Professional Documents
Culture Documents
Introduzione
quattro anni durante i quali si dedicata molta attenzione al rapporto tra il singolo
e il gruppo.
Ma oggi come possiamo, allinterno dei nostri laboratori, coniugare
linteresse verso il sociale con il lavoro analitico sullindividuo? Cosa si pu fare di
sociale e per il sociale, oltre adottare quellabbattimento di costi che, soprattutto
allinizio della storia dei laboratori, si profilava come possibilit della psicoanalisi
di accedere a strati pi ampi della popolazione, svecchiandola da quellaria un po
snob ed elitaria? Quindi visibilit, tentativo di uscire fuori dalle stanze di analisi, di
aprirsi al quartiere, fare qualcosa che sia, contemporaneamente, piacevole e
fruibile e che ci permetta di costruire unidentit analitica del laboratorio nel
sociale?
E tentando di dar voce a queste domande che vorremmo inserire i temi del
Convegno di oggi: Anonimato e responsabilit.
Parleremo di sentimento di responsabilit, cio qualcosa di cui ci si
assume pienamente il carico, basato per anche sul piacere della cosa fatta.
Il Laboratorio ed il sociale
Agganciandoci al sentimento di responsabilit, vorremmo raccontare
lesperienza che si sta facendo al Laboratorio anche come spunto di riflessione su
alcuni temi che ci sembrano interessanti.
Lesperienza riguarda una iniziativa che da circa due anni in corso, in cui
viene proposta ad un gruppo di anziani la visione di film, scelti con una certa cura,
visione che rappresenta lo stimolo per una discussione.
E una esperienza innanzitutto caratterizzata dal fatto che entra nel
Laboratorio anche un aspetto del sociale cio la persona anziana, ci con tutta
lambiguit che questo porta con s.
Chi lanziano? Cosa vuol dire lanziano come problema sociale? Possiamo
raggruppare in una classe, diversit, molteplicit, variabilit, con le quali si
affronta questa fase della vita? Non si rischia di respingere nellanonimato, cio
Non solo lo Statuto con il quale il Laboratorio nasce che definisce tale
carattere, c linteresse che Spazio in generale e il Prof. Perrotti in particolare,
hanno sempre rivolto al rapporto Individuo e societ.
Del resto basta anche scorgere la Rivista Echi di Psicoanalisi per notare
limportanza che viene data al tema di questo rapporto.
Dalla teoria alla pratica.
I Laboratori potrebbero allora essere visti come la rappresentazione
concreta del rapporto tra individuo e gruppo.
Non solo perch caratterizzato dalla presenza di un gruppo che cerca di
lavorare secondo una modalit diversa da quella dello studio associato, ma
perch dovrebbe avere una attenzione al sociale, in cui ladesione ai costi
contenuti solo un aspetto.
I Laboratori dovrebbero contribuire alla diffusione di una modalit di
riflettere intorno a questioni che riguardano la vita complessiva dellindividuo
nella sua duplice visione individuale e sociale.
Molto stimolante a questo proposito, ci sembrato larticolo della dott.ssa
Bruna Palazzetti sui Policlinici psicoanalitici e la diffusione della Psicoanalisi.
Nel ricostruire la nascita del primo Policlinico a Berlino nel clima particolare
del primo dopoguerra, tra desiderio di speranza, angoscia per lorrore appena
vissuto e timori per la nascita di ben altri orrori, lautrice si interroga sulla funzione
che la Psicoanalisi dovrebbe avere sulla capacit di leggere i fenomeni sociali e
sul contributo che potrebbe dare sui grandi problemi che attraversano la societ e
conclude con il limite, la difficolt e la scarsa incidenza che la psicoanalisi ha nel
dibattito attuale.
Pensiamo cos alla psicoanalisi come allespressione di un pensiero
capace di librarsi ad alte quote; dallaltra c un pensiero pesante, concreto,
incapace di alzarsi di un millimetro.
Come far avvicinare queste forme di pensiero?
Come partecipare attivamente a far s che il Laboratorio diventi
fattivamente un luogo di riflessione aperto al sociale? Non solo un luogo dove
riflettere sul sociale ma luogo in cui riflettere con il sociale.
Il luogo
Il Laboratorio Psicoanalitico Tiburtino si colloca in una zona della citt
assediata dai cavalcavia, dalla tangenziale, dallo snodo ferroviario
dallautostrada. La via consolare taglia in due il quartiere, che vive, in un groviglio
di strade e di vicoli in cui i palazzi-alveare si accalcano, serrati luno accanto
allaltro. Il frastuono delle macchine, in fila per chiss dove, produce un
sottofondo ripetitivo e rumoroso incessante.
Durante le ore del giorno il quartiere si anima di un via vai ininterrotto di
persone che si passano accanto e passano accanto a vetrine che blandiscono con
offerte eccezzionali! Pi avanti, qualche centro commerciale e catene di fastfood dove si pu consumare un pasto distratto e veloce, davanti a schermi che
mandano in onda immagini e musica spesso fuori sincrono, mentre una bizzarra
suoneria di cellulare cerca di ridestare lattenzione in qualcuno.
Lesperienza
in questo contesto che nasce lesperienza del cineforum.
Augusta per un periodo ha fatto delle supervisioni col dott. Perrotti su
pazienti anziani che vedeva in un servizio pubblico. Nasce la curiosit e la voglia
di approfondire il tema. Perrotti ci mette in contatto con la dott.sa Laura De Lauro,
psicoanalista che da molti anni si occupa dellanalizzabilit delle persone anziane
e del lavoro sociale con le persone della terza et. Cominciamo ad andare in
supervisione da lei, lavorando su i casi che portava Augusta. Cresceva il nostro
interesse e desiderio di avvicinarci alluniverso dellanziano. Le parole di Ferrari:
Passate del tempo con loro e scoprirete come lavorare erano sempre presenti,
finch, nel settembre 2005 abbiamo deciso di creare un cineforum rivolto alla
terza et.
La prima rassegna di film dedicata agli anziani iniziata il 29 ottobre 2005.
Abbiamo scelto 3 commedie da proiettare ogni due settimane, con lobiettivo di
valutare linteresse e ladesione alla attivit. La seconda rassegna iniziata subito
dopo, con cadenza mensile e una selezione diversificata di film da proiettare. La
permette di riflette insieme a loro sulla forza trasformativa della relazione tra un
bambino e una donna anziana.
Alla fine della seconda rassegna di film, alcuni membri sentivano il
desiderio di poter fare qualcosaltro, senza avere chiaro cosa volevano. Altri
membri si sono lamentati dellimpossibilit di poter parlare dei loro problemi
personali nel gruppo, ma tutti erano daccordo di continuare con lattivit.
Attualmente siamo alla terza rassegna di film, nuovi membri si sono
aggregati al gruppo iniziale. Il fatto che loro tornino e che sentiamo di dare
qualcosa a queste persone, senza avere chiaro cosa sia, ci ha spinto a pensare e
scrivere questa relazione. Tante domande sono emerse: qual il nostro ruolo?
Quale deve essere il nostro ruolo? Cosa diamo a queste persone? Perch
tornano? Come intervenire per promuovere sempre pi lespressione e la
riflessione sui temi sollecitati?
Riflessioni sullesperienza
Ci interroghiamo sul perch gli anziani vengano, al Laboratorio, forse per
portare un significato? O affinch i loro stati danimo acquistino un significato?
Perch le loro conoscenze ed esperienze non vadano a finire nellanonimato?
Di questo breve percorso vorremo sinteticamente riportare alcuni momenti
che ci sono sembrati dare maggiormente senso a questa esperienza. Sembra
che il cineforum, sia il luogo dove gli anziani vengano per portare i loro pensieri, le
loro emozioni, le loro storie. Dove portare forse, una parte tenuta segreta e che
magari evitano di mettere in comune con i giovani, con la troppo veloce realt
quotidiana perch non sia profanata, non sia dissociata disintegrata. Un luogo
dove incontrarsi, sentirsi accolti, ma anche un luogo per confrontarsi e per
pensare e che attraverso la visione e il commento dei film, offra lopportunit per
aggregare i discorsi ed unire le persone.
ll film, narrando di mondi possibili e vicende pi o meno verosimili, diventa
cos un ponte verso, un mezzo per comunicare e creare un legame, ma anche un
modo per sottrarre allanonimato le proprie esperienze, il luogo di un rifornimento
narcisistico possibile, nella misura in cui la conduzione valorizza ed illumina
quanto messo dai partecipanti nel gioco della condivisione con gli altri. Insieme si
dissodano emozioni che affiorano improvvise; i ricordi, che pure si attivano
associativamente, l in una dimensione presente, con una partecipazione attiva.
Latmosfera che si respira durante questi incontri di un pensiero vivo,
contrassegnato da riferimenti autobiografici che si snodano lungo una catena
associativa gruppale
E una esperienza quella del cineforum, dove creare un legame con il
pensiero dellaltro anche un ricreare in piccolo una societ, quella che poi
cambiata, o quella che si persa e che, ora, si ritrova nel tempo attuale, non nel
passato o nel futuro. E un tempo presente, un tempo vitale un tempo che non ha
finitezza o scadenza.
Riferimenti bibliografici:
Appendice
Seconda rassegna
04/02/2006 Una storia vera (Francia/USA, 1999). Regia: David Linch
04/03/2006 Lista dattesa (Cuba, 2000). Regia: Juan Carlos Tabio
01/04/2006 Tanguy (Francia, 2002). Regia: Ettienne Chatiliez
13/05/2006 Una canzone per Bobby Long (USA, 2004). Regia: Shainee Gabel
10/06/2006 El abrazo partido (Argentina, Francia, Italia, Spagna, 2003). Regia:
Daniel Barman