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IL LUNGO XX SECOLO

Lattuale periodo di crisi economica globale solo una fase di un ciclo sistemico di
accumulazione, il quale a sua volta solo lultimo di una serie di cicli sistemici. Per
comprendere meglio la situazione odierna necessario osservarla in un contesto pi
ampio, andando indietro nei secoli dove il capitalismo (poi diventato di scala mondiale)
trova i suoi presupposti e le sue radici.
Il capitalismo come lo intendiamo oggi una variet di pratiche economiche il cui
scopo principale si basa sulla possibilit di accumulare, concentrare e reinvestire la
ricchezza. Alcuni stati egemoni identificarono nel capitalismo un modo di governo per
conseguire il potere, al quale va quindi contrapposto il territorialismo, un modo di
governo nel quale il potere viene identificato nellestensione e nella popolosit del
proprio dominio. Storicamente, queste due logiche di potere differenti non hanno
operato luna in contrasto allaltra, ma in relazione reciproca.
Con ciclo sistemico di accumulazione si intende il processo strutturato in pi fasi:
- Una (nuova) nazione egemone sorge dallo sgretolamento e nelle contraddizioni
della nazione egemone precedente, distrugge le strutture del vecchio regime
per instaurare le proprie;
- La nazione egemone guida lespansione materiale, caratterizzata dalla
dilatazione della produzione e del commercio di beni. Durante questa fase le
eccedenze di denaro ricavate vengono reinvestite in unulteriore espansione
della produzione e del commercio.
- Quando il reinvestimento nellespansione materiale comincia a non dare pi
profitti tollerabile, il capitale si libera della sua forma di merce e va a
concentrarsi su transizioni finanziarie che danno vita appunto allespansione
finanziaria. La fase di espansione finanziaria , tuttavia, il momento dell
autunno del blocco egemonico in questione. Gli succeder un nuovo blocco
egemonico, che compir il medesimo percorso.
Il concetto di egemonia mondiale si riferisce al potere di uno stato di esercitare la
funzione di leader in un sistema di stati sovrani. Con egemone intendiamo quel
potere associato al dominio, accresciuto dalla credibilit che lo stato egemone
acquisisce affermando di essere la forza motrice (stato leader) per il raggiungimento
di un obiettivo comune (altri stati).
Verso leconomia mondo-capitalistica e i cicli sistemici di
accumulazione
Lattuale struttura delleconomia mondo-capitalistica deriva da un processo di
diversificazione tra imprese e stati. Le imprese, e le loro reti di accumulazione, furono
per diversi secoli parte integrante del potere statale, e il successo nel perseguimento
del profitto era possibile solo se queste imprese coincidevano con potenti stati.
Quando per le imprese si estesero a livello globale la situazione si ribalt, vedendo i
governi completamente incorporati e subordinati alle loro reti di accumulazione.
La trasformazione delleconomia mondo-capitalistica avvenuta attraverso diverse
fasi, che vengono definite e scandite attraverso una serie di cicli sistemici di
accumulazione e, come Pirenne sosteneva, per ogni periodo in cui la storia pu essere
suddivisa vi una particolare e distinta classe di capitalisti. La storia si evolve in una
serie di spinte verso lalto, ossia il susseguirsi di attivit che puntano a spingere
lespansione delleconomia-mondo un po pi in l di quanto non avessero
potuto/voluto fare coloro che avevano promosso e organizzato la precedente
espansione.
Questo cambio della guardia avviene, storicamente, durante il periodo di espansione
finanziaria, dove la potenza egemone precedente sposta la sua attenzione dal
commercio alla finanza in quanto lintensificarsi delle lotte concorrenziali affligge oltre

un livello accettabile i margini di profitto. da questa concorrenza che emerge la


futura potenza egemone. Le transizioni egemoniche non sono per processi fluidi e
uniformi. In genere, sono accompagnate dallesplosione dellanarchia nei rapporti
interstatali e dellinstabilit nei rapporti economico-sociali interni e internazionali, in
breve da ci che Arrighi chiama caos sistemico. Le potenze emergenti si dimostrano
cos davvero capaci di assumere funzioni egemoniche solo se, oltre a essere in grado
di assorbire i capitali in eccesso della potenza egemonica declinante, si mostrano
anche in grado di domare il caos sistemico.
Il punto zero della serie di cicli sistemici di accumulazione lespansione finanziaria
che decoll al termine dellespansione commerciale a cavallo tra il XIII-XIV secolo.
Poich nessun particolare agente pu essere considerato come promotore o
organizzazione di queste espansioni, esse non possono andare a costituire un ciclo
sistemico di accumulazione. Vediamo di analizzare le forze in campo durante
lespansione di questo periodo.
In questo periodo nellItalia settentrionale erano presenti le quattro grandi Venezia,
Milano, Firenze e Genova. Ogni citt-stato era specializzata in attivit commerciali
diverse, fattore che evit attriti concorrenziali e incoraggi la cooperazione,
rendendo in tal modo il proprio successo dipendente dal successo altrui. Questa
parziale collaborazione in circuiti commerciali connessi aument la loro conoscenza del
mercato in cui operavano, diminuendo i rischi derivanti da imprese commerciali
rischiose, aumentando la reddittivit dei loro affari. La concorrenza era tuttavia
presente, ma fintantoch lespansione commerciale era in fase di crescita, la
concorrenza regolava i rapporti tra le potenze, alle quali spettavano i contributi in base
alla percentuale di investimenti fatti volti allespansione globale del commercio. Ma
quando i profitti derivanti dal capitale reinvestito nel commercio iniziarono a non
essere pi tollerabili, la competizione si trasform in concorrenza spietata e la
concorrenza spietata assunse anche la forma di guerra vera e propria. Alla met del
XIV inizi quella che Braudel defin Guerra italiana dei 100 anni, sancita con la pace
di Torino (1381) grazie alla quale Venezia estromise Genova dai mercati redditizi del
mediterraneo orientale, e la pace di Lodi (1454) dove Milano assunse il controllo della
Lombardia e Firenze della Toscana. Fu quindi istituzionalizzato lequilibrio del potere
dellItalia settentrionale.
Tuttavia i conflitti non finirono qui, in quanto i gruppi dominanti delle citt-stato erano
costantemente circondati da nemici: lo stato, la cui sopravvivenza dipendeva dal
potere, cercava continuamente sempre pi potere.
qui che si svilupp il capitalismo come sistema storico sociale. Le citt si trovarono
ad affrontare continue crisi fiscali dovute alle enormi spese militari, con la
conseguenza che i capitali degli stati iniziarono ad essere amministrati da una classe
capitalistica (creditori private piuttosto che famiglie aristocratiche) sempre pi
potente. Questo processo ebbe luogo attraverso la migrazione dei capitali eccedenti
che non trovavano pi un investimento redditizio nel commercio verso il finanziamento
delle attivit belliche. Ma quando anche questo settore di investimento inizi a
diventare controproducente, divenne pressante lesigenza di proteggersi con accordi
sulla concorrenza. Una volta che le espansioni commerciali raggiungono i propri limiti,
il benessere e la sicurezza vengono a dipendere dalla consapevolezza che questi limiti
non possono essere superati.
Fu a questo punto che si svilupp la sfera invisibile dellalta finanza. Viene
concepita, nella sua forma moderna, nella Firenze allinizio del XIV secolo al termine
dellespansione commerciale, quando:
- I senesi viaggiarono nel Nord dellEuropa come esattori papali, riconoscendo fin
da subito i vantaggi che derivavano dal diventare i banchieri del Papa;
- Attraverso il commercio della lana per conto di Firenze, canale distributivo che
form e rafforz le sue reti commerciali e dellalta finanza in Europa.
Quando il tasso di crescita del commercio della lana rallent, i mercanti-banchieri
fiorentini trovarono una nuova base nella crescente domanda di capitale da parte

delle potenze territorialiste emergenti in Europa. La guerra dei 100 anni anglofrancese svolse un ruolo decisivo nello sviluppo dellalta finanza fiorentina, ma la
deindustrializzazione naturale di Firenze (che cre disordini economici, politici e
sociali) unita alla dichiarazione di insolvenza da parte di Edoardo III nei confronti
dei fiorentini port al grande crollo della prima met del XIV secolo, decretando la
disfatta delle famiglie dei Bardi e Peruzzi. Seguirono unintensificazione degli
antagonismi, disordine del mercato, a cui si aggiunse la Morte nera e le successive
epidemie. Ci furono diverse rivolte, tutte sedate, anche con la forza. Gli strati della
classe lavoratrice colpiti non potevano fare nulla rispetto alle esigenze
dellaccumulazione capitalistica.
Fu in questa instabilit che compar la famiglia dei Medici, la quale assunse
letteralmente il governo fiorentino e lo insedi. Questo fu reso possibile, e mantenuto
tale, grazie a una serie di aspetti:
- Avendo accumulato ricchezza e capitale in anticipo, la famiglia riusc a prendere
rapidamente il posto lasciato dai Bardi e Peruzzi;
- La famiglia operava una scelta molto selettiva dei governi a cui concedere
prestiti;
- Avevano una spiccata capacit di formazione dello stato, e investivano i profitti
ottenuti in attivit che non li avevano generati. Queste spese sembrarono
apparentemente improduttive, ma frenarono le avventure commerciali
potenzialmente incerte e, per via dello sfarzo e dellostentazione che questo
tipo di reinvestimento port, forn le filiali estere di unarma psicologica durante
la conduzione di affari con la loro clientela aristocratica.
- Sfruttarono le condizioni sistemiche che non fecero nulla per creare. Dopo il
crollo nella struttura dellalta finanza, la Morte nera e lo scisma del papato, i
Medici si affermarono alla corte papale e si avvicinarono alla questione della
concorrenza per il capitale mobile tra Francia e Inghilterra.
Con il passare del tempo, il costante bisogno di supporto finanziario da parte delle due
nazioni fin per risucchiare i Medici tra le fila dellaristocrazia europea, in quanto
assunsero posizioni decisionali di rilievo nella storia del mondo. Questo li allontan sia
dal commercio che dalla finanza, mostrando la loro estrema abilit di mutamento a
seconda delle condizioni economiche dominante in un dato momento.
Il primo ciclo sistemico di accumulazione (Genova)
Il capitalismo finanziario genovese si inizi a sviluppare nella seconda met del XIV
secolo. Genova si era mossa prima delle altre citt-stato per quanto riguarda
lacquisizione territoriale. Quando le altre citt-stato iniziarono ad annettere i territori
vicini, Genova aveva gi esteso i suoi territori da tempo, ma questi erano in mano a
unaristocrazia terriera che era da sempre rimasta alla testa anche delle principali
iniziative commerciali. Una volta che la pressione concorrenziale si intensific,
laristocrazia terriera inizi nuovamente a investire i capitali eccedenti nella
formazione dello stato e nellacquisizione territoriale, tagliando fuori la classe
mercantile genovese dallalta finanza e costringendoli a conservare in forma liquida i
loro capitali eccedenti.
Listituzione della Casa di San Giorgio (1407), che incorporava tutti i creditori privati
dello stato genovese, fu quindi un momento decisivo per lautoorganizzazione della
classe capitalistica genovese. La Casa successivamente prese il controllo delle finanze
del governo risolvendo i problemi economici della citt, e facendo fiorire lideologia
della moneta stabile, in quanto necessitavano di ununit di conto affidabile per
poter misurare i profitti e le perdite delle loro attivit commerciali e finanziarie.
La disintegrazione commerciale che colp il continente eurasiatico a cavallo tra il XIIXIV secolo fece crollare le fortune commerciali genovesi. Genova si trovava ora in
questa situazione:
- Rapida chiusura della rotta per la Cina attraverso lAsia centrale (Venezia);

Accerchiamento del commercio nel Mediterraneo (Ottomani, veneziani,


catalano-aragonesi);
- Ascesa di potenti citt-stato intorno ai territori genovesi.
Laristocrazia terriera decise di ritararsi dal commercio e investire i profitti in terre,
castelli e protezione. Questo ritiro aggrav la crisi di sovraccumulazione, riducendo gli
sbocchi remunerativi di reinvestimento nella terra e nella formazione dello stato, ma
soprattutto accrebbe la consapevolezza genovese di non essere autosufficiente
nellorganizzazione della protezione dei suoi traffici. In queste condizioni, il capitale
inizi a ripiegare verso leconomia interna, causando unimplosione che nel XV secolo
provoc disordini politici, e sovrabbondanza di mezzi di pagamento.
In risposta alla crisi, i mercanti-banchieri genovesi attuarono una trasformazione che li
port ad essere la pi potente classe capitalistica dellEuropa del XVI secolo. Essi
diventarono i pi importanti creditori della regione iberica, e acquisirono il
controllo del commercio castigliano. Oltre ad avere fortuna con la scommessa
sul commercio castigliano (il quale venne finanziato dai genovesi con mezzi monetari
senza eguali), la penisola iberica era il luogo ideale per trovare alleato produttori di
protezione.
Quindi, lespansione materiale del primo ciclo sistemico di accumulazione fu favorita e
organizzata da una componente territorialista iberica e da una capitalistica genovese.
Questalleanza del XV secolo si bas sullidea che ciascuna parte poteva garantire
allaltra ci di cui aveva maggiormente bisogno.
Le avventure commerciali di lunga distanza e le esplorazioni dellAfrica occidentale
comportavano rischi alti e incalcolabili, che andavano oltre la logica razionale
genovese. La stessa logica della realizzazione del profitto limitava la valorizzazione del
capitale genovese, minacciandolo cos di autodistruzione.
Lalleanza con i governanti territorialisti iberici, spinti da motivazioni diverse dal
profitto calcolabile, fu lovvia via duscita da questimpasse.
Il potere del capitale genovese era tale da influire politicamente a livello europeo,
consolidando il controllo sulle finanze spagnole a spese dei loro debitori o rivali su cui
trasferirono le perdite e le difficolt. Il rapporto di scambio politico con gli iberici fu
mantenuto non pi attraverso il commercio, ma la finanza. Questo spostamento
continu a sostenere sia la reddittivit delle attivit genovesi sia la mira
espansionistica spagnola, principalmente trasformando in oro largento americano. Fu
quindi labilit genovese di trasformale largento in oro nelle fiere, piuttosto che
largento stesso, a consentire la politica spagnola di potere mondiale.
Con il passare del tempo, nemmeno le fantastiche abilit del finanzieri genovesi
poterono tener testa a condizioni sistemiche sempre pi sfavorevoli. Anzi, le strategie
di accumulazione genovesi tesero ad aggravare la situazione.
Leclissi dei genovesi nellalta finanza, lerosione del potere della Spagna imperiale, lo
scioglimento dellalleanza genovese-iberica e un accentuarsi della concorrenza che
port lotte sia interne alle citt-stato che tra di loro, segnarono la fine dellera
genovese.
Il secondo ciclo sistemico di accumulazione (Olanda)
La fine dellera genovese segna anche la fine delle citt-stato come centri di
accumulazione del capitale. Innanzitutto perch, dopo la fine della guerra anglofrancese, i conflitti di fatto non diminuirono, basti pensare al conflitto franco-spagnolo,
le guerre di religione in Germania e la guerra di indipendenza olandese. Le citt-stato
italiane, oltretutto, non si erano rese conto di non essere pi nella posizione di poter
convocare a piacimento le potenze territorialiste e mandarle via allo stesso modo. La
loro disfatta fu sancita con la guerra franco-spagnola disputata sul territorio italiano,
che le pose definitivamente in una posizione di inferiorit rispetto ai centri di
accumulazione pi dinamici.

Questi non erano pi citt-stato, non erano organizzazioni statali o imprenditoriali.


Erano i mercati, soggetti politicamente allautorit che li ospitava ed
economicamente da gruppi capitalistici esteri espatriati, che si consideravano ed
erano riconosciuti come nazioni. Questi padroneggiavano uno strumento di
monetario, la lettera di cambio, che permetteva loro di ottenere profitti non tanto dal
commercio delle merci in s, ma dalle differenze esistenti fra i valori delle
valute.
Questattivit rese un servizio molto utile anche ai clienti delle nazioni, ossia i
mercanti o finanziari. Le nazioni liberavano i loro clienti dai rischi connessi al trasporto
di mezzi di pagamento in condizioni non familiari e imprevedibili. Quella che per i
clienti della nazione sarebbe stata unavventura e costosa rischiosa, per i membri
della nazione era pressoch priva di costi e rischi, aumentando i profitti.
Per mantenere alti i profitti era necessaria una cooperazione dal parte delle nazioni e
una loro specializzazione in una nicchia di mercato che non intralciasse le altre
nazioni. La cooperazione avveniva anche mediante lo scambio di informazioni tra le
nazioni su come influenzare le fluttuazioni di cambi, attraverso accordi commerciali e
finanziari e attraverso la compensazione di promesse di pagamento. Questi sono i
motivi per cui le nazioni si riunivano in fiere, ossia luoghi di mercato centrali come
Anversa o Lione.
Ma quando la concorrenza prese il posto della cooperazione la centralit dei mercati
venne progressivamente indebolita e infine distrutta.
Lascesa dellOlanda ebbe inizio durante la sua guerra dIndipendenza. Quando la
Spagna, su ordine di Genova, fu inviata a occupare i Paesi Bassi (principalmente per
garantire il prelievo fiscale) la mossa si ritorse contro gli invasori. Attraverso azioni di
rappresaglia e pirateria gli olandesi presero il controllo del mare, iniziarono a evadere
le tasse e imposero una pressione fiscale rovesciata sulla Spagna. Quando il centro
imperiale si indebol e le guerre proliferarono, la pace di Vestfalia istituzionalizz il
nuovo equilibrio del potere europeo.
Durante queste lotte la principale fonte di ricchezza olandese fu il Mar Baltico, sul
quale il commercio era redditizio ma stagnante, nel senso che i frutti di questo
commercio non erano e non potevano essere condizionati dallOlanda, ma piuttosto
furono questi a condizionarla. Gli olandesi, in effetti, ebbero la fortuna di trovarsi nel
posto giusto al momento giusto, e dovettero solo farsi trasportare dalla corrente e
manovrare le vele per sfruttarla.
La crescente domanda di grano e scorte navali non trovava una corrispondente offerta
nel Mediterraneo, i cui approvvigionamenti andarono ad esaurirsi. La domanda quindi
si concentro nella regione baltica, dove lofferta era presente, ma non potendo
comunque ancora soddisfare la domanda permise ai mercanti olandesi di sfruttare
questo squilibrio. Esercitando un saldo controllo del Baltico, gli olandesi si trovarono a
possedere un ampio e costante flusso di eccedenze che, saggiamente, non
reinvestirono nellulteriore espansione del commercio baltico. I capitali eccedenti
furono cos riutilizzati:
- Acquisizione di spazi rurali per investimenti nella terra e nellagricoltura;
- Investimento nel consumo vistoso di prodotti culturali, trasformando Amsterdam
nel centro del clima dellIlluminismo;
- Investimento nelle attivit belliche, questa volta per internalizzando i costi
di protezione attraverso uno scambio politico con unorganizzazione
territoriale locale. Naque cos la potenza congiunta delle Province Unite.
Lespansione del raggio dazione commerciale olandese da regionale a globale fu
sospinta dalla combinazione di tre politiche connesse:
1. Centralizzando Amsterdam come magazzino del mondo, nel quale venivano
immagazzinate merci acquistandole nel momento in cui lofferta era elevata e
mettendole in vendita nei momenti strategici di scarsit di offerta.
2. Trasformando Amsterdam anche nel centro della finanza mondiale, creandovi la
prima borsa valori in seduta permanente. Questo cre un circolo virtuoso

nel quale la crescente importanza di questa borsa imponeva a qualsiasi grande


organizzazione di essere rappresentata ad Amsterdam. Grazie alla Borsa, i
capitali venivano riciclati da attivit stagnanti ad attivit pi remunerative,
portando enormi profitti sia derivanti dallambito commerciale, sia da quello
militare e industriale.
3. Dare vita a grandi compagnie per azioni privilegiate, per esercitare diritti
commerciali e di sovranit oltreoceano. Oltre ai profitti e dividendi, queste
compagnie erano tenute ad esercitare attivit belliche e di formazione dello
stato (la VOC fu la pi potente e famosa di queste organizzazioni).
Le capacit degli olandesi tuttavia non erano illimitate. Il successo della loro strategia
di accumulazione fin per essere la loro limitazione, in quanto altri governi territorialisti
iniziarono ad imitare gli olandesi: quanto pi gli olandesi ebbero successo, tanto pi i
governanti territorialisti europei furono attratti dal loro percorso di sviluppo (situazione
in seguito definita mercantilismo). Lentamente, i governi centrali iniziarono ad
instaurare rapporti orizzontali con produttori e consumatori, sganciandoci sempre di
pi dal rapporto di dipendenza con gli olandesi.
I mercanti olandesi, non potendo far nulla per contenere o controllare il mercantilismo,
decisero di ritirarsi dal commercio e concentrarsi sullalta finanza e di trarre
vantaggio dal mercantilismo stesso.
Laumentare delle pressioni concorrenziali,
dopotutto, ampliarono il bisogno di denaro e di credito. Almeno inizialmente,
questa intensificazione delle lotte fra stati capitalistici e territorialistici (tra le quali le
guerre commerciali tra Inghilterra e Francia, la quella di successione austriaca, e la
guerra dei sette anni per il controllo dellAmerica del Nord e lIndia) cre condizioni
favorevoli alle attivit finanziarie olandesi. Il queste circostanze, la classe capitalistica
olandese prese le distanze dalle lotte e ne gest il capitale mobile che queste
generavano.
Ma il sentimento territorialista che incombeva in Europa raggiunse infine anche gli
olandesi. Quando lOlanda sostenne la Francia nella guerra contro lInghilterra,
lInghilterra ebbe la meglio e reag rabbiosamente alle prese di posizione olandesi,
distruggendone la potenza navale. E nel corso delle guerre napoleoniche (fine XVIII
secolo) le Province Unite furono cancellate dalla mappa dellEuropa.
Il terzo ciclo sistemico di accumulazione (Inghilterra)
Durante il XVIII secolo Londra guadagno terreno rispetto ad Amsterdam nel capo
dellalta finanzia sia grazie alla supremazia nelle guerre in Europa per il mondo
extraeuropeo, sia per la quantit di capitali eccedenti genovesi investiti nelle imprese
britanniche. Il declino olandese non ne signific la rovina del capitale, anzi, fino quasi
la fine del XVIII secolo, vi fu un periodo di transizione caratterizzata da un dualismo di
potere nellalta finanza. Il nuovo centro rivale superava di gran lunga la forza
economica del vecchio centro, ma questultimo non aveva ancora le capacit e
conoscenze necessarie ad assumere il ruolo di nuovo regolatore del motore
capitalistico.
Con le guerre napoleoniche la presenza olandese nellalta finanza fin, dando spazio
allInghilterra per una nuova fase di espansione materiale.
La posizione di rilievo assunta dallInghilterra, unita alla diffusione della
meccanizzazione nel settore produttivo, port una fenomenale dilatazione
nellindustria britannica. La fornitura di prodotti alle nazioni di tutto il mondo veniva a
sua volta pagata in merci primarie utili alla produzione della stessa, accelerando
ulteriormente il reinvestimento del capitale nella produzione.
Il dilatarsi della produzione, i capitali eccedenti provenienti da tributi esteri e dal fatto
che Londra fosse il nuovo principale mercato monetario, portarono surplus monetari
che crearono inevitabilmente le condizioni per unespansione finanziaria.
Sebbene la grande depressione del 1873-96 viene appunto considerata un periodo di
crisi, in realt si tratt di una spietata concorrenza sui prezzi e su una cos rapida

espansione del commercio che i profitti non potevano essere mantenuti. La cosa
contagi relativamente lInghilterra, in quanto nel momento della crisi il suo potere
espansionismo era allapice, inglobando economie di tutto il mondo. Le altre nazioni,
sebbene la crisi avesse incrementato la concorrenza, non arrivarono mai a scontrarsi
tra loro o con la potenza egemone in quanto dipendevano le une dalle altre ed erano
imperniate nel Regno Unito.
A partire dal 1870 circa, comunque, le pressioni concorrenziali diedero vita alle
condizioni gi favorevoli per lespansione finanziaria, e il contesto internazionale
creato dallespansione inglese port alla formazione del capitalismo internazionale. Per
circa mezzo secolo il capitale finanziario e lalta finanza svolsero il ruolo di principale
legame fra organizzazione politica e economica del mondo. In questo ambito, la casa
dei Rothschild svolse il compito di regolatori delle finanze del motore imperiale, una
mano invisibile al servizio (e serviti) dellorganizzazione imperiale.
Questa mano invisibile promosse un allentamento delle pressioni concorrenziali che
avevano caratterizzato la crisi fino al 1896; i prezzi e i profitti tornarono a salire, la
fiducia torn e gli stati tornarono a competere per il capitale mobile spostato dal
commercio alla finanza (messo disponibile come credito). Questi crediti furono investiti
nelle attivit belliche, e lesito della I GM si tradusse in unulteriore espansione
dellimpero britannico.
Le motivazioni che stanno alla base del successo britannico sono diverse:
1. Internalizzazione dei costi di produzione: processo attraverso il quale le
attivit produttive furono condotte e sottoposte alle sfere organizzative delle
imprese capitalistiche, adottando le loro tipiche tendenze al risparmio. Questo
avvenne ovviamente in patria ma anche nelle colonie, attraverso societ per
azioni privilegiate.
2. Consolidamento della flotta navale inglese: questa si preoccup di non
avere rivali come punti di smistamento delle transizioni a livello mondiale,
attraverso mercanti, contrabbandieri e pirati. Fu anche determinante
nellassicurarsi materie prime incorporando nei propri territori nazioni ritenute
tattiche.
3. La moneta stabile di Elisabetta I. tale fino al 1931, la sterlina fu stabilizzata
nel 1560-61 su consiglio di Gresham. Questo port facilit di credito, sicurezza e
fiducia nei contratti.
4. Armonizzazione tra le due diverse logiche capitalista e territorialista.
Tuttavia, le dimensioni mondiali assunte dallimpero britannico furono esse stesse a
limitarne la continuit. In patria, lintroduzione delle macchine fu fonte di squilibri
economici e sociali: aumenti dei prezzi e dei redditi, mutazione dei modi di lavoro
abituali, flessioni in positivo e negativo delloccupazione.
Allestero, lintroduzione delle macchine rese leconomia interna britannica
estremamente dipendente dalle esportazioni e dagli approvvigionamenti essenziali.
Per mantenere alto e costante questo flusso, lInghilterra cerc di promuovere una
politica di libero scambio, abbattendo il monopolio delle sue stesse societ per azioni
privilegiate.
Al polo opposto, il movimento protezionista si materializz nella Germania di Bismark.
Questa politica fu dovuta a disoccupazione, rivolte operaie, recessione industriale e
commerciale e crisi fiscale.
Il declino della potenza britannica ebbe inizio con lo scoppio della I GM. Inizialmente
fu facile per lInghilterra controllare lofferta di capitale, dettando le condizioni alla
base dei prestiti e ad esternalizzare gli oneri della lotta. Ma con lo scoppio della
guerra, i costi di protezione superarono i benefici e segnarono il destino del regime di
accumulazione britannico.
LInghilterra oltretutto, in quanto prima nazione creditrice degli USA, stim che con i
proventi derivanti dai prestiti si potessero pagare 5 anni di guerra, stima rivelatasi
errata e catastrofica. Quando gli USA entrarono in guerra e abolirono le restrizioni sui
prestiti allInghilterra, questa continu, stremata, a contrarre debiti dagli americani.

Bisogna aggiungere che il 33% dei crediti sparsi nel mondo erano legati a una Russia
insolvente.
Dopo la guerra lInghilterra era ancora leader nella regolamentazione del mercato
mondiale, ma a lei si affiancarono gli USA ed entrambe le loro monete diventarono
valute di riserva a pieno titolo, ma la Gran Bretagna era nettamente superiore dal
punto di vista organizzativo e intellettuale.
Sul piano interno, durante tutti gli anni 20 gli Stati Uniti registrarono una crescita
economica senza precedenti o eguali, aumentando la competitivit e mettendo i paesi
debitori sempre pi in difficolt ad assolvere i loro impegni. Il boom di Wall Street del
1928 fece dirottare i capitali eccedenti verso la speculazione interna, e linaspettata
richiesta da parte degli USA ai loro debitori di rimborsi a breve termine sfoci nel
blocco di prestiti americani e alla successiva recessione statunitense.
Qui scomparve lalta finanza, croll definitivamente leconomia-mondo imperniata sul
Regno unito, croll la Societ delle nazioni, ascese il Nazismo in Germania, i piani
quinquennali in Russia e il New Deal in America.
Il quarto ciclo sistemico di accumulazione (Stati Uniti)
Dopo la guerra venne ad instaurarsi un nuovo ordine mondiale imperniato sugli Stati
uniti.
- Nuovo sistema monetario mondiale: il Federal reserve system si
preoccupava di salvaguardare il modo di regolamentazione del denaro mondiale
di Bretton Woods. Secondo questo sistema il denaro mondiale veniva prodotto
da una rete di organizzazione motivate da considerazione di benessere,
sicurezza e potere, il denaro pass da mani private a mani pubbliche.
- Nuovi mezzi di distruzione: armi nucleari (V. Hiroshima e Nagasaki).
- Norme e regolamentazioni per la guerra e formazione degli stati: Carta
delle Nazioni Unite.
Il superamento da parte degli USA del disastro causato dalla politica di libero
scambio britannica avvenne attraverso:
- Linternalizzazione degli elementi costitutivi delleconomia (produzione, acquisto
e vendita, capitale, lavoro, ecc.) grazie allenorme territorio a loro disposizione;
- Lintegrazione verticale della produzione;
- Il controllo dallalto di prezzi, quantit e tempistiche di commercio delle merci;
Questo superamento port la centralizzazione negli USA della liquidit mondiale, per
con una forte asimmetria tra la forza del mercato interno e la frammentazione e
povert dei mercati esteri. Questa impasse che imped il riciclaggio della liquidit dopo
la II GM fu superata con linvenzione della Guerra Fredda. Il Piano Marshall diede
inizio alla ricostruzione dellEuropa a immagine somiglianza dellAmerica e al pi
imponente riarmo in tempo di pace mai registrato, tutto questo grazie alla crociata
anticomunista guidata dagli USA.
Gli anni tra linizio della Guerra di Corea (1950) e gli accordi di pace di Parigi (1973)
che sancirono la fine della guerra in Vietnam furono gli anni della pi grande crescita
economica della storia del capitalismo.
Ovviamente, come in ogni fase di espansione materiale si and a innescare
unintensificazione delle pressioni concorrenziali che causarono un massiccio ritiro del
capitale dalla produzione e dal commercio. La crisi del regime statunitense fu
annunciata negli anni 1968-1973 in tre sfere distinte e connesse:
- Militarmente: lintera faccenda del Vietnam port cattiva luce e insicurezza nei
confronti degli USA;
- Finanziariamente: il Federal reserve system fu in difficolt a salvaguardare il
modo di regolamentazione del denaro mondiale di Bretton Woods;
- Crisi ideologica: la crociata anticomunista perse legittimit.

Prima del crollo del 68 avvenne un forte aumento dei salari (che contraevano gli
investimenti) e, cosa pi importante, laumento dei prezzi si materializz nel primo
shock petrolifero aggravando ulteriormente la crisi di reddittivit.
Laumento dei salari port a una massiccia iniezione di potere dacquisto
nelleconomia-mondo, generando uninflazione e una massiccia fuga di capitali verso i
mercati monetari offshore. Quando le grandi imprese statunitensi si indirizzarono
verso le nuove frontiere aperte, la produzione di denaro ripass da mani pubbliche a
mani private, riaffermando la centralit di Washington. Istituendo il pure dollar
standard (1973-1978) il governo USA ebbe una libert di azione incredibile nella
produzione del denaro.
Questa crescita esplosiva di fondi liquidi (custoditi a Londra) port alla creazione del
mercato delleurodollaro e delleurovaluta, dato che gli USA non riuscirono ad arginare
la marea crescente di speculazione dovuta allabbandono del regime dei cambi fissi
verso i cambi variabili.
La sostituzione del regime dei cambi fissi con quelli variabili fu per associata ad
unaccelerazione della tendenza dei governi a perdere il controllo sulla produzione e la
regolamentazione del denaro mondiale.
Nel 1978 il governo degli Stati Uniti strinse uno storico accordo di alleanza con la
comunit finanziaria, il quale consistette nel sostituire le politiche monetarie espansive
statunitensi con politiche estremamente restrittive. Inizi qui la belle poque
reaganiana.
Nel tentativo di bloccare i rendimenti del capitale in continua caduta, gli USA e le
potenze europee raggiunsero un accordo che mirava a contenere le fluttuazioni tra le
varie monete (Sistema monetario europeo, pensato per sostituire il dollaro come
moneta di cambio in caso di un peggioramento, e Unit monetaria europea).
Tutti questi tentativi di mantenere il controllo furono pi controproducenti che
inefficienti, e la crisi finanziaria andr di pari passo con la crisi militare e di legittimit.
Queste ultime due si manifestarono nellincapacit degli Stati Uniti di far fronte alla
questione della decolonizzazione, e la formazione del Terzo mondo fu vista come una
minaccia. Questo port negli anni 70 a una corsa al riarmo per entrambe i blocchi
(statunitense e sovietico) per lapprovvigionamento di materie prime in queste regioni.
Il tentativo americano di manipolare lequilibrio di potere sfoci un disastro proprio
dove sarebbe stato importante avere successo: in Medio Oriente.
Gli USA si concentrarono cos nei rapporti con lalta finanza privata, vedendo la
rifioritura degli anni 80 e un crollo del terzo mondo. sorprendente come i beneficiari
di quella che sembr essere una nuova belle poque non si rendevano conto che la
situazione attuale fosse solo dovuta allo spostamento della crisi da un insieme di
relazioni a un altro.
Ci che succeder in futuro non ancora dato sapere, ma quella in corso rispetta tutti
i canoni della fase terminale dellespansione finanziaria. A questo punto una nuova
nazione egemone dovrebbe sorgere dallo sgretolamento della potenza americana, ma
per assicurarsi il dominio dovrebbe estendere il proprio controllo ancora pi in l del
gi mondiale ciclo sistemico di accumulazione statunitense. Questa potenza egemone
dovrebbe essere in grado di internalizzare non solo i costi di protezione, produzione e
transizione, ma anche quelli di riproduzione di forza lavoro e materie prime, entrambe
trovate dalle precedenti nazioni egemoni in territorio extranazionale.
Lascesa delle potenze asiatiche, in particolare la Cina, possono lasciar intendere che
la nuova egemonia sar orientale, ma una quantit tale di variabili (eventuale prima
nazione non europea/occidentale, possibilit non chiare per una nuova spinta verso
lalto e molte altre) non permette previsioni accurate.

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