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De Salvo A Il Pil nel 2015 crescer dello 0,9%, ma questa non la ripresa che vogliamo

IL PIL NEL 2015 CRESCERA DELLO 0,9%,


MA QUESTA NON E LA RIPRESA CHE VOGLIAMO
di Alessandro De Salvo
07 ott 2015

Il Governo, nella nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Def), ha corretto
al rialzo dello 0,2% la stima sul prodotto interno lordo (Pil) elaborata ad aprile, che prevedeva
un incremento dello stesso limitato allo 0,7%, portando quindi la previsione di crescita allo 0,9%.
Ci comporter che questanno il valore della vendita di beni e servizi finali prodotti in Italia
aumenter, in soldoni, di circa 15 mld rispetto al 2014.
Si tratta di una previsione certamente positiva. Tuttavia utile capire quali componenti del Pil
determineranno la sua variazione positiva. Il Pil si compone, infatti, di 4 elementi:

la spesa in consumi privati delle famiglie;


gli investimenti delle imprese;
la spesa delle Pubbliche Amministrazioni (PA) in beni e servizi;
le esportazioni nette (la differenza tra il valore delle esportazioni e quello delle
importazioni).

Secondo il Governo, la crescita del Pil sar dovuta interamente alla domanda nazionale, poich
le esportazioni nette forniranno un contributo addirittura negativo dello 0,2%. A sostenere il Pil,
a fronte di una leggera contrazione della spesa delle PA, saranno, nello specifico, i consumi e le
scorte; queste ultime rientrano nella componente degli investimenti, e comprendono tutti i beni
non venduti nellanno in corso e collocati nei magazzini delle imprese. Ci significa che saranno
famiglie e imprese a spendere e a investire di pi nel 2015 rispetto allanno precedente.
Si sta quindi registrando un aumento della propensione alla spesa, con correlata riduzione della
propensione al risparmio. Non era affatto scontato che ci potesse avvenire, come non
scontato n prevedibile determinare in quale misura e per quanto tempo gli italiani saranno
ancora disponibili a sacrificare il proprio desiderio di risparmiare, in un contesto programmatico
di politica fiscale che, peraltro, mira a ulteriori riduzioni del deficit pubblico. Il che avr come
conseguenza, in condizioni di equilibrio verso il settore estero, un ridimensionamento del surplus
finanziario del settore privato nazionale. Ci, a nostro parere, rende la ripresa in atto
estremamente fragile ed incerta.
Indubbiamente, la recessione particolarmente duratura e profonda che ha attraversato il nostro
Paese (il Pil sceso di oltre il 9% nel periodo 2008-2014) ha messo a dura prova la tenuta del
sistema economico nazionale. In tale contesto, i consumatori stanno legittimamente decidendo
di non voler continuare a rinunciare, quantomeno oltre una data misura, ad un certo livello di
benessere reale; a tal fine si sono determinati, dopo diversi anni di privazioni, a sacrificare
la propensione
al
risparmio,
caratteristica
del
popolo
italiano.
Il rapporto
mensile dellassociazione bancaria italiana (Abi) evidenzia che nei primi 8 mesi del 2015 la
raccolta bancaria (componente rilevante della ricchezza finanziaria privata) scesa, in misura
significativa, di ben 34 mld. Vuol dire che i depositi e le obbligazioni della clientela privata
sono effettivamente scesi di tale importo. Leconomia sta beneficiando di tale situazione, il Pil
tende a crescere ed anche loccupazione mostra da luglio segnali positivi, come conseguenza
indiretta dellaumento delle vendite.
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De Salvo A Il Pil nel 2015 crescer dello 0,9%, ma questa non la ripresa che vogliamo

Bene, questo genere di ripresa a noi della MMT non piace affatto, non solo perch
potenzialmente effimera, come argomentato prima, ma anche perch basata esclusivamente su
logiche di mercato e non su un rilancio della spesa pubblica e del welfare, pur a fronte delle
tante emergenze sociali che andrebbero affrontate: sanit, istruzione, sicurezza del territorio,
per citarne alcune.
Il Governo persiste nella volont di mantenere, ad ogni costo sociale, i conti in ordine, pur
sapendo che le restrizioni sulla moneta sono determinate da vincoli di natura esclusivamente
politica. Tali vincoli andrebbero rimossi, a vantaggio dellintera popolazione, che continua ad
essere privata di alcuni diritti di base a causa dellarretramento del ruolo dello Stato, che si fa
sempre pi da parte per far fare al mercato ci che, in realt, il mercato non sa e non pu
fare.

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