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PREDITTIVA
Manutenzione
predittiva: dove,
quale, quanta?
Massimo Bonci,
Terreal Italia, Castiglion Fiorentino (AR)
Gianni Bettini,
Universit degli Studi di Firenze
Mirco Bartoli,
Terreal Italia, Castiglion Fiorentino (AR)
Antonio Ghezzi,
screditare per lungo tempo una politica sicuramente valida, quale nel caso specifico quella verso una gestione della manutenzione pi consona alla realt specifica.
Nel caso in esame stato analizzato un impianto per la
produzione di laterizi faccia a vista, fortemente automatizzato, nel quale, come del resto in tutte le industrie di processo, un guasto in una parte dellimpianto ha ripercussioni sullintero ciclo produttivo sia per la mancata produzione
che per eventuali carenze qualitative del prodotto. Un primo passo stato quello di capire se e dove poteva essere
applicata con successo la manutenzione predittiva, successivamente stata posta attenzione a come valutarne il ritorno in termini di risparmi e disponibilit degli impianti.
La complessit dellimpianto non consentiva immediatamente di valutare su quali entit prevedere un piano di
manutenzione predittiva, ed anche laddove cerano delle
risultanze soggettive non esisteva una quantificazione dei
benefici derivanti da questo nuovo approccio.
Seguire una metodologia opportunamente studiata per
lintroduzione della nuova politica sicuramente fondamentale per ottenere buoni risultati e risparmiare tempo
prezioso. Gli schemi in Figura 2 e 3, riportano le tappe
fondamentali del metodo.
Selezione S.I.
Classificazione item
(analisica FMECA)
Valutazione economica
(modelli di costo)
Fig. 1
Fig. 2
PUBBLICITA
Fig. 3
Selezione Significant Item. Per cercare di rappresentare sistemi complessi importante trovare una buon modello, che rappresenti schematicamente tutte le parti ed i
componenti dellimpianto preso in esame, deve essere effettuata quindi unaccurata scomposizione strutturale con
confini ben stabiliti e un numero di livelli opportuno. In
questa prima fase consigliato attenersi esclusivamente
alle macchine che intervengono nel ciclo produttivo e con
una definizione tale da arrivare ad analizzare componenti che possono essere oggetto di manutenzione predittiva.
Il numero dei componenti delle macchine pu essere
certamente elevato, alcuni tra questi rivestono unimportanza minore ai fini manutentivi, quindi opportuno eliminarli. Per far questo abbiamo risposto a semplici domande contenute in una apposita flow-chart, grazie alla
quale si rende possibile la distinzione tra entit significative e non. I quesiti a cui abbiamo risposto sono: esistono effetti avversi sulla sicurezza? Sono presenti serie storiche? Il guasto dellentit probabile? gia prevista una
politica di manutenzione? I tassi di guasto sono elevati? Il
guasto economicamente rilevante?
chiaro ad esempio che se lo stato di avaria di un bene non presenta problemi per la sicurezza, non presenta
storicamente una periodicit ed poco probabile, non
rappresenta una entit significativa.
Classificazione item. Anche in un impianto di mediepiccole dimensioni le entit significative possono risultare molte ed indispensabile cercarle di ordinare in base
alla loro criticit. Per far questo ci viene incontro lanalisi
FMECA (Failure Mode and Effect Criticality Analysis), una
tecnica che analizza le potenziali modalit di guasto e gli
effetti che questi possono provocare, con lintento di eli-
MANUTENZIONE PREDITTIVA
minare o ridurre il rischio ad esse associato. Lanalisi FMECA utilizza il criterio bottom-up, cio parte da una struttura elementare, ne individua i modi di guasto (failure modes) e le conseguenze per quel componente; passa poi a
determinare leffetto provocato al livello superiore, per arrivare infine, a precisare il risultato finale (top event) procurato allapparecchiatura in esame.
Lanalisi dei modi di guasto comporta la descrizione di
tutte le possibili modalit di rottura o comunque di errato
funzionamento di ogni singolo componente. Il concetto di
failure mode strettamente correlato al concetto di guasto
inteso come cessazione dellattitudine di unentit ad eseguire la funzione richiesta (UNI 10147/UNI 9910).
Una volta trovati i possibili failure modes importante
determinare gli effetti che possono provocare. Per avere
unindagine pi accurata generalmente, si effettua la distinzione tra local effect, che la conseguenza provocata
al livello della struttura analizzato, il next effect, che leffetto riportato al livello di scomposizione immediatamente superiore e lend effect, quello che si riscontra a livello
dellassembly finale.
La criticality analisys (CA), consente di fare stime
quantitative sulla criticit dei vari elementi grazie allintroduzione di alcuni indici quali severity, detection ed occurrence.
La severity lindice di gravit ed esprime la magnitudo di un effetto, permettendo di stimare le conseguenze di un potenziale modo di guasto. L occurrence esprime la frequenza di accadimento del guasto. La detection
il parametro che esprime la capacit di rilevare o meno
la causa di guasto.
Il parametro usato per correlare questi tre indici il Risk Priority Number (RPN). Il RPN infatti definito come il
prodotto di occurrence, detection e severity:
RPN = SEVERITY x OCCURRENCE x DETECTION
Tale numero evidenzia la criticit dellelemento studiato.
La distribuzione del RPN secondo i modi di guasto presi in esame nella nostra esperienza in azienda descritta
dalla Figura 4. In questa fase di introduzione della politica
Fig. 4
predittiva si pu pensare di prendere in considerazione soltanto gli elementi che presentano RPN elevati. Abbiamo
quindi cercato di trovare un valore dellindice che delimitasse gli elementi pi critici, nel nostro caso abbiamo notato che gi sopra il valore di 56 avevamo come effetto finale del modo di guasto il blocco della produzione o gravi
conseguenza per la sicurezza, quindi abbiamo assunto tale
numero come limite inferiore per la nostra analisi.
Scelta del metodo di ispezione migliore. Selezionati gli elementi preposti a manutenzione predittiva, ci troviamo di fronte principalmente a tre problemi:
Il bene da esaminare pu essere ispezionato con le tecniche tipiche della manutenzione predittiva?
Quale tipo di tecnica pi idonea per apprezzare lo stato di degrado del componente?
A chi mi devo rivolgere per fare le varie ispezioni? pi
conveniente avvalersi di strumenti propri e personale interno allazienda o rivolgersi ad aziende che prestano questo tipo di servizi?
Alla prima domanda si pu facilmente rispondere seguendo le indicazioni della UNI 10366 che mette in risalto limportanza di poter percepire ed elaborare in maniera proficua i segnali deboli emessi dal componente.
Per scegliere la tecnica di ispezione migliore bisogna
studiare bene i pregi ed i difetti delle varie metodologie
di indagine ed individuare tutti i segnali che la macchina
pu trasmettere, senza dimenticare che non esiste una tecnica ottima rispetto alle altre, ma lapplicazione di diverse appropriate metodologie di indagine concorre nellapprofondimento e conferma della diagnosi. Nel nostro
caso la scelta per i componenti meccanici caduta principalmente nellanalisi tribologica e vibrazionale, mentre
per quelli elettrici nella termografia. Nella fase iniziale non
abbiamo pensato opportuno introdurre a priori analisi incrociate, ma avvalersene soltanto nei casi particolari in cui
le misure riportino valori allarmanti in cui difficile individuare la causa dellanomalia.
La risposta al terzo punto legata alle dimensioni dellazienda, al numero dei campionamenti da effettuare ed
ai metodi di indagine scelti. Nel nostro caso lintroduzione della nuova politica per il momento riguarda soltanto
PUBBLICITA
uno stabilimento di medie dimensioni, stato scelto quindi di rivolgersi ad aziende offrono servizi di manutenzione (out-sourcing). Operando in tal maniera si hanno numerosi vantaggi:
Non c un grosso investimento iniziale: lazienda che
fornisce il servizio viene pagata in base al lavoro svolto
ed numero delle misurazioni effettuate;
Non ci sono spese per la formazione del personale e
non bisogna necessariamente assumere personale particolarmente qualificato nel settore;
Gli strumenti usati sono i migliori in commercio, rispettano le norme pi restrittive in materia e vengono periodicamente tarati;
Il personale impiegato dalle aziende che offrono outsourcing altamente qualificato, ha conoscenze e molta
esperienza nel settore, in quanto spesso lunica mansione a cui preposto;
I dati rilevati possono essere messi in relazione ad altre
situazioni simili, sicuramente esistenti nellinsieme delle
ispezioni effettuate per i vari clienti.
Per contro collaborando con aziende che prestano servizi non abbiamo sempre a disposizione gli strumenti e le
ispezioni di solito hanno una scadenza prefissata e seguono ronde pattuite, non si riesce quindi ad analizzare
quei componenti che danno temporaneamente anomalie
e segnali di cattivo funzionamento percepiti dalloperatore o dal manutentore.
Valutazione economica (modelli di costo). Il metodo non risulta esauriente se non riusciamo a quantificare
il guadagno che pu scaturire dallintroduzione di un approccio di questo tipo in azienda. Per far questo ci si pu
avvalere di semplici modelli di costo, gi presenti in letteratura, per quantificare il costo della manutenzione precedente (nel nostro caso correttiva e preventiva a periodi
costanti).
La manutenzione predittiva comunque sempre una
manutenzione su condizione, che ha corretta applicazione
fino a che la somma tra il costo dellispezione (Ci) e dellintervento preventivo programmato (Cp) minore dellintervento a guasto (Cg):
Ci < Cp < Cg
Ci < Cg Cp
MANUTENZIONE PREDITTIVA
dove: CPRED il costo orario per manutenzione predittiva, DTisp il periodo di tempo consigliato tra due misurazioni effettuate nel solito punto.
La formula adottata ha senza dubbio numerose limitazioni:
non tiene conto dellaffidabilit degli strumenti utilizzati in relazione ai componenti esaminati;
DTisp di solito non costante ma varia in base ai risultati delle misure e in relazione al confronto con i valori precedenti;
anche in questo caso stato ipotizzato un rateo di guasto costante;
al denominatore stato riportato il valore di MTBF, anche se nella realt la stima della vita residua, effettuata in
seguito alle misurazioni, sempre cautelativa.
Anche con le limitazioni sopra elencate, si riesce comunque a dare una buona stima del costo della manutenzione predittiva, nellipotesi di service di manutenzione e qualora gli strumenti utilizzati riescano a prevedere
totalmente i mal funzionamenti.
Il raffronto dei valori trovati per la manutenzione predittiva sono stati nel nostro caso alcune volte anche di un
ordine di grandezza inferiore al precedente metodo di manutenzione, motivando lintroduzione della nuova filosofia in azienda.
Un ulteriore sviluppo del lavoro stato quello di affinare il modello di calcolo dei costi legandolo alla curva
dei tassi di guasto del componente, o nel caso in cui non
fosse presente, fornendo degli strumenti per modellarla
piuttosto semplicemente. Introducendo degli strumenti di
simulazione, quale quello che ci accingiamo a descrivere,
possibile avere indicazioni a priori del rapporto costi benefici ottenibili da una strategia e confrontare i risultati di
diversi scenari.
La valutazione della disponibilit e dei costi di manutenzione di un sistema complesso costituito da pi elementi, ciascuno con pi stati di funzionamento possibili,
un problema praticamente non risolvibile per via numerica, con approssimazione accettabile. Per la stima anche economica degli effetti futuri di un nuovo piano di
manutenzione quindi necessario ricorrere ad un software di simulazione, scelto tra quelli presenti sul mercato
che si ispirano ai principi dellRCM (Reliability Centered
Maintenance ovvero manutenzione basata sullaffidabilit) e che permetta, sulla base di database aggiornabili in
continuo, di ricavare distribuzioni della probabilit di guasto aderenti al contesto operativo, di poter inserire il tipo
di intervento diversificando gli effetti che avr sullitem e
sulla probabilit che questo si guasti di nuovo (As good as
new o As good as old) e che consenta di valutare un confronto sulla disponibilit e sui costi tra le diverse politiche
di manutenzione in modo da convalidare ed affinare la
scelta operata. Questi strumenti fanno ricorso a metodi di
campionamento simulato, cio simulano la situazione nella quale si vuole calcolare la probabilit di un certo evento. La frequenza osservata di un certo evento costituisce
una valutazione della probabilit di quellevento (sempre
che il campionamento sia stato simulato per un consistente numero di volte). Questa simulazione prende il nome di metodo di Montecarlo.
La scelta della potenza di simulazione dello strumento dovrebbe essere commisurata alle dimensioni aziendali. Per una piccola o media impresa, per la quale lobiettivo principale quello di avere un supporto alla progettazione della manutenzione, con un investimento accettabile, senza necessit di onerosi corsi per limplementazione,
sono disponibili, sul mercato informatico, prodotti caratterizzati da rapidit e semplicit nellutilizzo, che sono magari meno configurabili di altri pi potenti e complessi, ma
che garantiscono buone indicazioni per abbassare sensibilmente i costi del sistema manutenzione.
Il tempo necessario per la simulazione, una volta effettuata lanagrafica dellimpianto e la sua scomposizione
geografica funzionale, molto breve se si dispone di
uno strumento software del tipo di quello sopra descritto:
conoscendo i dati di costo e quali mezzi sono necessari
per le varie attivit di manutenzione, un confronto su pi
scenari pu essere effettuato in meno di unora di lavoro.
MANUTENZIONE, Tecnica e Management - NOVEMBRE 2004
Fig. 5
Fig. 6
MANUTENZIONE PREDITTIVA
2.
Fig. 7
Fig. 8
Fig. 9
E importante che comunque in azienda si affermi quella cultura del dato che spesso manca, ma senza la quale ogni analisi e strumento, anche fra i pi sofisticati, non
sar mai in grado di fornire risultati attendibili.
PUBBLICITA
rizi in pasta molle di Castiglion Fiorentino (AR) a partire dalla sua messa in funzione (1998) come responsabile
della manutenzione, gestione ricambi, acquisti affiancando a questi anche lattivit di responsabile del servizio prevenzione e protezione.
gli Autori
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