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Testo di riferimento:
Manuale del processo civile seconda edizione Nicola Picardi
Capitolo I: Introduzione
1. Premesse
La soluzione delle controversie si impronta storicamente su due modelli socioculturali: il modello derivante dalla tradizione orientale e quello derivante dalla
tradizione occidentale (che si ramifica in diritto continentale civil law e diritto
anglosassone common law). Il primo privilegia la conciliazione, la mediazione e
larbitrato; il secondo ancorato allidea di giustizia e di giudice, presupposti della
giurisdizione che diviene a sua volta espressione della sovranit degli stati
nazionali, esercitata da un giudice organo dello Stato e soggetto alla legge. Per
effetto del tentativo, nel contesto del diritto continentale, di attribuire alla
conciliazione, alla mediazione e allarbitrato un ruolo centrale per la risoluzione
delle controversie, rispetto alla giurisdizione che, fino ad oggi costituiva la tecnica
privilegiata per la risoluzione delle controversie, si sta realizzando un avvicinamento
fra i due modelli.
2. Giudizio e processo
Il giudice, per risolvere le controversie, si avvale di una serie di operazioni
che, nel periodo del diritto comune, venivano definite giudizio. Il perno attorno al
quale ruota il giudizio, considerato un capitolo della dialettica e delletica, quindi un
modello della logica del probabile, rappresentato dal principio del
contradditorio: vi la convinzione che che il giudice debba ricercare la verit con la
collaborazione delle parti. Le modalit attraverso le quali il giudice, in questo
periodo, arriva al giudizio vengono definite ordine isonomico. Con let moderna, il
conseguente abbandono della logica aristotelica e ladozione della logica del
seicento si parla invece di processo o procedura indicando il fatto che si passa ad
una razionalit formale e matematica. La procedura, da disciplina che si occupa di
verit probabili, diviene scienza di verit assolute. Questo mutamento si ebbe con
particolare riferimento al contesto culturale del civil law, mentre lambito del
common law rimane pi ancorato agli schemi precedenti. Il giudice, da controllore e
tutore della procedura, assume la guida di un processo impostato sullautorit e la
gerarchia, sancendo cos il passaggio dallordine isonomico allordine asimmetrico.
Questo determin anche una concezione formale del contradditorio e la riduzione a
mera tecnica del processo: al giudice ed alla parti nulla si chiede se non la mera
osservanza delle regole formali. Rimane invece in secondo piano tutto ci che
riguarda le tecniche di ragionamento del giudice, la coerenza interna delle sue
argomentazioni, la ragionevolezza e la controllabilit delle sue decisioni. Negli anni
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di procedura.
Deontologia giudiziaria: la norma in questione serve spesso come
I PROCESSI GIURISDIZIONALI
DISPOSIZIONI GENERALI
PARTE PRIMA
IL GIUDICE
SEZIONE I
diocesani;
Corte internazionale di Giustizia dellAja;
Tribunale
amministrativo
delle
Nazioni
Rota
Romana,
Unite
Tribunali
Tribunale
quindi appartengono alla nostra comunit, anzi, in prospettiva, i giudici italiani sono
portatori dei valori dellintera comunit europea.
11. La giurisdizione come potere professionale
Si pone a questo punto la questione del giudice come organo indipendente ed
imparziale. Da questo punto di vista il giudice non pu pi essere un funzionario
interno allo Stato apparato dato che la sua attivit non paragonabile a quella della
P.A. (limpugnazione di un atto amministrativo si propone contro la P.A. che lha
emesso, quella contro una sentenza non contro il giudice ma contro laltra parte). Si
individua per questo una concezione professionale del giudice e della giurisdizione,
che lo qualifica e lo rende in grado di dare la risposta corretta al caso in esame.
Tale professionalit si fonda su una idoneit di tipo tecnico giuridico, e sul possesso
di nozioni ed esperienze specializzate; in linea generale comunque la professionalit
intesa come autonomia di giudizio fondata su regole e tecniche che sono,
contemporaneamente, patrimonio della Comunit cui il giudice appartiene, e
meccanismo di controllo della sua attivit. di tutta evidenza, stante quanto detto,
che la professionalit del giudice cosa diversa dalla professionalit del giurista.
Il giudice, in quanto espressione della giurisdizione, quindi un soggetto
dotato di un potere professionale, indipendente ed imparziale. Poich la
Costituzione richiama espressamente il giusto processo, e poich questultimo si
esplica in primo luogo attraverso il contradditorio fra le parti (art. 111 Cost.) ed il
diritto di difesa (art. 24 Cost.), ne consegue che giudice, pubblico ministero e parti
sono tutti operatori giudiziari indipendenti ed espressione della Comunit
indispensabili per lesercizio della giurisdizione: in questo senso lesercizio del
potere giurisdizionale si configura come esercizio di un potere diffuso.
Lindipendenza del potere giudiziario il corollario del principio della separazione
dei poteri, concetto alla base dello Stato di diritto, ed da intendersi sia in senso
ideologico che istituzionale. Nel primo caso lindipendenza assicurabile solo sul
piano della deontologia professionale; nel secondo caso bene distinguere fra
indipendenza di chi, ed indipendenza da chi.
Indipendenza di chi si parla pi precisamente di autonomia se ci si riferisce
al complesso degli organi giurisdizionali, dal momento che la giurisdizione si
presenta come potere autonomo da ogni altro potere (art. 104 Cost.), soprattutto da
quello esecutivo, con funzioni di limite istituzionale di ogni potere. A causa di questa
autonomia stato istituito il C.S.M., organo di autogoverno della magistratura. Se
invece ci si riferisce alle persone fisiche, allora va ricordato che non solo il giudice
soggetto indipendente, ma anche gli altri titolari del potere giurisdizionale.
Indipendenza da chi in questo caso si soliti distinguere fra indipendenza
esterna ed indipendenza interna. Con la prima si intende lesclusione di ogni e
qualsiasi forma di intervento di organi esterni, al momento dellesercizio della
funzione giurisdizionale (art. 101 Cost.: i giudici sono soggetti soltanto alla legge). Si
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perso questa caratteristica dato che lo Stato non ha pi il monopolio della tutela
giurisdizionale.
13. Organigramma della giurisdizione civile
Dal momento che si gi detto che giudice italiano e giudice europeo sono
parte di un sistema integrato, vengono distinti due livelli di giurisdizione:
A. livello europeo: sistema di giustizia istituito a Lussemburgo i giudici dellUE
sono giudici internazionali, costituzionali, amministrativi e civili con due limiti
fondamentali derivanti dallattribuzione di alcune materie specifiche e dalla
mancanza della forza di coazione. A livello europeo esistono tre organi:
Tribunali specializzati: risolvono controversie di scarso rilievo giuridico
ma quantitativamente rilevanti;
Tribunale: opera come giudice monocratico o collegiale, a seconda dei
casi, ed competente:
o in primo grado per le azioni dirette proposte da persone fisiche e
giuridiche private (risarcimento danni per responsabilit
extracontrattuale delle istituzioni);
o in materie specifiche chiamato allinterpretazione in via
pregiudiziale del diritto europeo;
o in secondo grado opera per le impugnazioni contro le decisioni
CAPITOLO III
I LIMITI DELLA GIURISDIZINE CIVILE
16. Premessa: la priorit logica delle questioni di giurisdizione
Gli artt. 2907 c.c. e 99 c.p.c. stabiliscono che alla tutela dei diritti soggettivi
provvede lautorit giudiziaria ordinaria, su domanda di parte rivolta al foro
competente che si pronuncia a mezzo di giudici persone fisiche i quali sono tenuti a
risolvere una serie di questioni fra le quali evidenziamo le seguenti:
Gli Stati esteri non possono essere convenuti avanti ad un giudice italiano per
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20. Riparto della giurisdizione fra giudici italiani e giudici degli Stati esteri.
Nellesaminare le problematiche relative al riparto della giurisdizione fra giudici
nazionali e giudici degli Stati esteri occorre operare la seguente distinzione:
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13
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24.
I limiti interni della giurisdizione
La giurisdizione del giudice italiano va accertata con riguardo alla domanda
proposta dalla parte ed al momento della sua proposizione, lart 5 stabilisce infatti
che la giurisdizione e la competenza si determinano con riferimento alla legge
vigente ed allo stato di fatto esistente al momento della proposizione della
domanda. Non hanno quindi rilevanza i successivi mutamenti della legge, anche se
per ragioni di economia processuale la giurisprudenza ha formulato anche la regola
della c.d. giurisdizione sopravvenuta per la quale se il giudice originario era
sprovvisto di potere, ma in corso di giudizio intervengano norme idonee a fondarlo
va affermata lesistenza della giurisdizione del giudice adito. Qualora si accerti che il
giudice sprovvisto dei necessari poteri giurisdizionali diremo che:
25.
Il riparto della giurisdizione fra i giudici ordinari ed i giudici speciali, in
particolare nei confronti del giudice amministrativo
La nostra costituzione non ha operato secondo il principio dellunit organica della
giurisdizione quindi non ha attribuito ad ununica categoria di giudici lesercizio di
tutto il potere giurisdizionale, lo ha invece ripartito fra diversi ordini giuridici
ciascuno creando diversi sistemi di giurisdizione ognuno dei quali fa parte a se.
In linea di principio il riparto di giurisdizione fra i diversi ordini di giudici viene
operato in base al criterio secondo il quale ai giudici ordinari affidata una sfera di
attribuzioni generali, ma residuale mentre ai giudici speciali viene attribuita una
giurisdizione su particolari materie espressamente determinate per legge.
In buona sostanza la differenza fra G.O e G.A. sta nel fatto che il G.O. possiede un
organo di autogoverno (CSM) e gode di uno stato assai garantito. I. G.S. non godono
delle stesse garanzie e sono regolati dalla legge, non dalla Costituzione come per gli
Ordinari.
Risulta opportuno sottolineare le differenze fra il giudice ordinario e il giudice
amministrativo:
soggettivi;
Al giudice amministrativo quello di giudice naturale degli interessi legittimi. In
pratica quando lamenta la lesione di un diritto soggettivo ad opera di un
provvedimento amministrativo, il privato deve rivolgersi al giudice
amministrativo perch fa valere un interesse legittimo in quanto il
provvedimento amministrativo pur se illegittimo ha avuto leffetto di
degradare loriginario diritto soggettivo ad interesse legittimo.
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26.
Il regime delle questioni di giurisdizione. Il regolamento preventivo di
giurisdizione
Il difetto di giurisdizione del giudice italiano nei confronti di giudice di altro Stato
rilevabile dufficio in ogni stato e grado del processo nelle seguenti tre ipotesi:
Se il convenuto contumace;
Se si tratta di azioni reali aventi ad oggetto beni immobili situati allestero;
Se la giurisdizione italiana esclusa per effetto di una norma internazionale
Qualora si tratti invece di limiti interni della giurisdizione e la controversia esuli dalla
giurisdizione del giudice ordinario per essere attribuita alla p.a. o ad un g.s. il difetto
di giurisdizione rilevabile anche dufficio in ogni stato e grado del processo.
Sulla base del principio del giusto processo e della ragionevole durata si avvertita
la necessit di uno strumento che consentisse gi in apertura la questione di
giurisdizione una volta per tutte, prima che qualsiasi decisione sia emessa sul
merito della controversia. Si tratta del Regolamento di giurisdizione o meglio di
Regolamento preventivo di giurisdizione in quanto consente alle parti di
investire direttamente della questione la Corte di Cassazione senza attendere che il
giudice di primo grado si pronunci.
Il regolamento di giurisdizione pu essere evocato:
che non risulta parte in causa e riguarda il presunto difetto di giurisdizione del
giudice ordinario nei confronti della p.a. Listanza pu essere proposta dal
Prefetto in ogni ordine e grado del processo purch sul punto della
giurisdizione non si sia formato il giudicato. Nel tempo questo strumento
stato utilizzato per bloccare una lite fra privati da parte del Governo e
rimandare il tutto in cassazione.
Dufficio: bisogna premettere che il legislatore, a seguito del difetto di
giurisdizione dichiarato da qualsiasi giudice dello stato (ordinario o speciale),
ha introdotto la disciplina della translatio iudicii. Tale disciplina consente di
rimediare allerrore normativo quando non si sa chi debba sentenziare
nellambito di una controversia. Nel caso di translatio orizzontale il giudice nel
dichiarare il proprio difetto di giurisdizione deve indicare con provvedimento il
giudice del nostro Stato che ritiene munito di giurisdizione. Nel caso in cui il
giudizio sia riassunto e proseguito:
o Sono fatti salvi gli effetti processuali e sostanziali che la domanda
avrebbe prodotto se il giudice di cui stata dichiarata la giurisdizione
fosse stato adito sin dal principio;
o Le prove raccolte davanti al giudice privo di giurisdizione possono
essere valutate come argomenti di prova (le prove sono state degradate
a argomenti di prova anche se in contrasto con lorientamento della
Cassazione che le riterrebbe prove anche nel caso di riassunzione);
o Una volta riassunto il giudizio le parti rimangono vincolate al giudice che
loro stato indicato, non potranno contestare la sua giurisdizione.
Secondo il r.g.u. il giudice presso il quale stata riassunta la causa non
vincolato ad accettarla. Qualora il giudice ad quem si ritenga privo anchesso
di giurisdizione ci troviamo in una ipotesi di conflitto negativo in quando
entrambi i giudici ritengono di essere privi di giurisdizione. Al secondo giudice
per non consentito dichiarare il proprio difetto di giurisdizione che pertanto
rimane virtuale. Il secondo giudice non emette una sentenza ma scrive
unordinanza e dispone che il cancelliere rimetta il fascicolo dufficio alle SSUU
della Cassazione.
Allesito della procedura le SS.UU. individuano il giudice munito di
giurisdizione e annullano laltra decisione in conflitto.
CAPITOLO IV
LA COMPETENZA
30.
Premesse
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sedi.
In secondo luogo esistono sezioni distaccate dei Tribunali che non sono uffici
31.
Il principio del giudice naturale e i suoi corollari in tema di competenza.
Le regole di competenza non hanno per finalit meramente organizzatorie ma
rispondono al principio del giudice naturale precostituito per legge al fine di
eliminare ogni forma discrezionale nella determinazione di chi debba giudicare una
determinata causa. Il giudice naturale viene caratterizzato dalla sussistenza di un
adeguato collegamento della controversia con il foro e come tale si risolve
nellindividuazione del giudice maggiormente qualificato a decidere quella
controversia.
La competenza del giudice diviene dunque riserva di legge al fine di assicurare che
lufficio giudiziario venga scelto in base a criteri oggettivi senza lasciare margini ad
opzioni discrezionali.
32.
I parametri per la determinazione della competenza
Tre sono i criteri in base ai quali viene individuato il giudice competente:
della controversia;
La competenza per valore (riparto verticale): fa riferimento al valore
la competenza derogabile;
la competenza inderogabile
esorbitasse la competenza del giudice adito la sentenza dovr migrare nella sede
superiore.
35.
La litispendenza e continenza di cause
La litispendenza consiste nella previa pendenza della stessa causa innanzi a
giudici diversi ove per giudici diversi si intendono i giudici-organi (es. Tribunale di
Roma e di Napoli).
In tale situazione il Codice predispone opportuni meccanismi procedimentali che
hanno lo scopo di evitare sia possibili contrasti fra sentenze emanate da diversi
giudici sia sprechi di attivit processuale. Una volta ravvisata la litispendenza il
giudice adito posteriormente deve dichiararla con ordinanza e disporre la
cancellazione della propria causa dal ruolo.
Ove per la stessa causa penda davanti a diversi magistrati o organi dello stesso
ufficio ad evitare il ne bis in idem si provvede con il diverso istituto della riunione
dei processi.
La continenza nella giurisprudenza moderna collegata alla fattispecie delle
domande contrapposte che si ricollegano allo stesso rapporto.
Es: il datore di lavoro nella prima causa chiede laccertamento della legittimit del
licenziamento ed il risarcimento del danno, il lavoratore nella seconda causa
impugna il licenziamento e chiede a sua volta il risarcimento del danno.
La continenza rilevabile anche dufficio e va esaminata prima di ogni altra
questione processuale. Due sono le ipotesi:
36.
La connessione di cause in generale
La connessione di cause si ha quando si suppone la presenza di due o pi cause le
cui domande hanno rapporti pi o meno stretti riguardo ai soggetti al petitum ed
alla causa petendi senza peraltro essere identiche come nella litispendenza.
Per ragioni di economia processuale e per evitare sentenze contrastanti il codice
prevede una serie di deroghe agli ordinari criteri di competenza finalizzate da un
lato a cumulare pi cause nel medesimo processo avanti allo stesso giudice in
presenza di una connessione meramente soggettiva. Dallaltro di cumulare pi parti
in un unico processo in presenza di una connessione oggettiva cio relativa al
medesimo oggetto o dipendente dallidentico titolo.
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giudice adito lo prende in esame ai soli fini della risoluzione della questione
principale e pertanto avr solo efficacia interna al giudizio in corso;
Come causa: tutte le volte in cui il giudice competente risolva il problema
40.
Il regolamento di competenza
A differenza del regolamento di giurisdizione che ha carattere preventivo, il r.d.c.
rivolto contro i provvedimenti che decidono in primo e secondo grado sulla
competenza e costituisce mezzo ordinario di impugnazione pur se semplificato.
Distinguiamo anche qui fra regolamento a istanza di parte o regolamento dufficio.
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Ripartire la cause fra sede centrale ed eventuali sedi distaccate nelle sezioni
distaccate di norma vengono trattati gli affari civili sui quali il Tribunale
giudica in composizione monocratica. Alla sede centrale sono invece riservate
le cause per le quali il tribunale giudica in composizione collegiale nonch
quelle che riguardano il lavoro o la previdenza. Il presidente del Tribunale pu
derogare a tale ripartizione;
Stabilire se la causa deve essere decisa da un organo collegiale o da un
giudice monocratico ad eccezione degli uffici del giudice di pace, il Tribunale
di regola decide in composizione monocratica. La collegialit circo strutta ad
ipotesi particolari quali:
o Quando necessario lintervento del PM;
o Cause fallimentari;
o Cause di competenza delle sezioni specializzate;
o Le azioni collettive;
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fisiche a seconda che sia prevista la decisione del giudice unico o del collegio.
Tutte queste operazioni vengono di solito designate con lespressione competenza
interna predeterminata per legge.
Da diversi decenni il CSM ha emanato circolari che dettano direttive generali per la
formazione delle tabelle di organizzazione degli uffici giudiziari. Esse delineano
lorganigramma di ciascun ufficio e soprattutto al sua eventuale ripartizione in
sezioni, la destinazione dei magistrati alle sezioni, la formazione dei collegi, i criteri
di assegnazione delle cause ai giudici. In tal modo per via di prassi prima e con
veste legislativa poi stato adottato a livello prevalentemente organizzativoamministrativo un complesso di norme in ordine alla c.d. competenza interna che
viene designato come sistema tabellare.
Da ultimo si noti che non attiene alla ripartizione interna del lavoro nellambito dello
stesso ufficio giudiziario la disciplina concernente i giudici specializzati. Si tratta
infatti di uffici giudiziari distinti ed autonomi anche se per il nome o per la sede
possono far pensare ad articolazioni del Tribunale.
CAPITOLO V
POTERI, DOVERI E RESPONSABILITA DEL GIUDICE
E DEI SUOI COLLABORATORI
43.
I poteri del giudice
Nel pronunciarsi sulla causa il giudice deve seguire le norme del diritto (nazionali ed
internazionali, consuetudini, usi, norme deontologiche), salvo che la legge gli
attribuisca il potere di decidere secondo equit.
44.
La funzione del giudice: il giudice e la legge
Una volta identificata la regola, la regola va interpretata e questo il momento di
incontro fra due elementi ineliminabili: la legge ed il giudice.
La problematica dellincontro fra legge e giudice ha dato adito ad interpretazioni
differenti che storicamente si sono sviluppate in due filoni differenti:
Oggi non si crede in un giudice portavoce della legge ne tantomeno la libera ricerca
del diritto da parte sua considerata quantomeno con sospetto.
In questo contesto i risultati degli studi pi recenti circa la funzione del giudice
possono essere cos sintetizzati.
di scoprire le regole nel magma del diritto per poi applicarle nel caso
concreto. Il fondamento di tale orientamento trova il suo presupposto nel
convincimento che esista sempre ununica soluzione giuridicamente corretta
e predeterminata, che il giudice attraverso linterpretazione si limita a
rendere esplicita;
Tesi della creazione: un altro orientamento attribuisce al giudice un potere
creativo o comunque prefigura una funzione di collaborazione fra legislatore e
giudice nella produzione del diritto. Tale corrente parte dal presupposto che
non esiste mai una sola regola ma soltanto pi alternative, tutte legittime da
applicare validamente al caso concreto. Ai nostri giorni il giudice con sempre
maggior frequenza chiamato a comporre norme che divergono o configgono
fra di loro.
45.
Il potere discrezionale del giudice
Nella maggior parte dei casi il giudice non esercita poteri discrezionali in quanto la
soluzione del caso univocamente preordinata sulla base di una serie di vincoli
(norme, canoni, precedenti, regole di procedura). Esiste quindi un'unica soluzione
legittima che il giudice attraverso linterpretazione tenuto ad accettare ed
accogliere senza margini di scelta. Si parla in questo caso di potere vincolato del
giudice.
In una minoranza di casi si aprono al giudice spazi di scelta fra alternative diverse
senza che il contenuto stesso della decisione sia vincolato e quindi predeterminato.
Si parla in questo caso di potere discrezionale che si configura come via di mezzo
fra il potere vincolato e quello assoluto e potrebbe essere qualificato come potere
limitato, in quanto il giudice al momento della sua scelta ancora condizionato da
tutta una serie di vincoli alcuni introdotti da regole legislative e deontologiche, altri
da precedenti e da prassi, altri ancora da tradizioni e tecniche risalenti.
Il potere del giudice comunque un potere sindacabile in quanto lobbligo della
pubblicit e quello della motivazione costituiscono poi i tramiti necessari per
verificare se il giudice abbia esercitato correttamente o meno il potere
discrezionale.
46.
I poteri equitativi del giudice
Il giudice normalmente decide secondo diritto, in via eccezionale secondo equit.
Abbiamo diverse definizioni di equit:
25
diritto;
se egli stesso o la moglie parente fino al quarto grado o legato da
vincoli di affiliazione o convivente o commensale abituale di una delle
parti o di alcuno dei difensori;
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rapporti di credito o debito con una delle parti o con alcuno dei
difensori;
se ha dato consiglio o prestato patrocinio nella causa, o ha deposto in
parti;
Astensione Facoltativa: Lastensione facoltativa del giudice lo strumento
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LE PARTI
SEZIONE II
CAPITOLO VI
LAZIONE
51. Le parti
Oltre al giudice e ai suoi ausiliari, molteplici soggetti partecipano al processo.
Costoro vengono chiamate parti per contrapporle ai giudici ed ai suoi ausiliari che
svolgono una attivit imparziale. Le parti vengono distinte popi in:
ricomporr sul piano sostanziale la posizione giuridica cos come accertata dal
giudice. In definitiva possiamo dire che il processo parte da una realt sostanziale
ed ad una realt sostanziale torna.
55. Lazione complessa ed evoluzione progressiva
La prassi oggi tende a considerare lazione in senso prospettico con riflessi dinamici
anche nel corso dellintero processo. In questo contesto lazione pu essere
considerata come posizione soggettiva composita ad evoluzione progressiva, cio
come una sintesi di poteri e facolt, doveri e oneri, nonch diritti in senso stretto
che lordinamento attribuisce allattore sul piano processuale lungo tutto larco del
giudizio ad iniziare dalla domanda sino al provvedimento finale.
Allazione per corrisponde il diritto di difesa inviolabile in ogni stato e grado del
procedimento. Tale diritto non solo riconosciuto nei confronti del convenuto, ma
anche al PM o ad un terzo che interviene nel processo. A questi soggetti
lordinamento attribuisce un complesso di posizioni processuali che si snodano per
gradi nel corso del processo e che hanno la finalit di realizzare la loro
partecipazione in condizioni di parit.
Si vengono cos a creare tante sequenze di posizioni soggettive quanti sono i
partecipanti al processo.
Il problema di fondo ora quello del collegamento della funzione del giudice con le
parti. Lart. 3 della legge 177/1988 sulla responsabilit del giudice stabilisce che il
giudice ha il dovere di emanare i provvedimenti che costituiscono atti del suo
ufficio. In caso contrario incorre in un diniego di giustizia sanzionato nellambito
della predetta legge. Il diritto al provvedimento spetta sia allattore che al
convenuto ed agli altri partecipanti al processo.
Sempre con riguardo alloggetto possiamo distinguere:
abbiamo
due
differenti
tipologie
di
afferma titolare del diritto sostanziale per cui chiede la tutela; legittimato a
contraddire colui che lattore afferma titolare del dovere contrapposto al
diritto fatto valere. Parliamo di titolarit affermata e non effettiva. La regola
della legittimazione ordinaria comporta da un lato che al titolare del rapporto
sostanziale riservata la scelta se, come e quando chiedere la tutela;
dallaltro che nella sua sfera giuridica finiranno per incidere tutti i
provvedimenti di rito o di merito che verranno emanati dal giudice;
Legittimazione straordinaria: la correlazione fra diritto sostanziale e
legittimazione ad agire non assoluta. Lart. 81 infatti disciplina anche il
fenomeno della legittimazione straordinaria (sostituzione processuale). In casi
tassativamente previsti dalla legge il sostituto processuale pu far valere in
nome proprio un diritto di cui egli afferma laltrui titolarit. La titolarit del
sostituito. Esempio emblematico quello dellazione surrogatoria: il creditore
per assicurare che siano soddisfatte o conservate le proprie ragioni pu
esercitare i diritti e le azioni che spettano verso terzi al proprietario debitore e
che questi trascura di esercitare. Particolare rilievo poi va posto alla differenza
che c fra sostituzione processuale e rappresentanza processuale, nonch il
coordinamento con la legittimazione ordinaria:
o Relativamente al primo problema possiamo dire che mentre il
rappresentante agisce in nome e per conto del rappresentato, il
sostituto agisce in nome proprio per la tutela di un diritto altrui. Sia al
rappresentante che al sostituto spettano solo delle posizioni processuali
attive, mentre il diritto ai provvedimenti spettano solo al rappresentato
o al sostituito, ma a differenza del rappresentante al sostituto faranno
capo anche leventuale condanna alle spese avendo agito in nome
proprio, cio a suo rischio e pericolo.
o Relativamente al secondo problema, nel processo iniziato da sostituto
va riconosciuto anche al sostituito la qualit di litisconsorte necessario
sia nellinteresse del convenuto per eliminare il problema delleventuale
doppio processo, sia nel suo stesso interesse in quanto destinatario del
provvedimento di merito. Ad egli dovr essere consentito di svolgere
32
Il
modello
tedesco
dellazione
dellassociazione
caratterizzato
di consumatori finali;
La responsabilit dellimprenditore per pratiche commerciali
34
59.
Linteresse ad agire
Per proporre una domanda o per contraddire alla stessa necessario avervi
interesse. Linteresse ad agire ha la funzione di evitare la spendita di attivit
processuali tutte le volte in cui laccoglimento in merito della domanda non
comporterebbe una modificazione utile allattore.
Linteresse deve essere:
Il difetto di interesse ad agire rilevabile in ogni stato e grado del processo anche
dufficio.
60.
Leccezione
Il convenuto ha varie possibilit: pu rimanere contumace ovvero pu costituirsi in
giudizio al fine di resistere alla domanda dellattore. In questultimo caso potrebbe
limitarsi a svolgere mere difese oppure potrebbe proporre una domanda
riconvenzionale o chiedere un accertamento incidentale trasformandosi egli stesso
in attore. Fra questi due estremi si colloca unattivit che viene indicata con il
termine eccezione. Si distinguono due tipi di eccezioni:
fatto impeditivo (es. non ancora spirato il termine ) estintivo (es. il credito
prescritto) o modificativo (es. stata pattuita una dilazione di pagamento).
Fatti tutti diretti esplicitamente o implicitamente ad ottenere il rigetto della
domanda.
Le eccezioni sia processuali che di merito si distinguono poi in:
Eccezioni in senso stretto: sono tali quelle in cui la deduzione del fatto
Capitolo VII
IL PUBBLICO MINISTERO
62.
Premesse
Il nostro sistema processuale improntato al principio della domanda, ne consegue
che il giudice non pu procedere se non a seguito di una domanda e non oltre la
domanda proposta dalla parte. Ove per siano in gioco interessi della comunit
35
65.
Il PM interveniente
Lart. 70 stabilisce che lintervento del PM obbligatorio oltre che nella cause che
egli stesso avrebbe potuto proporre ex art 69. In tutte quelle controversie nelle quali
lordinamento ritiene che si profilino per la loro stessa natura esigenze della
comunit di garantire il pubblico interesse con la presenza di un organo
indipendente il PM. La partecipazione del PM sempre obbligatoria nei giudizi
davanti alla Cassazione dove previsto che il PM rassegni le proprie conclusioni
successivamente alle parti in causa. Lintervento del PM invece facoltativo in
ogni causa in cui lo stesso ravvisi un pubblico interesse. La valutazione
dellesistenza del pubblico interesse spetta a lui solo e non dato sindacarne il
fondamento.
66.
Rappresentanza processuale
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Ai sensi del comma 2 dellart. 75 c.p.c., Le persone che non hanno il libero
esercizio dei diritti non possono stare in giudizio se non rappresentate. Parliamo
quindi di:
A. rappresentanza legale (minore, interdetto, fallito): il rappresentante sta in
giudizio in nome dellincapace che rimane il titolare del diritto ai
provvedimenti che il giudice emaner; per questo dunque parte in senso
processuale il rappresentato, pur attraverso lesercizio delle posizioni
processuali attive da parte del rappresentante. La situazione in esame
assolutamente diversa da quella che si configura nel caso di sostituzione
processuale per cui il sostituto agisce in nome proprio per la tutela di un
diritto altrui, pertanto sar il destinatario delleventuale provvedimento di
rito; il sostituito, titolare del rapporto sostanziale, rimane il destinatario
della sentenza di merito;
B. rappresentanza volontaria: tale rappresentanza va conferita espressamente
per iscritto e non pu essere fatta implicitamente discendere da procure
conferite per affari speciali o in via generale.
C. rappresentanza organica: si tratta delle modalit con le quali gli enti stanno
in giudizio; le persone giuridiche stanno in giudizio attraverso lorgano che,
a norma di legge o di statuto, le rappresenta; le associazioni e i comitati,
che non hanno personalit giuridica, stanno in giudizio attraverso le
persone che ne hanno la presidenza o la direzione.
71. Assistenza ed autorizzazione
Nei casi di minore emancipato e di inabilitato, per i quali si ha una limitata capacit
di agire e quindi una limitata capacit processuale, si richiede la partecipazione
contemporanea al giudizio sia dellassistito che dellassistente. Per casi particolari
inoltre necessaria una autorizzazione da parte dellorgano abilitato al rilascio per
stare in giudizio. Il c.p.c. allart. 78 prevede poi la possibilit che si nomini un
curatore speciale nel caso in cui manchi la persona cui spetta la rappresentanza e
nel caso di conflitto di interessi, anche solo potenziale, fra rappresentante e
rappresentato. Il difetto di rappresentanza processuale, di assistenza o di
autorizzazione rilevabile in ogni ordine e grado del giudizio, anche dufficio. Tali
difetti possono per essere sanati, ma, per conservare la validit degli atti
processuali gi compiuti, occorre la ratifica da parte dellinteressato.
72. La rappresentanza tecnica: i grandi modelli di professione forense
Anche se munite di rappresentanza processuale, le parti non possono solitamente
agire direttamente e personalmente nel processo: le conoscenze specialistiche
rendono necessaria la presenza degli avvocati che, in ossequio a due direttive
comunitarie, hanno libera circolazione e stabilimento allinterno dellUE, sulla base
della selezione e dellaccreditamento nei paesi dorigine, e previo lapplicazione
delle regole proprie del paese di insediamento.
38
39
ricondurre alla fattispecie dellabuso del processo ed in violazione del principio del
giusto processo. In questo senso verrebbe a giustificarsi anche la non perfetta
sovrapponibilit che gi oggi si riscontra fra soccombenza e condanna alle spese (si
tratta dei casi di sostituzione processuale, di cessazione della materia del
contendere, del caso di soccombenza del p.m., del processo esecutivo per cui le
spese sono a carico di chi subisce lesecuzione). Secondo questo nuovo
orientamento pertanto la soccombenza diviene un criterio sintomatico e non pi
oggettivo ed automatico, rendendo cos limpostazione coerente con gli evidenti
margini di discrezionalit che lart. 92 concede al giudice.
C. Distrazione delle spese: il difensore ha il diritto al compenso per lopera
svolta ed al rimborso delle spese sostenute, ma esclusivamente dal proprio
cliente (che eventualmente potr rivalersi sulla controparte se condannata
alle spese); lart. 93 c.p.c. consente al difensore munito di procura, di chiedere
la distrazione delle spese, facendo cos in modo che il giudice, nel
provvedimento di condanna alle spese, si pronunzi direttamente a favore del
difensore, piuttosto che del suo assistito.
78. La responsabilit per lite temeraria
Larticolo 96 del c.p.c. prevede espressamente un obbligo al risarcimento del danno
nel caso di responsabilit aggravata per lite temeraria, introducendo cos la
valutazione dellelemento psicologico che ha spinto la parte ad agire o a resistere in
giudizio. In questi casi, ex art. 96 comma 1, il vincitore pu chiedere al giudice oltre
al rimborso delle spese, anche la condanna della controparte al risarcimento del
danno, se questa ha agito in mala fede o con colpa grave. Nei casi in cui vi siano
iniziative processuali che possono provocare immediato pregiudizio alla parte che le
subisce, il comma 2 del medesimo articolo stabilisce sempre la risarcibilit del
danno, richiedendo per che si dichiari non la semplice soccombenza ma
linesistenza del diritto, e che si verifichi inoltre che lattore o il creditore abbia agito
senza la normale prudenza. In queste due ipotesi comunque necessaria listanza
di parte che deve essere proposta nello stesso processo e decisa dal medesimo
giudice. Lart. 96 al terzo comma prevede poi il caso che il giudice, verificate le
circostanze richiamate, possa condannare dufficio il soccombente a pagare alla
controparte una somma determinata in via equitativa, indipendentemente dalla
prova del danno provocato: un caso di applicazione del potere discrezionale del
giudice di applicare una pena pecuniaria a chi abbia tenuto un comportamento
incauto. A questa pena pecuniaria potr comunque aggiungersi anche la somma
dovuta per il risarcimento del danno nel caso in cui la controparte vittoriosa provi
anche questo.
Capitolo IX
43
LA PLURALITA DI PARTI
80.
Litisconsorzio
Si parla di litisconsorzio quando le parti nel processo (dal lato attivo e/o dal lato
passivo) sono pi di due e la funzione dellistituto quella di evitare giudicati
contradditori e perseguire leconomia dei giudizi.
Si distingue tra litisconsorzio necessario e l. facoltativo, a seconda che la presenza
di pi parti nel processo sia indispensabile o meno.
Si distingue tra litisconsorzio originario e l. successivo, a seconda che pi parti
abbiano agito o siano state convenute nello stesso processo fin dallinizio o la
pluralit delle parti si realizzi a processo gi instaurato.
81.
Litisconsorzio originario e litisconsorzio necessario
Si ha litisconsorzio necessario quanto il processo deve coinvolgere, fin dallinizio,
tutte le giuste parti, cio tutti i destinatari degli effetti della sentenza; in loro
assenza il giudice non pu pronunciarsi sul merito. In assenza in alcuni dei
litisconsorti necessari, il giudice, anche dufficio, ordina alle parti gi costituite di
integrare il contradditorio, cio di chiamare in causa i litisconsorti non presenti,
entro un termine perentorio da lui definito. Se lintegrazione non ha luogo, il
processo si estingue.
La causa, quindi, unica con pi parti, una situazione giuridica sostanziale
inscindibile e non si pu pervenire ad una valida decisione finale se non sono stati
chiamati in causa tutti i litisconsorzi.
Leventuale sentenza pronunziata in assenza del litisconsorte necessario
inefficace e il relativo vizio sanabile, anche dufficio, in ogni stato e grado del
processo.
82.
Ambito di applicazione: i casi espressamente previsti dal legislatore
I casi di litisconsorzio necessario espressamente previsti dal legislatore sono distinti
in tre categorie:
a) Litisconsorzio necessario basato su unico rapporto giuridico plurisoggettivo (es:
disconoscimento del figlio legittimo, scioglimento di comunioni, etc): siamo in
presenza di un rapporto unico con pluralit di soggetti.
b) Litisconsorzio necessario consequenziale allesercizio di azione da parte di un
legittimato straordinario (es: il creditore che agisce in surrogatoria deve citare
anche il debitore a cui intende surrogarsi; lusufruttuario che intende riconoscere
o disconoscere la servit sul fondo in usufrutto deve chiamare in giudizio anche il
proprietario): siamo in presenza di due rapporti distinti.
c) Litisconsorzio necessario per ragioni di mera opportunit (es: in un incidente
stradale, il danneggiato pu agire direttamente nei confronti dellassicuratore per
responsabilit civile ma deve essere convenuto in giudizio anche lassicurato, per
una questione di mera opportunit, al fine di tutelare lassicuratore
44
84.
Litisconsorzio facoltativo
45
86.
1 Litisconsorzio aggregato
Sempre nellambito del litisconsorzio successivo, si configura il litisconsorzio
aggregato quando lazione, avviata da un soggetto, detto proponente, vede
laggregazione di altri soggetti, detti aderenti, che vantano un diritto individuale
omogeneo e intendono avvalersi della tutela collettiva. Si tratta di una particolare
forma di litisconsorzio facoltativo, in cui gli aderenti, pur diventando destinatari del
giudicato, favorevole o sfavorevole, non partecipano alla gestione del processo e
non ne assumono i relativi rischi sul piano processuale (ad es. non possono essere
condannati alle spese di giudizio o al risarcimento danni, anche in caso di esito
sfavorevole).
87.
Intervento di terzi
Il litisconsorzio successivo pu essere realizzato anche a seguito dellintervento di
un terzo, nel processo, cio attraverso lingresso di un soggetto diverso dalle parti
originarie in un processo gi pendente. Presupposto dellintervento
linterdipendenza di rapporti giuridici sostanziali, che fanno capo a diversi soggetti.
Lintervento pu essere volontario se il terzo interviene di propria iniziativa o coatto
se il terzo chiamato in giudizio su istanza di parte o per ordine del giudice.
88.
Lintervento volontario
Lintervento volontario Si articola in tre figure:
a) Intervento principale (ad excludendum): il terzo fa valere, nei confronti di
tutte le parti del processo, un diritto autonomo (non dipendente sul piano
sostanziale da quelli dedotti dalle parti), incompatibile (che non pu coesistere in
tutto o in parte con quelli dedotti dalle parti) e prevalente (ad es i diritti
acquistati a titolo originario prevalgono su quelli acquistati a titolo derivativo),
relativo alloggetto o dipendente dal titolo dedotto nel processo medesimo. Il
terzo, che potrebbe tutelare il proprio diritto anche dopo la sentenza, decide di
intervenire nel processo in corso sia per ragioni di economia processuale, sia per
47
evitare che la sentenza resa tra le altre parti possa rendere di fatto pi
difficoltosa la realizzazione del proprio diritto.
b) Intervento litisconsortile (adesivo autonomo): il terzo fa valere nei
confronti si alcune delle parti un diritto autonomo ma compatibile, relativo
alloggetto o dipendente dal titolo dedotto nel processo medesimo. Siamo in
presenza di una connessione per oggetto o per titolo, cio degli stessi
presupposti che legittimano il litisconsorzio facoltativo proprio e per questo
motivo lintervento detto litisconsortile.
c) Intervento adesivo (ad adiuvandum): il terzo non fa valere un proprio diritto
ne propone una propria domanda ma si limita a sostenere le ragioni di alcuna
delle parti. E legittimato a tale intervento il terzo che vi abbia un proprio
interesse, che non deve essere di mero fatto ma interesse giuridicamente
rilevante che deriva da un nesso di pregiudizialit-dipendenza fra la situazione
sostanziale del terzo interveniente e la situazione sostanziale dedotta in giudizio
dalle parti originarie. (es: intervento del subconduttore nella causa tra locatore e
conduttore). La dottrina tende oggi ad estendere la sfera di legittimazione
dellinterventore adesivo a tutti i casi in cui il terzo, anche se non colpito
dallefficacia della sentenza, possa comunque conseguire un vantaggio, pur
meramente eventuale, dallesito della decisione sul rapporto pregiudiziale.
89.
Intervento coatto
Si definisce coatto lintervento:
a) su istanza di parte: ciascuna parte, successivamente allinstaurazione del
processo, pu chiamare in giudizio un terzo, in due ipotesi distinte: se la causa
viene ritenuta comune al terzo(c.d. comunanza di cause) oppure se la parte che
lo chiama in giudizio pretende di essere garantita dal terzo (c.d. chiamata in
garanzia). Con la chiamata in garanzia, il convenuto esercita, anticipatamente,
nei confronti del terzo, lazione di regresso.
b) per ordine del giudice: una volta disposto lintervento, sar una delle parti che, in
ottemperanza allordine, provveder alla citazione del terzo. A differenza
dellordine di integrazione del contradditorio (che presuppone un litisconsorzio
necessario ed quindi un atto dovuto del giudice), lintervento per ordine del
giudice discrezionale e presuppone soltanto la c.d. comunanza di cause (non
anche il rapporto di garanzia). Se nel caso di integrazione del contradditorio la
parte non provvede ad integrare, si avr estinzione del processo, nellintervento
coatto se la parte non provvede a citare il terzo a seguito dellordine del giudice,
la causa verr cancellata dal ruolo, con possibile riassunzione della stessa entro
tre mesi.
90.
49
la pendenza della lite non preclude alle parti il diritto di alienare la cosa dedotta
non efficace per coloro che non hanno preso parte al processo, la sentenza
spiega sempre i suoi effetti nei confronti del successore a titolo particolare,
anche se non ha preso parte al processo. Il processo quindi prosegue fra le parti
originarie ma con effetti diretti (anche esecutivi) ultra partes, nei confronti del
successore a titolo particolare.
Si parla infatti di sostituzione processuale: nella successione mortis causa lerede
assume la veste di sostituto processuale del legatario, il quale oramai leffettivo
titolare del rapporto sostanziale controverso; nella successione per atto tra vivi, il
venditore muta la sua posizione processuale e diviene il sostituto processuale
dellacquirente.
Il sostituito (legatario o acquirente) potr in ogni caso intervenire di propria
iniziativa nel processo oppure esservi chiamato da una delle parti originarie e, se le
altre parti vi consentono, l'alienante o il successore universale potranno esserne
estromessi. In tal caso cessa la sostituzione processuale e il processo continuer fra
i titolari del rapporto giuridico sostanziale.
Il successore a titolo particolare, infine, potr, pur non essendo intervenuto in
giudizio, impugnare la sentenza.
94.
Ambito di applicazione
Questa complessa disciplina, per la quale la sentenza ha efficacia anche nei
confronti del successore che non ha preso parte al processo, si applica solo in
50
52
SEZIONE III
GLI ATTI PROCESSUALI
Capitolo X
IL PROCESSO
98.
Premessa latto processuale
La caratteristica fondamentale dellatto processuale quella di essere disposto in
un determinato ordine rispetto ad altri atti o fatti
99.
Procedimento
Latto processuale trova collocazione nel procedimento inteso come attivit che si
susseguono in un ordinata successione. Due sono le caratteristiche fondamentali
del procedimento:
Gli effetti del procedimento sono considerati come il prodotto dellatto finale;
Ogni atto del procedimento collegato sia a monte che a valle, costituisce in
formale entro cui inserire una serie di fattispecie concrete, sconfinanti nel dolo
e nella frode, tutte connotate da un alto grado di disvalore e quindi
considerate senza dubbio illecite e sanzionate penalmente;
Nella fase pi recente la figura dellabuso sembra allargarsi e spostarsi anche
Capitolo XI
LATTO PROCESSUALE E LA SUA TIPOLOGIA
107.
Libert di forme
Lart. 121 sotto la rubrica libert di forme consente il compimento degli atti
processuali nella forma pi idonea al raggiungimento del loro scopo senza il rispetto
di schemi prestabiliti per legge salvo che la legge non richieda forme
predeterminate in casi specifici.
Ci detto per difficile immaginare atti delle parti o dellufficio diversi da quelli
tipizzati dal legislatore. In particolare per quanto riguarda i provvedimenti del
giudice non sembra che essi possano essere in forma diversa da quella di sentenza
ordinanza e decreto.
55
108.
Regole generali sulla forma degli atti
Le regole generali da osservare per quanto riguarda la forma degli atti sono le
seguenti:
109.
Forma-contenuto dellatto processuale
La forma intesa in questo caso come complesso dei requisiti minimi dellatto,
collegata al contenuto dellatto stesso in funzione dello scopo a cui destinato.
Lespressione forma-contenuto altro sottolinea che la forma altro non che
lestrinsecazione del contenuto di quel particolare atto.
110.
Provvedimenti del giudice
Lart. 131 del cpc a proposito dei provvedimenti del giudice stabilisce in generale
che la legge prescrive in quali casi il giudice pronuncia sentenza, ordinanza o
decreto ed aggiunge che in mancanza di tali prescrizioni i provvedimenti sono dati
in qualsiasi forma idonea al raggiungimento dello scopo.
111.
Sentenza
La sentenza la forma del provvedimento decisorio per eccellenza. Unica regola a
riguardo che non c provvedimento privo di valore decisorio per il quale sia
prevista la forma della sentenza, mentre pu darsi che il legislatore in astratto
preveda o il giudice in concreto adotti forma diversa della sentenza per un
provvedimento sostanzialmente decisorio. (es. il decreto ingiuntivo; lordinanza
della cassazione sul RDC o di giurisdizione)
Lart. 132 indica come contenuto della sentenza i requisiti essenziali fra i quali
rilievo hanno:
56
forzata;
La notificazione: utilizzata in ogni settore del rito civile vien documentata
nella
dimore
nel
domicilio
del
Capitolo XII
I TERMINI PROCESSUALI
117.
Luogo e tempo dellatto processuale
Lordinata sequenza degli atti processuali richiede anche il rispetto di taluni requisiti
di spazio e di tempo:
58
Quanto allo spazio pu dirsi che latto deve essere compiuto nellambito del
118.
Termini processuali e principio di ragionevolezza
La dimensione temporale uno dei criteri di collegamento fra i diversi atti. Il ritmo
del processo cadenzato da una alternanza di attivit e di pause, di atti e di termini
processuali. Si dice termine processuale la distanza di tempo fra un atto e laltro
della sequenza.
Accanto alla tradizionale concezione quantitativa si fatta luce una concezione
qualitativa del processo dove la ragionevole durata divenuta uno dei fondamentali
principi regolatori del giusto processo.
La valutazione di ragionevolezza pu riguardare o lintero processo o un singolo
termine processuale:
119.
Tipologia dei termini processuali
I termini che regolano il giusto processo possono essere cos distinti:
di un determinato momento;
Termini acceleratori o finali: per indicare il momento dopo il quale un atto non
pu pi essere compiuto e si distinguono in:
o Perentori: quando sono stabiliti a pena di decadenza e sono dichiarati
espressamente dalla legge o dal giudice nei casi consentiti dalla legge;
59
121.
Modificazione dei termini processuali
Situazioni eccezionali possono rendere inadeguato il termine fissato dal legislatore o
dal giudice. Il nostro ordinamento prevede a tal fine diversi istituti volti a prevedere
modificazioni quantitative finalizzate a garantire il giusto processo.
60
122.
Computo dei termini
Per il computo dei termini innanzitutto si osserva il calendario comune per il
computo a mesi o ad anni. Per il computo a giorni o ad ore non si calcola lora o il
giorno iniziale, si calcola invece lora ed il giorno finale
61
Capitolo XIII
NULLITA DELLATTO PROCESSUALE
124.
Nullit dellatto processuale
Dagli artt. 156 ss si desumono i principi generali in tema di nullit degli atti
processuali. Da un lato latto nullo continua a produrre i suoi effetti fino a quando
non intervenga la pronuncia del giudice. Non si tratta di una sentenza di mero
accertamento che si limita a prendere atto del vizio che per legge ha prodotto la
nullit. La sentenza del giudice in questi casi ha natura costitutiva cio determina e
sancisce essa stessa linefficacia dellatto processuale viziato, come nel caso
dellannullabilit di diritto privato. Daltro lato il provvedimento del giudice che
pronuncia la nullit dellatto processuale opera ex tunc, cio retroagisce al
momento in cui si prodotto il vizio (travolgendo anche gli atti successivi
dipendenti). La sentenza che pronunzia la nullit dellatto processuale da un lato
costitutiva come quella di annullamento, dallaltro retroattiva come quella che
dichiara la nullit.
In secondo luogo lart. 156 parla di nullit per inosservanza di forme stabilite per
ciascun atto intesa come complesso dei requisiti minimi dellatto.
125.
Principio della tassativit delle nullit e sue correzioni
La regola la tassativit della nullit: non pu essere pronunziata la nullit per
inosservanza di un requisito dellatto se non espressamente comminata dalla
legge.
Nella pratica al principio sopra esposto si apportano due correzioni basate sullo
scopo dellatto:
126.
Nullit relative ed assolute, sanabili ed insanabili
Si tratta in questo paragrafo di capire da parte di chi, con quale strumento, fino a
quando e con quali effetti si possa introdurre la questione di nullit dellatto
processuale.
Sul piano processuale la nullit rilevabile solo su istanza di parte che vi provvede
a mezzo di uneccezione che riguardando il rito viene definita eccezione
62
interessata;
Leccezione non pu essere posta dalla parte che abbia causato il vizio o che
63
inidoneit a produrre i propri effetti tipici non osta a che tale atto produca effetti
diversi da quelli previsti secondo il modello legale e tuttavia con essi compatibili.
A volte la conversione non riguarda un singolo atto, ma lo stesso procedimento o
sub procedimento (es. se la parte proponga ricorso per regolamento di giurisdizione
in relazione ad una sentenza che, pur in termini di giurisdizione declini la
competenza del giudice adito in favore di altro giudice ordinario nulla oster a che
quel ricorso si converta in regolamento di competenza ove ne rispetti i termini.
128.
Nullit della sentenza ed assorbimento delle nullit in motivi di
impugnazione
La sentenza come decisione che chiude il grado di giudizio pertanto vulnerata sia
dai vizi che hanno inficiato gli atti che lhanno preceduta e dai quali dipenda sia dai
vizi ad essa propri. La sentenza pu essere impugnata solo allinterno del processo
e con i mezzi che lordinamento predispone. Non invece possibile far valere i vizi
in esame in via incidentale in una sede diversa da quella prevista. Viene cos
consacrato il principio dellassorbimento dei vizi di nullit in motivi di impugnazione.
Se lipotizzata nullit riguarda i tratti iniziali della catena ossia il giudizio e la
sentenza di primo grado, non travolge lintera catena giunta al terzo tratto ossia il
giudizio in cassazione se non sia stata denunziata prima come motivo di appello e
poi come motivo di cassazione.
In definitiva possiamo dire che se manchi o non venga esperito utilmente il mezzo
di impugnazione idoneo a portare la nullit a conoscenza del giudice
dellimpugnazione il vizio diviene irrilevante e quella nullit resta sanata.
129.
Inesistenza ed irregolarit dellatto processuale
Lart. 161 co.2 stabilisce invece la regola dellassorbimento dei vizi di nullit in
motivi di impugnazione non si applica quando la sentenza manca della
sottoscrizione del giudice.
Linapplicabilit di detta regola comporta che il vizio sia assolutamente insanabile e
possa essere fatto valere in qualunque sede, in qualunque tempo ad opera di
chiunque.
In altri termini il difetto di sottoscrizione del giudice pu essere rilevato con
limpugnazione ordinariamente ammessa contro la sentenza che ne sia affetta, ma,
sopravvivendo al giudicato, pu esser fatto valere in separato giudizio da iniziare in
primo grado, proponendo, senza limiti di tempo, unazione di mero accertamento
volta ad ottenere la dichiarazione dellinesistenza dellatto.
La mancata sottoscrizione del giudice lunico caso di inesistenza previsto dal
legislatore. Ritenuto che lart. 161 co.2 abbia portata esemplificativa e non
tassativa, la giurisprudenza ha per individuato altre ipotesi di inesistenza che,
come tali, sono radicalmente insanabili. Basti qui ricordare i provvedimenti emessi
da un non giudice, quali ad es. le sentenze rese dal sindaco, dal giudice che, al
64
Capitolo XIV
INTRODUZIONE DELLA CAUSA
132.
Premessa
Processo ordinario e processo speciale sono i due strumenti per attuare lattivit
giurisdizionale, tuttavia il primo il modello base di ogni tipo di processo e si
articola in tre fasi: introduzione, trattazione e decisione. Durante la fase
introduttiva, che si avvia con un atto di parte disposto normalmente dal titolare
della posizione giuridica da tutelare (fatti salvi i casi di rappresentanza, di
sostituzione e di legittimazione speciale), si realizzano gli atti che portano al
contatto fra le parti ed il giudice, vengono individuate la situazione di diritto
65
(causa petendi);
le conclusioni.
Si collegano a questa questione tutti gli aspetti relativi ai vizi dei due elementi della
citazione che, a seconda dei casi, sono trattati diversamente; va infine precisato
che atto di citazione e notifica sono due cose assolutamente diverse (la notifica pu
essere nulla pur con una citazione regolare, e viceversa).
a) Vizi della vocatio in ius la nullit legata ad assolute indeterminatezze
rispetto al giudice adito, allindividuazione delle parti, alla data della prima
udienza (con le relative prescrizioni temporali per il termine a comparire ed i
connessi avvertimenti delle decadenze legate alla mancata costituzione). La
nullit si sana (con valore retroattivo, quindi la causa si intende iniziata dal
giorno della prima notifica) con la costituzione del convenuto o con la
rinnovazione della citazione disposta dal giudice dufficio;
b) Vizi delledictio actionis si ha quando mancano o vi sono assolte incertezze
del petitum o della causa petendi. Anche in questo caso possibile la sanatoria
disposta dufficio dal giudice ovvero con la costituzione del convenuto e
lintegrazione della domanda; in questo caso per la sanatoria non retroattiva
per cui gli effetti processuali e sostanziali si producono dal momento della
sanatoria.
Se i vizi non vengono sanati per mancata o non tempestiva rinnovazione della
citazione ordinata dal giudice, il processo si estingue.
135.
Comparsa di risposta
La costituzione del convenuto si realizza attraverso la comparsa di risposta che
viene depositata almeno 20 giorni prima dalludienza di comparizione. La comparsa
si caratterizza per il fatto di non dover essere notificata, ma semplicemente
depositata presso il giudice adito ed il contenuto segue lo schema delledictio
actionis, anche nel caso in cui preveda una domanda riconvenzionale che provoca
un ampliamento della materia del contendere, e pure nel caso in cui vi sia la
chiamata(innovativa) in causa di un terzo, che aumenta sempre oggettivamente la
sfera della controversia. La difesa del convenuto pu articolarsi in una semplice
difesa di rito, limitandosi ai vizi del processo, oppure pu svolgersi anche nel merito,
contestando i fatti costitutivi della domanda dellattore o allegando fatti impeditivi,
modificativi od estintivi, ovvero ancora pretendendo una rivalsa a carico di terzi
chiamati in causa.
In ogni caso, sin dalla comparsa di risposta, il convenuto onerato di una specifica
contestazione sui fatti posti dallattore a fondamento della domanda e di una
indicazione dei mezzi di prova di cui intende avvalersi e/o dei documenti che offre in
comunicazione. Rispetto alla contestazione dei fatti, occorre fare la distinzione fra
fatti costitutivi e fatti secondari (cio circostanze dedotte in giudizio al fine di
dimostrare lesistenza dei fatti costitutivi). Per i primi la mancata contestazione
67
esonera lattore dalla prova e vincola il giudice a ritenerli esistenti; per i secondi
invece esiste la possibilit che il giudice li apprezzi liberamente come semplice
argomento di prova. Si pone qui il problema se la contumacia sia assimilabile ad
una mancata contestazione: la risposta negativa perch la contumacia
considerata un comportamento neutro.
La domanda riconvenzionale che il convenuto pu proporre ex art. 36 pu
riguardare sia lattore che terzi, cos come in questa fase possibile che ciascuna
parte chieda al giudice una decisione su una questione pregiudiziale con effetto di
giudicato. Domande riconvenzionali, eccezioni processuali o di merito che non siano
rilevabili dufficio e chiamate in causa di terzi debbono essere inserite nella
comparsa di risposta a pena di decadenza. Nel caso poi che vi sia la chiamata di un
terzo, necessario che la comparsa assuma i connotati anche della vocatio in ius.
Se vengono superati i termini per il deposito della comparsa, il convenuto non pu
pi proporre in alcun modo la riconvenzionale, le eccezioni, la chiamata in causa di
un terzo (fatto salvo lottenimento della rimessione in termini ex art. 153 c.p.c.); nel
caso in cui il convenuto non depositi la comparsa di risposta, pu in ogni caso
costituirsi alla prima udienza, depositando in questa circostanza la comparsa con le
proprie difese, facendo salva la possibilit di far valere in altra sede le ragioni che
gli sono precluse.
136.
Costituzione in giudizio
il momento in cui si completa linstaurazione del processo: lattore deve costituirsi
entro dieci giorni dalla notifica della citazione ed il convenuto, come si detto, venti
giorni prima delludienza; attore, convenuto ed eventuali interventori devono
rispettare nei loro atti le formalit previste dagli articoli 163, 167 e 267 c.p.c. e
devono agire, salvo le previste eccezioni, atraverso chi sia munito dello ius
postulandi.
Capitolo XV
TRATTAZIONE DELLA CAUSA
138.
Giudice istruttore
Una volta iscritta la causa nel ruolo del tribunale da parte del cancelliere, il
presidente designa il giudice istruttore che ha il compito di istruire e preparare la
causa per la decisione ed qualificato dal codice come il direttore del
procedimento. In seguito alludienza iniziale, il giudice istruttore fissa quelle
successive, unitamente ai termini entro i quali le parti devono compiere gli atti
processuali, arrivando a delineare cos il calendario del processo.
I provvedimenti del giudice istruttore hanno solitamente la forma di ordinanza,
e sono pronunciati in udienza (quindi si ritengono conosciuti dalle parti) o fuori
udienza (in questo caso, a pena di nullit, vanno comunicati alle parti dal
cancelliere, in rispetto del principio del contradditorio). Caratteristica delle
68
formulate;
fissazione dei termini per il deposito di memorie (30 giorni per le memorie di
69
ordinanza
sullammissione
delle
prove
fissazione
delludienza
per
Capitolo XVI
ISTRUZIONE PROBATORIA IN GENERALE
71
145.
Premesse
La prova costituita da una serie di strumenti con i quali si verifica lattendibilit o
meno delle ipotesi di fatto formulate nel processo. Listruzione probatoria, modalit
attraverso la quale la prova viene acquisita a processo, non sempre presente ma
da relazionare al tipo di fatti che vengono richiamati dallattore: fatti pacifici (cio
ammessi anche dal convenuto), fatti non contestati, fatti notori (che rientrano nella
comune esperienza, con lattenzione in questo senso a non fare riferimento alla
scienza privata del giudice) non richiedono di essere provati.
Per il resto, la maggior parte, il giudice dovr ricostruire e qualificare i fatti allegati
collegandoli alle conseguenze giuridiche. Tale ricostruzione va circoscritta ai fatti
rilevanti ed in ogni caso il giudice tenuto alla decisione applicando le regole
sullonere della prova per cui, chi ne gravato e non lo soddisfa, soccombente. Le
regole di riferimento si trovano in parte nel codice civile ed in parte nel codice di
procedura civile.
146.
Disponibilit della prova e poteri di ufficio del giudice. Il c.d. diritto alla
prova.
In linea di principio si possono individuare tre modelli probatori fondamentali: il
modello dispositivo (che privilegia il monopolio delle parti non solo allallegazione
dei fatti ma anche a quello delle prove), il modello inquisitorio (che consente anche
al giudice di acquisire prove), il modello misto.
Il modello di riferimento per lordinamento italiano quello di tipo misto. Lart. 115
fissa il principio di disponibilit della prova, per cui il giudice deve porre a
fondamento della propria decisione le prove proposte dalle parti o dal pubblico
ministero, mentre lart. 97 fissa il principio del divieto di utilizzazione del sapere
privato da parte del giudice. Lo stesso art. 115 tuttavia lascia aperta qualche
possibilit di deroga perch prevede eccezioni al principio della disponibilit della
prova, quando previste dalla legge. In ogni caso il nostro sistema rimane
solidamente ancorato al diritto alla prova (nelle sue espressioni di diritto della parte
di dedurre nei limiti di legge tutti i mezzi di prova idonei a dimostrare la fondatezza
della propria tesi, diritto alla prova contraria, diritto a far assumere in contradditorio
le prove, diritto ad ottenere una valutazione motivata dei risultati delle prove da
parte del giudice).
147.
Onere della prova
Per attribuire lonere della prova, vanno individuati i fatti principali, cio i fatti propri
della fattispecie normativa astratta, che quindi sono in grado di produrre effetti
costitutivi (fatti costitutivi sono quelli che lordinamento considera essenziali per la
produzione delleffetto giuridico), impeditivi (fatti impeditivi sono quelli che incidono
negativamente sul fatto costitutivo impedendo la produzione delleffetto giuridico),
modificativi (per esempio la rinuncia al credito del creditore) od estintivi (per
72
prove dirette (che hanno lo scopo di dimostrare lesistenza del fatto) e prove
contrarie (che hanno lo scopo di negare lesistenza di un fatto).
73
150.
Lart. 116 sancisce il principio che il giudice deve valutare le prove secondo il
suo prudente apprezzamento, salvo che la legge disponga altrimenti. Le prove
libere devono essere apprezzate dal giudice secondo criteri di logica, buon senso e
comune esperienza; le prove legali, dato che derivano da una previsione normativa,
invece vincolano il giudice che non pu disattenderle od apprezzarle liberamente;
nello stesso articolo si definiscono gli argomenti di prova che possono essere
utilizzati solo per integrare o corroborare le prove libere e non sono sufficienti da
soli a motivare il convincimento del giudice. Vale la pena di ricordare che
largomento di prova assolutamente diverso dalla prova indiziaria che invece
una prova a tutti gli effetti, anche se non riferibile al fatto primario.
CAPITOLO XVII
MEZZI DI PROVA
153.
Prova documentale
Il documento una prova costituita allesterno del processo, che illustra un fatto
storico che ha rilievo nella controversia e che viene acquisito al processo in quanto
fornisce al giudice elementi utili per la decisione. Pu consistere in un atto
pubblico o in una scrittura privata, ma si ricollegano alla stessa categoria di
prove anche telegrammi, fax, documenti informatici e scritture contabili.
74
153.1
Atto pubblico
Latto pubblico il documento redatto con le dovute formalit da notaio o altro
pubblico ufficiale e fa piena prova della provenienza del documento dal pubblico
ufficiale, nonch delle dichiarazioni e di quantaltro il pubblico ufficiale attesta
avvenuto in sua presenza o da lui compiuto (c.d. estrinseco dellatto pubblico). Esso
costituisce prova legale dei fatti come rappresentati e pu essere contestato
soltanto a mezzo della querela di falso.
153.2
Scrittura privata, documento informatico, firma autografa e firma
digitale
La scrittura privata non espressamente definita dal legislatore e la nozione si
ricava per esclusione da quella dellatto pubblico: consiste pertanto in un
documento, una espressione di volont o conoscenza, formato da chi non sia
pubblico ufficiale nellesercizio delle proprie funzioni.
Assumono rilievo il problema della data e della sottoscrizione: quanto alla data, che
attesta il momento della formazione del documento, fa prova solo fra le parti negli
stessi limiti in cui fanno prova le altre dichiarazioni contenute nel documento; la
sottoscrizione (o firma) individua lautore dellatto e con essa il sottoscrittore si
assume la paternit delle dichiarazioni contenute nella scrittura. Si distinguono due
tipi di sottoscrizione: la firma tradizionale o autografa, apposta di pugno dal
sottoscrittore e la firma elettronica, apposta tramite una procedura informatica.
Tale firma di dice qualificata se la procedura rispetta cinque requisiti: garantisce la
connessione con il firmatario, riserva al firmatario un controllo esclusivo, consente
di rilevare se i dati sono stati modificati successivamente, basata su un certificato
qualificato, realizzata mediante un dispositivo sicuro per la creazione della firma
(es. firma digitale).
La scrittura privata, in quanto sottoscritta con firma autografa, fa piena prova fino a
querela di falso della provenienza delle dichiarazioni da chi lha sottoscritta, purch
la firma sia stata autenticata, o riconosciuta o verificata. Lautenticazione della
firma consiste nellattestazione ad opera di un pubblico ufficiale della provenienza
della sottoscrizione da persona previamente identificata.
Il riconoscimento si dice espresso nel caso in cui la controparte, nei cui confronti
la scrittura privata stata prodotta, si costituisca e dichiari espressamente di
riconoscere la sottoscrizione. Si dice tacito quanto la controparte si costituisce e non
disconosce la sottoscrizione nella prima udienza o nella prima risposta successiva
alla produzione.
Si ha verificazione quanto viene accertata, in apposito giudizio, lautenticit della
scrittura, in quanto proveniente da chi appare averla sottoscritta.
75
154.
Prova testimoniale
La prova testimoniale consiste nella dichiarazione di scienza circa fatti attinenti alla
causa, resa da un soggetto che non parte della causa stessa. E una prova rimessa
al prudente apprezzamento del giudice e pertanto non rappresenta una prova legale
che come tale vincoli il giudice n un mero argomento di prova.
154.1
Limiti soggettivi
154.2
Limiti oggettivi
Ai giorni nostri tale prova circondata da sfiducia: il legislatore la limita
soggettivamente, stabilendo che non pu testimoniare la parte e chi, pur essendo
attualmente un terzo, abbia un interesse che lo legittimerebbe ad intervenire, ed
oggettivamente, quando si tratta di provare contratti o pagamenti o remissione di
debiti, atti per i quali gli interessati, solitamente, ricorrono alla scrittura. Al riguardo,
vige ancora il limite del valore di euro 2,58 oltre il quale non consentita la prova
testimoniale, anche se il giudice pu, di fatto, ammettere detta prova tenuto conto
della qualit delle parti, della natura del contratto e di ogni altra circostanza.
Particolare regime vige per i patti aggiunti o contrari al documento, quando si
vuole provare con testimoni che si concordato qualcosa di diverso da quanto si
scritto. Se il patto anteriore o contemporaneo alla firma dello scritto, la prova
testimoniale vietata (in quanto appare assurdo che si sia scritta cosa diversa da
quella si cui si era daccordo); se il patto successivo, la prova pu essere
consentita dal giudice ove ritenga verosimile che le parti, dopo aver scritto una
cosa, si siano accordate per unaltra.
77
A tali limiti oggettivi vi sono per dei correttivi: la prova testimoniale pu sempre
ammettersi in presenza di un principio di prova scritta, cio qualsiasi altro scritto
proveniente dalla controparte o dal suo rappresentante, che faccia apparire
verosimile il fatto.
154.3
Disciplina procedimentale: deduzione ed ammissione delle prove
Lacquisizione al processo della prova testimoniale scandita nei momenti della:
- deduzione, in articoli separati e specifici (c.d. capitoli di prova) con indicazione
dei testimoni chiamati a rispondere su ciascun articolo, di solito ad opera della
parte;
- ammissione, con ordinanza del g.i.
- assunzione, ad opera del giudice.
Rendere testimonianza un obbligo, cui il testimone non pu sottrarsi, salvo che
per segreto dufficio o professionale. In caso di reiterata mancata comparizione
del teste, il g.i. ne dispone laccompagnamento coattivo e lo condanna ad una pena
pecuniaria. La reticenza o la falsit della testimonianza comporta sanzioni di
carattere penale.
Nel rito ordinario, la prova testimoniale rimessa alla disponibilit delle parti, a
differenza di quanto avviene nei riti differenziati davanti al giudice di pace, al
giudice unico e al giudice del lavoro.
Con lordinanza di ammissione, il g.i. riduce la lista dei testi sovrabbondanti ed
elimina quelli incapaci di testimoniare. Una volta ammessi, la parte interessata ha
lonere di intimare i testi a comparire alludienza fissata per la loro audizione.
Qualora, senza giusto motivo, la parte non fa chiamare il teste, il g.i., anche
dufficio, dichiara decaduta la prova, salvo che laltra parte dichiari di aver interesse
allaudizione.
154.4
Assunzione della prova: testimonianza orale e testimonianza scritta
Lassunzione della testimonianza pu avvenire oralmente o per iscritto.
La testimonianza orale la forma ordinaria di assunzione e si svolge davanti al
giudice, di regola in udienza (in casi particolari presso labitazione o lufficio del
teste).
Il giudice ha il potere, in via esclusiva, di interrogare il teste sui capitoli ammessi,
nonch di rivolgergli di propria iniziativa o su istanza di parte, tutte le domande che
ritiene utili per chiarire i fatti. Il g.i. pu anche disporre, dufficio, il confronto dei
testimoni che abbiano reso deposizioni in contrasto tra di loro.
Tuttavia, per espletare in tempi rapidi tali adempimenti, si diffusa, specie nei
grandi tribunali, la prassi derogatoria della testimonianza raccolta direttamente
dagli avvocati delle parti, raccolte nel verbale di udienza, sottoscritto da giudice e
cancelliere.
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Per arginare queste pratiche anomale, stata introdotta con la riforma del 2009 la
testimonianza scritta, che presuppone laccordo delle parti ed il provvedimento
del giudice, che dispone tale forma di assunzione della prova per iscritto. Tale
provvedimento va emanato tenendo conto della natura della causa (con riferimento
alla sua non eccessiva complessit) e di ogni altra circostanza (con probabile
riferimento, dal punto di vista soggettivo, alla qualit ed alla residenza del teste e,
dal punto di vista oggettivo, al tipo di deposizione). In sostanza, la scelta della
testimonianza scritta viene rimessa alla valutazione di opportunit e convenienza
del giudice. In merito alle modalit di raccolta della testimonianza, la parte
interessata deve predisporre il modulo contenente i quesiti a cui il teste deve
rispondere. Il giudice, esaminate le risposte, pu comunque disporre che il teste sia
chiamato a deporre in udienza.
155.
Confessione
La confessione consiste nella dichiarazione resa dalla parte sulla verit dei fatti a s
sfavorevoli e favorevoli allaltra parte. Non ha un contenuto negoziale, ma un atto
giuridico in senso stretto, in cui rileva la volontariet del comportamento.
La confessione ha per oggetto fatti, non diritti che scaturiscono dai predetti fatti.
Pertanto la confessione si distingue dalla ricognizione del debito o dalla promessa di
pagamento.
I fatti confessati devono essere sfavorevoli al confitente; si parla invece di
dichiarazione complessa quando la dichiarazione contiene sia fatti sfavorevoli
che fatti favorevoli.
La confessione deve riguardare fatti relativi a diritti disponibili, sia
oggettivamente che soggettivamente: la confessione deve pertanto provenire
unicamente dalla parte capace di disporre del diritto o dal suo rappresentante
(legale o volontario), ma solo nei limiti in cui questi vincoli il rappresentato. Ne
deriva che le dichiarazioni c.d. confessorie rese dal difensore in giudizio non hanno
valore di confessione, in quanto il difensore non ha la capacit di disporre del diritto.
155.1
Confessione giudiziale e stragiudiziale
Si distingue la confessione giudiziale resa avanti al giudice nel corso del
processo, dalla confessione stragiudiziale, resa al di fuori del processo.
La confessione giudiziale pu essere spontanea, contenuta in qualsiasi atto
sottoscritto dalla parte, oppure provocata, con interrogatorio formale su istanza
della controparte.
Linterrogatorio formale va disposto con ordinanza del g.i., come ogni altra prova
costituenda in giudizio. Se la parte cui deferito linterrogatorio non lo rende,
perch senza giustificato motivo non si presenta alludienza o rifiuta di rispondere,
possono considerarsi ammessi i fatti dedotti nellinterrogatorio. Si parla di c.d. ficta
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155.2
Efficacia della confessione
La confessione giudiziale ha il valore di prova legale; tuttavia, nel caso di
confessione resa da alcuni soltanto dei litisconsorti necessari, la sua efficacia viene
degradata.
Anche la confessione stragiudiziale fa piena prova se resa alla parte o al suo
rappresentante; se invece resa ad un terzo, contenuta in un testamento o resa
soltanto da alcuni dei litisconsorti, sar soggetta al prudente apprezzamento del
giudice.
Nel caso di dichiarazione complessa, se laltra parte non contesta la verit dei fatti e
delle circostanze aggiunte, la dichiarazione confessoria fa piena prova; altrimenti
liberamente apprezzata dal giudice, con conseguente degradazione da prova legale
a prova rimessa al prudente apprezzamento del giudice.
155.3
Revocabilit della confessione
Non avendo natura negoziale, la confessione non impugnabile. Tuttavia, il
confitente pu ritrattare la propria dichiarazione con la c.d. revoca della
confessione, dimostrando che il fatto confessato non vero e la confessione sia
stata determinata da violenza (morale o fisica) o errore di fatto (non rileva lerrore di
diritto).
156.
Giuramento
Il giuramento consiste nella dichiarazione della verit di fatti favorevoli alla parte
che lo rende nel corso del processo.
Si distingue il giuramento decisorio, deferito da una parte allaltra per farne
dipendente la decisione totale o parziale della causa, dal giuramento suppletorio,
deferito dufficio dal giudice a una delle parti al fine di decidere la causa, quando la
domanda o le eccezioni non sono pienamente provate.
156.1
Giuramento decisorio
Il giuramento decisorio ha per oggetto fatti specifici (e non giudizi) che siano non
solo rilevanti ma anche decisivi per la definizione della causa. Nel g. decisorio si
distinguono quattro momenti: deferimento, eventuale riferimento, provvedimento di
ammissione e prestazione.
Trattandosi di un mezzo di prova che rientra nellesclusiva disponibilit delle parti, il
g. decisorio presuppone che luna delle parti deferisca allaltra il giuramento su
80
82
Ordine di esibizione
83
Lordine di esibizione non costituisce mezzo di prova bens uno strumento per
acquisire la prova nel processo: qualora documenti o altre cose utili alla prova siano
nella disponibilit dellaltra parte o di un terzo, linteressato potr ottenere dal g.i.
lordine di esibizione. Non si tratta tuttavia di un diritto della parte, in quanto
potere discrezionale del giudice di merito.
Lordine di esibizione non deve comportare grave danno per la parte o per il terzo,
n deve costringerli a violare segreti dufficio o professionali. Non pu inoltre avere
mere finalit esplorative.
158.4
Rendimento dei conti
Non propriamente un mezzo di prova, bens un istituto che prevede un obbligo di
rendiconto da parte di chi ha svolto attivit nellinteresse (anche) altrui e,
specificatamente, lobbligo di informare delle vicende di tale gestione, delle poste
attive e passive, in vista del bilancio finale di dare o avere tra le parti.
Si pu delineare incidentalmente, nellambito di un processo che non si esaurisce
nel dar conto dellipotizzata gestione, oppure in via principale, quando
rappresenta la materia del contendere.
La parte che impugna il rendiconto deve specificare le partite contestate.
Il giudizio pu risolversi in un accordo sui risultati forniti, recepito con ordinanza
immediatamente esecutiva; in caso di disaccordo, il tribunale decide sul
rendiconto con sentenza soggetta ai normali mezzi di impugnazione.
158.5
Mezzi di prova dufficio: ispezioni, esperimenti giudiziali, informazioni
alla p.a.
I mezzi di prova che il giudice pu disporre dufficio sono lispezione e lesperimento
giudiziale, il giuramento suppletorio, la richiesta di informazioni alla p.a. nonch,
entro certi limiti, la prova testimoniale.
Lispezione consiste nella constatazione statica, da parte del giudice, di persone,
luoghi o cose, mobili o immobili, semprech ci appaia indispensabile per conoscere
i fatti di causa, possa compiersi senza grave danno per la parte o per il terzo e
senza costringerli a violare segreti professionali o dufficio.
Il g.i. ha inoltre facolt di disporre rilievi, calchi e fotografie ed esperimenti giudiziali.
Lesperimento consiste in una riproduzione dinamica di eventi, al fine di constatare
se quel certo fatto pu essersi o meno verificato in date condizioni di tempo o
luogo.
Ispezioni ed esperimenti avvengono alla presenza del giudice o, se del caso, con
lintermediazione di un suo ausiliario e si deve applicare il principio del
contradditorio, con facolt delle parti di presenziare agli atti del processo.
Le informazioni alla p.a. possono essere chieste dal g.i. in relazione ad atti e
documenti in possesso dellamministrazione stessa. Si tratta di un potere
84
CAPITOLO XVIII
TIPOLOGIA DEI PROVVEDIMENTI DEL GIUDICE
Ordinanze del giudice istruttore: 1) provvedimenti ordinatori
A parte alcuni decreti, i provvedimenti emanati nel processo di cognizione
assumono la forma dellordinanza e della sentenza.
Le ordinanze del g.i. si distinguono in provvedimenti puramente ordinatori ed
istruttori (che non possono mai pregiudicare la decisione della causa e possono
pertanto essere sempre modificate o revocate dallo stesso g.i.) oppure in
provvedimenti anticipatori.
160
161
Segue: 2) provvedimenti anticipatori
Si tratta di provvedimenti che anticipano, in tutto o in parte, il contenuto della
pronuncia definitiva:
- Ordinanza per il pagamento di somme non contestate: su istanza di parte,
il g.i. pu disporre, fino alla precisazione delle conclusioni, il pagamento delle
somme non contestate dalle parti costituite in giudizio. Presupposti di tale
provvedimento anticipatorio sono:
o listanza del creditore ( esclusa quindi la pronuncia dufficio)
o la non contestazione da parte del debitore ( esclusa quindi in caso di
162
Rimessione della causa in decisione
Mentre lintroduzione della causa di iniziativa della parte interessata e la
trattazione della stessa a cura del giudice istruttore, la decisione della causa
spetta, di regola, al tribunale in composizione monocratica, cio allo stesso g.i. che
assume la veste di giudice unico decidente. Tuttavia, la definizione di alcune
controversie riservata al tribunale in composizione collegiale. Si tratta di casi di
c.d. riserva di collegialit:
a) le cause nelle quali obbligatorio lintervento del p.m.
b) talune cause in materia fallimentare
c) le cause devolute alle sezioni specializzate (es. sezioni agrarie e tribunale per
i minorenni)
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88
91
93
Lestinzione del processo non estingue lazione, nel senso che non incide
direttamente n sul diritto sostanziale fatto valere in giudizio, n sullazione, cio
sulla possibilit di chiedere la tutela giurisdizionale in relazione a tale diritto.
Dei provvedimenti sopravvivono allestinzione le sentenze non definitive di merito
nonch i provvedimenti della Corte di cassazione che regolano la competenza.
Gli altri provvedimenti del giudice di merito, quali sentenze di rito e ordinanze
istruttorie, non hanno effetto nel nuovo processo.
Tuttavia, le ordinanze anticipatorie non soltanto sopravvivono allestinzione del
processo e conservano efficacia esecutiva ma, se si tratta di ordinanze di
ingiunzione, possono acquistare quellefficacia esecutiva che non avessero
allorigine.
Quanto alle prove raccolte nel processo estinto, prevista in generale la loro
degradazione in argomenti di prova nel nuovo processo, previsione da interpretare
secondo la lettera e la logica.
Secondo la lettera, parlando di prove raccolte, il legislatore si riferisce alle prove
costituende, e non a quelle precostituite, ossia ai documenti.
Secondo la logica, occorre distinguere tra le prove rimesse al prudente
apprezzamento del giudice (per le quali opera la degradazione) e quelle legali, che
vincolano il giudice senza essere rimesse alla sua concreta valutazione nel contesto
delle altre risultante di causa.
Per le spese sopportate dalla parte nel processo estinto, vale il principio che restano
a carico di chi le ha anticipate.
177 Cessazione della materia del contendere
A fianco delle due ipotesi di estinzione del processo per rinuncia agli atti e per
inattivit delle parti, un consolidato orientamento giurisprudenziale ha configurato
un particolare strumento di conclusione del giudizio senza decisione definito
cessazione della materia del contendere, che si verifica in presenza di una
serie di eventi sopravvenuti allinstaurazione del giudizio. (es. morte di uno dei
coniugi in un processo di divorzio). In particolare, questo strumento trova
applicazione nellambito delle impugnazioni.
Si venuta formando una prassi che ha provveduto a colmare una lacuna
normativa, prevedendo un vero e proprio istituto processuale, in particolare nel
processo amministrativo e tributario.
Si discute sulla natura della sentenza che dichiara la cessazione della materia del
contendere: a seconda che il fatto generatore sia un fatto processuale o un fatto
sostanziale, la sentenza avr natura di rito o di merito, con la relativa conseguenza
di escludere o di ammettere che la sentenza comporti un giudicato sul merito.
Quanto alle spese, la dichiarazione di cessazione oscura le qualifiche formali di
vincitore o soccombente, rendendo inapplicabile il criterio della soccombenza.
95
Si ricorre allora alla regola della c.d. soccombenza virtuale oppure si fa riferimento
al comportamento scorretto della parte.
Appendice
Dellesercizio dellazione
Art. 101. Principio del contraddittorio
Il giudice, salvo che la legge disponga altrimenti, non pu statuire sopra
alcuna domanda, se la parte contro la quale proposta non stata regolarmente
citata e non comparsa.
Se ritiene di porre a fondamento della decisione una questione rilevata
dufficio, il giudice riserva la decisione, assegnando alle parti, a pena di nullit, un
termine, non inferiore a venti e non superiore a quaranta giorni dalla
comunicazione, per il deposito in cancelleria di memorie contenenti osservazioni
sulla medesima questione.
Art. 102. Litisconsorzio necessario
Se la decisione non pu pronunciarsi che in confronto di pi parti, queste
debbono agire o essere convenute nello stesso processo.
Se questo promosso da alcune o contro alcune soltanto di esse, il giudice
ordina l'integrazione del contraddittorio in un termine perentorio da lui stabilito.
Art. 103. Litisconsorzio facoltativo
Pi parti possono agire o essere convenute nello stesso processo, quando tra
le cause che si propongono esiste connessione per l'oggetto o per il titolo dal quale
dipendono, oppure quando la decisione dipende, totalmente o parzialmente, dalla
risoluzione di identiche questioni.
Il giudice pu disporre, nel corso della istruzione o nella decisione, la
separazione delle cause, se vi istanza di tutte le parti, ovvero quando la
continuazione della loro riunione ritarderebbe o renderebbe pi gravoso il processo,
e pu rimettere al giudice inferiore le cause di sua competenza.
Art. 104. Pluralit di domande contro la stessa parte
Contro la stessa parte possono proporsi nel medesimo processo pi domande
anche non altrimenti connesse, purch sia osservata la norma dell'articolo 10
secondo comma.
E' applicabile la disposizione del secondo comma dell'articolo precedente.
Art. 105. Intervento volontario
Ciascuno pu intervenire in un processo tra altre persone per far valere, in
confronto di tutte le parti o di alcune di esse, un diritto relativo all'oggetto o
dipendente dal titolo dedotto nel processo medesimo.
Pu altres intervenire per sostenere le ragioni di alcuna delle parti, quando vi
ha un proprio interesse.
Art. 106. Intervento su istanza di parte
96
CAPITOLO XX
IMPUGNAZIONI IN GENERALE
179
Premesse
Impugnare significa contestare. Oggetto della contestazione pu essere un atto di
autonomia privata (testamento, contratto, etc), un provvedimento amministrativo
(licenza, concessione, etc) oppure un provvedimento giurisdizionale, a carattere
decisorio o no.
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179.1
Mezzi di impugnazione dei provvedimenti decisori
Nellambito delle contestazioni di atti del processo, si annoverano varie ipotesi.
Tratteremo in questa sede dei mezzi di impugnazione delle sentenze, cio:
- regolamento di competenza a istanza di parte
- appello
- ricorso per cassazione
- opposizione di terzo.
che, per la verit, sono mezzi di impugnazione di provvedimenti decisori, ancorch
emessi in forma diversa dalla sentenza.
Quanto ai motivi dellimpugnazione, si parla di c.d. error in procedendo quando la
sentenza si presume invalida per violazioni della legge processuale nel corso del
processo o nella formazione della decisione oppure di error in iudicando quando si
presume che la sentenza sia ingiusta, cio frutto di un errore di giudizio da parte
del giudice.
179.2
Tipicit e tassativit dei mezzi di impugnazione
I mezzi di impugnazione sono tipici e tassativi: si tratta di un numero chiuso di
rimedi, il cui utilizzo rimesso alla scelta dellinteressato.
Essi trovano ragione nellesigenza comunemente sentita di un riesame della
decisione a tutela di chi la ritiene erronea e nellesigenza di garantire certezza
della decisione.
Il numero e il tipo dei mezzi di impugnazione deciso dal legislatore ordinario,
salva la garanzia costituzionale del riesame in sede di legittimit di ogni
decisione.
179.3
Impugnazioni ordinarie e straordinarie. Preclusione e giudicato
Le impugnazioni si distinguono in ordinarie e straordinarie, a seconda che abbiano o
meno ad oggetto una sentenza passata in giudicato. Sono pertanto ordinarie il
regolamento di competenza, lappello , il ricorso in cassazione e la revocazione;
sono straordinarie le altre.
Il tema del giudicato tra i pi complessi; gi si chiarito che il giudicato non
lefficacia della sentenza ma un suo attributo, cio limmutabilit dei suoi effetti. La
sentenza passata in giudicato, infatti, fa stato ad ogni effetto tra le parti, i loro eredi
o aventi causa e non pi soggetta ai mezzi ordinari di impugnazione.
La sentenza di merito proietta i suoi effetti sul piano sostanziale e si parla di
giudicato sostanziale; laspetto processuale si evidenzia invece nella non
modificabilit della sentenza da parte dello stesso o di altro giudice, a seguito di
preclusione, cio per effetto di consumazione del potere di decidere ad opera del
giudice o del potere di impugnare ad opera delle parti.
La nozione di preclusione si riferisce, nellambito del processo in corso, anche
allimpossibilit di compiere un certo atto, pur di natura ordinatoria e non decisoria,
98
Interesse. Soccombenza
100
180.6
Competenza
La competenza per limpugnazione, in alcuni casi, spetta allo stesso giudice autore
della decisione impugnata; in altri casi al giudice c.d. superiore che, per lappello
avverso la decisione del giudice di pace o del Tribunale rispettivamente il
Tribunale o la Corte dappello e, per il regolamento di competenza oltrech
ovviamente per il ricorso in cassazione, la Corte di cassazione.
In ogni casi, il giudizio di impugnazione si svolge in contradditorio e, pertanto, latto
introduttivo va notificato alla controparte.
180.7
Pluralit di parti: cause inscindibili o fra loro dipendenti
Non sempre la pluralit di parti in primo grado necessita di litisconsorzio in sede di
impugnazione e, al contrario, pu essere a volte necessario litisconsorzio per cause
iniziate originariamente tra due soli litiganti.
Si distingue a seconda che le cause siano inscindibili o tra loro dipendenti oppure
scindibili.
Si ha causa inscindibile sia in caso di litisconsorzio necessario originario in prima
istanza, ma anche nel caso di litisconsorzio per motivi processuali sopravvenuti, a
seguito di intervento di terzo nonch di morte della parte, cui succedono pi eredi.
Cause tra loro dipendenti sono invece ravvisabili nella pregiudizialit e nella
chiamata in garanzia, quando la partecipazione delle parti della controversia
pregiudiziale o di quella di garanzia sia necessaria per la completezza del
contradditorio in sede di impugnazione.
Nelle ipotesi di cause inscindibili o tra loro dipendenti, se limpugnazione non
coinvolge tutti i litisconsorzi necessari, il giudice disporr lintegrazione del
contradditorio, da effettuarsi nel termine perentorio alluopo fissato, pena
linammissibilit dellimpugnazione.
180.8
Segue: cause scindibili
Sono dette scindibili, per definizione residuale, quelle cause con pluralit di parti
che non siano inscindibili o tra loro dipendenti. In tal caso, la sentenza di primo
grado emessa nei confronti di pi soggetti, ma non tutti sono coinvolti
nellimpugnazione. Il giudice si limita pertanto a ordinare la notificazione ai soggetti
pretermessi, nello specifico a quelli per i quali limpugnazione non sia gi preclusa o
esclusa, al solo fine di informarli (c.d. denuntiatio litis). Se tale notifica non avviene,
il giudizio di impugnazione rimane sospeso finch detti soggetti non siano decaduti
dal diritto di impugnazione per scadenza dei termini. Ci che interessa che tutte le
impugnazioni proposte contro la stessa sentenza siano trattate in un unico contesto.
Ove siano proposte impugnazioni separate, si provvede alla riunione anche dufficio.
180.9
Impugnazioni incidentali
102
Nel caso di vertenza tra due parti con parziale o reciproca soccombenza (nessuno
dei due completamente vincitore), la decisione potrebbe essere impugnata da
entrambe le parti: la prima impugnazione sar detta principale, la seconda
incidentale.
La priorit sar determinata cronologicamente, e non dipende
dallimportanza del capo di sentenza contestato.
Si distingue tra impugnazione incidentale tempestiva quando proposta entro la
scadenza del termine per impugnare e quella tardiva, ritualmente proposta ma
dopo la scadenza del termine oppure nonostante la acquiescenza della parte alla
sentenza in esame. Limpugnazione incidentale tardiva consentita alla parte
contro la quale proposta limpugnazione principale (che spesso giunge lultimo
giorno prima della scadenza del termine), nonch a quella chiamata ad integrare il
contradditorio nellipotesi di cause inscindibili (che spesso giunge dopo la scadenza
del termine originario per limpugnazione).
Con riferimento ai limiti di ammissibilit, si distinguono profili soggettivi e oggettivi.
Dal punto di vista oggettivo, la giurisprudenza, a differenza della dottrina,
circoscriveva loggetto dellimpugnazione incidentale al solo capo dellimpugnazione
principale o a quello strettamente dipendente. Successivamente questo limite
stato superato, in quanto limpugnazione pu riguardare anche capi differenti e
indipendenti da quello dellimpugnazione principale.
Sotto il profilo soggettivo, in presenza di pluralit di parti, il problema si intreccia
con quello della scindibilit o meno delle cause. Lorientamento in giurisprudenza
prevede che limpugnazione incidentale tardiva pu essere proposta soltanto contro
la parte che ha presentato limpugnazione principale e non contro le altre. In
dottrina, stato rilevato il contrasto con lesigenza di poter valutare linteresse ad
impugnare in via incidentale nel momento in cui sono emersi tutti gli elementi, in
modo da poter valutare tutti i vantaggi e gli svantaggi.
Mentre limpugnazione incidentale tempestiva conserva la propria autonomia
dallimpugnazione
principale,
quella
tardiva
in
dipendenza
logica
dallimpugnazione altrui e, quindi, perde efficacia se la prima dichiarata
inammissibile o improcedibile.
180.10 Momento rescindente e momento rescissorio
Nel processo di impugnazione si distingue il momento rescindente, nel quale va
stabilito se la decisione contestata affetta dal vizio contestato dal momento
rescissorio, nel quale, solo in caso di risposta positiva, va sostituita la decisione
viziata con altra che risolva correttamente il punto annullato. Questi due momenti
non sempre si traducono in fasi successive del giudizio: non succede nellappello,
pu succedere nel caso di revocazione ed visibile in cassazione, dove la fase
rescindente definita dalla Corte di cassazione, che rimette il rescissorio al giudice
di rinvio).
103
104
105
CAPITOLO XXI
SINGOLI MEZZI DI IMPUGNAZIONE
182.
Appello
Lappello il pi antico e diffuso strumento di revisione della sentenza. LAssemblea
costituente francese, nel 1790, consacr il principio del doppio grado di
giurisdizione che, inizialmente, aveva soprattutto la funzione di limitare lutilizzo
di pi appelli successivi. Successivamente, in epoca napoleonica, il doppio grado
viene collegato allassetto burocratico e gerarchico della magistratura. In Italia, tale
configurazione entr in crisi in epoca repubblicana. Innanzitutto, la Costituzione non
ha previsto copertura costituzionale al principio del doppio grado di giurisdizione,
per cui lappello potrebbe anche essere abolito. Inoltre, stabilendo che i giudici sono
soggetti soltanto alla legge e che si distinguono fra loro soltanto per diversit di
funzioni, si minata la concezione gerarchica e burocratica del giudice. Nulla
impedisce, infatti, che lappello sia portato ad un giudice di uguale rango,
inquadrato in uffici equiordinati e reciprocamente indipendenti.
In definitiva, lappello oggi trova legittimazione nella convinzione che chi giudica
successivamente, soprattutto se munito di esperienza superiore, favorito perch
pu tener conto del lavoro svolto in primo grado e pu pi facilmente correggere
eventuali errori o omissioni. Il principio del doppio grado ha perso il significato
originario di limite ed assume un valore garantistico, di assicurare un doppio esame
della controversia. Valore solo tendenziale, in quanto il legislatore pu anche sancire
linappellabilit di talune sentenze emesse in primo grado (es. sentenza emessa dal
giudice che opera secondo equit o sentenza che definisce le opposizioni agli atti
esecutivi).
Lappello pu presentarsi, in astratto, secondo due opposti modelli:
a) come prosecuzione del giudizio di primo grado davanti ad un giudice diverso, allo
scopo di pervenire ad un nuovo esame (c.d. novum iudicium) della
controversia. Le parti, nei limiti della domanda originaria, possono dedurre nuove
difese, nuove eccezioni, nuove prove. In questo modelli, adottato dal nostro
codice di procedura civile del 1865, la sentenza di primo grado viene ricondotta
ad un saggio preliminare e pertanto priva di efficacia esecutiva
b) come riesame e controllo delloperato del primo giudice (c.d. revisio prioris
istantiae) al fine di eliminare eventuali errori. Di conseguenza, sono escluse
nuove difese, nuove eccezioni e nuove prove e non sussiste la possibilit di
riservare lesecutivit alla sentenza di secondo grado. Il codice vigente, senza
adottare integralmente questo secondo modello, sembra avvicinarsi per taluni
aspetti a questo modello.
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In ordine alle prove, vige il divieto dei nuovi mezzi di prova, salvo che si tratti di
prove indispensabili ai fini della decisione della causa, ovvero che la parte dimostri
di non aver potuto produrle nel giudizio di primo grado per cause ad essa non
imputabili.
Lindispensabilit della prova cosa diversa dalla semplice rilevanza: riguarda
aspetti della controversia emersi soltanto in appello, che non avrebbero potuto
essere provati in primo grado.
In tema di prove documentali, la giurisprudenza era orientata a considerare il
divieto di nuove prove costituende, mentre le prove precostituite (documenti)
potevano comunque essere prodotti per la prima volta in appello. Di diverso
indirizzo la Cassazione, come confermato dalla riforma del 2009, che ha stabilito il
divieto di nuovi mezzi di prova, compresi i nuovi documenti (anche se sembra
potersi affermare che il divieto non trovi applicazione in ordine alle prove disponibili
dufficio).
182.6 Effetto devolutivo e sostitutivo dellappello. Suoi limiti
Lappello ha effetto devolutivo, nel senso che al giudice si chiede di riesame la
controversia, nei limiti in cui la prima decisione viene contestata, con gli stessi
poteri del giudice che lha definita in primo grado. Lappello ha inoltre effetto
sostitutivo, in quanto alla decisione appellata si sostituir la decisione di appello.
A questo principio, tuttavia, fanno eccezione alcune ipotesi nella quali il giudice
dappello rimette la causa al primo giudice.
I casi tassativamente previsti di rimessione al giudice di primo grado sono:
- erroneo diniego da parte del giudice di primo grado della propria giurisdizione
- nullit dellatto introduttivo del giudizio di primo grado
- mancata integrazione del contradditorio nellipotesi di litisconsorzio
necessario
- inesistenza della sentenza di primo grado.
Allinfuori di queste ipotesi, il giudice dappello, se ravvisa la nullit di atti compiuti
in primo grado, ne ordina se possibile la rinnovazione.
182.7 Inibitorie in appello
Si tratta dellistanza di sospensione della provvisoria esecutivit delle sentenze di
primo grado.
Essa viene concessa in presenza di gravi e fondati motivi, anche in relazione alla
possibilit di insolvenza di una delle parti. Linibitoria va richiesta nello stesso atto
di appello ed il giudice dellappello vi provvede, in senso positivo o negativo, con
ordinanza nella prima udienza.
Qualora ricorrano giusti motivi di urgenza, il presidente pu anche ordinare, con
decreto, limmediata esecuzione dellefficacia esecutiva, con contestuale fissazione
di udienza nella quale, sentite le parti, il giudice monocratico del Tribunale o il
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errore di fatto, risultante dagli atti e documenti di causa, nel senso che la
decisione fondata sulla supposizione di un fatto che non esiste, o
sullinesistenza di un fatto sicuramente esistente.
contrariet della sentenza ad altra precedente, avente valore di giudicato
esterno tra le parti
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In entrambe le ipotesi:
1. Se il relatore ritiene possibile definire il giudizio in camera di consiglio,
deposita in cancelleria una relazione con la concisa esposizione delle ragioni
che possono giustificare la relativa pronuncia
2. Il Presidente fissa con decreto ladunanza della Corte
3. La relazione ed il decreto di fissazione delladunanza, almeno 20 gg prima,
sono notificati al p.m. e alle parti, che possono presentare conclusioni scritte
(il p.m.) o memorie (le parti) fino a 5 gg prima delladunanza
4. Sia il p.m. che i difensori delle parti possono anche comparire in camera di
consiglio e chiedere di essere sentiti
5. Se anche il secondo relatore non ritiene che sussistano le condizioni perch il
ricorso sia deciso in camera di consiglio o se il collegio dissente dalla relazione
del relatore, la causa rinviata alla pubblica udienza.
La relazione, anche se emanata dal relatore e non dallintero collegio, si
configura come una vera e propria ordinanza opinata, sulla quale le parti
sono invitate a fornire i rispettivi punti di vista.
Nel caso di procedimento relativo ai regolamenti di giurisdizione e di competenza, il
rito camerale in cassazione presenta alcune varianti: il p.m. presenta infatti
conclusioni scritte che vengono notificate alle parti le quali devono limitarsi a
presentare memorie entro 5 gg dalladunanza, fermo restando la possibilit per i
difensori di comparire ed essere sentiti nel corso delladunanza fissata per la
discussione dei soli regolamenti di giurisdizione.
185.9 Il principio di diritto. Momento rescindente e momento rescissorio della
pronunzia
In ogni impugnazione si pu distinguere un momento rescindente ed uno
rescissorio; nel giudizio di cassazione questi momenti assumono autonomo
rilievo, tanto che, normalmente, in caso di esito positivo della fase rescindente
(accoglimento del ricorso con cassazione della sentenza impugnata), la fase
rescissoria affidata ad un giudice diverso, il giudice di rinvio.
prevista tuttavia uneccezionale ipotesi in cui il rescissorio affidato alla stessa
Suprema Corte, la cui decisione sostituisce quella cassata, definendo il merito
della controversia (c.d. cassazione sostitutiva nel merito)
La Corte enuncia il principio di diritto in due ipotesi:
a) quando decide un ricorso riferito ad una ipotesi di violazione o falsa
applicazione di una norma di diritto sostanziale (error in iudicando)
b) quando risolve una questione di diritto di particolare importanza, cio un
ricorso col quale si deducono vizi di natura processuale (error in procedendo)
Per principio di diritto si intende la regola in base alla quale i giudici risolvono i
casi dubbi o difficili nellottica della nomofilachia, contribuendo cio anche a
garantire luniforme interpretazione ed applicazione del diritto.
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Di norma spetta al giudice di rinvio, nel momento in cui formula il giudizio sul
merito, applicare il principio di diritto e, comunque, uniformarsi a quanto stabilito
dalla Corte.
Qualora, tuttavia, non siamo richiesti ulteriori accertamenti di fatto, che
esorbitano dalla funzione della cassazione, diventa inutile rimettere le parti al
giudice di rinvio per la decisione nel merito e la Corte decide la causa nel merito.
185.10 Cassazione con rinvio
Di regola, laccoglimento del ricorso con conseguente cassazione della sentenza
impugnata comporta la rimessione delle parti al giudice di rinvio, che investito di
una competenza inderogabile per la decisione delle controversie in merito.
Tale giudice di rinvio un altro giudice di grado pari a quello che ha pronunciato la
sentenza cassata, ma in certi casi pu essere designato un ufficiale giudiziario di
grado superiore o inferiore.
Il rinvio al giudice di pari grado pone, a volte, un problema di competenza, altre
volte un problema di ripartizione interna di compiti nellambito dello stesso ufficio
giudiziario.
Qualunque sia il giudice designato, si potranno verificare casi di astensione o
ricusazione, nel senso che non potr giudicare in sede di rinvio il magistrato che ha
gi giudicato in fasi precedenti la stessa controversia.
185.11 Cassazione senza rinvio
Oltre alla cassazione sostitutiva nel merito, altri casi di cassazione senza rinvio sono
previsti dal codice di rito:
- c.d. assoluta improponibilit della domanda, quando sia il giudice adito che
ogni altro giudice difettano di giurisdizione sulla lite (es. domanda su cui ha
giurisdizione solamente il giudice straniero o domanda per un diritto non
contemplato dallordinamento vigente)
- casi in cui la lite non si sarebbe potuta proporre o il processo proseguire (es
quando prima dellinizio dellazione in giudizio dovevano essere adempiuti
alcuni oneri, come la mediazione obbligatoria per alcune controversie)
185.12 Giudizio di rinvio
Il giudizio di rinvio pu avere natura:
- prosecutoria: si tratta di riprendere il discorso dal punto in cui si verificato
lerrore rilevato dalla sentenza cassatoria (errore in diritto o nella logica della
motivazione)
- restitutoria: si tratta di ricominciare liter processuale (error in procedendo).
Il giudizio di rinvio chiuso: non vi sono ammesse conclusioni nuove rispetto a
quelle prese in precedenza dalle parti, che mantengono la posizione che avevano
nel procedimento definito con la sentenza cassata. E per sempre ammesso il
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