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1. Introduzione
Dal marzo del 1990 lapertura di sportelli bancari stata liberalizzata1: tra il gennaio di quellanno e il dicembre del 1996 ne
sono stati aperti 9.000, con un incremento pari a quasi il 60%
(Tab. 1). Unespansione di analoghe dimensioni assolute era stata
conseguita in passato, quando erano in vigore forti controlli amministrativi, nellarco di 40 anni (dal 1950 al 1989).
La prima parte del lavoro (par. 2) analizza i cambiamenti della
concorrenza nei mercati bancari dopo la liberalizzazione, con particolare riferimento alle aree del Mezzogiorno. Lenfasi sugli effetti sul territorio dellespansione delle banche; sulle differenze nel
grado di dotazione di servizi bancari tra Nord, Centro, Sud e Isole; sulle scelte strategiche perseguite dalle banche (difesa della
propria area di insediamento tradizionale o attacco ai territori di
caccia degli altri intermediari); sul grado di concentrazione dei
mercati locali degli sportelli, dei depositi, dei prestiti. Unattenzione specifica rivolta al confronto tra le diverse aree territoriali del
Paese, anche alla luce delle difficolt recenti delle banche meridionali2.
Lanalisi distingue tra il quadriennio 1990-93, caratterizzato da
un aumento degli sportelli pari a quasi il 40% e il triennio 1994* Servizio Studi Banca dItalia. Il lavoro una versione rivista e aggiornata del Tema di
discussione della Banca dItalia del novembre 1994 (n. 235). Si ringrazia Edoardo Tagliaferri
per laiuto nellelaborazione dei grafici e delle tavole. Le figure 1a e 1b si basano sulle coordinate geografiche elaborate da CNUCE Istituto del CNR di Pisa. Le tesi dellarticolo riflettono le opinioni degli autori e non impegnano lIstituto di appartenenza [N.d.A.].
1 Sono rimasti in vigore limiti prudenziali volti a limitare fenomeni di eccessiva crescita dimensionale delle banche. Per un quadro dellevoluzione della regolamentazione, cfr.
Appendice.
2 Sul sistema creditizio meridionale cfr., tra gli altri, Banca dItalia (1990), Silipo
(1996), Salvemini (1997), Butera (1997).
69
Numero sportelli
Anni
Numero sportelli
1950
1955
1960
1965
1970
1975
1980
1985
1986
1987
6.999
7.430
8.590
9.524
10.403
11.504
12.192
13.035
13.137
15.020
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
15.080
15.320
16.478
18.332
19.787
21.266
22.418
23.400
24.390
70
TAB. 2. Quota degli sportelli sul totale del sistema Italia (%)
Banche
1989
1993
1995
Gruppi dimensionali(a)
Maggiori
Grandi
Medie
Piccole
Minori
28,1
20,6
16,3
16,4
18,6
29,4
19,4
16,0
15,8
19,4
29,4
19,5
16,4
15,8
18,9
Gruppi istituzionali
S.p.A.
Popolari
Credito coop.
Filiali banche estere
Istituti centr. di cat.
(a)
71,8
18,4
9,3
0,4
0,1
71,3
17,2
10,9
0,5
0,1
71,4
18,1
10,1
0,3
0,1
Fonte: V. Tab. 1.
1989
1993
1995
410
213
122
50
23
73
48
34
28
18
33
13
6
4
6
37,9
19,7
11,3
4,6
2,1
6,8
4,4
3,1
2,6
1,7
3,1
1,2
0,6
0,4
0,6
191
215
122
88
58
104
52
33
27
20
34
23
6
4
2
8
19,4
21,8
12,4
8,9
5,9
10,5
5,3
3,3
2,7
2,0
3,4
2,3
0,6
0,4
0,2
0,8
183
165
116
76
59
135
54
28
16
26
34
17
11
4
1
10
19,6
17,6
12,4
8,1
6,3
14,4
5,8
3,0
1,7
2,8
3,6
1,8
1,2
0,4
0,1
1,1
TOTALE
1.081
100,0
987
100,0
935
100,0
Fonte: V. Tab. 1.
71
72
N. comuni
Anni
N. comuni
1979
1983
1987
1988
1989
1990
4.650
4.768
5.004
5.021
5.018
5.097
1991
1992
1993
1994
1995
5.235
5.350
5.449
5.557
5.613
Fonte: V. Tab. 1.
Lapertura di nuovi sportelli ha accresciuto la capillarit del sistema bancario e il suo grado di diffusione sul territorio. Alla fine
del 1989 risultavano serviti da almeno uno sportello bancario
5.018 comuni, pari al 62% del totale nazionale (Tab. 4); in questi
comuni risiedeva il 93,3% della popolazione italiana4. Nel dicembre del 1995 il numero dei comuni nei quali presente almeno
uno sportello superava le 5.600 unit, con una quota del 69% del
totale e una presenza in tali comuni di quasi il 97% della popolazione. Si tratta di un incremento superiore a quello che si osserv
tra il 1979 e il 1987, in conseguenza dei tre piani sportelli della
Banca dItalia. La liberalizzazione delle dipendenze e il venir
meno del principio autorizzativo del bisogno economico del
mercato che favoriva gli insediamenti in localit non servite da
intermediari non ha comportato una tendenza delle ex aziende
di credito a privilegiare esclusivamente piazze gi bancate.
Laumento della presenza bancaria stato diffuso in tutte le
regioni, ma stato pi forte nel Mezzogiorno (v. Figg. 1a e 1b).
Le regioni dove la crescita dei comuni con sportelli stata maggiore sono state la Calabria, la Campania, la Sardegna e il Piemonte.
Lapertura di dipendenze in comuni precedentemente non serviti stata una politica seguita sia dalle banche pi piccole, sia da
quelle pi grandi. Fino al 1993 il flusso degli sportelli aperti in
nuovi comuni infatti riconducibile per circa la met a banche
che al dicembre del 1989 disponevano di una rete di sportelli superiore alle cento unit, per circa un quarto a banche con un numero di sportelli compreso tra i tre e i cento, mentre il restante
quarto riguarda aziende con uno o due sportelli.
4
73
74
Il calcolo considera anche le nuove otto province, che portano il totale a 103.
76
Nord-Est
Centro
Sud
Isole
Centro-Nord
Mezzogiorno
4.751
5.146
5.683
6.121
6.641
7.024
7.347
31,0
31,2
31,0
30,9
31,2
31,3
31,4
3.768
4.142
4.697
5.030
5.340
5.666
5.989
24,6
25,1
25,6
25,4
25,1
25,3
25,6
3.135
3.314
3.645
3.910
4.205
4.402
4.605
20,5
20,1
19,9
19,8
19,8
19,6
19,7
2.175
2.376
2.723
3.003
3.283
3.425
3.530
14,2
14,4
14,9
15,2
15,4
15,3
15,1
1.491
1.500
1.584
1.723
1.797
1.901
1.929
9,7
9,1
8,6
8,7
8,5
8,5
8,2
11.654
12.602
14.025
15.061
16.186
17.092
17.941
76,1
76,4
76,5
76,1
76,1
76,2
76,7
3.666
3.876
4.726
4.726
5.080
5.326
5.459
23,9
23,5
23,5
23,9
23,9
23,8
23,3
Numero Quota % Numero Quota % Numero Quota % Numero Quota % Numero Quota % Numero Quota % Numero Quota %
sportelli
sportelli
sportelli
sportelli
sportelli
sportelli
sportelli
Fonte: V. Tab. 1.
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
Anni
Nord-Ovest
77
6000
Mezzogiorno
5000
4000
Centro
3000
Nord
2000
1000
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
Sportelli
Depositi
Impieghi
1989
1993
1989
1993
1989
1993
Piemonte
Val dAosta
Lombardia
Liguria
Trentino A.A.
Veneto
Friuli V.G.
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
44,9
80,4
22,3
40,8
23,3
32,4
34,8
22,2
50,3
40,3
33,8
37,5
38,5
64,4
36,3
33,0
51,5
55,9
43,2
70,1
41,3
66,1
27,4
40,0
22,9
28,2
30,9
23,9
45,2
38,3
28,8
44,1
33,2
60,6
48,5
32,2
56,9
52,1
40,1
65,1
53,5
85,4
25,2
41,1
35,5
36,1
31,0
24,0
52,5
48,4
31,5
43,1
39,0
77,2
35,2
30,0
47,7
57,2
50,2
67,6
53,3
74,1
22,6
46,2
30,3
35,6
30,2
28,2
50,6
47,4
31,0
50,0
34,1
71,0
41,6
31,6
62,4
53,0
47,7
67,9
39,3
75,8
17,9
36,0
36,3
33,5
30,3
22,6
42,0
43,7
27,1
29,6
31,8
70,5
36,0
28,8
51,6
57,3
53,7
60,2
40,2
66,6
17,9
37,3
30,6
31,8
28,2
25,9
42,4
42,0
27,6
44,0
28,3
64,6
43,4
31,8
66,8
54,2
50,4
61,4
Centro-Nord(a)
Mezzogiorno(a)
Italia
38,6
49,1
9,2
36,4
48,6
13,9
42,3
50,5
13,0
41,6
51,2
14,8
36,2
48,7
14,1
36,2
50,1
16,1
(a)
Fonte: V. Tab. 1.
78
TAB. 7. Quota di sportelli, depositi e impieghi delle prime dieci banche regionali
Regioni
Sportelli
Depositi
Impieghi
1989
1993
1989
1993
1989
1993
Piemonte
Val dAosta
Lombardia
Liguria
Trentino A.A.
Veneto
Friuli V.G.
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
69,5
100,0
47,2
82,0
34,0
64,6
63,7
47,8
73,4
80,1
71,1
66,2
80,5
83,1
62,8
55,8
79,3
74,4
64,3
98,5
67,8
94,2
50,0
79,4
37,0
59,5
61,9
50,9
67,8
74,6
65,0
64,9
75,8
81,7
71,8
57,7
77,6
77,2
64,6
97,8
73,0
99,9
50,0
82,4
46,9
71,2
67,9
49,0
72,6
82,2
69,9
74,1
83,3
87,1
68,8
53,6
84,6
83,2
64,1
98,9
75,6
96,6
44,7
82,6
45,1
69,5
69,0
59,8
71,6
80,7
68,3
71,4
80,4
84,7
73,8
59,9
84,7
84,6
63,4
97,6
62,0
100,0
41,2
73,3
48,6
65,4
65,8
45,8
62,1
72,0
61,3
58,9
75,5
81,3
67,8
50,0
84,2
83,3
66,8
97,9
67,9
96,0
40,3
72,0
45,2
64,4
62,3
54,5
65,2
72,3
63,9
66,7
73,9
78,5
73,8
60,2
85,4
86,7
66,2
96,9
Centro-Nord(a)
Mezzogiorno(a)
Italia
66,6
74,8
27,2
64,4
75,5
33,7
69,9
78,0
32,9
69,6
78,6
36,5
63,0
75,9
34,2
64,2
77,7
38,0
(a)
Fonte: V. Tab. 1.
indicatori (ad esempio i chilometri quadrati serviti da una dipendenza) confermano il minore sviluppo dei servizi bancari nel Mezzogiorno.
Mentre il peso delle maggiori banche del Paese si accresciuto
a livello nazionale (cfr. par. 2.1), la concentrazione a livello regionale scesa. Rispetto al 1989, nel 1993 la quota di sportelli
delle prime tre banche regionali si ridotta in 15 regioni su 20
(Tab. 6)8. Un risultato che va nello stesso senso si ottiene se si
considera il peso delle prime dieci banche regionali (Tab. 7). Si
8 Nel 1993 i cinque casi di incremento sono da ricondurre a importanti fusioni (Lazio
e Emilia-Romagna) e al consolidamento nella regione della sede centrale di alcune banche
di maggiore dimensione (Lombardia e Campania). Linserimento, nel 1995, dei dati degli
ex istituti di credito speciale nelle segnalazioni statistiche comuni alle altre banche ha reso
problematica lestensione dei dati oltre il 1993.
79
sportelli
12
15
13
20
impieghi
sportelli
15
11
20
Fonte: V. Tab. 1.
(1977).
vischiosit delle quote di mercato dei prodotti bancari
rispetto agli sportelli, nella maggioranza dei casi (14 volte per i depositi, 12 per gli impieghi), la variazione degli sportelli stata di maggiore intensit rispetto a quella delle quote
di mercato delle prime tre banche regionali. Queste ultime, inoltre, sono nella gran parte
dei casi le stesse nel 1989 e nel 1993.
11 Il grado di concorrenza relativo dei mercati dei depositi e degli impieghi un tema
oggetto di numerose analisi. In favore di una maggiore competizione nel mercato dei depositi si esprimono, ad esempio, Biscaini, Carosio e Padoa-Schioppa (1972). Una maggiore
concentrazione del mercato dei depositi, misurata attraverso lutilizzo dellindice di concentrazione di Linda, si rinviene invece in De Bonis e Luberti (1987).
80
1993
49,2
51,2
75,2
43,1
49,2
76,3
34,5
42,2
22,4
36,5
43,5
21,5
Fonte: V. Tab. 1.
Il mercato dei depositi mostra inoltre una maggiore correlazione, rispetto a quello dei prestiti, con la variazione del grado di
concentrazione degli sportelli (Tab. 8)12. In 12 casi entrambe le
variazioni hanno segno negativo (una minore concentrazione del
mercato degli sportelli accompagnata da una minore concentrazione di quello dei depositi), a fronte di 9 casi nel mercato degli
impieghi.
Lerogazione degli impieghi appare dunque meno legata alla
localizzazione degli sportelli rispetto allofferta di depositi, un risultato che in parte pu dirsi scontato. Permane soprattutto limmagine di un sistema creditizio con forti banche locali: nel 1993,
in nessuna regione le prime tre banche detenevano una quota di
sportelli inferiore al 20%; in 11 regioni, ne controllavano pi del
40%13. Il grado di concentrazione ancora pi elevato (pur risultando in riduzione tra il 1989 e il 1993) se si considerano i mercati dei depositi e degli impieghi. Il Mezzogiorno caratterizzato da
livelli di concentrazione dei depositi e dei prestiti pi elevati di
quelli prevalenti nelle regioni centro-settentrionali.
Per analizzare le scelte effettuate dalle banche su dove aprire
nuovi sportelli, si fatto ricorso a un indicatore che pu essere
definito di aggressivit, costituito dalla quota degli sportelli
aperti nella provincia di insediamento della direzione generale sul
totale degli sportelli aziendali. Lo scopo principale dellindicatore
12 I numeri nella tavola si riferiscono alle regioni: in 4 regioni, ad esempio, si avuto
un aumento contemporaneo della concentrazione nei mercati dei depositi e degli sportelli.
13 Per alcune considerazioni sugli istituti definiti piccoli giganti, cfr. Padoa-Schioppa (1993). Sulle strategie di localizzazione degli sportelli, cfr. DallOsso (1992).
81
verificare se le ex aziende di credito hanno ridotto (banche difensive) o accresciuto (banche aggressive) la loro presenza su
mercati a loro meno familiari, identificabili come quelli al di
fuori della loro provincia di provenienza14.
Lanalisi conduce alla conclusione che lespansione territoriale
non stata improntata al mero mantenimento della presenza nelle
zone tradizionali di insediamento; vi stato, invece, un tentativo
diffuso di penetrare in nuovi mercati (Tab. 9). Le banche che
hanno attuato una politica aggressiva sono 163, oltre i tre quarti delle 212 esaminate: per queste aziende lindicatore passato
dal 49,2% del 1989 al 43,1% del 1993. Per le banche difensive,
lindicatore si portato dal 34,5% al 36,5%15. da rilevare la diversa entit delle due variazioni: la riduzione delle aggressive
di 6 punti percentuali, lincremento delle difensive di soli 2
punti. Considerando tutto il territorio nazionale, le banche aggressive sono quelle che hanno guadagnato, sia pure marginalmente, quote di mercato.
Questi risultati sono stati sottoposti a un approfondimento ulteriore. Si verificato se la specializzazione territoriale degli sportelli di ogni singola banca misurata dallindice di Williams16
sia in linea con il risultato ottenuto attraverso lindicatore di aggressivit. Lindice di Williams cresce se unimpresa (una banca)
aumenta la concentrazione della sua operativit in poche aree di
insediamento; diminuisce se essa persegue una strategia di ingresso in nuove zone geografiche.
I risultati ottenuti confermano che le banche che hanno perseguito una strategia di despecializzazione territoriale sono prevalenti (187 contro 25). Per le 163 banche sopra definite aggressive,
la riduzione dellindice di Williams, da 0,31 nel 1989 a 0,23 nel
14 Per il calcolo dellindicatore sono state considerate, tra le banche appartenenti al
campione del Servizio Studi, quelle che alla data iniziale (dicembre 1989) o a quella finale
(dicembre 1993) risultano presenti in pi di una provincia (per gli intermediari che operano in una sola provincia, ovviamente, lindicatore ha scarsa significativit); il gruppo cos
individuato risulta composto da 212 banche che rappresentano, in termini di depositi da
clientela ordinaria, oltre il 90 per cento dellintero sistema creditizio.
15 Le banche in discorso sono, eccetto cinque casi, aziende di medie o piccole dimensioni con un forte radicamento nella zona di insediamento. Le strategie dei due gruppi di
banche (aggressive e difensive) potrebbero essere state influenzate dalle condizioni di
partenza dei mercati. Ad esempio, nel 1989 le banche aggressive detenevano nelle province della sede legale quote di mercato pi elevate di quelle delle banche difensive.
16 Per le modalit di costruzione dellindice, cfr. Ferri e Gobbi (1992). Lindicatore
varia tra 0 e 1. Il valore unitario caratterizza la situazione di unimpresa attiva in un solo
mercato (la provincia nel nostro caso); lo zero identifica unimpresa presente in egual misura in tutti i mercati.
82
12.241
966
129
13.336
Nord
Centro
Mezzogiorno
Totale
Fonte: V. Tab. 1.
7.838
571
110
8.519
Numero
Nord
Centro
Mezzogiorno
Totale
91,8
7,2
1,0
100,0
92,0
6,7
1,3
100,0
Quota %
Nord
820
3.659
126
4.605
383
2.652
100
3.135
Numero
Numero
393
443
2.830
3.666
1.041
846
3.572
5.459
Quota %
1989
12,2
84,6
3,2
100,0
1995
17,8
79,5
2,7
100,0
Centro
TAB. 10. Ripartizione degli sportelli per sede amministrativa e localizzazione geografica
83
Sud
19,1
15,5
65,4
100,0
10,7
12,1
77,2
100,0
Quota %
14.102
5.471
3.827
23.400
8.614
3.666
3.040
15.320
Numero
60,3
23,4
16,3
100,0
56,2
23,9
19,8
100,0
Quota %
Totale
17
18
84
sportelli
15
42
38
80
49
46
95
Fonte: V. Tab. 1.
19 Lindicatore dato dalla somma dei quadrati delle quote di mercato di ogni singola
impresa.
85
Nord
Centro
Sud
Isole
0,4
0,3
0,2
0,1
0,0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Province
1989
1993
FIG. 3. Dispersione dei tassi di interesse passivi sui conti correnti per provincia.
ti, misurata dal coefficiente di variazione, pi alta nel 1993 rispetto al 1989 (Fig. 3; le 95 province sono riportate partendo da
quelle settentrionali e arrivando a quelle meridionali)20. Levidenza
fornita potrebbe segnalare che le banche presenti in nuovi mercati
hanno attuato una strategia di maggiore remunerazione della provvista o che tale strategia stata perseguita dalle vecchie banche
presenti in quelle aree al fine di respingere i nuovi concorrenti21.
Le province meridionali sono quelle nelle quali la dispersione dei
tassi pi marcata.
20 Lidea di fondo che la concorrenza di prezzo aumenti nelle prime fasi di sovrapposizione territoriale delle banche, per poi ridursi nel lungo periodo a mano a mano che il
mercato raggiunge un nuovo equilibrio. Il coefficiente di variazione pari al rapporto tra
deviazione standard e media.
21 Losservazione di un aumento della dispersione dei tassi non offre informazioni sulla direzione prevalente dei loro movimenti (in ascesa o in riduzione); questo esame pu essere condotto sulla base della variazione nellasimmetria della distribuzione dei tassi. Il coefficiente di asimmetria della distribuzione dei tassi passivi, calcolato su base provinciale, si
accresciuto in 42 casi, indicando per essi uno spostamento della distribuzione verso valori pi elevati.
86
Nord
50
Centro
Sud
Isole
1,0
40
0,5
30
0,0
correlazione
numero di banche
1,5
20
0,5
10
1,0
1,5
10
20
30
40
50
Province
60
70
80
90
Nord
50
Centro
Sud
Isole
1,0
40
30
0,5
correlazione
numero di banche
0,8
20
0,3
10
0,0
10
20
30
40
50
Province
60
70
80
90
88
0,40
Herfindahl
0,35
0,30
0,25
0,20
0,15
0,10
0,05
0,00
1
41
Province
1989
1995
FIG. 6a. Grado di concentrazione degli sportelli nelle province del Nord (misurato dallindice di Herfindahl).
0,40
Herfindahl
0,35
0,30
0,25
0,20
0,15
0,10
0,05
0,00
42
61
Province
1989
1995
FIG. 6b. Grado di concentrzaione degli sportelli nelle province del Centro (misurato dallindice di Herfindahl).
vince (nel 1992 e nel 1993 solo in 70 province). Laumento delle fusioni dopo la legge 218
del 1990 (legge Amato) e il manifestarsi dei loro effetti verso la fine del quadriennio
considerato contribuiscono a spiegare il fenomeno.
89
0,35
Herfindahl
0,30
0,25
0,20
0,15
0,10
0,05
0,00
62
81
Province
1989
1995
FIG. 6c. Grado di concentrazione degli sportelli nelle province del Mezzogiorno continentale (misurato dallindice di Herfindahl).
0,35
0,30
Herfindahl
0,25
0,20
0,15
0,10
0,05
0,00
82
95
Province
1989
1995
FIG. 6d. Grado di concentrazione degli sportelli nelle province delle Isole (misurato dallindice di Herfindahl).
90
vince che hanno un andamento in controtendenza sono cos distribuite: 3 al Nord, 3 al Centro, 6 al Sud, 2 nelle Isole. Il grado
di concentrazione medio degli sportelli nelle varie aree geografiche simile.
3. Le determinanti dellapertura di dipendenze nel periodo 19891993
3.1. La metodologia adottata
Questa sezione fornisce alcuni riscontri empirici delle determinanti dellapertura di sportelli. Le difficolt di verificare le motivazioni dellespansione territoriale delle banche sono riconducibili
allassenza in letteratura di un quadro prevalente di riferimento
teorico da sottoporre a test23. Lo schema adottato di seguito utilizza variabili di conto economico e di stato patrimoniale nel tentativo di riprodurre il processo decisionale che porta, da un lato,
il management bancario a formulare un certo numero di richieste
di aperture e, dallaltro, la Banca dItalia a concedere le autorizzazioni.
In particolare, si sottopone a verifica lipotesi che lapertura di
sportelli sia stata influenzata dallincidenza dei costi del personale
e del peso dei dipendenti delle singole banche, o da indicatori
di produttivit. Tra il 1989 e il 1993, la liberalizzazione degli
sportelli stata accompagnata da un aumento dell1,9% dei dipendenti bancari e da una crescita della quota del personale impiegato presso gli sportelli (Fig. 7). Si sono avuti andamenti differenziati per i diversi gruppi dimensionali di banche. Gli addetti
delle banche grandi e medie si sono ridotti, mentre si sono accresciuti del 3,6% quelli delle aziende maggiori24. Il peso dei costi
del personale e degli addetti di una banca pu influenzare lapertura di sportelli in due sensi opposti: in senso negativo, limitando
23 Non esiste un filone teorico unitario in materia di sportelli. Il tema stato affrontato con approcci diversi: modelli di concorrenza spaziale, interazione strategica tra le imprese basata sulla teoria dei giochi, applicazione della teoria della contendibilit ai mercati
bancari, ruolo degli sportelli nella misurazione delle economie di scala. Cfr., tra gli altri,
Hotelling (1929), Salop (1979), Chan e Wong (1993), Schmid (1993), Encaoua, Geroski e
Jacquemin (1986), Baumol, Panzar e Willig (1982), Di Battista e Grillo (1988), Cerasi
(1994), Conigliani, De Bonis, Motta e Parigi (1991).
24 Si fa riferimento alla vecchia classificazione della Banca dItalia, valida fino al 1994,
dei gruppi dimensionali di banche, che si differenzia dalla nuova per la composizione dei
gruppi e per le classi di grandezza.
91
70
60
50
40
30
20
10
0
1989
1990
1992
Presso la Direzione
1993
1994
1995
Presso Sportelli
FIG. 7. Distribuzione dei dipendenti bancari (quote percentuali; dati di fine periodo).
la disponibilit di risorse per lespansione territoriale; in senso positivo, incentivando linstallazione di nuovi sportelli, qualora i dipendenti occupati presso le direzioni generali siano considerati eccessivi e risulti quindi opportuno redistribuirli sul territorio.
Lindagine stata condotta su un campione di 107 banche per
le quali, fra il 1989 e il 1993, sono state rilevate variabili di stato
patrimoniale e di conto economico, quali, tra le altre, i depositi,
gli impieghi, il patrimonio, le sofferenze, il risultato di gestione, i
costi operativi. Alla base di questa scelta lidea che le variabili
aziendali giochino un ruolo primario nelle decisioni delle banche
circa lapertura di nuove dipendenze. I dati sono espressi come
medie annue. La rappresentativit delle 107 ex aziende di credito
elevata; pur costituendo il 10% delle banche presenti nel siste92
ma nel 1989, esse detengono circa i tre quarti del totale degli
sportelli; analoga percentuale loro attribuibile in termini di depositi e impieghi. Il campione comprende le principali banche del
Nord, del Centro e del Mezzogiorno.
Per tener conto dellevoluzione temporale delle variabili rilevate per le singole banche stata utilizzata la tecnica panel. Le 107
informazioni di ogni cross-section rappresentano le potenziali variabili esplicative per la variazione assoluta degli sportelli, in ciascuno degli anni compresi tra il 1990 e il 1993. Le variabili esplicative sono considerate in termini di livello o variazione intervenuta nellanno precedente. Si pu ritenere che le scelte delle banche dipendano sia dal livello delle variabili (ad esempio il patrimonio), sia dalla variazione da esse subita (ad esempio landamento del rapporto tra depositi e impieghi) da un anno allaltro.
Un problema preliminare la scelta della struttura del modello
panel. Lalternativa costituita dalle specificazioni cosiddette fixed
o random effects. La specificazione con effetti fissi pu essere
espressa come:
yit = i + xit + uit, i = 1, ..., 107; t = 1, ..., 4
dove un vettore di dimensione 1xk di coefficienti, i lintercetta relativa alli-mo individuo e uit un termine di errore a media nulla e varianza costante. Date le condizioni di regolarit di
questultimo, il metodo dei minimi quadrati ordinari fornir stime
con le note propriet di correttezza ed efficienza. Nel caso di stima con effetti casuali, si suppone che leffetto individuale (i), relativo alli-ma osservazione, non sia fisso, ma realizzazione di un
processo stocastico a media nulla e varianza omoschedastica. In
questa situazione, il modello pu essere scritto come:
yit = xit + vit
dove vit = ai + lt +uit.
Le tre componenti sono realizzazioni di processi stocastici a
media nulla e varianza costante, tra loro non correlate; esse esprimono effetti specifici legati rispettivamente ai singoli individui e al
tempo, oltre a comprendere un vero e proprio termine di errore.
In questo caso, gli effetti di variabili omesse si riversano sul termine di errore che potrebbe risultare correlato con le variabili indipendenti, alterando cos lottimalit delle stime. La stima del modello con effetti casuali viene effettuata con il metodo GLS (gene93
ralized least squares). Per decidere quale dei due metodi sia preferibile impiegare, si fa generalmente ricorso al test di Hausman
(1978)25, stimando il modello sia con gli OLS (ordinary least squares), sia con il metodo GLS, testando poi la restrizione:
V = (bOLS bGLS) (VOLS VGLS)1 (bOLS bGLS)
(dove bOLS e bGLS sono i vettori dei parametri stimati con gli OLS
e i GLS rispettivamente e VOLS e VGLS le loro matrici di varianze e
covarianze). Il test si distribuisce come un chi-quadro con k gradi
di libert, dove k rappresenta il numero dei regressori.
Per lequazione (1) riportata pi avanti, limpiego del modello
a effetti casuali rifiutabile a qualsiasi livello di confidenza, evidenziando lesistenza di probabili variabili omesse e di una conseguente correlazione tra i regressori e il termine di errore; si tratta
di problemi tipici che emergono nel caso di specificazioni panel.
Nel modello con effetti fissi, tutte le variabili sono espresse in
termini di deviazioni dalle rispettive medie individuali, nellarco di
tempo considerato (nel nostro caso, quattro anni). Lequazione
(1) approssima una scheda di offerta di sportelli da parte della
Banca dItalia, vale a dire il numero di dipendenze ottimale data
la situazione economica dei singoli istituti e le richieste di sportelli
da loro avanzate.
La forma finale dellequazione stimata :
(1)
dove:
SPit esprime il numero di sportelli delli-ma banca al tempo t,
RIGEit il risultato di gestione,
PATit il patrimonio,
CEFOit i fondi intermediati,
IMPit gli impieghi,
DEPit i depositi,
DIPit i dipendenti delle prime nove banche del campione considerato,
25 Il test valuta se lefficienza di stime ottenute con due diverse procedure differisce in
misura rilevante.
94
a1
a2
a3
a4
a5
a6
a7
a8
a9
Valore stimato
0,021
17,11
28,37
4,06E-3
3,83E-3
0,17
3,89E-3
1,80
2,54
t di Student
2,10
1,52
2,55
2,86
2,14
5,58
2,15
2,21
3,11
96
Cerasi (1994), p. 3.
97
SP
Delta(DIP)
Dummy 1990
Dummy 1991
Coefficiente
Valore stimato
t di Student
a1
a2
a3
a4
0,0414
0,0151
1,3280
2,8190
2,16
4,98
1,54
3,43
98
tura di dipendenze regolata dalla procedura autorizzativa del silenzio-assenso di 60 giorni. La Banca dItalia interviene quando i
programmi di ampliamento territoriale delle banche non sono
compatibili con le condizioni tecniche aziendali.
1993 (settembre). Secondo larticolo 15 del Testo unico delle
leggi in materia bancaria e creditizia, La Banca dItalia pu vietare lo stabilimento di una nuova succursale per motivi attinenti
alladeguatezza delle strutture organizzative o della situazione finanziaria, economica e patrimoniale della banca.
1996 (febbraio). Viene disciplinata, a tutela del risparmiatore,
lattivit bancaria svolta al di fuori delle succursali, in particolare
lattivit a domicilio della clientela.
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