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Modernit liquida, del sociologo polacco Zygmunt Bauman, un testo

interessante che propone unanalisi chiara e puntuale dei cambiamenti che


stanno attraversando le nostre societ allinizio del nuovo secolo.
Le due domande, che lautore rivolge al lettore, possono servirci da
introduzione a questo lavoro; innanzi tutto egli si chiede che cosa sia la
modernit e quali siano i tratti caratterizzanti che la distinguono, come
epoca storica, da quelle precedenti. La risposta a questo primo quesito
riguarda il mutato rapporto tra lo spazio ed il tempo: Il tempo acquisisce una
storia allorch la velocit di movimento nello spazio diventa una questione di
ingegno (p. XV). Nel rapporto tra lo spazio ed il tempo, lo spazio
rappresenta il lato solido e stolido, e dunque pesante della medaglia, mentre il
tempo rappresenta il lato fluido, dinamico e sempre cangiante di tale rapporto.
Vedremo tra poco come il tempo diventer, nella nostra epoca liquida,
laspetto pi importate dei cambiamenti in corso.
La seconda domanda ci porta direttamente al cuore delle tematiche trattate in
questo libro, e dunque la questione posta da Z.Bauman suona cos: la
modernit non fu forse fin dallinizio un processo di liquefazione? (p. VII).
Attraverso questa seconda domanda possibile considerare la storia della
modernit come un lungo processo di liquefazione continua di tutti quei corpi
solidi che le societ avevano precedentemente costruito.
Se consideriamo la modernit attraverso lo sguardo rivoltole da autori quali
M. Weber, A.De Tocqueville scopriamo infatti che uno dei compiti assegnati
alla modernit fu quello di fondere i corpi solidi per costruire una societ
pi stabile e duratura; i primi corpi solidi ad essere liquefatti furono in
generale gli obblighi etici e religiosi che caratterizzavano e tenevano unite
invece le societ pre-moderne. In questa fase di liquefazione lunico rapporto
sociale che resistette al cambiamento fu il rapporto di classe e dunque, da
questo momento in poi, un nuovo tipo di razionalit prese la guida della

societ, e ci lo possiamo descrivere marxianamente come il primato


delleconomia intesa come razionalit che governa tutte le altre vicende
umane e sociali.
Limmagine che pi di ogni altra esemplifica questa prima fase della
modernit , secondo lautore, il Panopticon, questo luogo inventato da J.
Bentham e ripreso da M.Foucault, nel quale le persone vivono costantemente
controllate e sorvegliate dal potere, potere che poteva contare sulla sua
velocit e facilit di spostamento per tenere sotto controllo i propri sudditi:
Il dominio del tempo era larma segreta del potere dei leader (p. XVI).
Unaltra immagine pu chiarire, tra le tante, cosa abbia significato il potere di
controllo sul tempo: la fabbrica fordista con la sua standardizzazione del
tempo di lavoro nella catena di montaggio.
Questo modello di relazione tra controllori e controllati comportava il
reciproco coinvolgimento tra gli attori in campo e di fatto inchiodava il potere
allo stesso suolo dove i controllati svolgevano le proprie attivit.
Nella nostra fase di modernit, che lautore definisce liquida, il modello
panottico e tutte le strutture sociali ad esso collegate definitivamente entrato
in crisi e, liquefacendosi, ha aperto una nuova fase della storia umana che da
molti stata interpretata come fine della storia o come fine della modernit,
ma che lautore definisce preliminarmente come post-panottica; essa tuttavia
esibisce ancora il tratto caratteristico della modernit, ossia la sempre
inarrestabile spinta alla modernizzazione. Questa fase di liquidit attraversa
aspetti importanti della nostra vita sociale come ad esempio il lavoro, la
comunit, lindividuo, il rapporto tra lo spazio ed il tempo, ed infine, ma non
ultimo in ordine di importanza, lidea di libert e quella ad essa collegata di
emancipazione.

Lo scopo di questa testo mostrarci come siano divenuti pi liquidi e dunque


inafferrabili questi concetti che, fino a poco tempo fa, rappresentavano il
cardine portante delle nostre societ e del nostro vivere in comune. Passiamo
dunque ad analizzare questi aspetti della modernit liquida.

Emancipazione
Lidea di libert che il concetto di emancipazione tiene legata a s, viene
analizzato dallautore partendo da un pensatore, H.Marcuse, e da una scuola
di pensiero, quella di Francoforte, che nel dopoguerra europeo misero al
centro delle loro ricerche critiche il rapporto tra il cittadino e la societ, e
dunque il rapporto tra libert e oppressione.
Lobiettivo che tale filosofia critica si poneva era la liberazione dellindividuo
da tutte quelle routine e forme standard di vita che la societ industriale
poneva come base del contratto sociale; lemancipazione individuale, secondo
la teoria critica, passa attraverso un radicale ripensamento del rapporto tra
individuo, societ e stato, questultimo considerato quale guida del percorso
emancipativo. Una concezione del genere era, per, endemicamente esposta
al rischio, attuato, del totalitarismo, questo spettro della modernit solida, che
viene ben esemplificato, secondo lautore, dal Panopticon di Bentham/
Foucault o dal libro 1984 di G.Orwell.
Lidea di Z.Bauman, in merito al valore e allattualit della teoria critica cos
esposta, che questa concezione, nella modernit liquida, assomiglia alla
metafora del modello camping: nei camping, infatti, qualora qualcosa non
funzioni, il visitatore pu lamentarsi con la direzione e al limite estremo pu
andar via dal camping. Ma assolutamente non avverr mai che il visitatore
sostituisca la direzione stessa nella gestione del campeggio.

La metafora del camping esemplifica, secondo lautore, la fine della teoria


critica cos come labbiamo conosciuta attraverso la scuola di Francoforte:
nella modernit solida la societ era considerata come una casa comune, nella
quale bisognava solamente istituzionalizzare le norme ed i comportamenti dei
cittadini; la metafora del camping chiarisce invece che la societ, intesa come
casa comune ormai tramontata allorizzonte nella modernit liquida. Scrive
lautore: Le cause del cambiamento sono pi profonde, radicate nella
profonda trasformazione dello spazio pubblico (p.14).
Questi cambiamenti, uniti, inoltre, alle fine delle paure legate agli spettri
orwelliani,(1984 libro di Orwell!!tipo nostradamus,profezie,poi arriv il 1984
e fu messo in un angolo ,accantonato ,perch nel frattempo paure e angosce
descritte erano superate,si affacciavano nuovi e mutevoli interrogativi) hanno
portato molti autorevoli pensatori a sostenere la fine della modernit e della
storia della modernit: sostenendo una posizione molto originale, Bauman
scrive che la nostra modernit il massimo che si pu dire che moderna in
modo diverso (p. 18); la nostra societ, secondo il sociologo polacco, si
distingue dalla modernit appena trascorsa, principalmente dal suo grado di
fluidit delle strutture che la animano, ma ancora moderna in quanto la sua
spinta verso la modernizzazione non si ancora esaurita.
Solo due caratteristiche distinguono questo periodo fluido da quello solido
precedente: in primo luogo, la fine dellidea di progresso come telos della
modernizzazione e, in seconda istanza, i processi di privatizzazione e
deregolamentazione dello stato mettono fine al progetto moderno di
individuo-cittadino. La contraddizione tutta fluido moderna tra le aspettative
dellindividuo e quelle del cittadino, ben esemplificata dalla differenza tra
individuo de jure ( diritti-doveri) e lindividuo de facto (capacit di
autoaffermazione). Limportanza cruciale del crescente divario tra le due
caratteristiche stata ampiamente dimostrata anche da G.Agamben, nel suo

testo Homo sacer; secondo Bauman questo divario sta lentamente


distruggendo lo spazio pubblico, il luogo principe della politica, intesa come
ridefinizione costante dei diritti e dei doveri del cittadino.
La parte finale di questo paragrafo, pone una domanda molto importante in
merito alla questione sullemancipazione: ancora possibile una teoria critica
che tematizzi la liberazione degli uomini e delle donne? Bauman risponde
chiarendo che la teoria critica classica morta e sepolta in quanto, i soggetti a
cui era rivolta, come il cittadino, lo stato, si sono ormai sciolti nella fluidit
della nostra epoca. Il punto importante che lautore mette in chiaro che
invece il progetto emancipativo non si disciolto, e dunque, per rilanciarlo,
abbiamo bisogno di una nuova prospettiva, allinterno della quale inserire la
teoria critica: tale prospettiva , in epoca fluida, colmare il pi possibile il
divario tra lindividuo de jure e lindividuo de facto: Oggi la sfera pubblica
a dover essere difesa dallinvasione del privato, e ci paradossalmente, al fine
di accrescere, non di ridurre, la libert individuale (p. 48).

Individualit
Il passaggio dalla modernit solida a quella fluida indica che tutte le certezze
su cui si costruita la modernizzazione fino ad oggi stanno venendo meno,
sostituite da una fase di sfrenata deregolamentazione e flessibilizzazione dei
rapporti sociali; non sorprende, allora, che questa nuova fase veda al centro
del suo sviluppo proprio lindividuo, con la contraddizione principale che
abbiamo gi delineato.
Gli uomini e le donne che popolano le societ avanzate sono sempre pi
convinti che il loro successo/insuccesso dipenda esclusivamente dalle loro
proprie capacit, senza nessun soccorso da parte della societ (intesa in modo
ampio); ci troviamo, insomma, nella situazione in cui, tramontato il sogno di
una autorit centrale, sia essa lo stato o il capitale, che garantisca la strada per
il progresso, il mondo si trasforma in una distesa di opportunit pronte ad
esser colte dai soggetti, per guadagnare il maggior numero di soddisfazioni
possibili: Il mondo pieno di possibilit come un buffet ricolmo di
prelibatezze che fanno venire lacquolina in bocca (p. 62).
Chi pu aiutarmi a raggiungere gli obbiettivi giusti? Questa sembra essere la
domanda pi importante che si pone il soggetto nella modernit fluida, e le
risposte a questi quesiti fondamentali per ogni individuo vengono portate
direttamente a casa dai talk-show televisivi, il cui scopo appunto quello di
risolvere i problemi privati portandoli al pubblico dibattito. Secondo lautore,
ci troviamo dinanzi ad una vera e propria colonizzazione della sfera pubblica
da parte di problematiche che fino a poco tempo fa erano di pertinenza
esclusiva della sfera privata.
Attraverso questi esempi, il sociologo polacco ridefinisce il confine tra la
sfera pubblica e quella privata; il fatto che i problemi privati invadano lo
spazio pubblico della discussione, non traduce queste problematiche in

questioni pubbliche ma, ed laspetto pi importante, toglie lo spazio a tutti


gli argomenti pertinenti alla sfera pubblica. Il primo risultato di tale condotta
la fine della Politica come argomento di dibattito pubblico, e di
conseguenza la fine dellagire politico del cittadino.
Nella modernit liquida, il consumo la priorit di ogni individuo, e
principalmente il consumo/acquisto di identit personali attraverso
lidentificazione. Questo genere di mercato delle identit ben si combina con i
processi di flessibilit propri della modernit liquida, ma, avverte lautore, il
genere di consumismo che riguarda le societ di oggi ben diverso dal
fenomeno del consumismo dellepoca solido moderna; in questa, infatti, il
consumo era inserito nella dialettica del bisogno/mancanza, mentre nella
modernit liquida, il consumo rivolto unicamente verso lappagamento dei
desideri. La natura autoreferenziale del desiderio, che ha per oggetto se
stesso, chiarisce bene come il fenomeno consumo divenga cos una
compulsiva ricerca di soddisfazione che non si esaurisce mai, e dunque
infinita.

Tempo e spazio
Passiamo ad analizzare i luoghi e i tempi dove lindividuo moderno incontra
le altre persone.
Lincontro tra le persone nei luoghi e nei non luoghi pubblici innanzitutto
lincontro tra estranei, e ci lo si potrebbe descrivere attraverso il concetto
sartiano di serie; il fenomeno principale che si pu riscontrare in questi
incontri definito dallautore come buona creanza, attivit che garantisce la
reciproca compagnia tra le persone, e al contempo una giusta distanza tre le
stesse che mette al riparo da un loro possibile coinvolgimento pi stretto.
I luoghi pubblici sono classificati dallautore in due categorie distinte: la
piazza descritta nel libro, come un luogo che, per caratteristiche
architettoniche, possiede una funzione che non quella di spazio pubblico,
inteso come luogo di incontro tra persone, ma il suo compito quello di
ospitare solamente il passaggio degli individui. Questo luogo , dunque, uno
spazio pubblico ma non civile. La seconda categoria di spazio pubblico (ma
non civile) identificata dallautore con i luoghi di consumo, i quali
stimolano lazione ma non linterazione (p. 107). Linterazione tra i
soggetti in questi luoghi resa difficoltosa dal fatto che, il consumo che qui si
produce, unattivit che si espleta solo individualmente.
Traslitterando il significato di strategia antropoemica e antropofagia, fatta da
C.L. Strauss nella sua analisi dei comportamenti degli individui, lautore
polacco distingue le due categorie di spazio pubblico ma non civile; la prima
categoria di spazio pubblico segue fedelmente la strategia nemica, tendendo
alla rapida espulsione delle persone, mentre i luoghi del consumo
rispecchiano la strategia fagica, in quanto spingono ad una rapida
omologazione/digestione dei consumatori.

ANTROPOFAGIA
PROCESSO DI ASSIMILAZIONE:
rendere simile il dissimile

fare in modo che qualcosa di ambiguo e


pericoloso diventi simile e quindi pensabile
entro un sistema identitario preciso.

affievolire le distinzioni culturali o linguistiche

proibire le tradizioni e i legami ad eccezione


di quelle che rientrano nellordine

promuovere e rinforzare un solo unico criterio


della conformit.

ANTROPOEMICA
PROCESSO DI ESCLUSIONE:
confinare gli stranieri allinterno del
ghetto
espulsione oltre le frontiere
distruzione fisica degli stranieri

Alle caratteristiche descritte, lautore aggiunge una terza classificazione dei


luoghi pubblici, utilizzando il concetto di non-luogo descritto dal sociologo
francese M. Aug; i non-luoghi hanno la caratteristica di essere al contempo
dei luoghi emici e dei luoghi fagici, come dimostrano ad esempio gli
aeroporti. I non-luoghi rappresentano degli spazi vuoti di significato, proprio
perch in essi non si sviluppa nessuna interazione tra le persone che dia un
senso al luogo di passaggio. Insomma, la funzione dei luoghi pubblici non
civili sembra proprio essere quella di non permettere il confronto e
linterazione tra le persone che vi transitano, sebbene ci non possa
comunque impedire che si incontri lestraneo, al massimo possono sterilizzare
le conseguenze di tale incontro.
Attraverso questa analisi e attraverso la critica alla politica spettacolo,
lautore sembra denunciare la perdita della capacit da parte delle persone di
negoziare tra estranei un progetto di vita in comune: Il progetto di sfuggire
allimpatto della multitonalit urbana e trovare rifugio nelluniformit
comunitaria, autolesionistico quanto autoperpetuantesi (p. 118). Il progetto
comunitario inteso dallautore come la risposta pi ovvia e prevedibile alla
fluidit dei rapporti sociali che caratterizzano la nostra modernit liquida, ma
questa prevedibilit della risposta comunitaria non cancella, secondo Bauman,
il circolo vizioso che genera il comunitarismo: lincontro tra estranei,
nonostante le comunit sempre possibile e appartiene agli accadimenti
ineliminabili della nostra vita, sebbene il comunitarismo percepisca laltroestraneo come pericolo fondamentale della comunit. Anche questo aspetto
della nostra vita pubblica indica chiaramente la crisi profonda della politica,
intesa come negoziazione e reciproco contrasto tra individui.
Lanalisi del tempo compiuta partendo dallimportanza che questo ha
rivestito a partire dagli albori della modernit pesante: La modernit il
tempo nellepoca in cui il tempo ha una storia. (p. 124).

Nella sua storia moderna, il tempo stato inizialmente identificato con il


tempo che occorre per attraversare uno spazio; al contrario, nella modernit
fluida il tempo, come approssimazione allistantaneit, garantisce
lequivalenza di qualsiasi luogo in rapporto al tempo per raggiungerlo, e
dunque ci sancisce la predominanza del tempo come fattore di dominio sullo
spazio. Questo passaggio cos cruciale da essere paragonato dallautore al
passaggio dal capitalismo hardware (modernit pesante) a quello software.
Nel capitalismo software, il tempo considerato come istantaneit un fattore
cos importante da essere paragonato allo stesso avvento del capitalismo:
listantaneit trasforma ogni momento (di tempo) in un momento infinito, ne
deriva lidea dellimmortalit, lillusorio sogno delluomo, che viene ad
identificarsi con linfinit di ogni momento.
La predominanza del tempo considerato come istantaneo-immortale
rappresenta un cambiamento epocale, in quanto sia il passato che il futuro, in
una societ in cui ha valore solo listante, perdono di senso come coordinate
della vita di ogni individuo, sostituite dalla filosofia del carpe diem. Lautore
conclude domandandosi sarcasticamente quale tipo di mondo potr mai
derivare da questa concezione della vita intesa come istantaneit.

Lavoro
Altro pilastro della modernit solida lidea di progresso. Questo concetto
che concepisce il tempo presente come un periodo di trasformazione verso il
futuro, ha rappresentato per pi di un secolo la spinta che ha permesso il
definitivo slancio della societ moderna verso il mondo. Questa idea si
sviluppata in sistemi sociali quanto mai stabili ed impermeabili a qualsivoglia
variabile casuale che ostacolasse questopera di immensa costruzione; ebbene
Bauman ci sollecita il pensiero che, nella nostra epoca fluido-moderna non
c pi spazio per lidea di progresso in quanto, come abbiamo visto
nellanalisi precedente, tutta la nostra vita rivolta a cogliere solo gli aspetti
gratificanti del carpe diem. A conti fatti, oggi lidea di progresso non sparita
del tutto dallorizzonte delle nostre societ, ma semplicemente, come gli altri
aspetti che abbiamo analizzato, si modificata radicalmente; il progresso,
nelle societ liquido moderne, non pi governato da autorit centrali, come
lo stato, che ne guidano lo sviluppo, ma al contrario lasciato al servizio di
tutti i soggetti privati che ne vogliano far parte.
Abbiamo accennato poco fa che lidea di progresso aveva come suo corollario
lopera di trasformazione del mondo; lattivit fondamentale di questopera di
trasformazione stata, nella modernit pesante, il lavoro. Proprio questa
attivit, ci rammenta lautore, sta subendo, sotto i colpi della modernit
liquida, le trasformazioni pi radicali nella sua lunga storia di rapporto con il
capitale: lanalisi parte dagli albori della modernit, quando il lavoro fu scisso
dallattivit dello scambio, trasformando cos il lavoro (ed il lavoratore) in
una merce come le altre nelle mani del capitale, ed arriva ad oggi in cui lo
storico rapporto tra lavoro e capitale si modificato con lavvento del
capitalismo leggero e fluttuante, caratterizzato dal disimpegno e
dallallentamento dei legami che uniscono capitale e lavoro. (p. 172).

Allentamento e disimpegno stanno a significare che il capitale ha rotto


definitivamente il suo magico rapporto con il lavoro, non volendo pi essere
incatenato con esso al suolo; chiara indicazione di ci la crescente
flessibilit (precariet) che investe il mondo del lavoro, concetto questo che
sta traformando milioni di lavoratori in liberi professionisti della flessibilit; e
che ripropone, a distanza di quasi un secolo, la polemica marxiana nei
confronti degli economisti classici in merito al libero individuo (lavoratore).
Il lavoro oggi si acquista, al pari di altre merci, in negozi appositi, acuendo in
questo modo la precariet e linstabilit della vita di ogni individuo.
Anche il capitale, nella modernit liquida, si trasformato profondamente,
perdendo il suo interesse per un territorio preciso al quale rimanere confinato
e trasformandosi sempre di pi in una potenza extraterritoriale pronta a
cogliere i profitti ovunque essi si manifestino.
I cambiamenti che il sociologo polacco ha individuato nel mondo del lavoro
hanno delle ripercussioni profonde nei rapporti tra individui in quanto queste
trasformazioni inducono le persone a riconsiderare la propria esistenza
secondo i valori della societ dei consumi. Dunque, ogni rapporto, da quello
lavorativo a quello sociale, viene considerato alla stregua di un prodotto da
consumare; tutti i rapporti umani insomma, avverte Bauman, non sono pi
costruiti collettivamente, ma consumati individualmente.In unepoca cos
fluida nei cambiamenti, non ci si stupisce pi della difficolt che incontrano
gli individui a costruire collettivamente una alternativa a questo sistema di
cose, proprio perch tali trasformazioni hanno reso la vita cos piena di
possibili errori che ognuno tenta, individualmente, di porvi rimedio.

Comunit
La flessibilit dei legami sociali che abbiamo descritto fino ad ora, ha come
risultato paradossale quello di aumentare il fascino dellidea comunitarista dei
rapporti interumani: la cosa paradossale in quanto la societ fluido-moderna
spinge senza sosta verso lindividualizzazione di tutti i legami sociali, mentre
la proposta comunitarista spinge a creare una nuova solidariet tra gli
individui della comunit che sappia controbilanciare la crescente insicurezza
del mondo fluido moderno.
Laspetto paradossale che viene messo in luce riguarda il fatto che lidea di
comunit divenuta imprescindibile dalla nozione di identit, sebbene luna
rappresenti il limite dellaltra; la nozione di identit per definizione una
concezione esclusiva, mentre il concetto di comunit, avendo alla sua base
eros come forza unificante, tende ad unire pi membri possibili.
La comunit delle identit sembra allora essere utile per sanare il divario
crescente tra lindividuo de jure e lindividuo de facto, che abbiamo
considerato come uno degli aspetti pi particolari della modernit liquida, in
quanto allinterno delle comunit-identit che lindividuo recuperato come
unicit non divisibile.
Dopo aver descritto le varie forme di comunit, distinguendo tra quelle che
ritrovano lunit attraverso la similitudine delle proprie identit
(nazionalismo), e quelle che, al contrario, si costituiscono sulla base di una
negoziazione costante delle differenze (modello repubblicano), lautore ci
avverte che questultima la sola variante di unit che le condizioni di
modernit liquida rendono compatibile, plausibile e realistica. (p. 209).
La novit ,che il neocomunitarismo ha portato alla ribalta ,deriva dunque dal
fatto che, lappartenenza ad una comunit (di identit), non rappresenta pi un

fattore rigido di appartenenza, ma un processo di autoproduzione


individuale che pu sempre essere messo in discussione e rinegoziato; la
comunit, insomma, oggi lunico luogo nel quale si trova riparo dalle
crescenti insicurezze fluido-moderne, sebbene essa possa anche essere il
maggior ostacolo allintegrazione tra individui di culture diverse, come
dimostra il melting pot della societ statunitense.
Un ultimo aspetto viene infine analizzato dallautore allinterno della sua
analisi sulla comunit, ed il rapporto tra lo stato e la nazione; nella
modernit solida, lidea di nazione era strettamente legata allidea di stato, o
pi precisamente, ne rappresentava il senso e lunit stessa. Nella nostra
epoca fluida assistiamo invece al crescente divario di queste due linee una
volta parallele, in quanto lidea di nazione si sta sempre pi frammentando
nelle diverse comunit e lo stato, come potere costituzionale, sta lentamente e
inesorabilmente abdicando le sue funzioni primarie, come dimostrano bene i
processi di privatizzazione dei suoi servizi, sotto la spinta dei poteri globali,
primo tra tutti il capitale, che impongono le proprie regole allintero mondo.
A dimostrazione della validit di questo ragionamento, Z.Bauman cita la triste
vicenda della guerra jugoslava, una guerra che ha dimostrato bene qual il
prezzo che si paga dinanzi al rifiuto di adesione alle nuove regoli globali, e di
come uno stato possa essere disintegrato in comunit fuse in lotta tra loro.

In conclusione, il lavoro di Bauman, utilizzando le analisi sociologiche sulla


societ contemporanea, ha come compito principale quello di indicare alla
ricerca sociologica una nuova strada che sappia coniugare la ricerca oggettiva
sul campo con le aspettative di comprensione che la societ, come unione
degli individui, le richiede, al fine di costruire una societ che si riappropri
della capacit di analizzare, pensare e valutare criticamente tutte le scelte che

essa si impone, diminuendo il pi possibile gli argomenti su cui non sia


possibile esprimere una opinione. Si tratta di una sociologia che ha come
punto di riferimento lindividuo, inteso come depositario della libert di scelta
e opinione, ma che tuttavia, nella societ dei media e dellinformazione, sta
perdendo la sua capacit di analisi critica e di interazione con gli altri
individui. Occorre allora che gli uomini indirizzino i processi di
modernizzazione verso le loro esigenze, non abdicando questo potere nelle
mani dei cosiddetti esperti che si propongono come i soli depositari della
facolt di scegliere.

Contenuto:
La nostra una vita 'liquida', costituzionalmente incapace di
mantenere invariata la propria forma e seguire per lunghi
tratti la stessa rotta. La vita 'liquida' una successione
ininterrotta di nuovi inizi ed proprio per questo che le fini
rapide e indolori - senza cui quei nuovi inizi sarebbero
impensabili - tendono a rappresentare i momenti di massima
sfida, i pi insopportabili. Uno scotto da pagare in una societ
che non pu mai star ferma e che, sospinta dall'orrore della
scadenza, deve modernizzarsi. O soccombere. Ci che
occorre fare correre con tutte le proprie forze per restare
nella stessa posizione. La vera posta in gioco la salvezza
(temporanea) dall'esclusione. Con il suo timbro
inconfondibile, l'acuta analisi sociologica di Bauman apre una
nuova finestra sull'oggi per scandagliarne minacce e
opportunit.
La vita 'liquida' precaria, vissuta in condizioni di continua
incertezza, con la paura di essere colti alla sprovvista,
rimanere indietro, dimenticare le 'date di scadenza', perdere
il momento della svolta e superare il punto di non ritorno. Ci
che conta la velocit. Non la durata. Dopo le analisi
folgoranti di "Modernit liquida" e "Amore liquido" Bauman
torna a esplorare i paesaggi surreali del mondo in cui
viviamo.
"Un attimo. In una societ liquido-moderna gli individui non
riescono a consolidare i loro risultati in propriet durature:
basta un attimo perch le attivit si trasformino in passivit,
e le abilit in disabilit. Le situazioni in cui si opera e le

strategie formulate per operare in tali situazioni invecchiano


rapidamente e diventano obsolete prima che gli attori
abbiano avuto una qualche possibilit di apprenderle
correttamente.
Spezzare i legami. Gli atti di consumo hanno finalit chiare e
durata definita. Lo stesso non si pu dire delle interazioni
umane, dal momento che ogni incontro lascia dietro di s un
sedimento di legame: un sedimento che si ispessisce nel
tempo. L'interazione non ha una 'fine naturale'. La fine pu
essere ottenuta solo artificialmente, ed tutt'altro che ovvio
chi debba decidere quando, dal momento che entrambe le
parti sono al tempo stesso consumatori e oggetti di consumo,
e la 'sovranit del consumatore' pu essere rivendicata da
tutte e due. E' possibile spezzare il legame, rifiutare ulteriori
interazioni, ma non senza un retrogusto amaro e un senso di
colpa.
Esorcizzare la paura. Incapaci di rallentare il ritmo
sbalorditivo del cambiamento, nonch di prevederne e
controllarne la direzione, ci concentriamo su cose che
possiamo, o che pensiamo di potere influenzare: cerchiamo di
calcolare e minimizzare il rischio di cadere vittime dei pericoli
indefinibili che questo mondo cos opaco e il suo incerto
futuro tengono in serbo. Siamo intenti a scoprire 'i cinque
sintomi della depressione', o ad esorcizzare lo spettro della
pressione alta, dello stress o dell'obesit. In altre parole,
cerchiamo bersagli sostitutivi su cui scaricare l'eccesso di
paura cui sono state tolte le vie naturali di sfogo, e
ripieghiamo sulle elaborate precauzioni contro il fumo,

l'obesit, il fast food, il sesso senza protezione o l'esposizione


al sole.
Sindrome consumista. La sindrome consumista cui la cultura
contemporanea si arresa incentrata su un netto ripudio
del valore del procrastinare, del precetto del 'rinvio della
soddisfazione'. Nella gerarchia ereditata dei valori riconosciuti
la sindrome consumista ha detronizzato la durata. Ha
collocato il valore della novit al posto di quello della
permanenza. La cultura liquido-moderna non avverte pi di
essere una cultura dell'apprendimento e dell'accumulazione.
Essa appare piuttosto come una cultura del disimpegno, della
discontinuit e della dimenticanza.
Velocit. Nel mondo che ormai non esiste pi, in cui il tempo
si muoveva molto pi lentamente, le persone cercavano di
superare il penoso divario tra la pochezza di una vita breve e
mortale e la ricchezza infinita dell'universo eterno attraverso
le speranze di reincarnazione o di resurrezione. Nel nostro
mondo, che non conosce n ammette limiti all'accelerazione,
non difficile rinunciare a quelle speranze. Se ci si sposta a
sufficiente velocit, senza fermarsi a guardare indietro e a
contare vincite e perdite, possibile comprimere nella durata
di una vita mortale un numero sempre maggiore di esistenze,
forse tutte quelle che l'eternit potrebbe offrire.
Estraneit urbana. Fin dall'inizio le citt sono state luoghi nei
quali degli estranei vivono in stretta vicinanza pur rimanendo
estranei. La loro compagnia sempre inquietante perch le
loro intenzioni, i loro modi di pensare e le loro reazioni alle
situazioni condivise non sono noti, o comunque non

abbastanza. Un luogo dove si radunano estranei un luogo di


cronica e irriducibile imprevedibilit. In altri termini, gli
estranei incarnano il rischio.
Figli. Avere figli molto costoso. Nella nostra societ
dominata dal mercato ogni esigenza, desiderio o bisogno ha
una targhetta con l'indicazione del prezzo. I figli non fanno
eccezione. Avere un figlio come farsi prendere in ostaggio
dal destino o ipotecare il proprio futuro senza avere la
minima idea di quanto tempo ci vorr per riscattarlo. Il
prezzo totale non definito, gli obblighi non vengono
spiegati, e non c' alcuna garanzia 'soddisfatti o rimborsati'
se il prodotto non ci piace. E' in questo mondo che nascono e
crescono i figli, in questo mondo che essi dovranno farsi
largo una volta cresciuti. I bambini osservano. E
apprendono." (Zygmunt Bauman)

MODERNITA' LIQUIDA
di Francesco Giacomantonio
Zygmunt Bauman uno dei pi noti sociologi contemporanei. Nelle sue
opere si occupato di una serie di temi rilevanti per la societ e la cultura
contemporanea: dall'analisi della modernit e postmodernit, all'Olocausto, al
ruolo degli intellettuali, fino ai pi recenti studi sulle trasformazioni della
sfera politica e sociale indotte dalla globalizzazione. Attualmente insegna
Sociologia nelle Universit di Leeds e Varsavia. Tra i suoi libri: Modernit e
olocausto (1999), La decadenza degli intellettuali (1987), Le sfide
dell'etica (2002), La solitudine del cittadino globale (2002).

In Modernit liquida (Laterza, 15.00 euro) - testo che si pu considerare


l'anello di congiunzione tra due altre opere di Bauman, La solitudine del
cittadino globale e La societ individualizzata - il sociologo polacco
descrive la societ attuale sulla base dell'idea della liquidit: Bauman vede
ogni dimensione del sociale attraversata da una forte instabilit, da una sorta
di fluidit appunto. L'argomentazione si sviluppa lungo cinque capitoli
dedicati all'emancipazione, all'individualit, al tempo e allo spazio, al lavoro,
alle relazioni sociali.
Nel primo capitolo si affronta il tema della libert: la modernit ha affrancato
gli uomini da molte dipendenze, ma tale liberazione un bene o un male? Gi
Hobbes e Durkheim sottolineavano che la sottomissione normativa
dell'individuo alla societ era la paradossale condizione della sua liberazione.
Oggi, l'individuo si sente perso, proprio perch slegato da ogni vincolo. Si
mostrano allora i tratti che distinguono il moderno tradizionale dal moderno
attuale. In entrambi i casi, gli uomini cercano di superare i propri limiti, ma
nella condizione attuale due sono i tratti nuovi: 1. il fatto che sia crollata "la
convinzione che la strada lungo cui procediamo per superare i limiti abbia un
fine raggiungibile" (p. 19); 2. la deregolamentazione e privatizzazione dei
compiti. Questi elementi sono all'origine della crisi della cittadinanza discussa, anche attraverso categorie pi riconducibili alla filosofia politica, ne
La solitudine del cittadino globale. Su tali basi, l'A. ritiene che il compito di
una teoria critica sia destinato a mutare nella societ odierna: la teoria critica e
la filosofia in generale non hanno pi di fronte il problema di un'ingerenza
eccessiva e totalitaria delle istituzioni e della politica sulla vita degli
individui, quanto piuttosto la questione della sfera pubblica che deve essere
difesa dall'invasione del privato "al fine di accrescere, non ridurre, la libert
individuale" (p. 48).
Correlato ai problemi della libert lo stato dell'individualit. L'A. introduce
l'idea del passaggio a un capitalismo leggero, ossia da un capitalismo

weberianamente orientato a enfatizzare il momento della scelta dei mezzi e


della burocrazia a uno che invece pensa ai fini da perseguire.
Conseguentemente, anche la fase del consumismo muta: l'attivit del
consumatore, pi che identificarsi nel soddisfacimento di bisogni articolati,
coincide con l'ambito del desiderio. Il consumo diventa elemento di
costruzione delle identit.
La dimensione della modernit liquida si caratterizza anche per un particolare
sfondo spazio-temporale. Innanzitutto, molti luoghi delle societ
contemporanee tendono, nelle realt urbane, a esiliare l'altro oppure ad
annullare la diversit ( il caso delle aree di consumo). Inoltre, alcuni luoghi
si configurano, sostiene Marc Aug, come non-luoghi: il caso di alberghi o
aeroporti, sono "spazi privi di espressioni simboliche di identit, relazioni e
storia" (p. 113). Anche la sfera temporale presenta nuove caratteristiche:
attraverso l'aumento della velocit delle comunicazione e degli spostamenti,
la modernit liquida ha reso molte esperienze accessibili con immediatezza.
Proprio questa centralit dell'immediato nel mondo attuale mina fortemente
gli elementi della memoria del passato e la fiducia nel futuro che sono stati
sinora "i ponti culturali e morali tra fugacit e durabilit" (p. 147) e "tra
assunzione di responsabilit e filosofia del carpe diem" (ibid.).
Nel quarto capitolo, l'attenzione s'indirizza sul momento del lavoro. In
passato, l'attivit lavorativa si fondava sull'idea che essa potesse aiutare a
migliorare, si legava cio all'idea della fiducia: anche tale idea si venuta
progressivamente sciogliendo. Viene meno la fiducia nella politica, a causa
della crisi nelle istituzioni, in primis lo stato, incapaci di guidare
efficacemente le societ attuali; viene meno la fiducia nella scienza, che ora
scopre "l'indole endemicamente indeterministica della natura del mondo" (p.
155). Il lavoro, in questa condizione di insicurezza di tipo "indivilizzuatrice"
(p. 170), assume un significato principalmente estetico: "Ci si attende che sia

gratificante di per s anzich essere valutato in base ad effetti reali presunti


che arreca al prossimo o al potere della nazione e del paese" (p. 160).
Nel capitolo conclusivo, l'A. si sofferma sull'attenzione, posta da alcuni
teorici, sulla dimensione della comunit come possibile rifugio per gli
individui moderni, che tante incertezze e difficolt esistenziali affrontano.
Anche qui, tuttavia, si denota una mancanza di solidit: il legame fra stato e
nazione viene visto in fase di dissoluzione. Si introduce l'idea di comunit
guardaroba o carnevalesca: considerando la situazione della politica
internazionale (in particolare riferita alle aree calde del pianeta, ad esempio i
Balcani), il sociologo afferma che le comunit attuali "tendono ad essere
effimere (...), incentrate su un unico aspetto o finalit. Il loro arco vitale
breve (...). Il loro potere emana non dalla loro durata prevista ma,
paradossalmente, dalla loro precariet e incertezza del futuro, dalla vigilanza
e dall'investimento emotivo che la loro fragile esistenza reclama a gran voce"
(p. 235).
Il testo si chiude con un contributo sull'attivit dello scrivere di sociologia.
L'A. crede che il ruolo del sociologo di fronte all'insieme dei problemi sopra
descritti possa avere un valore non trascurabile: deve porre al centro della sua
attenzione l'autocoscienza, la comprensione e la responsabilit individuale.
Non si tratta tanto di scegliere tra una sociologia impegnata e una neutrale,
perch "il solo compito della sociologia far s che le scelte siano realmente
libere" (p. 256). E questo finale sembra schiudere uno spiraglio di speranza al
termine di una ricostruzione dai toni piuttosto gravi, che tuttavia sembra
essere applicabile pi alle dimensioni urbane delle societ occidentali
avanzate che all'intera societ contemporanea, a meno che non si voglia
istituire un'equazione tra le due dimensioni.

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