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MOBY PRINCE: LA VERIT TORNA A GALLA?


di Kalyazin

estate appena trascorsa, anche questanno inevitabilmente variegata del consueto esodo di vacanzieri verso le pi ambite mete balneari, la Sardegna ad esempio. Nei porti tirrenici, come Livorno,
code di auto in attesa dellimbarco su navi-traghetto sempre brulicanti di
mille attivit finalizzate a mollare prima possibile gli ormeggi e riprendere lalto mare. Viaggiatori a caccia di avventure, famiglie finalmente riunite per due settimane di ferie, amici sorridenti, studenti pronti a riabbracciare i propri cari e i luoghi natali, anziani, donne, neonati, adolescenti,
tutti complici di un entusiasmo che impregna laria
salmastra gi magicamente profumata di elicriso
proveniente da dove tramontato il sole. Chi non si
trovato a passeggiare con curiosit sui ponti di
queste navi in trepida attesa della partenza, dopo
aver parcheggiato lutilitaria nel vano garage guidati
da marinai affaccendati, con stridore di pneumatici
sterzanti e boato di ventilazioni forzate, avendo poi
custodito i bagagli a mano e quanto necessario alla
traversata nella propria sistemazione? Ecco la chiusura della rampa, il tuffo di recupero delle cime dalle
bitte di banchina ed il primo, impercettibile movimento delle luci del porto, segno inequivocabile dellinizio navigazione. Poche ore soltanto perch inizi
a materializzarsi allapprodo insulare il sogno estivo, quanto basta al sole per
riaffiorare allalba.
Sembrava un viaggio come tanti quello del Moby Prince, la nave delle ore
22 in partenza da Livorno per Olbia il 10 aprile 1991, ma ebbe tuttaltro epilogo: gli entusiasmi e le speranze dei suoi 76 passeggeri e delle 65 persone
dellequipaggio furono inesorabilmente interrotti appena fuori dal porto di
Livorno, dopo soli venticinque minuti di navigazione, dalla collisione del
traghetto con la petroliera Agip Abruzzo e dallincendio che ne scatur; lalba
del nuovo giorno port 140 vittime carbonizzate intrappolate in una bara
galleggiante di fumo e fiamme. Una tragedia, la pi grande nella storia
moderna della marineria civile italiana, divenuta da subito una fatalit,
unimprudenza e disattenzione per le fonti ufficiali, lammiraglio di Livorno
e il ministro dei trasporti di allora.
Questa la dinamica dellincidente sancita dal primo processo: poco dopo
esser uscita dal porto di Livorno in direzione Sardegna, la Moby Prince
avrebbe centrato in pieno la petroliera Agip Abruzzo ferma allncora; la
fuoriuscita di petrolio sul ponte del traghetto, innescato dalle scintille delle
lamiere, avrebbe generato un incendio devastante e immediatamente letale.
In pratica, il comandante e il personale in plancia del traghetto non avreb520 GdM

Nello scorso luglio


il Senato ha votato
in modo unanime
per istituire una
commissione
dinchiesta che si
occuper della tragedia del Moby
Prince

La Moby Prince dopo


la tragedia

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bero visto un ostacolo di trecento metri di lunghezza fermo in


mare. Un inspiegabile errore
umano quindi, indotto dalla
nebbia presente quella sera e
adiuvato dalla trasmissione in
diretta TV di unimportante partita di calcio, ovvero da supposta
negligenza di chi doveva vigilare.
Una sequenza di eventi catastrofici piuttosto lineare per la tesi
ufficiale, con responsabilit attribuite esclusivamente a chi
morto sul traghetto. Questa
interpretazione tuttavia non
teneva conto di innumerevoli
evidenze, a partire dalla nota
esperienza e seriet del comandante del Moby Prince, dalle
testimonianze sulla totale assenza
di nebbia al momento della collisione e dalla incerta posizione
della petroliera.
Il Moby Prince era fuori rotta
o, come dichiar inizialmente il
comandante dellAgip Abruzzo,
la petroliera si trovava nellarea
del porto in cui vietato stazionare?
Inoltre:
qual
era
lorientazione della petroliera? La
prua verso nord o verso sud?
Questo dettaglio stabilirebbe che
il Moby Prince collise con lAgip
Abruzzo non uscendo dal porto,
ma nel tentativo di rientrarvi per
cause sconosciute, stravolgendo
ogni interpretazione ufficiale dei
fatti.
accertato che quella sera il
vento veniva da sud e, come noto,
le navi allncora orientano la
prua verso la direzione di provenienza del vento. A conferma di
ci il comandante della petroliera, nel richiedere aiuto via radio,
diede implicite informazioni
sulla buona visibilit, sulla posizione della petroliera al momento dellimpatto e sullorientazione della prua; ma nelle interviste
successive contraddisse quanto fu
registrato via radio e nel processo
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si avvalse della facolt di non


rispondere.
Queste macroscopiche incongruenze sono gi sufficienti a rendere il disastro del Moby Prince
un mistero. E non che linizio. Si
consideri linconsistenza dei soccorsi prestati al traghetto: com
possibile che 140 persone vengano lasciate morire senza nessun
intervento a poche miglia dal
porto? I dati processuali rispondono che nulla si poteva fare perch la temperatura delle lamiere
della nave infuocata avrebbe condotto i passeggeri a morte certa in
meno di mezzora, neanche il
tempo per le barche dei soccorritori di raggiungere dal porto il
luogo dellimpatto.
Ma anche questa interpretazione non collima con gli accadimenti: la maggior parte delle vittime fu trovata nel salone De
Luxe del Moby Prince, locale
dotato di rivestimenti parafiamma e di porte tagliafuoco; dagli
esami tossicologici del sangue di
circa cento salme risult una concentrazione altissima di monossido di carbonio, prova che alcune
persone respirarono a lungo i
fumi tossici della combustione e
sopravvissero anche qualche ora,
tempo forse sufficiente allintervento di soccorsi sinergici.
Oltretutto, nonostante lincendio
catastrofico, ci fu un sopravvissuto che si lasci cadere in mare da
poppa; e un marinaio di un
rimorchiatore corso in aiuto
riusc a salire a bordo del Moby
Prince in fiamme, percorrerlo da
poppa fino a mezza nave per fissare al traghetto una cima di traino e restare incolume senza dotazioni di sicurezza. Perch allora,
se qualcosa era possibile fare, la
capitaneria di porto non intervenne attivamente? Certo, le
forze furono concentrate a spegnere lincendio altamente peri520 GdM

coloso della petroliera; ma esistono testimonianze accusatorie di


esitazione e temporeggiamento
dei soccorsi.
Dati questi fatti non contemplati nella relazione processuale,
il nocciolo del mistero risiede
quindi in cosa avvenne sul traghetto prima della collisione e
sulle acque circostanti la zona
dellimpatto, s da far stravolgere
la rotta e rientrare.
Quel che ormai certo che il
golfo di Livorno nella notte del
10 aprile 1991 era affollatissimo
di navi militari americane, almeno cinque, impegnate in operazioni segrete e probabilmente
legate al trasporto darmi e materiale bellico proveniente dallallora appena risolta guerra del golfo.
Una specie di Area 51 galleggiante, con tanto di indotta zona
dombra radio: il may-day lanciato dal Moby Prince subito dopo
la collisione, cos come i successivi tentativi di comunicazione,
risultarono di segnale debolissimo; non solo: anche alcuni soccorritori lamentarono il cattivo
funzionamento delle apparecchiature radar in prossimit dellarea del disastro.
Vicino a Livorno vi una delle
basi NATO pi importanti,
Camp Darby, destinazione logistica di quanto fu riportato da
Baghdad. possibile che durante
queste movimentazioni darmi
qualcosa and storto o, semplicemente, non fosse stato previsto il
transito di una nave civile estranea alle operazioni. In questo
caso il Moby Prince potrebbe
aver trovato un ostacolo da schivare, una bettolina in fiamme o
un sommergibile appena emerso.
E chi potrebbe escludere per
lincidente la matrice terroristica?
Anche lipotesi apparentemente
pi astrusa potrebbe divenire
drammaticamente reale, come

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dimostra la tragedia di Ustica. Si


mente al corrente di quanto accadpu dunque affermare che la scede in mare quella notte sia come
nografia del disastro fu molto pi
testimoni attivi, in quanto presenti
articolata della semplice presenza
con unit navali al momento della
di una nebbia da avvezione e di
collisione, ma anche aeree poich fu
una semifinale di coppa capace di
visto un elicottero sorvolare il cielo
distrarre lintero equipaggio.
sovrastante; non si dimentichi inolSono trascorsi 24 anni dalla
tre la base di Camp Darby, spettatostrage del Moby Prince senza che
re operativo sicuramente attrezzato
sia stato individuato un colpevole
di dispositivi radar e rilevamenti
e una chiara descrizione degli
satellitari, difficilmente distratto in
eventi basata sulle verit accertate
una serata come quella. Un addetto
che, purtroppo, si discostano
ai radar della base dichiar con una
dalle sentenze processuali. E quetelefonata anonima durante una
sto gap col tempo maturato a tal
trasmissione televisiva che gli amepunto da indurre il Senato ad
ricani erano perfettamente a conoapprovare proprio questestate
scenza dellaccaduto. I dinieghi ad
una commissione dinchiesta
ogni richiesta di collaborazione del
incaricata di indagare sugli aspetgoverno italiano
ti insoluti e oscuri della tragedia.
sono con molta probabilit
La lapide affissa a Livorno ricorda
le vittime del Moby Prince
Segno che i tempi sono cambiati,
motivati da responsabilit dirette.
nonostante tratte, luoghi e qual difficile pensare che
che attore siano pi o meno gli stessi, come i traghetti
lammiraglio comandante del porto di Livorno non
dalla gigante balena blu dipinta nella fiancata del
sapesse di pi di quanto rifer ufficialmente, senza
Moby Prince e larmatore dellallora compagnia
riuscire tra laltro ad evitare imbarazzanti contraddiNavarma e attuale Moby Lines. certamente difficizioni; trascorse le fasi concitate dei primi soccorsi a
le immaginare tale iniziativa politica senza tener
bordo di una inerte motovedetta della capitaneria di
conto della determinazione delle due associazioni
porto in totale silenzio radio.
delle vittime del Moby Prince, che dal 1991 si battoSu centoquarantuno persone del Moby Prince,
no per aggiungere tasselli alla verit di quella notte
una sopravvisse, come detto, a quellinferno di fuoco:
del 10 aprile e per mantenere viva la necessit di giu possibile che, nella personale ricostruzione dei fatti,
stizia e la memoria dei loro cari periti nel disastro.
anche questultima possa aver subto anche inconsaNel dicembre del 1872, in pieno oceano al largo
pevolmente dei condizionamenti suggeriti dalla letdelle isole Azzorre, fu trovato un veliero americano
tura ufficiale degli eventi.
in perfette condizioni per la navigazione ma totalChiss quante altre persone hanno assistito a parti
mente privo del suo equipaggio, come svanito nel
di verit che non hanno rivelato per motivazioni
nulla. Il suo nome era Mary Celeste: divenne un
diverse, persone che si sono trovate, magari per caso,
enigmatico mistero del mare a cui tentarono di dare
sorvolare questa storia al momento giusto, come
ammalianti spiegazioni personaggi anche del calibro
quel pilota di linea che, in atterraggio verso Pisa, vide
di Sir Arthur Conan Doyle. Lelemento suadente del
dallalto ci che drammaticamente si svolgeva a livelmistero fu che non verano testimoni.
lo del mare.
Al contrario, la scena in cui si svolse il disastro del
Proprio perch, grazie alla nuova commissione
Moby Prince era invece popolata a tal punto da testidinchiesta e alle nuove indagini che verranno, il
moni da rendere la ricostruzione degli eventi della
momento favorevole affinch la verit torni a galla,
notte del 10 aprile 1991 una rassegna teatrale surreacoloro che sanno hanno unaltra chance per riferire.
listica che va dal so ma non parlo a vere manomisBen vengano anche i contributi parapsicologici della
sioni e depistaggi. A partire dal comandante della
visione a distanza, se un quarto di secolo sar
petroliera e dal suo equipaggio, testimoni diretti
bastato a restituire verit e giustizia!
degli avvenimenti ma fortemente condizionati al
La nave Moby Prince fu trainata nel porto di
silenzio dagli enormi interessi in gioco dellazienda
Livorno alle prime luci del sole del giorno dopo la
petrolifera per cui lavoravano. Per passare poi alle
tragedia e vi rimase in stato di sequestro fino al
forze armate americane, cio il governo USA, sicura1998, anno in cui fu demolita.
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