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ERACLITO DEFESO
LE MUSE O DELLA NATURA
(Ipotesi di ricostruzione, 2011)
*I. SUL TUTTO* 1
1. INTRODUZIONE
Sapere, giustizia, false apparenze
<Eraclito, figlio di Blosone,
nipote di Eracon(t)e (?), di Efeso, domanda:>
1. Si da` (?) conoscenza degli de`i e degli uomini,
dellunico ordinamento (kovsmou) del Tutto <?> 2 [F 81A]
2. Di Giustizia
i fuorilegge non avrebbero avuto bisogno 3
se cos` non fosse. [F 23]
3. Il piu` avveduto (tra gli uomini in vista)
sa infatti guardarsi da cio` che appare.4
E, certo, la stessa Giustizia
prendera` i forgiatori e testimoni di falsita`. [F 28]
4. <Anche> codesto Sole
che per natura
ha la larghezza di un piede umano,
non varchera` i limiti a lui pertinenti:
se oltrepassasse i suoi termini,
le Furie, guardiane della Giustizia,
lo scoverebbero.5 [F 3-94]
1
2
3
4
5
Per i sottotitoli tra gli asterischi riportati prima dei testi 1, 51, 106 e 154 cfr. DIOG. LAER. IX 5.
Vedi Heraclitea III.3.B/iii ad F 81A.
Leggo: Divkh" a[nomoi oujk a]n e[dhsan (= ejdevhsan).
Lezione del manoscritto con doppia lettura di dokeovntwn... oJ dokimwvtato".
Vedi Heraclitea III.3.B/iii ad F 3-94. [Lunione tra i due testi e` stata dimostrata dal papiro di
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Derveni (cfr. G. BETEGH, The Derveni Papyrus: Cosmology, Theology and Interpretation, Cambridge,
Cambridge UP 2004, pp. 325 sgg.; T. KOUREMENOS G.M. PARA`SSOGLOU K. TSANTSANOGLOU,
The Derveni Papyrus, Firenze, Olschki 2006 (Studi e Testi per il Corpus dei Papiri Filosofici Greci
e Latini, 13), pp. 157-158) G.F.]
6 Vedi Heraclitea III.3.B/iii ad F 107E.
7 La particella pronominale ne e
` da riferirsi a Senofane (testo 7). LAvviso (dovgma) allude al
dovko" di Senofane B 34 DK. Le parole dovko" e dovgma sono entrambe, come la dovxa di Parmenide,
dei neologismi che utilizzano la radice dok- (cfr. dokevw, sembrare, apparire) e che designano lopinione, lapparenza; cfr. doxavsmata al testo 18. Il testo manoscritto suggerisce una lacuna tra giusto
e il successivo Quanto, e induce a pensare a un originario parallelismo tra due frasi, la prima riguardante Senofane e il suo Dogma, e la seconda concernente il Logos di cui parla Eraclito, parallelismo che un copista potrebbe aver confuso in una sola frase (per aplografia o per sopprimere una
dittografia). [Nella traduzione si e` reso Dovgma con Avviso per evitare la connotazione troppo soggettiva del termine moderno opinione G.F.]
8 Vedi Heraclitea III.3.B/i, iii ad F 50.
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mento di Aristotele (PS.-PLUT. De vita Hom., 4; De poet., fr. 8 ROSS; cfr. G. COLLI, La sapienza greca,
vol. I, Dioniso, Apollo, Eleusi, Orfeo, Museo, Iperborei, Enigma, Milano, Adelphi 1990, 7 [A11], pp.
347-349 e commento a pp. 436-437): Omero si lascia morire per lo sconforto (dia; th;n ajqumivan) di
non saper sciogliere lenigma dei fanciulli [G.F.].
15 Nota crux eraclitea: molti interpreti ricostruiscono savrma (rifiuti), mentre Mouraviev ripristina la lezione originaria savrx, in accordo al criterio della lectio difficilior, oltre che per altre ragioni
testuali [G.F.].
16 La sequenza 20-22 e
` una ricostruzione ipotetica.
17 Leggo adesso: eu\ de; crhv...; ejrein ionico = ejran attico (vd. Heraclitea IV.A ad loc.).
=
=
18 Probabile allusione allunione di Ares e Afrodite di cui parlano i testi 22 e 24.
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42. <Anche se> fla Notte he` realmentei la prima dea...g [F 13A]
43. f... il Sole e` pure la fonte
della luce celeste.g [F 70B]
44. Di vespero e aurora 23
i confini: lOrsa,
e di fronte allOrsa:
leccesso (kovro") di Zeus risplendente.24 [F 120]
45. fQuanto a Omero,g <per lui
fin la medesima notte
da se stessa diverge:>
fgiacche dice chEttore e Polidamanteg
la medesima notte nacquero [Il. XVIII 251],
<pur essendo cos` diversi tra loro!> [F 105a]
Ho invertito i due nomi per ragioni eufoniche del verso italiano [G.F.].
Leggo adesso: kovro" (= qoros) aijqrivou Diov" (vd. Heraclitea IV.A ad loc.).
25 La traduzione imita lambiguita
` sintattica delloriginale.
26 Il frammento ci e
` pervenuto al plurale. La sintassi dellespressione attributiva e` reversibile: I
ben esperti di molte cose devono davvero essere amanti della sapienza (cfr. Heraclitea III.3.B/iii ad
loc.). [E` interessante osservare come questa precoce occorrenza testuale di un termine destinato a
unenorme fortuna sia stata prodotta in un contesto polemico e ironico, e con un sottinteso rovesciamento, quasi a contrassegnare il carattere controverso e paradossale di quella che in Occidente sarebbe divenuta la forma piu` elevata e ambiziosa di sapere razionale G.F.].
27 Frammento intraducibile, dato che kopivdwn e
` contemporaneamente il genitivo plurale di due
parole differenti, delle quali una significa impostore e laltra coltello sacrificale (cfr. Heraclitea
III.3.B/iii ad loc.). [Nella traduzione ho aggiunto il riferimento alla verita` per rendere il senso cognitivo della metafora G.F.].
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Per le integrazioni ai testi 51, 52 e 53, vedi Heraclitea III.3.B/i, iii ad F 39, F 49 e F 29.
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89. Infatti e` il Discorso (lovgo") divino, con cui lanima comunica per gli orifizi dei sensi, ad
essere giudice della verita`... [cfr. D 148]
90. Giudice di verita` e` il discorso (lovgon)... non uno qualsiasi, ma quello che e` Comune
(koinovn) e Divino... LAmbiente (perievcon) e` dotato di discorsivita` (logikovn) e di pensiero
(frenhre"
= ), e noi diventiamo coscienti (noeroiv) inspirando questo Discorso (lovgon) divino,
quando noi respiriamo. [F 107A] Nel sonno lo dimentichiamo, ma al risveglio siamo di
nuovo coscienti (e[mfrone"). Perche nel sonno, essendo chiusi gli orifizi dei sensi, la ragione
(nou"= ) che e` in noi si distacca dallAmbiente (perievcon) con cui faceva tuttuno, e conserva
un solo legame, come una radice, per mezzo della respirazione, e rimanendo staccata, perde la facolta` della memoria di cui era dianzi in possesso. [D 148]
91. Anche i dormienti <sono> operatori
fe cooperatorig
degli accadimenti del mondo (ejn [twi= ] kovsmwi). [F 75]
92. <Ma tutti questi accadimenti ai dormienti sfuggono, poiche i loro occhi e orecchi son
chiusi.> Tuttavia la loro ragione, per necessita` vitale sottoposta alla legge della respirazione
(?), preannuncia coi sogni nelle loro anime addormentate gli eventi futuri <che la Ragione
divina conosce>.39 [D 149]
93. fLanima <dei dormienti> e` come un ragno al centro della sua tela: non appena una
parte e` toccata, subito vi accorreg <e li sveglia>. [F 67A]
94. Ma durante la veglia, affacciandosi di nuovo agli orifizi dei sensi come a una specie di
finestra e ristabilendo il contatto con lAmbiente (perievconti), lintelletto recupera la sua
facolta` discorsiva (logikhvn). [D 148]
<Questo finche ce` luce; di notte invece il fuoco dellAmbiente (perievconto") si allontana.>
95. E allo stesso modo del carbone, che quando si avvicina al fuoco si accende in virtu` di
questo cambiamento ma si spegne se lo si allontana (= 96), cos` la parte dellAmbiente
(perievconto") che abita nel nostro corpo diviene quasi totalmente priva di ragione (a[logo")
se se ne allontana <anche se restiamo svegli>, mentre si fa un tuttuno col mondo (suvmfusin) allorche si fonde con esso per i suoi molti orifizi. E questo Discorso comune (lovgon
koinovn) e divino, partecipando al quale noi diventiamo razionali (logikoiv), e` il criterio di
verita`... [D 148]
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D 149 = A 20 DK.
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nico xunov" (cfr. 102) non per introdurre una differenza di significato, bens` per trarre profitto dalle
potenzialita` etimologiche del secondo termine: 1) xunov" deriva da xuvn = suvn (= lat. con-, cum),
con; 2) il neutro xunovn e` leggibile come xu;n (ej)ovn, cio` che e` insieme, o come xuniovn = suniovn,
cio` che va insieme (participio di suvneimi; cfr. anche sunievn, cio` che comprende, participio di
sunivhmi); 3) il dativo xunw=i come xu;n nw=i (= novwi), con intelligenza.
44 Conoscer da se
equivale a conoscere indipendentemente, senza aiuto esterno (vd. nota al
testo 74).
45 La traduzione imita lambiguita
` sintattica delloriginale: e sapienza puo` andare o con virtu` o con il vero dire, che a sua volta puo` andare anche con e agire.
46 Eraclito gioca sullassonanza di xu;n nwi (con senno, intelligenza) e xunwi (su cio
` che e` co=
=
mune).
47 Ambedue le traduzioni sono possibili e devono essere mentalmente combinate tra loro.
48 Espressione che, come quella corrispondente della sazieta
` del fuoco, indica lautosufficienza
e linesauribilita` della legge divina [G.F.].
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49 Questo frammento e
` un capolavoro di polifonia, e ammette una buona ventina di interpretazioni sintattiche e semantiche differenti e complementari. La traduzione si limita a proporre le tre
interpretazioni principali, ciascuna delle quali contempla almeno una mezza dozzina di varianti.
50 jAlloioutai, parola che Eraclito e
` il primo a utilizzare, e che e` leggibile in due modi, come
=
ununica parola o come due (ajll joijou=tai).
51 Lespressione si direbbe avere una forte connotazione rituale (si veda su questo il saggio di R.
Di Giuseppe nel presente volume) [G.F.].
52 Il pronome ognuno e
` ambiguo e puo` designare tanto il profumo quanto colui che lo inala.
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Lespressione con se stesso e` ambigua: puo` andare sia con divergendo sia con concor-
da.
54 Allusione alle componenti torte o non torte dellarco e della lira. Cfr. anche la coppia di opposti consonante/dissonante.
55 Qui, come in altri testi, sembra essere sviluppata la nozione orfica dellanima sepolta nel corpo [G.F.].
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119. Trentanni e` la durata di una generazione, o ciclo delle eta`, in cui un genitore ottiene
una progenie della propria progenie e la natura umana (sempre) ritorna da uninseminaba
zione allaltra.58 [F 80B ]
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59 La nozione di felicita
` indica qui piu` il benessere fisico e la prosperita` materiale che la beatitudine.
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Lunita` del bianco e del nero, dellacuto e del grave, del maschio e della
femmina (?)
137. <Stessa cosa e` per lUno> il bianco e il nero (?), lacuto e il grave (?),
il maschio e la femmina (?). [cfr. D 165, D 171]
....................................
60 Sequenza che potrebbe avere una notevole pregnanza, naturalmente facendo grazia dellintegrazione ipotetica: nulla permane, nemmeno la morte, ma la circostanza, che sembra gettare la luce
sinistra dellimpermanenza su tutto, anche sui cadaveri, si rovescia per il sapiente nella piu` impensata
speranza [G.F.].
61 Conservo la lezione manoscritta (senza mhv). [Il ciceone e
` un beveraggio rituale, a base di orzo,
formaggio, vino e forse altri ingredienti, usato nei Misteri di Eleusi; lallusione immediata e` alla facilita` con cui questa bevanda composita si decomponeva, lasciando gli ingredienti solidi nel fondo e
quelli liquidi sopra G.F.]
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Lunita` del bello e del brutto, del puro e dellimpuro, del dolce e dellamaro
<Stessa cosa e` per lUno il bello e il brutto, il sapiente e linsipiente,
il dolce e lamaro, il puro e limpuro.>
138. La scimmia piu` bella
e` brutta al cospetto delluomo,
<ma> il piu` sapiente degli uomini
sara` una scimmia al cospetto del dio. [F 82-83]
139. Il miele: sia dolce che amaro...
dolce per i sani, per gli itterici amaro... [F 107C]
140. Il mare:
lacqua piu` pura e piu` impura;
per i pesci bevibile
e salutare,
per gli uomini imbevibile
e mortale. [F 61]
141. fNel fango amano (caivrousi) lavarsi i maiali,
nella polvere gli uccelli,
*piuttosto che nellacqua pura*.g [F 37]
6. CONTRO I RITI OSCENI E INSENSATI
142. <Ma> luomo perbene (cariventa)
non deve trovare il suo bene (caivrein) nel fango... [F 13]
143. ... <come fanno> i nottivaghi:
magi, baccanti, menadi, iniziati. [F 14a]
144. *Il fuoco fli punira`...g* [F 14b]
145. giacche con empieta`
siniziano ai misteri
*praticati dagli uomini*! [F 14c]
146. fI sacrifici purig son rari
anche fatti da uno solo. [F 69]
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156. <E come> fle monete son fatteg di polvere doro fuso
<cos`...> [F 5C]
157. ... dal fuoco nascono tutte le cose
e tutte nel fuoco periscono. [F 107F]
158. *f<Codesto> fuoco e` intelligente (frovnimon).g* [F 63A]
159. Mutazioni del fuoco:
dapprima mare,
e del mare
una meta` e` terra,
laltra meta` prester,68
<e meta` della terra e` acqua dolce,
meta` del prester aria:> [F 31a]
160. Il fuoco finisce per essere tutte le cose. [F 5B, cfr. D 29a]
161. <Vi e`> penuria <di fuoco>.
<Ma di nuovo lacqua si solidifica in terra.> [cfr. F 64-65]
162. E in mare si disperde la terra
e si commisura (metrevetai) 69
nello stesso rapporto
<proveniente dal fuoco> che era
prima che la terra sorgesse. [F 31b]
163. <E laria si scalda per farsi prester,
il prester in mare
si condensa e si commisura
nello stesso rapporto
proveniente dal fuoco che era
prima che sorgesse il prester.
E il mare evapora convertendosi in fuoco.> [cfr. F 31b]
164. Tutte le cose finiscono per essere fuoco. [F 5B, cfr. D 29b]
165. <E`> leccesso (kovro") <di fuoco>. [cfr. F 64-65]
68 Prhsthvr sembra designare qui, in modo analogo a aijqhvr, la mescolanza di fuoco, aria, esalazioni umide (e terra?) che riempie lo spazio fra la terra e il cielo.
69 Il verbo italiano vuole esprimere il mettersi in rapporto secondo precise misure [G.F.].
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....................................
172. Tutto <questo> si svolge conformemente al Destino (eiJmarmevnhn), a cui pertiene la
necessita`.72 [D 40]
....................................
173. Poiche <la necessita`> dal Destino (eiJmarmevnh)
e` stabilita del tutto (o nel Tutto?). [F 137]
70 Per una possibile interpretazione mitico-cosmica del Grande Anno eracliteo legata alla precessione degli equinozi si veda il saggio di E. Giannetto in questo volume [G.F.].
71 Per la diakovsmhsi", il concetto (se non il termine) e
` da ritenersi eracliteo prima che stoico, al
pari di quello collegato di ejkpuvrwsi" (vd. il saggio di E. Vimercati nel presente volume) [G.F.].
72 Sul carattere eracliteo della nozione di eiJmarmevnh, poi utilizzata e sviluppata nello stoicismo,
si veda il saggio di E. Vimercati [G.F.].
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174. Il Destino (eiJmarmevnh) e` il Discorso razionale (lovgon) che sorge dalla corsa degli opposti (ejnantiodromiva"), il demiurgo degli esseri [D 42, cfr. F 3Aa]. La sostanza del Destino
(eiJmarmevnh") e` il Discorso razionale (lovgo") diffuso nella sostanza del Tutto, il corpo etereo
(scintillante?), il seme generativo del Tutto e la misura prescritta del ciclo. [D 43]
109-111]
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180. Dapprima, le parti piu` cariche di fuoco... diventano terra. Poi si allentano... la terra si
a
trasforma in acqua e, evaporando, in aria. [D 54, D 55 ] E dallaria viene il fuoco:
b
[D 55 ]
<e` la via torta.> [cfr. F 59]
181. Il fuoco vive della morte della terra
e laria vive della morte del fuoco;
lacqua vive della morte dellaria
<e della morte> dellacqua <vive> la terra:
<la stessa via torta.> [F 76a; cfr. F 59]
182. Degli elementi (grafevwn)
la via retta e torta
e` una sola e la stessa. [F 59]
183. Il freddo si scalda,
il caldo si raffredda;
lumido si secca,
larido sinumidisce. [F 126]
184. Quasi tutto si trasforma per mezzo delle esalazioni dal mare. [D 61]
185. Le esalazioni provengono sia dalla terra sia dal mare, e di queste alcune sono brillanti, <tanto> pure <(quelle provenienti dal mare e dalle zone secche della terra) quanto
impure (quelle provenienti dalle zone umide della terra)>, mentre le altre (sono) oscure.
[D 63]
186. Il fuoco si accresce grazie alle esalazioni brillanti, lumidita` grazie alle oscure.
[D 64]
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200. Ma (lanima) mescolata al corpo e da esso saturata, pesante e densa di vapore come
unesalazione (umida?), ha difficolta` a infiammarsi e salire [D 125], fe facendosi pesante
e umida, sinfossa nelle profondita` della terrag. [D 126, cfr. D 127]
201. Lanima incolta immediatamente perisce nellabbandonare il corpo, mentre lanima
coltivata, temprata dalle virtu`, perdura sino alla conflagrazione dellintero cosmo.
[D 123]
202. Essa sfugge dal corpo come il lampo dalla nube. [F 85A]
203. <Lanima pura, incorporea e giusta> si slancera` nelle altezze del cielo, <verso> il suo
paese dorigine. [D 128]
204. <Forse prendera` parte al destino (moiran
= )> della schiatta dellEta` delloro presso gli
de`i che hanno dimora in cielo, nella sfera delle stelle fisse... [D 130]
205. *Le anime migliori passano dal rango degli uomini a quello degli eroi, e dal rango
degli eroi a quello dei de`moni (daivmona")*. [D 131]
0205a. ... Non e` concepibile che delle anime si spostino verso il basso. Infatti, composte di minuscole particelle e non meno igniformi che aeriformi, si sollevano verso
gli spazi elevati. E persistono di per se stesse e non si disperdono come fumo (secondo quanto dice Epicuro) separandosi dal corpo. E in precedenza il corpo non
era il loro signore, ma erano esse la causa della sua permanenza e, ben prima ancora,
di loro stesse. Private del loro corpo, esse abitano nello spazio sotto la luna, e l`,
grazie alla limpidezza dellaria, godono di una permanenza prolungata nel tempo,
alimentandosi del nutrimento per loro adeguato lesalazione proveniente dalla
terra come dalle altre stelle senza che nulla in quei luoghi minacci di dissolverle.
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73 Mouraviev propone la lezione qumiwntai, da interpretarsi naturalmente nel senso delle esala=
zioni nutritive eraclitee, anziche la lezione ojsmwntai
(fiutano) generalmente seguita, ma che tra gli
=
studiosi ha sempre costituito una crux interpretativa [G.F.].
74 Intendi: le anime.
75 Sul probabile sfondo orfico della dottrina eraclitea dellanima cfr. in questo volume, oltre al
saggio di G. Fornari, anche quello di E. Vimercati coi relativi rimandi [G.F.].
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223. Il sole si alimenta delle esalazioni provenienti dal mare..., la luna <delle esalazioni
provenienti> dallacqua delle sorgenti e dei fiumi... ... Anche il sole e` una massa di fuoco
dotata di intelligenza (noerovn) e alimentata dal mare, e la luna <una massa di fuoco simile>
alimentata dalle acque dei fiumi... [D 72, D 73, D 75]
224. Il sole e la luna hanno la forma di bacili contro-convessi (uJpovkurto") [D 72, D
73, D 74, cfr. F 3C, F 123C] ed emettono luce per la nostra vista (scil. affinche noi
possiamo vedere). [D 74, D 75]
76 Lipotesi e
` che Eraclito non sia convinto di ricorrere al termine koilo"
(vuoto) quale op=
posto di kurtov" (convesso), il che implica che il primo termine non avesse ancora assunto il significato tecnico di concavo: da qui la scelta di una parola composta col significato di convesso visto
dal lato opposto. Lespressione appare anche funzionale al linguaggio antitetico e tensionale caratteristico di questo pensatore. Quanto alla traduzione di skavfai, il termine puo` essere reso in vari
modi (scafa, vaso rotondo, bacino) designanti un contenitore concavo di uso comune G.F..
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225. La luna ha la forma di un bacile, <la sua fiamma> e` di fuoco puro, <il suo bacile> di
terra circondata di nebbia. [D 77-D 79]
226. Il sole e la luna si eclissano quando ruotano la loro forma di bacile concavo (per la
luna e` lo stesso a motivo della sua inclinazione) in modo che lapertura si trova in alto e la
parte concava in basso rispetto al nostro punto visuale. [D 80]
227. Le eclissi mensili della luna (i.e. le lune nuove) si verificano negli stessi modi di quelle
del sole, per il rivolgimento del suo veicolo a forma di bacile. Quanto alle fasi mensili della
luna, esse sono dovute alla rotazione graduale del suo bacile su se stesso. [D 81]
228. Il giorno e la notte, i mesi, le stagioni e gli anni, le piogge e i venti, e gli altri fenomeni
dello stesso tipo, sono dovuti alle differenti esalazioni. [D 84]
229. Lesalazione brillante sinfiamma nella cavita` del sole e determina il giorno; e quando
e` lesalazione contraria a prevalere essa determina la notte. [D 85] <Percio`...>
230. il Sole e` nuovo ogni giorno. [F 6]
231. Il Sole si spegne e di nuovo saccende (ejxavptetai). [F 83A]
232. <Poiche> fil sole avanza ogni giorno verso il mare occiduo, vi cade dentro e si
estingue a causa del freddo che vi regna, *poi va sottoterra*, e un altro sole si accende
(ejxavptetai) di nuovo a levante, a causa del calore che vi regna, e cio` si verifica regolarmenteg. [D 74, D 75 = F 4A, F 83A]
<E ogni giorno anche>
233. gli altri astri saccendono e spengono. [F 123A]
I periodi e le meteore
I mesi
234. Allincontro dei mesi
la <faccia lunare> per tre giorni consecutivi scompare:
vigilia, luna nuova, indomani.
<Ma> talora in meno giorni
si trasforma,
talora in piu`. [F 80Aa]
....................................
Fattasi invisibile per un tempo ineguale
di nuovo la faccia crescente
ai raggi esibisce. [F 80Ab]
....................................
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241. LEone (Aijwvn = cio` che sempre e`) e` un fanciullo che gioca,
muovendo i pessoi (pesseuvwn):78
regno di fanciullo! [F 52]
....................................
78 Gioco simile al tric-trac o tavola reale (backgammon) in cui si alternano tiri di dadi e mosse
calcolate [G.F.].
79 Testo di Aristotele che contiene reminiscenze di Eraclito e lesposizione di una teoria (corretta) gia` attribuita a Senofane.
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