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P.A.Samuelson - W.D.Nordhaus
ECONOMIA
McGraw - Hill
esclusi capp.
11- 16 - 17 - 18 -19 -34.
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Keynes ha scritto:
Lo studio delleconomia non sembra richiedere alcuna dote particolare. Si
tratta dunque di una disciplina molto facile in confronto alle altre branche pi
elevate della filosofia e delle scienze pure. Una disciplina molto facile nella
quale solo pochi riescono ad eccellere. Sembra un paradosso, ma si spiega,
forse, nel senso che un grande economista deve possedere una rara
combinazione di doti:
- deve essere allo stesso tempo e in qualche misura matematico, storico,
politico, filosofo;
- deve saper decifrare i simboli e usare le parole; deve saper risalire dal
particolare al generale e saper passare dallastratto al concreto nello stesso
processo mentale;
- deve saper studiare il presente alla luce del passato, per gli scopi del futuro;
- deve essere concentrato sugli obiettivi da raggiungere e disinteressato allo
stesso tempo (cio pensare e agire in maniera oggettiva pensando agli effetti che ogni azione
economica avr sugli altri, quindi disinteressato personalmente).
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I modelli economici
Si utilizzano per spiegare la realt
economica.
Sono:
Le equazioni matematiche
I grafici
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Beni economici
(beni scarsi)
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Riguardanti le
4. Che le risorse abbiano usi
risorse
alternativi
Luso alternativo delle risorse deve essere razionale
ed efficiente, cio ricavare il massimo evitando errori
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e sprechi.
Definizioni di economia
L.Robbins la scienza che studia la condotta
umana come una relazione tra scopi e mezzi scarsi,
applicabili ad usi alternativi
(presuppone degli obiettivi ma non li giudica dal
punto di vista etico, religioso o politico)
(presuppone scarsit e uso razionale delle risorse)
Altra definizione Leconomia la scienza che
studia la produzione, lo scambio, la distribuzione e il
consumo di quei beni e servizi che contribuiscono al
benessere materiale
( implicito che leconomia studia il sistema
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economico)
Definizione di Samuelson
Leconomia lo studio del modo in cui gli
individui e la societ pervengono a scegliere,
con o senza moneta, di impiegare risorse
produttive scarse, suscettibili di usi alternativi,
per produrre vari tipi di beni e distribuirli per il
consumo, attuale o futuro, tra varie persone e
gruppi sociali
(moneta e tempo)
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Politica economica
E lo studio dellintervento
pubblico e lintervento pubblico
stesso. Lo Stato utilizza gli
strumenti a disposizione, per
correggere le imperfezioni del
mercato e per raggiungere
lobiettivo del benessere della
collettivit
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Microeconomia
Studia il comportamento
del singolo consumatore,
della singola impresa, la
formazione dei singoli
prezzi e i mercati
singolarmente (dei beni,
del lavoro, della moneta)
Macroeconomia
Studia i fenomeni aggregati
relativi al sistema economico
nel suo insieme (risultanti
dalla sintesi dei
comportamenti dei singoli
consumatori, investitori):
C,I,G,E, M, livello generale dei
prezzi,disoccupazione). La
macroeconomia studia
linterdipendenza reciproca tra
Fino a met degli anni 30 i vari mercati
Nata negli anni 30 con Keynes
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La Banca lItalia
L U.I.C. (Ufficio Italiano dei cambi)
Vari ministeri
LISTAT (Istituto di statistica)
Il CNEL (Consiglio nazionale delleconomia e del
lavoro)
Le Regioni
Alcune societ private (ISFOL, Nomisma,
Prometeia, ecc..)
Centri studi Universitari
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- Economia classica
stabilit dei prezzi
- Economia marginalista
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LA NASCITA DELLECONOMIA
Nasce da una riflessione di Adam Smith,
professore di Filosofia morale, sui
comportamenti n buoni n cattivi.
La nascita delleconomia come scienza
autonoma si fa risalire al 1776 con la
pubblicazione di Adam Smith Ricerche
sopra la natura e le cause della ricchezza
delle Nazioni
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Capitalismo
16-17secolo
ricchezza, accumulazione
mercantilismo:
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17secolo
fisiocrazia
La produzione agricola come fonte di
ricchezza
Critiche di A. Smith alla fisiocrazia:
sul protezionismo, in quanto si contrappone al
libero scambio, per lintervento dello Stato
(dazi).
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18secolo
Smith
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Cos il mercato?
quel meccanismo messo in moto
dallagire e dallinteragire di compratori e
venditori e che determina il prezzo e la
quantit di beni e servizi da scambiare.
(mercato dei beni (prezzo) del lavoro
(salario), dei capitali (interesse), della terra
(rendita)
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Un mercato pu essere:
Centralizzato o organizzato: si stabilisce la data
e il luogo di incontro tra domanda e offerta. (Es.
Borsa valori; Bit; il mercato delle attivit
patrimoniali di Cannes (interessante nel 2003
linteresse del capitale privato ad investire in
Sicilia); Medibit (borsa internazionale del turismo
mediterraneo), presenta lofferta turistica
dellarea mediterranea.
Decentralizzato o libero (Es. il mercato del
lavoro o il mercato di qualsiasi bene)
Elettronico (via Internet)
Nel mercato in cui domanda e offerta sono
uguali si ha lequilibrio e il corrispondente prezzo
il prezzo di equilibrio
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Forme di mercato
Concorrenza perfetta
Ipotesi:
Omogeneit del bene (con le stesse caratteristiche)
Pluralit di compratori e venditori tale che ciascun
compratore e venditore non pu influire sul prezzo del
bene
Concorrenza imperfetta assume diverse forme:
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Microeconomia
Studia:
Il comportamento del singolo consumatore
Il comportamento della singola impresa
Il comportamento del singolo mercato (dei beni, del
lavoro, dei fattori produttivi, dei capitali, ecc.)
Il funzionamento del sistema economico nella sua
interezza attraverso la teoria dellequilibrio
economico generale, che mette insieme i risultati
raggiunti in precedenza in tema di comportamento di
consumatori, imprese e mercati. E un punto di arrivo
(a differenza della macroeconomia che assume
linterdipendenza del sistema economico nel suo
insieme come puntohttp://unict.myblog.it
di partenza dellanalisi).
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Graficamente:
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variazione % della D
ED =
variazione % del P
LED pu avere valore 1: se la domanda si riduce nella
stessa misura % dellaumento % del prezzo.
questo un caso raro.
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50
ED =
=1
50
Ci sono poi due casi limite:
a)La domanda perfettamente elastica (o elasticit
infinita (E)) quando aumenta infinitamente ad ogni
piccola riduzione di prezzo. Graficamente una linea
orizzontale.
b)La domanda perfettamente anelastica o nulla
quando non varia affatto alle variazioni di prezzo.
Graficamente una linea verticale.
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60
= 1,2
50
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Graficamente:
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20
ED =
= 0,4
50
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Ricavo = Q P
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Domanda anelastica
(generi di prima
necessit)
Domanda elastica
(altri beni, compresa
la domanda turistica)
Aumento di P aumento di
RT (ricavo totale)
Riduzione di P riduzione
di RT
Aumento di P riduzione di
RT
Riduzione di P aumento di
RT
Aumento di P RT invariato
Domanda con
elasticit=1
Riduzione di P
invariato
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RT
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Lofferta di mercato
Esprime il comportamento dellimprenditore- venditore.
Essa la quantit di un bene che il venditore offre
sul mercato. Lofferta dipende:
a) Dal prezzo
b) Dalle condizioni di mercato
Costo dei fattori produttivi (relazione inversa)
Tecnologia (relazione diretta)
Eventi casuali (es. in agricoltura le condizioni
climatiche influenzano lofferta).
Anche per lofferta si considerano date le condizioni di
mercato, per cui lofferta
di
un
bene
dipende
dal
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prezzo. La relazione tra Q0 e P diretta.
Graficamente:
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Casi limite:
a) Elasticit nulla (zero) o perfettamente
anelastica quando ad ogni variazione di P
lofferta resta immutata. Graficamente si ha
una curva verticale.
b) Elasticit infinita o perfettamente elastica
quando una minima variazione di prezzo fa
variare di molto lofferta. Graficamente una
curva orizzontale
c) Elasticit unitaria quando lelasticit dellofferta
rispetto al prezzo uguale a 1. Graficamente
linea a 45.
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Teoria dellutilit
Supponiamo:
Dato il prezzo dei beni
Dato il reddito disponibile
Che ci sia concorrenza perfetta
Il consumatore dovr scegliere tra i panieri alternativi di
beni secondo il criterio di razionalit che gli indica la
scelta ottimale.
Il consumatore sceglie quei beni ai quali attribuisce un
maggiore valore in termini di utilit nel senso di
soddisfacimento, di piacere. Dal punto di vista
economico importante il concetto di utilit marginale,
che lutilit che se ne ricava da una unit aggiuntiva
del bene.
La somma di tutte le utilit marginali ci d lutilit totale,che
aumenta allaumentare del consumo del bene.
Legge dellutilit marginale decrescente: man mano che
aumenta il consumo di un bene lutilit marginale
decresce.
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Graficamente:
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70
0,5
= 0,5
Da C a D il rapporto
1
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La mappa di indifferenza
Il consumatore avr maggiore soddisfazione se disporr
di pi generi alimentari e pi vestiario. Questa
maggiore soddisfazione viene rappresentata via via
da diverse curve di indifferenza.
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p1q1 + p2 q2 Y
Graficamente la retta di bilancio una linea con
pendenza negativa. Se il consumatore spende meno
di Y, la differenza costituisce risparmio (punto C del
grafico).
Nellesempio di due beni, cibo e vestiario, il
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consumatore ha variehttp://unict.myblog.it
combinazioni di scelta:
Ris
m
par
io
c
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Supponiamo:
Y = 480
PGA = 120
Pv = 80
1.
2.
3.
Y
480
=
=4
Domandare solo cibo. Quantit acquistata=
Pcibo 120
PV
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80
120
= 1,5
80
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PV
PGA
= SMS
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PV
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Concludendo
Nel modello di scelta il consumatore ha ordinato le
alternative secondo le proprie preferenze e, tenendo
conto del reddito e dei prezzi, ha individuato cos la
quantit domandata.
Precisazione. I termini acquisto e domanda devono
tenersi distinti, anche se spesso si usano
indifferentemente.
Acquisto significa che il consumatore in grado di
effettuare lacquisto sul mercato.
Domanda significa soltanto che il consumatore ha
deciso di acquistare ma non detto che poi acquista
effettivamente. E ci per diversi motivi. Uno potrebbe
essere che se il prezzo basso e la domanda alta, e
lofferta sar insufficiente a soddisfarla per intero.
Es. un turista che domanda un viaggio in Spagna
trova esaurite le prenotazioni, per cui non pu
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effettuare lacquisto http://unict.myblog.it
del servizio turistico.
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I fattori produttivi
Ogni processo produttivo, che viene attuato per produrre
beni (output),
Di consumo
beni
Di investimento (cio mezzi di produzione)
necessita di risorse materiali, i c.d.
Fattori Produttivi
Terra o risorse
lavoro Capitale (strumenti
naturali (terra,
di produzione e beni
materie prime del
intermedi)
sottosuolo o
foreste, fiumi, laghi,
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mare)
100
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102
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Abbiamo inoltre:
Holding: quellimpresa che, in una S.p.A. possiede
almeno il 50,1% delle azioni, e ci le d diritto di
controllare le altre societ. La holding detta anche
societ capogruppo o societ madre. Le societ
controllate possono appartenere allo stesso ramo
produttivo, o a rami diversi oppure avere differenti
stadi del processo produttivo.
Trust: una forma di coalizione di imprese integrate fra
di loro, che giuridicamente restano autonome e
distinte, ma sotto ununica direzione che pu
decidere per tutto il gruppo.
Cartello: un accordo tra imprese operanti in uno stesso
settore produttivo. Le imprese non sono integrate fra
di loro e non sono sotto la stessa direzione. Lo scopo
dellaccordo quello di ridurre la concorrenza fra di
loro mediante la fissazione dei prezzi di vendita dei
prodotti e la spartizione
dei mercati. Il cartello pi 109
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conosciuto lOPEC.
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Graficamente:
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La produttivit
il rapporto tra output e input.
output totale
produttivit totale =
unit di input totali (capitale, lavoro)
output totale
produttivitdellavoro =
unit di lavoro
output totale
produttivit del capitale =
unit di capitale
La produttivit aumenta per effetto di:
Un aumento del progresso tecnico
Un aumento delle economie di scala
Livello di specializzazione dei lavoratori
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Dobbiamo distinguere:
Dal punto di vista contabile: il costo totale uguale ai costi che
danno luogo a esborsi di moneta. Sono tutti i costi che figurano
nel conto Profitti e Perdite.
Dal punto di vista economico: il costo totale comprende anche i
costi extracontabili, cio i costi opportunit, cio i rendimenti
alternativi delle risorse utilizzate. Le risorse che pi
significativamente hanno un costo opportunit sono il capitale e
il lavoro. Col capitale investito si potevano acquistare BOT e
limprenditore poteva offrire il suo lavoro e ottenere uno
stipendio. Interessi dei BOT e stipendio sono costi opportunit
e fanno parte dei costi totali.
Cio, dal punto di vista economico tra i costi totali vi sono i costi
del capitale proprio e la remunerazione per il lavoro svolto
dallimprenditore. Questa precisazione importante per capire
il concetto di profitto che influisce sulla decisione di investire o
meno.
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Il profitto pu essere:
a) Profitto normale o Profitto economico zero: quando i
ricavi totali sono uguali ai costi totali (compresi i costi
opportunit del capitale proprio e del lavoro
dellimprenditore)(normale per limprenditore, zero per limpresa)
b) Extraprofitto o profitto economico: quando i ricavi
totali sono superiori ai costi totali (compresi i costi
opportunit). questa differenza che decisiva
perch limprenditore scelga di fare limprenditore
anzich limpiegato, in quanto guadagna pi del
costo opportunit.
Alcuni concetti di costo, quali indici di riferimento per il
controllo delleconomicit
dellimpresa
:
costo
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marginale (CM) e costo medio unitario (CU)
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100
CU =
= 100
1
Costo totale per produrre 2 maglioni 110
110
CU =
= 55
2
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Graficamente:
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Notiamo che:
a) Il costo medio unitario (CU) sin dallinizio parte da
un livello pi alto rispetto al CM. Si abbassa
gradualmente fino a raggiungere valori inferiori al
CM. Il costo medio influenzato dal costo
variabile, cio dal costo marginale, e dal costo
fisso.
b) Il costo marginale nel primo tratto inferiore al
costo medio. Nel punto M incrocia il CU nel suo
punto di minimo, e poi, per ulteriori quantit
prodotte, aumenta pi del costo medio. Fino a
quando il CM inferiore al CU, il CU diminuisce.
Quando il CM maggiore del CU, il CU aumenta.
Fino al punto M per ogni unit aggiuntiva di
produzione il CM diminuisce in maniera meno che
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proporzionale.
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CF
CFU =
Q
Essendo fisso, il costo fisso unitario diminuisce
allaumentare della quantit prodotta.
Costo variabile unitario:
CV
CVU =
Q
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Le scelte dellimprenditore
Come i consumatori, anche gli imprenditori devono
prendere delle decisioni ed effettuare delle scelte:
cosa, quanto e come produrre. Devono essere
razionali, cio minimizzare i costi e massimizzare i
ricavi.
Le scelte dellimprenditore si basano su previsioni. Egli
pianifica il livello di produzione e sceglie la
combinazione dei fattori produttivi in base a
determinati vincoli da rispettare: vincoli tecnici
(tecnologia disponibile) e vincoli di mercato
(domanda e prezzo). In particolare le scelte
riguardano:
a) La grandezza, o scala, di produzione
b) La dislocazione dellimpresa
c) La tecnica produttiva (scelta di lungo periodo)
d) La combinazione ottima
dei fattori produttivi (scelta
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di breve periodo)
Es.
Per la raccolta del grano un contadino pu scegliere
come tecnica produttiva la falce (e molti operai) o la
macchina falciatrice (e un solo operaio)
Un ristoratore pu scegliere di utilizzare una
lavastoviglie per lavare i piatti ( e un solo operaio) o
nessuna lavastoviglie (e molti operai).
La scelta della tecnica produttiva molto importante in
quanto da questa scelta dipende il rapporto tra
capitale fisso (lavastoviglie) e capitale variabile (N. di
lavoratori e beni intermedi) e quindi il rapporto tra costi
fissi e costi variabili.
importante perch dallinstallazione del capitale fisso
limpresa determina le caratteristiche del processo
produttivo e acquisisce una determinata capacit
produttiva, intesa come la quantit di beni e servizi
che pu essere ottenuta dallutilizzazione del capitale
fisso.
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Supponiamo che:
Il prezzo di una unit di capitale=4
Il prezzo di una unit di lavoro = 5
Moltiplicando quantit dei fattori per il prezzo si ha:
Tecnica A: (0,25 x 4)+(0,45 x 5)= 3,25
Tecnica B: (0,38 x 4)+(0,30 x 5)= 3,02
La tecnica B pi conveniente: consente di
produrre una unit di bene a costi inferiori.
Naturalmente la variazione dei prezzi dei fattori
produttivi pu cambiare la convenienza della
tecnica produttiva.
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Graficamente:
Se consideriamo la combinazione di due fattori per
ottenere la stessa quantit di output abbiamo una
curva detta isoquanto (che si pu paragonare alla
curva di indifferenza del consumatore).
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isoquanto
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Per sapere qual il costo totale per ogni combinazione dei due
fattori dobbiamo conoscerne il prezzo. Il costo totale dipende
dalla quantit che si stabilita di produrre e dal prezzo dei due
fattori. Graficamente il costo totale viene rappresentato da una
linea, detta isocosto.
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La curva di offerta
Abbiamo visto i modelli di scelta dellimpresa:
Scelta della tecnica produttiva (combinazione degli
input)
Scelta della quantit prodotta (in base ai costi totali)
Queste scelte non sono sufficienti perch limprenditore
stabilisca la quantit prodotta e offerta e il suo
profitto.
Limprenditore, abbiamo visto, ha stabilito la quantit da
produrre in base ai costi totali di produzione.
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P > CU
P > CVU
Tornando al nostro grafico, dal punto B in poi, e con un prezzo =
40, per ogni unit aggiuntiva, come si detto, si avr un ricavo
totale maggiore per laumento della quantit prodotta, ma un
profitto sempre in diminuzione. Non si ha extraprofitto perch
P<CU.
Se il prezzo 50 non solo si massimizza il profitto dellultima unit
aggiuntiva, ma si ha anche extraprofitto, in quanto P>CU. Man
mano che aumenta la produzione lextraprofitto va man mano
diminuendo, fino ad azzerarsi
nel punto E.
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P > CU
P CVU
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MACROECONOMIA
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macroeconomia
Loccasione per verificare i limiti del mercato
stata data dalla crisi del 1929: crisi di
sovrapproduzione
riduzione di produzione
e di occupazione.
Perch esiste la disoccupazione?
Carenza di domanda
La domanda effettiva fu il centro dellanalisi di
Keynes esposta nella sua famosa pubblicazione
<< Teoria generale delloccupazione,
dellinteresse e della moneta>>
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I PRESUPPOSTI
DELLA TEORIA KEYNESIANA
1) il sistema economico sempre in equilibrio di
sottoccupazione.
2) la domanda che crea lofferta.
3) i prezzi e i salari sono rigidi.
4) presente il settore pubblico.
5) la moneta non neutrale.
Con Keynes si ritorna a parlare di Economia politica.
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Economie di mercato
(le decisioni
avvengono nel mercato
attraverso il sistema
dei prezzi. Domanda e
offerta sono infatti correlate
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al prezzo)
Economie pianificate
(le decisioni sono
centralizzate. Prezzi
fissati a livello
centrale)
176
Economie
Capitalistiche (mezzi di
produzione di propriet
privata. Le imprese
private decidono
quanto produrre, quanti
lavoratori assumere,
ecc.)
Economie socialiste
(mezzi di produzione di
propriet pubblica. E lo
Stato che decide
quanto, cosa e per chi
produrre, e fissa i
prezzi)
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Aspetto reale
Governo
Beni
Famiglie
Imprese
Servizi
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Aspetto monetario
Governo
Famiglie
Ricavi
Salari
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Imprese
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Disoccupat i
u=
100
Forza _ lavoro
Es. Forza lavoro 1000
disoccupati 50
50
u=
= 0,05 100 = 5%
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2. Tasso di inflazione
Lo calcoleremo quando conosceremo il
valore del PIL nominale e reale.
Linflazione, cio laumento generalizzato
e continuo dei prezzi, riduce il potere
dacquisto della moneta. Linflazione
penalizza i consumatori, i percettori di
reddito fisso, mentre agevola chi ha dei
debiti.
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3. La produttivit
la quantit media per lavoratore di
beni e servizi finali prodotta da una data
economia.
Se il tasso di crescita della produttivit
pari a zero si parla di societ a somma
zero. Ci significa che se si vogliono, ad
es., pi beni di consumo bisogna
rinunciare a qualche altro bene o
servizio.
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4. Il tasso di interesse.
il costo del denaro. Un tasso di
interesse alto danneggia gli investitori, i
debitori, e anche il governo, quando, per
coprire il bilancio statale in disavanzo,
ricorre allemissione di titoli pubblici
(BOT, CCT), contribuendo allaumento
del debito pubblico.
I vantaggi sono per il risparmiatore e per
la BP relativamente allentrata di valuta
estera per investimenti finanziari.
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5. Il tasso di cambio
il prezzo di una moneta espresso in termini di
unaltra moneta. Es. il cambio Euro-Dollaro pari a
1-1,03.
La variazione del cambio significa apprezzamento o
deprezzamento della moneta.
Se il cambio /$ aumenta,lEuro si apprezza,
viceversa, se diminuisce, si deprezza. Se causato
dallo Stato si parla di rivalutazione e svalutazione.
Se lEuro si svaluta saranno danneggiate le
importazioni, sopratutto di materie prime, pagate in
dollari, e ci pu significare anche inflazione. Ma
saranno avvantaggiate
le esportazioni.
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188
6.
La moneta
Il capitale
Ricapitolando.
Limportanza di questi concetti che sono collegati tra
di loro: la specializzazione aumenta lefficienza
produttiva e la produzione; la produzione fa aumentare
gli scambi; la moneta rende gli scambi pi rapidi e
finanzia con i risparmi gli investimenti; laumento degli
investimenti fa aumentare il reddito, e quindi i consumi e
il tenore di vita.
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190
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191
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192
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193
194
Lofferta aggregata
Per i classici ( la legge di Say o legge degli sbocchi)
lofferta che crea la domanda. La curva di offerta
verticale. Si produce in piena occupazione. La
flessibilit dei prezzi assicura lequilibrio dei singoli
mercati e del sistema. Se aumenta la domanda oltre la
piena occupazione, non potendo aumentare lofferta,
aumentano i prezzi e si innesca linflazione.
Graficamente lofferta classica, essendo di piena
occupazione, una linea
verticale.
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195
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196
197
Lofferta aggregata
Mette in relazione il
prezzo e la quantit
offerta. una
relazione diretta e la
curva ha pendenza
positiva
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198
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199
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200
Costi di
produzione
Le determinanti dellofferta
1. Il prezzo
2. Il costo dei fattori produttivi: salari, materie
prime ecc.. in relazione inversa con la
quantit offerta
3. La tecnologia o progresso tecnologico Una
tecnologia avanzata riduce il lavoro umano e
quindi il costo del lavoro, che fa aumentare la
produttivit e lofferta
4. Le aspettative sul futuro andamento dei
prezzi. Se si attende un aumento dei prezzi
aumenta lofferta
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201
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202
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203
Variazioni dellequilibrio
Si hanno quando la quantit domandata o offerta
variano per una o pi determinanti diverse dal
prezzo. Si ha una trasposizione delle curve a
destra o a sinistra, una variazione di prezzo e un
nuovo equilibrio.
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204
PIL
ovvero
Lofferta aggregata
ovvero
PIL = Q P
( PQ )
2002
2002
Q= quantit prodotta
P= prezzi
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206
209
PIL PRO-CAPITE
Un indicatore di riferimento per esprimere il benessere
il PIL pro-capite (PIL medio per abitante).Neanche
questo un indice affidabile in quanto vi confusione
nel calcolo statistico (es. di riferimento le due persone
che mangiano il famoso pollo).
Viene chiamato in causa il problema della distribuzione
del reddito. Il PIL pro-capite ci dice che tutti hanno lo
stesso reddito.
Come indicatore di benessere superato in quanto oggi
per benessere si intende lo sviluppo integrale della
persona, il ben-essere, lo star bene, a cui
contribuiscono, oltre il reddito, altri fattori non monetari:
210
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salute, istruzione, durata
della vita, tempo libero.
NAZIONALE
AL REDDITO DISPONIBILE
Il PIL si basa sul criterio di territorialit: computa il valore
dei beni e servizi prodotti nel territorio nazionale, sia
dagli italiani che dagli stranieri non residenti che
lavorano in Italia.
Il PNL si basa sul criterio di nazionalit: computa il
valore dei beni e servizi prodotti da tutti i connazionali
(lavoratori o imprenditori), sia che lavorino in Italia che
allestero, ma che hanno la residenza in Italia.
Il PNL cio il PIL corretto per i flussi di reddito netti dal
resto del mondo e rappresenta il totale dei redditi
percepiti dai fattori produttivi (capitale utili- e lavoro
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211
rimesse), impiegati sia in Italia che allestero.
212
PNL
meno
beni intermedi
PIL o VA
meno
ammortamenti
PIN o RNN
meno
pi
meno
pi
imposte indirette
sovvenzioni pubbliche
alle imprese (o contributi sociali alla produzione)
PIN o REDDITO NAZIONALE NETTO
o VA
(al costo dei fattori)
imposte dirette
trasferimenti dallo Stato alle famiglie
REDDITO DISPONIBILE
213
utilizzano e
trasformano
Beni intermedi
(materie
prime,
semilavorati)
ottengono
PNL (Q):quantit di beni e servizi
in termini monetari
PNL = Q x P
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214
215
Fornaio
produzione
costi
(pane)
-grano 10
-salari 20
100
-farina 20
-salari 40
216
100
20
80
PIL TOTALE
40
80
120
Euro
salari e stipendi
- interessi
- Profitti (Pr)
- ammortamenti
- imposte indirette nette
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(nette da eventuali trasferimenti)
218
Per cui:
PIL = W + R
PIL = W + Pr
valore del
Prodotto nazionale
reddito distribuito
Reddito nazionale
219
ES.
Salari Euro 20
Profitti Euro 20(50-costi totali(30)
40
120
Euro
LOFFERTA AGGREGATA
Il prodotto nazionale, cio la quantit di beni e servizi
prodotti, rappresentano le RISORSE DISPONIBILI,
ovvero LOFFERTA AGGREGATA, risorse che
aspettano di essere impiegate, cio domandate. In
uneconomia aperta, le risorse disponibili sono date dalla
produzione interna e dalle importazioni (M). Per cui:
RISORSE DISPONIBILI = PNL + M
meno i beni intermedi
in termini monetari
si ha il PIL
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221
PIL = W + Pr
redditi percepiti
da chi ha contribuito
alla produzione, cio
Per cui:
OFFERTA AGGREGATA = Y + M
(RISORSE DISPONIBILI)
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222
LA DOMANDA AGGREGATA
Le risorse disponibili vengono vendute sia allinterno
del paese (domanda interna) che allestero (domanda
estera). Insieme formano la domanda aggregata o
globale, che formata da:
- C (domanda di beni di consumo e servizi)
- I (domanda di beni di investimento - imprese private)
- G (domanda della PA: Cg e Ig)(utilizzando fondi
pubblici la chiameremo Spesa pubblica)
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223
- E (domanda estera - esportazioni)
Y=C+I+G+E-M
E questo il nostro modello macroeconomico.
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224
Y=C+I+G+E-M
PIL
o Valore aggiunto
Risorse impiegate
lordo monetario
o Domanda globale o aggregata
o Reddito nazionale o Spesa globale o aggregata
o Offerta globale o
aggregata
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225
REDDITO DISPONIBILE
E il reddito di cui i consumatori dispongono (dopo aver
pagato le imposte e i contributi sociali obbligatori) e che
ripartiscono tra consumi (C) e risparmi (R).
Y=C+R
Questa relazione ci serve per costruirci una
fondamentale condizione di equilibrio del sistema
economico: uguaglianza tra risparmi e investimenti
R=I
Dimostrazione:
227
PIL reale = Q P
(Q )
2002
2001
PIL nominale
PQ
reale
=
PIL
deflatore
P
(Q )
http://unict.myblog.itdel PIL
228
PIL nominale
Deflatore del PIL =
Pil reale
Cio Defl = PxQ / Q = P
Q
P
PIL
pizze pizze nominale
2001
100
2002
150
200
1 200
600
229
2 300
deflatore
deflatore
deflatore
anno t
anno (t - 1)
100
(t - 1)
2 1
Es.
100 = 100
1
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Su base percentuale il tasso
di inflazione del 100%230
Le fluttuazioni economiche
o cicli economici
Le serie storiche dellandamento del PIL
mostrano:
Nel lungo periodo un andamento
crescente (nei Pi)
Nel breve periodo uneconomia che oscilla
tra periodi di espansione e periodi di
depressione, pi o meno prolungati e di
ampiezza diversa, chiamati cicli
economici.
Il ciclo economico si pu definire il
cambiamento nelle condizioni dell attivit
economica, cio http://unict.myblog.it
le variazioni del PIL reale232
nel breve periodo.
http://unict.myblog.it
233
http://unict.myblog.it
234
235
236
237
240
La domanda globale
ovvero
241
Y = C+I+G+E-M
http://unict.myblog.it
242
Y = C+I+G+EC+I+G+E-M
(PIL)
Variabili
indipendenti
dal reddito
Variabili dipendenti dal reddito
Questa relazione riguarda i programmi di spesa e di
produzione, che sono decisioni ex-ante.
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243
244
Se Y>C+I
Aumentano le scorte
Che si incorporano in I
Aumenta I
Equilibrio ex-post
Y<C+I
Diminuiscono le
scorte
Aumenta C
Equilibrio ex-post
246
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249
251
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252
Rilevano le transazioni
connesse con la
produzione, distribuzione,
redistribuzione e impiego
del reddito
conti finanziari
Rilevano le
transazioni monetarie
e finanziarie
254
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255
256
257
258
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259
Altri Eventi:
Es, lapertura agli scambi internazionali che,
permettendo una specializzazione
internazionale del lavoro (che riduce i costi di
produzione) e usufruendo di un mercato
internazionale pi vasto, fa aumentare la
produzione mondiale.
In un singolo paese la parte di beni importati
(M) fa aumentare le risorse disponibili, cio
lOA.
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260
http://unict.myblog.it
261
Equilibrio macroeconomico
Si ha dallincontro tra DA e OA.
262
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264
C = C 0 + cY
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266
Graficamente:
http://unict.myblog.it
267
268
Y=200
c=0,7
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269
Y =C+R
R =Y C
r=
R = rY
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270
Graficamente:
Funzione del risparmio
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271
PMC
Consumo
PMR
Risparmio
100
0,8
80
0,2
20
200
0,7
140
0,3
60
300
0,6
180
0,4
120
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272
275
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276
Gli Investimenti
Per Investimenti si intende la domanda, e la
corrispettiva spesa, delle imprese per lacquisto di
mezzi di produzione durevoli addizionali, cio in
aggiunta alla capacit produttiva esistente.
Investimenti fissi (macchinari, impianti e attrezzature in
genere)
Investimenti mobili (mezzi di trasporto, computer)
Nel settore turistico non c ununica impresa che
investe in turismo, ma tante imprese in settori diversi:
277
ristorazione, trasporto,http://unict.myblog.it
agenzie di viaggio.
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278
279
282
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283
284
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285
Graficamente:
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287
Il moltiplicatore degli I
Il modello semplificato della determinazione del
reddito.
Sappiamo che:
Y =C+I
Y = cY + I
Y cY = I
C = cY
Y (1 c) = I
1
Y=
I
1 c
1
1 c
1
PMR =
moltiplicatore. E il reciproco della
r
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289
Il moltiplicatore degli I
Il modello semplificato della determinazione del
reddito.
Sappiamo che:
Y =C+I
Y = cY + I
Y cY = I
C = cY
Y (1 c) = I
1
Y=
I
1 c
1
1 c
1
PMR =
moltiplicatore. E il reciproco della
r
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290
y = 100
Es. Se
C = 80
1
Y =
I
1 c
I = 20
c = 0,8
Es. se I = 10. Il primo effetto sar diretto e immediato
y =C+I
equazione di equilibrio, dove
R=I (condizione di equilibrio)
100 = 80 + 20
I = 10
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291
110 = 80 + 30
Y =
1 c
1
Y =
10
1 0,8
Y = 50
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292
Meccanismo moltiplicativo
Consumi
Investimenti
Risparmio
Reddito
100
80
20
110
80
30
118
88
30
124,4
94,4
30
1,6
128,72
98,72
30
1,08
150
Gli aumenti di C
tendono via via
allo zero
=
120
+
30
10
R = 10 = I
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293
294
Graficamente:
C + I > Y C/ + C/
C + I >Y
Domanda >offerta
Y, cio il PIL, tende ad aumentare per laumento
iniziale di I e degli aumenti successivi di C, fino
alluguaglianza con la domanda.
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296
297
La spesa pubblica G
G una componente autonoma della DA. Il livello di
G dipende dalle decisioni politiche, che vengono
prese in base agli obiettivi macroeconomici che si
vogliono raggiungere.
Lagente economico pubblico il
Settore pubblico = PA + Aziende autonome
Centrale
Monopoli
Locale
(prima della privatizzazione
Enti previdenziali
SIP -Poste Ferrovie)
La PA ha una duplice veste: contemporaneamente
offre servizi che non sono venduti sul mercato e
domanda beni di consumo
e beni di investimento. 298
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Trasferimenti
Sono trasferimenti
monetari unilaterali e a
Ig
scopo
sociale
(costruzione
(pensioni, sussidi di
di strade,
disoccupazione,
ospedali,
scuole, ecc.) contributi alle imprese,
interessi sul debito
pubblico, ecc.)
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299
Imposte dirette
Imposte indirette
Contributi sociali obbligatori
Entrate
fiscali
Redditi da capitali
Entrate
Vendita di beni e servizi
extratributarie http://unict.myblog.it
Altre entrate
300
301
1
y =
G
1 c
Essendo G finanziata da T (prelievo fiscale), ogni
aumento di G comporta un aumento di T.
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304
1
1 c
Il moltiplicatore di T
c
1 c
Ha un valore inferiore a
1
1 c
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305
Es. se
c = 0,8
1
Molt. di G =
=5
1 0,8
0,8
Molt. di T =
=4
1-0,8
306
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307
308
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309
310
(C+I)
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311
312
313
315
La moneta
PIL, C, I, G vengono espressi in moneta.
La moneta si pu definire linsieme di valori, o gli
strumenti, che vengono utilizzati dagli individui per
acquistare beni e servizi.
Le principali funzioni della moneta sono tre:
1. Intermediaria degli scambi: il mezzo di pagamento
comunemente accettato. Essa elimina gli
inconvenienti del baratto (non coincidenza dei
bisogni, indivisibilit dei beni). La moneta
facilmente divisibile, trasferibile, non deteriorabile,
riconoscibile e soprattutto accettata da tutti. Un
sistema economico in cui gli scambi avvengono beni
contro moneta detto economia monetaria. La
moneta d un potere dacquisto a chi la possiede.
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316
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317
318
319
320
321
322
M1
(liquidit primaria
con funzione di
mezzo di
pagamento)
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323
M2
(con funzione di riserva di
valore ma convertibile
velocemente e senza
perdita di valore
M1
Depositi a risparmio
bancari e postali
Certificati di deposito
bancari (titoli emessi
dalle banche)
Fondi comuni di
investimento
Raccolta bancaria
pronto contro termini
(lo steso cliente vende
titoli a pronti e li
riacquista a termine)
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324
M3
M2
BOT, CCT (detenuti dal
pubblico non bancario)
Buoni fruttiferi postali
Depositi presso filiali di
banche italiane allestero
Accettazioni bancarie
(cambiali emesse da un
cliente di una banca che
firma per accettazione
e diventa lobbligato
principale fra tutte le
girate
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325
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326
Raccolta
risparmio
Euro 1000
Depositati e
dati in
prestito 600
Prelevati 100
Depositati e dati
in prestito 400
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Depositati e
dati in
328
prestito 300
330
Il mercato monetario
Come qualsiasi mercato formato da domanda e
offerta di moneta. Lincontro tra domanda e
offerta determina il valore della moneta, cio il
prezzo della moneta, il tasso di interesse
nominale e segna lequilibrio del mercato
monetario.
Lofferta di moneta
una variabile decisa dalla Banca centrale e
tenuta sotto controllo. La curva dellofferta di
moneta pertanto verticale. Essa non
influenzata dal tasso di interesse, ma lo
influenza.
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331
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332
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335
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336
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339
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341
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342
Occupazione e disoccupazione
Per i classici il sistema economico sempre in
equilibrio di piena occupazione: si risparmia, si
investe fino a raggiungere il PIL potenziale,
occupando tutte le risorse (lavoro, capacit
produttiva).
Tutta la produzione trova sbocco sul mercato.
Legge degli sbocchi o legge di Say: lofferta crea
la propria domanda. Gli squilibri nei singoli
mercati vengono corretti dalla legge della
domanda e dellofferta, cio dai prezzi.
Nel sistema economico classico non esiste
disoccupazione.
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343
344
345
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346
347
Disoccupazione
Keynesiana per
carenza di domanda
http://unict.myblog.it
Tasso naturale
Disoccupazione
strutturale
di disoccupazione
348
350
La disoccupazione pu essere:
Frizionale: data dal normale processo di ricerca di
un posto di lavoro (3-4-5 mesi). Si pu risolvere con
misure volte a far incontrare domanda e offerta di
lavoro (Agenzie per il lavoro, Internet)
Ciclica: dipende dallandamento congiunturale
delleconomia (cicli economici). quindi legata
allandamento del PIL e della produzione. Si ha
durante le fasi di recessione e di depressione quando
DA<OA. Si pu risolvere con una politica economica
espansiva.
Strutturale: dipende dalle caratteristiche strutturali
delleconomia, che porta alla non coincidenza tra
domanda e offerta di lavoro: squilibri territoriali,
settoriali, di qualificazione. Si pu risolvere, se si
risolve, nel lungo periodo.
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351
La disoccupazione pu essere:
Volontaria: riguarda quella parte di
lavoratori che, pur trovando un posto di
lavoro lo rifiutano perch ritengono basso
il salario di equilibrio del mercato. La teoria
della disoccupazione volontaria non si
concilia con la teoria classica, dove i salari
flessibili non eliminano la disoccupazione
volontaria.
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352
Graficamente:
http://unict.myblog.it
353
354
Graficamente:
Legge di Okun
Abbiamo visto che c un legame tra mercato dei
beni e mercato del lavoro: quando il PIL effettivo
aumenta la disoccupazione diminuisce (ciclica di
breve periodo).
Okun, analizzando questo legame ha formulato la
legge secondo la quale ogni aumento del PIL
reale di 2 punti percentuali riduce la
disoccupazione di 1 punto percentuale.
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356
frizionali
N disoccupati
Tasso naturale
strutturali
=
100
occupati
di disoccupazione
Forza lavoro
disoccupati
frizionali
ciclici
N disoccupat i
struttural i
tasso di disoccupaz ione =
100
occupati
Forza lavoro
disoccupat i 357
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N occupati
tasso di occupazion e =
100
Forza lavoro
Forza lavoro
tasso di attivit =
100
Popolazion e totale
I disoccupati sono coloro che cercano lavoro. Non sono
quindi disoccupati gli studenti, i pensionati, le
casalinghe.
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358
359
Calcolo dellIPC
Si sceglie un anno base (il 2000) assegnando al prezzo
di ciascun bene e servizio il prezzo di 100.
Nel 2000 i consumi sono stati ripartiti, per semplicit, in
tre beni:
il 20% generi alimentari
il 50% acquisto casa
il 30% cure mediche
IPC del 2000, anno base, 100, ottenuto sommando
qxp di ciascun bene e servizio.
[qxp]+[qxp]+[qxp]
[0,20x100]+[0,50x100]+[0,30x100]
20
+
50 +
30 = 100
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361
362
Oppure in formula:
q p
IPC =
q p
0
100
106,4
IPC =
100 = 106,4
100
106 ,4 100 = 6 ,4 (tasso di inflazione)
Oppure: tasso di =
inflazione del 2001
IPC2001 IPC2000
100
IPC2000
106,4 100
100 = 6,4
100
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363
364
365
Linflazione
laumento generalizzato e continuo del livello
generale dei prezzi (P).
Il tasso di inflazione viene misurato utilizzando lIPC o
il deflatore del PIL in riferimento a 1 anno o anche
mensilmente
tasso di
IPC2001 IPC2000
=
100
inflazione
IPC2000
oppure
tasso di
Deflatore 2001 Deflatore 2000
=
100
inflazione
Deflatore 2000
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366
Linflazione pu essere
Moderata se P aumenta lentamente, nellordine di un
tasso di inflazione a 1 sola cifra
Galoppante Se il tasso di inflazione a 2 o a 3 cifre.
devastante per leconomia. Si riduce il potere
dacquisto e si riducono i C. Si investe di meno per gli
alti costi di produzione. I salari si agganciano a P. Si
ha fuga di capitali allestero. Pu ancora essere
gestita.
Iperinflazione quando il tasso di inflazione ha cifre da
capogiro: 8-10 cifre. catastrofica per leconomia.
Tutti cercano di disfarsene comprando beni immobili,
facendone lievitare ulteriormente i prezzi. Fuga di
capitali allestero. Richiesta di alti aumenti salariali.
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367
Cause dellinflazione
Un tasso di inflazione, seppure minimo, esiste sempre
nelle economie moderne. il cd. Tasso di inflazione
inerziale, o di fondo, o prevista.
A questo tasso di inflazione i cittadini si sono abituati e
i sindacati ne tengono conto nelle contrattazioni
collettive. In questo tipo di inflazione, in assenza di
shock da domanda o da offerta, un ruolo importante
svolto dalle aspettative. I prezzi e i salari vengono
fissati tenendo conto del previsto aumento dei prezzi.
Diventa una spirale prezzi salari, anche se di entit
modesta.
Inoltre il PIL reale sempre inferiore al PIL nominale
per linfluenza dellinflazione inerziale.
Le cause pi significative dellinflazione sono leccesso
di domanda e laumento
dei costi.
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368
Inflazione da domanda
Fino a quando il sistema non ha raggiunto
lequilibrio, di piena occupazione cio fino
a quando c disoccupazione, un aumento
della DA fa aumentare i prezzi ma anche
la produzione. E ci fino a quando non si
arriva al PIL potenziale, cio fino a quando
le imprese sono disposte ad aumentare la
produzione, restando lungo la stessa
curva di offerta.
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369
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370
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La curva di Phillips
Leconomista inglese individu che nel breve periodo
esiste un rapporto inverso tra tasso di inflazione e
tasso di disoccupazione: a un tasso di inflazione alto
corrisponde un tasso di disoccupazione basso, cio
un alto tasso di occupazione.
Ci si spiega perch unalta occupazione fa aumentare i
salari, e quindi i prezzi.
Laumento dei prezzi sar uguale allaumento dei salari
se la produttivit media del lavoro uguale a zero.
Se la produttivit aumenta, laumento dei prezzi sar
inferiore allaumento dei salari.
Tasso di
Tasso di crescita
Tasso di crescita
=
inflazione
dei salari
della produttivit
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Leconomia aperta
Y=C+I+G+X-M
Spesa
Spesa dipendente
autonoma dal reddito
I rapporti con lestero hanno influenza
sulleconomia interna attraverso:
I prezzi esteri
Il tasso di cambio
La quantit di beni importati ed esportati
Inoltre attraverso il canale estero possiamo
creare o distruggere base monetaria
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Scambi di beni
Scambi di servizi
Trasferimenti unilaterali (rimesse
degli emigranti, regalie, donazioni
pubbliche e private
Investimenti diretti
Investimenti finanziari (acquisto di
titoli pubblici o privati)
Partite correnti
Movimenti di
capitali
(acquisto di
attivit
patrimoniali)
Saldo partite
correnti
Saldo movimenti
di capitali
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Saldo BP
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Crediti
(vendite) o
esportazioni
+
Debiti
(acquisti o
importazioni)
-
Saldo
I PARTITE CORRENTI
A. Merci e servizi
Bilancia
1. Merci10
Commerciale
2. Trasporti e assicurazioni
Bilancia dei
3. Viaggi allestero (turismo)
servizi
4. Redditi da capitali (cio guadagni degli IDE)
B. Trasferimenti unilaterali
5. Privati
6. Pubblici20
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Totale A e B = saldo partite correnti
Vendite
(indebitamento)
+
Voci
acquisti
(accreditamento)
Saldo
II MOVIMENTO DI CAPITALI
1. Investimenti
2. Prestiti
3. Crediti commerciali e altri capitali..10
Totale
Totale della I e II parte
Errori e omissioni
Saldo Bilancia dei Pagamenti
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Voci
Crediti
Debiti
Saldo
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Da cosa dipendono E e M?
Dipendono da:
1. Il rapporto tra prezzi interni e prezzi esteri
(prezzi relativi)
2. Il tasso di cambio cio il prezzo di una valuta
espresso in termini di unaltra valuta
(nominale)
3. Il livello del reddito del paese acquirente per le
importazioni
4. Le preferenze dei consumatori per beni e
servizi esteri
5. Il costo di trasporto dei beni da un paese
allaltro
6. Latteggiamento dei governi rispetto al
commercio internazionale
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Due considerazioni:
1. La riserva valutaria serve per fronteggiare gli
squilibri temporanei fra incassi e pagamenti, cio la
riserva valutaria pu essere utilizzata per periodi
ragionevolmente brevi (4-6 mesi), mentre, oltre
questo periodo essa deve essere ricostituita, nel
senso che le entrate devono pareggiare le uscite:
importazioni ed esportazioni devono equilibrarsi.
Non , infatti, auspicabile avere riserve valutarie in
eccesso o in difetto. Se sono troppe il paese
avrebbe una risorsa inutilizzata, e sarebbe uno
spreco di risorse; se sono troppo poche viene meno
la possibilit di importare ed effettuare pagamenti
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allestero.
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La domanda di euro pu
aumentare:
Per laumento della domanda estera
Per laumento dei prezzi esteri che spinge ad
acquistare beni Italiani
Per laumento dei tassi di interesse in Italia, che
attirano investimenti finanziari.
Per laumento dei tassi di rendimento del
capitale in Italia che attirano investimenti diretti
Per laumento del reddito nel paese estero
Per laumento dei turisti stranieri in Italia
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Pi
tasso di cambio reale = tasso di cambio nominale
Pe
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C + I + G + E - M
Domanda
Domanda
interna
estera (BC)
Il saldo attivo della BC ha un effetto positivo sul PIL e
sulloccupazione, e viceversa.
Si pu avere il sistema in equilibrio anche quando il
saldo della BC negativo, se la domanda interna
alta. Se il sistema in equilibrio di piena occupazione,
gli ulteriori saldi positivi della BC portano ad un
aumento della DA superiore allOA. Il risultato quello
di avere una fase espansiva delleconomia, ma si
innesca linflazione. http://unict.myblog.it
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1
M =
Y
PMm
0<PMm<1
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1
1 c
(1 c) + m
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1Esercizio
Nel modello semplificato della domanda
aggregata conosciamo i seguenti dati:
C = 100 + 0,8 Y
I = 50
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2Esercizio
Considerate uneconomia che produce solo tre
beni: bistecche, uova e vino. La tabella ci fornisce
le quantit vendute e i prezzi negli anni 1990 e
2000.
---------------------------------------------------------------1990
2000
---------------------------------------------------------------Q
P
Q
P
---------------------------------------------------------------Bistecche
10 2,80
7
3,10
Uova
10 0,70
13
0,85
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Vino
8
4,00
11
4,50 445
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