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Introduzione2
Fonetica e foni, fonologia e fonemi..4
Fonologia e fonematica..5
Fonetica articolatoria..7
Le vocali (o fonemi vocalici) dell'italiano.9
Le consonanti (fonemi consonantici) dell'italiano.11
Alla scoperta delle differenze tra sistemi fonologici12
Confronti tra (orto)grafia e fonie14
Utilit delle trascrizioni fonetiche..16
Bibliografia.17
Introduzione
Questo percorso, legato alla scheda Il parlato, relativo a questioni di fonetica e fonologia.
Si tratta di un livello di analisi della lingua (e delle lingue: qui il singolare sta per "qualunque
lingua") di cui un insegnante di lingua non dovrebbe mai ignorare almeno gli aspetti principali,
se non altro perch:
a) in ogni lingua si usano suoni o diversi o parzialmente diversi, che talvolta si articolano
in modo differente anche quando sembrano gli stessi e si ricorre, per rappresentarli,
alle
medesime
lettere
dellalfabeto;
b) non semplice e non funziona sempre nello stesso modo, da una lingua allaltra, il
rapporto tra i suoni e le lettere che li rappresentano e tra le parole come si dicono e le
parole come si scrivono. Il divario evidente per lingue come il francese o linglese, ma
esiste anche per lingue dalla grafia pi fonetica come litaliano o lo spagnolo. Quando
si tratta di scrivere parole di cui non si conosca lortografia, si possono avere perci
notevoli difficolt, speculari a quelle che si possono avere leggendo, quando si tratta di
risalire alla forma fonica a partire da quella grafica (cio alla parola come si dice a
partire da una forma scritta che ne pu essere notevolmente distante);
c) pu capitare di essere incerti sulla pronuncia e la posizione dellaccento delle parole di
una lingua (compresa la propria: ad es., in italiano, dove va laccento in parole come
salubre o utensile?). Per lingue come linglese le incertezze possono essere moltissime.
I dizionari, che a scuola dovrebbero essere usati pi e meglio di quanto solitamente non
si faccia (e che importante insegnare ad usare), sono una guida importante anche per
questi aspetti, a patto di conoscere le convenzioni (di trascrizione fonetica o fonologica)
di cui si servono, usando i simboli dellAlfabeto Fonetico Internazionale (IPA la
sigla con cui viene indicato, a partire dalla sua denominazione in inglese, International
Phonetic Alphabeth).
Questo percorso mira dunque a far acquisire ai docenti conoscenze elementari di fonetica
(articolatoria) e fonologia che consentano loro di guidare con maggiore sicurezza e
consapevolezza gli allievi nella capacit di articolare in modo pi accurato e consapevole i
suoni delle lingue che studiano.
In particolare, ogni docente, alla fine del percorso, avr:
inventariato le differenze principali tra il sistema fonologico dellitaliano e quello di altre
lingue (in particolare di quella che, eventualmente, insegna come lingua straniera);
acquisito la capacit di controllare e di dare istruzioni per controllare le modalit di
articolazione dei suoni vocalici e consonantici;
acquisito una sicura conoscenza dei simboli dellIPA, in particolare di quelli che servono
per rappresentare i suoni fondamentali dellitaliano e delle principali lingue europee, in
modo da sfruttare al meglio le trascrizioni fonetiche presenti sui dizionari.
La centralit che, nel percorso, ha la presentazione del sistema fonologico dellitaliano (mentre
per le altre lingue viene solo suggerito un procedimento di analisi e scoperta di differenze) ha
una sua forte motivazione teorica.
Litaliano , nella scuola italiana, lingua madre della maggior parte degli allievi (e anche,
perlopi, dei docenti). Ed proprio sul piano delle differenze rispetto alla lingua madre (per
esempio suoni in essa inusuali o inesistenti) che si riscontrano, in genere, le maggiori difficolt
Fonologia e fonematica
Il fonema una classe astratta di suoni fondamentali, cui sono riconducibili tutte le sue
realizzazioni concrete (cio i foni o le fone); analogamente a quanto avviene nella scrittura, in
cui sono riconducibili a una stessa (astratta) lettera dellalfabeto tutte le sue realizzazioni
individuali, molto diverse da uno scrivente allaltro, dato che ogni scrivente ha una propria,
individuale, concreta e caratteristica grafia. Anche i caratteri a stampa o quelli dei programmi
di videoscrittura spesso differiscono (Times New Roman ha caratteri diversi da Arial o da
Verdana), ma una e sempre una e, una m sempre una m, al di l della differenza concreta
dei caratteri usati o anche del fatto che sia maiuscola o minuscola, in tondo o in corsivo o in
grassetto. Anche i fonemi, al di l delle infinite realizzazioni diverse di ciascuno (la voce di ogni
parlante sempre specifica) sono sempre gli stessi, perch occupano lo stesso posto
nellinsieme di relazioni che li lega e oppone gli uni agli altri.
I fonemi sono dunque suoni fondamentali che si individuano, in ogni lingua, mediante prove di
commutazione. Data una qualunque parola di una lingua, o meglio dati i suoni che
costituiscono la sua forma significante, se commutando un suono in un altro (nel medesimo
punto) troviamo una forma che esprime un altro significato, siamo sicuri di avere trovato un
altro fonema della medesima lingua. Meglio ancora, siamo sicuri di essere di fronte a due
fonemi: il suono sostituito e quello con cui lo abbiamo sostituito. Abbiamo cio trovato coppie
minime di parole con significato diverso. Cos, se sostituiamo il primo suono di bollo con altri,
procedendo per prove di commutazione, troviamo parole come collo, pollo, mollo, e possiamo
dire di avere la prova che, in italiano /b/, /k/, /p/, /m/ sono fonemi, la cui funzione distintiva
(di parole con significato diverso) evidente. Lo stesso dicasi per altre opposizioni che
possiamo divertirci a trovare.
Per esempio, in un utile esercizio, proviamo a trovare la serie di fonemi reperibili a partire da
una parola come pane: cosa troviamo mettendo un altro suono consonantico al posto della p
iniziale? e cosa al posto della a (e solo della a)? e cosa al posto della n (e solo della n)? e della
e finale? Insomma, lasciando immutato il resto e cambiando di volta un solo suono di questa
parola, troviamo molte parole diverse e dunque altrettanti fonemi diversi dellitaliano (anche
nel caso di pane vs. pani, pur restando la parola la stessa, abbiamo un cambio di significato
grammaticale, dal singolare di -e al plurale di -i ...: un morfonema, si potrebbe dire pi
tecnicamente, slittando sul terreno dellinterfaccia tra fonologia e morfologia1).
Possiamo fare analoghe prove di commutazione con parole di altre lingue, ma - attenzione commutando i singoli suoni, e non le singole lettere.
Per esempio,
a partire dallinglese (to) be (essere) scopriamo che si pu sostituire la vocale finale
(/i/) con una /i:/ lunga e avere la parola che si scrive bee ape (e scopriamo che la i
lunga - la cui lunghezza indicata dai due punti2 - dunque un fonema in inglese);
Anche se i linguisti, per studiare pi in profondit i singoli livelli di analisi di una lingua, li considerano separatamente
mettendo come tra parentesi il resto, sono proprio fenomeni di confine come questi ad indurci di nuovo, in
continuazione, a considerare che la lingua un tutto. E potremmo aggiungere che, per quanto la linguistica la studi nel
suo funzionamento interno, essa non mai del tutto separabile dai parlanti che la usano e che ne determinano
cambiamenti e variazioni (per es. da una zona allaltra, da un gruppo sociale di parlanti allaltro...). Anche in ambito
fonologico queste variazioni sono evidenti, soprattutto per una lingua come litaliano, spesso diverso nella realizzazione
degli stessi fonemi da una variet regionale allaltra. E utile ricordarlo, anche se annotazioni di questo tipo non
rientrano nelleconomia del presente percorso.
2
Si incominciano ad utilizzare qui i simboli dellAlfabeto Fonetico Internazionale, di cui si parler pi avanti. Quando
essi sono tra barre oblique indicano fonemi. Se invece si usano le parentesi quadre, la trascrizione fonetica e non
fonematica.
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cambiando la vocale del francese ma mia si ottiene mon mio (in francese // un
unico fonema vocalico nasale, per quanto rappresentato da due lettere), oppure mes
miei/mie, dove non ci si deve far trarre in inganno dalla presenza meramente grafica
della s finale: al posto della a c semplicemente una e aperta (/ /);
cambiando il suono consonantico centrale dello spagnolo hijo, figlio troviamo hilo
filo, higo fico, hito fisso o pietra (miliare).
E sufficiente che, in una lingua data, ci sia una sola coppia minima ad opporre tra loro due
determinati suoni per poter affermare che quei suoni sono fonemi di quella lingua. Cos, per
esempio, in italiano razza (con il significato - per quanto discutibile - di gruppo umano di
appartenenza), in cui il suono consonantico della seconda sillaba sordo, si oppone alla
parola omografa razza tipo di pesce, in cui il suono consonantico nella medesima posizione
sonoro. Ci sufficiente per poter affermare che /ts/ e /dz/ (i suoni differenti rappresentati
dalla medesima grafia corrente -zz-) sono due diversi fonemi dellitaliano, anche se la loro
opposizione pochissimo produttiva (si pensi invece, sempre per lit., allaltissima produttivit
di opposizioni del tipo /p/ vs. /b/, /t/ vs. /d/, /f/ vs. /v/, cio allopposizione tra coppie di
fonemi consonantici distinti semplicemente per il fatto che il primo sordo, il secondo sonoro).
Bisogna aggiungere che, procedendo in questo modo, con prove di commutazione, si possono
inventariare tutti i fonemi di una lingua, ottenendo un repertorio che sempre diverso da una
lingua allaltra sia quanto al numero dei fonemi, sia perch alcuni fonemi reperibili in una
lingua non esistono in unaltra. Per esempio, il suono iniziali del francese je un fonema che
invece manca in italiano; il suono iniziale dellinglese think manca in it. (e anche in fr.); in
francese sono fonemi le vocali nasali ecc.
Il numero dei suoni fondamentali di ogni lingua comunque sempre di poche decine
(mediamente trenta/quaranta). E ci indice della straordinaria economia (linguistica) che
regola il funzionamento di ogni lingua: si usano e riusano alcuni dei fonemi del suo limitato
repertorio, ponendoli in un ordine sempre diverso e/o ripetendoli, entro la medesima forma
significante (o parola). E in questo modo costruito il numero illimitato delle parole di una
lingua.
ESERCIZIO 1
Procedendo per prove di commutazione, cercate di inventariare tutti i fonemi della/-e
lingua/-e che insegnate o conoscete meglio.
Fonetica articolatoria
Ogni lingua ha dunque un sistema fonologico differente: vi si usano suoni o diversi o
parzialmente diversi, che talvolta si articolano in modo differente anche quando sembrano gli
stessi o quando si ricorre, per rappresentarli in grafia corrente, alle medesime lettere
dellalfabeto.
Per esempio, siamo sicuri che la t dellinglese sia la stessa t dellitaliano? non proprio, dato che
invece ha una articolazione mediamente pi arretrata: nella sua produzione la punta della
lingua appoggiata quasi al palato, mentre in italiano viene appoggiata allarcata dentale
superiore.
E siamo sicuri che il pronome francese on sia costituito da o (vocale) + n (cons. nasale), come
la scrittura sembra suggerirci, o non si tratti invece di un unico suono, ununica vocale nasale,
difficile da pronunciare per parlanti non nativi che hanno come lingua madre una lingua in cui
le vocali nasali non esistono?
Per dare conto delle differenze tra i fonemi di una lingua e per descriverli nella rete di relazioni
che li distingue e oppone gli uni agli altri, la fonologia (o fonematica) deve ricorrere a
considerazioni di tipo fonetico. La fonetica descrive infatti la natura fisica dei suoni e la
fonetica articolatoria in particolare d conto delle differenze tra i diversi suoni evidenziando
gli organi di volta in volta differenti implicati nella fonazione, la loro posizione reciproca ecc.
Tali organi costituiscono lapparato fonatorio e si suddividono in fissi (denti, alveoli, palato,
faringe) e mobili (labbra, lingua, velo palatino o ugola, corde vocali). E facile vederli indicati in
uno spaccato sagittale (cfr. fig. 1).
Cfr. la fig. 2. Per litaliano si ricorre pi spesso a un triangolo (vocalico), sulla cui punta in basso collocata la sola
/a/ che litaliano possiede.
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La rappresentazione dei suoni vocalici mediante un trapezio ha una certa dose di iconicit 4:
riflette in qualche modo la posizione della lingua (che dobbiamo immaginare rappresentata
dalla linea in basso) e lo spostarsi/sollevarsi della sua massa ora in avanti, ora indietro, entro
la cavit boccale. Lo spostarsi e ammassarsi della lingua allinterno della cavit orale
fondamentale, come si detto, a determinare la natura dei differenti suoni vocalici. Ma anche il
grado di apertura o di chiusura della bocca (assieme alla progressiva distensione delle labbra
nel caso delle vocali anteriori; o di arrotondamento nel caso delle vocali posteriori) incide sulla
natura dei suoni vocalici prodotti, senza che comunque si interponga alcun ostacolo alla
fuoriuscita dellaria durante la fonazione.
Un segno iconico quando la sua forma significante tende a rassomigliare per qualche aspetto al suo contenuto (o
significato).
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sonore
Labiodentali
p
(pane)
b
(banca)
Dentali
(topo)
(cane)
(dopo)
(gatto)
ts
Affricate
sorde
(ozio)
sonore
(zero)
(cera)
dz
(gelo)
Fricative
sorde
(fuoco)
(sera)
(scena)
sonore
Nasali
Vibranti
(vano)
(uso)
(mano)
(nodo)
(legno)
r
(ruota)
Laterali
(lira)
(gigli)
Nella tabella qui sopra5, nella prima colonna verticale sono indicati i modi di articolazione, in
quella orizzontale i luoghi di articolazione. Combinando i tratti relativi a modi e luoghi di
articolazione e presenza o meno di sonorit si pu cos definire, per esempio, come occlusiva
bilabiale sorda la consonante iniziale della parola pane, come occlusiva velare sonora quella
iniziale
di
gatto,
ecc.
Per il tipo di consonanti per le quali non prevista la distinzione tra sorde e sonore, si pu dire
che
sono
sempre
sonore.
Le lettere (o meglio i simboli) usati per rappresentare tali suoni sono quelli dellAlfabeto
Fonetico Internazionale (o IPA). Nel caso delle affricate lIPA ricorre a due lettere per
rappresentare un unico fonema, con lintento di rappresentare cos la natura foneticamente
composita di questi suoni, cos come risulta dalla loro trascrizione spettrografica, bench si
tratti di suoni fonologicamente unitari.
5
Con qualche semplificazione, la tabella tiene presente soprattutto la sistemazione di Mioni 1993, ma da uno studio
allaltro si riscontrano spesso alcune oscillazioni e opzioni differenti. Lutilissimo volumetto di Maturi 2006, per
esempio, sposta tra le alveolari anche tutte le consonanti qui indicate come dentali. Queste oscillazioni sembrano
dovute, almeno in parte, anche al fatto che ancora non esiste una pronuncia standard dellitaliano, soprattutto per
certi fonemi dalla realizzazione media oscillante e differente da una zona dItalia allaltra.
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ESERCIZIO 2
Tornare allinventario (ottenuto con lesercizio 1) dei fonemi consonantici reperiti per
le lingue straniere che si conoscano o insegnino. Collocare ora tali fonemi in una
tabella analoga a quella sopra presentata per litaliano. Se necessario, aggiungere /
specificare altre colonne per precisare luoghi di articolazione differenti. Un solo
esempio: nella sistemazione in tabella dei fonemi consonantici inglesi sar
sicuramente necessario aggiungere una colonna relativa alle interdentali (come luogo
di articolazione, dato che sono prodotte inserendo la punta della lingua tra i denti
superiori e inferiori). In questa colonna, allaltezza delle fricative, si dovranno
sistemare la sorda / / (es. think) e la sonora / / (es. this).
Ovviamente, a questo punto, sar anche necessario acquisire maggiore familiarit con i simboli
IPA.
Teniamoli dunque presenti, sapendo che in altre lingue possiamo trovare soprattutto6 i
seguenti altri suoni (e simboli), oltre a quelli gi inclusi nella tabella relativa allitaliano o
comunque gi citati (come i vari [ ], [ ], [ ], [ ]):
[] vocale bassa e velare come nellingl. car [k:*]7
[ ] vocale posteriore medio-bassa (intermedia tra una a ed una o aperta), molto
breve, come nellingl. but [b t]
[ ] vocale indistinta come nellingl. father [f:
nella finale di parole in dialetto napoletano)
[ ] vocale anteriore molto aperta (pi bassa di [ ], tra la a e la [ ]), come nellingl.
bad [b d] (e come la a dei baresi nel parlare italiano)
[ ] vocale anteriore alta molto breve, un po pi aperta di [i], come nellingl. kid [k d]
[
Sono almeno un centinaio i simboli dellIPA, ma qui si indicano solo quelli che pi utile conoscere con riferimento
alle principali lingue europee.
7
Lasterisco indica che la r finale in certi casi, se la parola successiva inizia con vocale, pu essere pronunciata.
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Se poi, come fanno alcuni studiosi, si considerano fonemi (e non semplici foni) anche i suoni semiconsonantici [j] ed
[w] (detti approssimanti quanto a modo di articolazione), si pu dire che i fonemi fondamentali dellitaliano sono 30.
Ma non compresa nel computo lopposizione, provvista di valore fonologico, tra molte consonanti brevi e lunghe:
come accade in coppie minime di parole come cola / colla; fato /fatto; bara / barra.
9
Sono omofone le parole diverse (sia etimologicamente, sia per il loro significato) la cui forma significante costituita
per dalla medesima successione di suoni.
10
La i diacritica quando si scrive senza che per le corrisponda alcuna realt fonica. Indica allora, in genere, solo la
palatalit del suono (unitario) rappresentato dalle due lettere precedenti. Infatti, gli stessi raggruppamenti di lettere
(gl anche se seguito da i o e), possono rappresentare suoni diversi, come nel caso di glicine o di sigle.
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ESERCIZIO 4
Quelli fatti finora sono solo alcuni esempi delle discrepanze tra lettere dellalfabeto (o
grafemi) e fonemi rappresentati. Continuate voi, provando ad inventariare, per
litaliano, tutte le discrepanze di questo tipo.
15
Se si sfoglia qualche dizionario italiano scelto a caso, ci aspetta per qualche delusione circa la
coerenza con cui ci si cura di tali aspetti. Indubbiamente pi accurati al riguardo sono i
dizionari di lingue straniere, di inglese in particolare, che hanno una tradizione di ben pi lunga
data sullattenzione da riservare alle informazioni fonetiche, anche se un tempo le si dava in
modo pi semplificato (e approssimativo), utilizzando la grafia tradizionale e considerando
evidentemente troppo complicati i simboli dellIPA.
Eppure questi simboli, una volta imparati e una volta capito a quali suoni (prodotti come)
corrispondono, permettono -meglio di altre approssimazioni- di risalire a una pronuncia
accettabile.
11
Quando si rappresenta un suono consonantico lungo si pu per ricorrere, anzich ai due punti, a una semplice
ripetizione del medesimo simbolo.
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Bibliografia
N.B.: Forse un po provocatoriamente, questa bibliografia contiene anche qualche testo di non facile
reperibilit perch (apparentemente) datato. Ma si tratta di lavori fondamentali e molto pi efficaci, nella
loro chiarezza, di tanti testi pi recenti. Se non in commercio, sono sicuramente presenti nelle migliori
biblioteche, ma possono trovarsi anche nel catalogo di qualche biblioteca scolastica...
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