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Meteorologia dinamica

PROF. ENRICO FERRERO


25 novembre 2009

Figura 1: Misure Lagrangiane e misure Euleriane

I MOTI ATMOSFERICI

I moti atmosferici sono descritti da un insieme di 3 equazioni differenziali:


Conservazione della massa (equazione di continuit`a)
Conservazione della quantit`a di moto (equazioni di Navier-Stokes)
Conservazione dellenergia (primo principio della termodinamica)
Inoltre, per chiudere il sistema `e necessaria una quarta equazione, lequazione di stato dei gas ideali.
Nello studio dei fenomeni atmosferici, e pi`
u in generale in fluidodinamica, si distinguono due modi per descrivere le variabili fisiche: Euleriano e
Lagrangiano.
Nella descrizione Euleriana le variabili vengono osservate da un punto
fisso di coordinate x,y,z e sono funzione di queste coordinate, oltre che naturalmente del tempo, per esempio: u(x, y, z, t): coordinate Euleriane. Nella
descrizione Lagrangiana si segue il moto delle particelle di fluido. Le variabili dipendono quindi dalla posizione iniziale (al tempo t = 0) e dal tempo
u(x0 , y0 , z0 , t): coordinate Lagrangiane.
, di una variabile atmosLa variazione temporale totale (o sostanziale) d
dt
ferica `e data dalla somma della sua variazione locale nel tempo
pi`
u il
t

termine avvettivo dovuto al moto del fluido u x + v y + w z :


d

=
+u
+v
+w
dt
t
x
y
z
2

(1)

In questa relazione la parte a sinistra delluguale rappresenta la derivata


in coordinare Lagrangiane, in cui la variabile dipende solo dal tempo (e dalla
posizione iniziale). La parte a destra delluguale corrisponde alla derivata
in coordinate Euleriane in cui la variabile dipende sia da t sia dalle coordinate spaziali x, y, z. La relazione permette il passaggio dalle coordinate
Lagrangiane a quelle Euleriane.

`
LEQUAZIONE DI CONTINUITA

Questa equazione esprime il bilancio di massa in un volume V.


Se la variazione di massa `e dovuta solo al flusso attraverso la superficie S
che contorna il volume V allora ( densit`a):
Z
Z

dV =

vn
dS
(2)

t V
S
essendo n
il versore normale alla superficie e v il vettore velocit`a. Assumendo che il volume V non vari nel tempo e applicando il teorema della
divergenza si ottiene

Z 

+ (
v ) dV = 0
(3)
t
V
che dovendo essere soddisfatta per qualunque volume V implica:

+ (
v) = 0
t

(4)

che costituisce la forma Euleriana dellequazione di continuit`a. Per fluidi


incomprimibili si ha
v = 0
(5)
Si noti che unanaloga equazione `e valida per la concentrazione C di molte
sostanze che sono trasportate nellatmosfera, come p.e. vapore dacqua e
inquinanti:
C
+ (C v) = R
(6)
t
dove R rappresenta le sorgenti (produzione) e i pozzi (distruzione) della
sostanza.
Utilizzando lidentit`a
(
v ) = v + v

(7)

lequazione di continuit`a pu`o essere riscritta come segue:


d
+ v = 0
dt

(8)

che rappresenta la sua forma Lagrangiana, dove il simbolo (operatore) dtd =

+ v rappresenta la derivata totale somma della variazione locale nel


t
tempo e del termine avvettivo.

LEQUAZIONE DI STATO

Per un gas lontano dal punto critico vale, con buona approssimazione lequazione di stato
pV = nRu T
(9)
dove p `e la pressione, V il volume, T la temperatura assoluta, Ru `e la costante
m
universale dei gas (8.314 Jmol1 K 1 ), n il numero di moli (n =
: massa
0
divisa per la massa di una mole).
Dividendo per la massa m = n0 , lequazione pu`o essere riscritta in
Ru
altra forma ponendo R =
= 287m2 s2 K 1 , per aria secca e condizioni
0
standard:
p = RT
(10)
m
`e la densit`a. Se latmosfera `e umida bisogna considerare il
dove =
V
vapore dacqua. Il contenuto di vapore dacqua pu`o essere caratterizzato
dallumidit`a specifica:
0
mv
q=
= v
(11)
m

cio`e il rapporto tra la massa del vapor dacqua mv e la massa dellaria umida
m = mv + md dove md `e la massa dellaria secca. Inoltre 0v = v1v = mVv e
0d = v1d = mVd , dove vv e vd sono i volumi specifici, per cui = 0v + 0d . Si
ricordi che il vapore `e pi`
u leggero dellaria umida che a sua volta `e molto pi`
u
leggera dellaria secca v < < d . Dove v e d sono le effettive densit`a del
vapor dacqua e dellaria secca.
La pressione atmosferica `e la somma delle pressioni parziali dellaria secca
pd e del vapore dacqua e (legge di Dalton). Supponendo che entrambi siano
gas ideali si ottiene:
 0

d
0v
0
0
p = pd +e = d RT +v Rv T = RT
+ 1.61
= RT (1 + 0.61q) (12)

essendo

Rv
R

28.96
18

= 1.61 il rapporto tra i pesi molecolari:


4

Per laria secca Ma = 28, 96g/mole


Per il vapore dacqua Mv = 18g/mole
oppure
p = RTv

(13)

Tv = T (1 + 0.61q)

(14)

dove,
`e la temperatura virtuale, ovvero la temperatura che deve avere una particella
daria secca per avere la stessa densit`a di una particella di aria con umidit`a
specifica q a parit`a di pressione. Inoltre Rv = 1.61R.
Nel caso in cui sia presente sia vapore sia liquido si ha,
= 0v + 0L + 0d

(15)

Tv = T (1 + 0.61q qL )

(16)

e
essendo qL = 0L / per il liquido.

IL PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA

Le variazioni di energia interna sono legate agli scambi di calore e di lavoro


dalla legge (primo principio)
dU = Q pdV

(17)

Per un processo adiabatico Q = 0 vale lequazione di Poisson


T1
=
T2

p1
p2

 cR

(18)

dove cp = 1007m2 s2 K 1 `e il calore specifico a pressione costante (diviso per


0 ).
La temperatura potenziale `e definita dallequazione di Poisson come la
temperatura raggiunta da una particella portata, con un processo adiabatico,
dalla pressione a livello p fino al livello 1000 mbar

=T

1000
p

 cR

(19)

Prendendo il logaritmo di questa espressione e differenziando otteniamo


d
dT
R dp
=

T
cp p

(20)

, il primo principio (per unit`a di massa) pu`o essere riscritto come segue
dU = Q d (pV ) + V dp = Q RdT + V dp

(21)

utilizzando la relazione di Mayer cp cv = R e la relazione dU = cv dT , si


ottiene:
cp dT = Q + dp
(22)
dove = V /(n0 ) = 1/ `e il volume specifico. Si tenga conto che in questa
espressione cp ed R sono divisi per 0 e quindi anche gli altri termini vanno
considerati per unit`a di massa.
Per tener conto dellumidit`a si sostituisce T con Tv e di conseguenza si
definisce v .
Derivando rispetto al tempo il primo principio e considerando la temperatura virtuale anziche quella assoluta per tener conto dellumidit`a, si
ha
1 dp
dT
=
+ S
(23)
dt
cp dt
che rappresenta sorgenti e pozzi di calore. Infine
dove si `e posto S = c1p Q
dt
con laiuto dellequazione derivata per si ha:
d

= S
dt
T

(24)

che rappresenta la variazione (in coordinate Lagrangiane, cio`e seguendo il moto della massa daria) della temperatura potenziale in funzione del tempo. Si
noti che essa dipende solo dalla presenza di sorgenti e pozzi di calore. In particolare se questi sono nulli la temperatura potenziale si conserva seguendo
il moto.

EQUAZIONI DEL MOTO (di Navier-Stokes)

La variazione della quantit`a di moto in un volume V `e data dalle forze sulla


superficie di tale volume, pi`
u le forze agenti sullintero volume.
Z
Z
Z
dui

dV =
Ti dS +
Gi dV
(25)
dt
V
S
V
per la i-esima componente, con i = 1, 2, 3, della velocit`a ui , dove
6

Figura 2: Superficie che racchiude un generico volume; dS rappresenta la


superficie infinitesima ed n la normale ad essa
Ti rappresenta le forze di superficie ed `e la i-esima componente del
tensore degli sforzi (stress) che definiremo dopo.
Gi rappresenta le forze di volume.
Applicando il teorema della divergenza:
Z
Z
Ti dV
Ti dS =

(26)

si ottiene:

dui
= Ti + Gi
(27)
dt
Le forze di volume corrispondono essenzialmente alle forze di gravit`a. Le
forze di superficie sono rappresentate dal tensore degli stress (sforzi) che pu`o
essere rappresentato come segue:

11 12 13
21 22 23
31 32 33

Le righe di questa matrice corrispondono ai vettori Ti con i = 1, 2, 3. Con


riferimento alla figura 3 si ha:
componenti normali
componenti parallele
7

Figura 3: Componenti del tensore degli sforzi


E un tensore simmetrico: ij = ji
Se il fluido `e senza attriti, non viscoso, si ha: ij = 0 per i 6= j inoltre
11 = 22 = 33 = p

(28)

e quindi

11 + 22 + 33
= p
(29)
3
La pressione e invariate per rotazioni (isotropia). Nel caso di fluido viscoso
si ha, per lipotesi di Newton:
ij = aij + bSij
dove

1
Sij =
2

ui uj
+
xj
xi

(30)

(31)

e il tensore simmetrico detto rate of strain (tasso di deformazione), e a e b


costanti. Essendo b = 2 , con coefficiente di viscosit`a dinamica, e poiche,
come si `e visto prima = 3p (dove si sottintende la somma su indice
ripetuto), si ottiene:
2
(32)
a = p S
3
Si noti che
u1 u2 u3
u
S =
+
+
=
=u
(33)
x1 x2 x3
x
si ottiene quindi:
ij = pij + ij
(34)
8

Figura 4: Schema raffigurante il gradiente di pressione


dove


ij =

ui uj
+
xj
xi

2 u
ij
3 x


(35)

= 0)
(se il fluido e incomprimibile, dallequazione di continuit`a, si ha: u
x
Sostituendo lespressione di ij nellequazione del moto 27 si ottiene:

dui
2 ui 1 2 u
p
+ 2 +
+ Gi
=
dt
xi
x
3 xi x

(36)

se il fluido e incomprimibile si ha:


dui
1 p
2 ui
=
+ 2 + Gi
dt
xi
x

(37)

dove = `e la viscosit`a cinematica.


Il primo termine a destra delluguale rappresenta le forze di gradiente
di pressione:
Il secondo termine rappresenta le forze di attrito viscoso:
G rappresenta la forza di gravit`
a.
Se il fluido si trova in un sistema di riferimento rotante (non inerziale)
come la terra bisogna trasformare lequazione precedente utilizzando le seguenti relazioni:
v =V+R
d
d
=
+
dt inerziale dt
9

(38)

Figura 5: Schema raffigurante le forze di attrito

Figura 6: Corpo in moto su un disco rotante

10

Figura 7: Schema raffigurante le forze di Coriolis


dove v `e la velocit`a nel sistema inerziale, V la velocit`a nel sistema rotante,
la velocit`a di rotazione terrestre ed R il vettore posizione rispetto al centro
della terra che individua la posizione della particella daria.
Si ottiene:
dV
dv
=
+ 2 V + ( R)
(39)
dt inerziale
dt
dove il secondo termine della parte destra e laccelerazione di Coriolis e
il terzo `e la forza centrifuga. Questultimo, di norma, viene inglobato nel
termine di gravit`a:
g = G ( R)
(40)
dando origine alla gravit`a effettiva g.
Scrivendo per componenti il termine di Coriolis:
2 ( V)i = 2i u

(41)

essendo e u sono le componenti dei vettori rotazione e velocit`a edijk il


tensore di Levi-Civita che vale:
+1 se (ijk) = (123) o (231) o (312)
-1 se (ijk) = (321) o (132) o (213)
0 se i = j o i = k o j = k
si ottiene:

1 p
2 ui
dui
=
+ 2 + gi3 2i u
dt
xi
x
Considerando il sistema di riferimento della terra (figure 8):
11

(42)

Figura 8: Sistema di riferimento della terra


asse x1 diretto lungo i paralleli verso EST
asse x2 diretto lungo i meridiano verso NORD
asse x3 perpendicolare al piano tangente.
e indicando con la latitudine, si ha per le componenti del vettore rotazione:

1 = 0
2 = cos
3 = sin

(43)

da cui si ottengono le componenti del termine di Coriolis:

2 ( V)1 = 2 sin u2 + 2 cos u3


2 ( V)2 = 2 sin u1
2 ( V)3 = 2 cos u1

12

(44)

SEMPLIFICAZIONE DELLE EQUAZIONI


BASE

Ogni variabile termodinamica viene scomposta in due parti: uno stato di


riferimento (sinottico) ed una perturbazione:
p = p0 + p00
= 0 + 00
T = T0 + T 00
= 0 + 00

(45)

dove, accanto alle usuali variabili termodinamiche, pressione (p), densit`a ()


e temperatura assoluta (T), `e stata introdotta la temperatura potenziale
(). Le variabili di riferimento soddisfano le seguenti equazioni del vento
geostrofico (si veda il prossimo capitolo):
Ug1 =

1 p0
f 0 x2

(46)

1 p0
f 0 x1

(47)

1 p0
= g
0 x3

(48)

p0 = 0 RT0

(49)

Ug2 =
equazione idrostatica:

equazione di stato:
dove con f si `e indicato il parametro di Coriolis f = 2 sin() (con
latitudine).
Utilizzando la (49) lequazione di stato per le variabili complete (p, e
T) diventa:
p00 = 0 RT 00 + 00 RT0 + 00 RT 00 ' 0 RT 00 + 00 RT0

(50)

e dividendo membro a membro per la (49):


T 00 00
p00
=
+
p0
T0
0
ed essendo per latmosfera

p00
p0

(51)

' 0 si ottiene:
T 00
00
'
T0
0
13

(52)

Daltra parte, dalla definizione di temperatura potenziale, considerando la


perturbazione come un differenziale e differenziando logaritmicamente (si
veda lanalogia con la relazione (20)) `e anche:
00
T 00 R p00
T 00
=

'
0
T0
cp p 0
T0

(53)

00
00
'
0
0

(54)

e quindi

Il termine di pressione e quello di gravit`a nellequazione di Navier-Stokes


possono essere riscritti, scomponendo le variabili, come segue:


1 p
p0 p00
1
00
+ gi3 =
+
+ (0 + )gi3
(55)
xi
(0 + 00 ) xi
xi
utilizzando le (46), (46) e (49) e trascurando le perturbazioni di densit`a
00 in tutti i termini tranne che in quello di gravit`a (approssimazione di
Boussinesq), la parte a destra delluguale dellespressione precedente puo
essere riscritta come:
1 p00 00
+ gi3
0 xi
0

(56)

1 p00 00
f Ug i3 +
gi3
0 xi
0

(57)

f Ug i3 +
e introducendo la relazione (54),

Con queste relazioni le equazioni del moto diventano:


1 p00 00
dui
2 ui
= f (u Ug ) i3
+ gi3 + 2
dt
0 xi
0
x

(58)

Si noti che lapprossimazione di Boussinesq `e valida per flussi atmosferici con scala verticale delle lunghezze inferiore a 1km. Da essa deriva
lincompressibilit`a del fluido e la soppressione delle onde acustiche. Nello
scrivere i termini di Coriolis si `e trascurato il termine 2 cos u3 per i=1 e
il termine 2 cos u1 per i=3, perche piccoli rispetto agli altri termini delle
rispettive equazioni.
E generalmente accettato che i flussi atmosferici e oceanici siano descritti
da queste equazioni. Non si conoscono soluzioni analitiche (se non in casi
semplificati), ma possono essere risolte numericamente. La complessit`a e
14

introdotta dai termini non lineari che derivano dalla relazione tra derivata
totale (Lagrangiana) e derivata parziale (Euleriana):
dui
ui
ui
=
+ u
dt
t
x

(59)

che determinano il comportamento caotico, la dipendenza dalle condizioni


iniziali e la non predicibilit`
a.
Un grosso problema nella soluzione di queste equazioni e dato dal grande
numero di scale spaziali e temporali che e necessario considerare. Questo
problema pu`o essere risolto con lipotesi di Reynolds: le variabili possono
essere scomposte in un termine medio (lettere maiuscole) pi`
u una fluttuazione
(lettere con apici), il primo termine corrispondente alla grande scala ed il
secondo alla piccola scala:
ui = Ui + u0i
p00 = P + p0
00 = + 0

(60)

le medie possono essere spaziali, temporali o dinsieme. Sostituendo e mediando le equazioni si ottiene:
Ui
1 P

2 ui u0 u0
Ui
+ U
= f (U Ug ) i3
+ gi3 + 2 i (61)
t
x
0 xi 0
x
x
essendo u0 = p0 = 0 = 0, dove la barra indica loperazione di media. Si
osservi che `e stata utilizzata la relazione:
u

ui
ui u
u
=
ui
x
x
x

(62)

dove lultimo termine `e nullo per condizione di incompressibilit`a ( u


). Quesx
ta relazione `e valida anche per valor medio e fluttuazione separatamente.
Analoghi procedimenti di media si possono applicare alle altre equazioni
differenziali che descrivono i moti atmosferici.
I termini u0i u0j costituiscono un tensore simmetrico detto tensore degli
stress di Reynolds e rappresentano la turbolenza. Il problema `e come
esprimere questi termini in funzione delle quantit`a medie in modo da chiudere
il sistema di equazioni e, per questo motivo, va sotto il nome di chiusura della
turbolenza.
Una semplice soluzione si ottiene immaginando che il moto turbolento
a piccola scala agisca sul moto a grande scala nello stesso modo in cui il
moto molecolare influenza il flusso macroscopico, introducendo il concetto di

15

viscosit`a turbolenta o eddy viscosity il tensore degli stress si pu`o esprimere in


funzione dei gradiente delle quantit`a medie, come segue:


Ui Uj
0 0
ui uj = T
+
(63)
xj
xi
dove si `e introdotta la viscosit`a turbolenta T che parametrizza la turbolenza.
Distinguendo tra viscosit`a turbolenza verticale T V e orizzontale T H per
tener conto dellanisotropia del flusso atmosferico si hanno i seguenti valori:
In atmosfera:
T V ' 10 m2 s1 ; T H ' 105 m2 s1

(64)

T V ' 0.01 m2 s1 ; T H ' 102 m2 s1

(65)

nelloceano:
dove si sono considerati valori diversi per la direzione verticale (v) e orizzontale (h) per tener conto dellanisotropia dei flussi atmosferici e oceanici. Per
confronto riportiamo i valori molecolari:
= 1.5105 m2 s1 per l0 aria; = 106 m2 s1 per l0 acqua.

(66)

Lo stesso procedimento pu`o essere applicato allequazione per la temperatura potenziale, che riscriviamo introducendo il termine di conduttivit`a
termica :
00
2 00
00
+ u
= 2 + S
(67)
t
x
x
introducendo lipotesi di Reynolds 00 = + 0 e mediando lequazione si
ottiene:

u0 0
+ U
= + S
(68)
t
x
x
dove i termini u0 0 sono i flussi turbolenti di calore che possono essere espressi
come:

u0 0 = H
(69)
x
avendo introdotto la diffusivit`a termica turbolenta H
Inoltre si `e trascurato il termine di conduttivit`a termica perche piccolo
rispetto a quello turbolento.

16

Tabella 1: SCALA SINOTTICA


U
W
L
H
P/
L/U

10ms1
1cms1
106 m
104 m
103 m2 s2
105 s

scala delle velocit`a orizzontali


scala delle velocit`a verticali
lunghezza di scala orizzontale
lunghezza di scala verticale
scala delle variazioni orizzontali di pressione
scala dei tempi

Tabella 2:
ANALISI DI SCALA DELLEQUAZIONE PER LA
COMPONENTE ORIZZONTALE
Eq. -x
Eq. -y
Scale
ms2

du
dt
dv
dt
U2
L
4

10

p
1 x
p
1 y

2 sin v
2 sin u
f0 U
103

P
L
3

10

2 cos w
f0 W
106

u
x
2

2v
x2

HU2
1012

IL FLUSSO GEOSTROFICO

Consideriamo la cosiddetta scala sinottica, definita dalle grandezze di scala


per le variabili che caratterizzano il moto atmosferico riportate in Tabella 1.
Utilizzando questi valori di scala possiamo valutare gli ordini di grandezza
e quindi la relativa importanza dei vari termini delle equazioni del moto non
mediate (eq. 42). In Tabella 2 `e riportata lanalisi di scala per le equazioni
delle componenti orizzontali.
Dove f0 = 2 sin ' 104 s1 per le medie latitudini e ' 105 m2 s1 .
Tenuto conto degli ordini di grandezza dei vari termini possiamo semplificare lequazioni del moto orizzontali mantenendo solo i termini dellordine
di 103 si ottengono cos` lequazioni per il moto geostrofico :
1 p
= f v
x
1 p

= fu
y

(70)

Il primo termine trascurato, perche di un ordine di grandezza inferiore, `e


la derivata temporale delle componenti della velocit`a, quindi queste equazioni
sono valide se il rapporto tra questo termine e quelli che le compongono e
molto minore di 1. In altre parole lapprossimazione geostrofica e valida se
17

Tabella 3:
ANALISI DI SCALA DELLEQUAZIONE PER LA
COMPONENTE VERTICALE
Eq. -z
Scale
ms2

dw
dt
WU
L
7

10

1 p
z
P0
H

10

-g 2 cos u xw2

g
f0 U
HW2
10
103
1015

il numero di Rossby definito come rapporto tra i termini inerziali (derivate


temporali) e quelli dovuti alla rotazione:
Ro =

U
fL

(71)

e molto minore di 1 (Ro << 1). Si noti che Ro e una quantit`a adimensionale e quindi indipendente dal sistema di misura utilizzato. Quando questa
condizione non e pi`
u valida, si debbono includere anche i termini inerziali,
cio`e utilizzare le equazioni quasi-geostrofiche:
du
1 p
=
+ fv
dt
x
1 p
dv
=
fu
dt
y

(72)

Per lequazione della componente verticale lanalisi di scala `e riportata


in Tabella 3: con P0 = 103 hP a e = 1Kgm3 . I termini pi`
u importanti
sono quelli di gradiente di pressione e di gravit`a, considerando solo questi
due termini si ottiene lequazione idrostatica:
1 p
= g
z

(73)

Questa equazione pu`o essere considerata una buona approssimazione dellequazione del moto verticale, in un gran numero di casi ed di scale di moto,
infatti i termini che la compongono sono di diversi ordini di grandezza maggiori degli altri. Tuttavia equazioni pi`
u complesse devono essere considerate
in casi in cui non sia possibile trascurare laccelerazione verticale (equazioni
non-idrostatiche).
Quindi per le scale qui considerate o, pi`
u in generale, quando le scale
del moto siano tale da dare un numero di Rossby minore di 1, la soluzione
18

Figura 9: Equilibrio idrostatico

Figura 10: Equilibrio geostrofico

19

Figura 11: Circolazione ciclonica


delle equazioni del moto e data dal flusso geostrofico che obbedisce al set di
equazioni dato dalle 70. 73. Per esempio con U = 10ms1 , f = 104 s1 ed
L = 1000 km si ha Ro = 0.1 Le equazioni precedenti rappresentano un moto
lungo le isobare(figura 8), cio`e curve lungo le quali la pressione `e costante,
infatti definendo il vettore geostrofico:
U (ug i + vg j)
si ha:

1
U 5p =
f

 


p
p
p
p
j
i+
j =0
i+
y
x
x
y

(74)

(75)

Si possono verificare due diverse situazioni:


In presenza di un minimo di pressione (L) si ha circolazione ciclonica
(figura 11)
In presenza di un massimo di pressione (H) si ha circolazione anticiclonica (figura 12)

IL VENTO TERMICO

In presenza di un gradiente orizzontale di densit`a si ha una variazione del


vento geostrofico con la quota.

Supponendo per esempio x


< 0, per lequilibrio idrostatico che implica
p = gz, deve essere z2 > z1 , quindi, come mostrato in figura 13, le
20

Figura 12: Circolazione anticiclonica

Figura 13: Schema raffigurante il fenomeno del vento termico

21

Figura 14: Coordinate isobariche


superfici isobariche sono inclinate verso lalto con pendenza crescente con la
quota, ne risulta che il gradiente orizzontale di pressione cresce con la quota
e quindi il vento geostrofico cresce con la quota.
Derivando rispetto a z le componenti del vento geostrofico:
1 p
ug
=
z
0 z x
1 p
vg
=
z
0 z y

(76)

e introducendo lequazione idrostatica si ottiene la variazione delle componenti del vento geostrofico con la quota in funzione del gradiente orizzontale
di densita:
g
ug
=
z
0 x
(77)
vg
g
=
z
0 y
Si noti che si e utilizzata lapprossimazione di Boussinesq, considerando
le variazioni di densit`a rispetto allo stato base solo nel termine di gravita.
Introducendo le coordinate isobariche, cio`e il sistema che utilizza come
coordinata verticale la pressione si ha:
 
 
 
p
p
z
=
(78)
x z=cost.
z x=cost. x p=cost.
il segno - tiene conto del fatto che p diminuisce con la quota (figura 14).
Utilizzando questa relazione e lequazione idrostatica si ha:
 
 
 
1 p
z

= g
=
(79)
x z=cost.
x p=cost.
x p=cost.
22

dove si e introdotto il geopotenziale definito dalla relazione


= gz
e quindi:
Z

(80)

gdz

(81)

analogamente si ottiene:
1

p
y


=

z=cost.


(82)
p=cost.

Quindi il vento geostrofico pu`o essere ottenuto in funzione del gradiente


orizzontale del geopotenziale su superfici isobariche:
Lequazione idrostatica essendo:
p = gz =

(83)

diventa:

1
RT

= =
(84)
p

p
Derivando logaritmicamente rispetto a p e utilizzando lequazione idrostatica si ha:
 
vg
R T
vg
=
=
p
p
ln p
f x p=cost.
 
(85)
ug
ug
R T
p
=
=
p
ln p
f y p=cost.
o, in forma vettoriale:
R
Vg
= k p T
(86)
ln p
f
Si definisce vento termico la differenza del vento geostrofico tra due
livelli isobarici:
Z
R p1
VT = Vg (p1 ) Vg (p0 ) =
(k p T ) d ln p
(87)
f p0

Se < T > e la temperatura media nello strato compreso tra i due livelli
isobarici, si ha:


R hT i
p0
vT =
ln
f
x p=cost. p1


(88)
R hT i
p0
uT =
ln
f
y p=cost. p1
23

Figura 15: Avvezione fredda


Utilizzando lequazione idrostatica si ottiene:
Z p1
Z 1
T
p0
d = R
= 1 0 =
dp = R hT i ln
p1
p0 p
0

(89)

cio`e lo spessore di geopotenziale `e proporzionale alla temperatura media dello


strato, linee a costante equivalgono a isoterme. Le componenti del vento
termico possono essere riscritte in funzione dello spessore di geopotenziale:


1
vT =
f
x p=cost.


(90)
1
uT =
f
y p=cost.
In forma vettoriale si ha:
VT =

1
k p
f

(91)

dove il pedice p indica che il gradiente `e calcolato su superfici isobariche.


Da questa relazione si deduce che il vento termico `e parallelo alle isoterme
con laria calda sulla destra nellemisfero nord. Si noti per inciso che il
vento termico non un vero e proprio vento (per cos` dire non soffia) ma e
unicamente la differenza del vento geostrofico tra due livelli isobarici. Esso
e tuttavia unutile quantit`a in meteorologia, infatti, come si pu`o vedere
dallesempio che segue, pu`o essere utile a valutare lavvezione di temperatura,
cio`e il movimento di masse daria a diversa temperatura, dalla misura del
vento geostrofico a due diverse quote.
Si consideri la situazione mostrata in figura 15: se si osserva una rotazione
antioraria con la quota del vento geostrofico si ha avvezione fredda, cio`e il
24

Figura 16: Avvezione calda

Figura 17: Atmosfera baroclina


vento geostrofico soffia da zone dove laria `e pi`
u fredda verso zone dove laria
`e pi`
u calda. Nel caso in cui si osservi una rotazione in senso orario si ha
avvezione calda. Viceversa si pu`o stimare il vento geostrofico ad ogni quota,
noto il suo valore ad un certo livello, dal campo di temperatura.
Il vento termico `e un fenomeno tipicamente baroclino, infatti si definisce
fluido baroclino un fluido in cui le superfici di ugual densit`a non sono parallele
alle superfici di ugual pressione (figure 17):
In unatmosfera di questo tipo si ha p T 6= 0 e quindi il vento geostrofico varia con la quota. In un fluido barotropico invece la densit`a dipende
solo dalla pressione, = (p) (figure 18), le superfici di ugual densit`a sono
parallele alle superfici isobariche.
g
= 0 , il vento
In una atmosfera barotropica si ha p T = 0 e quindi V
ln p
geostrofico non varia con la quota.

25

Figura 18: Atmosfera barotropica

TEOREMA DI TAYLOR-PROUDMAN

Consideriamo, in un fluido omogeneo, un flusso geostrofico:


Ro =

U
<1
fL

(92)

siano le forze viscose trascurabili:

< f U Ek
<1
2
L
f L2

(93)

dove si `e definito il numero di Ekman (Ek) come rapporto tra le forze viscose
e le forze di Coriolis. Lequazioni del moto sono quelle del moto geostrofico
per lorizzontale e lequazione idrostatica per la direzione verticale:
1 p
0 x
1 p
fu =
0 y
p
= g
z
fv =

(94)

, derivando la prima equazione rispetto ad y, la seconda rispetto ad x si


ottiene:
v
1 2p
=
y
f 0 yx
u
1 2p
=
x
f 0 xy
26

(95)

da cui, sommando membro a membro:


u v
+
=0
x y

(96)

inoltre, per la condizione di incompressibilit`a ( u = 0), si ha:


w
=0
(97)
z
derivando ora rispetto a z lequazioni geostrofiche e introducendo lequazione
idrostatica, si ottiene:
u
v
=
=0
(98)
z
z
In conclusione, non si ha variazione del campo di velocit`a lungo la direzione verticale (direzione parallela allasse di rotazione):
U
=0
(99)
z
Inoltre, se esiste una parete solida perpendicolare allasse di rotazione, in
corrispondenza di tale parete deve essere w=0 (come ad esempio al suolo),
v
per quanto visto in precedenza si ha u
+ y
= 0 e w = 0 in ogni punto lungo
x
questa direzione.
Quindi il flusso e interamente bidimensionale in piani perpendicolari
allasse di rotazione.

10

EQUAZIONI PER ACQUA SOTTILE

Consideriamo la situazione mostrata in figura, un strato di fluido omogeneo


di spessore H e dimensione orizzontale L per cui sia:
H << L (modello per lacqua sottile)
= 0 e
Per la condizione di incompressibilit`a ( u = 0) si ha UL + W
H
U
L
quindi W ' H , essendo H << L si ha anche W << U .
Sia (x, y) la variazione di spessore del fluido rispetto ad H ( << H),
la pressione alla generica quota z pu`o essere espressa in funzione di questa
quantit`a:
p(z) = g(H + z)
(100)
e quindi:
p

= g
x
x
p

= g
y
y
27

(101)

Figura 19: Colonna di Taylor

Figura 20: Modello per acqua sottile


28

I gradienti orizzontali di pressione sono quindi indipendenti dalla quota ((x, y)),
perci`o lo sono anche le componenti orizzontali della velocit`a e i loro gradienti
orizzontali; dallequazione di continuit`a risulta:


w
u v
=
+
=0
(102)
z
x y
da cui risulta che la velocit`a verticale varia linearmente con z. Integrando lequazione di continuit`a tra z=0 e z=H+h si ottiene, essendo u e v indipendenti
da z,:
v
u
+ (H + )
+ w() w(0) = 0
(103)
(H + )
x
y
dove w(0) = 0 e w() =
(H + )

d
dt

+ u x
+ v
; sostituendo si ottiene:
y

u
+ (H + )
+
+u
+v
=0
x
y
t
x
y

(104)

che si pu`o riscrivere come:

+
[(H + ) u] +
[(H + ) v] = 0
t x
y

(105)

Questa equazione mostra che il livello del fluido `e variato dal trasporto orizzontale. Essendo h <<
piccola ampiezza) si possono trascurare i
 H (onde di 

termini non lineari x [u] ; y [v] in confronto a quelli lineari, ottenendo


lequazione linearizzata di continuit`a:


u v

+H
+
=0
(106)
t
x y
Infine, utilizzando lespressioni (101) per i gradienti orizzontali di pressione si possono scrivere lequazioni prognostiche del moto orizzontale come
segue:
du

f u = g
dt
x
dv

+ f u = g
dt
y

(107)

Anche queste equazioni possono essere linearizzate trascurando i termini


avvettivi con lassunzione di piccola ampiezza (i gradienti orizzontali sono
piccoli e la velocit`a verticale `e trascurabile).

29

In conclusione otteniamo il set di equazioni linearizzate per acqua sottile


(Shallow water model):
u

f u = g
t
x
v

+ f u = g
t
y


u v

+H
+
=0
t
x y

(108)

Queste equazioni possono essere utilizzate, per esempio, per lo studio


delle onde di gravit`a.

11

`
CONSERVAZIONE DELLA VORTICITA
POTENZIALE

Lequazioni del moto per uno strato sottile (non linearizzate) sono:
u
u
u

+u
+v
f u = g
t
x
y
x
v
v

v
+u
+v
+ f u = g
t
x
y
y

+
(uh) +
(vh) = 0
t x
y

(109)

dove h = H + . Derivando la prima equazione rispetto a y e la seconda


rispetto a x e sottraendo membro a membro:



u v
+u
+v
+ ( + f0 )
+
+ v = 0
(110)
t
x
y
x y
in cui si `e usata lapprossimazione di b-plane per la variazione del parametro
di Coriolis con la latitudine:
f = f0 + y

(111)

con y diretta lungo i meridiani e si `e introdotta la componente verticale


della vorticit`
a relativa :
=u
(112)
e quindi
=

v u

x y
30

(113)

Figura 21: Effetto della conservazione della vorticit`a potenziale nel passaggio
di un flusso sopra un ostacolo
La vorticit`a indica la curvatura del flusso, curvatura di tipo ciclonico
`e associato a vorticit`a positiva, curvatura di tipo anticiclonico `e associato
a vorticit`a negativa (nellemisfero Nord, viceversa nellemisfero Sud). La
componente verticale indica la curvatura del flusso su un piano orizzontale.
Utilizzando lequazione di continuit`a si ha:

inoltre essendo

1 dh
d
( + f0 )
+ v = 0
dt
h dt

(114)

f
f
f
df
=
+u
+v
= v
dt
t
x
y

(115)

si ottiene:

d ( + f ) ( + f0 ) dh

=0
dt
h
dt
oppure, essendo y << f0 e quindi f ' f0 ,


d +f
=0
dt
h

(116)

(117)

La quantit`a tra parentesi, chiamata vorticit`


a potenziale:
P =

+f
h

(118)

si conserva lungo il moto.


Questo costituisce limportante principio di conservazione della vorticit`
a potenziale. Si pu`o dimostrare che questo principio e valido anche
31

Figura 22: Conservazione della vorticit`a potenziale di Ertel


per fluidi non omogenei ma barotropici. Nello scavalcare un ostacolo lo spessore del fluido h diminuisce e quindi anche la vorticit`a relativa deve diminuire
(restando f costante) affinche si conservi P . Questo diminuzione di genera
un curvatura anticiclonica (oraria) del flusso orizzontale. Si noti che la curvatura del flusso si ha anche a quote superiori allaltezza dellostacolo e non
dipende quindi dalla sua presenza. Superato lostacolo lo spessore h torna
al valore iniziale e quindi anche ritorna al valore iniziale acquisendo una
curvatura ciclonica (antioraria).
Nel caso di fluidi baroclini `e possibile definire la vorticit`a potenziale di
Ertel come segue:



(119)
P = ( + f ) g
p
dove `e la componente verticale della vorticit`a relativa calcolata su superfici
isoentropiche ( = cost.).
Si pu`o dimostrare che per flussi adiabatici e non viscosi questa quantit`a
si conserva lungo il moto.
La vorticit`a potenziale, in generale, rappresenta sempre il rapporto tra la
vorticit`a assoluta, somma di quella relativa e quella planetaria, e leffettivo
spessore dei vortici.
In questo caso leffettivo spessore `e la distanza tra superfici di temperatura potenziale misurate in unit`a di pressione. Un interessante esempio `e
costituito dal flusso su un rilievo orografico.
Si noti il diverso comportamento del flusso da ovest rispetto a quello da
est, a causa del termine di vorticit`a planetaria f che varia quando il flusso si
dirige a causa della curvatura, verso nord o verso sud. Infatti, per esempio,
una curvatura di tipo anticiclonico in un flusso da ovest lo devia verso sud
con conseguente diminuzione di f , mentre in un flusso da est lo devia verso
nord con conseguente aumento di f .

32

Figura 23: Effetto della conservazione della vorticit`a potenziale in un flusso


da ovest sopra un rilievo montuoso (da Holton, 1992)

Figura 24: Effetto della conservazione della vorticit`a potenziale in un flusso


da est sopra un rilievo montuoso (da Holton, 1992)

33

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