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3 AUTHORS, INCLUDING:
Daniela Malcangio
Michele Mossa
Politecnico di Bari
Politecnico di Bari
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SOMMARIO. Riconosciuta la necessit e limportanza di uno studio teso alla comprensione della dinamica
delle correnti, finalizzato alla diffusione di inquinanti, presso il Laboratorio di Ricerca e Sperimentazione
per la Difesa delle Coste (L.I.C.) del DIAC del Politecnico di Bari stato realizzato un modello fisico per lo
studio di getti di densit in presenza di correnti. Il flusso allinterno del canale sperimentale consente di simulare le correnti marine, mentre il getto di densit, che stato immesso in esso attraverso un orifizio di forma
circolare di diametro pari a 5 mm posizionato sul fondo del canale, stato realizzato utilizzando acqua ad una
temperatura superiore a quella del corpo idrico recettore, fissata dalloperatore e controllata da un PC di processo. Le configurazioni analizzate sono quelle di getti di densit immessi trasversalmente alla corrente presente nel canale, in presenza di fondale liscio e corrugato (la scabrezza stata realizzata mediante pannelli di
forma sinusoidale). Lo scopo principale dello studio volge allindividuazione delleffetto della scabrezza del
fondale sulla struttura del getto di densit.
1 INTRODUZIONE
La conoscenza approfondita della circolazione oceanica e costiera fondamentale per la comprensione
di una serie di processi ad essa strettamente correlati, tra cui i processi di diffusione e avvezione di inquinanti. La diffusione di inquinanti in mare non
legata solo alle acque reflue delle civili abitazioni,
ma anche, per esempio, alle acque utilizzate negli
scambiatori di calore e successivamente scaricate in
mare a temperatura maggiore del corpo idrico recettore. Si pensi, per esempio, al caso della presa
dellacqua di mare utilizzata dalle centrali termiche
o, in generale, da industrie per processi di raffreddamento e successivamente scaricata in mare a temperatura sensibilmente maggiore di quella di prelievo.
I getti di densit turbolenti costituiscono un effettivo meccanismo per raggiungere una maggiore diluizione iniziale in maniera da minimizzare leffetto
dello scarico sullambiente, poich essi introducono
un elevato volume di fluido ambiente e lo mescolano al fluido riversato. In letteratura sono presenti
innumerevoli indagini sulla diffusione di getti turbolenti in corpi idrici recettori ipotizzati in condizione
di quiete, nellambito della vasta e importante tema-
2 STATO DELLARTE
I getti e le piume immessi in un campo di moto uniforme con direzione trasversale al loro asse mostrano uno sviluppo fortemente caratteristico che risulta
essere strutturalmente interessante e di forte impatto
applicativo. Pertanto, a tal riguardo esistono in letteratura numerosi studi sperimentali, numerici e teorici. Come esempi di getti inflessi, si pensi alle varie
piume di fumo trasportate dal vento, agli scarichi
delle acque reflue nel mare, ai getti degli aeroplani
in fase di decollo o ai getti nelle camere di combustione.
La stabilit del getto e la localizzazione
dellinstabilit sono aspetti fondamentali per la determinazione del tasso di intrusione e mescolamento. Le osservazioni sperimentali di molti autori hanno messo in evidenza che le sezioni normali allasse
del getto hanno una classica forma a rene, nota anche come forma a ferro di cavallo. Facendo riferimento alla fig. 1, si nota che, per questi getti, in assenza di variazioni di densit tra il getto e il corpo
idrico recettore (getti puri), nelle immediate vicinanze della sezione di uscita del getto, supposta circolare, la dimensione della sezione del getto stesso
x
yo
U
= f , r = 0 .
D
Ua
D
(1)
yo
x
= 2 . 63
Dr
Dr
0 . 28
(2)
yi
x
= 1 . 35
Dr
Dr
0 . 28
(3)
yc
x
= 2 . 05
Dr
Dr
0 . 28
(4)
3 APPARATO SPERIMENTALE
Il modello fisico per lo studio dei getti di densit
turbolenti verticali stato realizzato presso il Laboratorio di Ricerca e Sperimentazione per la Difesa
delle Coste (LIC) del DIAC del Politecnico di Bari.
Esso costituito essenzialmente da un circuito idraulico di acqua a temperatura costante e fissata
dalloperatore raccolta in un serbatoio metallico fissato sul pavimento (fig. 2). In tale serbatoio avviene appunto il riscaldamento dellacqua per mezzo di
quattro termo-resistenze di 12.500 W ciascuna, in
grado di far raggiungere una temperatura massima
di 90C (il valore letto da un trasduttore e riportato su un PC di processo). Mediante una pompa della
potenza di 1 Hp, provvista di manometro e valvola
di intercettazione, lacqua cos riscaldata nel serbatoio metallico sopraindicato viene trasferita in un
secondo serbatoio metallico con sfioro laterale, posto su di una piattaforma mobile posizionabile a diverse altezze, s da garantire un carico costante e,
dunque, differenti e fissate portate del getto di densit. Questultimo viene fatto fuoriuscire da un tubo
coibentato di sezione circolare con diametro terminale D = 5 mm, in condizioni turbolente, garantite
da un elevato numero di Reynolds (Re > 2000).
Lorifizio stato posizionato a 40 mm dal fondo di
un canale rettangolare in acciaio, lungo 15 m, largo
T1
T2
T3
T4
T5
T6
T7
T8
T9
T10
T11
T12
T13
T14
T15
T16
M0
T0
Q0
(l/min) (C) (mm) (mm) (m4/s2)
B0
(m4/s3)
3.7E-5
3.7E-5
7.7E-5
7.7E-5
7.7E-5
7.7E-5
3.7E-5
3.7E-5
3.7E-5
3.7E-5
7.7E-5
7.7E-5
7.7E-5
7.7E-5
3.7E-5
3.7E-5
2.3E-6
3.5E-6
5.3E-6
3.4E-6
3.5E-6
4.9E-6
2.4E-6
3.5E-6
2.2E-6
3.1E-6
2.9E-6
4.4E-6
2.8E-6
4.3E-6
2.9E-6
1.9E-6
1.6
1.6
2.3
2.3
2.3
2.3
1.6
1.6
1.6
1.6
2.3
2.3
2.3
2.3
1.6
1.6
25
35
35
25
25
35
25
35
25
35
25
35
25
35
35
25
0
0
0
0
76
76
76
76
146
146
146
146
177
177
177
177
0
0
0
0
18
18
18
18
48
48
48
48
51
51
51
51
= 10 cm/s
24
22
20
18
16
Z (cm)
14
12
10
8
6
4 RISULTATI SPERIMENTALI
4
2
-2
10
12
14
16
18
20
22
24
26
X (cm)
Figura 5. Campo medio delle velocit lungo il piano longitudinale centrale del canale per il test T2.
26
= 10 cm/s
24
22
20
18
16
Z (cm)
14
12
10
8
6
4
2
-2
10
12
14
16
18
20
22
24
26
X (cm)
Figura 6. Campo medio delle velocit lungo il piano longitudinale centrale del canale per il test T8.
Ignorando la zona sopra la sorgente del getto e
distante circa 6 cm dal fondo, si nota come man mano che il getto si allontana dalla sua sezione di efflusso, i vettori delle velocit tendono a raggiungere
la superficie libera con un andamento fortemente influenzato dalla corrente presente nel canale e nor-
0.85
0.8
0.75
36
0.7
0.65
32
0.6
Z/D
0.55
0.5
28
0.45
0.4
24
0.35
0.3
20
0.25
0.2
0.15
16
0.1
0.05
12
-4
12
16
20
24
X/D
28
32
36
40
44
48
0.85
40
0.8
0.75
36
0.7
0.65
0.6
32
0.55
Z/D
male alla direzione di uscita. Infatti, mentre inizialmente, allorquando la quantit di moto prevale
sulleffetto del galleggiamento, la direzione del getto pressoch
verticale e poco soggetta
allinflessione per effetto della corrente, man mano
che lo stesso getto raggiunge la superficie il suo
profilo tende a divenire parallelo al fondo del canale.
Il risultato caratteristico che si raggiunto con tali esperimenti di laboratorio il diverso comportamento che lo stesso getto assume in corrispondenza
dei diversi fondali. Infatti, qualora il fondo del canale liscio, i vettori delle velocit risultano essere
maggiormente deviati nella direzione orizzontale, a
differenza del caso in cui sono presenti le superfici
ondulate. Inoltre, allaumentare dei valori dei parametri caratteristici dei pannelli, quale la lunghezza
donda e lampiezza , la traiettoria del getto e,
dunque le sue componenti di velocit, presentano
una direzione pi prossima alla verticale, come se la
forma ondulare del pannello proteggesse il getto
dalleffetto della corrente.
0.5
28
0.45
0.4
24
0.35
0.3
0.25
20
0.2
0.15
16
0.1
0.05
0
12
-4
12
16
20
24
28
32
36
40
44
48
X/D
44
40
36
32
z/D
28
24
20
16
12
8
-1
11
13
15
17
19
x/D
T02
T03
T04
T05
T06
T12
T13
T14
T15
T16
T07
T08
T09
T10
T11
40
z/rD
36
32
28
z/D
0.1
0.1
24
z/rD = 2.05(x/rD)^0.28
20
x/rD
Exp-T02
Exp-T03
Exp-T04
16
12
10
8
-1
11
13
15
17
19
x/D
T08
T10
T15
z/rD
T02
0.1
0.1
z/rD = 2.05(x/rD)^0.28
x/rD
Exp-T05
Exp-T06
Exp-T07
Exp-T08
5 CONCLUSIONI
Nel presente lavoro lattenzione stata diretta al
comportamento di un getto di densit in presenza di
corrente trasversale allasse del getto stesso e con
fondale liscio o scabro. Lo scopo principale stato
quello di verificare linfluenza della turbolenza generata dal fondale scabro, effettivamente quasi sempre presente nelle reali condizioni di immissione,
sulla diffusione degli scarichi in mare. Mediante un
complesso modello fisico stato possibile riprodurre getti di densit, differenti in portata e temperatura, in diverse configurazioni di fondo liscio e scabro. Lindagine stata eseguita relativamente al
campo medio delle velocit e delle temperature lungo il piano di simmetria del getto, coincidente con
quello longitudinale centrale del canale in cui lo
stesso immesso. Tutte le indagini eseguite hanno
dimostrato che la presenza del fondo scabro ha un
chiaro effetto sulla struttura del getto e dunque sulla
sua diffusione. Lanalisi della traiettoria dei getti ha
evidenziato lo scostamento della stessa dalle leggi
empiriche presenti in letteratura per i getti puri.
BIBLIOGRAFIA
V. H. Chu e M. B. Goldberg. Buoyant forcedplumes in cross flow. Proc. ASCE, J. Hydraul.
Div., 100(HY9):1203-14, 1974.
F.