanto il rappporto p;/pg potrebbe
rappresentare un parametro in grado di tenere
conto cntemporanemnte degli effetti delle densit
p, e pR su F, (1a) o .S.
1,20
fascio 7 barre
.Miscele
Scomponenti fascio 7 barre
0,50
- fascio 7 barre
O,<55
fascio 19 barre
0,53
0,30
fascio 19 barre
0,75
d-tt)
ai
O
X.
L
aoi0.001
OJOQS
aoi
005
Acqua-vspore
Tubo IT-23 Dtfl=0.91 cm
P=S0 kij/cm'
O-JHI
)/cm!i
C-I0I.1 g/cm's
0-J1O 9/cm 1
COSQ. 9/cn>* s
Aceto
Tubo
G=100 g/ciT?5
3 46 g/cm J
g/cm 1
g/cm 3
O t'g^: 10*42
(1-Xv)
0.02
0.03
aos
aav
ai
oa
O.J
o.s
o.?
as
03
a2
*
/
/
Acetone.argon
01
Fascio 19 barre
VS=1'25.9 g/cm 1
0.07.
* /
* /
/
/
005
/
/
/
aoa
G=2
j/cmJs
G=5
X G=10
if en? s
g/cm 2 s
O 6 = 20
n 6=50
6=100
g/cm2 3
|/ca! i
g/cm S s
Tube
Oeq= '-5 cm
i'-36
g/cm J
GBIOD g/cm 2 s
+
Acqua-irgon
Alcool-argon
/
102
(1-Xv)
0X11
0.01
ao2
ao3
aos
cui?
o.i
0.2
0.3
as
0.7
Alcuni confronti fra condotti di diversa configurazione, aventi circa lo stesso diametro equivalente, sono presentati nelle ngg. 6 e 7: i risultati
sono in accordo flntro l'errore di misura. Per quanto
riguarda l'effetto di Deg su (1a) o S, una dipendenza significativa (fg. 8) pu essere osservata agli
altri titoli, specialmente nel caso di miscele bicomponenti caratterizzate da valori di (*/ > 0,3 cpoise
e di y > 30 dyne/em: a parit di altre condizioni
(1-a) e S diminuiscono al crescere di Dt<l.
002
O03
Fig. 4 - Influenza
dalla tensione
superficiale.
con il titolo (fig. 10) fino od un massimo e poi diminuisce lentamente; il valore del titolo, corrispondente al massimo di S, dipende dalle propriet
fisiche e dalle velocit della miscela, e dal diametro
idraulico del condotto.
In base all'analisi critica dei dati sperimentali, le
seguenti grandezze fisiche sono state scelte come
parametri determinanti del fenomeno per quanto
concerne densit, frazione di vuoto o rapporto di
scorrimento di miscele bifasichc:
123
DO?
OGJ
OOS
00?
0.1
02
0.3
05
0.7
ve
Q5
x
X
X
005
Acqua-vapore
/
noi
0.001
(1-Xv)
0005
001
P50 toq/cn?
lubo IT-23
Deq=O.e cm 6=214 q/cm s
X anulo
ir-45
Deqtt9 tm
G=2I7 g/cm 2 s
0.5
Fig. 6 - Confronto ira dati ottenuti con diverse configurazioni di condotti aventi
circa lo stesso diametro
idraulico.
Y,
Xv)
a?
*/
os
o
o
O.t
//
aov
Acqua-irgon
lt'aB s/crr.1
oos
i'100 s/crrft
0.03
003
0=100 g/crr?
/
/
002
(1-Xv)
002
^,.10 J6 /cm
O -r"lo
AN 1 Diruto cm
fascia 7 barre Dq=l32 cm
Acqua-argon
002
Fig. 7 - Confronto fra dati ottenuti con diverse configurazioni di condotti aventi circa io stesso diametro idraulico.
1.0
AN 1 0q=1.Q em
AN 2 Ofq= 0.5 cm
anulo
(1-Xv)
/
QOt
OX 007 01
O anulo
+
0.03
005 007 Qt
0.2
03
06
07
1
1
05
1
0.1
*
X
0.05
A equa -vapore
/
X
0001
coos
AS-+0
per G
per G
per
per
per
per
per
\ /
tm
P-50 kg/cm 2
/
/
anulo
ir-37
0 e() =a3 cm
X anulo
G=4!.2 g/cm s
IT-45
D,q=0.9 cm
G-40.1 9/cm s
(1-Xv)
nei
S
A
IT-23
Oeo, = 0.S!cm
>
_ _
P. 50 kg/crrf
g/cm*
6 O..I
.108.1 5/cm')
> 2 U 3 9/em's
0 =150.4 , / c r ? .
. *
30
ft
""
o
o
o
o
20
~ -
o,
X
*
1
- - . _ . _
X *
.o
'
i
* X
a"
1
1
.0
0.0 5
0.1
X
0.S
errore
d-a)
medics 8.2 '/,
1.0
r
-40 -35 -30 -25 -20 -15 -10 - 5
ll-al . .
(l-a)
'
errore media = 8.4'/.
Jcfio quadratico medios 11 VI
126
scarto
quadratico medio:ll.5M
uniforme a valore costante; in base alle considerazioni precedenti (ved. 2.), 5 tende al valore unitario.
Viceversa per Re -> 0, i profili di velocit si deformano presentando un massimo sempre pi accentuato nella zona centrale del condotto dove, come
ai osserva sperimentalmente, si addensa la fase
gassosa: pertanto il rapporto di scorrimento S tende
a raggiungere valori molto elevati.
7-CY
i+CY
1A'
A = A Re? (e,l?gyi
C =B Res Wb* (P,/pB)u
dove
Re = numero di Reynolds == G ),,,/[*<
Wb = numero di Weber
= G 2 Deg/ye,
A, B, $, i), 8, e, u sono valori numerici da ottimare in
base a dati sperimentali.
L'ottimazione dei coefficienti e degli esponenti
stata fatta con i dati sperimentali ottenuti al CISE
in condizioni adiabatiche.
Nella ottimazione si scelto il criterio di minimizzare gli errori o scarti relativi 8(1a)/(la) fra
valori calcolati (1*), e sperimentali (1a)elp,
essendo 8(1a) = (1-H) M P (1a),.
Peraltro, essendo 8(1a) / (1a) ~ 8p/p, questo
criterio praticamente coincide con quello di minimizzare gli scarti in termini di densit.
L'ottimazione ha portato alle seguenti relazioni
per A' e C:
K = 1,578 i?e-." (p,/pg)0>22
C =0,0273 Wb i?e-o-81 (p,/pg)-0'08
Le distribuzioni degli errori 8(1a) / (1a) sono
date nelle figg. 11, 12 e 13 dalle quali si possono
fare le seguenti valutazioni:
il 70% dei dati complessivi sono calcolati entro
il 10% e ]'84,5% entro il 15% (fig. 11);
il 67% dei dati ottenuti con miscele acqua-vapore sono calcolati entro il 10% e l'88% entro
il 1 5 % (fig. 12);
il 70,5% dei dati ottenuti con miscele bicomponencti sono calcolati entro il 10% e 1*84% entro
il 15% (fig. 13).
Per quanto riguarda gli errori e gli scarti quadratici medi possono essere dati i seguenti valori:
dati complessivi
errore medio:
N
8(1)
s
1
(1= 8,3%
N
scarto quadratico medio:
dati acqua-vapore
errore medio: 8,2%
scarto quadratico medio: 10,0%
dati miscele bicomponenti
errore medio: 8,4%
scarto quadratico medio: 11,5%.
In termini di frazione di vuoto a, l'errore medio
N
Sa
relativo 2
/ N risulta eguale al 5,2%.
Il campo di validit di questa correlazione corrisponde alle condizioni sperimentali dei dati in base
ai quali si fatta l'ottimazione:
portata specifica di massa 5 < G < 350 g/cm2s
diametro idraulico
0,3 < Deq < 5
densit della fase liquida 0,75 < PI < 1 g/cm3
densit della fase gassosa 0,003 < pg < 0,042
g/cm3
viscosit della fase liquida 0,3 < i^ < 1,3
cpoise
tensione superficiale
18 < y < 73 dyne/
cm
Queste condizioni fisiche corrispondono al campo
di pressioni 5-=-90 kg/cm2 per le miscele sature ac-
, (1-Xv)
O0O1
0005
001
005
ai.
<X5
IO
127
(1-a)
OS
DO5
+ 0-50 g/cm'" s
O G-100 9/n> ? s
A G=?00 j / c m " s
correlazione
CI5E
(1-Xv)
0001
0005
0.01
1.C
05
ai
Fascio 19 barr
barre 1 cm
Dec = 0.53 cm
acqua-argon
j=O.O259 g/crn3
+
0
a
noi
0001
0-5.0 9 / c m ! s
G.2M j / c m ' s
CilOaO g/cm!>
(1-XvJ
0.005
001
Q05
0.1
qua-vapore. Alcuni tipici confronti fra valori calcolati e misurati di (1) sono presentati nelle
figg. 14, 15 e 16.
Un importante aspetto di questi confronti va
sottolineato: i dati ottenuti con miscele rnonocomponcnti e Ricomponenti rispettivamente possono
essere previsti con circa la stessa approssimazione
da questa correlazione. Questo fatto prova che le
principali grandezze fisiche influenzanti a, p e S
sono state introdotte correttamente nella correlazione e che il comportamento delle miscele monocomponenti e Scomponenti pu essere valutato in
modo analogo per quanto concerne densit, frazione di vuoto e rapporto di scorrimento.
Pertanto, da un punto di vista sperimentale, si
pu concludere che le miscele acqua-vapore ad alta
pressione in condizioni adiabatiche possono essere
simulate con buona approssimazione, almeno per
quanto riguarda la densit, mediante l'impiego di
0.5
1.0
128
l.Or
.Y
A',,
P,n.5O k g / cm*
<x
y
G=108 q / c m * s
X,n=-0.02
O.B|
+ date tubo
Deq=0.9 cm
IT-23
[X
Lw= 4 00 cm
correlazione CISE
Indici sottoscritti
ad
= adiabatico
cai
= calcolato
eq
= equivalente
ex
= uscita
e.tp
= sperimentale
g
= gas
I
= liquido
V
= riscaldato.
3.4
0.2
Indici
soprascritti
= valore medio.
0.2
0.4
0.6
0.8
D
G
L
N
P
Q
AS
=
=
=
=
=
=
=
=
=
diametro
portata specifica di massa
lunghezza
.umero di dati sperimentali
pressione assoluta
portata volumetrica
rapporto di scorrimento
51
velocit lineare
Bibliografa
[1] Villani S. - Proceedings of the BNES conference on D,O
reactors. - Session D paper 15, London (GB) 1968.
[2] Alia P. et al. - Liquid volume fraction in adiabalic twophase vertical upflow-round conduit - CISE R-105
(1965).
[3] Alia P. et al. - Measurements of liquid volume fraction
for adiabatic two-phase two-component mixtures (lowing
in annular and rod cluster channel - CISE R-186 (1968).
lrt] Colombo A. et al. - Density measurements with two-phase
mixtures in adiabatic and heated channels at high pressure by means of quick closing valve method - CISE
R-225 (1967).
[5] Agostini G., Era A., Premoli A. - Density measurements
of steam-water mixuteres flowing in a tubular channels
under adiabatic and heated conditions CISE R-291
(1969).
[6] Agostini G., Premoli A., Prina A. -Density measurements
of steam-water mixtures flowing in adiabatic and heated
annular channels - CIS R-295 (1970).
[7] Silvestri M. - Comunicazione privata.
[8] Agostini G. et al. - Conoscenze attuali sulla densit
delle miscele bifasiche impiegate come refrigeranti nei
reattori nucleari - La Termotecnica, Voi. X X I I I N. " - 1969.
[9] Alia P. et al. - A volume displacement method for the
measurement of the liquid volume fraction in two phase
adiabatic flow - CISE R-92 (1964).
[10] Colombo A. et al. - Steam water mixture density measurements in heated channels at high pressure by means of
a quick closing valve method - Energia Nucleare Vol. 15,
2, 1968.
129
Riassunto - Per lo sviluppo degli elementi di combustibile del reattore nucleare CIRENE stato intrapreso uno studio dettagliato delle caratteristiche vibrazionali dell'intero canale di potenza.
il canale di potenza consiste in un tubo a pressione
verticale [di diametro interno 10,61 erri) contenente
otto elementi di combustibile costituiti da fasci di
19 barrette (di diametro esterno di 2 cm), poco distanziale Cuna dall'altra. Ogni elemento ha lunghezza
50 ci ed semplicemente appoggiato a quello sottostante. Le condizioni dell'acqua di refrigerazione
(a ~50 bar di pressione) varia tra pochi gradi di
sottoraffreddamento all'entrata e titolo (in peso) di
circa il 25% ali uscita.
Finora lo studio stato condotto principalmente con
una miscela bifasica a due componenti (che simula
il comportamento delle miscele acqua-vapore) che
fluisce in un cilindro adiabatico fuori pila. Gli
scopi di questo studio sono:
a) sviluppo della strumentazione adatta a misurare le vibrazioni del tubo a pressione e degli elementi di combustibile;
1)) localizzazione ed eliminazione delle vibrazioni
dovute a disturbi provenienti dai componenti del
circuito;
e) misura sistematica delle vibrazioni ed effetto
delle condizioni di flusso.
Questo urticelo riporta una descrizione della strumentazione ed alcuni dei dati sperimentali, finora
ottenuti.
Abstract - For the fuel element development of the
(IRENE nuclear reactor a detailed investigation has
been undertaken on all channel vibrational characteristics.
The power channel consists of a vertical pressure
lube (10.61 an I.D.) containing eight 19-rod closely
spaced rod (2.0 cm. O.D.) bundles. Eeach bundle is
50 cm long and simply rests over the lower one. The
coolant conditions (~50 bar pressure) vary between a
few C subcooling at the entrance and ~25% (by
weight) steam quality al the exit.
So far the investigation has been me inly carried out
with a two-phase two-component mixture (simulating
Uw behaviour of steam-water mixture) flowing in an
adialmtic out-of-pile circuit. The work mainly focused
the following items:
a) development of the appropriate instrumentation to detect vibrations fo pressure tube and fuel
element ;
130
sistema, possibile riprodurre con buona approssimazione le principali propriet fsiche dell." miscele
di acqua e vapore fino alla pressione di 90 bar.
La miscela viene formata in un miscelatore a T
con gas entrante nel senso del flusso; il liquido viene
iniettato attraverso una finestra anulare di altezza
regolabile. Dopo essere passata attraverso una lunghezza di calma, la miscela entra nel basso della
sezione di prova montata vertioabnente ; da questa
entra in un separatore dove te due fasi vengono
separate e si immettono in due diversi circuiti. Nrl
circuito del liquido la circolazione fornita da due
pompe centrifughe in parallelo; in quello del gas
la circolazione fornita da una coppia di compressori
centrifughi in parallelo con un compressore alternativo.
2.2. Descrizione della sezione di prova
II tubo a pressione, costruito in ottone in modo
da avere un modulo di elasticit vicino a quello dello
Zircaloy alla temperatura di funzionamento del
reattore, ha le seguenti dimensioni:
spessore
=
2,5 inni
diametro interno (miniino) = 104,5 mm
ovalizzazione
=
0,7 mm
I fasci sono stati costruiti usando barrette costituite da una guaina di ottone contenente pastiglie
di piombo forate che simulano la densit lineari;
delle pastiglie di ossido. Le dimensioni dei fasci sono
simili a quelle del progetto CIRENE.
I prolungamenti del tubo a pressione sono semplificati rispetto a quelli previsti per il reattore, ma
sono fssati alla struttura esterna di sostegno mediante lo stesso tipo di vincolo, e cio incastro all'estremit inferiore ed appoggio a quellp superiore.
3. Strumentazione ed elaborazione dati
3.1. Descrizione della strumentazione
Per rilevare lo stato vibratorio della sezione di
prova stata usata la seguente strumentazione."
a) Estensimetri elettrici.
Coppie di estensimetri sono state applicate longitudinalmente al tubo a pressione per misurare le
vibrazioni flessionali a bassa frequenza del canale
considerato come trave. In particolare, una coppia
di estensimetri stata applicata in una posizione
corrispondente a momento flettente nnllo per il
primo modo normale di vibrazione.
b) Trasduttori di spostamento a trasformatore
differenziale.
Questo tipo di trasduttorc misura il movimento
relativo dei fasci rispetto alla parete del tubo a
pressione. E costituito essenzialmente da una asta
(fig. 2) che penetra ne' tubo a pressione od tenuta
a contatto di un pattino del fascio prossimo alla
griglia per mezzo di una molla; il nucleo mobile di
un trasformatore differenziale fissato a questa
asta,
e) Trasduttori di spostamento a riluttanza variabile.
Questo tipo di trasduttcre misura il movimento
relativo delle barrette rispetto al tubo a pressione. costituito essenzialmente da una bobina
(fig. 3), applicata esternamente ni tubo, la cui iiidnt-
131
circonferenziali ad alta frequenza del tubo considerato come lastra cilindrica [3]. Il tipo di montaggio (mediante barretta incollata direttamente sul
tubo a pressione) stato scelto dopo aver eseguito
delle prove per accertare eventuali risonanze indotte dai differenti sistemi di montaggio degli accelerometri. I segnali provenienti dai trasduttori
piezoelettrici vengono convcrtiti in segnali di tensione mediante amplificatori di carica, che eliminano
l'effetto della lunghezza del cavo, e quindi amplificati e registrati su nastro magnetico.
132
133
La densit spettrale di potenza del segnale proveniente dagli estensimetri situati in prossimit
dell'estremit incastrata del tubo a pressione del
tipo illustrato in fig. 5. Questa curva indica che la
maggior parte della potenza del segnale si trova
nell'intervallo tra 3 ed 8 Hz, ed da attribuire al
modo fondamentale di vibrazione flessionalc della
sezione di prova, la cui frequenza risulta dal calcolo
essere di circa 5 Hz.
La densit spettrale di potenza del segnale proveniente dal trasduttore a riluttanza variabi e situato a met lunghezza del tubo a pressione mostra
la presenza di potenza in due campi di frequenza:
uno da 0 a 15 Hz, che corrisponde al moto complessivo del fascio rispetto al tubo a pressione, ed uno
nell'interno dei 50 Hz, che corrisponde al movimento di uno barretta rispetto alle sue estremit.
Due curve tipiche di densit spettrale di potenza,
die mostrano questi due campi di frequenza, sono
rappresentate nelle figg. 6 e 7.
La curva di densit spettrale di potenza del
s gnale proveniente dall'ascelerometro situato a
met lunghezza del tubo a pressione del tipo
illustrato in fig. 8. FI campo di frequenza si estende
fino a 5000 Hz; i picchi a circa 450 e 1.050 Hz corrispondono approssimativamente alle frequenze calcolate per il primo e secondo modo di vibrazione
Sono entrate recentemente in servizio due Fregate della Marina Militare dotate di un apparato
motore misto con motori Diesel e turbine a gas della
potenza massima complessiva alle flange di 31.800
CV distribuita su due linee d'assi eliche.
Tale tipo di apparato motore stato prescelto
in base ad un esame approfondito delle varie componenti in gioco quali ad esempio: necessit operative delle navi, peso e volume dell'apparato di
propulsione, esigenze di autonomia. Le Navi ssono
essenzialmente destinate alla Caccia-sommergibili
e quindi svolgono la maggior parte della loro attivit
in un campo di velocit molto ridotte (caccia vera e
propria) ma devono poter raggiungere con Ja massima celerit possibile la zona ove stato segnalato
l'obbiettivo. Di qui la scelta dell'apparato motore
misto con i motori Diesel che possono soddisfare
molto bene alle condizioni di velocit ridotta e le
turbine a gas che aggiungendosi ai motori Diesel
() Franco Tosi S.p.A. - Legnano.
Peso
n. 4 motori = 112 t pari a 6,65 kg/CV.
n. 2 turbine a gas = 38 t pari a 2,5 kg/CV.
n. 2 riduttori = 87 t.
Peso totale motori, turbine e riduttori = 237 t
pari a 7,4 kg/CV.
Esigenze particolari dei riduttori-giunti
1 : 2,66
1 : 1,92
Turbina a gas
Prima riduzione
1 : 3,98
Seconda riduzione
1 : 3,32
Nella valutKzione del rapporto effettivo di riduzione per i motori Diesel occorre tener conto anche
dello scorrimento dei giunti Vulcan.
II giunto autosincronizzante S.S.S., montato sull'albero lento della prima riduzione ha Io scopo di
5012
730
GIRI TAG
GIRI 2 M.D. SU MARCIA T. F.
380
EIRI ELICA
intnia olio
infral olio
OIIKCO Oliiti .
I-'ig. l - Schema riduttore. Giunti vulcnn - 1 : Giunti di tutta forza; 2: Giunti di crociera; 3: Ruota di tutta forza; 4: Pignoni
iii tutta forza; 5: Ruota di crociera; 6: Pignoni di crociera; 7: Pignone seconda riduzione turbina a gas; 8: Ruota prima
riduzione turbina a gas; 9: Pignone prima riduzione turbina a gas; 10: Giunto autosincronizzante S.S.5.
Quando il giunto vuoto, non essendoci collegamenti meccanici tra le due parti, il primario pu
140
5) Andature di emergenza
L'apparato motore ha una grande elasticit perch consente, in casi di emergenza, altre combinazioni come ad esempio: una turbina a gas su una
linea d'assi ed uno o due motori sull'altra oppure
le sole turbine a gas (con le quali per non possibile effettuare la marcia indietro).
Organi di comando
1) Manovre
I motori Diesel, le turbine ed i giunti sono comandabili a distanza stando in un locale separato
da quello dell'apparato motore.
Esiste anche un comando di emergenza meccanico montato direttamente sui motori, sulle turbine e sui riduttori. I telecomandi sono del tipo
pneumatico con un circuito aria di comando a
pressione modulata ed uno di lavoro a pressione
costante.
Comando dei motori
Ogni coppia di motori viene telecomandata per
mezzo dei seguenti organi:
n. 2 leve, una per ciascun motore, per l'avviamento, l'inversione e la fermata
n. 1 leva per il comando dei due variagiri
n. 1 leva per la regolazione del combustibile
dei due motori.
1 telecomandi per l'avviamento, l'inversione e
l'arresto sono separati e cio ne esiste uno per ogni
motore. Ogni leva di comando aziona una valvola
speciale a cinque vie che invia l'aria ai dispositivi
di manovra applicati ai motori.
La posizione centrale della leva corrisponde al
fermo, le due posizioni simmetriche corrispondono
all'avviamento e marcia avanti e rispettivamente
avviamento e marcia indietro.
L'operazione di inversione di marcia viene eseguita da un servomotore ad olio che per mezzo di
una cremagliera provoca la rotazione di una ruota
dentata, la quale attraverso un sistema di leve
compie le seguenti operazioni in ordine cronologico :
a) sollevamento dei rulli di comando delle
valvole di ammissione e scarico in modo da distaccarli dalle rispettive camme;
b) spostamento assiale degli assi a camme in
modo che le camme della marcia desiderata vengano a trovarsi in linea con i risp3ttivi rulli;
e) abbassamento dei rulli che vengono cos a
trovarsi di nuovo a contatto con le camme;
d) consenso al passaggio dell'aria di avviamento per la messa in moto.
Una segnalazione luminosa in sala comando da
la posizione di marcia in cui si trovano i singoli
motori.
I telecomandi dei variagiri sono uno solo per ogni
coppia di motori. Ogni leva di comando aziona
una valvola modulatrice di pressione che agisce
per mezzo di due servomotori sulle leve di comando
variagiri dei due regolatori.
142
i.
semichiuso per l'anello di svuotamento e la possibilit di variare gradualmente da tutto aperto a tutto
chiuso il cassetto di alimento.
A titolo di esempio riportiamo la successione delle
operazioni da eseguire per il passaggio in salita da
2 motori per asse a 2 motori per asse pi turbina.
1) Si aumenta la velocit di rotazione dei motori inseriti sulla marcia di crociera sino a trovarsi
nella zona di cambio (fig. 2) compresa tra 230 e
270 giri/1' dell'elica e si dispongono le leve di comando in modo che i motori si trovino sotto l'azione
dei variagiri (ad esempio, 250 giri/1' dell'elica e 678
giri/1' dei motori).
2) Si avvia la turbina a gas, la si porta in autosostentamento e quindi, agendo sulla leva della
valvola di accelerazione, se ne aumenta la velocit
sino a raggiungere il sincronismo e quindi il blocco
automatico del giunto au'osincronizzante (3297
giri/1' della turbina di potei.za). Aprendo ulteriormente la valvola di accelerazione la velocit non
aumenta, mentre si ha un graduale passaggio del
carico dai motori alla turbina fino al funzionamento
a vuoto dei motori.
3) Si vuotano i giunti di crociera e si riduce la
velocit dei motori sino a portarli in sincronismo
con la velocit dell'elica rispetto per al rapporto
di tutta forza (490 giri/1' motori).
4) Si inseriscono i giunti di tutta forza e si da
carico in un primo tempo ai soli motori e successivamente a motori e turbina sino al raggiungimento
della velocit dell'elica richiesta dalla plancia.
L'intera operazione richiede pochi minuti.
Controlli e sicurezze
L'aver realizzato l'apparato motore interamente
comandabile a distanza e quindi senza personale in sala macchine ha reso necessaria anche la ripetizione
in sala comando dei controlli principali nonch l'adozione di allarmi e sicurezze.
Stando quindi in sala comando oltre ai comandi
veri e propri si hanno sotto controllo tutte le indicazioni principali relative a velocit, temperature,
pressioni; alcuni di tali elementi vengono anche
registrati in modo da poter disporre anche di una
certa cronistoria dell'esercizio. Per i dati pi significativi sono previsti allarmi acustici e luminosi per
richiamare l'attenzione nel caso che siano in atto
fenomeni preoccupanti. Esistono poi anche i blocchi
automatici per quelle anomalie che possono dar
luogo in brevissimo tempo a gravi conseguenze come
ad esempio ridotte pressioni dell'olio od eccessi di
velocit. Sono previste pure altre sicurezze per evitare gli inconvenienti che possono derivare da errate
manovre come ad esempio l'impossibilit di inserire contemporaneamente i giunti di due motori
della stessa linea d'assi quando i motori ruotano a
velocit contrarie e l'impossibilit di inserire contemporaneamente il giunto di crociera ed il giunto
di tutta forza dello stesso motore.
Gli apparati motori sopra descritti hanno ormai
superato il collaudo di circa 3 mila ore di esercizio
con piena soddisfazione da parte del personale della
Marina.
Non da escludere che ppssano essere ripetuti,
presumibilmente con potenze aumentate.
143
(2)
ni =
(3)
Da essa si deduce che i! fenomeno giunge rapidamente al suo massimo e poi decade con rapidit
crescente al crescere di n.
Tenendo conto che in citt il funzionamento degli
impianti termici per lo pi intermittente si pu
wcavare dal grafico una conseguenza pratica importante: essere cio opportuno concentrare l'emissione in poche sorgenti periferiche situate a notevole altezza piuttosto che lasciarla distribuita in
tante piccole sorgenti a breve altezza da! suolo.
Ed ci appunto che si intende fare anche per
altri motivi con le cosiddette <( centrali termichc
urbane poste a servizio, mediante reti di condotte
distributrici termicamente isolate, di ampie zone
cittadine e sempre pi diffuse in Italia e all'estero.
In tali centrali, non di rado di notevole potenza
e adibita talvolta anche alla produzione di energia elettrica, possibile conseguire una completa
combustione con elevati rendimenti, assicurando
con personale specializzato un razionale funzionamento degli impianti ed una loro tempestiva e
accurata manutenzione.
4. A conclusioni analoghe si giunge supponendo
che l'emissione, anzich essere intermittente, si
prolunghi in modo costante nel tempo, ci che in
sostanza equivale dal punto di vista analitico a
riferire la quantit emessa all'unit di tempo e ad
eseguire una integrazione rispetto a T della espressione prima indicata.
In un dato punto la concentratone cresce allora
col tempo tendendo assintoticarnente ad un massimo per T =oo.
Ad esempio nel caso della sorgente puntiforme,
quindi per n = 3, il rapporto fra la concentrazione e al tempo T e quella cmax dl regime stazionario vale semplicemente:
erfc - i 7 = -
(4)
in cui il simbolo erfc rappresenta il complemento a 1 della nota funzione di errore di Gauss.
T J c r^i.Joic assume il valore 1 per T =oo [6].
Alcuni valori della funzione erfc sono dati dalla
seguente tabella.
145
Tabella n. 1
Valori della funzione erfc
erfc .r
erfc x
1
1,00
0,
0,396
0,1
0,888
0,7
0,322
0,2
0 777
0,8
0.3
0,1)71
0,9
0,258
0,203
O/i
0,572
1,0
0,157
0,5
0,480
0,047
Ponendo ,r = (rj/at) risulta agevole rapprest'iitarc (ved. fig. 2 e 3) l'andamento di cjcmax con
la distanza r dalla sorgente e col tempo T.
Se la sorgente puntiforme mobile con velocit
t> (come nel caso di un veicolo), nelle espressioni
precedenti si dovr porre (r e T) in luogo di r.
Anche negli altri due casi esaminati (sorgenti
rettilinee e piane) l'andamento del rapporto c(cx
e
e
CHI
"di
O.5-
OS-
l
o,s
o-
vr
ry
15
X
per t -> co tende ovviamente a 1, ma con accostamento pi rapido all'assintoto col diminuire di n.
In particolare per la sorgente rettilinea si utilizza
per il calcolo la funzione analitica /s, detta integrale esponenziale [7],
5. Le considerazioni precedenti riguardano, oltre
alle sorgenti puntiformi, sorgenti rettilinee e piane
illimitate,
II caso, pure abbastanza generale, di sorgenti
piane rettangolari, quindi limitate ad esempio nelle
due direzioni ortogonali a; e y, pu, per il regime
permanente, porsi analiticamente nel seguente modo [8]:
q Xo
l'i
(5)
in cui, per semplicit di trattazione sia le coordinate x, ;/, z misurate dal centro del rettangolo, sia le
coordinate % ed nj dell'elemento di area SS i\,
emettente l'inquinante con la costante produzione q
per ogni unit di area e di tempo, sono state divise
per una dimensione lineare caratteristica del sii-
146
O.S
(6)
Secondo alcuni Autori il limile massimo ammissibile della concentrazione di SO2 di 3 1 ing/in3,
ma si consiglia di non superare 0,3 mg/m nelle aree
industriali e 0,05 mg/m3 in quelle residenziali.
Gravi disagi e stali patologici si sono rilevati a
Lonilra nelle giornate di atmosfera nebbiosa ed eccezionalmente tranquilla del principio di dicembre
del 1962, con
segnalazioni medie giornaliere di oltre 5 mg/m3 di SO2 e, con minore gravita, nei giorni
23 e 24 gennaio
IDU'i a Milano, con rilevazioni
fino a \ mg/m3. A Torino l'influenza delle colline e
dei venti alpini rende la situazione meno allarmante.
8. Arrivando ai rimedi per le circostanze pi sfavorevoli, potrebbe bastare il rilievo riguardante l'adozione del gasolio in luogo delle comuni nafte
combustibili, come richiesto da una recente legge
in progressiva attuazione nei grandi centri urbani.
Con tale adozione si riducono a meno di un terzo le
indicate cifre di produzione dcH'A'W, ottenendosi
inoltre il beneficio di una notevolissima riduzione
nella emissione di particeli* solide parzialmente
combuste.
Legge opportuna dunque quella citata, che ha
consentito di intervenire alla radice del male attenuandolo grandemente, come rilievi effettuati nel
decorso inverno hanno confermato.
Vantaggi ancora maggiori si otterrebbero dal
punto di vista igienico con l'impiego del gas metano che privo di zolfo e di cui oggi si preconizza
una vasta adozione anche nel campo del riscaldamento urbano.
9. Negli impianti di condizionamento dell'aria,
sempre pi diiFusi nei centri commerciali e residenziali, in ogni caso disposta la filtrazione dell'aria
di ricambio aspirata dall'esterno.
1OO
%
SO
"so
-
io
Fig. 5 - Efficienze e di filtri per aria condizionata [a, filtro
pulito, a, filtro da ricambiare) confrontate con quello
(e) di un separatore meccanico ad azione centrifuga
(ciclone).
r
miglioramento delle condizioni igiunichc (lolle grandi arci' urltune.
Bibliografa e note
(1J Urunelli l'Ai., Codegone C. - Fisica Tecnica - Voi. II Tnniiociiictirn - Parte JI - lid. Giorgio, Torino, 1967,
pag. 28fi.
[2] loc. c-it. nota (1) pag. 360.
[3] loc. cil. nota (1), pag. 513.
[4] Codegone C. - Problemi vecchi e nuovi di trasmissione del
calore - Rendiconti Seminario Matematico - Torino Voi. 10 - 1950-51, pagg. 111/138 - Cfr. pure: Carslaw,
H.S.. .ledger .I.C., Conduction of heat in solids, Oxford,
(5) Thomson \V. (Lord Kelvin) Math. a. Phys. Papers,
Cambridge, vol. II, 1884. Cfr. pure: Jahnke, Kmde,
:.iisch, Ta/eln holirrer Funhlionen, Stuttgrt, 1960,
pag. 295.
[C] La funzione erf x t- tabellata nel volume di Jalinke Kmdc - Losch, loc. cit., pag. 31.
[7] loc. cit. nota (6), pag. 23.
[8] Bozza G. - Inquinamento atmosferico provocato da sorgenti
148
(*) C.N.E.N. - Comitato Nazionale Energia Nucleare Laboratorio Tecnologe Reattori, Casacca, Roma.
(*)
^ ^ ^
x ^ ^
^.-^'
^^
^-'
"^--
^-"
^^
3OOOOOOC
ooooGooe
oooooo
(2)
where :
ym is the experimental value
!/mo is the corrected value
= Lfl ]I~PJTE
1 1 1
b) the ym/\V (eventually corrected) values were used to compute a.L from the following equation:
192 EJym
L + 8
m
w
WL3
~
aL + 2
c) then first mode natural frequencies can be
determined by solving following equations:
(5)
^
+ tgh
I
Equation (5) is plotted in Jig. 5.
PL*
9
300
upper end spring inserted
upper end spring inserted-rod
end spring
without
. 100
Fig.
rotated 9 0
without
4 -
ISO
Rod
6 3 -
Deflection
300
*!0
t/ioo mm
curves.
Table I
192 E.ly,H0
192 EJy,,,
y mo
L3W
LSW
/.
PL
f no
K 63
11.4
4.50
10.2
4.03
-0.0
-3.14
3.43
K 63 (!WP)
11.2
4.42
10.0
3.95
-0.0
-3.14
3.43
K 63 (without spring)
10.2
4.03
10.2
11 8
10.6
4.18
9.47
hinghed rod
4.03
-0.0
-3.14
3.43
3.74
0.3
3.25
3.68
4.00
0.00
3.1416
Table II
END FIXITY DETERMINATION FOR F TYPE RODS
rod
upper
end
192 3EJv m
\\
LW
moment
(kg cm) (mm/kg)
FIO
FIO
FIO
0
4
8
5.85
4.50
3.38
2.31
1,78
1.34
F13
F13
F13
0
4
8
5.75
4.55
3.55
2.27
1.80
1.40
F13
F13
F13
F13
6
6
5.70
4.C0
3.85
3.90
2.25
1.82
1.52
1.54
is
"/Ar\
.L
2.3
5.6
15.0
2.7
o.o
12.6
2.8
5.2
9.0
8.8
VA
A #>
tn
aL
fi/.
In
3.60
3.90
4.51
5.29
(3)
(2)
(2)
(2)
(2)
4.40
(2)
(2)
6.74
3.65
3.90
4.64
5.29
U)
(2)
(2)
(2)
(2)
4.40
(2)
(2)
6.74
3.65
-3.90
(2)
4.64
5.29
(2)
(2)
(2)
(2)
4.25
4.25
(2)
(?)
tn
3.60
3.95
4.30
4.51
5.43
6.43
7.6
3.70
3.95
4.25
4.78
5.43
6.28
3.70
3.90
4.15
4.15
4.76
5.29
10.3
e.oo
6.00
(1)
(1)
9.4
(2)
12)
(2)
4.1
(3)
(2)
3.5
(3)
(2)
1.8
1.6
6.28
6.28
(1) non computable value (> a) (2) non computable value (3) non computable value (< 0|
13
J
-j
cn
12
II
i
1
1
IO-
9-
.996
14
I
/
/
/
6'
543'
Z-
1>
10
2
1-
I6.2B3
1416
/I
1!
ii
-2-
Fig. 5
/1
153
rssnO
o o
a)
EXCITING
pick up
Py
)sc.LUtor
Power amplifier
mped
tfi&rilcr
SYSTEM
ELCCTHODWAMIC
USING
PERMANENT
MAGNET
Charge amplifier
O-fco-
pick-up
oo o o
>>
Digital trequenefmetef
c)
MEtsunmc
AURANCEMENT
154
oo
o
oo
oo
oooooo
oooooo
oooo
oooo 0
oo \
o ET \
a)
Resonant frequencies
(Hz)
132
289
430
500
665
ooo
oo
oo
oo
oooooo
oooooo
oooo
oooo p
oo
o o<
*)
Resonant frequencies
(Hz)
132
286
369
429
500
663
mV
50-
I vibrating force
uccelerometer
403020100
SftttT
&7W
^^V
ftrft
SffJJ
ItT^
ff1^^
200
600
Hz
300
*00
900
coo
155
300
400
S00
GOO
Hz
ROD K50
124 Hr
235 Hz
357 Hz
430 Hz
492 Hz
5 80 Hi
669 Hz
spacers
X
156
vibrating
Force
pick up position
reFerence
pick up
Table III
rod H 1
resonant
frequency
(Hz) '
ft*""
133
1.0
14
0.3
160
0.6
190
0.6
281
0.8
344
1.0
414
482
1.3
1.3
570
0.7
660
1.8
rod K 50
resonant
frequency
(Hz)
?pp
4.0
124
0.2
2.0
235
1.2
5.5
4
2.5
0.2
0.2
1.5
357
0.6
430
1.7
2
3.5
2.5
2
2
0.2
0.4
492
1.2
0.7
580
1.5
0.8
0.7
0.5
0.3
0.2
0.3
0.2
8PPW
466
4B!>
Fig. 13
435
>5
> 5
4
>5
669
485
32
485
3
> 3
510
133 Hi
160 Hi
190 Ht
167
Table IV
RESONANT FREQUENCIES FOR F TYPE RODS
mode
number
6
7
computed
frequencies*
(Hz)
124
Experimental frequencies
(Hi-)
111 //28
127
./ 19 .7 3 8 A:
50
A:
58 K60
128
127
124
123
124
124
123
233
236
233
168
220
9
10
278
343
282
277
286
296
288
283
351
375
348
362
359
11
416
424
447
435
423
359
430
428
420
427
12
495
581
500
498
49 L
484
493
493
493
493
13
14
074
578
5!)7
581
582
580
C03
683
662
571
667
587
674
583
674
H2-fO O
1O0 /
oooo
OOJ33
587
673
oo
(*) Frequencies have been computed for a hinghed rod without intermediate spacers.
Table V
RESONANT FREQUENCIES FOR F TYPE RODS
mode
number
Experimental frequencies
computed
(Hz)
frequencies*
(Hz)
F6(b) Ff(c)Fl0(c) FlO(b) F20(6) F20(c) F2A(b) F24(c)
128
171
224
130 131
241
232
242
284
297
290
232
290
282
10
359
350
350
11
349
422
424
434
416
12
500
496
499
13
14
587
584
491
573
680
678
680
664
130
424
359
421
415
490
498
578
667
583
662
247
364
496
570
484
586
654
661
657
433
OLL
2 PL
ctg
*""**
(8)
I
L =
+1
158
Table VI
RESONANT FREQUENCIES FOR A' TYPE RODS WITH VARIOUS DIRECTIONS
OF APPLIED FORCE
mode
number
computed
frequencies *
(Hz)
Experimental frequencies
(Hz)
// l()H 1(6)
// l(c)
124
412
127
282
344
412
482
354
421
126
297
357
423
491
478
490
492
494
574
574
575
576
580
583
063
658
663
665
669
673
124
123
168
220
278
343
416
495
581
674
10
11
12
13
14
A 52(6) A 52(e)
124
232
286
352
414
K 5t(a)
281
277
347
123
238
290
(*) Frequencies have been computed for a hinghed rod without intermediate spacers.
1J
L_
0 O
Random noise
generator
b.p. filter
o ofPower
amplifier
Imped,
adapter
TOVibrator
Level
recorder
pick-up
Lf
Fig. 14 - Measuring arrangment and
exciting system for random tests.
Oscilloscope
Charge
amplifier
159
So computed resonant frequencies were compared against experimental frequencies. The results
arc summarized by talbes IV-V-VI concerning K
type and F type rods.
Conclusions are as follows:
fundamental mode experimental frequencies
and computed frequencies agree very closely.
This good accordance may be dependent on
the node positions of 6th mode of unspaced rods.
In fact these nodes are overlapping the positions of the spacers;
no bending resonance corresponding to 7th
mode of unspaced rod has been detected. It is
therefore concluded that the spacers obstruct
such a vibration;
the bending resonance corresponding to 8th
mode of unspaced rod has been noted in few
cases. The average value of experimental frequencies is rather different (in excess) with respect to computed value. It is therefore concluded llmt the spacers modify the frequancy of
such ;t vibration:
- the experimental frequencies corresponding to
higher resonances are close to corresponding
computed frequencies. Bending resonances unto fourteenth mode of unspaced rod have been
delected.
It is therefore concluded that the spacers don't
cause any appreciable effect on these resonant
conditions, at least when the displacements
don't exceed tested displacement values;
higher resonances of F type rods seem to be
nearer to frequencies computed using extreme
ends hinged beam formulas than to frequencies
computed using extreme ends restained beam
formulas.
This may be attributed to the fact that the
extreme ends bahave like a hinge for the very
low displacements relative to higher resonances
[2];
in practice F type rods differ from K type rods
in a little increase of frequencies of fundamental
and lower modes. This diminishes the importance of an exact determination fo end fixity
values.
160
190
i
ssnr
IE
-fir
30
20
10
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Fig. 2 - Rendimento n di una centralo termica con due caldaie uguali in funzione del carico della stesso (cfr.
fig. 1).
162
10
20
30
50
60
70
SO
90
100
La pratica della ripartizione.in pi unit generatrici di calore non una novit neppure per gli
impianti civili di riscaldamento.
Qualitativamente era dato per scontato che si
sarebbro'.dovuti ottenere rendimenti migliori.
Inoltre si otteneva, condizione in molti casi
obbligatoria, una maggiore sicurezza di esercizio,
in quanto una avaria ad una caldaia non avrebbe
messo fuori servizio l'intero impianto.
Alla luce delle considerazioni svolte si conclude
che il guadagno di rendimento notevole, mentre,
al tempo stesso, nella grande parte del periodi di
funzionamento, pur con un modesto sovradimensionamento della centrale, ripartendo in due unit
si ha in pratica una riserva del 100%.
183
164