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12/3/2015

N. 00199/2014 REG.RIC.

N. 00119/2015 REG.PROV.COLL.
N. 00199/2014 REG.RIC.

R E P U B B L I C A

I T A L I A N A

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per l' Abruzzo


sezione staccata di Pescara (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente
SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 199 del 2014, integrato da motivi
aggiunti, proposto da:
Lorenzo D'Alfonso, rappresentato e difeso dagli avv. Alberto Di Vito,
Anton Giulio Giallonardi, Giacomo Papa, con domicilio eletto presso
Agostino Russo in Pescara, Via Marco Polo 3;
contro
Comune di Fresagrandinaria,
Alessandro Forlano, Matteo Delle Donne, Ivo De Innocentis, Aldo Di
Biase, Antonella Albanese, Vincenzo Baccaro, Riccardo D'Ugo, Aldo
Taraborrelli;
Giovanni Di Stefano, rappresentato e difeso dagli avv. Giulio Cerceo,
Domenico Conti, Stefano Corsi, con domicilio eletto presso Giulio
Cerceo in Pescara, Via G. D'Annunzio 142;
Roberto Sciascia, rappresentato e difeso dagli avv. Vincenzo
Mastrangelo, Gaetano Di Stefano, con domicilio eletto presso Giulio
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Cerceo in Pescara, Via G. D'Annunzio 142;


per l'annullamento
del verbale di proclamazione degli eletti relativo alle elezioni comunali
del Comune di Fresagrandinaria svoltesi il giorno 25 maggio 2014, dal
quale risulta vincitrice la lista n.1 a scapito della lista n. 2 nella quale il
ricorrente si era candidato come sindaco; nonch dei verbali degli uffici
elettorali delle sezioni I e II
Visti il ricorso, i motivi aggiunti e i relativi allegati;
Visti gli atti di costituzione in giudizio di Giovanni Di Stefano e di
Roberto Sciascia;
Visto l'atto di costituzione in giudizio ed il ricorso incidentale proposto
dal ricorrente incidentale Giovanni Di Stefano; Roberto Sciascia,
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nella up speciale elettorale del giorno 26 febbraio 2015 il dott.
Alberto Tramaglini e uditi per le parti i difensori l'avv. Anton Giulio
Giallonardi per il ricorrente, gli avv.ti Giulio Cerceo e Stefano Corsi per
Di Stefano Giovanni e gli avv.ti Vincenzo Mastrangelo e Di Stefano
Gaetano per Sciascia Roberto entrambi controinteressati e ricorrenti
incidentali;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
FATTO e DIRITTO
1 - Il ricorrente stato candidato alla carica di Sindaco del Comune di
Fresagrandinara alle elezioni del 25 maggio 2014 per la lista n. 2,
conseguendo tre voti in meno rispetto al candidato risultato eletto (384
voti lista n. 1; 381 lista n. 2).
Deduce la illegittimit delle operazioni con tre motivi di ricorso, poi
integrati allesito dellistruttoria con due successivi atti contenenti motivi
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Con il primo gruppo di censure sostiene che nella sezione n. 2 sono state
illegittimamente annullate 4 schede con espressioni di voto per la lista n.
2. In particolare:
- (motivo 1.2) due schede sono state annullate perch stato ritenuto
che gli elettori avessero usato una penna in luogo della matita in
dotazione. Si tratterebbe, tuttavia, di determinazione erronea poich la
tonalit del segno deriva invece dallavere gli elettori (in prevalenza
anziani) umettato la matita prima di votare;
- (motivo 1.3) unaltra scheda stata annullata perch, oltre al voto per la
lista n. 2, nella riga delle preferenze era scritto il nome Alessio
preceduto da un leggero tratto di scrittura che il seggio ha ritenuto
essere segno di riconoscimento. Sarebbe, invece, espressione di
preferenza chiaramente riconducibile a candidato della medesima lista (il
cui nome di battesimo completo Alessio Omar), non invalidato da
leggeri tratti di scrittura di per s inidonei a caratterizzarsi come
inequivoci segni di riconoscimento;
- (motivo 1.4) anche laltra scheda annullata recherebbe una valida
preferenza riferibile al medesimo candidato, sebbene scritta in corsivo da
elettore scarsamente alfabetizzato.
Con il successivo gruppo di censure deduce che lo stesso rigore non si
manifestato riguardo a schede contenenti

evidenti

segni

di

riconoscimento, oggettivamente estranei allesigenza di espressione del


voto e privi di ragionevole spiegazione e pur tuttavia attribuiti alla lista
n. 1.
Si evidenzia in particolare che nella sezione n. 2 al candidato della lista
n. 1 Roberto Sciascia sono stati attribuiti 47 voti di preferenza
nonostante 11 schede fossero caratterizzate non gi da meri errori di
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trascrizione del cognome Sciascia ma da una vera e propria sistematica


rielaborazione del cognome del candidato, tale da rendere ciascuna
scheda diversa dallaltra e quindi oggettivamente riconoscibile. Sarebbe
infatti impensabile che 11 elettori su 47 abbiano sbagliato a scrivere il
cognome, omettendo ciascuno una lettera diversa dagli altri, anche in
considerazione del fatto che analoghe modalit di manifestazione del
voto non sono state rinvenute con riferimento a nessun altro candidato
in competizione.
Sia pure in misura pi ridotta, lo stesso modo di espressione di voto a
favore del medesimo candidato si riscontrerebbe nella sezione n. 1, di
cui sono indicate cinque schede caratterizzate da sequenze
predeterminate posto che la scomposizione del cognome in due parole o
la modificazione dellordine delle lettere del cognome accompagnato
dallindicazione fin troppo corretta del nome di battesimo, piuttosto che
lutilizzo contemporaneo della virgola (e del) punto, sono
oggettivamente inequivoci segni di riconoscimento.
Con il terzo motivo si sostiene, infine, la nullit di un voto, e quindi
delle operazioni laddove tale singolo voto si rivelasse determinante, in
quanto stato consentito di votare ad un elettore che si rifiutato di
depositare il cellulare portandolo con s nella cabina elettorale.
Si sono costituiti in giudizio i controinteressati Di Stefano e Sciascia che
hanno proposto distinti ricorsi incidentali con cui stato chiesto
lannullamento di voti invece attribuiti alla lista del ricorrente principale.
Con ord. 418/2014 e poi con ord. 530/2014 la Prefettura di Chieti
stata incaricata di effettuare la verificazione sulle schede oggetto dei
ricorsi principale ed incidentali, a cui stato dato riscontro con note del
10 novembre 2014 e del 12 gennaio 2015 che hanno determinato la
proposizione di due atti contenenti motivi aggiunti al ricorso principale.
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Le parti con memorie hanno argomentato le rispettive posizioni.


Va stralciata, come eccepito dal ricorrente alludienza di discussione (26
febbraio), la memoria del resistente Sciascia depositata il 23 febbraio
2015 in quanto manifestamente tardiva.
2 - E opportuno esaminare preliminarmente il secondo motivo e relativi
motivi aggiunti, trattandosi di censure che coinvolgono il pi consistente
numero di schede ed essendo riferite essenzialmente a tali censure le
eccezioni di inammissibilit dei controinteressati.
Eccezioni che vanno disattese considerato che la specificit del motivo
introduttivo ne esclude il carattere esplorativo. Il ricorrente individua le
singole fattispecie che ritiene viziate dalla sistematica rielaborazione
del nome del candidato articolando censure che (al contrario di quelle
che corredano unimpugnazione al buio, necessariamente generiche)
circoscrivono la materia del contendere, cosicch listruttoria processuale
ha la funzione di dare o negare riscontro alle suddette deduzioni in fatto
senza poter essere sviata verso lesplorazione di fattispecie diverse.
Le censure sono da ritenere sufficientemente specifiche anche se hanno
dovuto essere puntualizzate con motivi aggiunti, attraverso cui le
doglianze originarie sono state riferite alle situazioni emerse
dallistruttoria e riconducibili al vizio gi dedotto nellatto introduttivo.
Salvo che in relazione ad una specifica censura che sar in seguito
considerata, deve quindi escludersi che i motivi aggiunti siano nuovi,
che introducano, cio, censure che non siano lo sviluppo di quelle gi
formulate nel ricorso.
Le eccezioni delle resistenti, secondo cui la specificit del motivo
avrebbe richiesto che il ricorrente dettagliasse nellatto introduttivo
tanto il numero delle schede contestate quanto le esatte singole
espressioni di voto, presuppongono una piena conoscenza degli atti
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che i soggetti legittimati alla proposizione del ricorso elettorale


normalmente non possono avere, data la loro impossibilit di accedervi
(in particolare alle schede). Ci che esigibile da chi abbia il diritto di
accedere agli atti non pu esserlo invece dal singolo candidato o elettore
(art. 130, comma 1, lett. a, c.p.a.) che non hanno nessuna conoscenza
diretta del materiale oggetto di censura [Ad. Plen. 32/2014 ricorda che la
giurisprudenza amministrativa <<costantemente riconosce che il
relativo onere deve essere valutato con rigore attenuato posto che
linteressato, non avendo la facolt di esaminare direttamente il materiale
in contestazione deve rimettersi alle indicazioni provenienti da terzi (che
possono essere imprecise o non esaurienti) (Sez. V, 28 aprile 2014, n.
2197)>>].
Nella fattispecie, imprecisioni ed inesattezze della censura originaria,
evidentemente dovute alla mancanza di disponibilit del materiale delle
operazioni, non ne minano perci la specificit, e quindi lidoneit a
delimitare con sufficiente puntualit lambito del giudizio e della
successiva attivit istruttoria.
2.1 - Le censure in questione sono tuttavia infondate.
Il complesso dellistruttoria ha evidenziato in entrambe le sezioni la
presenza di un consistente numero di schede (13+6) il cui voto stato
attribuito alla Lista n. 1 e che sono riconducibili alle censure in esame. Si
tratta di preferenze per il candidato Roberto Sciascia espresse con una
trascrizione non corretta del nome che il ricorrente attribuisce ad una
sistematica rielaborazione per rendere possibile il riconoscimento del
voto [i motivi aggiunti contengono lelenco in dettaglio delle schede in
questione, tra cui si pu citare, a titolo esemplificativo, CIASA
ROBERTO, SCIASIA ROBERTO, SACIA.ROBERTO, ROBERTO
SASSA, RANCIA ROBERTO, ROBERTO SCIASAA, talune di esse
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peraltro lette in modo diverso dalle parti resistenti].


La consistenza numerica della schede in rapporto al numero degli
elettori, la constatazione che ciascuna scheda () diversa dallaltra,
nonch il fatto che si trattato di fenomeno che ha caratterizzato le
espressioni di voto per il solo candidato in questione, costituiscono una
serie di elementi che danno una certa consistenza allassunto di parte
ricorrente, senza tuttavia assurgere al rango di prova. Linsieme degli
indizi disponibili non peraltro univoco, visto che tali modalit di voto
sono compatibili con la composizione sociale del corpo elettorale che lo
stesso ricorrente porta a spiegazione di talune dubbie espressioni di voto
in favore della sua lista. E stata in particolare messa in evidenza dai
resistenti lalta percentuale di elettori stranieri, soprattutto rumeni, che
risultano essere stati ammessi a votare ai sensi dellart. 39, u.c., t.u.
570/1960 (oltre 30 nella sezione n. 1, pag. 15 e ss. del verbale, 6 in
sezione n. 2). Lincertezza della grafia che caratterizza svariate schede
del resto evidente indice di una scarsa confidenza con la scrittura o con
la lingua.
Il fatto che dei votanti (19 su 76) si sia cos espresso di per s non vale
a negare, dunque [il ricorrente lo ritiene invece impensabile, p. 6 dei II
m.a.], che un tale numero abbia sbagliato a scrivere il cognome, non
potendosi escludere lipotesi che gli elettori in questione abbiano
identica provenienza linguistica e formazione socio-culturale.
Il carattere sistematico sembra anzi escluso dalla considerazione che
in talune espressioni di voto difficoltoso individuare il candidato
Roberto Sciascia. Per quanto non vi fossero candidati con identico
nome, le preferenze espresse con Roberto e Robero S. (entrambe
con espressione del voto per la lista) correvano il rischio di essere
contestate e non assegnate, e lo stesso potrebbe dirsi per Rancia
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Roberto, Sacisaci Roberto (che compare in due versioni, con e senza


trattino tra cognome e nome), Roberto Sassa. Le espressioni di voto
che corrono sul filo dellinvalidit ne fanno cio presumere la genuinit e
costituiscono quindi un ulteriore indizio contro la sistematica
rielaborazione.
Daltronde, in quanto fondata sullentit numerica del fenomeno
[peraltro rilevatasi di minor rilievo di quanto prospettato in ricorso in
Sezione 2 (6 su 47 preferenze), pi accentuato in Sezione 1 (13 su 29)] e
su altri indizi di analogo tenore, la censura presuppone comportamenti
diretti ad una sistematica interferenza sulla libert e segretezza del voto,
probabilmente di rilievo penale, che tuttavia non possono essere
dimostrati attraverso il mero esame delle schede elettorali, tantomeno
tentando di interpretare ciascuna per mezzo delle altre.
Lerrata trascrizione del cognome Sciascia non pu essere perci di per
s considerato inequivocabile indice della volont dellelettore di farsi
riconoscere, n sono state dedotte in ricorso censure dirette a contestare
lattribuzione del voto per motivi diversi. Perci, riguardo alle suddette
preferenze Roberto e Robero S., nuova, e quindi inammissibile, la
censura dei 2.ndi motivi aggiunti espressa in riferimento allart. 57, co. 2,
in cui comunque non si deduce perch la ritenuta invalidit della
preferenza debba implicare quella del voto di lista (Sono nulle le preferenze
nelle quali il candidato non sia designato con la chiarezza necessaria a
distinguerlo da ogni altro candidato della stessa lista).
N il ricorrente, salvo accenni a qualche singola scheda, deduce censure
in relazione a ciascuna di esse. Cos non chiaro perch siano state
inserite nel novero di quelle qui contestate anche due schede recanti la
preferenza Sciascia R.. Daltronde lintenzione di farsi riconoscere non
pu scorgersi nelle schede caratterizzate dallindicazione fin troppo
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corretta di nome e cognome del candidato, tuttavia separati da segni


tipo trattino (2 schede SCIASCIA ROBERTO) o virgola e chiusi
da un punto (SCIASCIA, ROBERTO.). Si tratta di segni certamente
inessenziali, per compatibili con lintenzione di separare nome e
cognome del candidato, e quindi inidonei a costituire inequivoci segni di
riconoscimento. Linvalidit della scheda non infatti collegata dalla
legge ad ogni segno non necessario allespressione del voto, posto che
lart. 64 dpr 570/1960 richiede che si possa ritenere, in modo
inoppugnabile, che l'elettore abbia voluto far riconoscere il proprio
voto.
Vanno in conclusione respinte le censure di cui al p.to 2 del ricorso e
successivi motivi aggiunti.
3 - Quanto ai restanti motivi, la verificazione ha confermato in fatto
quanto esposto in ricorso riguardo alle schede di cui a punto 1.3 e 1.4
del ricorso.
Quanto alla prima, la doglianza fondata per considerazioni analoghe a
quelle appena esposte e rappresentate daltronde in ricorso.
Il nome Alessio infatti riconducibile a candidato della medesima
lista ed i segni che lo precedono, due trattini obliqui paralleli (tipo //),
non hanno alcunch di univoco, essendo compatibili con intenzioni
diverse da quella di farsi riconoscere. A prescindere dallattribuzione del
voto di preferenza, pertanto illegittima la mancata assegnazione del
voto di lista chiaramente espresso dallelettore.
Non altrettanto pu dirsi riguardo alla scheda di cui al p.to 1.4, visto che
la preferenza espressa in modo obiettivamente indecifrabile, che non
consente affatto di leggervi il nome Omar Giangiacomo, come invece
sostiene il ricorrente. La i, con tanto di puntino, che costituisce
lultimo carattere del nome, esclude che questo possa essere Omar,
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mentre linizio del cognome assomiglia pi a Gius che non a


Gian. La mancata espressione del voto di lista non lo rende perci
attribuibile a questultima.
4 - Quanto alla questione di cui al p.to 3.1 del ricorso (rilevante solo nel
caso risultasse allesito del giudizio un solo voto di distanza tra le due
liste), va osservato che il verbale esclude che vi sia stata la possibilit di
fotografare lespressione del voto, visto che, dopo aver fatto attestare la
volontaria trasgressione della regola da parte di elettore che aveva
prima depositato e poi ripreso e portato con s nella cabina elettorale il
proprio cellulare, il Presidente del seggio specifica che il votante stato
fermato per la consegna momentanea prima che il voto fosse eseguito
sulla scheda. Contrariamente ai rilievi del ricorrente (cfr. pp. 7 e ss.
memoria 2.12.2014), il verbale sul punto del tutto chiaro, n dovevano
essere attestati anche tutti i particolari che confortassero la constatazione
che

la

consegna

dellapparecchio

era

stata

effettuata

prima

dellespressione del voto rendendo impossibile la possibilit di


fotografarlo. E evidente che quella in questione, dando la stessa atto
delle operazioni svolte dal seggio elettorale, attestazione che fa fede
fino a querela di falso, il che di per s esclude che sia stata inserita
nellurna una scheda in violazione del divieto di cui allart. 1 d.l.
49/2008. Quanto avvenuto prima che il voto fosse regolarmente
espresso (consegna dellapparecchio, sua ripresa e successivo fermo
dellelettore, ovunque sia avvenuto rispetto alla cabina elettorale)
daltronde ai nostri fini irrilevante.
5 - La lista n. 2 ha perci recuperato un solo voto dalle censure 1.3 - 1.4 2 e 3, mentre restano in dubbio solo le due schede di cui al motivo 1.2.
La fondatezza del motivo del ricorso incidentale con cui si censura
lattribuzione alla Lista n. 2 della scheda recante preferenza PATRIZIO
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DAlfonso consente di evitare accertamenti sulle stesse.


La scheda in questione reca, sovrapposto al suddetto nominativo, una
sorta di scarabocchio che, partendo in corrispondenza dei caratteri IZ
del nome PATRIZIO, occupa la parte centrale del riquadro e si
sovrappone in alcuni tratti sia al cerchio in cui inscritto il simbolo
della lista (parte in alto a sinistra) che al nome del candidato sindaco
scritto nella rimanente parte alta. La scheda non reca alcuna espressione
di voto per la lista n. 2 ed stata assegnata, oltre che alla lista, anche alla
candidata Irene DAlfonso dato che tra i candidati della Lista non ve
nera alcuno con il nome Patrizio DAlfonso.
La diversit di genere dei nomi Stefano e Irene rende in effetti
ingiustificata lattribuzione della preferenza allunica candidata con lo
stesso cognome, essendo la suddetta circostanza idonea ad escludere che
lelettore abbia avuto una dimenticanza o sia incorso in errore nel
tradurre la sua intenzione di voto per la candidata DAlfonso. Il fatto
che anche il candidato sindaco della lista ed attuale ricorrente avesse
identico cognome non fa che evidenziare ulteriori perplessit in ordine
alla chiarezza ed univocit della manifestazione di voto.
Daltronde non lunica anomalia della scheda, visto che il descritto
segno grafico che si sovrappone parzialmente al nominativo, data la sua
consistenza, non casuale ed del tutto ingiustificato, assomigliando ad
una grande sigla apposta sulla preferenza.
Lattribuzione del voto alla lista del ricorrente principale era perci
impedita tanto dallequivocit della preferenza espressa, che non
consentiva alcuna automatica riconduzione alla candidata Irene
DAlfonso e per conseguenza alla Lista, quanto dal segno che denotava
una volont atta ad inquinare il voto espresso.
6 - Le due schede di cui al punto 1.2 si rivelano dunque irrilevanti e per
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identica ragione devono considerarsi assorbite le ulteriori censure dei


ricorsi incidentali delle parti resistenti.
Il ricorso va in conclusione rigettato.
Le spese di giudizio vanno compensate considerato che il giudizio
scaturisce da una minima differenza di voti tra le due liste.
Vanno tuttavia poste a carico del ricorrente le spese di verificazione
liquidate nella misura proposta con le note Prefettura Chieti 10
novembre 2014 e 12 gennaio 2015, e quindi nella complessiva somma di
Euro 1.044,24 (348,08+696,16), oltre la maggiorazione del 20% di cui
allart. 51 dpr 115/2002 data lobiettiva urgenza degli adempimenti
imposta dal rito elettorale.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per l'Abruzzo sezione staccata di
Pescara (Sezione Prima)
definitivamente pronunciando sul ricorso in epigrafe, lo rigetta. Spese
come da motivazione.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorit amministrativa.
Cos deciso in Pescara nella camera di consiglio del giorno 26 febbraio
2015 con l'intervento dei magistrati:
Michele Eliantonio, Presidente
Dino Nazzaro, Consigliere
Alberto Tramaglini, Consigliere, Estensore

L'ESTENSORE

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ILPRESIDENTE

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DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 12/03/2015
IL SEGRETARIO
(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

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