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Antonio Damasio Il s viene alla mente

PARTE PRIMA
DA CAPO, SI RICOMINCIA
1. Risveglio
2. Dalla regolazione dei processi vitali al valore biologico
PARTE SECONDA
QUALI SONO, NEL CERVELLO LE POSSIBILI SEDI DELLA MENTE?
3. La creazione di mappe e immagini
4. Il corpo nella mente
5. Emozioni e sentimenti
6. Unarchitettura per la memoria
PARTE PRIMA
DA CAPO SI RICOMINCIA
1. Risveglio
La coscienza una fenomenale abilit che consiste nel disporre di una mente dotata di un
proprietario. La coscienza non un mero stato di veglia. Essere sveglio indispensabile per
essere coscienti ma non laspetto principale. Ma allora che cosa la coscienza? Di che cosa
fatta? E di che cosa fatta la mente?e come fa il cervello a costruire la mente?
Obiettivi e ragioni
In questo libro intendo affrontare due interrogativi: come fa il cervello a costruire una mente e
come fa a dotare quella mente di una coscienza. Mi concentrer sui requisiti strutturali e
funzionali che un cervello deve possedere affinch possa emergere una mente cosciente,
sullorigine e la natura del sentire e i meccanismi alla base della costruzione del s.
Accostarsi al problema
Dobbiamo riconoscere due importanti eredit:
un gruppo di ricercatori riuscito a identificare il tronco encefalico come uno dei principali
responsabili della creazione della coscienza. A inaugurare limpresa erano stati Fred Plum e
Jerome Posner e tutti hanno contribuito a produrre un robusto corpus di dati riguardanti le
strutture cerebrali che sono o non sono implicate nel rendere cosciente la mente umana.
La seconda eredit a William James anche se non sottoscrivo pienamente le sue posizioni.
Esiste davvero un s? Si, ma un processo, non una cosa. Il s un processo che pu essere
considerato da due punti di vista: un s oggetto e un s soggetto. Il s soggetto trae origine dal
s oggetto. James pensava (e lautore si trova daccordo totalmente su questo) che se la mente
sa che il corpo, il passato, il futuro, e tutto il resto esistono e appartengono allo stesso
proprietario perch la percezione di ciascuna di queste cose genera emozioni e sentimenti e a
loro volta, i sentimenti realizzano la separazione fra i contenuti che appartengono al se e quelli
che non gli appartengono,. Questi sentimentei operano come marcatori, sono i segnali, basati
sulle emozioni, che ho designato come marcatori somatici.questi sentimenti realizzano la
distinzione fra il se e il non s,, essi sono sentimenti di conoscenza. Come vedremo, la
costruzione di una mente cosciente dipende a diversi stadi dalla generazione di tali sentimenti.
Non vi alcuna dicotomia fra il se oggetto e il s soggetto, vi continuit e progresso.
La coscienza riguarda unorganizzazione dei contenuti della mente che hanno il loro centro
nello stesso organismo che li produce e d loro motivazione.

La semplice presenza di immagini organizzate che scorrono in un flusso mentale basta a


produrre una mente; se per non viene aggiunto un qualche processo supplementare, quella
mente rimane incosciente. Ci che le manca un s. Per diventare cosciente, il cervello deve
acquisire una nuova propriet, la soggettivit; e un tratto definitorio della soggettivit proprio
il sentimento che pervade le immagini sperimentate in modo soggettivo.
Il passo decisivo nella creazione della coscienza sta nel fare nostre le immagini. Il s soggetto
della conoscenza affiora per gradi: dapprima il proto-s con i suoi sentimenti primordiali; poi il
s nucleare, guidato dallazione; e infine il s autobiografico, che incorpora dimensioni sociali e
spirituali.
Affinch la mente diventi cosciente, il cervello deve generare un soggetto di conoscenza,
comunque lo si voglia chiamare: s, soggetto dellesperienza, protagonista. Nel momento in cui
il cervello riesce a introdurlo nella mente, ecco che emerge la soggettivit.
Il s come testimone
Una mente pur sempre una mente, anche senza la testimonianza di un s protagonista. La
nostra unica possibilit di contemplare la mente in modo diretto dipende da qualcosa che fa
parte di quella stessa mente.
Superare unintuizione fuorviante
Si pu affermare che le culture e le civit non sarebbero mai emerse in assenza di coscienza, il
che fa di essa un importante elemento nello sviluppo dellevoluzione biologica.
La mente sembra possedere una natura non fisica e i suoi fenomeni paiono appartenere a
unaltra categoria. Secondo la nostra intuizione, lattivit errativa e fugace della nostra mente
mancherebbe di unestensione fisica. Io credo che quellintuizione sia falsa.
Una prospettiva integrata.
Per studiare la coscienza lo facciamo su tre prospettive:
1. la prospettiva del testimone diretto della singola mente cosciente, la quale personale,
privata e unica per ciascuno di noi.
2. la prospettiva comportamentale, che ci consente di osservare le azioni rivelatrici di altri
individui che, come abbiamo ragione di credere, sono anche essi dotati di una mente
cosciente
3. la prospettiva del cervello, che ci permette di studiare alcuni aspetti della funzione cerebrale
in individui nei quali si presume lassenza o la presenza di stati mentali coscienti.
Di solito, anche se allineate con intelligenza, le informazioni raccolte avvalendosi di queste tre
prospettive lesame introspettivo, in prima persona, i comportamenti osservabili dallesterno e
gli eventi cerebrali- non bastano a produrre una transizione senza scosse fra i tre tipi di
fenomeni. In particolare, sembra esistere uno iato fondamentale fra i dati derivanti
dallintrospezione in prima persona e quelli riconducibili agli eventi cerebrali. Come possiamo
colmare questi abissi?
Occorre una quarta prospettiva: la ricerca dei precursori del s e della coscienza nel passato
evolutivo. La quarta prospettiva si basa su dati attinti dalla biologia evolutiva e dalla
neurobiologia. Essa ci impone di percorreere gradualmente la storia evolutiva, prendere nota
delle piccole modificaizoni progressive che interessano il sistema nervoso e metterle in
relazione con lemergere progressivo del comportamenteo, della mente e del s.
Infine richiede una ipotesi di lavoro interna: gli eventi mentali siano equivalenti a certi tipi di
eventi cerebrali. Certo, lattivit mentale causata da eventi cerebrali che la precedono, ma in
ultima analisi gli eventi mentali corrispondono a particolari stati dei circuiti cerebrali. In altre
parole, alcune configurazioni neurali sono simultaneamente immagini mentali. Quando poi
alcune configurazioni neurali generano un soggetto del processo del s sufficientemente ricco,

ecco che le immagini possono essere riconosciute. Ma quando anche non venisse generato alcun
s, le immagini ci sarebbero lo stesso, sebbene nessuno allinterno o allesterno dellorganismo,
saprebbe della loro esistenza. Non occorre la soggettivit affinch gli stati mentali possano
esistere ma solo affinch se ne possa avere una conoscenza privata. La quarta prospettiva
ipotetica ed una congettura. Si propone lequivalenza mente cervello. E grazie alla quarta
prospettiva si pu formulare lipotesi per cui per milioni di anni infinite creature hanno avuto
nel proprio cervello una mente attiva. La coscienza in senso stretto per, emerse solo dopo che
quei cervelli ebbero sviluppato un protagonista in grado di fare da testimone e fu solo dopo che
quei cervelli svilupparono il linguaggio che lesistenza della mente divenne generalmente nota.
Il testimone quel qualcosa di extra che rivela la presenza di eventi cerebrali impliciti che noi
chiamiamo mentali. Comprendere in che modo il cervello produca quel qualcosa di extra
come generi il protagonista che ci portiamo appresso e che chiamiamo s un obiettivo
fondamentale della neurobiologia della coscienza.
Il quadro concettuale
I neuroni sono organizzati in piccoli circuiti formano reti o sistemi.
La mente emerge quando lattivit dei piccoli circuiti viene organizzata in grandi reti dando
luogo a configurazioni temporanee, le quali rappresentano oggetti ed eventi che si trovano fuori
dal cervello, nel corpo o nel mondo esterno. Alcune configurazioni, per, rappresentano anche
lelaborazione da parte del cervello di altre configurazioni. Il termine mappa si applica a tutte
queste rappresentazioni. Il cervello traccia delle mappe sia del mondo esterno che dei propri
processi. Nella nostra mente queste mappe vengono esperite come immagini e per immagine qui
si intende non solo la modalit visiva ma a qualsiasi canale sensoriale: uditivo, viscerale, tattile,
ecc.
Questo libro connette diverse ipotesi e quindi vuole usare il termine di quadro concettuale. Il
quandro concettuale deve stabilire: il livello a cui si applica la spiegazione:
Siccome vogliamo sapere come il cervello doti la mente di una coscienza dobbiamo dire a che
livello si applica la spiegazione. Il livello quello dei sistemi macroscopici. Che tecniche
abbiamo per studiare i livelli macroscopici?
Studi su pazienti con danni cerebrali localizzati
Tecniche di neuroimmagine funzionale
Registrazione neurofisiologica diretta dellattivit neuronale nel contesto delle terapie
neurochirurgiche
Stimolazione magnetica transcranica
Il quadro concettuale deve stabilire un nesso fra il comportamento, la mente e gli eventi
cerebrali. Come conseguenza delle dimensioni crescenti e dellaumento di complessit delle reti
neurali, si ha un aumento proporzionale della cognizione e del sentire, passando dal microlivello
al macrolivello di un contesto gerarchico.
Anteprima delle idee principali.
Lidea pi importante del libro che il corpo fondamento della mente dotata di coscienza.
Sappiamo che gliaspetti pi stabili delle funzioni corporee sono rappresentati nel cervello sotto
forma di mappe, offrendo in tal modo alla mente delle immagini. Le speciali immagini mentali
del corpo, costituiscono il proto-s, che prefigura il s a venire. Le strutture fondamentali che
creano le mappe del corpo e le immagini sono localizzate a un livello subcorticale, nel tronco
encefalico superiore.
II

Le strutture cerebrali alla base del proto-s non si limitano a mappare il corpo, ma sono
inestricabilmente connesse ad esso in un circuito risonante e perpetuo. Corpo e cervello sono
legati.
III
Il proto-s produce i sentimenti primordiali che, quando siamo svegli, hanno luogo
spontaneamente e continuamente. Ci forniscono unesperienza diretta del nostro corpo, e
riflettono lo stato corrente del copro rispetto a varie dimensioni, lungo la scala che fa dal piacere
al dolore. Orininano nel tronco encefalico e non a livello corticale. Il dolore e il piacere sono
eventi riguardanti il corpo. Ecco perch gli stati normali sono immancabilmente impregnati di
una qualche forma di sentimento.
IV
Il cervello comincia a costruire una mente cosciente nel tronco encefalico. I sentimenti
primordiali non sono soltanto le prime immagini generate dal cervello, ma anche manifestazioni
immediate della capacit di sentire. Sono le fondamenta del proto-s.
La coscienza ha inizio quando il s affiora alla mente, assia quando il cervello aggiunge alla
miscela della mente un processo del s, dapprima modesto, poi pi robusto. Il s viene costruito
in passaggi distini, sulle fondamenta del proto-s. Il primo passo la genesi dei sentimenti
primordiali: gli elementari seintimenti di esistenza che scaturiscono spontaneamente dal
proto.s.successivamente affiora il s nucleare e poi vi il s autobiografico definito in termini
di conoscenza biografica attinente sia al passato che allanticipazione del futuro.
Il protos con i suoi sentimenti primordiali rappresenta insieme al s nucleare un io materiale. Il
s autobiografico, le cui vette abbracciano tutti gli aspetti della persona sociale, costituisc un io
sociale e un io spirituale. Il se nucleare e il s autobiografico poi costruiscono allinterno della
mente un conoscitore, un sogetto di conoscenza; in altre parole, dotano la nostra mente di un
altro tipo di soggettivit.
V
Le strutture cerebrali fondamentali deputate alla realizzazione di tutti questi passaggi sono
settori specifici del tronco encefalico superiore, un gruppo di nuclei del talamo e alcune regioni
della corteccia cerebrale, specifiche ma diffuse.
Il prodotto ultimo della coscienza scaturisce allo stesso tempo da tutti quei numerosi siti
cerebrali, e non da uno in particolare. E come un direttore dorchestra che viene in essere non
appena lesecuzione inizia e non prima. Il direttore viene costruito dai sentimenti e da un
dispositivo cerebrale preposto alla narrazione, bench questo non lo renda assolutamente meno
reale. La partitura e il direttore diventano reali solo nel momento in cui la musica prende vita.
La coscienza comprende i contributi del tronco encefalico, e un repertorio dimmagini creato in
cooperazione con la corteccia cerebrale e le stutture subcorticali.
VI
I pazienti la cui coscienza compromessa non sono in grado di gestire la propria vita in modo
indipendente neanche quando le loro funzioni vitali fondamentali sono normali.
La gestione e la salvaguardia della vita la fondamentale premessa del valore biologico, il quale
ha influenzatolevoluzione delle strutture cerebrali e influenza quasi ogni livello delle
operazioni del singolo cervello.
Il valore biologico si esprime in modo semplice, per esempio nella liberazione di molecole
associate a ricompense e punizioni, oppure in modo pi elaborato, per esempio nel caso delle
nostre emozioni sociali e nel ragionamento sofisticato. Il valore biologico guida e caratterizza in
modo naturale quasi tutto ci che accade nel nostro cervello, dotato in modo tanto vistoso di
mente e coscienza. Il processo di regolazione della vita omeostasi- , ha inizio in creature
unicellulari come batteri, che pur non avendo un cervello sono capaci di comportamenti
adattivi.poi ci sono individui in cui il cervello genera il comportamento, poi genera sia iil
comportamento che i processi della mente, poi genera anche sentimenti primordiali , poi un

processo organizzato del s. I rettili per esempio, sono buoni candidati per questo privilegio,
anche gli uccelli. I mammiferi si spingono oltre.
Nella maggior parte dei casi, le specie il cui cervello genera un s si fermano al livello del s
nucleare. Gli esseri umani hanno tanto il s nucleare quanto il s autobiografico. probabile che
ce labbiano anche le scimmie e alcuni mammiferi come i cani e i delfini.
VII
Sia lomeostasi a livello fondamentale (guidata da processi non coscenti), sia lomeostasi
socioculturale (creata e guidata da menti riflessive dotate di coscienza) operano come
amminsitratori del valore biologico. Entrambe sono separate da miliardi di anni di evoluzione.
Linterazione fra questi due tipi di omeostasi non confinata al singolo individuo. Numerosi
dati indicano che nellarco di numerose generazioni, gli sviluppi culturali inducono
modificazioni del genoma.
VIII
La mente cosciente deriva da un graduale aumento di complessit nellidioma della biologia. La
coscienza umana e le funzioni che ha reso possibili, il linguaggio, la memoria espansa, il
ragionamento, la creativit, lintero edificio della cultura) sono gli amministratori del valore
insito nel nostro essere creature moderne. La coscienza venuta in essere grazie al valore
biologico, come unaggiunta in grado di contribuire a una sua pi efficace gestione.
2
DALLA REGOLAZIONE DEI PROCESSI AL VALORE BIOLOGICO
LA REALTA IMPLAUSIBILE
Anche se ben noto, non comunemente apprezzato che molto prima di possedere una mente
gli esseri viventi presentano gi comportamenti efficienti e adattivi che ricordano in tutto e per
tutto quelli che emergono nelle creature dotate di mente e di coscienza.
Nel loro caso per, quei comportamenti non potevano essere indotti dalla mente e meno che mai
dalla coscienza. Persino singole cellule presentano comportamenti apparentemente intelligenti e
diretti a uno scopo.
Se vogliamo spiegare la base del cervello cosciente, dobbiamo spingerci sempre pi vicino agli
esordi della vita.
VOLONTA NATURALE
La cellula eucariota venne in essere grazie alla cooperazione di creature unicellulari pi
semplici, precisamente batteri, che rinunciarono al loro status indipendente per essere parte di
un nuovo, conveniente aggregato.
Le singole cellule hanno quella che sembra una ferma e incrollabile determinazione a restare
vive, fintanto che i geni allinterno del loro microscopico nucleo ordinano di farlo. Il governo
della loro vita comprende una testarda insistenza a persistere, resistere e prevalere fino a quando
alcuni dei geni presenti nel nucleo non sospenda la volont di vivere, permettendo loro di
morire. E difficile immaginare i concetti di desiderio e volont applicato a una singola celllula.
Com possibile che atteggiamenti e intenzioni che noi associamo alla mente umana cosciente e
intuiamo essere il risultato dei meccanismi del grande cervello umano siano presenti a un livello
cos elementare? Eppure, quegli aspetti specifici del comportamento cellulare sono presenti l,
comunque si decida a chiamarli.
La singola cellula sembra esprimere un atteggiamento: vuole vivere fino in fondo la vita
prescritta dai suoi geni. Per quanto possa sembrare strano la volont, insieme a tutto quanto
necessario per realizzarla, precede sia la conoscenza esplicita delle condizioni di vita, sia la
riflessione relativa ad esse, giacch chiaramente la singola cellula non possiede n luna n
laltra. Il nucleo e il citoplasma interagiscono ed eseguono complesse computazioni mirate a
mantenere in vita la cellula. Ovviamente le istruzioni sono nel materiale genetico della cellula.

Di solito cadiamo nella trappola di pensare che gli atteggiamenti, le intenzioni e le strategie alla
base delle nostre sofisticate modalit di gestione dei processi vitali scaturiscano dal nostro
grande cervello e dalla nostra mente complessa, dotata di coscienza.
La realt per che la mente cosciente si limita a rendere conoscibile il fondamentale know
how di quei processi. I contributi decisivi offerti dalla mente cosciente allevoluzione hanno
luogo a un livello pi alto. Hanno a che fare con lattivit decisoria riflessiva offline e con le
invenzioni culturali.
Sto invertendo la tradizionale descrizione della coscienza, dico che la conoscenza implicita della
gestione dei processi vitali precede lesperienza cosciente di tale conoscenza. La complessit
della conoscenza implicita molto complessa e la sua intelligenza notevole. Sto elevando lo
status della gestione non cosciente dei processi vitali, ipotizzando che essa costituisca il modello
degli stteggiamenti e delle intezioni della mente cosciente. Ogni nostra cellula presenta il tipo
di atteggiamento non cosciente appena descritto. Allinterno del cervello cosciente esiste una
voce, il s. Le volont delle singole cellule e dei loro raggruppamenti volont prive di cervello
e di mente- si sono trasferite al s di una mente dotata di coscienza che origina in un cervello.
Tutto questo accade tramite i neuroni. I neuroni hanno due caratteristiche precipue: una
funzionale e laltra strategica. I neuroni assistono il corpo nella gestione dei processi vitali.
Questo il loro scopo e lo scopo del cervello che, nel loro insieme, essi costituiscono. Dalle
meraviglie della creativit alle alte vette della spiritualit, tutte le sbalorditive realizzazioni del
cervello per le quali nutriamo una grandissima ammirazione sembrano essere state realizzate
grazie allimpegno dei neuroni a gestire i processi vitali nel corpo in cui abitano.
Nei cervelli sofisticati, le reti di neuroni rappresentano lo stato del corpo per il quale lavorano,
mappandolo, in senso letterale, e costruiscono un doppio neurale, una sorta di surrogato virtuale.
Mimano il corpo e rimango connessi allo stesso.
La ragione per cui la volont di vivere delle cellule del nostro corpo una volont nascosta
stata tradotta in una volont cosciente, fondata sulla mente, che le cellule nervose si
riferiscono al corpo e puntano incessantemente ad esso (pag. 56). Le volont cellulari nascoste
finiscono per essere mimate dai circuiti cerebrali. C una relazione profonda fra il corpo e il
cervello. Quando un cervello crea una mappa del mondo esterno al corpo, lo fa grazie alla
mediazione di quello stesso corpo. Quando questultimo interagisce con il proprio ambiente, gli
organi di senso, per esempio gli occhi, le orecchie e la cute, subiscono alcune modificazioni; il
coervello crea allora una mappa diq uelle modificazioni e cosi il mondo esterno al corpo
acquista indirettamente una qualche rappresentazione a livello cerebrale.
RESTARE VIVI
Se i meccanismi di gestione della vita sono cos essenziali perch la vita difficile. Si tratta di
uno stato precario, reso possibile solo quando nellorganismo viene simultanemanete soddisfatto
un gran numero di condizioni. Tutte le operazioni di gestione mirano a mantenere i parametri
chimici dellorganismo (il milieu) interno entro quellintervallo magico, compatibile con la vita,
detto omeostatico. Il processo grazie a cui si raggiunge questo equilibrio detto omeostasi.
Le origini dellomeostasi
In che modo le singole cellule acquisirono il loro programma di regolazione dei processi vitali?
il fatto che lomeostasi sia iniziata in modo inconsapevole a livello di organismi senza
coscienza, senza mente e senza cervello, solleva una domanda: dove e in che modo lintenzione
omeostatica mise radici nella storia della vita?
Per quanto riguarda gli organismi, a conferire loro la capacit omeostatica furono le reti geniche
derivanti dalla selezione naturale. La selezione naturale ha operato a livello dei geni, di interi
organismi, di gruppi di individui?

Affinch i geni sopravvivessero nellarco delle generazioni, le reti geniche dovevano costruire
organismi che fossero mortali e al tempo stesso capaci di successo. E affinch gli organismi
sopravvivessero i geni dovevano guidarli fornendo loro istruzioni essenziali.
Le istruzioni dovevano riguardare la messa apunto di dispositivi capaci di operare una
regolazione efficiente dei processi vitali. I nuovi dispositivi controllavano la distribuzione di
ricompense, lapplicazione di punizioni e la previsione delle circostanze che lorganismo
avrebbe affrontato in futuro. In breve le istruzioni geniche condussero alla costruzione di
dispositivi in grado di eseguire quelle che poi, in organismi complessi come gli esseri umani,
fiorirono come emozioni, nel senso pi ampio del termine.
Il primo abbozzo di questi dispositivi apparve in organismi senza cervello, senza mente e senza
coscienza, ovvero nelle singole cellule,; essi raggiunsero la massima complessit negli
organismi in possesso di tutti e tre gli attributi: cervello mete e coscienza.

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