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Hegel

Hegel nacque il 27 agosto 1770 a Stuttgart. Studi filosofia e teologia e gli


avvenimenti della Rivoluzione francese suscitarono in lui grande entusiasmo,
esercitando uninfluenza duratura sul suo pensiero. Hegel rimase molto colpito
dallingresso di Napoleone a Jena (1806), che interpret come un segno, e in una
lettera esalt limperatore descrivendolo come unincarnazione del destino. Mor a
Berlino il 14 novembre 1831. La prima grande opera di Hegel la Fenomenologia
dello spirito (1807), mentre nel 1817 apparve lEnciclopedia delle scienze filosofiche
in compendio, che la pi compiuta formulazione del suo sistema.

I capisaldi del sistema


Le tesi di fondo dell'idealismo di Hegel sono: la risoluzione del finito nell'infinito,
l'identit fra ragione e realt, la funzione giustificatrice della filosofia.

Finito e infinito
La realt non un insieme di sostanze autonome, ma un organismo unitario di cui
tutto ci che esiste parte o manifestazione. Tale organismo rappresentando la ragion
d'essere d'ogni realt, coincide con l'assoluto e con l'infinito, mentre i vari enti del
mondo essendo manifestazione di esso, coincidono con il finito. Di conseguenza il
finito come tale non esiste, come la parte non pu esistere se non in connessione con
il tutto. Il finito, in quanto reale, non tale, ma lo stesso infinito. Mentre per
Spinoza l'assoluto una sostanza statica che coincide con la natura, per Hegel si
identifica con un soggetto spirituale in divenire.

Ragione e realt
Il soggetto spirituale infinito che sta alla base della realt viene indicato da Hegel con
il termine idea o ragione, da ci laforisma Ci che razionale reale, e ci che
reale razionale. Con la prima parte intende dire che la razionalit non pura
astrazione, ma la forma stessa di ci che esiste, poich la ragione governa il mondo e
lo costituisce. Con la seconda parte intende affermare che la realt non una materia
caotica, ma il dispiegarsi di una struttura razionale (la ragione) che si manifesta in
modo inconsapevole nella natura e in modo consapevole nell'uomo. L'identit tra
realt e ragione implica anche l'identit tra essere e dover essere, in quanto ci che
risulta anche ci che razionalmente deve essere.

La funzione della filosofia


Hegel ritiene che il compito della filosofia consista nel prendere atto della realt e nel
comprendere le strutture razionali che la costituiscono, rinunciando alla pretesa di
determinarla e guidarla. Lautentico compito che Hegel ha inteso attribuire alla
filosofia la giustificazione razionale della realt.

Le partizioni della filosofia

Il farsi dinamico dell'Assoluto attraversa i tre momenti dell'idea in s e per s (tesi),


dell'idea fuori di s (antitesi), dell'idea che ritorna in s (sintesi). L'idea in s e per s
considerata in se stessa a prescindere dalla sua realizzazione nella natura e nello
spirito. L'idea fuori di s la natura cio l'alienazione dell'idea nelle realt spaziotemporali del mondo. L'idea che ritorna in s lo spirito cio l'idea che dopo esseri
fatta natura torna presso di s nell'uomo. A questi tre momenti dell'assoluto
corrispondono tre sezioni in cui si divide il sapere filosofico: la logica che la scienza
dell'idea in s e per s; la filosofia della natura che la scienza dell'idea nel suo alienarsi
da s; la filosofia dello spirito che la scienza dell'idea che dal suo alienamento torna
in s.

La dialettica
L'Assoluto per Hegel divenire, la legge che lo regola la dialettica che rappresenta la
legge di sviluppo della realt e di comprensione della realt. Hegel distingue tre
momenti del pensiero: l'astratto o intellettuale, per cui il pensiero si ferma alle
determinazioni rigide della realt limitandosi a considerarle nelle loro differenze
reciproche; il momento dialettico o negativo razionale che consiste nel mostrare come
le determinazioni siano unilaterali e esigano di essere messe in movimento, cio
essere relazionate con altre determinazioni; il momento speculativo o positivo
razionale che consiste nel cogliere l'unit delle determinazioni opposte. La dialettica
consiste: nell'affermazione di un concetto astratto e limitato che funge da tesi, nella
negazione di questo concetto come limitato o finito e nel passaggio ad un concetto
opposto che funge da antitesi; nell'unificazione della precedente affermazione e
negazione di una sintesi positiva che comprende entrambe. La sintesi una
riaffermazione che Hegel chiama Aufhebung che esprime l'idea di superamento.

La dialettica comprende la totalit dei 3 momenti indicati.


La dialettica esprime il principio fondamentale della filosofia di Hegel: la
risoluzione del finito nell'infinito. Infatti ci mostra come ogni finito non possa
esistere in se stesso, ma solo in un contesto di rapporti.
La dialettica ha un significato globalmente ottimistico perch ha il compito di
unificare il molteplice, conciliare le opposizioni e ridurre ogni cosa all'ordine e
alla perfezione del tutto. Molteplicit, opposizione e conflitto sono reali solo
come momenti di passaggio, quindi il negativo un momento del farsi del
positivo.
Pensare dialetticamente significa pensare la realt come una totalit
processuale che procede secondo lo schema di tesi, antitesi e sintesi. La
dialettica una sintesi finale chiusa cio un ben preciso punto di arrivo,
altrimenti si ricadrebbe in un cattivo infinito, che privalo spirito del pieno
possesso di se medesimo.

Critica alle filosofie precedenti


Hegel e gli illuministi. Gli illuministi facendo dell'intelletto il giudice della storia sono
costretti a ritenere che il reale non razionale. La ragione degli illuministi finita e
parziale cio un intelletto astratto che pretende di dare lezione alla realt e alla storia

stabilendo come dovrebbero essere mentre per Hegel sono ci che necessariamente
devono essere.
Hegel e Kant. Kant voleva costruire la filosofia del finito e l'antitesi tra dover essere e
essere (tra ragione e realt). In Kant l'essere non si adegua mai al dover essere e la
realt alla razionalit, secondo Hegel questa adeguazione in ogni caso necessaria.
Hegel e i romantici. Contesta il primato del sentimento, dell'arte e della fede
sostenendo che la filosofia, in quanto scienza dell'assoluto, non pu che essere una
forma di sapere mediato e razionale. Inoltre, contesta gli atteggiamenti individualistici
affermando che l'intellettuale non deve ripiegarsi sul proprio io, ma tener d'occhio
l'oggettivo corso del mondo e adeguarsi alle istituzioni socio-politiche del proprio
tempo.
Hegel e Fichte. Lo accusa di non riuscire ad assimilare adeguatamente l'oggetto
riducendolo ad un ostacolo esterno dell'io. Inoltre lo accusa di aver ridotto l'infinito a
una semplice meta ideale del finito.

La Fenomenologia dello spirito


La Fenomenologia (1807) la storia romanzata della coscienza e dello spirito nel suo
divenire. L'intero ciclo della Fenomenologia viene riassunto nella coscienza infelice che
non sa di essere tutta la realt perci si trova scissa in differenze e conflitti dai quali
internamente dilaniata e dai quali esce arrivando alla coscienza di essere tutto. La
prima parte della Fenomenologia si divide in tre momenti: coscienza (tesi),
autocoscienza (antitesi) e ragione (sintesi). Nella fase della coscienza domina la
attenzione verso l'oggetto, nella fase dell'autocoscienza domina l'attenzione verso il
soggetto, nella fase della ragione si riconosce l'unit profonda tra soggetto e oggetto.

Coscienza
La coscienza si divide in tre momenti: certezza sensibile, che la certezza fenomenica
e universale di un io generale, che rende certi solo di questa cosa e che, per questo,
lo stadio pi povero della coscienza; percezione, che si raggiunge quando lio
percepisce loggetto non pi come questo, ma come uno, poich riconosce che la
sua unit posta dellio stesso; intelletto, quando lio capisce che il fenomeno
diverso dalla cosa in s e, posto che il fenomeno si trova nella coscienza, questa ha
trovato se stessa, diventando autocoscienza.

Autocoscienza
Nellautocoscienza, lattenzione si sposta sullio, considerato nei suoi rapporti con gli
altri: lautocoscienza raggiunge il suo pieno appagamento solo in unaltra
autocoscienza, che la riconosce come tale. Questo riconoscimento avviene attraverso
una lotta, che si conclude con la vittoria di una coscienza, che diventa signore, e la
sconfitta dellaltra, che diventa servo. Questo rapporto destinato ad invertirsi, poich
il signore diventa dipendente dal lavoro servile e il servo si rende indipendente dalle
cose. Lo fa attraverso tre momenti: la paura della morte, con cui si riconosce diverso
dal mondo di realt e certezze naturali con cui prima si identificava, il servizio, con

cuoi impara a vincere i suoi impulsi naturali, e il lavoro, con cui crea unopera che il
riflesso della sua guadagnata autonomia.

Stoicismo e scetticismo
Lindipendenza dalle cose trova la sua manifestazione filosofica nello stoicismo, che
celebra lautosufficienza e la libert del saggio nei confronti di ci che lo circonda, pur
permanendo i condizionamenti e non negando la realt esterna, cosa che invece fa lo
scettico, che, negando tutto, ma pretendendo di dire il vero, si contraddice.

La coscienza infelice
La scissione dello scetticismo, trova rappresentazione nella coscienza infelice, che
quella che non sa ancora di essere il tutto, lassoluto. Essa passa attraverso vari
momenti: ebraismo, in cui la coscienza lontanissima da Dio, cristianesimo, in cui
sente Dio vicino, ma gli sfugge ancora, devozione, che un pensiero religioso
sentimentale e non ancora concetto, protestantesimo, dove la coscienza lavora, ma
si umilia, perch capisce che Dio a darle la forza e rinascimento, dove la coscienza
cerca Dio e lo trova in s.

Ragione
La coscienza qui ha capito di essere fenomeno, cio manifestazione dellassoluto. Essa
un soggetto assoluto, cio certezza di essere ogni realt, cosa che per, per
diventare realt, deve giustificarsi. Ci succede con il Rinascimento e lempirismo,
dove la coscienza crede, attraverso losservazione della natura, di cercare lessenza
delle cose, ma in realt cerca s stessa.

La logica
La logica la scienza dell'idea pura e studia la struttura originaria del mondo che un
organismo dinamico di concetti o categorie che sono oggettivi. Hegel fa una rassegna
delle principali posizioni del pensiero logico rispetto all'oggettivit. Per Hegel la logica
(studio del pensiero) e la metafisica (studio dell'essere) sono la stessa cosa. La logica
che si divide in logica dell'essere, dell'essenza e del concetto procede mostrando
come partendo dai concetti pi astratti (essere, nulla e divenire) si giunga a concetti
pi ricchi come l'idea. Il punto di partenza della logica l'essere assolutamente
indeterminato che identico al nulla. Il concetto di questa identit (essere = nulla) il
divenire. L'essere e il nulla sono l'opposto dell'essere determinato che tale in virt
della qualit che lo rende finito, della quantit e della misura. Dall'essere si passa
all'essenza quando l'essere riflettendo su se stesso scorge le proprie relazioni e scopre
la propria ragione sufficiente. Le categorie dell'essenza sono: essenza come ragione
dell'esistenza, fenomeno e realt in atto. L'essenza scopre la propria ragion d'essere
riconoscendosi identica a se stessa e diversa dalle altre essenze e diventa esistenza.
L'apparizione della sua esistenza la manifestazione di ci che esiste cio la realt in
atto. Le relazioni che caratterizzano la realt in atto sono: sostanzialit, causalit e
azione reciproca (che sono le categorie di relazione di Kant). L'essere cos determinato

diventa il concetto della ragione. Il concetto soggettivo o formale quando si


determina negli aspetti di universalit, particolarit e individualit, poi si esprime nel
giudizio e si organizza nel sillogismo, che esprime la razionalit del tutto; oggettivo
quando costituisce le categorie fondamentali della natura, che sono meccanismo,
chimismo e teologia; infine l'idea quando unisce soggettivo e oggettivo ed la totalit
della realt, cio la vita e il conoscere, la cui finalit il contrasto tra soggettivo e
oggettivo. Questo contrasto pu avere forma teoretica, nella quale la finalit data
dalla verit, o forma pratica, che data dal bene. Poi, la di l della vita e del
conoscere, c lidea assoluta, la quale non altro che la logica stessa di Hegel nella
totalit e nellunit delle sue determinazioni.

La filosofia della natura


Il testo fondamentale della filosofia della natura l'enciclopedia, dove Hegel ammette
che essa abbia per presupposto e condizione la fisica empirica, che per deve limitarsi
a fornirle il materiale e a fare il lavoro preparatorio di cui essa si avvale per mostrare
la necessit con cui le determinazioni naturali si concatenano. Secondo Hegel la
natura essenzialmente esteriorit e, se considerata in s, divina. Il suo carattere
proprio la negazione perch essa il decadimento dell'idea. Il passaggio dall'idea
alla natura costituisce un rompicapo perch da un lato il filosofo lo rappresenta come
una caduta dell'idea, dall'altro come il suo potenziamento. Tutto ci che finito e reale
deve pur trovare un qualche posto, e lo trova nella natura, che, in questo caso, vista
come pattumiera del sistema. Le divisioni della filosofia della natura sono:
meccanica, che considera l'esteriorit e la natura nella sua astrazione (spazio, tempo),
nel suo isolamento (materia e movimento) e nella sua libert di movimento
(meccanica assoluta); fisica, che comprende la fisica dellindividualit universale,
dell'individualit particolare e dell'individualit totale; fisica organica, che comprende
natura geologica, natura vegetale e organismo animale.

La filosofia dello spirito


La filosofia dello spirito lo studio dellidea che sparisce come natura per farsi
soggettivit e libert. Lo sviluppo dello spirito avviene in tre momenti principali: lo
spirito oggettivo, lo spirito soggettivo e lo spirito assoluto. Inoltre lo spirito procede per
gradi e ciascun grado compreso e risolto nel grado superiore, il quale, a sua volta,
gi presente nel grado inferiore.

Lo spirito soggettivo
lo spirito individuale; la sua filosofia si divide in tre parti: antropologia, che studia lo
spirito come anima, la quale rappresenta una sorta di dormiveglia dello spirito, si
articola in naturale, senziente e reale e indica tutto linsieme di legami tra spirito e
natura che si manifestano nell'uomo come carattere e come varie disposizioni
psicofisiche connesse alle diverse et della vita. In merito a queste ultime, Hegel
afferma che linfanzia (tesi) il momento in cui lindividuo si trova in armonia con il
mondo circostante; la giovinezza (antitesi) il momento in cui lindividuo entra in
conflitto con il proprio ambiente; la maturit (sintesi) il momento in cui lindividuo si
riconcilia col mondo, riconciliazione che, nellestrema fase della maturit, la vecchiaia,

trapassa nellinattivit dellabitudine, che ottunde. Fenomenologia e psicologia, che


studia lo spirito in senso stretto, cio in quelle sue manifestazioni universali, che sono
il conoscere teoretico, lattivit pratica e il volere libero.

Lo spirito oggettivo
Qui lo spirito si manifesta in istituzioni sociali concrete, ovvero nel diritto. I momenti
dello spirito oggettivo sono tre: il diritto astratto, la moralit e leticit.

Il diritto astratto
Riguarda l'esistenza eterna della libert delle persone che trovano il loro primo
compimento in una cosa eterna, che diventa loro propriet. La propriet diviene tale
solo in virt del reciproco riconoscimento tra le persone, ossia tramite il contratto.
L'esistenza del diritto implica l'esistenza del suo contrario che il torto e nel suo
aspetto pi grave il delitto. La pena un ripristino del diritto violato, ma perch sia
costruttiva e non vendicativa occorre che sia riconosciuta interirmente dal colpevole.

La moralit
la volont soggettiva che si manifesta nell'azione, che ha una portata morale solo se
sgorga da un proponimento. Dato che procede da un essere pensante prende la forma
dell'intenzione, il cui fine il benessere. Ma il bene ancora un'idea astratta che
attende di passare all'esistenza attraverso un'altrettanto astratta volont soggettiva. Il
dominio della moralit caratterizzato dalla separazione tra soggettivit, che deve
realizzare il bene, e bene che deve essere realizzato.
L'eticit
La separazione tra soggetto e bene viene risolta nell'eticit dove il bene si attuato
concretamente. L'eticit la moralit sociale, cio la realizzazione del bene nelle
forme istituzionali che sono la famiglia, la societ civile e lo Stato. In quanto moralit
concreta, l'eticit rappresenta il superamento della spaccatura tra interiorit ed
esteriorit configurandosi come una sorta di morale che ha assunto la forma del
diritto.
La famiglia. il primo momento dell'eticit, in cui vi ununit spirituale fondata
sull'amore e sulla fiducia. Si articola nel matrimonio, nel patrimonio e nelleducazione
dei figli.
La societ civile. Con la formazione di nuovi nuclei familiari, il sistema unitario della
famiglia (tesi) si frantuma nel sistema conflittuale della societ civile (antitesi) che
luogo di incontro e scontro. La societ civile si articola in 3 momenti: il sistema dei
bisogni (nasce dal fatto che gli individui danno origine a diverse classi: degli
agricoltori, degli artigiani e dei funzionari), l'amministrazione della giustizia (concerne
la sfera delle leggi e della loro tutela) e la polizia e le corporazioni (provvedono alla
sicurezza sociale).
Lo stato. Rrappresenta la riaffermazione dell'unit della famiglia al di l della
dispersione della societ civile e implica uno sforzo verso il bene collettivo,
rappresentando lincarnazione suprema della moralit sociale e del bene collettivo.

Hegel rifiuta la teoria dello stato liberale come strumento volto a garantire la sicurezza
degli individui, dello stato democratico, perch il popolo al di fuori dello stato nulla,
in quanto lo stato non fondato sugli individui, ma sulla stessa idea di stato, del
modello contrattualistico, scaturente dalla volont arbitraria degli individui, e di quello
giurisdizionalistico, anche se con esso condivide sia la tendenza a fare dello stato il
punto culminante del processo storico, sia la tesi della supremazia della legge. Lo
stato hegeliano sovrano ma non dispotico ed ha la forma di uno stato di diritto
fondato sul rispetto delle leggi e della libert dellindividuo, la costituzione qualcosa
che sgorga necessariamente dalla vita collettiva di un popolo ed identificata con la
monarchia costituzionale moderna, ossia un organismo politico che prevede una serie
di poteri distinti, ma non divisi, tra loro: potere legislativo, ossia il potere di
determinare e di stabilire luniversale, al quale concorre l'assemblea delle
rappresentanze delle classi; potere governativo, o esecutivo, che consiste nello sforzo
di tradurre in atto l'universalit delle leggi; potere principesco, che l'incarnazione
stessa dellunit dello stato.
Lo stato volont divina, l'ingresso di Dio nel mondo e per questo non esiste un diritto
internazionale.
Hegel giustifica la guerra in quanto momento strutturale della storia, che preserva i
popoli dalla fossilizzazione.
La filosofia della storia
Hegel non nega che la storia possa apparire, dal punto di vista dell'intelletto finito, un
tessuto di fatti mutevoli e dominati dal disordine, ma la fede religiosa nella
provvidenza implica la razionalit nella storia, sennonch questa fede generica e
spesso si nasconde dietro l'incapacit umana di comprendere i disegni provvidenziali.
Essa deve essere sottratta a tale limitazione e deve determinare il fine, i mezzi, e i
modi della razionalit della storia. Il fine della storia che lo spirito giunga al sapere di
ci che esso veramente e oggettivi e realizzi tale sapere, facendone un mondo
esistente. Questo lo spirito del mondo che si incarna negli spiriti dei popoli e I mezzi
della storia sono gli individui con le loro passioni, anche se queste conducono a fini
diversi da quelli a cui esse mirano. Poich lo spirito del mondo quello di un popolo
determinato, l'azione dell'individuo sar tanto pi efficace quanto pi sar conforme
allo spirito del popolo cui l'individuo appartiene. La tradizione insieme conservazione
e progresso e trova i suoi strumenti negli individui conservatori come il progresso
trova i suoi strumenti negli eroi della storia. Questi sono i veggenti e il segno del loro
destino eccezionale il successo: ogni resistenza ad essi vana. Il fine supremo della
storia la realizzazione della libert dello spirito, che si concretizza nello stato. La
storia del mondo la successione di forme statali che costituiscono momenti di un
divenire assoluto, esse sono: il mondo orientale, dove uno solo libero; il mondo
greco-romano, dove alcuni sono liberi; il mondo germanico, dove tutti gli uomini sono
di essere liberi e sanno di esserlo.

Lo spirito assoluto
il momento in cui l'idea giunge alla piena coscienza della propria infinit, cio del
fatto che tutto Spirito e non vi nulla al di fuori dallo Spirito. Tale autocoscienza il

risultato di un processo dialettico rappresentato dall'arte, dalla religione e dalla


filosofia, che si differenziano fra di loro non per il contenuto ma per la forma.

Larte
Essa conosce l'assoluto nella forma dell'intuizione sensibile, tramite essa l'uomo
acquista consapevolezza di s e lo spirito vive in modo immediato la fusione fra
soggetto e oggetto. Nell'esperienza del bello artistico spirito e natura sono un tutt'uno
in quanto l'oggetto gi natura spiritualizzata, ed il soggetto gi spirito
naturalizzato. Si hanno tre momenti: l'arte simbolica, tipica dei popoli orientali, che
caratterizzata dallo squilibrio tra contenuto e forma e dal ricorso al simbolo; l'arte
classica, che caratterizzata da un armonico equilibrio tra contenuto spirituale e
forma sensibile, attuato mediante la figura umana; l'arte romantica, che
caratterizzata da un nuovo squilibrio tra contenuto spirituale e forma sensibile dato
che lo spirito acquista coscienza che qualsiasi forma sensibile ormai insufficiente a
esprimere compiutamente l'interiorit spirituale. Il messaggio spirituale cos ricco da
trovare inadeguata ogni figurazione sensibile e ci determina la crisi dell'arte che non
va interpretata come un suo funerale di fatto, ma come uninadeguatezza a esprimere
la complessit spirituale moderna.

La religione
In essa l'assoluto di manifesta nella forma della rappresentazione. Il problema il
rapporto fra la filosofia della religione e la religione stessa. La soluzione che la
filosofia della religione non deve creare una religione, ma riconoscere quella che c'
gi. Il suo oggetto Dio, il suo soggetto la coscienza umana indirizzata a Dio e il suo
scopo l'unificazione di Dio con la coscienza. La prima forma della religione
l'immediatezza del rapporto fra coscienza e Dio che propria del sentimento. Essa non
in grado di giustificare la certezza dell'esistenza di Dio, trasformandola in verit. Un
passo in pi fatto dall'intuizione di Dio, e un'ulteriore passo dalla rappresentazione.
La rappresentazione intende le sue determinazione come giustapposte (indipendenti
l'una dall'altra). Si ha la rappresentazione degli attributi divini singolarmente presi, che
poi vengono uniti, giungendo cos a riconoscere l'inconcepibilit dell'essenza divina
che li riunifica. La religione non sa pensare a Dio dialetticamente. Lo sviluppo della
religione lo sviluppo dell'idea di Dio nella coscienza umana. Prima abbiamo la
religione naturale, in cui Dio come sepolto nella Natura e le forme pi basse sono la
stregoneria e il feticismo mentre le forme pi alte sono quelle panteistiche; dopo
abbiamo le religioni della libert, dove Dio uno spirito libero, come nella religione
egiziana; dopo abbiamo le religioni dell'individualit spirituale, in cui Dio sotto forma
spirituale, come in quella greca; e infine troviamo la religione assoluta, cio quella
cristiana, in cui Dio appare come puro spirito.

Filosofia e storia della filosofia

Nella filosofia l'idea giunge alla piena e concettuale coscienza di s chiudendo il ciclo
cosmico. La filosofia non nient'altro che l'intera storia della filosofia giunta
finalmente a compimento come storia dell'avvento progressivo della verit.

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