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Appunti di Metodi Matematici per

l'Ingegneria

A.A. 2014/2015

2
0.1

Nota sulla traduzione

Queste dispense di Metodi Matematici per l'Ingegneria vengono distribuite


in lingua inglese. Ben sapendo che la materia gi di per s non delle
pi semplici da studiare in lingua italiana, ho pensato che potesse essere
utile avere sotto mano una copia delle dispense in italiano. La traduzione
riguarda le dispense fornite durante il corso dal professor Mitidieri Enzo.

Capitolo 1
1.1

Algebra Lineare

Nel proseguo di queste dispense verr utilizzata la notazione matematica, ove


possibile. bene, quindi, introdurre la notazione e la terminologia standard
per gli insiemi utilizzata d'ora in avanti. Gli insiemi verranno indicati con le
lettere maiuscole, X, Y,..., mentre gli elementi degli insiemi verranno indicati
con le lettere minuscole, x, y,.... Le operazioni tra gli insiemi saranno indicate
da: , , , , (l'insieme vuoto), (il prodotto cartesiano), X \ Y = {
x X : x Y }. Saranno indicati i seguenti insiemi:
R = l'insieme dei numeri reali
C = l'insieme dei numeri complessi
N = l'insieme dei numeri interi positivi { 1, 2,... }.

Gli insiemi R e C si deniscono campi algebrici. Ci occuperemo di questi


campi quando parleremo di spazi vettoriali. In alcuni casi sar opportuno
specicare di quale di questi campi si sta discutendo, ma quando il discorso
sar valido per entrambi si user la notazione F per denotare entrambi. La
parte reale e la parte immaginaria di un numero reale z verranno denotate
con (z ) e (z ) rispettivamente, mentre il complesso coniugato di z verr
indicato con z. Per ogni k N sia F = F ... F (il prodotto cartesiano
di k volte F). Gli elementi di F si scriveranno nella forma x = (x1 ,...,x ), x
F, j = 1,...,k. Per ogni coppia di insiemi X e Y, la notazione f : X Y
indicher una funzione o applicazione da X a Y. Deniamo X il dominio di
f e Y il suo codominio. Se A X e B Y, si user la notazione:
k

f (A) = {f(x) : x A},

f1 (B) = {x X : f(x) B)

Se Z un terzo insieme e g : Y Z un'altra funzione, si denisce la


composizione di g ed f, denotata con g f : X Z
3

CAPITOLO 1.

(g f)(x) = g(f(x))

per tutti gli x X. Discuteremo ora dei concetti essenziali dell'algebra lineare, necessari alla comprensione dei capitoli successivi. Gran parte degli
argomenti trattati dovrebbe essere familiare al lettore, almeno per quanto
riguarda i casi nito-dimensionali.

Denizione 1.1
Uno spazio vettoriale su F un insieme non vuoto V con due funzioni,
una da una V V in V e l'altra da F V in V, denotate da x + y e da
x rispettivamente, per ogni x,y V e per ogni F, tale che, per ogni ,
F e per ogni x, y, z V, valgano le seguenti propriet:
(a) x + y = y + x,
x + (y + z ) = ( x + y ) + z ;
(b) esiste un unico 0 V (indipendente da x ) tale che x + 0 = x ;
(c) esiste un unico -x V tale che x + (-x ) = 0;
(d) 1x =x,
( x ) = ( )x ;
(e) (x + y ) = x + y,
( + )x = x + x.
Se F = R (o, equivalentemente, F = C), allora V uno spazio vettoriale reale
(rispettivamente, complesso ). Gli elementi di F sono chiamati scalari, mentre gli elementi di V sono chiamati vettori. L'operazione x + y chiamata
somma di vettori, mentre l'operazione x chiamata prodotto per uno scalare.
Alcuni risultati riguardanti gli spazi vettoriali si applicano indierentemente
sia agli spazi vettoriali reali sia a quelli complessi, perci se il tipo di spazio
che si sta considerando non esplicitato allora lo spazio pu essere di entrambi i tipi, e si user semplicemente il termine "spazio vettoriale".
Se V uno spazio vettoriale con x V e A, B V, useremo la notazione:
x + A = { x + a : a A },
A + B = { a + b : a A, b B }

Denizione 1.2
Sia V uno spazio vettoriale. un insieme U V non vuoto un sottospazio
lineare di V se U uno spazio vettoriale (con le stesse propriet di somma
di vettori e prodotto per uno scalare come in V ). Questo equivalente alla
condizione che
x + y U,

per ogni , F e x, y U

1.1.

ALGEBRA LINEARE

Da notare che, per denizione, gli spazi vettoriali e i sottospazi lineari


sono sempre non vuoti, mentre in generale sottoinsiemi di spazi vettoriali che
non siano sottospazi possono essere vuoti. In particolare, una conseguenza
della denizione di spazio vettoriale che 0x = 0, per ogni x, y V (qui, 0
lo zero scalare, mentre 0 lo zero vettore; eccetto per i casi in cui sar
importante distinguere tra i due, entrambi saranno denotati con 0); quindi,
ogni sottospazio lineare U V deve contenere almeno il vettore 0, e l'insieme
{0} V un sottospazio lineare.

Denizione 1.3
Sia V uno spazio vettoriale, sia v = {v1 ,...,v } V, k 1, un insieme
nito e sia A V un insieme non vuoto arbitrario.
(a) Una combinazione lineare degli elementi di v un vettore della forma
k

x = 1 v1 + ... + v V,
k

per ogni insieme di scalari 1 , ..., .


(b) v linearmente indipendente se vale la seguente condizione:
k

1 v1 + ... + k vk = 0 1 = ... = k = 0.

(1.1)

(c) A linearmente dipendente se ogni sottoinsieme nito di A linearmente


indipendente. Se A non linearmente indipendente, si dice che linearmente
dipendente.
(d) La copertura di A (denotata con SpA) l'insieme di tutte le combinazioni
lineari di tutti i sottoinsiemi inniti di A. Questo insieme un sottospazio
lineare di V. Equivalentemente, SpA l'intersezione dell' insieme di tutti i
sottospazi lineari di V contenenti A (nel senso che se A B V e B un
sottospazio lineare di V, allora SpA B ).
(e) Se v linearmente indipendente e Spv = V, allora v chiamato una base
per V. Si pu dimostrare che se V ammette una base (nita), allora tutte le
basi di V hanno lo stesso numero di elementi. Se chiamiamo questo numero k
allora V si denisce k-dimensionale (o, pi in generale, nito-dimensionale,
e si scrive dim V = k. Se V non ha ammette una base nita, si dice che
innito-dimensionale.
(f) Se v una base per V, allora ogni x V pu essere scritto come combinazione lineare nella forma (1.1), con un unico insieme di scalari a , j =
1,...,k. Questi scalari (che chiaramente dipendono da x ) sono chiamati le
componenti di x rispetto alla base v.
(g) L'insieme F uno spazio vettoriale si F e l'insieme di vettori
j

CAPITOLO 1.

eb1 = (1, 0, 0, ..., 0), eb2 = (0, 1, 0, ..., 0), ..., ebk = (0, 0, 0, ..., 0, 1),

una base di F . Questa notazione verr utilizzata nel corso di queste dispense, e questa base sar chiamata base canonica di F .
k

Qualche volta scriveremo dim V = quando V di dimensione innita. Questa solo una semplice convenienza di notazione e non dovrebbe
essere interpretata nel senso cardinale od ordinale (si veda la Sezione 3.4 per
una discussione al riguardo).

Denizione 1.4
Siano V,W due spazi metrici su F. Il prodotto cartesiano V W uno
spazio vettoriale con le seguenti operazioni: per ogni F e ogni (x ,y )
V W, i,j = 1,2, si ha che
i

(x1 ,y1 )+(x2 ,y2 ) = (x1 +y1 ,x2 +y2 ),

(x1 ,y1 ) = (x1 ,y1 )

(usando le corrispondenti operazioni per gli spazi vettoriali in V e W ).


Descriveremo, ora, una tipica costruzione di spazio vettoriale costituita
da funzioni denite in alcuni insiemi particolari.

Denizione 1.5
Sia S un insieme e sia V uno spazio vettoriale s F. Indichiamo l'insieme di
funzioni f : S V con F (S,V ). Per ogni F e per ogni f, g F (S,V ),
deniamo le funzioni f + g e f in F (S,V ) con
(f + g )(x ) = f (x ) + g (x ),

(f )(x) = f (x ),

per tutti gli x S (usando le operazioni per gli spazi vettoriali in V ). Con
queste denizioni l'insieme F (S,V ) uno spazio vettoriale su F.
Alcuni spazi vettoriali usati nell'analisi di funzioni possono essere in una
delle forme appena viste. D'ora in avanti, ogni qualvolta le funzioni vengono
sommate tra loro o moltiplicate per uno scalare, ci riferir alla Denizione
1.5. Notiamo che l'elemento zero in F (S,V ) la funzione identicamente
uguale a zero in V. Inoltre, se S contiene inniti elementi e V = 0, allora
F (S,V ) di dimensione innita.

1.2.

SPAZI METRICI

Esempio 1.6
Se S l'insieme {1,..,k } (k N), allora l'insieme F (S,F) pu essere identicato con lo spazio F (identicando un elemento x F con la funzione f
F (S,F) denita da f (j ) = x , 1 j k.
k

1.2

Spazi metrici

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