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Introduzione1
Ogniqualvolta nella storia stato inventato un nuovo mezzo di comunicazione, questo ha inevitabilmente portato profonde modifiche nel
modo di esprimersi (oltrech profonde modifiche sociali: ma non questo il focus di questo capitolo). Il mezzo non costringe la comunicazione (si parla in proposito di totipotenza della lingua, ovvero della
possibilit di esprimere comunque il proprio pensiero, qualunque sia
lo strumentario a disposizione, (Chomsky 1966) ma indubbiamente la
plasma, la orienta, la modella. Ad esempio, il mezzo influisce sulla
scelta dei contenuti: difficilmente via SMS spiegher i principi della
fisica quantistica, mentre sar facile ricordare a chi fa la spesa di comp
anke latte.
La tesi del condizionamento del messaggio da parte del mezzo ha
portato uno dei maggiori studiosi del tema, il sociologo Marshall
McLuhan, ad affermare provocatoriamente che il mezzo il messaggio (McLuhan 1964). Una societ che non conosca alcuna maniera
per fissare stabilmente le proprie conoscenze svilupper processi mentali e modalit comunicative ben diverse da una societ che in pochi
kilo-byte di memoria in grado di concentrare una quantit enciclopedica di dati (Cantoni 2008 et all).
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Le tappe dello sviluppo dei mezzi di comunicazione nella storia delluomo si possono contare in poco pi che le dita di una mano: invenzione della scrittura, invenzione dellalfabeto, invenzione della stampa
a caratteri mobili, introduzione dei mezzi elettrici, diffusione dei mass
media e oggi diffusione dei mezzi di comunicazione digitali. Viviamo quindi in un momento rivoluzionario e la prima considerazione che possiamo fare ovvia: come sempre avvenuto, avverr,
anzi avviene gi, che questi nuovi mezzi portino modifiche sostanziali
nelle modalit di espressione, per cui ci che fino a ieri era ovvio, tradizionale, giusto, normato da regole, oggetto di insegnamento, da oggi
ineluttabilmente cambia.
La storia dellavvento dei mezzi di comunicazione ci insegna unaltra cosa importante: che tutte le volte che un nuovo mezzo appare, laccoglienza non entusiastica (quantomeno, non da parte della
maggioranza). Si rilegga al proposito il Fedro platonico: in esso, Platone di fatto depreca linvenzione della scrittura che a suo parere
avrebbe portato conseguenze nefaste come la perdita della memoria,
la perdita della seriet del dialogo (un libro infatti non pu rispondere
alle domande del lettore), etc. normale quindi che i cambiamenti tardino ad essere recepiti e accolti, in particolare nelle istituzioni scolastiche che tendono a essere pi conservatrici che innovatrici.
Questo capitolo racconta per la storia di unattivit che vuole seguire linnovazione dei mezzi di comunicazione: si tratta di PoliCultura, la pi ampia attivit di storytelling digitale nella scuola italiana
(e tra le pi ampie al mondo). PoliCultura una iniziativa del laboratorio HOC del Politecnico di Milano che invita le scuole, di ogni ordine
e grado, a narrare storie multimediali. Dal 2006 pi di 17.000 alunni
hanno preso parte a questa attivit che li ha condotti a comunicare in
maniera efficace usando le tecnologie digitali. Lavorando in remoto,
senza nessuna assistenza diretta da parte dello staff del laboratorio,
equipaggiati con poche pagine distruzioni, questi innovatori (docenti
e alunni) si sono cimentati con la comunicazione multimediale, dandosi
regole dettate dallintuizione e da una grande creativit, scoprendo (non
senza sorpresa) che il risultato finale dal punto di vista didattico non
era semplicemente una maggior dimestichezza con luso delle tecnologie ma soprattutto lacquisizione di quella che a livello internazionale
definita media literacy (US National Commission on Library and
Information Science, 2003): la capacit di padroneggiare e di esprimersi con i nuovi linguaggi multimediali.
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Liniziativa PoliCultura
PoliCultura prende avvio nel 2006. In quellanno, il laboratorio HOC
aveva intrapreso lo sviluppo di uno strumento-autore (1001storia) destinato ad un uso professionale che aveva come caratteristica fondamentale la semplicit di utilizzo, per consentire a uno staff non tecnico
di sviluppare storie multimediali, in particolare nel settore dei beni
culturali (Di Blas, Bolchini, Paolini 2007).
La semplicit dello strumento sugger quasi immediatamente lidea
di proporne lutilizzo alle scuole. Nella prima edizione (2006-07) vennero coinvolte solo le scuole secondarie superiori; venne per condotta
in parallelo una sperimentazione in una scuola primaria, classe 4, che
riusc molto bene. Dallanno successivo quindi lattivit venne proposta alle scuole dalle primarie alle secondarie. Una scuola dellinfanzia si impose di forza partecipando alledizione 2007-08,
dimostrando che era possibile coinvolgere anche bambini molto piccoli (Di Blas, Boretti 2009). Dal 2008-09 PoliCultura dunque aperto
a tutte le scuole, di ogni ordine e grado. Partecipano scuole italiane e,
sebbene in misura minore, anche scuole svizzere (del Canton Ticino).
Ad oggi, sono state prodotte circa 700 narrazioni multimediali. Sono
state tutte raccolte in un portale che si avvale di una interfaccia esplorativa molto innovativa.
Il concorso
PoliCultura anche, ma non solo, un concorso, che premia ogni anno,
dal 2006, i lavori migliori. Si divide in categorie a seconda del livello
di scuola: (1) First per le scuole dellinfanzia; (2) Kids per le
scuole primarie; (3) Junior per le scuole secondarie inferiori e (4)
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Figura 1. Testo della narrazione: Nel men della scuola ci sono anche dei cibi biologici; una volta alla settimana mangiamo la minestra di farro, la zuppa con lorzo
perlato oppure il miglio. Allinizio erano dei sapori strani e nuovi e non ci piacevano
molto ma poi piano piano abbiamo imparato a mangiarli e li troviamo davvero gustosi!! (scuola dellinfanzia premio speciale Anagribios di Coldiretti, 2011:
http://www.1001storia.polimi.it/meusGEN/meuslive.php?public=1&projectid=844)
Laspetto concorsuale
delliniziativa merita qualche
nota. Lelemento di competizione gioca un ruolo delicato
nella scuola: da un lato
senza dubbio uno stimolo potente tutti desiderano vincere:
sia gli studenti sia i docenti,
come noi stessi abbiamo verificato in altri progetti basati
su tecnologie (Di Blas, Garzotto, Poggi 2009; Csikszen-
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Tutti i passi sopradescritti (scelta del tema, creazione dei contenuti) sono passibili di re-interpretazioni estremamente creative: ogni
anno qualche partecipante ci stupisce con qualche soluzione particolarmente fantasiosa. Nel paragrafo che segue, vediamo alcuni esempi.
Esempi di storie
In questo paragrafo vediamo alcuni esempi di storie particolarmente
interessanti dal punto di vista della padronanza dei linguaggi multimediali3.
Ti racconto una storia scuola dellinfanzia,
2009
Questo lavoro presenta un uso molto creativo
dello slide show di immagini. I bimbi riscoprono la tecnica del cartone animato. Per narrare la storia della cattura del coniglio creano
sfondi che restano fissi mentre su di essi si muovono piccole figurine
(nellimmagine, il coniglietto nel sacco: nellimmagine precedente il
coniglietto fuori dal sacco). Le immagini sono tutte costituite da disegni realizzati dai bambini e scannerizzati.
Diego e il galleggiamento scuola primaria,
2011
Questa storia presenta un uso creativo del piano
editoriale (figura 4). La struttura una narrazione completa; la fiction affidata alla sequenza degli argomenti principali. Diego ha fatto naufragio e vorrebbe
costruire una zattera, ma non conosce le leggi del galleggiamento;
gliele spiega il suo pappagallo Archimede. I sotto-argomenti presentano
dei quiz rivolti al piccolo lettore per verificare che abbia capito le leggi
del galleggiamento.
Francesco Montanari si racconta scuola secondaria inferiore, 2011
Questa narrazione (di forma compatta: una semplice sequenza di argomenti) opera una interessante mescolanza di fiction e realt. Immagina
3
Di ciascun esempio verr mostrata una immagine emblematica, non lintera interfaccia web (che peraltro analoga a quella mostrata in figura 1).
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Impatto didattico
Fin dalla prima edizione abbiamo cercato di monitorare limpatto didattico dellattivit, attraverso una serie di mezzi: questionari online a
tutti i docenti partecipanti, focus group e interviste mirate piuttosto
estese (di circa unora). I dati dimostrano che PoliCultura in grado di
generare un impatto molto significativo su vari aspetti, che vanno dai
benefici cognitivi (ad esempio migliore comprensione della tematica
prescelta, migliore memorizzazione) a quelli sociali (migliore capacit di lavorare in gruppo). Questi risultati sono stati discussi largamente altrove (Di Blas, Ferrari 2012). Ai fini dellargomentazione
condotta in questo capitolo, presentano i benefici legati alla comunicazione e i benefici tecno-didattici che in qualche maniera declinano
i primi. Vediamo i dati quantitativi emersi dai questionari online. Faremo riferimento allultima edizione (2010-11); il lettore pu tenere
presente che i dati degli altri anni sono comparabili.
Una serie di domande indaga il miglioramento negli allievi dei benefici legati alla comunicazione. In particolare: la capacit di selezionare, a partire da una certa quantit di materiale grezzo, quel che
serve per la narrazione. Non si tratta di una operazione banale: in genere, la narrazione viene usata come mezzo per presentare i risultati o
comunque il succo di una attivit svolta in classe (un progetto, un
laboratorio, una ricerca). Esiste quindi una certa quantit di materiale
raccolto per altre ragioni che deve assumere una nuova forma, quella
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Figura 7. Dati sulle capacit comunicative sviluppate dagli studenti PoliCultura 201011, base: 127 docenti.
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Figura 8. Dati sui benefici tecno-didattici acquisiti dagli studenti PoliCultura 201011, base: 127 docenti.
Conclusioni
Sia lanalisi dei lavori dei ragazzi (quasi 700, come ricordato) che
lanalisi delle produzioni professionali di HOC ha portato ad evidenziare una serie di caratteristiche di questa comunicazione multimediale
che la oppongono/differenziano rispetto a quella scritta. Queste osservazioni sono riassunte nella tabella 2 costruita sulla falsariga della celeberrima serie di caratteristiche della cultura scritta in opposizione a
quella orale di Walter Ong (1986). Sebbene la tabella sia costruita a
partire da una esperienza specifica (PoliCultura e il motore 1001storia),
non sembra improbabile che abbia un certo grado di generalit e che
sia applicabile anche ad altre forme di comunicazione multimediale (se
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COMUNICAZIONE MULTIMEDIALE
Adopera in maniera
pressoch esclusiva
il linguaggio verbale
(salvo linserimento
di qualche immagine,
che per non ne rappresenta il tratto distintivo).
Privilegia il senso della Coinvolge sia la vista (che resta il canale primario) sia ludito
vista
Espressione lineare
Espressione frammentata
Per le caratteristiche intrinseche dei canali tecnologici (la lettura a
schermo, la grandezza della pagina, le modalit di interazione)
la comunicazione multimediale tipicamente costituita da frammenti, elementi, che si rimandano luno allaltro secondo le regole
del design. Anche sotto questo aspetto, la forma pi ingenua di
creazione dei contenuti quella che imita il libro: un errore in cui
sovente incorrono i creatori di contenuti, anche perch li preparano
scrivendo come se scrivessero un libro, ovvero in sequenza.
Unit semantica
della composizione
Lopera scritta caratterizzata da estrema
coesione sia semantica che di stile, garantita a livello linguistico
dalluso degli elementi
forici del linguaggio
(Cantoni, Di Blas:
2006).
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Subordinativa
Nascendo a seguito di
un progetto unitario
con un inizio e una fine
(anche temporale), la
comunicazione scritta
si caratterizza per una
impalcatura subordinativa con chiari rapporti di dipendenza tra
i concetti.
Addittiva
Lopposizione addittivo/subordinativo caratterizza a parere di
Ong le culture puramente orali da una parte e la cultura scritta
dallaltra (Ong 1986). Questa stessa dicotomia si ritrova (e non a
caso si parla da pi parti di ritorno a una cultura orale) anche nel
rapporto comunicazione scritta/comunicazione multimediale. La
comunicazione multimediale costruita per giustapposizione
(degli elementi con le caratteristiche di cui sopra) e aggiunte,
anche temporalmente dilazionate. sempre aperta ed espandibile.
Sintetica
Questa opposizione necessita di spiegazione. Non si intende qui
che la comunicazione scritta sia prolissa e quella multimediale
succinta, ma che questultima deve avere la preoccupazione della
sintesi molto pi della prima. Ha tempi diversi in conseguenza
delle sue caratteristiche: lo schermo, il device, la possibilit di interazione, la posizione fisica
La tabella mostra come sotto svariati aspetti le due tipologie di comunicazione differiscano. Il lettore non fraintenda: resta vero che molte
delle competenze necessarie a una buona comunicazione multimediale
sono le stesse della comunicazione scritta (non si sono ricordate qui ad
esempio le caratteristiche base di un buon testo come correttezza,
coesione, etc.). indubbio per che laccento sia da spostare verso
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