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La pietrificazione delle armi conquistate

di Eugenio Polito

SPOILS IN STONE
This paper provides a bibliographical overview of recent research on the iconography of arms and armour in the classical world,
in particular their representation as stacked spoils. The origins of this convention may be traced to the Hellenistic world, and
thereafter its autonomous elaboration in late republican Italy; a new stimulus to representing stacked spoils is particularly
identifiable in Augustan monuments. The standard repertoire of arms and armour from all over the barbarian world reappears
time and again as a symbol of universal power in the most diverse situations until late antiquity.

Il gruppo di raffigurazioni, pittoriche e soprattutto


scultoree, che va in genere sotto il nome di fregi darmi,
stato oggetto di uno studio monografico da parte di chi
scrive, apparso ormai oltre dieci anni fa 1. Tale studio
non ha certo esaurito le problematiche connesse con questo ampio gruppo di raffigurazioni, e nuove pubblicazioni sullargomento, oltre a illustrare monumenti noti e
meno noti nei rispettivi contesti, mettono talvolta in dubbio quanto pareva acquisito; i contributi recenti spaziano
dal mondo greco 2 a quello romano 3 e alle province dellimpero 4. Particolarmente significativi per linterpretazione generale sono da considerare lo studio di Maria
Jos Strazzulla, dedicato a un monumento tardoaugusteo
o tiberiano di una famiglia di rango equestre della Marsica, e quello di Mario Torelli, relativo al monumento di
un senatore di et claudia da Torino 5. Nonostante, come
osserva Torelli nel saggio sopra citato, il livello semantico di questo tipo di raffigurazioni sia decisamente
basso e il repertorio di armi sia largamente convenzio-

nale, vale per forse la pena tornare su alcune questioni


non ancora risolte in modo soddisfacente.

1
Polito 1998; in seguito lo scrivente tornato sul tema in altri
contributi: Polito 1999; Id. 2003; Id. 2009.
2
Si segnalano Liampi 1998; Markle 1999; Beschi 1999, 387388 con nota 30 e fig. 2 p. 388; Rapin 2001; Stroszek 2004; Mert
2004-2005.
3
Verzr-Bass 1998; Strazzulla 2001; Schrder 2002 (con conclusioni discutibili); Pensabene 2003; Torelli 2003; Gasparri 2004;
Strazzulla 2007; Jenewein 2008, pp. 173, 177 s. con nota 853; p.
318 cat. WR 1-7 tavv. 132-133; tav. 185. In particolare sui fregi
dorici con armi v. ora Capaldi 2005. Riemerge intanto dal limbo
del collezionismo privato e del mercato antiquario una spettacolare urnetta coperta di armi, rinvenuta nel 1899 nei pressi di Anagni e data per perduta nella letteratura archeologica: ora esposta
al Metropolitan Museum of Art, New York (Purchase, Philodoroi
Gifts, 2002 (2002.297) and Gift of Ariel Herrmann, 2002
(2002.568)); Caetani Lovatelli 1900, tavv. XIV-XV; cfr. Polito
1998, 222 figg. 173-174 (bibl.).

4
Sui fregi nelle province occidentali un contributo recente fondamentale, ancorch poco citato e diffuso, quello di KpperBhm 1996, con ampia attenzione al fenomeno delle armi; restano
problematiche le datazioni di rilievi e monumenti dalle Gallie; per
datazioni alte si esprime Gans 2003, sulla scorta di Roehmer 1997.
Pi chiara la situazione sul limes renano, grazie a numerosi cataloghi e studi specifici: cfr. ad es. Willer 2005, 63-65; sulla penisola iberica qualche aggiornamento bibliografico in Gutirrez
Behemerid 2003, 144-147 n. 258-263; p. 201-203. Sulla situazione in Asia Minore, particolarmente ricca di testimonianze, un
aggiornamento bibliografico fornito da Pellino 2005, 72-74; v.
per anche i contributi in Arms and armour 2004-2005; su monumenti dellOriente romano si veda anche Barresi 1999-2000.
5
Strazzulla 2001; Ead. 2007; Torelli 2003; v. infra, figg. 4-5.
6
Limmaginario della guerra e delle armi stato oggetto di recenti convegni: Arms and armour 2004-05; Sauzeau-Van Compernolle 2007; Dillon-Welch 2006, con limportante contribuito

Sotto la definizione di fregi darmi si raccolgono diverse centinaia di raffigurazioni in realt omogenee soltanto per quanto riguarda lelemento di base: armi
separate dai loro portatori. intuitivo il fatto che tali raffigurazioni sostituissero idealmente armi reali dedicate o
esposte in santuari, edifici pubblici, case e tombe: carattere e significato dei diversi tipi di esposizione delle armi
reali nei differenti ambienti (greco, etrusco-italico, romano, celtico etc.), in relazione a usi e rituali specifici o
in prospettiva propagandistica, sono stati abbondantemente sviscerati in studi classici e recenti, e dispiace che
gli importanti contributi del congresso Les rites de victoire (IVe sicle avant J.-C. - Ier sicle aprs J.-C.), tenutosi a Roma nel 2001, non siano mai stati dati alle
stampe. Del resto, questo tema ha avuto voce anche in
questo convegno, esimendoci dallapprofondirlo 6.

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1. - Lastra dai portici del santuario di Atena a Pergamo. Berlino, Staatliche Museen, Pergamonmuseum. Foto Museo, Neg. PM
6933.

Qui baster dire che nel fenomeno che si voluto


chiamare pietrificazione delle armi il passaggio dallesposizione reale di armi alla raffigurazione pittorica
o scultorea non un passaggio diretto e immediato; sarebbe dunque una forzatura postulare in tutti i casi una
relazione diretta fra precedenti usi di esposizione o deposizione di armi e la successiva trasformazione o pietrificazione di esse in fregi decorativi: il pi delle volte,
soprattutto nelle centinaia di casi di et imperiale, si sar
trattato di generiche evocazioni e di motivi tradizionali
di bottega, laddove gli usi concreti di esposizione e deposizione di armi molto spesso mancavano del tutto o
erano da tempo abbandonati. Resta per il fatto che la
perentoria presenza delle armi raffigurate in tanti contesti antichi non poteva mancare di evocare, nella coscienza degli osservatori, riti e significati connessi con la
celebrazione della guerra e dei suoi esiti, ma anche suggestioni letterarie e mitologiche aretaiche ed eroizzanti.
Qui si privilegeranno i documenti raffiguranti armi
accatastate, sulla base dei quali possibile proporre alcune ipotesi per la trasmissione e lelaborazione dei motivi in ambiente romano; si tralasceranno invece le
raffigurazioni di panoplie e di armi in serie paratattica,
cos come i trofei antropomorfi, gi oggetto di studi
comprensivi.
Il motivo delle armi accatastate nasce apparentemente in epoca ellenistica come vera e propria inven-

zione artistica con gli spettacolari pannelli che decoravano il portico nel santuario di Atena Poliade a Pergamo
(fig. 1) 7: precedentemente ricordiamo solo la catasta
darmi su cui sedeva la personificazione dellEtolia a
Delfi, del III secolo 8. Il motivo sembra poi non avere seguito nel mondo ellenistico: ma le cornici conservate (e
purtroppo ancora sostanzialmente inedite) nellatrio
della Villa dei Misteri a Pompei (fig. 2) 9 fanno supporre
lesistenza di altri cartoni tardoellenistici perduti, oltre
a rimandare, con una notevole commistione eclettica fra
generi, alluso romano di esporre armi nellatrio. Non
sar un caso che la decorazione della villa pompeiana
appartenga proprio alla generazione dei coloni sillani,
desiderosi di una patente di nobilt nei termini suggeriti
da una tradizione irraggiungibile e nelle forme alla moda
presso llite del tempo 10.
Particolarmente problematico ricostruire modi e
tempi dellaffermazione e dellevoluzione di questa formula in ambiente romano; come in molti altri casi, ci troviamo di fronte alla difficolt di scandire correttamente la
nostra documentazione fra lo scorcio della repubblica e
let augustea. Notevoli frammenti di fregio in tufo dal
Foro di Cuma, da tempo noti, si sono arricchiti di nuovi ritrovamenti nei recenti scavi: gi datato in et tardorepubblicana, il fregio viene ora ricondotto allinizio dellet
augustea (fig. 3) 11. Parrebbe dunque che si debba rinunciare allunico esempio di monumento pubblico con armi

riassuntivo di Hlscher 2006. Per lambito greco v. anche Gabaldn Martinez 2005; per quanto riguarda il mondo etruscoitalico, la Magna Grecia e la Sicilia, per non appesantire
ulteriormente lapparato bibliografico rimandiamo ai riferimenti
contenuti negli altri contributi di questo volume. Per lambito
romano, oltre a Hlscher 2004; Id. 2006, si veda anche stenberg 2003, 18 ss.
7
Su Pergamo Droysen 1885, partic. 49-56; Jaeckel 1965; Polito 1998, 91-95 figg. 27-30; Kohl 2002, partic. 247; Mert 200405. Importanti anche le riflessioni di Fless 2002, 69 s. Per i
precedenti nelle celebrazioni funebri del primo Ellenismo v. Torelli 2003, 166 s.

8
Paus. 10, 18, 7; BMC Greek Coins, Thessaly to Aetolia, 194
s. tav. XXX; Reinach 1911, partic. 203-206 e figg. 1-4; Courby
1927, 288-291 figg. 231-236.
9
Maiuri 1947, 197 s. fig. 84; Polito 1998, 127-129 fig. 54; v.
anche Esposito 2008, 73, che per le tavole dipinte di cui le figurazioni darmi erano cornice ipotizza giustamente iconografie
consone al tema bellico, contro lopinione di Maiuri.
10
Sulla pertinenza di questa e altre case pompeiane con decorazioni di II stile ai coloni sillani Zevi 1996, partic. 135; da ultimo Esposito 2008, 51 nota 1 (bibl.) e passim.
11
Gialanella 2000, 100; Petacco-Rescigno 2007, 105-107; Capaldi 2008.

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si sfugge al confronto fra i nitidi trofei


monetali cesariani 12 e gli scudi corrispondenti nel fregio di Cuma e in altri
esempi precoci del genere, analogamente contrassegnati da una parca decorazione e sorretti da solide strutture in
evidenza.
a
Certa parrebbe invece lincidenza
dei monumenti ufficiali augustei per la
fortuna del motivo: oltre alla diffusione
nei monumenti privati del periodo, lo
fanno supporre i frammenti di stucchi
dai soffitti della casa di Augusto, popolati appunto di motivi tropaici 13; eppure,
anche in questo caso non semplice individuare gli eventuali modelli monumentali responsabili dello straordinario
successo di queste iconografie, che cob
nobbero la massima espansione proprio
2a-b. - Cornici con armi dipinte nellatrio della Villa dei Misteri di Pompei (foto
in questo periodo. recente il riconodellautore).
scimento che laltare del monumento
celebrativo di Azio doveva contenere,
oltre a una spettacolare parata di rostri,
anche rilievi con armi e parti di navi, verosimilmente in relazione con il rilievo
storico che ne costituiva lornamento
principale 14. Ma il tema non sembra
presente nelle iconografie celebrative
della vittoria aziaca a Roma e altrove:
accanto ai rostri, sono ormai noti i trofei
navali realizzati in questa circostanza,
assai stilizzati, e un raro indizio di uno
sviluppo del tema, ma in un senso ben
diverso, paiono essere i celebri rilievi
3. - Blocchi di fregio dal portico del Foro di Cuma. Foto DAI Rom Inst. Neg. 54.592.
capitolini con parti di navi e strumenti
sacrificali 15. Questi ultimi, dominati da
accatastate che era stato finora assegnato alla tarda reun linguaggio formale fortemente classicistico, sempubblica. per difficile abbandonare lidea che un imbrano esprimere lesigenza di celebrare sobriamente un
portante ruolo nellaffermazione del genere possano
successo navale conseguito in una guerra civile, sul
avere giocato uno o pi monumenti tardorepubblicani,
quale gravava dunque limbarazzo di un sia pure ineperaltro non conservati: oltre allovvia osservazione che
spresso sospetto di empiet: il tema vi appare ridotto agli
nel repertorio iconografico affermatosi in et imperiale
elementi navali, depurato dunque da ogni elemento
particolarmente forte la componente celtica, difficilmente
cruento, e mitigato dalla compresenza degli oggetti sa-

12
Crawford 1974, 452, 1-5; 468, 1-2. Per la possibilit che il
fornix Fabianus avesse motivi tropaici, eventualmente attribuibili
al rifacimento del 57 a.C., sulla scorta di notizie relative a scavi
rinascimentali, v. De Maria 1988, 264-266 n. 54, con bibl. In generale sullimpatto dei monumenti tardorepubblicani v. Hlscher
2004.

13

Purtroppo ancora inediti: cfr. Polito 1998, 129-131 figg. 56-

62.
14
V. ad es. Zachos 2003, 83-85 figg. 28, 30-31; Id. 2007, I, 418
e passim; II, 311 dis. 6 (ipotesi ricostruttiva); 315 figg.8-9.
15
Hlscher 1985; Leoncini 1987.

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crificali, strumento della tacita espiazione per il sacrilegio della guerra fratricida. del resto noto come il tema
aziaco sia stato presto accantonato in favore di altri
spunti celebrativi, quali la assai meno gloriosa, ma anche
meno imbarazzante tematica dei signa recepta.
Lesempio del fregio di Azio, del resto, non rimase
certamente senza seguito, anche se resta difficile valutarne limpatto, stante la scarsezza dei frammenti superstiti. Il motivo delle armi accatastate, a fianco di quelle
isolate nelle metope dei fregi dorici, caratterizza infatti
con insistenza un grande numero di monumenti funerari
della prima generazione augustea nellItalia centromeridionale e poi in quella settentrionale 16. Leccezionale
favore goduto dal motivo in questa fase presso i veterani
e i coloni augustei non pu spiegarsi senza ipotizzare
modelli di alto livello. Se il lontano esempio del monumento di Nicopoli ebbe certo un ruolo nella formazione
del repertorio delle armi raffigurate, altrove si gi formulata lipotesi che un ruolo analogo possa aver giocato
la celebrazione Guerre Cantabriche: echi se ne colgono
ad esempio nel motivo dello scudo circolare decorato
con labirinti, la caetra delle popolazioni ispaniche nordoccidentali, pi volte attestata nei fregi darmi 17. Rispetto alla guerra aziaca, per le prime generazioni di
militari fedeli al principe fu probabilmente pi facile rifarsi alle decennali Guerre Cantabriche (29-19 a.C.) 18,
nei cui temi celebrativi i veterani potevano meglio identificarsi. Dopo i precedenti ellenistici, e certo qualche
ignoto monumento tardorepubblicano, sembra dunque
che i modelli creati in questa fase abbiano contribuito a
costituire la base di quel repertorio fisso di armi dei vinti,
tante volte ripetuto nei contesti pi disparati fino alla
tarda antichit.
In et augustea avanzata il motivo delle armi sembra
perdere terreno, a fronte della crescita di altri temi e in
parallelo con la diminuzione dei monumenti funerari individuali collegabili alle nuove lites locali derivanti
16

V. in proposito le considerazioni di Torelli 2003, 166 s.


Polito 1998, 41 con note 116-117. Si rimanda ad altra sede
un approfondimento su questo aspetto.
18
Sulle Guerre Cantabriche si vedano Almagro Gorbea 1999;
Peralta Labrador 2000. Pi in generale Urso 2002.
19
CIL, XI 1421=ILS 140, ll. 34-35 = I.It., VII, 1, 7; Gabba
1977; Marotta DAgata 1980, 22, 25; Kleiner 1985a; De Maria
1988, 108, 250 s. n. 32.
20
Tabula Siarensis, partic. fr. I, ll. 9-21; cfr. Snchez-Ostiz Gutirrez 1999; Fraschetti 2000, con bibliografia precedente.
21
Amy 1962; fra i contributi pi recenti si segnalano Gros
1986; Kpper-Bhm 1996, 86-109. La possibilit che anche il cenotafio di Gaio Cesare a Limyra avesse una decorazione darmi,
17

dalla colonizzazione triumvirale e augustea; torna per


attuale nella celebrazione dei principi augustei: si pensi
a monumenti quali larco descritto nel Decreto Pisano,
dedicato a Gaio Cesare nel 4 d.C., e ornatu[s sp]oleis
devictarum aut in fidem receptarum ab eo gentium 19, o
quelli in onore di Germanico nel 19 d.C., noti anchessi
da ormai celebri documenti epigrafici 20. Solo gli archi
della Narbonese sono indiziati come possibili echi di
queste forme celebrative legate ai principi augustei: ma
larco di Orange 21, il pi leggibile fra essi, mostra forme
peculiari, che non trovano riscontro nei monumenti privati. Nei monumenti funerari di et tardo-augustea o giulio-claudia, come i citati esempi della Marsica (fig. 4) e
di Torino (fig. 5), troviamo per ancora, ulteriormente
elaborato, il repertorio darmi creato fra la tarda repubblica e la prima et augustea 22.
Nei due casi citati, sia detto per inciso, troviamo
lespressione dellideologia di due famiglie in ascesa,
colte in due fasi diverse: se i Titeci di Trasacco, figli di
un ingenuo privo di titoli, giungono al rango equestre attraverso la carriera militare durante let augustea 23, il
Glitio cui va verosimilmente attribuito il monumento
claudio di Torino, secondo la ricostruzione proposta da
Torelli 24, rappresenterebbe il gradino successivo di
unascesa familiare che lo condusse per primo in senato,
da nipote di ingenuo e figlio di cavaliere, fino al rango
pretorio, per poi lasciare aperta al figlio lascesa al rango
consolare. In entrambi i casi il motivo delle armi a simboleggiare il principale fondamento dellascesa sociale
delle due famiglie.
Il processo di creazione di un repertorio convenzionale di armi, evocante il dominio sullecumene, utilizzabile in ogni contesto dalla connotazione celebrativa
aretalogica, porosegu verosimilmente in monumenti
giulio-claudi, quale larco neroniano di accesso al Campidoglio, noto purtroppo solo da monete 25. Il culmine
per probabilmente rappresentato dai fregi di et flavia,
avanzata da Ganzert 1984, 141 Beil. 18, cat. Li-74/11, non sembra trovare conferma nella recente e accurata indagine di Borchhardt 2002.
22
Torelli 2003, 167 con nota 71 (bibl.), che individua in et
claudia una vera e propria rinascita del blocco storico di et augustea, i cui esponenti si servirebbero del repertorio elaborato allinizio del principato proprio in tale prospettiva.
23
Strazzulla 2001; Ead. 2007 (bibl.); sulle iscrizioni (CIL, IX
3851-3852) v. gi Letta-DAmato 1975, 187-192 n. 124 a-b. 125
a-b. 126 tav. 41-43; Devijver 1987, 1738 s. n. T 22; T 22bis.
24
Torelli 2003 (bibl.); CIL, V 7165. Sul personaggio e la sua
famiglia v. PIR G, 180-185.
25
Kleiner 1985b.

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4. - Lastra con rilievi darmi dal monumento funerario dei Titeci. Trasacco (Avezzano), Oratorio della Concezione della Basilica
di S. Cesidio e Rufino. Foto DAI Rom Inst. Neg. 79.2736.

5. - Blocco con fregio darmi dal monumento funerario attribuito a Glitio. Torino, Museo Archeologico, inv. 571. Foto Soprintendenza Archeologica del Piemonte, neg. 1372.

florilegi di armi dogni genere resi omogenei da una patina decorativa uniformante: si pensa ovviamente soprattutto ai trofei Farnese e ai pilastri di Firenze (fig.
6) 26. Ma proprio con questi ultimi si chiude il cerchio, se
vero, come opinione prevalente, che essi appartenevano allArmilustrium dellAventino. Un decoro fortemente stilizzato e convenzionale avrebbe dunque ornato
un edificio di antichissima tradizione, cristallizzandone
le forti valenze simboliche, laddove verosimilmente la
ritualit ad esso collegata aveva ormai perso gran parte
della sua forza 27.
La proliferazione di motivi darmi convenzionali in
epoca domizianea non pu del resto essere disgiunta dalle

fonti che testimoniano leccesso di monumenti celebrativi voluti dallultimo imperatore flavio 28. certo per reazione alla genericit banalizzante dei motivi domizianei
che nel Foro di Traiano si ritenne opportuno tornare allosservazione diretta delle spoglie belliche dei nemici di
turno: nei rilievi del Foro, sulla base della colonna (fig. 7)
e anche in altri spazi imprecisati 29, si ha lunico caso di
ritorno a una raffigurazione realistica delle armi barbariche, sia pure anche qui stilisticamente uniformate dal
repertorio decorativo di superficie. Lesigenza di esprimere in modo perentorio e semplificato un concetto di
dominio universale prevalse per nuovamente subito
dopo: fino alla tarda antichit, fino alla base della colonna

26
Per i primi, dopo Durry 1921 e Durry 1935, v. ora Polito
2009, con bibl.; per i pilastri di Firenze Crous 1933; Polito 1998,
204 s.
27
La supposizione che vi fossero ancora armi reali deposte allepoca di Vespasiano, formulata da Crous 1933, 50-56 sulla base
di un passo attribuito dal Marliani (Urbis Romae Topographia,

1534, 103 = 1544, 66) a Sparziano, ma non nei manoscritti dellHistoria Augusta, da rigettare: cfr. Barbieri 1933.
28
Suet. Dom. 13, 7; cfr. Cass. Dio 68, 1, 1.
29
Meneghini 2001, fig. 5, che suggerisce che anche la base
dellequus Traiani avesse pannelli con armi; Ungaro 2002, partic.
p. 128 fig. 1.

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7. - Dettaglio della base della Colonna Traiana. Foto DAI Rom


Inst. Neg. 9555.

di Arcadio a Costantinopoli 30, troveremo sempre nuovamente riproposto quel repertorio generico e convenzionale elaborato allinizio dellimpero, segno del dominio
universale fondato sul potere delle armi.
Nella prospettiva di questo convegno la rilevanza di
queste iconografie non secondaria: i fregi darmi sono
una testimonianza significativa dellesigenza di trasformare in formula iconografica cristallizzata, caricata
quindi di significati predefiniti, lantica prassi della deposizione delle armi conquistate. Dallesame di un maggior numero di contesti e da studi antiquari che
riprendano la tradizione interrotta molti decenni or sono,
tenendo in ugual conto gli oggetti reali e le armi raffigurate, lecito attendersi ancora nuovi risultati. Non si
deve dimenticare che, accanto alle rappresentazioni figurate a contenuto storico sopravvissute dallEllenismo
e dallet imperiale, i fregi darmi costituiscono documenti paralleli, contenenti un discorso storico in nuce,
di fronte alla cui reticenza non lecito arrendersi.

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IV-V, 2004-05
6. - Dettaglio di uno dei pilastri con armi provenienti dallAventino. Firenze, Uffizi, inv. 59, 72. Soprintendenza Speciale
per il Polo Museale Fiorentino, Gab. Fot. neg.72327.

30

Giglioli 1952; Becatti 1960, 251-264 tav. 74 b-d.

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