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Associazion Lingustica Padaneisa

Atti del Convegno

Le lingue dellamphizona padanese


Spirano, 25 maggio 2014

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23 Luglio 2014
Versione 1.0

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Indice generale
Premessa
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Le lingue padanesi nella visione degli Organismi Internazionali

LOlbasco de Cavriat - Ina parlada de transicion entra o Gneiso e l Pimonteiso


Geoffrey Hull: provocatore o precursore?

Chiusura del Convegno

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Premessa
LAssociazion Lingustica Padaneisa (ALP) ha organizzato, il 25 maggio 2014, nella ricorrenza dei
10 anni della fondazione (avvenuta a Piacenza il 23 maggio 2004) un Convegno Linguistico dal
titolo Le lingue dellamphizona padanese.
Il convegno avvenuto nella splendida cornice della Biblioteca Comunale di Spirano (BG).
I relatori, invitati dallAssociazion Lingustica Padaneisa, sono stati, nellordine:

Pierluigi Servida, che ha presentato una relazione dal titolo Gli inizi dellALP. Pierluigi ha
illustrato, in particolare, i lavori preliminari, risalenti agli anni 1999-2000.

Giuseppe Sanero, che ha presentato una relazione dal titolo Le lingue padanesi nella visione
degli Organismi Internazionali. Il testo dellintervento alle pagine 7-16.

Franco Liloni, che ha presentato una relazione dal titolo La fonetica storica in relazione alla
toponomastica del Lombardo Orientale. Franco Liloni ha, tra laltro, discusso dellimportanza
di studiare le singole variet linguistiche, variet che nascondono veri e propri tesori lessicali.

Carlo Giandomenico Protto, che ha presentato una relazione dal titolo LOlbasco de Cavriat Ina parlada de transicion entra o Gneiso e l Pimonteiso. Il testo dellintervento alle pagine
17-34.

Sergio Salvi, che ha intrattenuto il pubblico sugli argomenti che aveva esposto nel suo libro La
lingua padana ed i suoi dialetti.

Francesco Luigi Rossi, che ha presentato una relazione dal titolo Hull: precursore o
provocatore?. Il testo dellintervento alle pagine 35-42.

Lissander Brasca, che ha illustrato gli argomenti che ha esposto nel suo libro Scriver
Lombard.

Moderatore del Convegno stato Gianfrancesco Ruggeri.

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Le lingue padanesi nella visione degli Organismi Internazionali


di
Giuseppe Sanero

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Indice
Sommario
Introduzione
La definizione di lingua usata in linguistica
Le linee di demarcazione
Dettagli su intercomprensione
Intercomprensione e vocabolario comune
Mappe di comunit linguistiche
Le lingue padanesi o reto-cisalpine
Raggruppamenti delle lingue padanesi
Conclusione

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Le lingue padanesi nella visione degli Organismi Internazionali


Bepe San (Dragont) Giuseppe Sanero per lAnagrafe
Via Chieri, 49 10022 Carmagnola (TO) email: dragonot@libero.it mobile: 335-5792884
Sommario Lautore presenta la classificazione, fatta da UNESCO e ISO, delle pi di 6.000 lingue
storiche esistenti al mondo e, tra queste, la classificazione delle 9 lingue padanesi.

Introduzione
Scopo di questo intervento presentare il sistema di classificazione delle lingue padanesi che, a
livello internazionale, pu essere considerato come quello maggiormente condiviso. Si ritiene utile
diffondere la conoscenza di tale sistema di classificazione, per ovviare ai seguenti problemi:
1. frequentemente successo di vedere delle classificazioni fantasiose delle lingue regionali,
addirittura nel caso di proposte di legge (ovviamente, una classificazione che facesse almeno
riferimento a quella usata dagli Organismi Internazionali avrebbe gi una base consolidata);
2. frequenti sono anche le tracciature di mappe linguistiche che seguono pi i confini
amministrativi che quelli linguistici, cosicch succede di vedere un linguaggio trentino (per
indicare il lombardo parlato in Trentino) oppure un linguaggio alto-marchigiano (per indicare
il romagnolo parlato nelle Marche);
3. altre volte successo che venisse considerata solo la realt locale e viene naturale chiedersi se
non sarebbe stato opportuno allargare il punto di vista (mi si permetta di portare ad esempio il
lavoro I cinque sistemi dellitalo-romanzo di G. B. Pellegrini [1]. Lautore prese in
considerazione solo le lingue parlate ove si parlava italiano, cos inser il ladino nel sistema
cisalpino, e cens un sistema friulano. Ma G. I. Ascoli aveva considerato ladino e friulano come
facenti parte di un unico sistema, assieme al romancio o Rumantsch-Grischun [2]. Se il
Pellegrini non avesse trascurato il romancio, quanti sistemi avrebbe definito?)
La classificazione che si vuole presentare quella dellUNESCO (Organismo delle Nazioni Unite
per la Cultura) e dellISO (Organizzazione Internazionale per gli Standard). Questi organismi hanno
censito tutte le lingue esistenti al mondo; ragionevole ipotizzare che abbiano cercato di applicare
gli stessi criteri a tutte le lingue della terra. Sono state censite, in tutto il mondo pi di 6.000 lingue;
aggiungendo anche le lingue dei segni e le lingue morte (come egizio, accadico, latino, etc.) si
arriva a poco meno di 7.000 lingue.
La definizione di lingua usata in linguistica
Una volta iniziato questo lavoro, mi sono reso conto che non era sufficiente fare lelenco delle
lingue padanesi, cos come individuate da UNESCO e ISO, ma era necessario capire il metodo che
era stato utilizzato per censirle.
Sapevo che per distinguere due o pi lingue era stato utilizzato il metodo dellintercomprensione.
Cercando informazioni sullintercomprensione ho trovato anche la definizione di lingua, al primo
colpo, in un manualetto universitario [3] di un autore inatteso (Tullio De Mauro):
Se dal nostro ambiente consueto allarghiamo lattenzione ad altri ambienti, sempre pi distanti, le
diversit crescono, si moltiplicano. A mano a mano che lorizzonte dellosservatore si allarga

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udiamo suoni che ci appaiono diversi da quelli cui siamo abituati, fino a trovarci di fronte a parole,
frasi, discorsi di cui stentiamo ad imitare il suono e di cui non intendiamo il senso.
Ognuno pu constatare, viaggiando, di essere capace, in un certo ambiente e raggio, di scavalcare
le differenze linguistiche individuali e, in quel raggio, di intendere e farsi intendere.
Cominciamo cos a scorgere dei limiti, dentro cui stanno esseri umani che tra loro sono capaci di
scavalcare le differenze linguistiche e di intendere e farsi intendere fra di loro.
Questi individui capaci per lo pi (anche e non sempre) di intendere e farsi intendere gli uni gli
altri costituiscono una comunit linguistica.
Vediamo adesso limportantissima definizione di intercomprensione:
La possibilit di un frequente intendere e intendersi la diremo dora in poi mutua comprensione o
intercomprensione. Lintercomprensione il collante che tiene insieme ciascuna comunit
linguistica.
E siamo quindi pronti per la definizione di lingua:
Le persone di una stessa comunit linguistica usano in ci che dicono, leggono o odono nei
discorsi altrui molte parole comuni e molti modi comuni di connettere le parole in frasi. Questo
repertorio di parole e costrutti comuni lo strumento che permette allintercomprensione di
realizzarsi. In prima approssimazione possiamo dire che una lingua questo: una lingua un
repertorio di parole e costrutti proprio di una particolare comunit linguistica. Ai suoi
componenti, che chiamiamo parlanti o locutori, essa consente in larga misura
lintercomprensione
E alla fine possiamo trarre le prime, importantissime conseguenze:
Il siciliano e il veneziano (ad esempio) rispondono alle caratteristiche essenziali di qualunque
altra lingua, sono cio repertori di parole che garantiscono lintercomprensione tra i locutori di
una comunit.
Si stima che oggi nel mondo le lingue in uso siano circa 6.800.

Le linee di demarcazione
Ci si potrebbe chiedere se lindividuazione di una comunit linguistica sia indipendente dal
sistema di riferimento. Per fare un esempio, supponiamo che, nello spostarsi da Bologna a Firenze,
si individui una comunit linguistica emiliana di parecchie decine di Km attorno a Bologna ed una
comunit linguistica toscana di dimensioni simili attorno a Firenze. In parole povere, ci si potrebbe
chiedere se, quando siamo sul crinale appenninico, sia possibile individuare una comunit
linguistica ibrida di dimensioni confrontabili.
Fortunatamente, la risposta negativa. Nello spostarsi da una comunit linguistica ad unaltra, ci
sono dei punti dove le variazioni linguistiche si fanno molto frequenti, dove i cambiamenti sono
repentini, dove nellambito di pochi Km, o da un villaggio allaltro, non ci si capisce pi. Al
contrario, allinterno di una comunit linguistica, pur percorrendo territori molto vasti, non si
avvertono cambiamenti o se ne avvertono molto pochi, e comunque ci si comprende sempre.

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I linguisti chiamano le linee di cambiamento


di determinate caratteristiche linguistiche
isoglosse; tali linee possono essere
rappresentate graficamente sulle cartine
geografiche. Quando le linee di cambiamento
sono molto ravvicinate, quando siamo cio in
presenza di fasci di isoglosse, abbiamo un
indicatore abbastanza sicuro di transizione da
una lingua ad unaltra. La mappa a fianco
(estratta da [13]), ad esempio, mostra alcune
isoglosse dellItalia centrale.

Dettagli su intercomprensione
Parlando di intercomprensione, viene spontaneo chiedersi se c un metodo certo per valutare
lintercomprensione tra due parlate.
Manuel Barbera, docente di linguistica allUniversit di Torino, riporta nelle sue dispense online [5]
i dati desunti da una ricerca effettuata in Messico.
In Messico, lo stato di Oaxaca una delle zone a pi alta densit linguistica del mondo; basti
pensare che in un territorio ampio allincirca come il Portogallo, sono parlate pi di 100 lingue.
Nella seconda met del Novecento tale zona stata studiata a fondo, anche per preparare
programmi di istruzione primaria in lingua.
I risultati, sintetizzati da Manuel Barbera, sono i seguenti: la percentuale critica al di sotto della
quale non c' pi comprensione accettabile si trova intorno all'80%, o poco sotto (comunque non
oltre il 70%).
C da aggiungere che lintercomprensione non si rivelata ortogonale, cio la percentuale di
intercomprensione da lingua A a lingua B poteva essere diversa rispetto a quella da lingua B
a linguaA. E probabilmente, si deve aggiungere, varia anche da individuo a individuo.
In ogni caso, queste ricerche permettono di definire una thumb rule di questo tipo: quando i
repertori di parole e costrutti propri di due comunit linguistiche differiscono di una percentuale
superiore al 20%-30%, non c pi mutua comprensione accettabile.

Intercomprensione e vocabolario comune


Ci si potrebbe chiedere se, per valutare lintercomprensione, sia necessario prendere in
considerazione tutto il vocabolario di una comunit linguistica.
I vocabolari comunemente possono arrivare a 100.000 lemmi, fino ad arrivare allOxford English
Dictionary, che ne registra pi di mezzo milione.
In realt, nella vita quotidiana, si usa un numero di parole molto inferiore. Il De Mauro, nel libro [1],
stima che il vocabolario fondamentale dellitaliano sia costituito da circa 2.000 lemmi, e che questi
termini coprano in media pi del 90% di qualunque testo. Anche per linglese, si stima che un
vocabolario di base realistico [5] debba contenere almeno 2.000 lemmi. Per il francese, la lista del
Franais fondamental [6] contiene sui 1.500 lemmi.
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Si pu quindi valutare la mutua comprensione sul vocabolario fondamentale di ogni lingua, facendo
qualche estrapolazione.
Nella figura a fianco, il primo grafico mostra
in verde e giallo i livelli di intercomprensione
(70%-80%) ed in rosso i livelli accettabili di
mancata comprensione.
Il grafico di destra mostra la situazione, nel
caso si valuti lintercomprensione solo sul
vocabolario fondamentale. Poich
questultimo copre il 90% dei discorsi, ne
risulta che il livello accettabile di mancata
comprensione si riduce al 10%-20%
(comprendendo il giallo intermedio).

Mappe di comunit linguistiche


Come si visto, i confini tra comunit linguistiche non sono netti, ma avvengono entro fasce pi o
meno larghe, marcate da fasci di isoglosse.
La rappresentazione delle comunit linguistiche potrebbe essere fatta, pi che su carte geografiche,
con dei bubble diagram.
La figura qui a destra, estratta da Wikipedia
[7] e basata su un libro di Y.B. Koryakov [8],
mostra un esempio di come, con un bubble
diagram, potrebbero essere rappresentate le
comunit linguistiche. La figura mostra un
particolare relativo allarea padanese, ma
mostrata solo come esempio, perch non
dettagliata come sarebbe necessario.
La rappresentazione con bubble diagram ha il vantaggio che non segna confini netti, che non sono
realistici. Purtroppo non molto diffusa, forse perch troppo astratta.

Le lingue padanesi o reto-cisalpine


Le lingue storiche padanesi, di origine neo-latina, censite dallUNESCO, sono le seguenti nove:
piemontese, ligure, lombardo, emiliano-romagnolo, veneto, istrioto, friulano, ladino, romancio.
LISO ha recentemente considerato la suddivisione di emiliano e romagnolo in due lingue, emiliano
e romagnolo.

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La cartina a fianco un particolare estratto da


una mappa linguistica realizzata da Romania
Minor [9] e presenta la distribuzione
geografica delle nove lingue citate. Non ci si
fermi ai confini segnati, come gi detto
dovrebbero essere fasci di isoglosse e, nella
cartina in questione sono state prese in
considerazione delle isoglosse particolari.
La cartina seguente , probabilmente, una di quelle che segue pi fedelmente la classificazione e
visione dellUNESCO e dellISO, almeno per quanto riguarda le lingue padanesi.

Come si potr notare, questa cartina presenta il problema (gi segnalato) che guarda solo entro i
confini italiani, perdendo di vista romancio ed istrioto.
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Per avere uno sguardo dinsieme delle lingue


reto-romanze, usiamo questa cartina [10], che
presenta nel dettaglio lestensione geografica di
romancio, ladino e friulano.

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La cartina a fianco, invece, presenta le zone


in cui ancora parlato listrioto.

Raggruppamenti delle lingue padanesi


Solo un accenno si far ai possibili raggruppamenti interni delle lingue padanesi.
Nel 1853 Bernardino Biondelli, nel suo Saggio sui dialetti gallo-italici, abbozza il
raggruppamento gallo-italico, che comprende le seguenti lingue:
piemontese, ligure, lombardo, emiliano-romagnolo.
Nel 1873 Graziadio Isaia Ascoli, nel suo Saggi ladini, abbozza il raggruppamento reto-romanzo,
che comprende le seguenti lingue:
romancio, ladino, friulano.
Arrivando ai nostri giorni, G.B. Pellegrini, nel gi citato [1], delinea due sistemi:
sistema cisalpino, comprendente piemontese, ligure, lombardo, emiliano-romagnolo, ladino,
veneto, istrioto;
sistema friulano, comprendente il friulano;
non considera, come gi evidenziato, il romancio.
Nel 1982, Geoffrey S. Hull, nella sua Tesi di Dottorato (The Linguistic Unity of Northern Italy and
Raethia) considera un unico sistema, comprendente piemontese, ligure, lombardo, emilianoromagnolo, veneto, istrioto, romancio, ladino, friulano.
Nel 1999, Sergio Salvi, nel suo La lingua padana e i suoi dialetti, per le nove lingue qui
considerate, propone il seguente schema:
padano, che comprende:
o padano continuo, distinto in:
piemontese,
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lombardo,
emiliano-romagnolo,
o ligure,
o veneto,
o istrioto,
romancio,
ladino,
friulano.

Conclusione
Considerando tutte queste posizioni, le lingue padanesi o reto-cisalpine, potrebbero essere
rappresentate con questa struttura globale:
sistema cisalpino, costituito da:
o gallo-italico, distinto in:
piemontese,
ligure,
lombardo,
emiliano-romagnolo,
o veneto,
o istrioto,
sistema retoromanzo, costituito da:
o romancio,
o ladino,
o friulano.

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Bibliografia
[1] G. B. Pellegrini I cinque sistemi dellitalo-romanzo Boringhieri (1975)
[2] G. I. Ascoli Saggi ladini Archivio glottologico italiano (1873)
[3] Tullio De Mauro Linguistica elementare Laterza (1998-2006)
[4] Manuel Barbera Linguistica generale - http://www.bmanuel.org/corling/corling2-0.html
[5] Basic English - https://en.wikipedia.org/wiki/Basic_English
[6] Franais fondamental - https://it.wikipedia.org/wiki/Franais_fondamental
[7] https://pms.wikipedia.org/wiki/Figura:Romance-lg-classification-en.png
[8] Koryakov Y.B. - Atlas of Romance languages - Moscow, 2001
[9] http://www.romaniaminor.net/mapes/romania.swf
[10] en.wikipedia.org - https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/5a/RhaetoRomance_languages.png
[11] Bernardino Biondelli - Saggio sui dialetti gallo-italici (1853)
[12] Graziadio Isaia Ascoli - Saggi ladini (1873)
[13] Carlo Tagliavini Le origini delle lingue neolatine Patron (1982)
[14] Geoffrey S. Hull The Linguistic Unity of Northern Italy and Raethia (1982)
[15] Sergio Salvi La lingua padana e i suoi dialetti (1999)

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LOlbasco de Cavriat
Ina parlada de transicion entra o Gneiso e l Pimonteiso
di
Carlo Giandomenico Protto

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Indice
Sommario
1. Da saveir
2. l Canton Olbasco
2.1 Dendst quo vena lOlbasco e s caraterstiques
3. Comparacion entra lOlbasco, l Pimonteiso e o Gneiso
4. Conclusions

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LOlbasco de Cavriat
Ina parlada de transicion entra
o Gneiso e l Pimonteiso
Memo di Peroti Carlo Giandomenico Protto per lAnagrafe
Via Mazzini, 21 15060 Capriata dOrba (Al)
email: memodiperoti@gmail.com mobile: 329-4873696
Sommario Lautore presenta la scrittura della parlata Orbasca e un breve confronto con il Ligure
e il Piemontese.

1. Da saveir
La parlada de Cavriat lst la m leingua mare.
A heu empreincho les primes parles en leingua quan que a heu comncipiat a andar a scuela dl
1953 lentora que a parlar de c nstra i te deivan do njoranto e i te feivan sentir paxan.
A som de longo restat tacat a la coltura do nster canton ma, da suvto, a me son rendut conto que o
ghst in problema de fondo : tutj lj scritorj i han desvellupat in mtodo de scritura difereinto da
composicion a composicion, da scritor a scritor, da paxo a paxo, encom la fissa de reinder o son
dles parles drobanda de lj grafemi difereinti per tutj lj sons que i sentivan. Lj motivi dssa
confusion qu i sont de lj blj :
O nster canton on partena ninta al canton lengstico gneiso, ninta al canton
lengstico pimonteiso e manco ao lombardo, sto lst in canton de transicion.
A homa de lj sons que in si truevan ninta ente la leingua de la nacion e i sont difereinti da
paxo a paxo.
O manca ina normativa unitria de scritura a soprto de la nstra parlada.
sto fracionameinto qu o fa nasser bein-bein de dificoltades per lexer, ninta nemac a qui quo
nst ninta de mare leingua ma a colj assic qui la parlan.
Donca a heu pensat de desvellupar ina grafia unitria de soprto fondada ense ltimologia per
lassar capir les parles a prima vista e embossar ente la tsta l principi: lexer les letres unna per
unna, capir o seinso e puei lexer la parola, encom: capir o seinso a prima vista e puei parnonciar la
parola (per qui que l de mare leingua).
Dajam que la scritura lst un afari de cultura a peinso que ao de denc-uei o sea pjus emportanto
que in scricho i possan capir-le tutj, colj assic que in parlan ninta del psto, que i sont lj pjus
tantj, pjus-tsto que mostrar la parnoncia stcheta (que puei on se pol ninta se neinta encom ina
rgistracion encom manjetfono). Per qui quo la veul empreinder, la parnoncia o la deva emparar
listesso, la scritura qua sea comst-s-sea.
Toca :
1. Desvellupar ina ortografia soprto unitria, que a tena conto que o nster parlar o partena al
gallo-roman dl poneinto, per nin isolar lOlbasco dand-ghe ina s fisionomia particolara.
2. Ralisar ina gramtica e in dicionari a dessora do dialeto.
3. Ralisar libri per les scueles da podeir drobar en tutj lj comuni do nster canton.

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2. l Canton Olbasco
Ente la carta qu apruevo o se vega lj confinni en rosso de la parlada Olbasca e en juno l canton
da-qu de lj Jovi que lha ina parlada vexinna a lOlbasco.

Canton Ocitan

Canton Arpitan

Canton pareinto de lOlbasco

Canton Brigasco
Canton Olbasco

O nster parlar, encom sfumadures difereintes, o crueba tuto l canton que da o Scrvia a travrso
les vallades do Lmo, Olba, Bormia, Erro e Tani o riva finna a lOrmera al confin de la leingua
Ocitanna.
A podoma cjamar o nster parlar en pjus dina manera:
a) parlar d // : a lheu dfinit paregjo per marcar que entsso canton qu, la A tnica
latinna a se parnoncia//en condicions particolares.
b) Olbasco : prqu l cuer dl canton d lst la vallada de lOlba.
c) Parlar dAleramo : per tener en meinto que a lj teimpi de lentora l canton que o se trueva
entra la pjanna dl Pau e la cresta de lApenin lra trre dl Marqueiso dl Montferat.
d) varietat de lanfi-canton Lgure-Pimonteiso dl Poneinto, de la leingua romanna Gallpadanna : dfinicion que a tena conto de lafinitat do nster parlar encom les parlades de lj
cantonni vexinni.
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2.1 Dendst quo vena lOlbasco e s caraterstiques


LOlbasca lst ina parlada que a vena en linja dricha da o latin parlat da coll remustcjo de
popolacions Lguri, Celtes, Romannes e Alemannes que i steivan ento nster canton a la fin de lj
teimpi de Roma.
Lvolucion dl parlar per via de lisolameinto que i paxi i viveivan ao longo de lEtat da-mdzo
lha portat a parnonciar en manera difereinta la medema parola da paxo a paxo a spcialisar
parles difereintes.
A Cavriat per es. a homa avut in slitameinto do son dles vocalles que o porta a ina situacion
particolara marcada ente la tablla qu apruevo :
vocalles tniques
> a : rba o se lexa arba
> : cantar o se lexa cant, arbi o se lexa rbi
> : clla o se lexa cla
o > u : lovo o se lexa luvu
u > : duro o se lexa dru
vocales atonnes
a > a : fsta o se lexa fasta
o > u : colleto o se lexa cultu
u > i : culata o se lexa chirta
e > i : cercar o se lexa sirc

tniques
a

arbi

// /rbi/
rba
/arba/ /a/

rbi
rbi

//
seco

lovo

/sku/

//

/luvu/
u
//

duro
/dru/

Lvolucion dles consonantes a va ensmo encom l canton de la Ligria e l canton Padan.

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LOlbasco on pl ninta sser dfinit Pimonteiso e manco Gneiso (ente la nstra parlada o se
dixa parlar Gneiso e ninta Lgure )).
Donca o ghst de mester de desvellupar ina ortografia que a pssa meter ensmo les parlades
difereintes, tenjinda conto que o nster parlar o se trueva a la randa dl canton lengstico padan,
franceiso e ocitan.
La ralisacion dina grafia soprto en comune a d l bnfici de favorir la difusion de lj scrichi en
tuto l canton e ninta entin paxo nemac.
Donca per podeir scriver la nstra parlada a heu bandonat les formes de scritura pimonteises,
gneises e lombardes e a heu tacat a desvellupar ina ortografia que a deissa ina rechesta a ina tera de
demandes e de qstjons :
a. Comet crner i grafemi:
A dovoma trovar dles solucions qui tenan conto que o nster parlar o partena al canton roman
dl poneinto.
Per notar lj fonemi encom i grafemi do latin , a homa de mester de modrnisacions : lentroducion
de J per i fonemi /z/ e /d/, W per /u/ semi-consonanta, lj per /j/ , nj per // e luso ente lensmo de
J per mostrar la palatalisacion de la consonanta que a lj vena da denanci: bj, dj, fj, rj, gj, tj, etc.. ).
b. Spjanar les contradicions:
les solucions grfiques que o se pl trovar in sont mas prfetes. Tutes lj envencions i fan nasser
ento sistema dles dificoltades en contracolpo : scriver u per il fonema // lst butar-se ente
lembrljo da denant a /u/.
Acsic lj ortografies i se prseintan comet in sistema fonmtico densmo endenda que i sont
antivisti de lj soto-sistemi que i devan dar l mnimo de contradicions que o se pl.
c. Condicionameinti dachi da lvolucion:
In sont ninta in problema dajam que a stoma enventanda ina scritura e donca a soma lberi de
modrnisar. A podoma modrnisar la grafia de lj vgj scritorj padanni do 200.
Auliver Lombardo o drobeiva per s, o consrva bl, pl, cl, o droba x (plaxir, palaxio), o droba lj
ditongui ue (cuer), ao (caosa, aor), eu (meu, eu, Deu).
Sdonca a podoma crner de drobar i grafemi , , , , per mostrar lj sons stcheti do nster parlar
e que an trovoma ninta ente la leingua de la nacion. sti grafemi qui i han motivo dsser per
lenflueina que i han avut ense lvolucion do nster parlar les leingues alemannes.
d. Condicionameinto paradigmtico morfolgico.
O spjaameinto diacrnico de lquilibri fonolgico lha avut comet consegeina que i
sembroljeivan i paradigmi morfolgiqui. les leingues, ent'les condicions modrnes de la
gramaticalisacion scricha e do sistema de mostrar a scuela, endenda que i paradigmi i juegan in
rlo bein bein grando, i refudan tuto a que o lj somelja ina distrucion de la s arquitetura.
l franceiso o contraponna parler a parl, acostanda parler a finir; nos-atri a scrivoma parlar e
parlat / parl/ per dar torna o s vstit a o nin-finit e al participi passat.
e. Condicionameinto ideogrfico:
Ina leingua a foncionna encom in mugjo domnimi. La comunicacion a voxe a stcjarissa o
sinjificato dur da capir. Ma o scricho lha la fissa de refudar lj omgrafi , donca besuet crcar
solucions que i spjannan l problema:
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Parnoncia de Cavriat

sinjificato

Scritura Olbasca

sar

salato

salat

sar

chiuso

srrat

sar

salare

salar

sar

chiudere

srrar

sar

sar (lui)

sar

Andanda a derera a sso mtodo qui a heu desvellupat la tablla qu apruevo que a mostra les
parnoncies pjus stchetes de la bassa e de luta vallada Olbasca drobanda lj smboli IPA
(Intenational Phonetic Alphabet)

Vallada denuto

Scritura Olbasca
fonema

xeimpi

sinjificato
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IPA
parnoncia

Vallada denbasso
IPA

parnoncia

a tnica
c da denant e , i

e aton
g da denant e , i
h entra does vocalles
j
l
u tnico
u atono
u finale
w

brotar
cimma
brau
rba
spellar
genar
mi a heu
jugar
ala
duru
luxir
tantu
wachar

brucare
vetta
braccio
erba
sbucciare
gennaio
io ho
giocare
ala
duro
luccicare
tanto
attendere
scrutando

ts
ts

z
j
z
r
y
y
u
gw

x
z

baxar
corzetu
xeimpi

baciare
tipo di pasta
sinjificato

dz

grupi
au tnico
bj
ch

auru
dobjar
lechu

cj
dj
eu
fj
gj
gu
ll
lj
nn
nj
ou
qu
rr
ss
ue

cjamar
fredj-u
frceul
fjoura (f.)
gjaa
guin
collu
palja
lanna
aranju
routu
qu
trra
roussa
fuegu

oro
piegare
letto
chiamare
freddo
frittella
fiore (m.)
ghiaccio
maiale
collo
paglia
lana
ragno
rotto
qui
terra
rossa
fuoco

ba'
kurdz't:u
IPA
parnoncia
o
oru
bj
dubj'
t
l'etu

t
d

d
g
l
j
n

u
k
r
s

s
s
a
z
g
z
r
y
i
w

brut'
ts'ym:a
bR'ats:u
'rba
pl
zn
mi a j
zu':
a:ra
dyru
ly'i
tantu
gwat'

brut'
sima
br'su
arba
spl
zn
mi a g
zig'
'ra
d'yru
liz'i
tant
wat'

z
z
IPA

baz'
kurz'tu
parnoncia

o
d
t, t

oru
dud'
l'etu 1, letu
2
tam'
fr'du
fars'
fj'u(ra)
d'sa
gein
k'olu
p'ja
lajna
ar'u
rutu
ki, tsiki
tara
rusa
fgu

tam'
fr'edu
fr'
'u(r)a
d'ats:a
gin
kolu
p'aja
l'ana
aR'au
rutu
iki
tra
r'us:a
f

t
d

fj
d
g
l
j
jn

u
k
r
s

Per meter en mostra la parnoncia dles parles a jontoma qu sota la tablla que a mostra la
parnoncia de lj carteri IPA que in se capissan neinta dembl:
=

k = c di cane

= gn di gnomo

= sc di scena

w = u di uomo

g = g di gatto

= n di anche

= j franc. di jour

z = s di caso

= eu di franc. peu

j = i di ione

d = g di gemma

y = lombarda

t = c di ciao

Pag. 24 di 48

Pag. 25 di 48

A la fin de la fraula

ki kl kl n kank

o se scriva

qui que lst que lha in can en c

Pag. 26 di 48

3. Comparacion entra lOlbasco, l Pimonteiso e o Gneiso


Gneiso
Cruze
ripide,
strite,
lastregae
da
rissu
riondi
co' a
passa
de
min .
Cruzette
fra
due
mage
fiarichezzae
da-o
passaman
de
faero
e
dai
lampioin.
Portette
misteriose
vernixae
de
verde
con
targhetta
e
snaggin.
Coppie ? > cobbie
ferme
in ti
canti
ci
appartae ,
donne
da-i
portelletti
di
barcoin.

Piemonteis
Stra
rpide,
streite,
strne
d
pere
rionde
con l
passagi
d
mon.
Straite
tra
doe
muraje
fianchegi
dal
passaman
d
fer
e
dai
lampion.
Cite prte
misteriose
vrnis
d
verd
con
targhtta
e
ciochin.
Cobie
ferme
ant ij
canton
pi
apart,
fomne
da j
sportlin
dle
fneste

Caviri
Crze
rpide,
strcie,
lastrigje
d
rissji
arindi
anc ra
pasera
d
mgni.
Cruzte
antra
du
mirje
fianchezje
dar
pasam
d
faru
e
dai
lanpigni.
Portjne
misteriuze
varnizje
d
verd
anc
targhta
e
sunaj.
Cubie
ferme
anti
canti
pi
apartj,
done
dai
sportlti
dir
fnastre.

Per meter en mostra a que a homa dicho


prima a trascrivoma qu in tsto en Gneiso
clssico piljat da la tesi do G.Hull The
Linguistic Unity of Northern Italy and
Rhaetia traslat da Dragont en Pimonteiso
clssico e da mi entl parlar de Cavriat
scricho en scritura fontica do luego.
En juno i sont sot-marcades les parles
catives da capir per in pimonteiso,
en verdo les ninta cjares per in gneiso ,
en turquin sses l ninta cjares a ljun de
Cavriat,
Lj colorj dobji per les ninta cjares a does
catgories de prsonnes.

[1] Fiarichezzae : a peinso a in rror de bat,


idura, scambjo entra ri e n = fianchezzae
[2] Coppie : en Gneiso o se dixa cobbie
/kubje/

Pag. 27 di 48

Paraules da capir
= 30

Ninta cjares a in
Gneiso

Ninta cjares a in
Pimonteiso

Ninta cjares a ljun


de Cavriat

Olbasco de
Cavriat

16

Gneiso scritura
tradicion.

12

Pimonteiso
scritura clssica

Tab. 2
LA Tab. 2 a mostra o nmero dles parles dures da capir.
In Pimonteiso o fa fadiga a capir-ne dles paraules de Cavriat 16/30 = 53,3% e do Gneiso
12/30 = 40,0%,
In Gneiso o fa fadiga a capir-ne dles paraules de Cavriat 6/30 = 20,0% e dl Pimonteiso 4/30
= 13,3%,
Ljun de Cavriat o fa fadiga a capir-ne dles paraules do Gneiso 2/30 = 6,7% e dl Pimonteiso
3/30 = 10%.
Donca da sta prima anlisi qu o nen vena ina conclusion que les difereinces i sont pjus-tsto
grandes e o se vega que l parlar de Cavriat lst pjus vexin a o Gneiso que al Pimonteiso. En
pjus o se vega que o Gneiso o capissa meljo din Pimonteiso la scritura de latro prqu l
Pimonteiso lha ina scritura pjus standardisada do Gneiso.
En pjus a podoma notar que ente les scritures clssiques o se trueva motivi de confusion, per es. :
Gneiso :
appartae lst mascolin e fminin e o pol dar confusion ente la traslacion de la frase
min o veul dir molino e mattoni da Dizionario Genovese-italiano Casaccia 1876
Pimonteiso :
mon = mattone e mattoni,
fianchegi : sing e plur
Cavriat :
antra : o veul dir tra e anta de la fenstra

Pag. 28 di 48

Gneiso
(scritura Olbasca)
Crueses
rpides,
streites,
lastregades
da
riuelj
rdondi
con la
passera
de
monni.
Cruesettes
fra
dues
muraljes
fjanquejades
da lo
passaman
de
frro
e
da lj
lampionni.
Portettes
misteriouses
vrnixades
de
verde
con
targuetta
e
sonaljin.
Coubbies
fermes
ente lj
canti
pjus
appartadi,
dnnes
da lj
portelleti
de lj
balconni.

Piemonteis
( scritura Olbasca)
Strades
rpides
streites
sternides
de
peres
rdondes
con l
passagj
de
mons.
Stradtes
tra
does
muraljes
fjanquejades
dal
passaman
de
fr
e
da lj
lampions.
Portin-e
misterouses
vrnixades
de
verd
con
targuetta
e
cjoquin
Coubies
fermes
ente lj
cantons
pjus
appartadi
foumnes
da lj
sportellins
de les
fenstres

Olbasco
De Cavriat
Creuses
rpides,
streches,
lastrgades
de
riuelj
ardondi
encom la
passera
de
monni.
Crosettes
entra
dues
muraljes
fjanquejades
da lo
passaman
de
frro
e
da lj
lampionni.
Portinnes
misteriouses
vrnixades
de
verd
encom
targuetta
e
sonaljin (cjoquin)
Coubbies
fermes
ente lj
canti (cantonni)
pjus
apartadi,
dnnes
da lj
sportelleti
dles
fenstres. (balconni)
Pag. 29 di 48

tab. 3
tsto en scritura Olbasca

Paraules da capir

Ninta cjares en
Gneisu

Ninta cjares en
Pimonteisu

Ninta cjares a
Cavriat

Gneisu

Pimonteisu

Cavriat

Tab. 4

La tablla 4 a mostra o nmero dles paroles que i sont de mala comprencion per qui quo lexa :
In Pimonteiso o fa fadiga a capir-ne dles paraules de Cavriat 7/30 = 23,3% e do Gneiso 5/30 =
16,7%,
Un Gneiso o fa fadiga a capir-ne dles paraules de Cavriat 2/30 = 6,7% e dl Pimonteiso 3/30
= 10,0%,
Ljun de Cavriat o fa fadiga a capir-ne dles paraules do Gneiso 0/30 = 0,0% e dl Pimonteiso
3/30 = 10%.
A podoma veguer que la scritura Olbasca a porta a ina intracomprencion scricha pjus granda e a
vexinna Pimonte e Ligria.
O sparissa l problema de lomofonia, la confusion entra singolaro e pluralo e mascollin e fminin.

Pag. 30 di 48

Gneiso Hull
Cruoses
rpides
streites,
lastregades
da
riuogl
redondi
con
la
passiera
de
madoin.
Cruosetes
fra
does
muraglies
flanchejades
da lo
passaman
de
frro
e
dagl
lampioin.
Portetes
misteriouses
vernixades
de
verde
con
targheta
e
sonaglin.
Copies [cobles]

Gneiso padan
Crueses
rpides
streites
lastregades
da
riuels
redondi
con
la
passera
de
madons (mons)
Cruesettes
fra
does
muraljes
fjanquejades
da lo
passaman
de
frro
e
da lj
lampions.
Portetes
misterioses
vernixades
de
verde
con
targuetta
e
sonaljin.
Cobies

Piemonteis padan
Strades
rpides
streites
strndes
de
peres
redondes
con
l
passagj
de
madons (mons)
Stradtes
tra
does
muraljes
fjanquejades
dalo
passaman
de
frr
e
da lj
lampions.
Cites prtes
misterioses
vernixades
de
verd
con
targuetta
e
cjoquin.
Cobies

Olbasco padan
Crueses (stradetes[1])
rpides,
streitches,
lastregades
de
riuels (predes)[2]
redondi
en con
la
passera
de
madons (mons)
Cruesettes
en tra
does
muraljes
fjanquejades
dalo
passaman
de
frr
e
da lj
lampions.
Portinnes (portieules)
misterioses
vernixades
de
verd
en con
targuetta
e
sonaljin (cjoquin)
Cobies

fermes
ent
egl
canti
Plui
appartadi,
dnnes
dagl
portelleti
degl

fermes
ente
lj
canti
pjus
appartadi
dnnes
da lj
portelleti
de lj

fermes
ente
lj
cantons
pjus
appartadi
fomnes
da lj
sportellins
de les

fermes
ente
lj
canti (cantons)
pjus
appartadi,
dnnes
da lj
sportelleti
dles

balcoin.

balcons.

fenstres

fenstres, balcons
Pag. 31 di 48

Tab. 5
qu de banda a
trovoma o tsto
scricho da Hull en
padaneiso a
confronto encom la
scritura Olbasca
modificada.

Paraules da capir

Ninta cjares en
Gneisu

Ninta cjares en
Pimonteisu

Ninta cjares a
ljun de Cavriat

Gneisu

Pimonteisu

Cavriat

Tab. : 6
La tablla n. 6 a mostra o nmero dles paraules que i sont de mala comprencion per qui quo lexa :
Un Pimonteiso o fa fadiga a capir-ne dles paraules de Cavriat 2/30 = 6,7% e do Gneiso 3/30 =
10,0%,
Un Gneiso o fa fadiga a capir-ne dles paraules dl Pimonteiso 2/30 = 6,7%, e o capissa tutes
les paraules de Cavriat.
Ljun de Cavriat o fa fadiga a capir-ne dles paraules dl Pimonteiso 2/30 = 6,7% e o capissa
tutes les paraules do Gneiso.
les difereinces i sont alljades a parles qui sont la spia dl canton dendst quo vena qui quo
scriva e i podreissa sser marcades tutes entin dicionari comune.
Donca a soma rivadi a ina difereina petjita da bon e lintracomprencion scricha lst salvada.
La colna encom o tsto de lHull a mostra l medemo grado duniformitat, les difereinces i sont
nemac dovudes a la difereina de lj grafemi que a homa crnut. La concordana encom Hull lst
prqu que la manera que a homa drobat per desvellupar lortografia lst fondada ensles tories
de Pompeu Fabra per l Catalan e de Lois Alibert per lOcitan; tories que i i fan da fondameinto
assic a lj sistemi desvellupadi da D. Stich per l Franco-provenal (Arpitan) e da C. Meneguin per o
Reto-Cisalpin.

Pag. 32 di 48

Da tuto a que a homa mostrat qu a dessora o se nen tira que sta grafia qu a pl far da soporto a
parnoncies difereintes : colj qui lexan i dovran conesser la cjave do lexer per podeir dstriar o
scricho en foncion de la s manera de parlar.
Ente la tablla n.7 qu apruevo i troveits queque dxeimpi de rgoles per o tsto que a homa
analisat:
Gneise

Pimonteis

Olbasco

-ue

-es a la fin

-tch

-ades a la fin

-d- entra vocales

-r vrbo nin finit

muto

muto

muto

-r- entra vocalles

-rr

-l- entra vocalles

-ll-

-s a la fin

-ons

oin

on

-t part. pass.

muto

muto

muto

-j-

4. Conclusions
A podoma dir que ina scritura que lha comet fondameinto de lj grafemi que i tenan conto de
ltimologia dles parles e dl partener dles nstres parlades al canton roman dl poneinto
lst assts per dar in grado duniformitat que o salva lintracomprencion scricha e les difereinces
de parnoncia dles leingues de lj cantons vexinni .
A la fin de lj fins a trascrivo qu ina mditacion dl Francoprovenal Alen Favro (Alain Favre) :
Dense je vodr contribuar a na ples granta conscience de la lengoua et avouc cen a la difusion
duna grafia supradialctla. Je s ben que cen vat pas plre a ts, que los "localistos" et los
"jacobins" sovent los mmos vodront criticar cl lvro, avouc srament lde de qurques
grants "fodls", homos et enstitucions, quaront pouere de prdre lo monopolo sur lor petita rgion
ou lor petit sctor dactivitt. Il serat dificilo, mas mest avis quil ft fre qurque-ren ora se nos
volens pas prdre noutra lengoua ben malda, que se trove en verett sur lo revond de la disparicion.
Et pus por los tors, por los crivens, penso que serat prod amusent dutilisar asse-ben na novla
grafia, ms uvrta sur lensemblo du mondo francoprovenl. Il y a ren que per la pratica que nos
porrens vr los problmos et les dificultts que rstont a surpassar.
stes parles qu i sont bonnes per lOlbasco assic.
P.S.: sto o nst ninta in poncho darivo ma de parteina
Pag. 33 di 48

Bibliografia
[1] Robert Lafont lments de Phonetique de lOccitan Vent Terral 1983
[2] Pierre Bec La Langue Occitane Presses Universitaires de France 1973
[3] Robrt Lafont lortografia occitana, sos principis C.E.O. 1971
[4] Los Alibert Gramatica Occitana C.E.O. 1976
[5] Geoffrey S. Hull The Linguistic Unity of Northern Italy and Raethia (1982)
[6] Biondelli B. Saggio sui dialetti gallo-italici, 1853 Bernardoni Milano
[7] Petracco Sicardi Giulia, Massobrio Lorenzo Studi linguistici sullanfizona Ligure-Padana
ediz. dellOrso, 1992
[8] Rohlfs Gerhard Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, 3 vol
piccola Biblioteca Einaudi. 1949 riveduta dallautore nel 1966
[9] Stich Dominique Parlons Francoprovenal , LHarmattan Paris 1998
[10] Claudi Meneghin: Rebuilding the Rhaeto-Cisalpine written language: Guidelines and
criteria. de Institud de studis Rhaeto-Cisalpins
[11] Claudi Meneghin: Rhaeto-Cisalpine at a glance Lincom Studies in Romance Linguistics.
[12] H. Lausberg : Romanische Sprachwissenschaft W. de Gruyter 1969
[13] Harrieta Joze La Lingua Arpitana , Ferrero stampatore in Romano Canavese, 1976
[14] Carlo Tagliavini Le origini delle lingue neolatine Patron (1982)

Pag. 34 di 48

Geoffrey Hull: provocatore o precursore?


di
Francesco Luigi Rossi

Pag. 35 di 48

Indice
Geoffrey Hull: provocatore o precursore?
Ancora sulle classificazioni
Ancora sul friulano

Pag. 36 di 48

pag.

37
41
42

Geoffrey Hull: provocatore o precursore?


Per una presentazione della vita e delle opere di Geoffrey Hull, si rimanda all'articolo di Wikipedia in
italiano:
https://it.wikipedia.org/wiki/Geoffrey_Hull
Questo articolo disponibile in 18 lingue diverse. * interessante confrontare le varie versioni per il taglio
diverso in ogni lingua. particolarmente significativa la versione nella lingua tetun di Timor Lorosae, paese
dove Hull ha svolto un ruolo importante:
https://tet.wikipedia.org/wiki/Geoffrey_Hull
* Secondo i criteri di Wikipedia:
https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_(linguistica)
Per una visione delle lingue parlate in Italia, si pu consultare l'articolo:
https://it.wikipedia.org/wiki/Lingue_parlate_in_Italia
disponibile anche in altre lingue, sempre interessanti da consultare per il gi citato "taglio diverso".
La cartina seguente presenta la distribuzione delle lingue romanze in Europa:
https://en.wikipedia.org/wiki/Romance_languages

Pag. 37 di 48

Citando dall'articolo su Hull in italiano:


"La sua tesi dottorale[1] una ricostruzione della lingua che Hull chiama padanese e che sottende l'odierno
assetto linguistico dell'Italia settentrionale, vale a dire degli idiomi gallo-italici, veneti e ladini. (Ovviamente
questa lingua non ha alcun rapporto con i vari tipi di italiano regionale, derivati direttamente dalla lingua
letteraria italiana, che ha una storia diversa)". *
[1] Hull, Dr Geoffrey (1982) The Linguistic Unity of Northern Italy and Rhaetia, PhD thesis, Western Sydney
University, MacArthur.
* Questa frase stata evidenziata dai "redattori" di Wikipedia con il commento: [non chiaro]
[https://it.wikipedia.org/wiki/Aiuto:Chiarezza]
Cliccando sulla parola "padanese" [http://www.rivistaetnie.com/lingua-padanese/] si accede all'articolo di
Hull intitolato: La lingua padanese: Corollario dellunit dei dialetti reto-cisalpini. Etnie: Scienze politica e
cultura dei popoli minoritari, 13 1987.
Altri links citati nell'articolo:
https://it.wikipedia.org/wiki/Gallo-italico
https://it.wikipedia.org/wiki/Veneti
https://it.wikipedia.org/wiki/Italiano_regionale
Proporrei una nuova versione:
La sua tesi dottorale[1] una ricostruzione della lingua che Hull chiama padanese e che sottende l'odierno
assetto linguistico dell'Italia settentrionale e delle zone di lingua romanza dei Cantoni svizzeri del Ticino e
dei Grigioni, vale a dire degli idiomi gallo-italici, veneti e retoromanze.[2] (Questa lingua non ha alcun
rapporto di ascendenza con i vari tipi di italiano regionale, derivati direttamente dalla lingua letteraria
italiana, che hanno una storia diversa e sono stati influenzati dai dialetti parlati nelle varie zone).
[2] Anche delle zone storicamente di lingua romanza dell'Istria e della Dalmazia, escluse le zone di lingua
istroromena. Da notare che esistono dialetti gallo-italici anche nell'Italia meridionale: Basilicata, Sicilia.
Nuovi links:
https://it.wikipedia.org/wiki/Reto-romanzo

in sostituzione di: https://it.wikipedia.org/wiki/Ladini

https://it.wikipedia.org/wiki/Canton_Ticino
https://it.wikipedia.org/wiki/Grigioni
https://it.wikipedia.org/wiki/Istria
https://it.wikipedia.org/wiki/Dalmazia
https://it.wikipedia.org/wiki/Istroromeno
https://it.wikipedia.org/wiki/Dialetti_gallo-italici_di_Basilicata
https://it.wikipedia.org/wiki/Dialetti_gallo-italici_di_Sicilia
Pag. 38 di 48

La parte introduttiva della tesi stata pubblicata in italiano, per uso interno per fini di studio, da ALP in
2012 e si rimanda ad essa per informazioni pi dettagliate.
Secondo Hull, tutte le variet linguistiche attuali di suo interesse derivano dalla stessa variet di
"latino volgare" > galloromanzo > padanese (antico)
Come dice bene Vittore Dreosto, "Origini della gente friulana e del suo linguaggio ladino", p. 74:
"Gi nei primi decenni del secolo [XX] ci fu chi [gli studiosi della "scuola italiana", Salvioni, Battisti, Pellegrini
et al.] neg l'unit delle parlate delle tre aree ladine [Grigioni; Trentino-Alto Adige; Friuli], neg anche la
loro indipendenza dai dialetti padani; vale a dire fu affermato che sul piano linguistico, specialmente a
livello lessicale, i tre gruppi ladini non ebbero nulla di cos strettamente diverso, che permetta d'isolare una
latinit alpina in netta opposizione con le sottostanti zone lombarde, trentine e venete".
Ossia, vi sono connessioni nord-sud con le limitrofi parlate cisalpine, cio il romancio legato al lombardo
alpino, il ladino con il trentino e il friulano con il veneto.
Prosegue Dreosto:
" ormai convinzione comune tra i glottologi che nella fase antica le differenze fra l'italiano [settentrionale
= lingua padana di Salvi] e le parlate ladine [le lingue retoromanze generalmente riconosciute] furono
minime rispetto alle attuali: infatti non esiste un solo fenomeno linguistico, considerato tipico del gruppo
ladino, che non affiori nelle testimonianze antiche dei dialetti italiani settentrionali. Detto in sintesi,
accertata la profonda connessione che esiste tra ladino e alto italiano (= gallo-italiano + veneto); ()
dall'Appenino alla cresta delle Alpi e sovente anche oltre, vi una unit linguistica inscindibile."
Con nomi diversi, anche Hull concorderebbe con questo. Il problema che gli studiosi della scuola
linguistica "italiana", ma non Hull, erano "italianisti", anche politicamente, e il loro obiettivo non linguistico
era quello di affermare l' "italianita" dei reto-romanzi, del tutto inaccettabile, ad esempio, per i romanci
svizzeri:
"Ni italians ni tudaischs! Rumantschs vulains restar".
Inoltre, questi studiosi non hanno dedicato lo stesso zelo allo studio del confine linguistico tra emilianoromagnolo e toscano, la cosiddetta "linea gotica", che divide il romanzo occidentale dal romanzo orientale:
https://it.wikipedia.org/wiki/Linea_Massa-Senigallia

Pag. 39 di 48

Nella frase successiva Dreosto dice:


"Le parlate ladine e quindi il friulano costituivano assieme all'alto italiano ed al sardo un gruppo italoromanzo."
Non solo Hull non concorderebbe con questo, ma nemmeno Pellegrini, che parlava di 5 "sistemi":
ladino [=retoromanzo], italiano settentrionale [=cisalpino], italiano, italiano meridionale e sardo.
La questione delle classificazioni viene discussa in modo pi approfondito nella prima parte della tesi, alla
quale si rimanda.
Per quanto riguarda la separazione cisalpino / retoromanzo, con successiva influenza della lingua italiana
sul cisalpino e dell'alto tedesco sugli "idiomi" retoromanzi (eccetto il friulano), in aggiunta a quanto dice
Hull nella prima parte della tesi, penso che sia necessario valutare l'influenza della politica linguistica (anche
inconscia) degli Stati, ad es. ipotizzo che l'attuale fisionomia del lombardo orientale sia il risultato della
politica linguistica della Serenissima. Prima della "dedizione" vi doveva essere un continuum "puro",
mentre dopo si fa sentire il peso della frontiera. (C'era la pena di morte per l'espatrio di alcune categorie di
artigiani). Cos i dialetti lombardi "di San Marco" seguono un proprio corso di sviluppo diverso da quello dei
dialetti occidentali. Gli effetti si possono osservare in zone di frontiera come Treviglio a sud o Calolziocorte
a nord. I dialetti orientali erano esposti all'influenza dell'italiano nella forma venetizzata usata dalla
Serenissima. Dove i dialetti occidentali erano esposti ad influenze "straniere" - francese, spagnolo, tedesco delle varie potenze dominanti, ad est dell'Adda lo stesso ruolo era svolto dal veneziano o italo-veneziano.
In conclusione, a spiegazione del titolo, Hull pu essere considerato un precursore per i suoi studi sul
padanese come insieme, soprattutto nella fase antica, mentre potrebbe essere considerato come un
provocatore, ad esempio, dai romanci, dai ladini e dai friulani, che hanno dovuto lottare e faticare per
ottenere il riconoscimento della propria LINGUA.

Pag. 40 di 48

Ancora sulle classificazioni


L'articolo in inglese: https://en.wikipedia.org/wiki/Classification_of_Romance_languages
propone uno schema delle lingue romanze basato su criteri strutturali e comparativi e non socio-funzionali
(tratto da "Koryakov Y.B. Atlas of Romance languages. Moscow, 2001), citato anche da Bepe San nel suo
intervento: Le lingue padanesi nella visione degli Organismi Internazionali

Da notare la conferma dell'importanza della "linea gotica", nonch la contiguit delle unit costituenti il
padanese secondo Hull, all'interno del gruppo romanzo occidentale:
nord italiano (gallo-italico + veneto + istrioto) + retoromanzo (romancio + ladino + friulano)
Questa nuova classificazione si aggiunge a quelle discusse nella prima parte della Tesi di Hull.
Per contro, essa smentisce lo schema di Pellegrini, in quanto il suo "italo-romanzo" (indicato sullo schema
da una linea tratteggiata], secondo lo schema di Koryakov, costituito da unit appartenenti a tre gruppi
diversi:
1) romanzo occidentale: nord italiano + retoromanzo (ma non il romancio, in quanto "svizzero") +
2) romanzo meridionale: italiano (toscano) + italiano meridionale (ma non il corso*, in quanto "francese") +
3) romanzo insulare: sardo
* Eppure, secondo Wikipedia in lingua corsa:
https://co.wikipedia.org/wiki/Lingua_corsa
"A lingua corsa appartene u sottugruppu tuscanu, per quessa pudemu d ch ci h una grande
sumiglianza c u talianu (tuscanu litterariu), sopratuttu per e variet cismuntiche."
Da notare che Koryakov distingue tra "corso antico", simile al sardo, e "corso moderno" toscaneggiante.

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Ancora sul friulano


Interessante anche un confronto tra le versioni della stessa poesia di "Andrea Blanc de San Daniel", in
friulano e in nizzardo (con grafia italianeggiante in entrambi i casi), tratte da un'opera irredentistica "La
nostra frontiera occidentale fra le Alpi ed il mare", di Niceo Speri (pseudonimo del nizzardo Pier Luigi Caire,),
Torino 1919:
friulano

In muart d'un usurari,


Requiescat! L' usurari
che per sprit umanitari
il cuarante e plui per cent
pretindeve, in t'un moment
senza jessi preparad,
l' partid pa' eternidad.
Di ste vil schifose arpie
immortal necrologie
van detand du cuanh unids
i puarets de je tradids
alternand an vari ton
cheste lugubre chanson:
Ah va l, va l sott tire
cr plui dur de dure pire,
no par te sin ruvinads.
Nuds e cruds i sin restads
senze tett e senze pan
Va sott tire o disuman!
E no' intant matine e sere
ferverose una prejere
alzarin a l'Incread:
Che pal ben de Umanitad
nus concedi che altr al mond
a non vegni un to second.

nizzardo

En muart d'un usurari,


Requiescat! L' usurari
che per sprit umanitari
lo caranta e plu per sen
pretendia, en un momen
senza li estre preparat
de del se n'es anat.
D'esti vili bruti arpia,
immortal necrologia
van detan toi cantu unit
lu pauret da elu tradit
alternan' mbe vari ton
esta lugubra canson:
Ah vai l, l sota tera
cuor de peira, cuor de fiera,
per tu nautre sien ruinat.
Nut e crut sien toi restat
senza teule e senza pan
Vai 'n la tera, o disuman!
Nautre entan matin e sera
fervorosa una preghiera
ausseren au Creator:
Non concede per favr
che per ben dou monde enti
plu non venghe un tieu pari.

Con questo esempio l'autore voleva dimostrare l'italianit del nizzardo ma, dato che il nizzardo ormai
riconosciuta, in quanto dialetto occitano, come una lingua regionale francese (insegnata anche a scuola), si
potrebbe sostenere con altrettanta ragione che il friulano francese.
Ma perch fermarsi l? Sono evidenti le somiglianze con il catalano, quindi sia il nizzardo che il friulano
possono essere considerate dialetti catalani e, quindi secondo la costituzione spagnola, lingue spagnole.
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Chiusura del Convegno


Dopo lultimo intervento di Lissander Brasca, il Convegno si chiuso con un rinfresco, a cui hanno
partecipato relatori e pubblico.
C stato il tempo per un ultimo scambio di battute tra relatori e tra relatori e pubblico e si
approfittato delloccasione per scattare le foto ricordo dellavvenimento.
In data 23 luglio 2014 vengono pubblicati questi Atti, in versione 1.0, con gli interventi finora
pervenuti allAssociazione. Ci non esclude che gli Atti possano essere integrati, qualora pervenga
allAssociazione documentazione degli altri interventi.

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