Professional Documents
Culture Documents
LABORATORIO DI
BUSINESS PLAN
A cura di
Emanuela dArielli
Anno Accademico
2006 2007
INDICE
______________________________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________________________
______________________________________________________________________________________________
alla definizione puntuale delle strategie, dei piani di azione e dei tempi di
attuazione;
alla previsione delle difficolt che lazienda si trover ad affrontare nel corso del
suo sviluppo;
alla stima della capacit reddituale dellimpresa nel medio periodo, nonch alla
verifica della coerenza con le aspettative dellimprenditore o dei soci;
la forma giuridica1 (legata sia ai mezzi propri disponibili che alla dimensione
aziendale);
______________________________________________________________________________________________
differenza della Ditta Individuale, limpresa familiare deve essere costituita per atto pubblico
contenente i nominativi dei collaboratori familiari coinvolti nellimpresa.
2) Le societ di persone, nelle due forme principali di societ in nome collettivo (s.n.c.) e la societ
in accomandita semplice (s.a.s.). Nella s.n.c. tutti i soci possono essere amministratori e, in ogni
caso, tutti rispondono senza limiti dei debiti sociali. La particolarit della societ in accomandita
semplice rispetto alla s.n.c. consta nella coesistenza di due tipologie di soci, gli accomandatari
e gli accomandanti. Laccomandatario socio illimitatamente responsabile ed ha, in virt di ci,
il diritto alla qualifica di amministratore delle societ; al contrario, in caso di insolvenza, i soci
accomandanti rispondono per le obbligazioni sociali solo nei limiti del capitale conferito.
3) Le societ di capitali sono distinte in: societ a responsabilit limitata (s.r.l.), societ in
accomandita per azioni (s.a.a.) e societ per azioni (S.p.A.). La principale caratteristica di tali
forme giuridiche la responsabilit patrimoniale limitata dei soci per le obbligazioni sociali, in
caso di fallimento. La s.r.l. deve essere costituita con un capitale minimo obbligatorio di 10.000
Euro suddiviso in quote. A fianco della s.r.l. tradizionale, che deve essere composta da almeno
due soci, possibile costituire anche la s.r.l. unipersonale, partecipata da un unico socio,
mantenendo le caratteristiche giuridiche tipiche di una societ di capitali (alternativa valida
anche per le S.p.A). La s.a.a. e la S.p.A. devono essere costituite con un capitale minimo di
120.000 Euro suddiviso in azioni. Le s.a.a. sono, ancora una volta, caratterizzate dalla
bipartizione della tipologia di soci in accomandatari ed accomandanti. Nelle societ di capitali
l'amministrazione non spetta in modo automatico ai soci, come avviene nelle societ di
persone, ma l'assemblea che deve designare gli affidatari del compito.
______________________________________________________________________________________________
definizione (da parte della stessa banca oppure di enti appositamente demandati ad
effettuare tale valutazione) richiesta la presentazione di un Business Plan che giustifichi
la specifica richiesta di finanziamento e che illustri adeguatamente le strategie di sviluppo
dellimpresa e le modalit dimpiego dellaffidamento per gli scopi di cui alle suddette
strategie.
Nello specifico, il Comitato di Basilea, istituito dai Governatori delle Banche Centrali dei
dieci Paesi pi industrializzati del mondo (G10) alla fine del 1974, un'organizzazione
internazionale con sede nella cittadina svizzera di Basilea, operante in seno alla Banca
dei Regolamenti Internazionali - B.R.I. ed avente lo scopo di promuove la cooperazione
fra le Banche Centrali ed altre agenzie equivalenti allo scopo di perseguire la stabilit
monetaria e finanziaria.
I membri attuali del Comitato provengono da Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia,
Giappone, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati
Uniti.
La normativa di vigilanza sul capitale delle banche fino ad oggi adottata dalle Autorit
Centrali di oltre 100 Paesi nel mondo (comunemente chiamato Accordo di Basilea) risale
al 1988 ed ha come obiettivo ladeguatezza patrimoniale delle banche fondata sui
seguenti principi:
1. ogni attivit posta in essere dalla banca comporta un certo grado di rischio;
2. il rischio deve essere quantificato e supportato da capitale adeguato.
Le regole previste impongono alle banche di detenere un Patrimonio minimo pari o
superiore all8% del proprio attivo ponderato per il rischio. Lattivo non imputato, quindi,
al valore nominale, ma viene moltiplicato per un coefficiente, in proporzione al grado di
rischiosit della categoria di clienti considerata.
Il coefficiente patrimoniale calcolato, dunque, applicando il rapporto: [(Patrimonio di
Vigilanza/Attivit Ponderate per il rischio)>=8%].
Il sistema di ponderazione dei prestiti erogati dalle banche finora utilizzato ai fini del
calcolo del rischio di credito il seguente:
20% per le attivit di rischio verso gli Enti Pubblici italiani territoriali (Regioni,
Province, Comuni) e non territoriali (INPS, ASL) e le banche;
50% per i crediti ipotecari concessi per lacquisto di immobili di tipo residenziale;
______________________________________________________________________________________________
50% da A+ ad A-
______________________________________________________________________________________________
Analisi delle garanzie (validit e valore delle garanzie reali o personali; tempo di
recupero del credito attraverso le garanzie; costi amministrativi diretti relativi a
procedure concorsuali o a procedure di recupero stragiudiziali).
______________________________________________________________________________________________
10
MOODYS
Investors
Standard
& Poors
CAPACIT DI
RIMBORSO
RISCHIO
DESCRIZIONE
PROBABILIT
DI DEFAULT
CLASSE DI RISCHIO
SETTORIALE
AA
BBB
BB
CCC
CC
C
DDD
DD
D
Aaa
AAA
Aa1
AA+
Aa2
AA
Aa3
AA-
A1
A+
A2
A3
A-
Baa1
Baa2
Baa3
Ba1
BBB+
BBB
BBBBB+
Ba2
BB
Ba3
B1
BBB+
B2
B3
Caa1
Caa2
Caa3
BCCC+
CCC
CCCCC+
CC
CCC
DDD
DD
D
Ca
C
DDD
DD
D
Molto elevata
Elevata
Minimo
Modesto
Buona
Medio-basso
Accettabile
Accettabile
Accettabile
con attenzione
Variabile
Monitorare
continuamente
y
y
y
y
y
y
y
y
y
y
y
y
Elevata
incertezza
Insolvenza
imminente o
gi accertata
Stretta
osservazione
dubbio esito
debito
Buone qualit dellattivo
Buon inserimento di mercato e
diversificazione di sbocchi
Buona capacit manageriale
Solida capacit di copertura del debito
Qualit e liquidit dellattivo soddisfacenti
Inserimento di mercato e qualit
manageriali nella media
Standard creditizi normali
Capacit di copertura del credito nella
media
Qualit e liquidit accettabili
Standard creditizi normali
Debole capacit di copertura del debito
Qualit e liquidit accettabili
Scarsa diversificazione delle attivit
Contenuta liquidit
Limitati margini di copertura del debito
Credito sotto osservazione
Qualit dellattivo con temporanea
difficolt di liquidit
Alta leva finanziaria
y Debolezza manageriale
y Difficolt evidenti di gestione del debito
y Incertezze sulla possibilit di pagamento
degli interessi
0,01%
Settori affidabili o
molto poco rischiosi
0,02%
0,03%
0,04%
0,05%
0,06%
0,11%
0,21%
0,36%
0,72%
Settori a rischiosit
emergente
1,22%
1,94%
2,84%
Settori rischiosi
4,76%
8,84%
Superiore a
15,25%
Settori molto o
totalmente rischiosi
Tale
massimale
comprende
qualsiasi
aiuto
pubblico
accordato,
13
la combinazione dei fattori produttivi, il loro costo per unit di misura e lincidenza
percentuale sul prodotto finito di ciascuno di essi;
______________________________________________________________________________________________
14
Le economie di scala consistono in quel vantaggio conseguito grazie alla riduzione dei costi
unitari di produzione conseguente allaumento del numero di beni o servizi prodotti. Esse implicano
rendimenti crescenti con i volumi di produzione e sono considerate un fattore di centralizzazione
dei fattori della produzione e di piena utilizzazione della capacit produttiva, anche se lentit di tali
economie pi pronunciata nei processi di trasformazione ad alta intensit di capitale (soprattutto
manifatturiero ed estrattivo) che non in quelli ad elevata intensit di lavoro (tipicamente le imprese
di servizi).
Le c.d. economie di scopo o di raggio dazione sono quelle generate dal fatto che i costi unitari di
produzione diminuiscono allorch pi tipi di beni o di servizi vengano prodotti congiuntamente,
3
______________________________________________________________________________________________
15
utilizzando le stesse risorse tecniche ed il medesimo know how. La presenza di tali economie
considerata uno dei fattori in grado di motivare la diversificazione della produzione.
Infine, attraverso la specializzazione degli operatori su attivit che richiedono ripetutamente
limpiego di una o poche tecniche non ulteriormente divisibili, il vantaggio conseguibile un
aumento della produttivit e rendimenti crescenti nel tempo, grazie allapprendimento,
allallenamento ed alla destrezza. Le economie di specializzazione (o di esperienza) sono tanto pi
utili quanto maggiore la difficolt dellattivit produttiva e quanto pi lungo il ciclo di
apprendimento ad essa relativo.
______________________________________________________________________________________________
16
______________________________________________________________________________________________
17
PIANI
OPERATIVI
Determinazione
del fabbisogno
finanziario
PIANO DI
FINANZIAMENTO
(struttura delle fonti)
BUDGET DI
CASSA
______________________________________________________________________________________________
18
Un classico diagramma di Gantt si articola in un certo numero di barre orizzontali (ad ognuna
delle quali corrisponde una attivit) disposte in un piano, parallelamente ad una scala temporale di
riferimento.
4
______________________________________________________________________________________________
19
CASE STUDY
Si consideri il caso di avvio dellimpresa GAMMA s.r.l. nel settore manifatturiero alimentare il cui
cronoprogramma delle attivit risulti il seguente:
giugno anno 0: costituzione della societ;
luglio anno 0: avvio degli investimenti in immobilizzazioni materiali ed immateriali necessari
allimplementazione della struttura produttiva, il cui completamento previsto per il mese di dicembre dello
stesso anno.
luglio anno 0: uscite monetarie relative alle prime spese di gestione (utenze, canoni di locazione degli
immobili ecc.);
settembre anno 0: avvio della campagna pubblicitaria, promozionale e commerciale;
ottobre anno 0: avvio della selezione del personale, da concludersi entro dicembre;
dicembre anno 0: acquisizione dei primi ordini di vendita del prodotto finito e invio dei primi ordini di acquisto
delle materie prime ai fornitori;
gennaio anno 1: stoccaggio delle materie prime;
seconda settimana di gennaio anno 1: avvio della produzione;
terza settimana di gennaio anno 1: stoccaggio prodotti finiti ed avvio distribuzione;
febbraio anno 1: vendita e inizio flusso monetario in entrata;
DIAGRAMMA DI GANTT
Anno 0
mesi
Costituzione della societ
Investimenti
Spese di gestione
Spese promozionali
Selezione del personale
Spese per il personale
Emissione ordini di
acquisto materie prime
Acquisizione ordini di
vendita
Stoccaggio materie prime
Produzione
Stoccaggio prodotti finiti
Distribuzione
Vendita
Entrate correlate alla
vendita
10
Anno 1
11
12
10
______________________________________________________________________________________________
11
20
12
4. LANALISI DI MERCATO
La ricerca di mercato riguarda, essenzialmente, la raccolta, lelaborazione e la
valutazione di dati specifici, consistenti in informazioni di taglio economico, psicologico,
sociologico e culturale, sulla base dei quali limpresa pu pensare di sviluppare, attuare e
gestire in modo efficiente le proprie strategie.
In definitiva, la ricerca di mercato il mezzo per eccellenza per accertare opinioni,
atteggiamenti, comportamenti ed esigenze di qualunque tipologia di pubblico e, se
condotta in maniera efficiente, fornisce al management le informazioni da tradurre in
decisioni strategiche ed operative efficaci.
Fig. 3 Le fasi della ricerca di mercato
______________________________________________________________________________________________
21
Sulla base dei risultati ottenuti potranno essere elaborate le strategie aziendali e
valutati gli strumenti idonei per implementarle.
Una ricerca di mercato completa coinvolge diverse aree di analisi e, nello specifico:
1. Analisi macroeconomica;
2. Analisi del settore di riferimento e della concorrenza;
3. Analisi della domanda.
AREE DI ANALISI
Analisi della
DOMANDA
RELAZIONE DI RICERCA
Analisi dellIMPRESA
PIANO DI MARKETING
______________________________________________________________________________________________
22
______________________________________________________________________________________________
23
fattori sociali quali: stili di vita, cultura, istruzione, tendenze degli opinion leaders,
atteggiamenti verso lambiente e la responsabilit sociale;
Per Prodotto Interno Lordo (P.I.L.)sintende la somma del valore dei beni prodotti e dei servizi
erogati in un anno nel territorio di una nazione, compresa la produzione dovuta a fattori produttivi di
propriet estera.
______________________________________________________________________________________________
24
la concorrenza.
Per complementare sintende quel bene il cui uso avviene congiuntamente a quello di un altro
bene; per succedaneo sintende un bene che pu sostituirne un'altro, con analoghi effetti e
funzioni.
______________________________________________________________________________________________
25
Sono FISSI quei costi che si mantengono costanti al variare del volume di attivit, entro una
definita area di rilevanza. In realt, non esistono costi che siano in assoluto fissi, in quanto occorre
considerare elementi quali, ad esempio, la struttura aziendale e la sua capacit produttiva. Inoltre,
non si pu pi parlare di costi fissi se si considera il lungo periodo.
Sono VARIABILI quei costi che variano proporzionalmente al variare del livello della produzione.
Ulteriori classificazioni di costo sono:
COSTI DIRETTI: costi relativi a fattori di produzione che possono essere oggettivamente
attribuibili allunit di prodotto/servizio (ad es. materie prime, manodopera impegnata
direttamente nella fabbricazione; forza motrice).
______________________________________________________________________________________________
26
premi e sconti;
dilazioni di pagamento;
modalit di pagamento.
COSTI INDIRETTI: sono costi che, pur essendo riconducibili al processo produttivo, non hanno
una relazione immediata con il bene/servizio prodotto (ad es. manutenzioni, costo del
personale impiegato presso il magazzino ecc.).
COSTI STANDARD: sono valori economici predeterminati in base ai criteri prescelti di
efficienza gestionale. Esprimono il consumo di risorse richiesto per il raggiungimento dei
risultati obiettivo definiti.
COSTI EFFETTIVI: esprimono il valore consuntivo delle risorse effettivamente utilizzate.
______________________________________________________________________________________________
27
Si consideri che nel mercato dei beni industriali, la possibilit di trasformare alcune
delle transazioni commerciali operate dallimpresa con clienti e fornitori in transazioni
interne, attraverso acquisizioni, fusioni, incorporazioni o semplicemente accordi fra
aziende, pu costituire un efficace metodo per ottimizzare le opportunit offerte dal
mercato oppure per ridurre limpatto delle minacce da esso derivanti (c.d. integrazione
verticale e/o orizzontale).
FIG. 5
la loro dimensione;
______________________________________________________________________________________________
28
il peso del fatturato delle principali aziende sul fatturato globale del mercato di
riferimento;
CONCORRENZA PERFETTA10;
OLIGOPOLIO11;
MONOPOLIO12;
CONCORRENZA MONOPOLISTICA13.
Caratteristiche della concorrenza perfetta sono: presenza sul mercato di un gran numero di
produttori ed offerta di beni perfettamente sostituibili luno con laltro, venduti al prezzo di mercato.
11
Nelloligopolio la dipendenza fra aziende concorrenti molto forte a causa del numero ridotto di
concorrenti o della presenza di alcune imprese dominanti.
12
Nel monopolio il mercato dominato da un solo produttore e, conseguentemente, il bene offerto
non ha concorrenti diretti. Il produttore , inoltre, price maker.
13
La concorrenza monopolistica si colloca fra la concorrenza pura ed il monopolio: i concorrenti
sono numerosi, sebbene i prodotti presentino caratteristiche distintive rilevanti per lacquirente,
talch ogni produttore monopolista nella propria nicchia.
10
______________________________________________________________________________________________
29
SETTORE DI RIFERIMENTO
MERCATO DI INTERESSE
TARGET
DOMANDA POTENZIALE
X quota di mercato
PREZZO
RICAVI
14
______________________________________________________________________________________________
30
GUSTI; i gusti variano nel tempo e sono condizionati dalle mode e dalla cultura;
I principali criteri per la segmentazione del mercato dei beni di consumo sono:
1. Segmentazione in base a parametri geografici e demografici:
o
Et;
Sesso;
______________________________________________________________________________________________
31
2. Segmentazione in funzione del reddito: analisi della distribuzione del reddito15 per
regione, et, nucleo familiare;
3. Segmentazione in base al comportamento dacquisto:
o
Riguardo il ciclo di vita della famiglia, si possono, invece, individuare le seguenti fasi:
1. STADIO DEL CELIBATO: in questa fase una larga parte del reddito disponibile
destinato allacquisto di abiti, automobili ed al divertimento.
15
______________________________________________________________________________________________
32
Macchinari ed attrezzature
Forniture operative
CARATTERISTICHE
DEL MERCATO
16
______________________________________________________________________________________________
33
______________________________________________________________________________________________
34
PRODOTTI/SERVIZI
Prodotto 1
MERCATI/
SEGMENTI
Prodotto 2
Prodotto 3
Mercato/segmento
1
Penetrazione del
mercato/segmento
Sviluppo prodotti
Mercato/segmento
2
Mercato/segmento
3
Sviluppo dei
mercati/segmenti
Diversificazione
______________________________________________________________________________________________
35
LANALISI DELLIMPRESA
Valutazione dellefficienza
dimensionale, organizzativa e
produttiva ed analisi dei costi;
Valutazione dei fattori critici di
successo;
Analisi S.W.O.T.
Piano di Marketing
Fra le priorit strategiche grande rilevanza assume la definizione della o delle Aree
Strategiche dAffari ciascuna delle quali delimita uno spazio competitivo (mercato)
strategicamente rilevante che limpresa gestisce separatamente ed al quale destina
prodotti e/o servizi specifici.
Ciascuna A.S.A., inoltre, opera in uno specifico sistema competitivo ed destinataria di
unopportuna politica di marketing, dato che al variare di uno degli elementi che servono
ad identificare larea strategica daffari cambiano, generalmente, anche le caratteristiche
dellofferta.
______________________________________________________________________________________________
36
Lambito competitivo, a sua volta, la risultante della combinazione dei seguenti fattori:
1) Il segmento (interazione fra prodotti venduti e clienti serviti);
2) Lambito geografico in cui limpresa opera;
3) Il numero di settori correlati in cui limpresa compete;
4) Il grado di integrazione verticale, ovvero il numero di fasi del processo produttivo
realizzate internamente allimpresa.
FIG. 9
______________________________________________________________________________________________
37
FOCALIZZAZIONE
SULLA
DIFFERENZIAZIONE:
limpresa
assume
come
obiettivo principale il pi alto grado di soddisfazione dei bisogni dei clienti e mira ad
essere unica in uno o pochi segmenti specifici.
FIG. 10
IL POSIZIONAMENTO E LE STRATEGIE COMPETITIVE DI BASE
A
M
B
I
T
O
C
O
M
P
E
T
I
T
I
V
O
AMPIO
LEADERSHIP DI COSTO
LEADERSHIP DI
DIFFERENZIAZIONE
FOCALIZZAZIONE
SUI COSTI
FOCALIZZAZIONE SULLA
DIFFERENZIAZIONE
RISTRETTO
COSTO
TIPOLOGIA DI
VANTAGGIO COMPETITIVO
DIFFERENZIAZIONE
______________________________________________________________________________________________
38
specifico,
la
differenziazione
corrisponde
allinsieme
delle
azioni
di
potenziamento distintivo rispetto alla concorrenza al fine del raggiungimento del vantaggio
competitivo.
Alcuni possibili elementi di differenziazione dellofferta sono:
Qualit;
Design;
Package;
Dimensioni;
Livello tecnologico;
Prezzo;
Combinazione del prodotto con altri beni che ne potenzino il valore e la funzione
duso.
Considerando che i fattori sui quali sono basate le strategie di posizionamento sono
qualit e prezzo e che lobiettivo il vantaggio competitivo e la quota di mercato ad esso
correlata, si pu pervenire allanalisi grafica del posizionamento attraverso le seguenti
fasi:
1. individuazione dei competitors e, nel caso il loro numero sia molto elevato,
individuazione dei concorrenti pi rilevanti e temibili dallimpresa;
2. analisi del prezzo di vendita praticato dai competitors;
3. analisi della qualit dellofferta dei competitors;
4. analisi della quota di mercato (in %) assorbita da ciascun competitor;
5. valutazione del prezzo di vendita della propria offerta, della qualit e della quota di
mercato raggiungibile al tempo t.
______________________________________________________________________________________________
39
Mentre quota di mercato e prezzo di vendita sono dati esogeni, il livello qualitativo deve
essere valutato in base alla serie di fattori che complessivamente lo definiscono ponderati
a seconda della loro importanza, attraverso unopportuna mappa di posizionamento del
fattore qualit:
ESEMPIO DI MAPPA DI POSIZIONAMENTO DEL FATTORE QUALITA'
Elementi fattore
QUALITA'
PESO
(%)
Fattore 1
Fattore 2
Fattore 3
Fattore 4
Fattore 5
40%
25%
20%
10%
5%
10
8
7
9
7
8
9
6
8
7
7
1
6
7
6,5
6
0
6
6
4
7,5
0
6
7
6,5
FATTORE QUALITA'
PONDERATO
100%
8,65
7,8
5,28
4,40
5,23
Impresa
______________________________________________________________________________________________
40
CASE STUDY
Si consideri il caso dellazienda GAMMA s.r.l. che intende valutare la convenienza economica ad avviare un
progetto dinvestimento imprenditoriale nel settore manifatturiero alimentare stimando la domanda del proprio
prodotto attraverso la determinazione della quota di mercato potenzialmente raggiungibile (v. 4.4.).
Considerando lesistenza sul mercato di riferimento di cinque concorrenti principali, di cui due leaders a livello
nazionale (Concorrenti A e B) e tre essenzialmente a livello regionale (Concorrenti C, D, E), e la seguente mappa
di posizionamento del fattore qualit:
MAPPA DI POSIZIONAMENTO: FATTORE QUALITA'
Elementi fattore
QUALITA'
Qualit e
combinazione
materie prime
Certificazione di
qualit
PESO (%)
Impresa
0,40
10
7,5
0,25
Design di facile
utilizzazione
0,20
Servizi accessori
0,10
Packaging lusso
0,05
6,5
6,5
FATTORE QUALITA'
PONDERATO
1,00
8,9
7,8
5,03
5,00
4,60
5,23
nonch la situazione di posizionamento globale evidenziata dal seguente grafico (dove la grandezza delle bolle
indicativa della quota di mercato percentuale assorbita da ciascun competitor):
POSIZIONAM ENTO COM PETITORS al te mpo (t-1)
12
10%
8,00
7,8
20%
Concorrente C
7,50
5,03
30%
Concorrente D
7,50
5,00
25%
Concorrente E
7,00
4,60
15%
Qualit
10
20%
8
6
30%
15%
25%
2
0
-
2,00
4,00
6,00
8,00
10,00
12,00
14,00
Prezzo
Concorrente A
Concorrente B
Concorrente C
Concorrente D
Concorrente E
si ipotizza il raggiungimento di una quota di mercato pari al 5% gi dal primo esercizio amministrativo, con una
ridefinizione degli equilibri di mercato, a seguito dellingresso dellimpresa, tale che le concorrenti aggredite
siano sostanzialmente quelle pi simili allazienda stessa, in termini di dimensionamento e di ambito competitivo:
POSIZIONAM ENTO COM PETITORS al te mpo t
12
10%
Qualit
10
20%
5%
29%
13,5%
22,5%
2
0
-
2,00
4,00
6,00
8,00
10,00
12,00
14,00
Prezzo
Concorrente A
Concorrente B
Concorrente C
Concorrente D
Concorrente E
Impresa
Lanalisi deve essere ripetuta per ciascuna Area Strategica dAffari dellimpresa e, dunque, in relazione a
ciascuna combinazione segmento/prodotto (o servizio).
6. LANALISI S.W.O.T.
Dalla ricerca di mercato parte un flusso informativo sulla situazione economica
generale, sul settore, sul consumatore, sulla domanda aggregata e sulla concorrenza che
segnala lesistenza attuale o prospettica di OPPORTUNITA (Opportunities) e di
MINACCE (Threats).
Lazienda, sulla base dei risultati ottenuti in passato ed, in generale, delle FORZE
(Strenghts) e DEBOLEZZE (Weaknesses) attuali o prospettiche, valuta le alternative di
azione possibili, rispetto agli obiettivi prefissati.
Si precisa che unopportunit ed una minaccia dellambiente ed una forza/debolezza
dellimpresa si configurano come tali solo in riferimento ad un determinato contesto
competitivo.
Unopportunit di mercato consiste in unarea di esigenze e dinteresse da parte degli
acquirenti nella quale esiste unelevata probabilit che limpresa possa operare con
profitto e creare un vantaggio competitivo; una volta individuate le opportunit presenti sul
mercato, bisogna stabilire quali di esse siano effettivamente compatibili con gli obiettivi
dellimpresa e confrontarle con le risorse disponibili.
Una minaccia pu portare ad impedire lattuazione di una strategia, ad aumentare il
rischio di insuccesso o a richiedere maggiori risorse per conseguire gli obiettivi, in
assenza di contromisure per fronteggiarla.
I punti di forza sono risorse o attivit specifiche di cui limpresa in possesso e che,
se utilizzate in maniera efficace, conferiscono alla stessa una competenza distintiva
rispetto ai concorrenti. Una caratteristica ha la qualit di forza se limpresa pu utilizzarla
per sfruttare unopportunit o minimizzare una minaccia.
I punti di debolezza sono costituiti da risorse e capacit di cui limpresa non dispone o
che non riesce ad utilizzare adeguatamente, mentre i concorrenti ne dispongono ed
anche in modo efficiente. Essi identificano unarea di rischio che se non presidiata si
traduce in uno svantaggio competitivo. Una debolezza tale se limpresa non in grado
di cogliere unopportunit o minimizzare una minaccia.
La presenza (o lassenza) di una risorsa o di una capacit costituisce un punto di forza
(debolezza) solo se il mercato a richiederla. Ci che oggi rappresenta un punto di forza
pu vedere diminuita la sua importanza al mutare delle condizioni esterne.
______________________________________________________________________________________________
43
______________________________________________________________________________________________
44
I fattori che si situano in alto a destra (2 quadrante) della matrice dovranno essere
seguiti con attenzione, data la loro pericolosit o attrattivit e la loro elevata
probabilit di verificarsi;
I fattori che si situano in basso a sinistra (4 quadrante) della matrice non meritano
attenzione specifica, data la loro scarsa rilevanza e ridotta verosimiglianza;
Per i fattori situati negli altri due quadranti (1 e 3) deve essere attuata unazione
di monitoraggio, per seguirne levoluzione nel tempo.
la moltiplicazione del livello della prestazione di ciascun fattore per il suo grado di
importanza ottenendo la priorit di ciascuna forza/debolezza;
______________________________________________________________________________________________
45
2 quadrante: nel caso in cui limpresa segnali una prestazione elevata (forza) su di
un fattore di importanza elevata, la posizione dovr essere mantenuta;
______________________________________________________________________________________________
46
7. IL PIANO DI MARKETING
Il piano di marketing ha importanza strategica nella redazione del piano dimpresa, in
quanto, partendo dalla ricerca di mercato definisce:
Le risorse impiegate
I costi di marketing
allanalisi del Break Even Point, al fine di giustificare le stime e gli obiettivi di
vendita.
di cui gli ultimi tre sono necessari soprattutto allo scopo della definizione del livello di
mark-up sui costi, ovvero del margine di utile unitario conseguibile dallazienda dopo aver
provveduto alla copertura dei costi.
Infatti, uno degli errori pi frequentemente commessi in fase di ingresso sul mercato
quello di stabilire un prezzo di vendita troppo basso, spesso a causa dellerrata
quantificazione dei costi o della volont di presentarsi con una politica molto aggressiva,
al fine di spiazzare la concorrenza.
Lelasticit della domanda rispetto al prezzo definita come la variazione percentuale della
quantit domandata derivante da una variazione del prezzo dell1% ed calcolata attraverso la
formula: [((Q)/Qiniziale)/((P)/Piniziale)].
17
______________________________________________________________________________________________
47
UD = utile desiderato;
Q = quantit prodotta;
______________________________________________________________________________________________
48
La funzione dei Costi Totali caratterizzata dalla somma dei Costi Fissi totali
(graficamente rappresentati da una linea retta parallela allasse delle ascisse, in quanto
indipendenti ed invariabili rispetto al volume della produzione) e dei Costi Variabili totali
(dati dal prodotto fra Costi Variabili unitari e Quantit prodotte) e la relativa curva origina
in corrispondenza del valore dei costi fissi, in quanto in caso di produzione nulla i due
valori coinciderebbero:
CT = CF + (CVu x Q)
La funzione dei Ricavi Totali data dal prodotto fra Prezzo e Quantit venduta:
RT = P x Q
dove:
RT = Ricavi Totali
CT = Costi Totali
CF = Costi Fissi (Indicato nel grafico con k)
CVu = Costo variabile unitario
P = Prezzo di vendita
Q = quantit
______________________________________________________________________________________________
49
Analiticamente, il volume di vendita di pareggio (Break even Point B.E.P.) dato dalla
seguente formula:
Q0 = [CF/(P-CVu)]
In corrispondenza di un volume delle vendite inferiore a Q0 il margine di contribuzione
unitario (P-Cvu) non sufficiente a coprire i costi fissi, per cui la gestione caratteristica
registrer una perdita.
Graficamente larea delle perdite delineata dallarea a sinistra del punto di pareggio in
cui la curva dei costi totali sovrasta quella dei ricavi.
Al contrario, a destra del punto di pareggio, nellarea in cui la curva dei ricavi si trova al
di sopra di quella dei costi totali, limpresa registra profitti.
Altrettanto importante il Break Even Poin in valore (fatturato lordo di equilibrio), al
quale si perviene attraverso il prodotto fra Prezzo di vendita e Quantit di pareggio:
P x Q0
______________________________________________________________________________________________
50
8. I PIANI OPERATIVI
Come anticipato nel corso del terzo paragrafo, la sezione numerica del Business Plan
si basa su previsioni economico-finanziarie proiettate in un arco temporale dai tre ai
cinque anni (sebbene progetti complessi come, ad esempio, quelli relativi al Project
financing coinvolgano un numero di esercizi previsionali molto pi ampio) ed composta
da cinque piani operativi settoriali e da quattro documenti consolidati.
Fanno parte dei c.d. Piani Operativi:
1. il piano delle vendite,;
2. il piano tecnico-produttivo;
3. il piano degli investimenti;
4. il piano della struttura;
5. il piano del personale.
di
mantenerlo
invariato
nel
perseguimento
di
una
politica
di
______________________________________________________________________________________________
51
______________________________________________________________________________________________
52
53
Inoltre, sul costo di acquisto unitario per singolo esercizio previsionale incider
linflazione attesa.
Aggiungendo ai costi di approvvigionamento che emergono dal piano della produzione
e che sono strettamente correlati alle previsione delle vendite, i costi relativi al totale degli
acquisti di materie prime (o merci) preventivati in ciascun esercizio, in parte destinati al
magazzino materie prime (o merci) ed in parte alla produzione dei beni da imputare al
magazzino prodotti finiti, si perviene alla definizione del piano degli acquisti
complessivi.
In particolare, la politica di gestione delle scorte legata:
a fattori logistici quali, ad esempio: capacit del magazzino, deperibilit delle merci
ecc.
Il piano delle scorte, cos come la gestione del magazzino, viene distinto in:
1. Piano delle scorte di merci, materie prime, parti componenti e semilavorati;
2. Piano dei prodotti finiti.
Tali scorte possono essere stimate attraverso le seguenti metodologie:
______________________________________________________________________________________________
54
55
residuano riserve
56
Per ciascuna tipologia di spesa andr individuata laliquota I.V.A. utile per la relativa
tabella riepilogativa, nonch la variabilit (ovvero il singolo costo pu reputarsi fisso o
variabile) utile al fine dellanalisi del Break Even Point.
______________________________________________________________________________________________
57
Esercizio 1
Esercizio 2
Esercizio 3
Esercizio 4
Esercizio 5
N dipendenti
Costo lordo annuo
TOT. LIVELLO 1
N dipendenti
Costo lordo annuo
TOT. LIVELLO 2
.
TOT. COSTO DEL LAVORO
Riepilogo annuo dellImposta sul Valore Aggiunto , il quale evidenzia il saldo annuo
I.V.A. ed il relativo debito o credito verso lAgenzia delle Entrate, considerando che
lI.V.A. sulle vendite considerata I.V.A. a debito, mentre lI.V.A. sugli acquisti
a credito;
______________________________________________________________________________________________
58
59
9. IL PIANO DI FINANZIAMENTO
Il piano di finanziamento tende al raggiungimento di due specifici obiettivi informativi:
1. La determinazione del fabbisogno di finanziamento del progetto;
2. La scelta qualitativa (fonti interne ed esterne; finanziamenti a breve, a medio ed a
lungo termine) e quantitativa delle fonti da cui attingere per far fronte a quel
fabbisogno.
In merito al primo punto, le determinanti del fabbisogno finanziario possono essere
riassunte in:
Pagamenti da effettuarsi fino al compimento del primo ciclo di ritorno del capitale18
(quando, cio, le entrate relative alle vendite dovrebbero risultare di intensit
sufficiente a reintegrare autonomamente le successive uscite monetarie).
Riguardo il secondo punto, la scelta delle fonti di copertura del fabbisogno finanziario
tra risorse interne ed esterne allimpresa dipende molto dalla motivazione e dalla
disponibilit da parte dei soci a rischiare il proprio capitale nel progetto, nonch dal merito
creditizio dellimpresa e dunque dalla capacit di reperire finanziamenti presso il sistema
bancario.
Inoltre, in dipendenza delle finalit dimpiego delle risorse finanziarie sar opportuno
valutare lopportunit di richiedere affidamenti a medio/lungo termine piuttosto che a breve
termine (v. 12).
18
Il ciclo di ritorno del capitale investito (o ciclo monetario) si esplica attraverso le seguenti fasi:
Erogazione dei mezzi monetari in conseguenza dellacquisto dei fattori produttivi;
Deposito in magazzino delle materie prime in attesa di essere immesse in lavorazione;
Realizzazione del processo tecnico di lavorazione;
Costituzione di stocks di prodotti finiti in attesa di distribuzione;
Distribuzione e vendita;
Riscossione delle vendite e concessione di crediti di funzionamento (per dilazioni di
pagamento);
Riscossione dei crediti di funzionamento.
evidente che pi breve la durata del ciclo di ritorno del capitale, minore il fabbisogno
finanziario necessario per avviare il primo ciclo produttivo ed, in un qualunque periodo
amministrativo, possibile il rinnovo di pi cicli consecutivi che si autoalimentano.
______________________________________________________________________________________________
60
______________________________________________________________________________________________
61
______________________________________________________________________________________________
62
______________________________________________________________________________________________
63
64
statutarie,
anchesse
obbligatorie,
ma
soggette
alla
disciplina
______________________________________________________________________________________________
65
scostamenti,
capirne le
cause,
valutarne
limportanza
ed
i riflessi
______________________________________________________________________________________________
66
A) Patrimonio netto:
I - Capitale.
II - Riserva da soprapprezzo delle azioni.
III - Riserve di rivalutazione.
IV - Riserva legale.
V - Riserve statutarie
VI - Riserva per azioni proprie in portafoglio.
VII - Altre riserve, distintamente indicate.
VIII - Utili (perdite) portati a nuovo.
IX - Utile (perdita) dell'esercizio.
Totale.
B) Fondi per rischi e oneri:
1) per trattamento di quiescenza e obblighi simili;
2) per imposte, anche differite;
3) altri.
Totale.
C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato.
D) Debiti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi
esigibili oltre l'esercizio successivo:
1) obbligazioni;
2) obbligazioni convertibili;
3) debiti verso soci per finanziamenti;
4) debiti verso banche;
5) debiti verso altri finanziatori;
6) acconti;
7) debiti verso fornitori;
8) debiti rappresentati da titoli di credito;
9) debiti verso imprese controllate;
10) debiti verso imprese collegate;
11) debiti verso controllanti;
12) debiti tributari;
13) debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale;
14) altri debiti.
Totale.
E) Ratei e risconti, con separata indicazione dell'aggio su prestiti.
______________________________________________________________________________________________
68
diverso contributo delle singole voci di conto economico alla gestione complessiva
dellimpresa.
______________________________________________________________________________________________
70
______________________________________________________________________________________________
71
Nel caso in cui fossero iscritti in bilancio degli utili desercizio ancora da distribuire ai
soci (c.d. dividendi), per calcolare leffettivo valore di tale indice occorrerebbe epurare il
numeratore (Mezzi Propri) del valore di tali dividendi.
72
Allinterno del Business Plan, lammontare dei Mezzi Propri moltiplicato per il Rapporto
di Indebitamento ammesso o desiderato (D), consente di quantificare il livello massimo di
Mezzi di Terzi nei vari anni (MTt(max)), dati quei livelli di MP e D:
MTt(max) = MPt x D
______________________________________________________________________________________________
73
il Margine di Struttura;
il Margine di Tesoreria;
______________________________________________________________________________________________
74
______________________________________________________________________________________________
75
______________________________________________________________________________________________
76
R.O.E. = [RedditoNetto/(MezziPropri-Dividendi)]
Scomponendo il R.O.E. possibile pervenire ad ulteriori tre indicatori molto importanti
ai fini dellanalisi della redditivit dellimpresa:
se assume valore pari ad uno, vi una compensazione fra i risultati positivi e negativi
delle extra-gestioni tanto che RN=RO, oppure una loro completa assenza;
presupponendo che i mezzi propri apportati nellazienda abbiano valore inferiore al totale
del Capitale investito che, si ricorda, equivale alla somma dei mezzi propri e delcapitale di
terzi.
La situazione ottimale quella che manifesta un rapporto di indebitamento lievemente
maggiore di uno. Quanto pi ci si allontana dallunit, tanto pi significa che lazienda fa
ricorso al capitale di prestito per finanziare gli impieghi.
Bench la leva finanziaria abbia un effetto moltiplicatore sul R.O.I., in modo da far
lievitare il R.O.E., un suo valore eccessivo comporterebbe un livello di indebitamento tale
da generare oneri finanziari insostenibili.
Il principio che fintanto che il R.O.I. risulta superiore al tasso medio di interesse,
lazienda ha convenienza ad aumentare la leva finanziaria (e dunque lindebitamento) al
______________________________________________________________________________________________
77
se assume valore positivo (ROS>0) indica una porzione di ricavo netto ancora
disponibile dopo la copertura di tutti i costi attribuibili alla gestione caratteristica;
se assume valore negativo (ROS<0) indica che i ricavi operativi non sono
sufficienti a coprire tutti i costi della gestione caratteristica;
se assume valore nullo (ROS=0) indica che la capacit remunerativa del flusso dei
ricavi limitata alla sola copertura dei costi tipici.
______________________________________________________________________________________________
78
TIPOLOGIA DI
RISCHIO
PRINCIPALI CAUSE
POSSIBILE PRESIDIO
Rischio di
costruzione
connesso allimpossibilit di
rispettare le obbligazioni commerciali
assunte ex ante la strutturazione del
progetto (ad es. fornitura di beni e/o
servizi a partire da una certa data a
pena di decadenza del contratto o del
pagamento di penali) oppure al
mancato ottenimento di autorizzazioni.
Rischio
commerciale
Rischio operativo
19
______________________________________________________________________________________________
79
Rischio di prezzo
Rischio di tasso
Rischio di credito
Rischio di
liquidit
Rischio di cambio
______________________________________________________________________________________________
80
BIBLIOGRAFIA
______________________________________________________________________________________________
81