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Il rilievo polemico della scrittura di Eraclito risulta essenziale per la comprensione della sua posizione, segnalando come egli
si proponesse, in una situazione culturale di forte competizione1,
in opposizione ad altre figure o gruppi di presunti o , di cui stigmatizzava ignoranza o falsit: come a suo tempo
sottolineato da Mondolfo2, la contestazione non esclude, tuttavia,
lesistenza di parziali affinit o di debiti ideali nei loro confronti.
Lesame di aspetti di tale polemica pu essere dunque utile veicolo
per accedere a prospetti interpretativi (anche alternativi) sullintenzione complessiva dello scritto eracliteo.
, ,
Pitagora, figlio di Mnesarco, esercit la ricerca pi di tutti gli uomini e raccogliendo questi scritti ne produsse la propria sapienza,
il saper molte cose, cattiva arte (Diogene Laerzio; DK 22 B129).
<Pitagora> capo di ingannatori (Filodemo; DK 22 B81)
Giustizia [Dike] dichiarer colpevoli fabbricatori e testimoni di
falsit (Ippolito; DK 22 B28b).
Ponendo laccento3 sul contesto pragmatico entro cui gli autori arcaici operarono ed elaborarono i loro logoi, questa polemica contro
la appare particolarmente indicativa. Non solo una generica contestazione del nozionismo, del saper molte cose, ma
una battaglia contro unidea del sapere e della sua trasmissione tipica della seconda met del VI secolo.
Cos la (esercizio di ricerca) di Pitagora
sarebbe stata condotta nella collazione di informazioni eterogenee, recuperate da opere altrui (inequivocabile il riferimento
a , a discorsi scritti4), producendo una conoscenza
inaffidabile, frutto solo di superficiale erudizione: sapere dunque
apparente e ingannevole. Ecateo, a sua volta, avrebbe acquisito rinomanza assemblando elementi tratti dalle tradizioni mitiche locali
conosciute durante i suoi viaggi. Senofane, poi, aveva addirittura
avuto lardire di rivendicare la propria vasta esperienza per ogni
angolo della Grecia e la fama conquistata con litinerante attivit
aedica5. Essi, insomma, avrebbero sostenuto la propria credibilit
Come fa M.L. Gemelli Marciano, Le contexte culturel des Prsocratiques..,
cit., pp. 97 ss..
4
Sul valore di in particolare Diano in Eraclito, I frammenti e le testimonianze, a cura di C. Diano e G. Serra, Milano, Fondazione Lorenzo Valla,
Mondadori, 1980, pp. 92-93.
5
Tra i sapienti contemporanei si potrebbe citare ancora Onomacrito, che presso
la corte dei Pisistratidi aveva raccolto presunte sentenze oracolari di Museo:
52
3
Zucchello Dario
.
[ ]
E. sostiene che ci che opposto concorda, e che dalle cose in contrasto scaturisce larmonia pi bella [e che tutto si genera secondo
contesa] (Aristotele; DK 22 B8)
. ,
, , , ,
,
. .
Eraclito sostiene che il tutto diviso indiviso, generato ingenerato,
mortale immortale, logos eterno, padre figlio, dio giusto. Egli afferma: non ascoltando me, ma il logos saggio convenire che tutte
le cose sono uno. (Ippolito; DK 22 B50),
Zucchello Dario
che potrebbe rappresentare un passaggio della polemica antipitagorica, dal momento che la tradizione antica fa risalire proprio a
Pitagora lintroduzione del sostantivo :
,
Sosicrate nelle Successioni afferma che questi [Pitagora], interrogato da Leonte, tiranno di Fliunte, su chi fosse, rispose: un filosofo. (Diogene Laerzio VIII.8).
Zucchello Dario
Sosteneva che Omero fosse degno di essere cacciato dagli agoni e
frustato e analogamente Archiloco (Diogene Laerzio; DK 22 B42)
12
57
,
,
Non sarebbe ancora conveniente impiegare poeti e mitografi come
testimoni circa le cose che non si conoscono, ci che coloro prima
di noi hanno fatto riguardo alla maggior parte delle cose, riportando, secondo Eraclito, autorit indegne di fiducia su questioni
controverse. (Polibio; DK 22 A23).
Zucchello Dario
Si tratta di menzioni significative, le pi antiche riguardo ai misteri14, che segnalano anche la possibile incidenza di modelli dellinvadente civilt persiana15. Lobiezione secondo la quale il riferimento a 1 6 sarebbe fuori luogo tra ,
e 1 7 debole, soprattutto alla luce dello scenario delineato
da Gemelli Marciano18 per lo sviluppo del pensiero greco arcaico: il termine indicava una sorta di sacerdote itinerante, di
origini babilonesi o persiane, dedito a interventi di purificazione
o guarigione, per la cui efficacia rivendicava una diretta influenza
religiosa. Come ricorda Burkert19, la cultura del V secolo a.C. (dai
tragici Sofocle e Euripide ai trattati ippocratici) affibbi a questa
categoria di santoni lo stigma della ciarlataneria: in questo senso,
forse20, lautore del Papiro Derveni (IV secolo a.C.) si riferisce alle
figure di e ai loro presunti gesti catartici.
Rispetto al contesto della polemica eraclitea, particolarmente
interessante il precedente delliscrizione reale di Behistun (nota
anche nelle citt costiere dellAsia Minore intorno al 520 a.C.),
con cui Dario aveva denunciato il tentativo di Gaumata di proporsi come legittimo erede al trono persiano, bollando lusurpatore
appunto come , e, soprattutto, insistendo sulla falsificazione
della realt presente nel suo messaggio, sullinfondatezza delle sue
pretese, dunque sullopposizione tra la verit proclamata legittimamente e linganno perpetrato nellombra21. Da un certo punto
Cos Marcovich (Eraclito, Frammenti, cit., p. 325).
Su questo, oltre ai lavori di Gemelli Marciano, anche W. Burkert, Prehistory of
Presocratic Philosophy in an Orientalizing Context, in The Oxford Handbook
of Presocratic Philosophy, edited by P. Curd and D.W. Graham, Oxford,
Oxford University Press, 2008, pp. 55-85.
16
Se lelenco a dispetto dei dubbi di Marcovich (che lo attribuisce a Clemente,
riconoscendo eracliteo solo il termine ) risale a unautentica citazione
eraclitea, si tratterebbe della prima ricorrenza del termine nella letteratura greca
(Die Vorsokratiker, Band I, cit., p. 347).
17
Eraclito, Frammenti, cit., p. 323.
18
Einfhrung a Die Vorsokratiker, Band I, cit., pp. 401-410; nello specifico eracliteo ibi, pp. 333-334.
19
W. Burkert, Prehistory of Presocratic Philosophy..., cit. pp. 72-73.
20
Ma si veda pi avanti.
21
Su questo punto anche Gemelli Marciano, Einfhrung a Die Vorsokratiker,
59
14
15
Zucchello Dario
.
E per questo a giusta ragione Eraclito chiam rimedi <i misteri>, in quanto hanno effetti risolutori sui mali e liberano le anime
dalle sventure della nascita (Giamblico; DK 22 B68)
, ,
.,
.
Pongo due specie di sacrifici: quelli degli uomini perfettamente
purificati, che potrebbero aver luogo solo rare volte per uno solo
come sostiene Eraclito ovvero per pochissimi [letteralmente:
pochi uomini che si possono facilmente contare], e quelli materiali
... (Giamblico; DK 22 B69).
Zucchello Dario
il raro in B13) allude forse ai misteri, come confermerebbero due distinti passi platonici (Fedone 69 c3-7; Repubblica
533 d1-339).
legittimo, dunque, leggere questi passaggi come rifiuto della tradizione dei Misteri e dei culti iniziatici, forse della stessa regalit
sacerdotale familiare, con un rovesciamento di prospettiva (il fango in questo caso gettato sugli iniziati e non sui non-iniziati!40)
che possiamo riconoscere eracliteo. Ma non da escludere, anche
in questo caso, che lEfesio puntasse a rilevare linsensatezza di
una pratica collettiva, che risultava superficiale e meccanica: per
cogliere lessenza religiosa di quei riti catartici era necessario superarne lapparenza. Lindicazione di continuit tra vita e morte
(implicita probabilmente nellidentificazione di Dioniso e Ade in
B15: ) potrebbe in questo senso essere decisiva.
un fatto, comunque, che i gesti e i contesti sottolineati nelle testimonianze:
depose <lo scritto> nel tempio di Artemide (Diogene Laerzio; DK
22 A1.6)
, ,
, ;
;
Ritiratosi presso il tempio di Artemide, giocava a dadi con i fanciulli; e dal momento che gli Efesi lo attorniavano, cos parl: Di
che cosa vi meravigliate, o pessimi? Non forse meglio fare ci
che partecipare alla vita della citt con voi? (Diogene Laerzio;
DK 22 A1.3),
Il commentatore neoplatonico Olimpiodoro segnala come in questo caso
Platone parafrasi un detto orfico: secondo Mario Vegetti (Platone, Repubblica,
a cura di M. Vegetti, Milano, BUR Rizzoli, 2007, pp. 362-363, note 13-14) si
tratterebbe di allusioni orfico-eleusine.
40
Su questo punto R. Di Giuseppe, La mistica del fuoco in Eraclito lOscuro: nascita della filosofia dallo spirito del sacrificio, in Eraclito: la luce dellOscuro,
cit., p. 121 nota 40.
64
39
Zucchello Dario
suggeriscano di considerare intenzionale lintegrazione dello scritto in un contesto simbolico e semantico di tipo religioso (in cui,
forse, era sottinteso un riconoscimento, ancorch parziale, dei culti
cittadini ed ellenici41), che ora da determinare.
41
42
Zucchello Dario
superiore condizione di beatitudine: una trasformazione temporanea, operata attraverso lentusiasmo (), la possessione () divina.
Anche allinterno della tradizione eleusina, probabilmente in relazione e continuit con antiche tradizioni propiziatorie che celebravano il ciclo delle messi49, doveva registrarsi analoga aspirazione
a coniugare iniziazione rituale50 e atto contemplativo (),
con la connessa soteriologia (Omero, Inno a Demetra 480-482):
nella partecipazione al rito liniziato doveva accogliere la promessa della sua rinascita e dunque prepararsi a una serena accettazione
della morte, in quanto necessario trapasso a un (non meglio precisato) destino privilegiato51. Allo stesso nesso salvifico (tra
e ) puntano una testimonianza di Isocrate (Panegirico 28) e
probabilmente un frammento di Pindaro (
fr. 131a), che sembra muoversi tra la promessa di beatitudine documentata nel mito di fondazione dei misteri e
la prospettiva escatologica attribuita allorfismo.
Ad analoga associazione misterica tra vita e morte alluderebbe appunto il rilievo di B15 circa lidentit di Dioniso e Ade (
)52: senza la consapevolezza (religiosa) di
tale coincidenza sarebbero stati vani i presunti rimedi ( )
rituali (B68) per le anime di fronte alla sciagura della nascita (
).
Proprio Giamblico (DK 22 B69) come sopra rilevato - accenna a
un reale interesse dellEfesio per una forma di sacrificio () e
autentica , che possiamo effettivamente inquadrare nella
713.
W.K.C. Guthrie, The Greeks and their Gods (1950), trad. it. I Greci e i
loro dei, Bologna, Il Mulino, 1987, pp. 347-8. Sul fenomeno dei misteri anche I. Chirassi Colombo, La religione greca, Roma-Bari, Laterza, 19942; D.
Sabbatucci, Saggio sul misticismo greco, Roma-Bari, Laterza, 19792; F. Graf,
I culti misterici, in I Greci, 2\2, Torino, Einaudi, 1997.
50
La preliminare: azioni ( : probabilmente la rappresentazione della sacra unione tra Zeus e Core), oggetti mostrati ( :
forse la spiga di grano simbolo di fertilit), formule recitate ( ).
51
Le religioni dei Misteri, Volume I: Eleusi, Dionisisimo, Orfismo, a cura di P.
Scarpi, Fondazione Lorenzo Valla, Milano, Mondadori, 2002, p. 555.
52
Mondolfo in Eraclito, Testimonianze e imitazioni, cit., p. 60.
68
49
Zucchello Dario
I gesti - gettare via i cadaveri ( ), nella notte accendere una luce ( ) e gli accostamenti
/, /, / suggeriscono
che per Eraclito lanima sarebbe vita e valore del corpo (B96)61, la
morte rappresentando per essa liberazione dal vincolo carnale (B27):
il ricorso allincrocio studiato di espressioni che veicolano stati contrastanti (vivo-morto, luce-oscurit, veglia-sonno), si sottolinea la
costante contiguit e compresenza, nella condizione umana, della
polarit vita-morte (Dioniso-Ade?)62.
Allidea di giudizio pu forse ricollegarsi unulteriore citazione di
Ippolito:
Ci potrebbe riflettere i gradi delliniziazione misterica: , e
, secondo la tesi di G. Thomson, citato in R. Laurenti, Eraclito, cit., p. 80.
60
V. Macchioro, Zagreus..., cit., pp. 393-395.
61
Per il contesto e la significazione orfica del frammento ibi, p. 401.
62
Analogamente a quanto riscontriamo, in relazione al nesso anima-corpo, nel
contemporaneo Pindaro (fr. 131b).
70
59
Dario Zucchello
[]
<> , ,
.
Eraclito afferma che vi resurrezione della carne che percepiamo, in cui siamo nati, e che il dio causa di questa resurrezione,
esprimendosi in questo modo: Davanti a colui che l si
levano e diventano vigili custodi dei vivi e dei morti.
(Ippolito; DK 22 B63),
63
64
Leco religiosa non in vero lunica che possa cogliersi nel testo, che sembra congegnato a chiasmo (come altri) con mirabile
accuratezza: una cura che fa sospettare lintenzione complessa di
sfruttare lesemplarit dello specifico rilievo di tensioni convergenti, per rinviare alluniversale contesto dellarmoniosa unione dei
contrari65:
[]
La stessa cosa il vivente e il morto, lo sveglio e il dormirente,
il giovane e il vecchio: queste cose, infatti, mutando son quelle e
quelle di nuovo mutando sono queste (Plutarco; DK 22 B88)
Dario Zucchello
nella tradizione posteriore conservato in due distinte citazioni (rispettivamente di Atius e Plutarco), nelledizione DielsKranz proposte come frammenti B3 e B9474:
( )
La grandezza del Sole di un piede umano (DK 22 B3)
,
[
Il Sole non oltrepasser le misure, altrimenti le Erinni, ministre di
Dike, lo scoprirebbero (DK 22 B94).
Citiamo testo greco e traduzione da Allegoristi dellet classica..., cit., pp. 900901. Essi sono basati sostanzialmente sulledizione G. Betegh, The Derveni
Papyrus..., cit., tenendo conto di alcune migliorie apportate da The Derveni
Papyrus, edited with Introduction and Commentary by Th. Kouremenos, G.M.
Parssoglou, K. Tsantsanoglou, cit..
74
Se valida lipotesi che il testo di Derveni risalga alla fine del V secolo a.C., si
tratterebbe della pi antica citazione dello scritto di Eraclito, come segnala G.
Betegh, The Derveni Papyrus..., cit., p. 325.
74
73
Dario Zucchello
solare (giorno e notte)75: cos, nel testo papiraceo, il sole rigorosamente vigilato dalla divinit - si rivela essenziale come garanzia
dellordinamento delluniverso:
[ ] [] []
[ ]
[ ... ] [...]
Chiamandola (la Notte) nutrice, (Orfeo) esprime in forma metaforica che tutto ci che il sole, scaldando, dissolve, la notte riunisce raffreddando .... tutte le cose che il sole ha scaldato (col. X)76
[...]
, .
[...]
Se il dio non avesse voluto che esistessero le realt ora esistenti,
non avrebbe creato il sole: invece lo ha fatto con caratteristiche e
grandezze tali, come spiega agli inizi del discorso77 (col. XXV)78.
Allinterno delle colonne superstiti, la citazione non appare accidentale: echi eraclitei si possono cogliere nei passaggi del commento e riflettono forse convergenze tematiche tra i versi del poema e lo scritto dellEfesio.
I versi ripresi nel commento insistono, in effetti, sul governo divino
del mondo:
[...] []
[] []
[. ] []
[, ], [] []
[...]
E chiarisce che le cose esistenti sono divenute tali a causa di
Su questo punto D. Sider, Heraclitus in the Derveni Papyrus, cit., p. 144.
Allegoristi dellet classica..., cit., pp. 906-907.
77
possibile che il riferimento sia proprio alla colonna IV e al contesto della citazione eraclitea. Dubbi in proposito sono tuttavia stati avanzati da Betegh (G.
Betegh, The Derveni Papyrus..., cit., p. 327-328).
78
Allegoristi dellet classica..., cit., pp. 922-923.
75
75
76
marcando il ruolo ordinatore del fuoco (cui il commentatore riconosce funzione cosmogonica ed escatologica80):
[...]
,
[] .
(
[] )
, .
[] [ .......].
[ ] [...]
[...] E, dicendo che la Moira fila, dicono che la saggezza di Zeus
dispone le cose che esistono, quelle che vengono allessere e quelle che saranno, come devono venire allessere, essere e cessare
di esistere. E lo assimila ad un sovrano questo, infatti, tra tutti
i nomi che vengono detti, gli parve che gli si addicesse maggiormente dicendo: Zeus sovrano, Zeus che governa su tutte le cose
con vivida folgore. Disse che sovrano poich di molti ... un solo
potere prevale e compie tutte le cose [...] (col. XIX)81.
Dario Zucchello
Tra gli animali, quelli, sia selvatici sia domestici, che vivono in
aria, sulla terra e nellacqua, nascono, crescono e muoiono, seguendo le leggi del dio: sostiene infatti Eraclito che ogni anima le condotto al pascolo dalla frusta (Pseudo-Aristotele
[de mundo]; DK 22 B11).
, ,
.
Dice che avviene cos: tutte le cose dirige la folgore, cio guida con la folgore, intendendo la folgore come il fuoco eterno.
Sostiene anche che questo fuoco intelligente e dellordinamento
delluniverso causa. (Ippolito; DK 22 B64)
, ,
Dice infatti che: tutte le cose il fuoco giungendo giudicher e condanner (Ippolito; DK 22 B66).
77
enigmatico della poesia e dellimportanza di comunicare i contenuti di maggior pregio () in modo sibillino, per sfuggire a
volgari fraintendimenti:
] [] [] [ ......]
[] . [] [ ]
[] [] . [ ]
[] [] []. [ ] []
[] [] , [ ][]
[]. [] [ ]
[] [] . [ ]
[][ ] [ ] []
[] [ ] [ ] [...]
Un inno che dice cose sane e conformi al diritto divino ... infatti
con la poesia. Infatti, non possibile dire al contempo la posizione
delle parole e le frasi. La poesia, per, qualcosa di strano e di
enigmatico per gli uomini. Ora, Orfeo non voleva dire loro enigmi
ingannevoli, bens cose importanti in enigmi. Dunque, espone un
discorso sacro dalla prima allultima parola, come mostra anche
nel verso ben scelto: avendo ordinato loro di porsi delle porte sulle
orecchie, dice di non istituire leggi per i pi [...] (col. VII)86
Dario Zucchello
possibile rinvenire eco della denuncia eraclitea del fraintendimento volgare dellelemento religioso (B15) e della superficiale
credulit popolare:
87
88
, ,
Ma la maggior parte delle cose divine, secondo Eraclito, si sottrae alla conoscenza per incredulit <degli uomini>
(Plutarco; DK 22 B86),
ma anche del rilievo posto sul retto orientamento, sulla disposizione che deve sostenere la ricerca:
, ,
Se uno non spera, non potr trovare linsperabile, perch esso difficile da trovare e impervio (Clemente Alessandrino; DK 22 B18).
Dario Zucchello
[][] [ ] []
Nelle citt degli uomini compiendo i riti sacri hanno visto, mi
meraviglio di meno che non abbiano conoscenza. Non infatti
possibile udire e al contempo anche imparare ci che viene detto.
Ora, coloro che (vorrebbero farlo) imparando da colui che compie
le cerimonie sacre come unarte sono degni di stupore e di commiserazione: di stupore perch, convinti che acquisiranno il sapere
prima di aver compiuto i riti, se ne vanno dopo averli compiuti
prima di avere acquisito la conoscenza, senza nemmeno fare domande, come se sapessero qualcosa di ci che hanno visto, udito
o appreso. E sono degni di commiserazione perch non basta loro
aver speso il loro denaro in anticipo, ma se ne vanno anche privi di conoscenza. Sperando di ottenere conoscenza prima di aver
compiuto le cerimonie sacre, dopo averle compiute se ne vanno
deprivati perfino della speranza. (col. XX)91.
In relazione a quanto sopra marcato circa la presa di posizione eraclitea nei confronti della presunta azione purificatrice dei ,
necessario segnalare come, proprio nelle colonne iniziali (I-VI, le
pi danneggiate) del Papiro Derveni, che contengono la citazione
del passo di Eraclito, lautore si riferisse alle figure dei magi e
al loro presunto intervento di catarsi e pacificazione nei confronti delle anime dei defunti, accostandoli alle figure degli iniziati
():
[...] ] [] [ ,]
[ ] [
[]
[ ]. [] [] [][
[], .
[] [] ,
. []
, [ ] .
[ ] [...]
[...] preghiere e sacrifici addolciscono le anime, e il canto dei Magi
che incanta pu allontanare i dmoni, quando siano divenuti un
impedimento: i dmoni che costituiscono un impedimento sono
Allegoristi dellet classica..., cit., pp. 916-917.
91
81
Dario Zucchello
Non parlo di Eraclito lEfesio, il quale ricav da Orfeo la maggior parte delle sue opinioni. (Clemente Alessandrino, Stromata
6.2.27.1).
83
, , ,
( ),
<>, ,
Il dio giorno notte, inverno estate, guerra pace, saziet fame (tutti
gli opposti: egli lintelligenza); si trasforma come il fuoco, quando si mescola con gli odori, ed nominato secondo laroma di
ognuno (Ippolito; DK 22 B67).
Difficile in questo caso stabilire la priorit cronologica, ma comunque interessante registrare le convergenze: non deve dunque
sorprendere che il commentatore di Derveni intravedesse una possibile sintonia tra le sentenze eraclitee e le proprie preoccupazioni,
e che, successivamente, qualcuno arrivasse a immaginare unimprobabile dipendenza, segnalata appunto da Clemente. La fruizione di testi e forse di modalit espressive e atteggiamenti eraclitei
nel papiro Derveni pu dunque attestare solo la possibilit di una
comune sensibilit morale e religiosa, e giustificare indirettamente
lipotesi che lEfesio conoscesse i testi sacri al culto orfico.
Dario Zucchello
Monete di epoca romana presentano, con liscrizione (Eraclito degli Efesi), una figura barbuta, eretta, che guarda
a sinistra, con la mano destra levata (come per un discorso), lindice rivolto a s, e la sinistra che regge una mazza: sequenza di gesti
che stata interpretata come segno di preghiera e venerazione102,
ovvero come rituale iniziatico o ancora icastico invito a guardare
dentro s stessi103. Il particolare della mazza potrebbe tuttavia evocare la battaglia morale dellEfesio (la sua lotta contro il vizio104)
ovvero alludere a Eracle, proponendone laccostamento a Eraclito
(come nella quarta epistola pseudoeraclitea), e corroborare cos la
notizia dellesistenza in Efeso di una statua di Eraclito rappresentato come Eracle105: ci ne confermerebbe la statura pubblica, che
la raffigurazione nellatto di parlare potrebbe celebrare.
Daltra parte, nella tradizione dossografica allo scritto di
Eraclito era esplicitamente riferito anche un contenuto politico:
, ,
Il libro che di lui tramandato intitolato, per il suo contenuto, Sulla natura, ma suddiviso in tre trattazioni: quella intorno
alluniverso [al tutto], quella politica e quella teologica. (Diogene
Laerzio; DK 22 A1.5),
85
Guida per una vita retta [esatta a piombo]; altri ancora Regola
(gnomone) dei costumi, Disposizione di comportamento unica per
tutti. [...]
[...] tra i grammatici, Diodoto, il quale sostiene che lopera composta [da Eraclito] non verte sulla natura ma sullo Stato e che le
parti sulla natura vi sono contenute solo come esempi. (Diogene
Laerzio; DK 22 A1.12, 15).
Probabilmente leggendarie, ancorch indicative di un orientamento che lantichit attribuiva allEfesio, le azioni e le pose con cui
Eraclito avrebbe accompagnato le proprie prese di posizione politiche, secondo Plutarco e Diogene:
; .
,
, ,
.
Coloro che per segni, senza parole, esprimono quanto deve esser
detto non sono forse lodati e ammirati in modo particolare? Come
Eraclito, il quale, chiedendogli i concittadini di esprimere una sentenza sulla concordia, salito sulla tribuna prese una coppa di acqua
fredda, vi sparse della farina dorzo, e, rimescolata con menta, la
bevve e se ne and, avendo cos mostrato loro che laccontentarsi
di ci che si trova e il non aver bisogno di cose costose conservano
la citt in pace e in concordia. (Plutarco; DK 22 A3b)
, ,
, ;
;
Ritiratosi presso il tempio di Artemide, giocava a dadi con i fanciulli; e dal momento che gli Efesi lo attorniavano, cos parl: Di
che cosa vi meravigliate, o pessimi? Non forse meglio fare ci
che partecipare alla vita della citt con voi? (Diogene Laerzio;
DK 22 A1.3).
86
Dario Zucchello
sapienziale): lincapacit di stare al proprio posto108. In questo senso B43 da leggere probabilmente, come proposto da Diogene,
proprio in relazione a B44: contro la sedizione che mina dallinterno la comunit, il costituisce un baluardo analogo a quello
che le mura () offrono contro lattacco esterno. Soffocare la
sommossa e ricondursi alla legge possono essere inquadrati allinterno di una generale indicazione di fondo, cui allora possibile
attribuire anche valore politico:
,
, .
Coloro che vogliono parlare con intendimento devono basarsi su
ci che a tutto comune, come la citt sulla legge, e ancora pi
fermamente. Tutte le leggi umane, infatti, si alimentano dellunica
legge divina: poich quella domina quanto vuole, basta per tutte le
cose e avanza (Stobeo; DK 22 B114)
.
perci si deve seguire ci che comune: ma, pur essendo il logos
comune, i pi vivono come se avessero un intendimento privato
(DK 22 B2).
Dario Zucchello
112
;
,
che mente e intelligenza hanno? Ripongono fiducia negli aedi popolari, e prendono la folla come maestra, non sapendo che i molti
sono cattivi, e pochi i buoni (Proclo; DK 22 B104).
Il riferimento al sapiente di Priene potrebbe segnalare la contingenza storico-politica entro cui inquadrare la polemica eraclitea: il termine nella citazione di Diogene (B39) potrebbe intendersi
non come la fama (come per lo pi si fa), ma come il discorso
di Biante, si potrebbe cio ipotizzare che Eraclito alluda allinvito
che, secondo Erodoto (I, 170), quello avrebbe rivolto (546 a.C.)
alle citt ionie affinch unissero le proprie forze per fondare un
nuovo stato (in Sardegna), lontano dalla minaccia persiana114. Il
confronto drammatico delle poleis ionie con il Gran Re in effetti
ancora alla base dellemergenza che avrebbe spinto i concittadini a
richiedere lintervento di Eraclito, secondo la notizia conservata in
un codice siriaco del di Temistio:
Gli Efesi erano assuefatti al benessere e al piacere, quando scoppi
una guerra contro di loro e la loro citt fu circondata e posta sotto
assedio dai Persiani. Essi tuttavia continuarono nella loro vita di
piaceri, secondo abitudine, fin quando cominciarono a mancare i
mezzi di sussistenza nella citt. Quando la fame si diffuse pesantemente tra loro, i cittadini si riunirono per valutare che cosa fosse
da fare, cos che il sostentamento non venisse meno: nessuno per
osava consigliare loro di porre freni al lusso. Proprio mentre erano
riuniti, un uomo di nome Eraclito prese farina dorzo, la mescol
con acqua e la mangi, sedendo in mezzo a loro: questa fu una
lezione silenziosa offerta a tutta la popolazione. La storia racconta
che gli Efesi subito compresero il rimprovero e di ulteriori non ebbero bisogno; piuttosto procedettero, essendosi di fatto resi conto
di dover moderare il lusso, perch il cibo non mancasse. Quando i
loro nemici seppero che essi avevano imparato a vivere con moderazione e regolavano i pasti secondo il consiglio di Eraclito, si ritirarono dalla citt e nonostante fossero vincitori sul piano militare,
sgombrarono il campo davanti allorzo di Eraclito. (DK 22 A3b).
Serra in Eraclito, Iframmenti e le testimonianze, cit., p. 178.
90
114
Dario Zucchello
Ricondotti allo sfondo del e al primato di , la polemica eraclitea nei confronti dei e il rilievo garantito alluno alluderebbero allurgenza di una condotta collettiva ispirata alla
norma comune, su cui convengano luno (se ha valore) e i molti117:
Legge anche ubbidire alla volont di uno solo (Clemente
Alessandrino; DK 22 B33)
,
Uno per me vale diecimila, se il migliore (Galeno; DK 22 B49).
Dario Zucchello
Sentenze che insistono sullopposizione tra natura umana e natura animale per condannare quei comportamenti che, disdegnando
leccellenza della gloria perenne ( ), scadono nel
puro godimento materiale, bestiale: laccenno al evoca letica aristocratica della guerra che pu intravedersi in B53:
, ,
,
Il conflitto di tutte le cose padre, di tutte re, e alcuni rivel dei,
altri uomini, gli uni fece schiavi, gli altri liberi (Ippolito; DK 22
B53),
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dove cifra universale di uno scontro che domina a tutti i livelli nella vita, discriminando senza appello: la divisione in
e , e , nella concezione grecoarcaica a fondamento di ogni ordinamento119, si rifletterebbe allora
nella necessaria differenziazione sociale e politica allinterno della
120, normata dal . A , in effetti, Eraclito accosta (contesa, discordia):
Bisogna sapere che il conflitto comune e la giustizia contesa
e che tutto accade secondo contesa e necessit (Origene; DK 22
B80),
Dario Zucchello
. ,
E. dice che per coloro che sono desti il mondo unico e comune,
invece ciascuno di coloro che dormono ritorna a un proprio mondo
privato (Plutarco; DK 22 B89).
.
perci si deve seguire ci che comune: ma, pur essendo il logos
comune, i pi vivono come se avessero un intendimento privato
(Sesto Empirico; DK 22 B2).
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ma soprattutto la tesi, centrale nei frammenti, secondo cui produzione e unit del tutto passano attraverso la relazione tra le opposizioni ( ). Compito del appunto
illustrare tale formazione (ovvero compagine: questo il significato
primo di 122) e dunque rilevare come, senza la costanza
della tensione, non vi sarebbe possibilit di ordinamento:
logos artefice delle cose che sono dal concorso degli opposti
(Atius; DK 22 A8);
<>
anche il ciceone si decompone se non mosso (Teofrasto; DK 22
B125),
Dario Zucchello
, ,
nessuno di noi sia il pi abile; in caso contrario, <lo> sia altrove
e con altri (Strabone; DK 22 B121).
Il superlativo non veicola lidea di valore (in senso militare) o di eminenza aristocratica, piuttosto lidea di aiuto, di utilit:
insomma, Ermodoro politico da prediligere per il giovamento che
pu garantire, con consiglio e azione, alla comunit; il suo allontanamento appare conseguenza della cecit e immaturit dei concittadini.
Analogamente, quando degli Efesi stigmatizza il vizio che deriva
dal lusso:
, , ,
non vi abbandoni mai, o Efesi, la ricchezza, affinch possiate manifestare il vostro agire malvagio. (Tzetze; DK 22 B125a),
possibile che Eraclito richiami quella stessa sobriet suggerita, secondo quanto riferito da Polemone, alle donne ioniche da
Ermodoro:
.
Polemone dice che in Ermodoro scritto: la donna libera porta
calzature scitiche bianche e di cuoio (Polemone, Fragmenta 96).
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,
Difficile lottare contro il desiderio: ci che vuole, infatti, prende a
prezzo dellanima (Plutarco; DK 22 B85)
laccontentarsi di ci che si trova e il non aver bisogno di cose
costose conservano la citt in pace e in concordia. (DK 22 A3b).
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