You are on page 1of 22

ORA RENZI VUOLE SBARAZZARSI DI CROCETTA.

DIMENTICANDO CHE
INSIEME (AL PD) HANNO AFFOSSATO LA SICILIA
Giulio Ambrosetti

Il governo Renzi vorrebbe mandare a casa il presidente della Regione, Crocetta, per non
restituire alla Sicilia 2 miliardi di euro. Soldi che a Roma servono per pagare 16 miliardi
alla Ue, pena laumento dellIva. Che dir il Presidente Mattarella? Lascer
massacrare lIsola destinata a fare una fine peggiore della Grecia?

A che punto la notte della Sicilia? Le voci che si rincorrono, in queste


ore, tra Roma e Palermo, raccontano di un governo nazionale che
sarebbe pronto a mandare a casa il presidente della Regione, Rosario
Crocetta. Motivazione ufficiale: il Pd di Matteo Renzi e i suoi seguaci
avrebbero preso atto che il governatore dellIsola non sarebbe pi
affidabile. Motivazione vera: lo Stato, dopo aver ridotto la Sicilia in
mutande, strappandole quasi 5 miliardi di euro negli ultimi due anni,
avrebbe scoperto che non pu restituire ai siciliani circa 2 miliardi di
euro per consentire al Parlamento dell'Isola di approvare il Bilancio
2015. Come abbiamo scritto nellultima puntata della nostra
rubrica, la profezia del professore Massimo Costa si sta avverando: la
Sicilia tecnicamente fallita. Anche se, rispetto ai calcoli di chi scrive,
in queste ultime settimane c stata unaccelerazione. Perch questa
fretta del Pd renziano di certificare il fallimento della Sicilia? E fino a
che punto percorribile la strada del commissariamento della
Regione siciliana?
Oggi, numeri alla mano, proveremo a ragionare non tanto e non
soltanto sullipotesi di commissariamento della Regione siciliana, ma
anche sulle ragioni che starebbero portando il governo Renzi a
sbarazzarsi del presidente della Regione, Crocetta. Con molta
probabilit, la fretta del governo Renzi nel voler liquidare in tempi
stretti il caso Sicilia (mandando a casa Crocetta) potrebbe essere
legata a due fattori tra di loro strettamente legati: lesigenza del
governo Renzi di trovare a brevissima scadenza 16 miliardi di euro per
evitare di aumentare lIva di almeno un punto e la crisi della zona
euro, se vero che il rilancio dell'economia, nonostante limmissione
di liquidit operata dalla Bce, non sembra ancora a portata di mano.
Soprattutto in Italia, Paese nel quale lIstat, proprio in queste ore,
1

certifica un aumento costante della disoccupazione, con buona pace


della tanto decantata ripresa economica.
I due temi, labbiamo gi accennato, sono interconnessi. Renzi cerca
di infondere ottimismo agli italiani, ma le sue parole, per molti versi,
ricordano quelle di un celebre personaggio del Candido di Voltaire,
Pangloss. Al pari di questo personaggio tedesco - un malato di
ingiustificato ottimismo che pretendeva, come Leibniz, di vivere nel
migliore dei mondi possibili - Renzi cerca di far credere aglitaliani che
il suo sia il migliore dei governi possibili. Ma i fatti, per, gli danno
torto. E i gi citati 16 miliardi di euro che deve trovare a tamburo
battente per evitare un aumento dellIva che sarebbe a dir poco
rovinoso per lItalia, sono l a dimostrare la fallacit dellottimismo
renziano, che per cadere in contraddizione non ha nemmeno bisogno
di un Voltaire che gli confezioni un Candido su misura.

Sarebbe ingiusto, per, ascrivere al solo Renzi le colpe di una crisi


economica che ha radici globali e, magari, europee. Da mesi, in Italia,
giornali e Tv ci dicono che lo spread tra Italia e Germania ai minimi
storici, che leconomia italiana in ripresa e che le cose vanno bene (il
complesso di Pangloss, personaggio letterario che, non a caso,
tedesco, non ha colpito solo Renzi). A questa interpretazione
tranquillizzante delleuro-story si accompagna - rintracciabile sulla
rete tra economisti, osservatori e giornalisti non esattamente
entusiasti della moneta unica europea - una tesi opposta: e cio che
leconomia reale (soprattutto quella italiana) un disastro, che la crisi
rischia di far saltare lItalia (e quindi la zona euro) e che, proprio per
evitare il crollo delleurozona, si sta drogando il mercato con
limmissione di liquidit (inghiottita, per lo pi, dalle onnivore
banche) e si sta abbassando lo spread. Insomma, secondo questa
2

seconda tesi - opposta alla prima - lo spread non sarebbe sceso sotto i
100 punti perch il governo Renzi va bene e sta rilanciando lItalia ma,
al contrario, perch lItalia di Renzi va male e rischia di trascinare nel
baratro leurozona.
Noi non siamo in grado di sapere quale delle due tesi sia quella vera.
Noi ci limitiamo ad osservare i duri fatti che premono dal basso. Un
primo fatto, labbiamo gi accennato, che in Italia non c ripresa
economica. Anche la storia dei contratti di lavoro in aumento,
propagandata dai seguaci di Renzi, stata raccontata a met.
Stranamente, i grandi giornali italiani, pieni di economisti, si sono
dimenticati di precisare che gli sgravi fiscali che sarebbero alla base
delle nuove assunzioni - che riguardano, per lo pi, imprese del
Centro Nord Italia - vanno in scena (leggere sono state finanziate) con
lo scippo di 5 miliardi di euro di fondi Pac al Mezzogiorno dItalia. Ma
tutto ci che nasce dal male, come insegna il Vangelo, non pu
produrre bene. E infatti i 5 miliardi di euro scippati al Sud non hanno
innestato alcuna ripresa, perch la caduta verticale delleconomia
italiana pi forte di qualunque scippo ai danni del Meridione.
Il secondo fatto che preme dal basso riguarda la Sicilia. Regione
autonoma, per ricordarlo ai lettori americani. Alla quale, come gi
ricordato, Roma ha scippato circa 5 miliardi di euro negli ultimi due
anni. Siamo gi ad aprile ed entro questo mese - o al massimo entro il
30 maggio - il Parlamento siciliano dovr approvare il Bilancio. Non
tanto e non soltanto perch lo prevede la legge (la mancata
approvazione del Bilancio si configura come violazione persistente
dello Statuto e comporta lo scioglimento del Parlamento siciliano), ma
perch dall1 maggio non ci sono pi soldi non per pagare 50 mila
soggetti, ma per pagarne pi del doppio.
In questa storia del fallimento della Regione siciliana stanno facendo
tutto il governo Renzi e il Partito democratico. Anche se la
disinformazione che va in scena in Italia cerca di accreditare unaltra
tesi: e cio che la Sicilia spendacciona e che sta meritando quello
che sta succedendo.
Invece, numeri alla mano, la responsabilit di tutto quello che sta
succedendo del governo nazionale e del Pd. Roma ha strappato al
Bilancio della Regione 915 milioni di euro nel 2013. Poi ha scippato,
sempre dal Bilancio della Regione siciliana, un altro miliardo e 150
milioni nel 2014. A cui si aggiungono, sempre nel 2014, 200 milioni di
euro per i famigerati 80 euro al mese per i lavoratori con redditi
3

inferiori a mille e 500 euro mensili. Questanno il governo Renzi si


gi preso un miliardo e 115 milioni di euro. Se li contiamo, siamo gi
a 3 miliardi e 350 milioni di euro circa. A cui va sommato lo scippo di
un miliardo e 200 milioni di euro di fondi Pac, sigla che sta per Piano
di azione e coesione (dei 5 miliardi di fondi Pac rubati al Sud, un
miliardo e 200 milioni di euro erano destinati alla Sicilia).
Con questi numeri siamo gi a 4 miliardi e mezzo di euro depredati
alla Regione siciliana in due anni. Ai quali vanno aggiunti i 600 milioni
di euro allanno che, dal 2009, lo Stato strappa alla Sicilia sul fronte
sanitario (altra storia lunga, che vede come protagonista la
parlamentare nazionale siciliana, Anna Finocchiaro, storia che
racconteremo tra qualche giorno: per ora sufficiente che i lettori
memorizzino che la Sicilia, grazie a questo raggiro sui conti della
sanit, perde dal 2009 circa 600 milioni di euro allanno incamerati
dallo Stato). Se consideriamo lo scippo sanitario negli ultimi due anni,
dobbiamo aggiungere un miliardo e 200 milioni ai 4 miliardi e mezzo:
e arriviamo a uno scippo, ai danni della Sicilia, di circa 5 miliardi e 700
milioni di euro negli ultimi due anni, che noi abbiamo arrotondato a 5
miliardi di euro circa.
Attenzione: questi numeri non sono una nostra invenzione: al
contrario, sono rintracciabili nei Bilanci dello Stato e nei Bilanci della
Regione. Basta leggerli, magari con il supporto di qualche tecnico.
Resta da chiedersi con che faccia si possa incolpare la Sicilia di essere
sciupona: ma questa una domanda che dovremmo 'girare' ai grandi
giornali e alle Tv: e in questo Renzi e Berlusconi si stanno dimostrando
maestri del nuovo 'Minculpop' targato Italia 2015.
Andiamo alla Sicilia e al fallimento ormai prossimo. Lassessore
allEconomia della Regione siciliana, Alessandro Baccei - inviato in
Sicilia proprio dal governo Renzi - dice che il buco del Bilancio della
Regione siciliana pari a 3 miliardi di euro. A nostro avviso non cos,
perch i numeri - come abbiamo gi illustrato limitandoci a leggere i
dati ufficiali dei Bilanci di Stato e Regione - dicono che il buco di
oltre 5 miliardi. Ma noi, come dire?, leviamo lite e diamo per buono il
buco finanziario di 3 miliardi illustrato dallassessore Baccei.
Dice lassessore Baccei che, di questi 3 miliardi, 700 milioni di euro e
forse qualcosa in pi arriveranno dal nuovo Pac. Si tratta di fondi gi
della Sicilia, che dovrebbero servire per gli investimenti (leggere
infrastrutture), ma che, per loccasione, verrebbero utilizzati per
pagare la spesa corrente (leggere stipendi). Una fregatura che
4

l'Unione europea dorebeb impedire, perch i fondi per le infrastrutture


non possono finire in spesa corrente. Ma Bruxelles dov'?
Dice lassessore Baccei che altri 2 miliardi di euro e rotti arriveranno
dalla restituzione delle imposte abusivamente trattenute dallo Stato
(leggere le ritenute sugli stipendi dei dipendenti pubblici che lavorano
in Sicilia che il governo Renzi ha incamerato riscrivendo,
unilateralmente, le regole sul sostituto dimposta) e dalla restituzione
dellIva. Ma adesso c una novit che lassessore Baccei non ha
ancora comunicato: e cio che il governo Renzi - come abbiamo gi
accennato allinizio - deve trovare 16 miliardi di euro pena laumento
dellIva. Dovendo reperire 16 miliardi di euro, ovviamente, Renzi non
restituir mai alla Sicilia i 2 miliardi che gli ha rubato con manovre
illegittime, se non truffaldine, sul sostituto dimposta e sullIva (2
miliardi che si vanno a sommare allo scippo di 5 miliardi e passa di
euro operato negli ultimi due anni).

Ovviamente, nonostante la disinformazione che d una grande mano


a Renzi e compagni, bisogna trovare il capro espiatorio sul quale
scaricare la responsabilit dellimminente fallimento della Regione
siciliana. E Renzi e il Pd lhanno gi trovato: Rosario Crocetta.
Personaggio che ha dimostrato di essere oggettivamente inadeguato a
ricoprire il ruolo di presidente della Regione, Crocetta si presta
benissimo per svolgere il ruolo di responsabile del disastro finanziario
(e in parte lo davvero).
Insomma, dopo aver spremuto a dovere Crocetta, o meglio, dopo aver
utilizzato Crocetta per depredare i siciliani, Renzi si appresterebbe a
sbarazzarsi di Crocetta. Del resto, se la Sicilia, ai tempi di Cicerone e
Verre, era il granaio di Roma, perch, oggi, non dovrebbe essere il
bancomat del governo Renzi? A questo punto, per completezza
dinformazione, dobbiamo illustrare ai nostri lettori - soprattutto ai
5

lettori americani - come Renzi ha utilizzato Crocetta per spremere i


siciliani. La storia, in parte, labbiamo gi raccontata. Ora la
riprendiamo con qualche particolare in pi.
Lo scorso anno la Corte Costituzionale ha emesso una sentenza
storica sulla territorializzazione delle imposte che d ragione alla
Sicilia. In base a questa sentenza, lo Stato dovrebbe versare alla
Regione siciliana circa 10 miliardi di euro allanno che fino ad oggi ha
trattenuto. Contestualmente, la Regione siciliana dovrebbe pagare ci
che ancora oggi lo Stato paga alla Sicilia: 2,2 miliardi allanno per la
sanit e i docenti di Licei, scuole superiori e universit, pi qualche
altra cosa ancora. Nel dare e avere la Regione siciliana ci
guadagnerebbe poco meno di 2 miliardi allanno.
Che ha fatto Renzi davanti a questa sentenza? Ha chiamato Crocetta a
Roma e gli ha proposto un accordo sciagurato (la definizione del
leader storico della sinistra siciliana, Franco Piro, ex assessore
regionale al Bilancio, grande conoscitore della situazione finanziaria
della Regione) in base al quale la Sicilia rinuncia, per quattro anni, agli
effetti positivi dei contenziosi finanziari con lo Stato, a cominciare
proprio dalla storica sentenza della Corte Costituzionale dello scorso
anno. Crocetta, senza nemmeno consultare il Parlamento siciliano, ha
firmato tale accordo. E ha inguaiato la Sicilia, che oggi, senza tale
accordo folle (o sciagurato) non si troverebbe nelle condizioni in cui si
trova.
Ma Crocetta ha firmato tale accordo perch glielha proposto Renzi. Ed
molto singolare che oggi, lo stesso Renzi, voglia oggi mandare a
casa il presidente della Regione siciliana addossandogli la
responsabilit del fallimento della Sicilia che, invece, opera del suo
governo. Ma tant.
Come finir questa storia? Non facile dirlo. Perch nonostante Renzi,
nonostante Berlusconi (ricordiamo che in Sicilia il Pd renziano e gli
uomini di Berlusconi sono alleati: valga per tutti il caso Agrigento,
dove lalleanza tra questi due partiti ancora in piedi nonostante i
bordelli esplosi dopo le primarie-farsa del centrosinistra per
individuare il candidato a sindaco della Citt dei Templi), nonostante
tutta la disinformazione sulla Sicilia alcune cose non potranno essere
nascoste. Crocetta, ad esempio, non ci sembra il tipo che si far
mandare a casa in silenzio. E probabile che prover a difendersi. Per
esempio, minacciando di sputtanare Renzi, rendendo magari noti i
retroscena dellaccordo sciagurato.
6

Non solo. Oltre allo sputtanamento di Renzi e del Pd, Crocetta


potrebbe impugnare leventuale commissariamento della Sicilia,
magari davanti la Corte Costituzionale. Motivandolo col fatto che la
persistente violazione dello Statuto - cio leventuale mancata
approvazione del Bilancio regionale 2015 - sarebbe stata provocata da
Roma e non dal suo governo. Tra laltro, secondo lo Statuto siciliano, il
commissariamento della Sicilia deve passare da un voto dei due rami
del Parlamento nazionale (Camera e Senato) riunite in seduta plenaria
con la nomina di ben tre commissari.
Di pi: per la Sicilia non si tratterebbe di un commissariamento, ma di
una sospensione della democrazia. Perch Renzi e il Pd, dopo aver
fatto fallire la Sicilia, potrebbero andare a nuove elezioni regionali solo
truccando le elezioni. Perch il vero dato politico di questa storia che
Renzi, il Pd e Crocetta, in due anni, hanno rubato alla Sicilia circa 7
miliardi di euro portandola sul lastrico. Chi che, nellIsola, voterebbe
per questi predoni?
Di pi. In Sicilia c un forte Movimento 5 Stelle che, per sua fortuna,
non stato molto penalizzato dagli errori di Beppe Grillo. Sta, poi,
rinascendo una sinistra alternativa al Pd. E, soprattutto, sta
prendendo piede non il partito dei sindaci, ma un grande movimento
civico imperniato sui sindaci. Non un caso che il candidato a sindaco
di Agrigento, Lillo Firetto, sul quale n il Pd, n Forza Italia riuscito a
mettere il 'cappello', si richiama proprio ai movimenti civici. Nessuno,
in Sicilia, vuole pi andare con il Pd e con Forza Italia.
Ancora. Se si dovesse sciogliere anticipatamente il Parlamento
siciliano il Pd dovrebbe fare i conti con uneventuale candidatura alla
guida dellIsola da parte di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e
presidente dellAnci Sicilia, lAssociazione nazionale dei comuni italiani.
Un personaggio, Orlando, che il Pd vede come il fumo negli occhi. Un
uomo che, una volta eletto alla presidenza della Regione, metterebbe
subito in fuori gioco il Partito democratico.
Dunque, se il Pd di Renzi, come sembra, dovesse sbarazzarsi di
Crocetta, dovrebbe bloccare le elezioni regionali, cio sospendere la
democrazia per almeno un anno, forse per due anni, per cercare di
recuperare consenso. Ma si troverebbe di fronte la rabbia dei siciliani
e, soprattutto, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che
per sfortuna di Renzi siciliano ed , soprattutto, una persona
corretta. E anche un giurista che conosce molto bene sia il diritto
7

parlamentare (materia che ha insegnato allUniversit di Palermo), sia


lo Statuto siciliano.
I siciliani, infine. E qui Renzi e il Pd rischiano di impantanarsi. I 2
miliardi di euro che il governo Renzi - come gi ricordato - non vuole
pi dare alla Sicilia provocherebbero un terremoto sociale oltre che
finanziario. La questione, lo ribadiamo, non tocca solo 50 mila
persone. Se facciamo due conti, possiamo affermare che il bilancio di
cassa della Regione, sulla carta, di circa 18 miliardi allanno.
Parliamo, lo ripetiamo, della cassa, cio dei soldi che la Regione
immette ogni anno nel sistema-Sicilia.
Ebbene, di questi 18 miliardi, 9 miliardi volano via per la spesa
corrente regionale (per lo pi stipendi) e altri 9 miliardi dovrebbero
andarsene per la sanit. Nel caso della sanit usiamo il condizionale
perch, da qualche anno a questa parte, la Regione ha utilizzato una
parte di questi 9 miliardi per pagare altre spese. A nostro modesto
avviso, gi dai conti della sanit siciliana manca allappello pi di un
miliardo di euro. E questo nonostante gli incredibili tagli ai servizi
sanitari della Sicilia operati dal 2009 ad oggi. Ci significa che, gi da
questanno, ci potranno essere serissimi problemi di gestione
finanziaria delle Aziende sanitarie e delle Aziende ospedaliere
dell'Isola e altri problemi legati a unulteriore riduzione dei servizi
sanitari (in tutto questo si debbono erogare i 94 milioni di euro
allIsmett di Pittsburg: una clientela siculo-massonica-americana che
la Sicilia non si pu pi permettere, ma che somiglia tanto a qualcosa
alla quale non si pu dire di no...).
Che cosa vogliamo dire? Semplice: che i due miliardi che il governo
Renzi non vuole pi restituire alla Sicilia non potranno essere presi da
una sanit siciliana gi dissanguata. Bisogner incidere sulla spesa
corrente altra. Cio sugli stipendi di precari, forestali, dipendenti
pubblici. Qui, lo ribadiamo, siamo ben oltre 50 mila persone. Per
consentire a Renzi di non restituire questi 2 miliardi si profila una
macelleria sociale senza precedenti. E non detto che le campagne di
disinformazione riusciranno a nascondere la verit. E la verit che il
governo Crocetta - o i commissari che prenderanno il suo posto dovranno tagliere soldi ai pensionati, licenziare migliaia di persone (e
non solo non pagarle!) e ridurre gli stipendi a migliaia di dipendenti
pubblici, prorpio come hanno fatto in Grecia. Nessuno dice che la
situazione che il governo Renzi, il Pd e Crocetta hanno creato in Sicilia
pi grave di quella greca. Chiss perch.
8

http://www.lavocedinewyork.com/Ora-Renzi-vuole-sbarazzarsi-di-CrocettaDimenticando-che-insieme-al-Pd-hanno-affossato-la-Sicilia/d/10839/
LA PROFEZIA DI MASSIMO COSTA SI AVVERA: SICILIA CON IL BUCO DI
3,2 MILIARDI VERSO IL FALLIMENTO
Giulio Ambrosetti

Nessuno lo dice, ma il fallimento della Sicilia nei fatti. Lo certificano


con 3,2 miliardi di buco il presidente Crocetta e lassessore Baccei.
Che, per, litigano su come fare inghiottire ai siciliani un fallimento
controllato. La verit che nei prossimi anni aumenter la povert

Ricordate la profezia del professore Massimo Costa? Sul nostro


giornale, un paio di mesi fa ha scritto che la Sicilia sarebbe fallita. In
Italia, ovviamente, nessuno gli ha creduto. Perch nel Belpaese, si sa,
le cose estreme non si verificano mai. C sempre il tempo e il mezzo
per trovare soluzioni intermedie. Le mediazioni, come si chiamano in
politica. Ma la politica c ancora in Italia? E c ancora in Sicilia?
Domanda legittima a giudicare da quello che succede in questi giorni
nella sempre pi scombiccherata politica siciliana. Che, a fine marzo,
si ritrova ancora senza il bilancio 2015. E con ben due proposte di
manovra economica: una presentata dallassessore allEconomia,
Alessandro Baccei, e laltra presentata dal presidente della Regione,
Rosario Crocetta. Due manovre economiche e finanziarie diverse, o
meglio contrapposte, per una sola Regione.
Dovendo raccontare ai lettori americani quello che succede nella
politica siciliana ci serviamo di una semplificazione. In Sicilia c ormai
uno scontro tutto interno al governo regionale. E come se il
governatore di uno Stato americano si trovasse contro gli uomini e le
donne che si messo accanto per governare. Con una piccola ma
sostanziale differenza: che mentre negli Stati americani i governatori
si scelgono liberamente i propri collaboratori, in Sicilia il presidente
della Regione, il gi citato Crocetta, ha avuto imposto lassessore
allEconomia, il gi citato Baccei, dal governo Renzi.
I due, a quanto pare, non la pensano alla stessa maniera. Baccei ha
presentato al Parlamento siciliano una manovra tutto sommato
leggera: vorrebbe mettere un po a dieta alcune categorie sociali,
tagliando 150 milioni di euro. Cos ha messo gi un disegno di legge
da 20 articoli. Il presidente della Regione, Crocetta, per tutta risposta,
9

ha presentato, sempre al Parlamento siciliano, una manovra di ben 80


articoli e oltre. Con un obiettivo politico e parlamentare che sembra
piuttosto chiaro: far scorrere altro tempo.
Cos il Parlamento siciliano si ritrova con due manovre. Per quello che
abbiamo capito, il Parlamento dellIsola ha preso in esame il testo del
presidente della Regione. Nel quale, per, manca la firma
dellassessore Baccei. Anomalia, questa, che stata subito fatta
notare dal presidente del Parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone.
Come i lettori possono notare, nella politica siciliana la confusione
politica, parlamentare e istituzionale, in queste ore, tanta. Siamo
davanti a una guerra di posizione tutta interna al governo della
Regione. Tornano alla mente le gi citate parole scritte un paio di mesi
fa dal professore Costa sul possibile fallimento della Sicilia. Eh gi,
perch anche se in Sicilia e in Italia nessuno lo scrive, il fallimento
della Sicilia ormai dietro langolo. Non lo diciamo noi: lo dicono i
numeri.
Perch in queste ore, per ammissione dello stesso governo siciliano,
emerso un dato sul quale Crocetta e Baccei, in disaccordo su tutto,
per loccasione concordano: il buco di finanziario della Regione, che
ammonta a 3,2 miliardi di euro. Intanto va precisato che si tratta di
un buco finanziario di cassa e non di competenza. Insomma, su una
spesa annuale che, fino a qualche anno fa, si attestava intorno ai 10
miliardi di euro (gi allora, in verit, se ne spendevano un po meno
perch la cassa era gi in sofferenza), mancano allappello oltre 3
miliardi di euro.
Ribadiamo a scanso di equivoci: il dato lha fornito lo stesso governo
siciliano. Ed la prima volta - elemento, questo, che stato poco
osservato e poco commentato in Sicilia e in Italia - che si ammette
ufficialmente la presenza di un buco finanziario di tali dimensioni nei
conti della Regione siciliana. Perch fino a poche settimane fa il buco
veniva quantificato in un miliardo-un miliardo e mezzo di euro. Oggi,
invece, i governanti siciliani cominciano ad ammettere la verit.
Il dato, forse, non ancora quello reale. Forse il dato reale lha fornito
un paio di mesi addietro lex assessore regionale, Franco Piro, figura
storica della sinistra siciliana. Piro, assessore al Bilancio alla fine degli
anni 90 del secolo passato, stato uno dei pochi politici a capire, gi
da allora, dove sarebbe andata a parare la Regione siciliana se non
fossero intervenuti correttivi. Ed stato storicamente il primo ad
occuparsi non soltanto della spesa, ma anche delle entrate. Cio di
10

come fare aumentare le entrate finanziarie della Regione, massacrate


da cattivi e corrotti amministratori pubblici siciliani e da uno Stato
centrale rapace. Ma Piro durato poco. Dopo di lui sono arrivati i
governi regionali di Tot Cuffaro e Raffaele Lombardo. E adesso c il
governo Crocetta.
Ebbene, qualche mese fa, osservando i conti della Regione, Piro ha
detto che il buco finanziario della Sicilia sfiorava i 5 miliardi di euro e
forse pi. Oggi Crocetta e Baccei, gioco forza, hanno dovuto
ammettere che il buco della Regione ammonta a circa 3,2 miliardi di
euro.
Unammissione pesante. Anche se non completamente veritiera,
stando allanalisi fatta da Piro, che la finanza regionale la conosce
bene. A questo punto le questioni sono due: capire da che cosa
stato provocato questo buco e che cosa fare per porvi rimedio. I due
punti sono strettamente interconnessi, perch eliminando le ragioni
che provocano il buco finanziario che si pu procedere al
risanamento. E qui iniziano le reticenze. Perch n Crocetta, n Baccei
raccontano la verit sul perch si formato questo buco finanziario.
A dir la verit, per essere precisi, Baccei una mezza verit lha detta.
Lo scorso dicembre, infatti, cera stato il tentativo di scaricare sulla
sanit siciliana la responsabilit del buco finanziario. Ma lassessore
Baccei, molto correttamente, ha detto che la sanit siciliana sana e
che non centra nulla con la crisi finanziaria della Regione. Sono altre
le ragioni che hanno portato la Sicilia sullorlo della bancarotta
finanziaria.
Forse per capire il perch la Regione siciliana autonoma sullorlo
della bancarotta - del fallimento, per tornare alla profezia del
professore Costa - bisogna andare sulla rete e cercare gli interventi di
alcuni parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle. I quali, senza
mezzi termini, ricordano che lItalia, ogni anno, per restare nellUnione
europea, deve pagare circa 50 miliardi di euro di Fiscal compact. E
questo, aggiungono i grillini, non pi sostenibile.
Il Fiscal compact un trattato internazionale demenziale voluto
dallUnione europea che, detto in soldoni, dovrebbe ridurre del 50 per
cento, in 20 anni, il debito pubblico italiano, che oggi sfiora i 2 mila e
200 miliardi di euro. Il Fiscal compact stato firmato dal governo di
Mario Monti quando il debito pubblico italiano si attestava intorno al
mille miliardi e 900 milioni di euro. A distanza di tre anni lItalia paga
il Fiscal compact, ma il debito pubblico aumentato lo stesso di circa
11

300 milioni di euro. Sono i misteri della Troika: Unione europea, Fondo
monetario internazionale (Fmi) e Banca centrale europea (Bce).
Il Fiscal compact non pi sostenibile, dicono i grillini. E la Sicilia ne
sa qualcosa. Se vero che per risanare la finanza nazionale Roma
ha tolto dal Bilancio della Regione 915 milioni di euro nel 2013, un
miliardo e 150 milioni di euro e un miliardo e 115 milioni di euro
questanno (pi altri 200 milioni di euro nel 2014 per pagare i
famigerati 80 euro al mese). Ma di questi accantonamenti - cos si
chiamano tecnicamente tali prelievi effettuati dallo Stato dai Bilanci
2013, 2014 e 2015 della Regione siciliana - non parlano n Crocetta,
n Baccei. Perch? Per pudore. Perch lordine quello di non far
sapere agli italiani quanto costa ogni anno la permanenza dellItalia
nellUnione europea delleuro. Ordini del Pd, partito europeista per
antonomasia. Ma se in Sicilia facciamo quattro conti, possiamo
affermare che i soli accantonamenti dello Stato sfiorano i 3 miliardi e
400 milioni di euro. E siccome il buco finanziario della Regione
stato quantificato in 3 miliardi e 200 milioni, beh, siamo l, centinaio di
milioni in pi, centinaio di milioni in meno. In realt, come ha detto
Piro, il buco maggiore: dovrebbe superare i 5 miliardi di euro e
forse pi.
Sui giornali siciliani leggiamo che il governo Renzi sarebbe disposto ad
aiutare la Sicilia a fronteggiare il buco provocato non dalle spese
eccessive della Regione - che non ci sono pi ormai da tempo - ma
dagli accantonamenti dello Stato. Su questo punto leggiamo un
sacco di inesattezze. Abbiamo addirittura letto che lo Stato
restituirebbe alla Regione 2 miliardi di euro, ma solo se la stessa
Regione eliminer gli sprechi. Questa, sotto il profilo tecnico, una
menzogna. Perch lo Stato, cio il governo Renzi, comunque andranno
le cose, non restituir nulla alla Sicilia. Tanto meno 2 miliardi di euro!
Il governo Renzi, sempre che il governo regionale accetti ulteriori
sacrifici, autorizzerebbe la Regione siciliana ad utilizzare una parte di
soldi che sono gi della Regione siciliana. Si tratta del Fondo di
sviluppo e coesione, cio gli ex Fas, Fondi per le aree sottoutilizzate.
Sono i fondi nazionali che lo Stato destina alle Regioni del Sud per le
infrastrutture. Ebbene, la Sicilia, invece di utilizzare questi fondi per
provare a ridurre il divario infrastrutturale con il resto del Paese, li
utilizzerebbe per la spesa corrente, cio per pagare gli stipendi. E una
follia, ma questa la proposta del governo Renzi.
12

Come si pu notare, il governo nazionale ha scippato alla Sicilia 3


miliardi e 400 milioni di euro negli ultimi due anni, ma non ha alcuna
intenzione di restituirne nemmeno una parte. Darebbe alla Sicilia la
possibilit di utilizzare, per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici,
700, forse 800, forse un miliardo di euro da prelevare dal Fondo di
sviluppo e coesione. Si tratta di unennesima truffa ai danni della
Sicilia, che invece di realizzare infrastrutture (e quindi investimenti e
nuova occupazione), utilizzerebbe il miliardo circa (e forse meno) per
pagare stipendi!
E gli altri 2 miliardi e 200 milioni di buco come verrebbero coperti? La
manovra dellassessore Baccei arzigogolata. Noi la sintetizziamo
cos: Roma concederebbe altre autorizzazioni alla Regione per
spalmare questi 2,2 miliardi di euro di buco sulle spalle degli ignari
siciliani, ai quali la verit dei conti verrebbe nascosta. Si sta
verificando, in pratica, quello che il professore Costa ha profetizzato: il
fallimento della Sicilia. Ma non un fallimento eclatante, alla Michele
Sindona, ma un fallimento controllato. Lobiettivo dellassessore Baccei
e del Governo Renzi che lha nominato quello di abituare piano piano
5 milioni di siciliani ad abbassare il tenore di vita, ad andare meno in
vacanza, a mangiare meno pesce, ad acquistare meno vestiti e,
soprattutto, a pagare altre tasse. Del resto, chi se non gli abitanti
della Sicilia pagher i 2,2 miliardi di euro spalmati silenziosamente
sui conti regionali per i prossimi anni? Somma, detto per inciso, che
andr ad aggiungersi agli 8 miliardi circa di indebitamento finanziario
della Regione. Insomma, con Baccei, Renzi e il Pd la Sicilia si accinge
a diventare sempre pi povera, sempre pi povera, sempre pi
povera Di fatto, il fallimento di cui parlava Massimo Costa, ma
tenuto nascosto e somministrato ai siciliani in dosi omeopatiche (o
quasi).
Ovviamente, non ci dicono che lEuropa lo vuole, perch altrimenti i
siciliani comincerebbero a imprecare sullUnione europea. Limportante
tenere nascosto tutto. Anzi gi tanto che abbiano ammesso
lindebitamento di 3,2 miliardi di euro.
Bisogna capire, adesso, cosa intende lassessore Baccei quando parla
di ulteriori sacrifici per i siciliani. Lassessore, che come abbiamo detto
nasconde un sacco di cose ai siciliani, su una cosa ha ragione da
vendere: sugli attuali sprechi che ancora esistono in alcune fasce di
dipendenti pubblici della Sicilia. Il discorso dellassessore Baccei, lo
ribadiamo, ha una propria ragion dessere: siccome la Sicilia, nei
13

prossimi anni, sar sempre pi povera (questo non lo dice, ma cos),


bene che chi ancora oggi guadagna soldi a sbafo venga messo a
dieta. In effetti, negli uffici della Regione siciliana ci sono mille e 800
dirigenti. Troppi. E quasi tutti diventati tali senza concorso, ma con
selezioni e leggi molto discutibili. Lassessore vuole tagliare almeno la
met di queste postazioni dirigenziali. E ridurre gli stipendi. Visto che
con lUnione europea del Fiscal compact siamo destinati a diventare
tutti pi poveri, il suo discorso non fa una grinza.
Lassessore vorrebbe eliminare alcune spese non nellagricoltura, ma
tra chi dice di lavorare per lagricoltura. La distinzione importante,
perch lagricoltura siciliana un disastro e gli enti che dovrebbero
sostenerla, in realt, tranne rarissimi casi, non lhanno sostenuta
affatto. E, credeteci, parliamo con cognizione di causa. Lassessore
vorrebbe ridurre anche le spese per gli operai della Forestale: e l non
siamo troppo daccordo, perch parliamo di gente da mille euro al
mese circa che non ha pi, a differenza di quanto avveniva negli anni
passati, un secondo lavoro, perch leconomia siciliana ormai un
colabrodo. Lassessore vorrebbe poi eliminare gli enti in via
amministrativa, cio con una legge regionale che dovrebbe aiutarlo ad
aggirare le leggi che hanno istituito tali enti. Un imbroglio legislativo,
insomma. Poi vorrebbe istituire una centrale unica degli acquisti per
eliminare, alla fonte, le tangenti sulle forniture (nella sola sanit si
risparmierebbero un sacco di soldi, ma i massoni che controllano la
sanit pubblica siciliana sono in rivolta). E poi vorrebbe abolire quasi
tutte le societ regionali lasciando in piedi solo Riscossione Sicilia (la
societ che riscuote i tributi nellIsola) e Sicilia e Servizi. Il dubbio
che sui settori dove oggi operano le societ regionali (per esempio
Sviluppo Italia Sicilia, societ che promuove le nuove imprese) siano
in corso operazioni truffaldine in salsa romana. Cos come operazioni
truffaldine sono in corso sulle royalties petrolifere. Di queste cose
Crocetta e Baccei non parlano.
Come finir? Secondo noi Crocetta e Baccei, alla fine, si metteranno
daccordo. Alla fine i tagli proposti da Baccei non sono tutti sbagliati.
La follia il Fiscal compact, come giustamente fanno notare nel
silenzio generale i grillini. Ma questo nessuno lo contesta (a parte i
grillini, ovviamente). Noi non crediamo che Baccei ceder. Certo,
lassessore ha contro tutto il Parlamento siciliano. Ma siccome i tagli
che propone sono in parte giusti - soprattutto alla luce di una Sicilia
destinata a diventare sempre pi povera - alla fine la sua linea
14

dovrebbe passere. Anche perch, senn, il fallimento controllato della


Sicilia proposto da Baccei e Renzi si potrebbe trasformare in un
fallimento con il botto, cio con il commissariamento della Regione
siciliana. E dubitiamo che i parlamentari siciliani sarebbero disposti a
perdere due anni e mezzo di indennit parlamentare.
http://www.lavocedinewyork.com/La-profezia-di-Massimo-Costa-siavvera-Sicilia-con-il-buco-di-3-2-miliardi-verso-ilfallimento-/d/10711/
LA PROFEZIA DI MASSIMO COSTA SI AVVERA: SICILIA CON IL BUCO
DI 3,2 MILIARDI VERSO IL
FALLIMENTO,CROCETTA,LUMIA,FARAONE,MONTANTE,CATANZARO
LA PROFEZIA: LA SICILIA FALLIR TRA POCHI MESI, CI SAR LA
CATASTROFE SOCIALE
Giulio Ambrosetti

Massimo Costa, economista dell'Universit di Palermo, accusa: "E' stato l'antisiciliano Matteo Renzi a voler chiudere definitivamente i conti. Lo scippo dei
fondi nazionali, l'esclusione da ogni investimento nel decreto sblocca-Italia...
Prepariamoci al collasso dei servizi pubblici, ai senza reddito, ai disordini e
all'insicurezza. Con Renzi bisogner ringraziare anche il presidente della
Regione, Rosario Crocetta!"

PROFESSORE Massimo Costa

15

Massimo Costa un economista. Insegna allUniversit di Palermo. E


anche un appassionato autonomista. Uno che difende lAutonomia
siciliana. Come i lettori americani sanno, la Sicilia una delle cinque
Regioni autonome dellItalia. Ebbene, in questa intervista il professore
Massimo Costa lancia una profezia: il fallimento della Sicilia e la fine
dellAutonomia siciliana. Con il licenziamento di migliaia e migliaia di
persone, disordini sociali. Insomma, il caos sociale. E non lo prevede
tra dieci o cinque anni, ma gi a partire da questanno o, al massimo,
entro il prossimo anno.
La realt dice - non quella che sembra. Attenzione a quello che
sta accadendo in questi giorni e in questi mesi in Sicilia. Vi
proponiamo una nostra ricostruzione, tutt'altro che rassicurante. Fra
pochi mesi vedremo se abbiamo azzeccato (speriamo, davvero, di
sbagliarci).
Secondo il docente universitario, la recente abolizione del
Commissario dello Stato per la Sicilia da parte della Corte
Costituzionale non una vittoria dellAutonomia. LUfficio del
Commissario dello Stato si pronunciava sulla costituzionalit delle
leggi approvate dal Parlamento siciliano. Se le giudicava
incostituzionali le impugnava davanti la Corte Costituzionale, che
veniva chiamata a pronunciarsi sulla legge approvata dal Parlamento
dellIsola.
Qualche mese fa la stessa Corte Costituzionale, con una scusa un po
ridicola (in pratica sulla base di una vicenda che risale alla fine degli
anni 50 del secolo passato!) ha deciso di abolire lUfficio del
Commissario dello Stato. Il protagonista di questa strana abolizione
Stato Sergio Mattarella, siciliano, gi Ministro della Repubblica (in
Italia un terzo dei giudici costituzionali sono lottizzati dalla politica:
uno dei pochi errori commessi dai Padri della Costituzionale del 1948).
Il professore Costa si sofferma, poi, sul Bilancio provvisorio approvato
qualche giorno fa dal Parlamento siciliano. Per rendere chiaro il
concetto ai lettori americani, vi diciamo subito che il Governo
nazionale, negli ultimi due anni e un mese ha tolto alla Regione
siciliana (che, come spesso scriviamo, Autonoma, un po come uno
Stato Usa) 5 miliardi di euro. La Regione aveva gi un buco di 2
miliardi di euro per la met coperto con un mutuo. In pratica, il buco
totale nel Bilancio di cassa della Regione siciliana viaggia tra 5 e 7
miliardi di euro!
16

Di questa storia abbiamo gi parlato. E abbiamo gi scritto anche


della preoccupazione degli americani per il trattamento che il Governo
Renzi - molto influenzato dalla Germania della signora Merkel - sta
riservando alla Sicilia. Ed anche logico: i militari americani hanno
grandi interessi geopolitici in Sicilia, dalla base di Sigonella al Muos di
Niscemi. E non dovrebbero essere felici di vedere una Sicilia preda di
grandi disordini sociali provocati, di fatto, dal Governo nazionale.
Con un buco finanziario di cassa che varia da 5 a 7 miliardi di euro la
Regione siciliana non pu approvare un Bilancio normale. Cos ha
approvato un Bilancio provvisorio per i primi quattro mesi dellanno. In
attesa di approvare il Bilancio ordinario ad aprile.
Tutto questo sta avvenendo ben sapendo che, per quasi tutte le
categorie sociali della Sicilia, ci sono i soldi solo per i primi quattro
mesi. Poi nessuno sa quello che succeder. Da qui la profezia a breve
termine delleconomista Massimo Costa.
Leconomista cita lassessore che stato imposto alla Sicilia da Roma:
Alessandro Baccei, un tipo sveglio, che ha preso il timone della
Regione, esautorando, di fatto, un presidente - Rosario Crocetta - che
in questa fase sembra pi confuso che persuaso. E stato Baccei a
volere questo Bilancio provvisorio (la dizione giuridica esercizio
provvisorio) con i soldi contati per i primi quattro mesi. Dice il
professore Costa: Risveglio della Sicilia con Baccei che imputa a
bilancio entrate in pre-contenzioso? Ma quando mai! E' tutta una
messa in scena. L'obiettivo reale la soluzione finale per la Sicilia.
Abbiate la pazienza di seguirmi e di mettere insieme i seguenti
elementi.
Lassessore Baccei ha fatto inserire nel Bilancio provvisorio delle
entrate fittizie. Si tratta di un miliardo e 700 milioni di euro pi un
miliardo e 112 milioni euro che la Regione potr utilizzare solo se lo
Stato assegner questi soldi alla Sicilia. Come si pu notare, un gioco
strano, quello pilotato dal Governo Renzi con il sottosegretario
Graziano Delrio: in due anni e 1 un mese (il mese di gennaio di
questanno), Roma ha tolto alla Regione siciliana 5 miliardi di euro
circa. Ora lassessore Baccei - piazzato in Sicilia da Renzi e Delrio dice che, forse, il Governo nazionale restituir alla stessa Sicilia 2
miliardi e 800 milioni circa dei soldi che gli ha scippato. Questi soldi
che lo Stato forse restituir alla Sicilia si chiamano accantonamenti
negativi.
17

Il professore Costa mette insieme questa storia strana degli


accantonamenti negativi con una mossa un po assurda operata la
scorsa estate dal presidente della Regione, Rosario Crocetta.
Questultimo, senza dire niente a nessuno - non ha avvertito gli
assessori del suo Governo e non ha avvertito il Parlamento siciliano ha imposto alla Sicilia la rinuncia, per quattro anni, agli effetti positivi
del contenzioso tra Stato e Regione siciliana. In particolare, il
presidente Crocetta ha stabilito che la Regione da lui presieduta non
metter in atto, per i prossimi quattro anni, una sentenza della Corte
Costituzionale - guarda caso dello scorso anno - che d ragione alla
Sicilia sulla questione della territorialit delle imposte.
Semplificando, grazie a questa sentenza la Regione siciliana avrebbe
potuto incassare gi a partire da questanno circa 10 miliardi di euro,
accollandosi, contestualmente, alcune competenze residue che ancora
gestisce lo Stato. Nel complesso, avrebbe guadagnato 2 miliardi di
euro e forse pi, risolvendo, con una semplice operazione finanziaria i
problemi di Bilancio (con 2 miliardi di euro di entrate in pi allanno in
tre-quattro anni avrebbe azzerato il deficit di cassa di 5-7 miliardi: ma
Crocetta ha ritardato di quattro anni lapplicazione di tale sentenza!).
Crocetta - dice Costa - rinuncia misteriosamente ai proventi di tutti i
contenziosi vinti e a vincersi dalla Sicilia nei confronti dello Stato per i
prossimi quattro anni. Tutto questo nel momento pi difficile per i
conti pubblici in Sicilia. Il sottosegretario Delrio supera la fase di
commissariamento soft della Sicilia che va avanti dal 2012 e nomina
direttamente un proprio uomo, Baccei, ad assessore all'Economia, con
l'esautoramento sostanziale e definitivo del Presidente della Regione
eletto al quale resta solo la competenza di andare da Giletti e parlare
di antimafia (questo ovviamente un passaggio ironico che
riguarda Crocetta, che va spesso a chiacchierare nella trasmissione
televisiva dove chi grida pi forte ha ragione).
A questo punto il professore Costa parla di Riscossione Sicilia, la
societ regionale per la riscossione dei tributi che stata fatta quasi
fallire dalla stessa Regione. Dopo averlo sapientemente pilotato da
sempre - dice leconomista - giunge finalmente il dissesto di
Riscossione Sicilia: il consiglio di amministrazione di questa societ
regionale si dimesso in blocco. Riscossione Sicilia oggi gi
virtualmente chiusa ed assorbita da Equitalia, togliendo alla Regione
l'ultimo polmone di finanza autonoma, l'ultimo residuo del secondo
comma dell'art. 37 dello Statuto in qualche modo applicato.
18

Il decreto-Irpef - prosegue Costa - d il colpo di grazia alle finanze


siciliane, dirottando sui versamenti telematici, e quindi allo Stato, il 90
% delle entrate naturali della Regione, dopo un lungo e lento
stritolamento, iniziato nel 2012, che qui non mette conto neanche
richiamare.
Prima conseguenza, ovvia: il Bilancio regionale 2015 non si pu
nemmeno abbozzare. Lo strangolamento finanziario ormai totale. Ma
l'obiettivo vero dello Stato- nemico, quello non dichiarato, non
questo. C' dell'altro.
Siamo arrivati ai giorni nostri. Fatti di qualche giorno fa. Dice ancora il
professore Costa: Viene nominato a Presidente della bicamerale per
le Regioni un noto siciliano collaborazionista (come fecero con Enrico
La Loggia ai tempi del federalismo fiscale presunto), Giampiero D'Alia,
la cui primissima dichiarazione quella secondo cui le autonomie
speciali, specialmente alcune, vanno superate.
L'assessore-Presidente ombra, infine - il riferimento a Baccei - vara
una legge monstruum di esercizio provvisorio, approfittando della
provvida eliminazione per tempo del Commissario dello Stato e quindi
potendola fare andare comunque in Gazzetta ufficiale ed essere
efficace.
Cosa c' di mostruoso in questa legge? - si chiede Massimo Costa a
proposito del Bilancio provvisorio? Due cose - prosegue il docente
universitario: primo, si dilaziona, caso unico in Italia, l'attuazione della
Legge n. 196 del 2009 sulla nuova contabilit degli enti pubblici che
dal 2015 quindi varr per tutte le aziende pubbliche italiane, per tutte
tranne che per due: lo Stato italiano e la Regione siciliana, entrambe
tecnicamente fallite, ma intenzionate a nascondere per altri 12 mesi la
polvere sotto il tappeto (in attesa di che? questo mi sfugge). Secondo,
inventando una parola mai sentita in vita mia: il pre-contenzioso.
Insomma, leconomista Massimo Costa d per fallite sia lItalia di
Renzi (e, in effetti, con tutte le tasse imposte aglitaliani vedere il
debito pubblico schizzare ancora allins strano: 2 mila miliardi e
200 milioni di euro, 100 e passa milioni di debito pubblico in pi nel
giro di pochi mesi!), sia la regione siciliana.
A proposito del pre-contenzioso tra Stato e Regione - cio i 2 miliardi
e 800 milioni che lo Stato dovrebbe restituire alla Regione siciliana - il
professore Costa precisa: Non so bene cosa sia il pre-contenzioso.
Tecnicamente o c' il contenzioso o non c'. L'ex assessore Gaetano
Armao impugnava le Finanziarie dello Stato davanti alla Corte
19

Costituzionale (quello era contenzioso), l'assessore Baccei rinuncia al


contenzioso in essere, e iscrive in entrata entrate presunte, che
potrebbero realizzarsi se qualcuno intanto le chiedesse, e se la
Commissione Paritetica emanasse i relativi decreti attuativi. La
Regione non ha la facolt di stravolgere le leggi di bilancio al punto di
mettere in attivo entrate presunte, che peraltro lo Stato non ha a
propria volta. Ma non questo il punto! Dire che la Regione non lo
pu fare, o che lo Stato, ormai fallito, non pu permettersi di restituire
dei furti alla Sicilia nemmeno un centesimo, perch in cassa non c'
nulla, ebbene tutto ci fuorviante. Il vero punto un altro, cari
lettori. Il punto che Baccei ha certamente concertato con Roma
questa mossa. E Delrio, quindi, la conosce perfettamente. Non c',
non pu esserci a logica, alcuna sfida tra Baccei e Delrio, non siamo
stupidi!.
Che succeder, allora? Ma sar lo stesso Delrio, con il quale questa
mossa stata concordata - sottolinea ancora leconomista - che se ne
servir per dare alla Sicilia il colpo di grazia finale. Il Ministero per gli
Affari regionali impugner la legge approvata da Sala dErcole che
autorizza l'esercizio provvisorio, manifestamente incostituzionale, e la
impugner ex tunc, diffidando la Regione dal dare seguito alla stessa,
a pena di risponderne personalmente. A quel punto Baccei,
sconcertato (per finta), si dimetter. La Regione siciliana cadr nella
paralisi pi totale.
Nel frattempo - prosegue il professore Costa - i pogrom quotidiani
contro la Sicilia riprenderanno. L'Autonomia siciliana sar linciata
come non mai, posta sul banco degli imputati. Giornali, giornalisti,
sindacalisti, politici, persino qualche regista, specialmente siciliani,
saranno precettati per la sollevazione colorata contro l'Autonomia, che
sar considerata la madre di questa catastrofe e di tutti mali della
Sicilia (e forse anche del mondo). Si spiegher a oltre centomila
siciliani che resteranno senza stipendio che la colpa della Sicilia,
dello Statuto e della Sua Autonomia. Tutti ne chiederanno a gran voce
la soppressione, forse anche scendendo per strada.
Il Governo nazionale raccoglier pietosamente questo invito.
Commissarier la Regione, ma non indir le nuove elezioni. Far
votare a tamburo battente una legge costituzionale, specialissima,
con cui si revocher l'Autonomia speciale e si dilazioneranno di un
anno le elezioni della nuova Regione, questa volta completamente
castrata, svuotata di ogni risorsa e a Statuto ordinario, dove la
20

normalizzazione della Rivolta scoppiata nel 1943 dovrebbe trovare il


suo definitivo compimento.
Conservate questa profezia - dice ancora Costa -. Secondo me non
arriviamo a giugno con lo Statuto speciale. La soluzione finale stata
decisa gi nell'estate del 2012, quando la Sicilia ebbe l'ardire di
chiedere semplicemente quello che le spettava. Per due anni si
semplicemente galleggiato, sia perch altre emergenze scuotevano
l'Italia, sia perch bisognava ancora esaurire, poco a poco, tutte le
residue energie finanziarie della Regione, bisognava affamarla con
mille attenzioni, soprattutto con il contributo della Regione alla
sostenibilit delle finanze nazionali (pi di un miliardo l'anno dato
come colpi di maglio dal 2013 in poi). E' stato Matteo Renzi, uno dei
Presidenti del Consiglio dei Ministri in assoluto pi anti-siciliani della
storia, a voler chiudere definitivamente i conti. Lo scippo dei fondi
nazionali, l'esclusione da ogni investimento nel decreto sblocca-Italia,
persino le provocazioni sulle Olimpiadi, dalle quali sarebbe
espressamente esclusa la Sicilia, danno un'idea del clima che si sta
creando.
Tra il 2015 e il 2016 - conclude leconomista Massimo Costa - si
dovrebbe consumare sotto i nostri occhi un vero e proprio genocidio
da lungo pianificato e con effetti devastanti e definitivi. Della Sicilia
rester un cumulo di macerie. A meno che... non ci si metta di mezzo
la Vergine Odigitria, la Bedda Matri protettrice della Sicilia, e
qualcuno non li sgami prima o qualcosa in questo piano non funzioni
o qualcuno in Sicilia non cominci a scuotere il giogo e cominci a
identificare nemici e, soprattutto, traditori. Se questo non dovesse
accadere prepariamoci alla catastrofe: collasso dei servizi pubblici,
centinaia di migliaia di persone senza reddito, disordini e insicurezza,
mancanza di qualsiasi prospettiva per 3 o 4 decenni a venire. Grazie
Renzi! Grazie al presidente della Regione, Rosario Crocetta! E
soprattutto grazie, grazie, grazie di cuore, a tutti i Siciliani, sperti,
imprenditori, intellettuali, politici rampanti o professori universitari,
che in un modo o nell'altro avranno contribuito a raggiungere questo
prezioso risultato.
Sar cos? Chiss cosa ne penseranno gli americani. Chiss cosa
penseranno Obama e compagni di una Sicilia fatta a spezzatino dal
Governo Renzi-Merkel

21

http://www.lavocedinewyork.com/La-profezia-la-Sicilia-fallira-trapochi-mesi-ci-sara-la-catastrofe-sociale/d/9421/
A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE

http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2015/04/blogpost_3.html

22

You might also like